CURIA ARCIVESCOVILE AGRIGENTO Proposta di un: itinerario parallelo per i genitori dei ragazzi dell’ Iniziazione Cristiana Agrigento, ottobre 2014 INDICE Premessa Introduzione Itinerario parallelo per i genitori dei ragazzi dell’ Iniziazione Cristiana A – Cosa fare perché i genitori scoprano di essere i primi educatori alla fede B – Perché i genitori devono scoprire di essere i primi educatori alla fede C – Come coinvolgere i genitori D – Caratteristiche dell’itinerario E – Attività didattica F – Tappe dell’itinerario Primo Annuncio – incontri e contenuti Prima Tappa – incontri e contenuti Seconda Tappa – incontri e contenuti Terza Tappa – incontri e contenuti Ultima Quaresima – incontri e contenuti Mistagogia – incontri e contenuti G – Incontro tipo H – Esempio di incontro Conclusione 2 pag. pag. pag. 3 4 5 pag. 7 pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 7 9 11 12 12 14 16 17 18 19 20 21 23 24 PREMESSA Più volte nel corso dei nostri incontri, di équipe e di formazione dei catechisti a livello diocesano, abbiamo sottolineato che l’itinerario di I.C. di ispirazione catecumenale, sollecitato ardentemente dalla Chiesa italiana, possiede notevoli potenzialità che consentiranno, gradualmente e ove portato avanti con serietà, alle nostre comunità parrocchiali di acquisire una nuova mentalità, migliorando non solo l’aspetto catechistico ma tutta l’attività pastorale parrocchiale. Perché questo itinerario possa esprimere tutte le potenzialità che ha in nuce è necessario che tutte le figure: parroco, catechisti, genitori e tutti gli organismi parrocchiali credano alla possibilità di cambiamento e abbiano voglia di mettersi in gioco seriamente. Pertanto parroci e catechisti, si devono impegnare ad elaborare e sperimentare itinerari di I.C. per i ragazzi e contestualmente percorsi paralleli per i genitori, perché questi riscoprano o scoprano l’identità della famiglia cristiana e la sua appartenenza alla Chiesa, e lavorare con i vari gruppi della comunità perché questa acquisisca una mentalità di tipo catecumenale e diventi credibile testimone di ciò che dice di credere. Questa proposta progetto è destinata ai catechisti parrocchiali che insieme ai loro pastori avvertono la necessità di annunciare/riannunciare Gesù Cristo e il suo Vangelo alle famiglie dei ragazzi che si apprestano ad iniziare l’itinerario di Iniziazione Cristiana. 3 INTRODUZIONE Questo itinerario è articolato in incontri quindicinali che prevedono per i genitori: la presentazione generale dell’itinerario di IC che seguiranno i ragazzi una breve riflessione sulla famiglia e sulle problematiche attuali riguardanti la società e la famiglia un percorso biblico gli incontri saranno sviluppati con la metodologia del laboratorio, scanditi da momenti di preghiera comunitari, ritiri spirituali, convivenze, attività estive. All’inizio del cammino, la celebrazione della “memoria del Battesimo”, farà rivivere ai genitori le radici della loro fede, il desiderio di riscoprire Gesù Cristo, ricominciando o maturando l’esperienza di vita cristiana. La celebrazione Eucaristica alla fine dell’anno, con la prima professione di fede e la consegna della Bibbia, sancirà la scelta di continuare il cammino affidandosi al Signore Risorto e facendosi guidare da Lui nelle situazioni e nelle scelte della vita familiare e sociale. Le celebrazioni e le consegne degli anni successivi contribuiranno a rafforzare il desiderio di continuare il cammino e di impegnarsi nelle attività parrocchiali a conclusione dell’itinerario. 4 ITINERARIO PARALLELO PER I GENITORI DEI RAGAZZI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA Tra le figure coinvolte nell’itinerario, un posto importante è occupato dai genitori dei ragazzi. Prendiamo atto quotidianamente che il coinvolgimento dei genitori e degli adulti in generale è la più grande pecca delle nostre comunità. La maggior parte chiede i sacramenti solo per “tradizione”, ma di fatto hanno chiuso con la fede se mai c’è stata un’apertura. Appare superfluo sottolineare che, senza la collaborazione dei genitori, ciò che si tenta di costruire durante l’ora e mezza di incontro di catechesi viene immediatamente vanificato da una settimana di permanenza in famiglia dove c’è posto per tutto e tutti e si discute di tutto e di tutti all’infuori di Gesù e del suo Vangelo. Infatti l’atteggiamento della stragrande maggioranza dei genitori è un atteggiamento di “delega”. Delegano l’istruzione religiosa alla parrocchia; l’istruzione scolastica alla scuola; l’educazione alla televisione; … Questi comportamenti familiari, frutto della società contemporanea, stanno minando il futuro dei nostri ragazzi e di conseguenza della società degli anni venturi. Quanto sopra accennato è già stato evidenziato dai catechisti della nostra Arcidiocesi nel corso dei lavoro del campo scuola svoltosi presso il Seminario Arcivescovile di Agrigento dall’08 al 10 luglio 2010. Si riporta di seguito uno stralcio di quanto emerso: UN’IDEA DI EDUCAZIONE Dai lavori dei Gruppi di studio è emerso che i disordini della società odierna sono il frutto della mancanza di senso, cioè del significato e della direzione che dobbiamo dare alla vita. Significato e direzione in tutte le fasi della vita: dal concepimento fino alla fase terminale. Oggi si parla di sfida educativa perché è in gioco il futuro della nostra società. L’educazione è rivolta a persone ed investe la loro totalità di corpo e anima. Gli educatori hanno il compito di tirare fuori il meglio da ogni persona. Questo tirare fuori il meglio è necessario perché la società odierna e in modo particolare i giovani sono martellati da tanti messaggi, da tanti “educatori”, che non hanno a cuore il bene delle persone, ma il proprio interesse. Viviamo in una società senza anima, purtroppo senza Dio, ma in compenso con molti idoli, ed in questo contesto specialmente i giovani, non avendo radici da cui attingere, né direttive chiare, né testimonianze da parte dei genitori, sono pericolosamente esposti alle mode, alle tentazioni, alle leggi del “branco”.Quindi incapaci di senso critico e irresponsabili. Non sono persone pensanti. C’è chi pensa e decide per loro. E’ necessario che la famiglia, la parrocchia, la scuola e le altre agenzie educative mettano al centro l’uomo nella sua totalità. Bisogna sforzarsi per formare le coscienze e poter costruire una società a misura d’uomo. Anche se questo significa lottare contro sistemi politici e finanziari che hanno interessi diversi da chi cerca di costruire il bene dell’umanità. Chi a qualunque titolo è chiamato ad educare deve aiutare l’altro a: maturare nella sua totalità (anima e corpo); trovare il coraggio di manifestare le proprie idee e i propri sentimenti; comprendere che la persona non và criticata, ma responsabilizzata perché cominci ad imparare ad assumersi le proprie responsabilità. 