Primo piano / Tumori infantili Organizzazione e qualità delle cure: a che punto siamo? P 14 arlare di Oncologia pediatrica oggi si­ gnifica confrontarsi con alcuni dati molto incoraggianti quali l’arresto del­ l’aumento dell’incidenza dei tumori infantili registrato in Italia a partire dalla seconda metà degli anni ’90, il miglioramento dei tassi di sopravvivenza – che in alcuni casi supe­ rano l’80% – e il miglioramento della qualità di vita dei soggetti guariti grazie all’utilizzo di strategie terapeutiche più mirate e caratterizzate da minori effetti tossici tardivi (AIRTUM, 2013). Questi risul­ tati sono stati raggiunti non soltanto grazie all’avan­ zamento della ricerca in campo preclinico e clinico, ma anche grazie alla sempre maggiore attenzione che si porge nei confronti di due aspetti molto im­ portanti quali l’organizzazione nazionale dei Centri di Oncoematologia pediatrica e il miglioramento della qualità delle cure offerte a pazienti e famiglie. I Centri di Oncoematologia pediatrica in Italia sono organizzati nell’Associazione Italiana di Ematolo­ gia ed Oncologia Pediatrica (AIEOP), fondata nel 1981 con lo scopo di “prendersi cura” dei bambini con malattie oncoematologiche e delle loro famiglie attraverso una presa in carico multidisciplinare e una attività assistenziale globale. Attualmente i Centri di Oncoematologia pediatrica sono 53, dif­ fusi su tutto il territorio nazionale: metà dei Centri (27, 51%) è concentrata al Nord, mentre la restante metà è distribuita tra il Centro (11 Centri, 23%) e il Sud (15 Centri, 26%). La Regione che presenta il maggior numero di Centri AIEOP (9) è la Lombar­ dia, mentre in tre Regioni (Valle D’Aosta, Molise e Basilicata) non è presente alcun Centro AIEOP, an­ che se la Valle D’Aosta è compresa nella Rete di On­ coematologia Pediatrica di Piemonte e Valle D’Ao­ sta. I Centri sono organizzati secondo un modello “a rete” che sottintende un forte coordinamento fra i diversi professionisti, i quali però mantengono au­ tonomia nelle proprie azioni; si tratta dunque di una forma di cooperazione che si realizza attraver­ so processi di integrazione orizzontale e verticale, di uniformità ed unitarietà. All’interno della rete AIEOP si snodano anche strutture di eccellenza e riferimento nazionale coinvolte nella definizione della diagnosi attraverso processi di centralizzazio­ ne dei campioni a laboratori ad alta specializzazio­ ne. Grazie a questo tipo di organizzazione è possi­ Pediatria numero 3 - aprile-maggio 2016 Franca Fagioli Presidente AIEOP Direttore SC Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti – Città della Salute e della Scienza di Torino, Presidio Ospedaliero Infantile Regina Margherita bile offrire a pazienti e famiglie tempestività nella diagnosi e appropriatezza dei trattamenti sommi­ nistrati e una qualità di cura sempre migliore, dalla diagnosi alla fine delle terapie. Nonostante l’alto numero di Centri presenti sul territorio italiano, dall’analisi comparata per sin­ gola Regione, densità di popolazione da 0 a 19 an­ ni, numero di Centri AIEOP, numero di casi regi­ strati (anni 2009-2012) e conformazione geografi­ ca delle diverse zone sono emerse una serie di criticità a cui porre rimedio: ^^disomogeneità (in certi casi molto accentuata) tra i Centri in termini di numeri di casi presi in carico all’anno (circa l’85% dei casi viene trattato in 21 Centri; di questi casi il 52% viene trattato in soli 7 centri AIEOP e 9 Centri AIEOP hanno dia­ gnosticato un numero minimo di casi che va da 3 a 18 in 4 anni); ^^disparità di know-how scientifico, tecnico e medico (in certi casi altamente specializzato, in altri scarso e generico) con conseguente fenomeno di distribuzione a “macchia di leopardo”; ^^diseguaglianza nell’accesso ai servizi e nella qualità delle cure che comporta migrazione di pa­ zienti in centri di riferimento specialistici: la di­ stribuzione della rete AIEOP infatti non è ancora riuscita ad abbattere il fenomeno della migrazione Per rispondere a tali criticità e attuare un piano di miglioramento è emersa la necessità di una ristrut­ turazione complessiva dei Centri AIEOP che si basa sul modello consolidato della Rete di Oncoemato­ logia Pediatrica del Piemonte e della Valle D’Aosta, avviato nel 2004 (D.G.R. n. 30­14272) e prevede l’adozione di un modello organizzativo di tipo HUB/ SPOKE. Nei Centri di riferimento HUB, dotati di de­ genza ordinaria e continua, unità trapianto, ambu­ latori, spazi per adolescenti, laboratori e servizi spe­ cialistici sanitari e non ad indirizzo pediatrico, viene fatta la diagnosi e impostato il