Sostenibilità ambientale
Nuove frontiere per il sindacato
di Giovanni Guerisoli
“Conquiste del Lavoro” 11 luglio ’02
E’ importante cogliere, in questa fase delicata delle relazioni sociali e industriali, alcuni
segnali significativi che provengono da settori importanti della società. Lo schema
tradizionale che vedeva chiusi nei propri ruoli gli attori sociali non sembra poter più
resistere ad un’evoluzione dei rapporti, sia a livello internazionale che nel contesto
nazionale, che ha alcuni precisi e comuni denominatori. In questo senso, il richiamo
spesso abusato alla globalizzazione è quanto mai utile a comprendere come
l’affermazione (o in alcuni casi) la riaffermazione di principi fondamentali di tutela della
persona, di rispetto della cittadinanza e di salvaguardia dell’ambiente, abbiano rafforzato
enormemente il ruolo delle rappresentanze sociali, delle associazioni civili e delle
organizzazioni non governative proprio nelle realtà nazionali e locali che ritenevano ormai
consolidato un sistema di relazioni chiuso e statico. Ci sono alcuni concetti chiave che
hanno contribuito, in modo sostanziale, all’apertura di un nuovo dialogo sociale: lo
sviluppo sostenibile, una nuova etica applicata all’economia, la responsabilità sociale delle
imprese e la conseguente sensibilizzazione delle parti sociali su questo tema. In questi
ultimi anni hanno giocato un ruolo importante, in tale contesto, delle realtà associative che
hanno dato voce alle istanze dei consumatori, alle richieste d’attenzione delle
rappresentanze locali, a quelle dei gruppi ecologisti e agli allarmi dei gruppi di investitori
ed azionisti largamente diffusi in ogni segmento sociale. Questi nuovi soggetti si sono
affiancati, spesso, al Sindacato in alcuni delicati momenti anche della recente storia del
nostro paese. E questi movimenti hanno avuto un preciso riflesso sia sulle dinamiche
organizzative delle associazioni di rappresentanza sociale che nella rivendicazione di una
maggiore sensibilità verso i nuovi temi di democrazia ed equità emersi nell’ultimo
decennio. Così, mentre il Sindacato si è trovato a ribadire la sua iniziativa per
l’affermazione dei Diritti fondamentali del lavoratore in ogni diverso scenario produttivo,
richiamandosi alle Convenzioni internazionali e soprattutto ad un modo innovativo di
concepire il rapporto tra le imprese e i lavoratori, in altri contesti sociali si sono affermate
istanze parallele che sembrano aver rafforzato l’esigenza di una maggiore qualità delle
politiche sociali e una chiara affermazione del principio essenziale di un rispetto in primis
della persona. Un esempio che, tra tutti, riassume al meglio questa situazione è la
cosiddetta vicenda della Mucca Pazza e il notevole riflesso che questo grave episodio ha
avuto nel rapporto tra economia, imprese, consumatori e lavoratori. Il dibattito si è così
allargato, più in generale, al tema della sicurezza alimentare con l’obiettivo di allargare il
principio a tutte le diverse filiere alimentari coinvolgendo, nel processo di verifica di qualità,
anche i lavoratori impegnati nelle diverse fasi della produzione. Si possono fare molti altri
esempi, ancora attuali, che fotografano la nuova sensibilità sociale su cui tutti, dai governi
alle parti sociali, si sono dovuti confrontare alla luce di preoccupanti fenomeni emersi in
ogni angolo del pianeta: dallo sfruttamento della manodopera a basso costo, all’esistenza
di un lavoro minorile molto prossimo alla schiavitù. Chi pensava che certe immagini e i
molti racconti sulle contraddizioni di uno sviluppo senza regole, fossero distanti dalla
nostra realtà si è dovuto ricredere quando ha scoperto che tra gli artefici di queste
ingiustizie ci sono, spesso, alcuni protagonisti delle realtà economiche di grandi paesi
occidentali. E l’allarme della crescente sensibilità collettiva su alcuni precisi temi d’equità e
di giustizia sociale si è acuito quando è emerso la preferenza dei consumatori per prodotti
e servizi forniti da società non coinvolte nei fenomeni di sfruttamento o di degrado
ambientale. Si può spiegare, anche in questo modo, la recente crisi dell’industria
automobilistica, così come (in positivo) si deve registrare la reazione di molte imprese che
hanno fortemente privilegiato nuovi indirizzi nella direzione della sostenibilità del prodotto
e della compatibilità ambientale. Questo delicato dibattito sta registrando un interesse
crescente anche in Italia dove, da tempo, il Sindacato si sta impegnando a livello
contrattuale, per l’introduzione di precisi Codici di Condotta e del cosiddetto “Marchio
sociale”. L’obiettivo è ambizioso ma percorribile: la sostenibilità sociale ed ambientale
deve essere la premessa per un nuovo approccio globale ai temi della qualità della
produzione e dei prodotti nell’ambito di una strategia concreta per la realizzazione di un
vero sviluppo sostenibile.