5 LE AGENZIE EDUCATIVE Comunità cristiana L’emergenza educativa è sentita anche dalla comunità cristiana in quanto oltre all’annunzio del Vangelo le appartiene anche l’educazione umana. Infatti educare alla fede è anche educare la persona. Le comunità cristiane devono quindi recuperare il potenziale educativo e la bellezza di educare. Importante è: fare scoprire ai singoli i “Doni ricevuti” ed insegnare loro a metterli a servizio della comunità. Catechisti ed operatori pastorali che adeguatamente formati siano veri e credibili testimoni; fare sentire amati i ragazzi e chiedere la partecipazione e collaborazione delle famiglie. Fare scoprire ai genitori di essere essenziali nella formazione umana e cristiana dei figli; ringiovanire i gruppi dei catechisti. I ragazzi parlano un linguaggio molto diverso dal nostro; evitare la scolarizzazione degli incontri di catechismo; tentare nuovi itinerari catechistici che coinvolgano le diverse componenti della parrocchia. La famiglia La famiglia di oggi a differenza di quella dei decenni passati non riesce a trasmettere ed a testimoniare i valori veri. Questo perché è diventata una famiglia fragile e priva di radici. La difficoltà di educare da parte della famiglia è da imputare a diversi fattori: ha delegato l’educazione dei propri figli ad altri soggetti (TV – Internet - …); alla confusione dei ruoli: genitore = amico; mancanza di tempo da dedicare ai figli per questioni legate all’attività lavorativa. Importante è: acquisire una formazione umana e cristiana che contribuisca a rendere la famiglia più forte nell’affrontare le difficoltà della vita e l’educazione dei figli. I genitori non sanno tutto quindi devono imparare a collaborare con le altre agenzie educative; prendere coscienza che i figli non sono nostri. Sono delle persone che devono essere accompagnate, guidate, persone che devono fare le proprie esperienze. Ed in questo i genitori devono essere dei saggi accompagnatori; che i genitori riscoprano il proprio ruolo di primi ed insostituibili educatori dei propri figli; che i genitori siano veri e credibili testimoni sia come cittadini che come cristiani. La scuola La scuola è cambiata. Gli istituti sono diventati dei supermercati che cercano di accaparrarsi, attraverso spot pubblicitari, più clienti possibili e molto spesso a discapito dell’educazione e della formazione. I valori umani non sono presenti. E’ diventata un Ente amministrativo non educativo, non ha più il Preside ma il Dirigente. I progetti che propongono servono solamente a produrre carta, ma non vengono vissuti. Si parla ad esempio di mafia, ma non cambia la mentalità. Importante è: fare in modo che la scuola abbia docenti qualificati e che possiedano dei valori veri. Altrimenti non hanno niente da trasmettere; costruire una rete di collaborazione tra la scuola, la famiglia, la parrocchia per potere ripensare le attività educative e formative; 6 che gli insegnanti di religione, anche se oggi si parla di scuola laica, abbiano la capacità ed il coraggio di proporre itinerari ed esperienze, che aiutino la crescita umana e cristiana dei ragazzi e contemporaneamente siamo testimoni veri e credibili di ciò che dicono di credere ed insegnare. Alla luce di quanto sopra considerato abbiamo elaborato la presente proposta di itinerario che si basa sui seguenti punti: A. B. C. D. cosa fare perché i genitori scoprano di essere i primi educatori alla fede perché i genitori devono scoprire di essere i primi educatori alla fede come coinvolgere i genitori itinerario che sono stati approfonditi e schematicamente ne riportiamo le tracce. A - Cosa fare perché i genitori scoprano di essere i primi educatori alla fede L’itinerario di IC di ispirazione catecumenale richiede alla comunità parrocchiale di riscoprire la sua dimensione comunitaria ed ecclesiale e comprendere così che la salvezza dell’uomo non è un fatto privato ma comunitario. Cristiani non si diventa da soli ma inseriti in una comunità e attraverso la stessa comunità. La comunità, in tutti i suoi gruppi, deve essere informata e formata sul cammino dei ragazzi e dei rispettivi genitori. Ma deve sforzarsi per essere una comunità di credibili testimoni per diventare un ambiente che genera alla fede. Una comunità guidata da una mentalità di fede diventa il luogo ideale per trasmettere la fede ai ragazzi e risvegliarla negli adulti. Come detto in precedenza i genitori faticano ad essere credibili testimoni di vita e di fede per i loro figli e pertanto spetta alla comunità farsi carico di accompagnarli perché riscoprano la fede che hanno ricevuto e possano così trasmetterla ai propri figli. Perché questo possa essere sperimentato occorre che la comunità cristiana individui e formi dei catechisti che si occupino dell’accompagnamento dei genitori. Pertanto è necessario cambiare i criteri di scelta dei catechisti, che non possono essere quelli del tappabuchi, o dell’amicizia o altro ancora. E’ importante scegliere persone motivate, che vivono un cammino di fede, che siano credibili e disponibili a seguire un cammino di formazione permanente. La scelta và fatta in sintonia con il CPP che rappresenta le varie realtà che operano in Parrocchia e a questo proposito i Consigli Pastorali devono conoscere e svolgere i compiti propri per cui sono stati previsti. Per la formazione dei catechisti per i genitori si consiglia di seguire la proposta di formazione per i catechisti degli adulti già elaborata dalla nostra èquipe. Prendendo spunto da quanto suggeriscono i Vescovi italiani si propone quanto appresso: Le parrocchie … “devono passare a una cura più diretta delle famiglie, per sostenere la missione (CEI, il volto missionario delle parrocchie, n. 7) per valorizzare il ruolo educativo dei genitori”. 