Dipartimento di Matematica e Informatica Corso di laurea in Matematica Compito di Geometria assegnato il 28 febbraio 2014 I Nel piano è assegnato un sistema di riferimento cartesiano ortogonale O~x~y . Dati i punti A(2, 0), B(−2, 0). 1. Trovare i triangoli rettangoli ABC il cui terzo vertice C sta sulla retta x + y = 0. 2. Trovare l’equazione del fascio di parabole passanti per A, B ed aventi punto improprio P (1, −1, 0). Trovare l’equazione del luogo dei vertici e studiarne la natura. Determinare il fuoco della parabola del fascio avente vertice in B. II Nello spazio è assegnato un sistema di riferimento cartesiano ortogonale O~x~y~z. Trovare l’equazione del luogo delle rette passanti per V (0, 0, 1) e che formano un angolo di π/4 con la retta r di equazioni x = y, z = 1. Trovare i piani che secano il cono in circonferenze. Studiare il fascio di quadriche determinato da (z − 1)2 − 2xy = 0 e dalla sfera di centro V e passante per l’origine. III Sia f : R4 → R4 la funzione lineare definita dalle assegnazioni f (v1 ) = (1, h, 3, 1) f (v2 ) = (−1, −2, −h − 1, 0) f (v3 ) = (h, 4, 6, 0) f (v4 ) = (0, h − 2, 0, 0) dove v1 = (1, 1, 0, 0), v2 = (0, 1, 1, 0), v3 = (0, 0, 1, 1), v4 = (0, 0, 0, 1) è una base B di R4 ed h è un parametro reale. Determinare ker f ed im f al variare di h. Posto h = 2 trovare la matrice di f rispetto alla base canonica (M E,E (f )). In questo caso (cioè per h = 2) f è semplice? Svolgimento I 1. Se il triangolo è rettangolo in C allora C deve stare sulla circonferenza di diametro 2 2 AB √ che √ ha equazione √ √ x + y = 4. Intersecando con x + y = 0 si trovano i punti ( 2, − 2), (− 2, 2). Se è rettangolo in A allora il vertice C deve stare sulla retta x = 2 e quindi C(2, −2); infine se è rettangolo in B le coordinate di C sono (−2, 2). 2. Le parabole sono tangenti alla retta impropria in P e passano per A, B; due coniche spezzate del fascio sono date dalla conica spezzata nella retta AB e nella retta impropria e dalla conica spezzata nelle rette AP, BP . Quindi l’equazione del fascio, in coordinate non omogenee, è (x + y − 2)(x + y + 2) + ky = (x + y)2 − 4 + ky = 0. L’asse di simmetria di una parabola del fascio è la polare del punto improprio in direzione ortogonale rispetto a P : 1 (1, 1, 0) 1 0 1 1 k/2 x 0 k/2 y = 2x + 2y + k/2 = 0. 1 −4 Il luogo dei vertici si trova eliminando il parametro nel sistema dato dall’intersezione della retta 2x + 2y + k/2 = 2(x + y + k/4) = 0 con la parabola (x + y)2 − 4 + ky = 0. k = −4(x + y) (x + y)2 − 4 − 4y(x + y) = x2 − 2xy − 3y 2 − 4 = 0. Si trova che il luogo è la conica x2 − 2xy − 3y 2 − 4 = 0: è un’iperbole con centro l’origine. Se il vertice deve essere B, le coordinate di B devono soddisfare l’equazione dell’asse di simmetria della parabola: −2 + 0 + k/4 = 0, quindi k = 8 e la parabola ha equazione (x + y)2 + 8y − 4 = 0. Per trovare il parametro della parabola ci riferiamo all’equazione ridotta βY 2 + 2γX = √0. 2 2. Uguagliando gli invarianti ortogonali si ha: −βγ = −16, β = 2 , quindi β = 2, γ = ±2 √ 2 L’equazione ridotta è del tipo 2Y ± 4 2X = 0 e quindi la metà del parametro della √ parabola è 1/ 2. Il fuoco ha questa distanza dal vertice, dalla parte della concavità che, nel nostro caso, è rivolta verso il semiasse negativo delle ~y .√Facciamo sistema tra l’asse di simmetria e la circonferenza di centro il vertice e raggio 1/ 2: x+y+2=0 ⇒ (x + 2)2 + y 2 = 1/2 x = −y − 2 ⇒ 2y 2 = 1/2 y = ±1/2 x = −2 ∓ 1/2. Il fuoco ha dunque coordinate F (−3/2, −1/2) (e la direttrice incontra l’asse della parabola in D(−5/2, 1/2)). II Una retta s per V ha equazioni parametriche x = lt, y = mt, z = 1 + nt e quindi i versori di s di r sono (1, 1, 0) (l, m, n) √ . s= r= √ , ± l 2 + m 2 + n2 ± 2 √ Il prodotto scalare tra i versori deve essere ± cos π/4 = ±1/ 2; quindi √ ±(l + m) √ √ = ±1/ 2. 