Esempi di Immanenza e Trascendenza di Dio

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Esempi di Immanenza e Trascendenza di Dio
Scritto da Silvio
Lunedì 19 Marzo 2012 11:33 - Ultimo aggiornamento Sabato 08 Dicembre 2012 15:01
Ecco alcuni esempi
Esempio n. 1
Abbiamo i nostri due occhi, ciascuno dei quali, singolarmente, forma una immagine che non
solo è leggermente diversa (nella prospettiva) rispetto all'altra (tanto da non poter essere
perfettamente sovrapponibili e coincidenti), ma entrambe sono bidimensionali; se il cervello si
limitasse a fare la semplice sommatoria delle due immagini, avremmo una visione oltre che
confusa, anche priva di profondità (e questo ognuno può verificarlo personalmente).
Paragoniamo queste singole immagini al mondo del relativo, alla molteplicità, alla separatività;
mentre la loro semplice sommatoria, o sovrapposizione, la paragoniamo al Cosmo nel suo
insieme, come se fosse una foto-cosmica contenente tutta la diversità e le caratteristiche del
Cosmo stesso.
Ma arriviamo alla trascendenza, che in questo caso vuol proprio dire: ottenere qualcosa "di più"
e "di meglio" rispetto alla semplice somma delle parti; grazie al cervello che fonde le due
immagini, otteniamo così un' UNICA immagine non solo nitida, ma anche tridimensionale (3D),
quindi col senso della distanza/profondità che mancava nelle immagini singole prima della
fusione.
Detto questo, possiamo affermare di conseguenza che:
nell' UNICA immagine finale 3D, le singole 2 immagini bidimensionali non sono più
oggettivamente distinguibili tra loro, nè sono distinguibili o visibili i loro precedenti attributi
"relativi" (bidimensionalità., prospettive diverse, separatività); quindi, è come se fossero
scomparse o non esistessero più. Ma in realtà non sono scomparse, perché la nostra unica
immagine 3D E' FORMATA, E' OTTENUTA, solo e soltanto grazie alla fusione di quelle 2
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immagini singole (che, dopo tale fusione, ESISTONO ancora, MA IN MODO DIVERSO DA
PRIMA), risultando quindi INDISPENSABILI per il "trascendente" risultato finale; perciò,
possiamo concludere che senza quelle due iniziali non ci sarebbe e non potrebbe nemmeno
esistere l'unica immagine finale, così com'è. Sostituiamo l'immagine finale 3D con l'Assoluto, e
si arriva così ad intuire (seppur vagamente) cos'è e cosa comporta la Trascendenza:
1) Un Assoluto che è MOLTO di più della semplice somma del Tutto (il relativo) e delle sue
parti.
2) Un Assoluto che comunque "CONTIENE" il Tutto (pur essendo.. …vedi punto 1)
Ecco quindi le due prospettive, i due modi in cui si presenta ciò che noi chiamiamo relativo, cioè
la creazione:
- Prospettiva Assoluta: il relativo esiste ma è trasceso nell'Unità dell'Assoluto.
- Prospettiva Relativa: il relativo APPARE, SOGGETTIVAMENTE, differenziato, molteplice,
diviso, etc.... E a seconda delle limitazioni della percezione degli esseri, cambia anche
l'apparenza del relativo (ed ecco i diversi piani di esistenza o dimensioni del Cosmo); ma si
tratta pur sempre di un'apparenza, ciò che appare di un qualcosa che, in Realtà, esiste
oggettivamente nell’Assoluto (in assenza di limitazioni).
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Scritto da Silvio
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Tornando ai nostri occhi, per applicarvi il discorso delle limitazioni accennato sopra, un singolo
occhio vede un'immagine bidimensionale e non sovrapponibile a quella dell'altro fino a quando
si continua ad applicare/mantenere una LIMITAZIONE (che in questo caso, equivale a tenere
chiuso uno dei due occhi, impedendo al cervello la percezione simultanea delle due immagini).