1) attenzionare la famiglia e la pastorale familiare, valorizzando le potenzialità e le risorse delle famiglie 2) proporre un itinerario che accompagni i genitori dalla richiesta del battesimo dei loro figli fino a quando non inizieranno l’itinerario di I.C. 3) proporre un cammino parallelo a quello dei figli evitando che il coinvolgimento sia: a. vissuto come un obbligo (se non partecipi niente sacramento) b. avvilente (scarsa qualità delle proposte) c. esagerato (evitare incontri intensivi che non tengano conto della estraneità tra comunità e famiglie) 7 d. tardivo (iniziare con il primo annuncio) e. formale (interagire con le famiglie evitando le proposte pre-confezionate) 4) aiutare le famiglie ad inserirsi, alla fine dell’itinerario, nei gruppi parrocchiali (catechisti, oratorio, caritas, …) rispettando i carismi ricevuti. B - Perché i genitori devono scoprire di essere i primi educatori alla fede I genitori devono riscoprire di essere i primi ed insostituibili educatori alla fede perché “un mondo se n’è andato”, come scrive fratel Enzo Biemmi nel suo volume: Il secondo annuncio. La grazia di ricominciare. Se n’è andato il mondo in cui i tre grembi naturali che generavano alla fede ed educavano alla morale: la famiglia, la scuola, il paese non esistono più. Tutto è cambiato. Il paese è diventato il villaggio globale, la scuola vive l’emergenza educativa, la famiglia non ha più un modello educativo sicuro, il paese ormai è stato globalizzato. Oggi le famiglie che vivono e trasmettono i valori di fede e morali, ricevuti dai propri gnitori, sono una sparuta minoranza. Ma anche le famiglie definite credenti e praticanti non hanno la capacità di trasmettere la fede perché non sanno come fare o vivono momenti di crisi o la loro è una fede abitudinaria. Pertanto oggi è importante prendere atto che, come scrive Fratel Enzo Biemmi, il mondo da cui veniamo, quello del paese con il campanile al centro, se n’è andato. Siamo ormai nel villaggio globale, multiculturale, secolare e plurireligioso allo stesso tempo, il paese di internet e dei media. Il modello di parrocchia, di iniziazione e di catechesi, che hanno dato prova di efficacia per lunghi secoli , sono in difficoltà. Non è colpa dei catechisti né dei parroci. Non è neppure colpa dei ragazzi o dei loro genitori. Semplicemente, stiamo attraversando un grande cambiamento culturale. La Chiesa, che nel passato ha dato prova di amore per il vangelo e di creatività pastorale, è chiamata a stare in maniera nuova dentro questo mondo e a trovare un nuovo modello di inculturazione del vangelo. E’ un tempo difficile ma favorevole. Può iniziare una bella avventura. Perché questa bella avventura, come scrive Fratel Enzo Biemmi, inizi e abbia un lieto fine è necessario che tutti coloro, che a vario titolo, operano nelle comunità parrocchiali esaminino con sincerità di cuore le motivazioni che sono alla base del loro impegno ministeriale nella comunità. Diverse motivazioni ci spiegano perché la famiglia è importantissima nell’educazione dei figli e non solo: 1) Motivazione pedagogica a. la fede si comunica attraverso i rapporti umani e la famiglia è l’ambiente ideale per una vera crescita spirituale e umana b. i ragazzi che vivono in una famiglia non credente sono più difficili da educare alla fede in quanto quello che viene proposto viene vanificato dalla famiglia stessa. In questo caso sarebbe opportuno che i ragazzi siano accompagnati da qualche parente o da qualche persona della comunità che si prenda l’impegno di portare avanti la loro crescita spirituale 2) Esperienza biblica a. la casa è il luogo dove si annuncia il Vangelo (Atti). San Paolo ci scrive che le prime comunità cristiane si riunivano nelle case b. Sant’Agostino insegna ai genitori: "Voi padri siete i vescovi della famiglia. Comportatevi nella vostra casa come nostri vicari. Ciascuno di voi, capi famiglia, si consideri investito per così dire di una missione episcopale per ciò che riguarda la fede dei suoi cari" c. Giovanni Crisostomo raccomanda a ogni padre: "Insegna a tuo figlio a cantare i salmi, pieni di tanta saggezza di vita". "Tornati nelle nostre case prepariamo due 8 d. e. f. g. h. tavole: una per il cibo del corpo, l'altra per il cibo della Sacra Scrittura. Il marito ripeta quello che è stato detto nella Santa Assemblea, la moglie si istruisca e i figli l'ascoltino. Ognuno di voi faccia della sua casa una chiesa. Non siete forse responsabili della salvezza dei vostri figli?". E facendosi ancora più severo, aggiunge: "Come non provocare lo sdegno divino quando voi avete tempo per tutto il resto e non trovate un istante per occuparvi delle cose di Dio con i vostri figli!" nel medio evo l’istruzione religiosa era di competenza delle famiglie e dei padrini nell’era moderna, con il sorgere dell’umanesimo, si chiede ai genitori di battezzare i figli appena nati. E con il Concilio di Trento (1545-1563) vengono istituite le scuole di dottrina cristiana che di fatto sostituiscono le famiglie nell’educazione religiosa il catechismo di San Pio X, quando nel ‘900 viene escluso dalle scuole l’insegnamento della religione, si rivolge ai genitori perché facciano imparare i principi della fede ai propri figli il Concilio Vaticano II, attraverso una serie di documenti, si rivolge alla famiglia definendola “Chiesa domestica” ed ai genitori definendoli primi educatori dei loro figli il Magistero post-conciliare, attraverso molti documenti, esortazioni e note pastorali, insiste sull’importanza della famiglia e che questa scopra l’importanza di riappropriarsi dell’educazione dei figli 3) Motivazioni teologiche a. l’amore che unisce i coniugi sono immagine