protocollo te­ rapeutico del paziente. Tutti gli SPOKE possiedono posti letto e ambulatori dedicati al paziente oncolo­ gico, pediatri e infermieri con formazione ed espe­ rienza oncologica e sono collocati in strutture di Pediatria. Negli SPOKE di secondo livello sono ese­ guiti alcuni cicli di chemioterapia con precise istru­ zioni operative, mentre negli SPOKE di primo livel­ Centro Operativo AIEOP “Luciano e Daniele Pederzani” Il CO AIEOP “Luciano e Daniele Pederzani” è l’insieme di risorse umane e strutturali dedicate alle attività di ricerca clinica nel campo dell’Oncologia ed Ematologia pediatrica, nonché Ematologia non oncologica e immunologia a disposizione e supporto dei 27 gruppi di lavoro e dei Centri AIEOP (53 distribuiti su tutto il territorio nazionale). Esso costituisce un punto di raccordo tra la rete dei centri AIEOP, i coordinatori di protocollo, i registri di patologia esterni all’AIEOP e il personale dedicato alla gestione della raccolta e analisi dei dati relativi a protocolli di ricerca e registri di popolazione. Se quella contro il cancro è una vera e propria guerra che l’AIEOP, insieme alla FIEOP onlus (Fondazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica) e a tante altre associazioni ed enti sta combattendo da oltre quarant’anni, allora il CO AIEOP è il quartier generale di queste operazioni che necessitano di essere coordinate per continuare, fino alla vittoria, sulla strada di un successo che consente all’80% dei bambini che si ammalano di tumore di essere vivi e fuori terapia a 10 anni dalla diagnosi. Primo piano / Tumori infantili sanitaria – pur essendo questa lievemente diminu­ ita nel tempo (dal 20,4% nel periodo 1989­1999 al 16,2% nel periodo 2000­2010) – dovuto a ragioni sanitarie oggettive (Centri ad elevata specializza­ zione, Centri per il trattamento di malattie rare), a ragioni geografiche, a scelte parentali, ma anche a ragioni evitabili (non efficienza delle strutture) e che comporta costi aggiuntivi sia per il SSN sia per i pazienti e le famiglie; ^ meno del 10% dei pazienti pediatrici con reci­ diva multipla di malattia ha accesso a nuovi far­ maci antitumorali a causa di regolamenti che ri­ ducono lo sviluppo di nuove molecole, ritardi nel­ la ricerca clinica in ambito pediatrico, scarsi fi­ nanziamenti e rarità della patologia neoplastica pediatrica che limita la sperimentazione. Il progetto di ristrutturazione complessiva dei Centri AIEOP consente di superare le disparità territoriali nell’accesso alla cure e ridurre il fenomeno della “migrazione sanitaria” lo viene eseguito il supporto di base e sono seguiti pazienti anche in fase avanzata di malattia e follow up. I vantaggi di una proposta di questo tipo sono diversi: superamento della disomogeneità delle pre­ stazioni sanitarie, valorizzazione delle competenze dei singoli Centri, garanzia di cure adeguate su tut­ ta la nazione, presa in carico del paziente vicino al luogo di residenza e aumento delle conoscenze e della specializzazione. Infine, non dobbiamo di­ menticare che, per un reale miglioramento della qualità delle cure, è fondamentale anche portare avanti il lavoro svolto dal personale di supporto sa­ nitario che opera quotidianamente all’interno dei Centri AIEIOP, fornendo un sostegno a specifica va­ lenza umanitaria. L’organizzazione dell’Oncologia pediatrica italia­ na verso cui ci si sta orientando costituisce quindi un cambiamento non solo organizzativo ma anche culturale, sociale e professionale e rappresenta uno strumento volto a migliorare le criticità esistenti, valorizzare i punti di forza e conseguire nuovi obiettivi di salute. Al pari della collaborazione, della ricerca preclinica e clinica e dello sviluppo di nuovi farmaci, proporre nuovi assetti organizzati­ vi è fondamentale per garantire una buona qualità di vita a pazienti e famiglie. Tutti gli aspetti ana­ lizzati sono tra loro integrati e costituiscono le componenti principali di un progetto che si pro­ pone di conciliare i progressi in campo medico, scientifico e organizzativo con il processo di uma­ nizzazione delle cure. Tale obiettivo, seppur diffi­ cile, è necessario per sostenere la Sanità italiana sulla strada verso l’eccellenza in ambito oncoema­ ¢ tologico pediatrico. ^ AIRTUM Working Group; CCM; AIEOP Working Group. Italian cancer figures, report 2012: Cancer in children and adolescents. Epidemiol Prev 2013;37:1-225. ^ D.G.R. del 6/12/2004. Approvazione della Rete di Oncologia e Oncologia Pediatrica in accordo con le linee guida nazionali pubblicata su G.U. del 7/10/1999 n. 236. Pediatria numero 3 - aprile-maggio 2016 15