DISABILITÀ Sindrome di Tourette a scuola: cosa fare? Maria Chiara Fastame (Università di Cagliari) reotipati, i tic per l’appunto (American Psychiatric Association - APA, 2000). I tic vengono distinti in motori, qualora interessino il sistema muscolare, e vocali, quando coinvolgono l’apparato fonatorio. Le risposte ticcose vengono ulteriormente classificate in semplici La scuola deve offrire un ambiente – se consistono in conIl termine “sindrome trazioni motorie o suogenetica” comunecooperativo e supportivo ni rapidi, isolati e afimente richiama alla agli studenti affetti dalla sindrome nalistici (ad esempio, mente l’idea di un didi Tourette, un disturbo neurologico protrusione della linsturbo ampiamente che comporta la manifestazione gua, ammiccamento, diffuso e definito da tossire, produrre laun determinato reperimprovvisa di tic verbali e motori trati) – e complesse – torio di caratteristiche se consistono in sequenze di movimenti coorfisiche e/o cognitivo-comportamentali facildinati e distinti o pattern di parole ripetitivi (salmente riconoscibili (si pensi ad esempio alla tellare, piegare il tronco, ecolalia) (Jancovic, sindrome di Down). La scuola però è chiama1997). Fra i tic complessi dei tourettici, quelli ta a far fronte anche alle esigenze formative di che richiamano maggiormente l’attenzione studenti che sono affetti da disturbi genetici la della gente comune sono i cosiddetti coprofecui eziologia è sconosciuta, che non compornomeni, ossia i comportamenti che consistotano ritardo mentale o la presenza di anomano nella produzione repentina e incontrollabile lie fisiche, ma che comunque possono condidi parole (coprolalia) o gesti (coproprassia) zionare il funzionamento adattivo delle persoosceni. Tali fenomeni comunque non accone colpite. Questo è il caso della Sindrome di munano tutti i tourettici, ma riguardano solo Tourette (ST), un disturbo neurologico che è cauna minima parte (l’8-15%) di essi (Freeman et ratterizzato dalla comparsa di comportamenal., 2000). ti improvvisi, rapidi, ricorrenti, aritmici e ste- I PSICOLOGIA e scuola / marzo-aprile 2010 33 DISABILITÀ Uno degli aspetti più sconvolgenti per le famiglie che convivono con la ST è che tale disturbo non si manifesta fin dalla nascita ma insorge in modo improvviso nell’infanzia o nell’adolescenza, generalmente raggiunge il suo La sindrome insorge in modo acume proprio durante il periodo puberale, improvviso quindi nell’età adulta il nell’infanzia o quadro clinico tende a nell’adolescenza migliorare o addirittura va incontro a remissione totale. Il repertorio e la severità dei tic associati alla ST possono variare significativamente tra i pazienti e anche nelle diverse fasi del ciclo di vita dello stesso individuo. In particolare, la variabilità concerne il distretto corporeo coinvolto, la frequenza di comparsa e la durata dei tic, il loro impatto nella vita quotidiana del tourettico. Se i comportamenti ticcosi sono talmente lievi da non interferire con il funzionamento adattivo del soggetto, essi vengono erroneamente considerati delle cattive abitudini o dei vezzi (ad esempio, colpi di tosse, movimenti della spal- la, torsione del collo) e non vengono sottoposti all’attenzione dei clinici; al contrario, quando i tic mettono a repentaglio l’incolumità della persona (ad esempio, tic di natura autolesiva, come la tendenza a sbattere la testa, a conficcarsi le dita negli occhi) o interferiscono con il funzionamento sociale del soggetto (ad esempio, emettere suoni gutturali simili ai latrati, sputare, toccare le persone, coprolalia), allora generalmente si interpellano i clinici. È facile intuire quindi che l’esordio della ST in forma severa può costituire un vero e proprio stravolgimento nella vita quotidiana del tourettico e di tutta la sua famiglia, perché ciò che fino a poco prima era la routine (ad esempio, andare al cinema, al ristorante), all’improvviso diventa difficoltoso da realizzare. Attualmente la diagnosi della ST si basa sull’osservazione clinica del paziente, poiché il sistema di classificazione internazionale dei disturbi mentali, il DSM-IV-TR (APA, 2000), ha stabilito in maniera inequivocabile i criteri che guidano l’individuazione del disturbo (si veda tabella 1). TAB. 1 CRITERI DIAGNOSTICI PROPOSTI NEL DSM-IV-TR CHE GUIDANO LA DIAGNOSI DIFFERENZIALE DEI PRINCIPALI DISTURBI DA TIC Sindrome di Tourette Disturbo transitorio da tic Disturbo cronico da tic motori o vocali Disturbo da tic non altrimenti specificato Tipo di tic Tic motori multipli e 1 o più tic vocali Tic motori singoli o multipli e/o tic vocali Tic motori singoli o multipli e/o tic vocali ma non entrambi Tic motori singoli o multipli e/o tic vocali Esordio Prima dei 18 anni di età Prima dei 18 anni di età Prima dei 18 anni di età Prima o dopo gli 8 anni di età Durata Oltre 1 anno Da 4 settimane a 1 anno Oltre 1 anno Qualsiasi Frequenza Molte volte al giorno, non deve essere assente per 3 mesi consecutivi Molte volte al giorno Molte volte al giorno, non deve essere assente per 3 mesi consecutivi Non specificato 34 PSICOLOGIA e scuola / marzo-aprile 2010 Sindrome di Tourette a scuola: cosa fare? Secondo un’indagine condotta qualche anno fa nella città di Pavia su un campione di oltre duemila