dell’amore che vige in seno alla SS. Trinità e che Dio ha per l’umanità b. l’amore dei coniugi è immagine dell’amore di Cristo per la sua Chiesa c. i coniugi che fondano la loro famiglia sul sacramento del matrimonio realizzano una “piccola chiesa domestica” d. la vita familiare, vissuta secondo il Vangelo di Gesù Cristo, è la testimonianza dell’amore di Dio per l’umanità e la sua Chiesa C - Come coinvolgere i genitori Nel progetto di rinnovamento della chiesa e, conseguentemente, di una pastorale da riordinare e da riequilibrare è importante tenere presente <<l’assoluta precedenza della catechesi e della formazione cristiana degli adulti e, all’interno di essa del coinvolgimento delle famiglie nella catechesi dei piccoli>>, così come è suggerito nella presentazione del testo <<Incontriamo Gesù>> (CEI – Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia, 2014). La chiesa ha ricevuto da Cristo il compito di fare incontrare ogni persona con Cristo. Esiste per evangelizzare. E’ quindi, assolutamente necessario fare una premessa. Ogni progetto di evangelizzazione, annuncio, catechesi non può non prescindere da una comunità che ha consapevolezza della missione profetica, sacerdotale e regale ricevuta con il Battesimo e che quindi è capace di mostrare come gradualmente la vita è trasformata dall’incontro con Cristo. Purtroppo il senso di comunità profetica in cui ogni credente è responsabile della Parola di Dio, l’accoglie, l’annuncia, sembra oggi disgregarsi, anche se neppure nel passato è stata percepita da molti. E’ urgente, dunque, fare sorgere e formare adeguatamente comunità cristiane disponibili, accoglienti, unite che sappiano trasmettere la fede e siano in grado di esprimere la loro ministerialità nella scelta di catechisti consapevoli che il loro servizio risponde ad una chiamata di Dio. “Non è pensabile una buona catechesi senza la partecipazione dell’intera comunità cristiana” (Incontriamo Gesù, 28). 9 L’esempio di una comunità che si apre all’altro, vivendo pienamente la dimensione caritativa, è fondamentale nei confronti di coloro che sentono il bisogno di scoprire e riscoprire la fede, magari in occasione di qualche avvenimento particolare della loro vita, come può essere il matrimonio, il battesimo o il completamento dell’iniziazione cristiana dei figli. E’ la testimonianza che apre il cuore al desiderio di cambiare, alla speranza di una vita nuova in Cristo. E’ necessario recuperare, come comunità nel suo insieme, e come catechisti inseriti nella comunità, il nostro essere chiesa che, superando ogni forma di individualismo, esce dalla parrocchia per andare nelle <<periferie>> a cercare l’uomo e annunciargli il Vangelo. Nel coinvolgimento dei genitori lo slancio missionario è essenziale. E’ necessario che i catechisti, lavorando in equipé, avvicinino i genitori là dove essi vivono e instaurino un dialogo, stabilendo un rapporto di amicizia, fiducia, accompagnamento. E’ solo attraverso una relazione autentica che si può intercettare il senso di Dio che c’è in ogni uomo e il bisogno di percorrere un cammino di fede, partendo dalla situazione concreta in cui ogni persona si trova. Attraverso l’ascolto e il dialogo si possono aiutare i genitori a scoprire ciò che sono diventati, grazie al sacramento del matrimonio: “segno dell’amore di Dio che si prende cura di ogni suo figlio”. I genitori, qualunque situazione vivono, sono sempre, come si è già detto, i primi educatori nella fede. Quindi vanno valorizzati i valori umani che ogni famiglia ha: amore, pazienza, generosità, ospitalità e così ogni sforzo educativo in senso cristiano compiuto dai genitori. Con pazienza, grande sensibilità vanno coinvolti in un cammino che li aiuti gradualmente ad essere genitori cristiani che fanno risaltare la Parola di Dio e la preghiera nella vita familiare di ogni giorno. L’amore dei genitori per i figli, il bene della fede che desiderano per loro sono l’ambito naturale per coinvolgerli in una proposta di riscoperta della fede e della vita cristiana. Per coinvolgere i genitori e accompagnarli, è necessario che i catechisti abbiano una buona preparazione a livello biblico ed ecclesiale e anche qualche competenza pedagogica e psicologica, oltre alla capacità di sapere entrare in empatia con le persone. Parlare con gli adulti non è lo stesso che, parlare con i bambini. Il linguaggio deve essere adulto, propositivo. La cura delle motivazioni è un criterio molto importante. L’adulto ha la sua maturità, le sue esperienze positive e negative, a volte anche in ambito ecclesiale, ha bisogno, dunque, di sentirsi protagonista del percorso e capirne l’utilità. E’ importante dunque che gli itinerari e tutte le iniziative siano seri, chiari, ben preparati, creativi. Non possono essere sporadici, ma devono avere carattere di continuità e organicità. E’ necessario inoltre venire incontro, nei limiti del possibile, alle esigenze delle famiglie, curare il luogo e gli orari degli incontri. La comunicazione della fede è strettamente legata alla vita liturgica e alle esperienze di carità. Deve tradursi nella partecipazione attiva nel servizio di chi ha maggiormente bisogno, in collaborazione, anche, con gli altri gruppi parrocchiali. Le famiglie devono conoscere gli itinerari di iniziazione cristiana dei figli e devono essere aiutati a partecipare alle esperienze che i figli stanno vivendo. In una comunità che diventa sempre più accogliente, le famiglie troveranno un punto di riferimento e di autentica condivisione. La stima reciproca, la forte motivazione umana e cristiana diventano un forte stimolo nella crescita della fede e nella riscoperta del “Vangelo, del matrimonio e della famiglia”. Il coinvolgimento dei genitori deve avvenire anche quando non partecipano agli incontri. Sappiamo che, in un contesto sociale, economico e religioso particolarmente difficile, molte famiglie hanno grandi fragilità: problemi di lavoro e disoccupazione, coppie disunite o non sposate, che si sentono in situazione “irregolare” di fronte alla chiesa. Di fronte a queste situazioni non dobbiamo mai giudicare, ma continuare ad amare e a mantenere le relazioni, attraverso qualche telefonata, visite a casa, inviti alle feste in oratorio. Come chiesa continueremo, in questo modo, a portare avanti il nostro ministero. 