2 l2 + m2 + n2 Elevando al quadrato e semplificando si ha n2 = 2lm; ricavando l, m, n dalle equazioni di s si trova l’equazione del luogo (z − 1)2 = 2xy. Per costruzione i piani perpendicolari ad r, di equazione x + y = k, secano circonferenze. Si trova lo stesso risultato dal polinomio caratteristico −T 1 0 1 = (−1 − T )(T 2 − 1) = −(T + 1)2 (T − 1). −T 0 0 0 −1 − T In corrispondenza della radice doppia si trova l’autospazio di equazione x + y = 0, che fornisce la giacitura dei piani cercati. Bisogna studiare il fascio di equazione (z − 1)2 − 2xy + k[x2 + y 2 + (z − 1)2 − 1] = kx2 + ky 2 + (k + 1)z 2 − 2xy − 2(k + 1)z + 1 = 0. Calcoliamo gli invarianti. k −1 B= 0 0 −1 k 0 0 0 0 k+1 −k − 1 0 0 = −k(k −1)(k +1)2 , −k − 1 1 A = (k +1)2 (k −1), I = 3k +1. Osserviamo che det B > 0 quando −k(k − 1) >, cioè 0 < k < 1; per questi valori di k le quadriche sono a punti iperbolici. Fuori di questo intervallo sono a punti ellittici, tranne che per i valori k = 0, ±1. Per vedere se la conica all’infinito ha punti reali calcoliamo il polinomio caratteristico di A: k − T −1 0 −1 = (k + 1 − T )((k − T )2 − 1) = (k + 1 − T )(k − T − 1)(k − T + 1). k−T 0 0 0 k+1−T Le radici hanno lo stesso segno se (k + 1)(k − 1) > 0, ovvero k < −1, k > 1: per tali valori del parametro la conica all’infinito è priva di punti reali ed essendo irriducibile, le quadriche sono ellissoidi. Quando −1 < k < 0 la conica all’infinito è irriducibile con punti reali e si hanno iperboloidi ellittici. Se 0 < k < 1 si trovano iperboloidi iperbolici. Per k = 0 si ritrova il cono da cui siamo partiti; per k = −1 l’equazione della quadrica diventa −x2 − y 2 − 2xy + 1 = 1 − (x + y)2 = (1 − x − y)(1 + x + y) = 0, ed è spezzata in due piani. Per k = 1 l’equazione diventa x2 + y 2 + 2z 2 − 2xy − 4z + 1 = 0, la sua matrice ha rango 3, |A| = 0 ed è quindi un cilindro di vertice (1, 1, 0, 0); la sua conica all’infinito è spezzata in due rette complesse coniugate e quindi ha sezioni irriducibili che sono tutte ellissi. Calcoliamo il determinante della −1 h 1 −2 4 h M B,E (f ) = 3 −h − 1 6 1 0 0 III matrice associata ad f rispetto alle basi B, E. 0 h 0 1 1 h − 2 4 h − 2 = (2 − h) = 2 h+1 0 h+1 6 0 0 h . 6 Si trova M B,E (f ) = (h−2)2 (h+3). Quindi f è un isomorfismo per h 6= 2, −3. Per h = −3 si vede che il complemento algebrico dell’elemento di posto 1, 4 è non nullo: quindi l’immagine di f è generata dalle prime tre colonne. L’equazione cartesiana si trova dall’annullarsi del determinante: 1 −1 −3 X 1 −1 −3 −1 −3 X −3 −2 4 Y = − −2 4 Y + T −3 −2 4 = 10(2X + Z − 5T ) = 0. 2 6 Z 3 3 2 2 6 6 Z 1 0 0 T Il nucleo di f per h = −3 si trova risolvendo il sistema ( a − b − 3c = 0 a=0 −3a − 2b + 4c − 5d = 0 ⇒ b = −3c 3a + 2b + 6c = 0 d = 2c a=0 Quindi, per h = −3, il nucleo è generato dal vettore −3v2 + v3 + 2v4 . Quando h = 2 la matrice M B,E (f ) ha rango 2: infatti la quarta colonna è nulla e la seconda e terza sono proporzionali. Quindi l’immagine è generata dalle prime due colonne: im f2 = L {(1, 2, 3, 1), (−1, −2, −3, 0)}. Le equazioni cartesiane sono Y = 2X, Z = 3X. Il nucleo si trova, ad esempio, risolvendo il sistema i cui coefficienti sono nelle ultime due righe, che sono indipendenti. n n o 3a − 3b + 6c = 0 ker f2 = av1 + bv2 + cv3 + dv4 | = {2cv2 + cv3 + dv4 | c, d ∈ R} a=0 quindi ker f2 = L {2v2 + v3 , v4 }. Per trovare M E,E (f2 ), posto fi = f (vi ), i = 1, 2, 3, 4, dobbiamo risolvere il sistema: f + f2 = (1, 2, 3, 1) f 1 1 f2 + f3 = (−1, −2, −3, 0) f2 ⇒ f3 + f4 = (2, 4, 6, 0) f3 f4 = (0, 0, 0, 0) f4 = (4, 8, 12, 1) = (−3, −6, −9, 0) = (2, 4, 6, 0) = (0, 0, 0, 0) Ora dobbiamo calcolare il poinomio caratteristico. 4 − T E,E 8 M (f2 ) − T I4 = 12 1 −3 −6 − T −9 0 2 4 6−T 0 0 0 0 −T = −T 4 − T 8 12 −3 −6 − T −9 2 4 6−T Facendo i conti si trova |M E,E (f2 ) − T I4 | = T 3 (T − 4). Poiché M B,E (f2 ) e M E,E (f2 ) sono simili hanno lo stesso rango, cioè 2: quindi la molteplicità algebrica dell’autovalore 0 è 3, mentre la molteplicità geometrica è 2 ed f2 non è un endomorfismo semplice.