Ma, appena "cade" questa limitazione, ecco che entrambi gli occhi sono aperti, e il cervello ha
ora a disposizione le due singole immagini contemporaneamente, e quindi può mettere in atto
la "fusione trascendente" (che prima, con la limitazione, non poteva fare).
esempio n. 2
Consideriamo la luce solare; normalmente, agli occhi appare incolore, uniforme, indifferenziata
(anche se viene chiamata anche "luce bianca"); ma se la facciamo passare attraverso un
prisma (l'aggiunta di una limitazione) ecco che, proiettata su una superficie, non appare più
"bianca", indifferenziata, uniforme, ma viene suddivisa, diversificata, nei sette colori dello
spettro visibile dall'occhio umano.
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Scritto da Silvio
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Ancora una volta, avviene lo stesso copione già visto: dall'unità alla molteplicità,
dall'indifferenziato al differenziato, e viceversa, passando attraverso una limitazione:
Unità (Trascendenza) + limitazione = Molteplicità. (2° esempio del prisma)
Molteplicità - limitazione = Unità (Trascendenza.). (1° esempio degli occhi)
In questo secondo esempio, vale tutto quanto detto per il primo (anche se dal verso opposto): la
luce bianca, pur essendo uniforme, indifferenziata, ecc... tuttavia CONTIENE in sè TUTTE le
frequenze luminose (in modo che appaiono, si mostrano, si rivelano diverse, separate l'una
dall'altra, e in una successione/sequenza ben precisa (dal violetto al rosso), SOLO DOPO
essere state condizionate da una limitazione (il prisma).
Dall'unità alla molteplicità. Un'Unità che comunque non è priva della molteplicità, anzi, la
contiene e la trascende, ("l'Uno e il molteplice al tempo stesso") con la molteplicità che esiste
come tale (cioè molteplice, varia, diversa, divisa, ecc.) solo in funzione di certi limiti, quei limiti
senza i quali la molteplicità stessa non potrebbe esistere, riducendo l'Assoluto a un "monolite",
il che non è.
E’ un Dio-Assoluto vivo, in continua attività, inteso come Tutto e Significato del Tutto (cioè
fondamento, ragione di esistenza del Tutto), un Uno-Molti ben diverso dal Motore Immobile di
Aristotele, dal Dio Orologiaio degli illuministi, un Oceano immenso fatto di tante gocce d’acqua,
un Fuoco Immenso fatto di tante scintille, un Dio che è sia al di là di tutto che in tutto.
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Scritto da Silvio
Lunedì 19 Marzo 2012 11:33 - Ultimo aggiornamento Sabato 08 Dicembre 2012 15:01
esempio n. 3
Il significato di una storia, raccontata in un libro, trascende il libro e tutto il racconto contenuto;
ne è al di fuori, eppure ne è parte, e non ha nessuna definizione se non collocandolo nelle
singole parti del racconto che lo qualificano parzialmente.
Può esistere un significato senza il racconto che lo genera?
Può esistere il senso di qualcosa, senza quel qualcosa?
Così, può esistere un Assoluto, senza il relativo?
Inversamente, ciò che esiste dimostra un principio generatore, che, per essere "significato" e
dare il senso al tutto, deve necessariamente trascendere ogni dualità, e rappresentare l'unità
assoluta.
esempio n. 4
Dio è il numero 11, la creazione è il numero 1.
Ora, l’1 è contenuto nel 11 ma il numero 11 non è l’1.
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Scritto da Silvio
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In questo modo Dio è sia immanente che trascendente, e la contraddizione è solo apparente
perchè esiste solo su questo piano, in cui la ragione e la logica umana non possono
comprendere il Tutto (il relativo non può concepire l’Assoluto).
Noi non siamo coscienti di essere in Dio perché il mondo fisico sembra essere il mondo
dell’oblio, limitato com’è dalla mente razionale vincolata dallo spazio-tempo; un mondo in cui la
presenza di Dio sembra essere velata, o addirittura nascosta; non tutto è così scontato ed è per
questo che sta a noi volgerci verso l’Assoluto e cercarne la presenza.
Articolo a cura di Silvio.
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