10 Quattro piste a titolo esemplificativo: 1) aiutandoli a scoprire ciò che sono diventati Dio ribadisce il suo progetto di amore che ha preparato e realizzato per tutti gli uomini attraverso il figlio Gesù Cristo: stringere con loro un’alleanza definitiva di amicizia e di comunione. I genitori devono essere aiutati a comprendere che Dio chiama gli sposi a far parte di questo progetto attraverso il dono totale e reciproco della loro vita. Dona loro la sua grazia e la sua benedizione, che accompagna i coniugi per tutta la vita, nei momenti di gioia come nei momenti di difficoltà, perché possano diventare immagine viva, in mezzo agli uomini, del suo amore. Infatti, se Dio è amore, come dice San Giovanni (1Gv 4,8), allora la coppia cristiana, scegliendo di sposarsi in chiesa, con il sacramento del matrimonio, è chiamata a testimoniare nella Chiesa e nel mondo l’amore fedele, gioioso, fecondo, misericordioso e duraturo di Dio. Gesù Cristo è il loro modello: Egli ha donato la sua vita per la salvezza degli uomini. E’ necessario fare riflettere gli sposi che sono chiamati a diventare famiglia. Ogni famiglia cristiana viene definita dal Concilio Vaticano II: “una piccola chiesa domestica”, una comunità, cioè, aperta all’ospitalità, all’accoglienza della vita, alla educazione cristiana dei figli, alla condivisione, che si trova unita nei momenti più importanti della giornata e dnella preghiera. 2) fare risaltare la Parola di Dio nella vita familiare di ogni giorno All’iniziativa di Dio che viene incontro all’umanità per donarle il suo amore e la sua salvezza, gli sposi, piccola chiesa domestica, rispondono con una vita corrispondente al Vangelo e con la preghiera. La preghiera scaturisce da un cuore innamorato che desidera corrispondere all’amore ricevuto. La preghiera degli sposi si unisce a quella di tutti i cristiani sparsi sulla terra e Gesù si rende presente in essi, secondo le parole del Vangelo: <<dove sue o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro>>. 3) farli partecipare alle esperienze dei figli I genitori hanno il dovere di educare i figli, curandoli e formandoli cristianamente con la parola e con l’esempio, rendendosi disponibili attraverso il dialogo quotidiano, con rispetto e con calma, entrando con garbo e delicatezza nel loro vissuto, considerandoli come un grande dono di Dio. 4) farli impegnare in opere di carità e servizio La famiglia cristiana si caratterizza per una vocazione e missione particolare che il Concilio Vaticano II sintetizza con queste parole: “essere “Chiesa domestica” o “santuario domestico della Chiesa”. Una comunità, cioè, caratterizzata dall’amore fraterno e dal rispetto reciproco, aperta all’ospitalità, all’accoglienza della vita, all’educazione cristiana dei figli, alla condivisione alla carità, che sente il bisogno di condividere con gli altri, e in modo particolare con le persone che sono nel bisogno e nella solitudine, il loro amore. Si possono chiamare “famiglie aperte”, cioè famiglie che nella parrocchia si rendono disponibili ad aprire la porta del loro cuore e della loro casa ai bisogni del prossimo. 11 D – Caratteristiche dell’itinerario L’itinerario proposto per i genitori segue lo stesso schema di quello dei ragazzi per quanto attiene la durata, gli argomenti, le esperienze. Ovviamente nello svolgimento degli incontri sarà tenuto presente che i genitori, a differenza dei figli, sono adulti che hanno fatto le loro esperienze, hanno le loro certezze, hanno un diverso modo di relazionarsi. Nell’itinerario di IC dei ragazzi un ruolo importantissimo lo riveste la famiglia. Qualsiasi situazione vive la famiglia bisogna sforzarsi di coinvolgerla nell’itinerario perché, in un contesto di scristianizzazione come quello che stiamo vivendo, è importante costruire attorno ai ragazzi un ambiente che abbia come stile di vita quello cristiano. La comunità parrocchiale non può e non deve essere la prima responsabile dell’educazione, cristiana e sociale, dei ragazzi, questo compito spetta alla famiglia e di questo si deve riappropriare. La prospettiva cambia. La catechesi non deve essere un impegno della sola comunità parrocchiale attraverso i propri operatori pastorali, ma deve essere un’attività che coinvolge e rende protagonisti gli stessi genitori. Questo itinerario parallelo si prefigge come obiettivi di: ― accompagnare i genitori a diventare cristiani e testimoni credibili di ciò che dicono di credere ― fare acquisire ai genitori uno stile di vita che metta al centro la persona e non le cose ― far si che nelle famiglie si instaurino relazioni interpersonali fondati sul rispetto dell’altro sia esso familiare e non ― far si che i genitori diventino insegnanti di “vita”, attraverso la conversazione con i figli, per aiutarli a scoprire la vita del mondo e relazionarla alla fede I genitori raggiungendo gli obiettivi che l’itinerario si prefigge diventano, per i figli e per gli altri, veri e credibili testimoni in quanto saranno bravi cittadini ma soprattutto bravi cristiani. E’ importantissima la stretta collaborazione tra i catechisti dei ragazzi e i catechisti dei genitori. Ciò permetterà di armonizzare le tematiche trattate e consentirà ai catechisti di conoscere il vissuto familiare. Per eventualmente personalizzare i cammini. E – Attività didattica Gli incontri saranno sviluppati con la metodologia del “laboratorio” e prevederanno i seguenti momenti: Accoglienza Momento di preghiera I - Fase espressiva o Tenendo presente il tema dell’incontro il catechista invita i genitori a esprimere ciò che sentono II - Fase informativa o Il catechista approfondisce il tema servendosi degli strumenti che ritiene utili III - Fase riespressiva o Il catechista coordinerà la condivisione emersa dal confronto generato dalla prima e seconda fase. F – Tappe dell’itinerario L’itinerario prevede le seguenti tappe: 1) Primo Annuncio 12 Obiettivo: aiutare i genitori a comprendere cosa significa diventare cristiani e scoprire il volto di Dio scoprendo o riscoprendo Gesù facendolo diventare il Signore della famiglia. Suscitare la disponibilità dei genitori ad accompagnare i propri figli nel cammino di fede. Contenuti: Attraverso la Sacra Scrittura e gli strumenti che il Magistero della Chiesa ci mette a disposizione, i genitori scopriranno Gesù nella loro vita personale e familiare, l’identità della famiglia e la sua testimonianza, l’appartenenza alla Chiesa e come vivere nella propria comunità parrocchiale. 2) Prima Tappa Obiettivo: aiutare i genitori ad entrare nella storia della salvezza come protagonisti. Professare la fede in Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo. Atteggiamenti di fiducia, amore e obbedienza al Padre. Contenuti: Attraverso la Sacra Scrittura e gli strumenti che il Magistero della Chiesa ci mette a disposizione, i genitori ripercorreranno la storia della salvezza che li condurrà abbandonarsi nelle mani di Dio. 3) Seconda Tappa Obiettivo: aiutare i genitori a scoprire l’amore del Padre, manifestato in Gesù. Vivere l’amore a Dio con la Preghiera. Imparare a celebrare feste e Sacramenti cristiani. Contenuti: Attraverso la Sacra Scrittura e gli strumenti che il Magistero della Chiesa ci mette a disposizione, i genitori scopriranno Dio attraverso Gesù e impareranno a dialogare con Dio e a comprendere l’esatto significato delle feste cristiane e dei Sacramenti. 4) Terza Tappa Obiettivo: aiutare i genitori a convertirsi, prendendo il Vangelo come annuncio e regola di vita nuova. Impegno a seguire Gesù e vivere come Lui. Vivere da cristiani. Vivere l’amore cristiano ogni giorno verso tutti. Contenuti: Attraverso la Sacra Scrittura e gli strumenti che il Magistero della Chiesa ci mette a disposizione, i genitori impareranno a conformare la propria vita a quella di Gesù. 5) Ultima Quaresima Obiettivo: aiutare i genitori a prepararsi ad accogliere il dono di Dio nei Sacramenti. Prepararsi con la Preghiera e il silenzio. Ascesi e rinuncia. Contenuti: Attraverso la Sacra Scrittura e gli strumenti che il Magistero della Chiesa ci mette a disposizione, i genitori conosceranno i testi biblici della Veglia Pasquale e si prepareranno a celebrare la Pasqua attraverso: la preghiera, il digiuno, il silenzio. 6) Mistagogia Obiettivo: aiutare i genitori a partecipare abitualmente ai Sacramenti. Conformare la propria vita al Vangelo. 13 Testimoniare la fede in qualunque momento della vita quotidiana. Aiutare i genitori ad inserirsi nelle attività parrocchiali. Contenuti: Attraverso la Sacra Scrittura e gli strumenti che il Magistero della Chiesa ci mette a disposizione, i genitori comprenderanno il significato dei Sacramenti che hanno ricevuto i loro figli e cosa significa per loro vivere una vita in relazione con i Sacramenti Primo Annuncio Incontri e contenuti 1° incontro Presentazione dell’itinerario di IC che seguiranno i ragazzi – discussione 2° incontro Presentazione dell’itinerario per i genitori – discussione 3° incontro Durante la celebrazione Eucaristica domenicale presentazione e accoglienza dei ragazzi e dei genitori che iniziano l’itinerario. Ai ragazzi saranno consegnati i Vangeli i genitori faranno memoria del Battesimo (trovare la formula più adatta) 4° incontro Riscopriamo il senso della famiglia: prima ed indispensabile comunità educante Quali difficoltà incontrano i genitori nella società di oggi? Analisi della situazione attuale familiare, sociale, religiosa e la necessità del cambiamento. 5° incontro Famiglia e Chiesa Impegno della Chiesa nel sostenere i genitori nel ruolo di educatori alla fede, alla trasmissione dei valori alla vita sociale. Collaborazione con altre agenzie educative per affrontare i temi della crescita fisica, affettiva, relazionale e sociale, tenendo presente che lo sviluppo umano e spirituale non appartengono ad ambiti separati. Gesù ci comunica una bella notizia Gesù va nella Galilea per predicare la bella notizia Gesù chiama: Seguitemi Gesù guarì molti e tutti stavano attorno a lui Tutti ti cercano! Lasciate che i bambini vengano a Me Gesù viene per incontrarsi con noi Un bambino è nato per noi” Colui che nascerà lo chiamerai Gesù Maria diede alla luce suo figlio Gesù Andiamo a Betlemme e vediamo Devo occuparmi delle cose del Padre mio 14 (Mc 1, 9-15) (Mc 1, 16-20) (Mc 1, 21-34) (Mc 1,35-39) (Mc 10,13-16) (Is 9,1-2.5-6) (Lc 1,26-38) (Lc2,1-17) (Lc2,8-14) (Lc 2,41-50) Gesù ci invita a seguirlo Chiamò a sé quelli che volle ed essi andarono con lui Perché siete paurosi? Non avete ancora fede? Il cieco, guarito, prese a seguirlo La fanciulla si alzò … e furono presi da grande stupore E voi chi dite io sia? Gesù muore e risorge per noi Questo è il mio sangue versato per voi Lo consegno loro perché fosse crocifisso Veramente quest’uomo era figlio di Dio! Gesù di Nazareth è risorto, non è qui Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo Gesù ci dona il suo Spirito Ed essi furono pieni di Spirito Santo Gesù è risorto, Gesù è il Signore! Che cosa dobbiamo fare fratelli? Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme incontro Avvento - Preghiera comunitaria incontro Convivenza (ragazzi-genitori-comunità) incontro Quaresima - Preghiera comunitaria incontro Verifica incontro Consegna della Bibbia incontro Convivenza (ragazzi-genitori-comunità) 15 (Mc 3,13-19) (Mc 4, 35-41) (Mc 10,46-52) (Mc 5,21-24.35-43) (Mc 8,27-33) (Mc 14,12-26) (Mc 15,1-15) (Mc 15,29-39) (Mc 16,1-8) (Mc, 16,14-20) (At 2,1-13) (At 2,14.22-24.32-33.36) (At 2,3-41) (At 2,42-48) Prima Tappa Incontri e contenuti Dio si mette in contatto con noi Quale progetto ha il Padre su di noi (Dt. 4,32-40) Gli inizi del mondo e della storia (Gn 2,4b-24;9,8-17) La promessa di Dio ad Abramo (Gn 17,1-8;18,1-5) Mosè, l’uomo che parlò con Dio e attraversò il mare (Es 3,1-20) Davide, il re prediletto (1Sam 16,10-13; 2Sam 7,4-17) Ricordiamo ciò che Dio il Padre ha fatto per noi (Dt. 26,1-11) Dio s’è fatto uno di noi Isaia annuncia Gesù, «il Dio con noi» Gesù ripercorre la strada d’Israele Il Figlio di Dio viene ad abitare in mezzo a noi Oggi si realizza il disegno del Padre Dio sceglie anche noi per la salvezza Una storia di peccato e di salvezza Noi spesso rifiutiamo Dio Natan punta il dito contro il re Geremia e il cuore nuovo Lo Spirito vi radunerà da ogni parte Gesù salva ogni uomo (Is 7.11.25,-40) (Mt 1,18-25; 2,13-23) (Gv. 1,1-18) (Lc 4,14-22) (Ef 1,3-14) (Gn 3,1-13) (2 Sam 12,1-23) (Ger 1,5-9; 7,1-15; 31,31-33) (Ez 36,23-31) (Lc 4,31-44) Gesù porta a compimento le intenzioni di Dio Crediamo in un Dio crocifisso Gesù è vivo con noi In Gesù si realizza il progetto di Dio Lo Spirito di Gesù inizia una nuova storia Noi viviamo la nostra storia con Dio, il Padre (Lc 23,35-46) (Lc 24,1-12) ( At 3,11-26) (Lc 24,36-53) Con il Battesimo entriamo nella storia di Dio (At 8;26-40) Con il dono dello Spirito Santo viviamo con Gesù (At 1,3-14) Come Stefano e Paolo anche noi testimoniamo Gesù (At 7,55-60; 13,1-4.14-17.23-33) Entriamo nella Chiesa per vivere con Cristo (Ap 7,9-17) incontro Avvento - Preghiera comunitaria incontro Convivenza (ragazzi-genitori-comunità) incontro Quaresima - Preghiera comunitaria incontro Verifica incontro Consegna del «Credo apostolico» incontro Convivenza (ragazzi-genitori-comunità) 16 Seconda Tappa Incontri e contenuti Dio ci ama come un Padre Gesù annuncia l’amore del Padre Gesù manifesta l’amore del Padre Nel Battesimo il Padre ci accoglie in casa come figli Chiamati a vivere nell’amore del Padre Alle sorgenti dell’Amore Dio condivide la sua vita con noi Natale: Dio condivide la sua vita con noi Con i pastori ci rallegriamo perché Dio ci ama L’Amore del Padre: Gesù e noi Gesù dona il buon vino della nuova alleanza Eucaristia è sempre Natale (Lc 15,1-3.11-32) (Gv 13,1-15) (Gv 3,1-18) (1 Gv 4,7-21) (Gn 18,1-8) (Lc 1,39-50) (Lc 2,1-20) (Fil 2,5-11; 1 Gv 1,1-4) (Gv 2,1-12) (Gv 6,48-58) Celebriamo l’amore donato da Dio Gesù sulla nostra strada: le feste cristiane (Lc 18,35-43) I sacramenti segni dell’amore di Dio per noi (Lc 17,11-21) La fede apre il cuore all’incontro con il padre (Lc 7,1-17) Celebrare con sincerità e amore (Is 1,11-17; Sal 100 (99)) La Confermazione, olio che fa brillare il volto (Dt 7,7-9; 1 Re 17,8-16; Lc 4,16-27) Pasqua, l’amore più grande La cena pasquale, comunione tra noi e il Padre Nella cena Gesù offre se stesso per amore Sulla croce Gesù manifesta il suo amore La domenica, giorno del Signore Egli è sempre con noi e continua a salvarci La preghiera, dialogo con Dio Esprimiamo l’amore a Dio pregando sempre Anche Dio ci parla nella preghiera La preghiera comunitaria nella liturgia Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Es 12) (Gv 10,1-18; Sal 23) (Gv 18,1-19,42) (Gv 20,19-29) (Mt 28,16-20; Sal 83) (6,7-13; Lc 11,2-4) (Lc 11,5-12) (Sal 27) (Ef 1,15-2,22) incontro Avvento - Preghiera comunitaria incontro Convivenza (ragazzi-genitori-comunità) incontro Quaresima - Preghiera comunitaria incontro Verifica incontro Celebrazione conclusiva con la consegna del Padre Nostro incontro Convivenza (ragazzi-genitori-comunità) 17 Terza Tappa Incontri e contenuti Se vuoi vieni e seguimi «Va e fa anche tu così» Beati voi perché vedrete Dio, il Padre Siate perfetti come il Padre vostro celeste Vieni e seguimi Una sola è la cosa di cui c’è bisogno … Amatevi come io ho amato voi Ascolta, il Signore ti parla faccia a faccia Va prima a riconciliarti con tuo fratello Non preoccupatevi per il cibo e il vestito Un povero stava alla sua porta Colui che fa la volontà del Padre diventa mio discepolo Riceverete forza dallo Spirito Santo Ognuno si converta dalla sua condotta malvagia Suo Padre lo vide e gli corse incontro Guidati dallo Spirito, viviamo come figli di Dio Signore salvami! Trasfigurati con Cristo Il Signore, tuo Dio, adorerai e a Lui solo renderai culto A che serve guadagnare il mondo se poi perdi te stesso? Signore, è bello per noi stare con Te La vita nuova frutto della Pasqua Chi berrà la mia acqua non avrà più sete Io sono la luce del mondo Io sono la risurrezione e la vita incontro Avvento - Preghiera comunitaria incontro Convivenza (ragazzi-genitori-comunità) incontro Quaresima - Preghiera comunitaria incontro Verifica incontro Convivenza (ragazzi-genitori-comunità) 18 (Lc 10,25-37) (Mt 5,1-12) (Mt 5,38-48) (Lc 18,18-30) (Lc 10,38-42) (Dt 5,1-22) (Mt 5,20-26) (Mt 6,25-34) (Lc 16,19-31) (Mt 7,21-29) (Giona 3,1-10) (Lc 15,11-32) (Rm 8,1-4.9-11.14-17) (Mt 14,22-33) (Mt 4,1-11) (Mt 16,21-28) (Mt 17,1-8) (Gv 4,5-30.39-42) (Gv 9,1.3.5-17.26-38) (Gv 11,1-5.17-44) Ultima Quaresima Incontri e contenuti Trasfigurati con Cristo Il Signore, tuo Dio adorerai e a Lui solo renderai culto A che serve guadagnare il mondo se poi perdi te stesso? Signore, è bello per noi stare con te La vita nuova frutto della Pasqua Chi berrà della mia acqua non avrà più sete Io sono la luce del mondo Io sono la risurrezione e la vita incontro Avvento - Preghiera comunitaria incontro Convivenza (ragazzi-genitori-comunità) incontro Quaresima - Preghiera comunitaria incontro Verifica incontro Convivenza (ragazzi-genitori-comunità) 19 (Mt 4,1-11) (Mt 16,21-28) (Mt 17,1-8) (Gv 4,5-30.39-42) (Gv 9,1.3.5-17.26-38) (Gv 11,1-5.17-44) Mistagogia Incontri e contenuti La domenica, il Giorno del Signore Perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nello spezzare il pane (At 2,41-48) Con la forza di quel cibo camminò fino al monte di Dio (1 Re 19,4-13) Venite e mangiate (Gv 21,1-14) Fate questo in memoria di me! (1 Cor 11,20-29) «Coraggio ti sono perdonati i tuoi peccati»: la Riconciliazione Simone, figlio di Giovanni, tu mi ami? (Gv 18,17.25-27; 21,15-19) Lasciatevi riconciliare con Dio (2 Cor 5,14-21) Ti ho condonato tutto quel debito perché mi hai pregato (Mt 18,23-35) Il Padre non vuole che si perda nessuno (Mt 18,12-18) Coraggio, ti sono perdonati i tuoi peccati (Mt 9,1-13) Non abbiate paura – La Vita nuova Grazie al Padre, noi siamo in Cristo Gesù Non abbiate paura di nessuno Rimanete nel mio amore Beato chi mette in pratica la mia Parola «Andate e predicate il Vangelo» : il compito missionario Andate e fate discepoli Di me sarete testimoni fino ai confini della terra Andate anche voi nella vigna Verrà il Consolatore che io vi manderò (1 Cor 1,18-31) (Mt 10,26-33) (Gv 15,1-11) (Lc 10,17-24; 11,27-28) (Mt 28,16-20) (At 1,3-11) (Mt 20,1-16) (Gv 15,18-27) «Voi siete il corpo di Cristo» : Noi siamo Chiesa Voi siete corpo di Cristo e sue membra (1 Cor 12,12-27) Nella comunità cristiana vi sono molti doni diversi (1 Cor 12,4-11) Ravviva il dono di Dio che è in te mediante l’imposizione delle mani (2 Tm 1,6-14; 4,1-5) Un solo corpo e un solo Spirito (Ef 4,1-7.11-16) Il nostro posto nella parrocchia Tutto io faccio per il Vangelo Và avanti e raggiungi quel carro Cercate sette tra voi a cui affideremo l’incarico La fede senza le opere muore 20 (1 Cor 9,16-23) (At 8,26-40) (At 6,1-7) (Gc 2,14-26) G – Incontro tipo Presentazione di un incontro di catechesi Per ogni incontro viene preparata una scheda che sintetizza, nelle linee generali, l’argomento che verrà approfondito. Come detto in precedenza l’incontro sarà animato seguendo lo stile “laboratoriale”. Momenti che non devono assolutamente mancare: Accoglienza o Saluti, sistemazione, preparazione dell’angolo della Parola, intronizzazione della Parola. Dopo i primi incontri e bene coinvolgere nella cura dell’ambiente, dove si svolgono gli incontri, i genitori partecipanti. Ciò permette di rinnovare e approfondire di volta in volta il senso dell’amicizia e della fraternità. Preghiera o L’incontro deve iniziare sempre con un canto e la preghiera allo Spirito Santo Introduzione o Brevissima introduzione del catechista sul tema dell’incontro Brano Biblico o Ascolto della Parola di Dio (brano biblico previsto per l’incontro) Invito alla partecipazione (fase espressiva - proiezione) o I partecipanti, in un tempo limitato, esprimono, individualmente o divisi in piccoli gruppi, le loro impressioni sul brano biblico ascoltato, con particolare attenzione ai personaggi, alle parole che li hanno maggiormente colpiti, ai dubbi, alle resistenze, alle esperienze umane, collegandole al tema dell’incontro. o L’accompagnatore, in questa fase si limita a trascrivere su un cartellone tutti gli elementi emersi. Approfondimento (spiegazione del brano e spunti di attualizzazione - analisi) o Partendo da quanto emerso nella fase espressiva, l’accompagnatore, spiega con linguaggio semplice il brano, fornisce qualche informazione sul contesto storico, fa emergere il messaggio di fondo e suggerisce spunti di attualizzazione. Riappropriazione e condivisione o Alla luce dell’approfondimento ogni componente del gruppo medita su ciò che ha ascoltato e confronta le impressioni con quanto emerso nella prima fase, quindi le riesprime condividendole con gli altri partecipanti. o Il gruppo fa proprio e interiorizza ciò che ha ascoltato. Questa fase viene svolta attraverso domande specifiche, confrontando le percezioni della fase espressiva con quanto emerso nella fase riespressiva. Questo procedimento, nel tempo, farà acquisire ai partecipanti la capacità di leggere la Parola di Dio, di iniziare un cammino di trasformazione della persona, di acquisire il desiderio di vivere nella vita quotidiana il messaggio suscitato dalla Parola. Impegno o Attività o impegno personale da realizzare in sintonia con la Parola Preghiera o L’incontro termine sempre con un canto e la preghiera di ringraziamento. Materiale: Diapositive per ogni incontro (comuni per tutti i gruppi) Cartelloni 21 … quanto si pensi che possa servire (creatività) L’ incontro sarà preparato dal catechista di ogni gruppo: no - schede comuni si - traccia comune 22 H – Esempio di incontro Accoglienza Saluti Sistemazione in cerchio Al centro un cero, fiori, leggio per accogliere la Parola Accensione del cero e intronizzazione della Parola. Preghiera Introduzione Il catechista, con pochissime parole, introduce il brano Ascoltiamo la Parola Matteo 25,31-46 «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?" E il re risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me". Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste". Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?" Allora risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me". Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna». Invito alla partecipazione (proiezione) Il gruppo sottolinea ciò che ha attirato la sua attenzione: personaggi, parole, fatti, … Spiegazione del brano e spunti di attualizzazione (analisi) Il catechista spiega e attualizza il brano Riflessione personale Silenzio. Ogni componente il gruppo medita su ciò che ha ascoltato Domande per il gruppo Con l’aiuto del catechista la persona, attraverso domande, attività pratiche, esperienze di vita, …, interpreta correttamente e più profondamente il brano. Ridice la fede, rendendosi conto del cambiamento operato dalla Parola in cui trova degli orientamenti precisi per l’agire cristiano. Impegno Attività da realizzare e vivere in sintonia con il brano Preghiera 23 CONCLUSIONE Questo progetto è una proposta di itinerario parallelo per i genitori dei ragazzi che cominciano l’itinerario di Iniziazione Cristiana di tipo catecumenale. Pertanto: l’itinerario, nei suoi contenuti, può e deve essere adattato alle differenti situazioni delle comunità parrocchiali e personali di ogni singola famiglia del gruppo dei genitori i tempi di svolgimento degli incontri possono cambiare, a seconda delle situazioni di gruppo perché possa avere qualche possibilità di riuscita sono necessari accoglienza, ascolto, linguaggio adatto alle persone con cui ci relaziona è necessario un cambiamento di mentalità che faccia riscoprire l’entusiasmo missionario della comunità cristiana. il catechista, superando gli schemi classici, deve “abitare il territorio” e proiettarsi verso l’esterno per portare l’annuncio di Cristo. i brani proposti e le attività didattiche possono essere opportunamente cambiati e ripensati in virtù del vissuto personale e delle esigenze del gruppo di genitori. Attenzione. L’importante è non snaturare il progetto. Vanno bene i cambiamenti a condizione che non venga stravolto il progetto nella sua struttura portante. 24