bambini frequentanti la scuola primaria di primo grado, 6 bambini su 1000 erano tourettici (Lanzi et al., 2004). È noto che i maschi sono più interessati dal fenomeno delle femmine, ossia si ritiene che all’incirca 1 maschio su 1000-1400 bambini nati vivi e 1 femmina su 10000-12000 nate vive siano tourettici. Tuttavia, allo stato atLa ST è tuale la ST è sottostigeneralmente mata e spesso confusa sottostimata con disturbi di altra naed è spesso tura. Tale errore di vaconfusa con lutazione è dovuto in disturbi di altra primo luogo alla scarsa natura conoscenza del fenomeno da parte delle figure professionali (ad esempio, medici di base, pediatri, psicologi, insegnanti) che si occupano di questi giovani utenti. La ST infatti si presenta spesso assieme ad altre condizioni patologiche. A tale riguardo, diverse evidenze cliniche dimostrano che l’11-80% dei tourettici presenta anche dei tratti ossessivo-compulsivi o il disturbo ossessivo-compulsivo vero e proprio (si veda Freeman et al., 2000). Le ossessioni sono dei prodotti della mente che consistono in impulsi, pensieri o immagini ricorrenti e intrusivi che il soggetto ritiene di non poter controllare. Per sopprimere l’ansia generata dalle ossessioni, l’individuo mette in atto le compulsioni, ossia degli atti volontari, stereotipati e reiterati nel tempo che soggiacciono a rigide regole. I tourettici giovani manifestano perlopiù ossessioni di natura violenta (ad esempio, fantasie sulla propria morte, fantasie di essere abusati) e compulsioni di natura autolesiva (ad esempio, toccare oggetti taglienti o roventi fino a quando ci si ferisce, percuotersi, guidare a velocità sostenuta); gli adulti invece mettono in atto comportamenti ossessivo-compulsivi finalizzati a soddisfare il bisogno di ordine e simmetria degli oggetti e a fare un uso smodato e insolito dei numeri e delle operazioni algebriche (aritmomania) o delle parole (Leckman, 2002). Al di là delle ossessioni e compulsioni a carattere autolesivo, sono i comportamenti esplosivi dei bambini e adolescenti tourettici a costituire la maggior minaccia per il loro funzionamento sociale. Tali comportamenti sono privi di intenzionalità, consistono in scoppi d’ira di intensità sproporzionata rispetto alla situazione che li scatena (ad esempio, provocazioni da parte dei compagni di scuola, “no” dei genitori) . Tali scoppi d’ira si esplicano con esplosioni verbali o gesti aggressivi (ad esempio, scagliare oggetti contro gli altri/il muro, tirare pugni) che sono più evidenti quando la ST si manifesta assieme al disturbo ossessivo-compulsivo e al disturbo d’attenzione e/o iperattività (DDAI). Il DDAI nei giovani tourettici raggiunge picchi dell’80% (Freeman et al., 2000) e secondo alcuni autori proprio il mancato controllo degli impulsi costituisce il principale ostacolo alla vita scolastica e sociale dello studente tourettico (Marcks et al., 2007). Per tale ragione, il ragazzo con ST e DDAI tende a farI tassi si distrarre facilmente di comorbilità col DDAI nella ST dagli stimoli esterni, non riesce a pianificare raggiungono l’attività da svolgere, è l’80% restio a impegnarsi in compiti che richiedono uno sforzo prolungato, appare irrequieto, non sta fermo sulla sedia, agisce o risponde senza riflettere, non rispetta il suo turno, si intromette nelle conversazioni. Burd et al. (2005) hanno trovato che oltre il 22% dei tourettici manifesta anche specifici disturbi di apprendimento (DSA) e che 3 studenti su 4 con ST e DSA soddisfano anche i criteri per la diagnosi del DDAI. Relativamente alla natura PSICOLOGIA e scuola / marzo-aprile 2010 35 DISABILITÀ dei DSA, gli studenti tourettici spesso incontrano delle notevoli difficoltà nella decodifica del testo scritto (dislessia), nel rispetto delle regole ortografiche (disortografia) e nel calcolo aritmetico (discalculia). È evidente quindi che nel caso degli studenti con ST la scuola si troLa ST, va ad affrontare una se associata serie di problemi legaa ulteriori ti all’esordio repentino disturbi, può di una condizione pacompromettere tologica singolare e il percorso complessa, che può coformativo stituire un ostacolo al dell’allievo funzionamento sociale e scolastico e che, se associata a ulteriori disturbi, può compromettere il percorso formativo dell’allievo tourettico. LO STUDENTE TOURETTICO A SCUOLA Come è stato precedentemente accennato, la ST esordisce generalmente durante l’infanzia/adolescenza, in media intorno ai 7 anni di età, ossia in una fase in cui il ragazzo inizia ad acquisire un ruolo sociale all’interno del gruppo classe o della cerchia di amicizie extrascolastiche. Data l’ampia variabilità dei quadri clinici associati alla ST, non è possibile prevedere l’impatto che il disturbo ha sul funzionamento adattivo dei giovani tourettici. Tuttavia si può concludere che quando il grado di severità della sindrome è alquanto contenuto e il soggetto non manifesta ulteriori condizioni patologiche, la sua vita sociale è preservata ed è simile a quella dei coetanei. Al contrario, se la sindrome si manifesta con un repertorio di tic bizzarri associati ad altri disturbi secondari, il ragazzo tourettico esperisce il disagio sociale, incontra maggiori difficoltà a stabilire e mantenere nel tempo delle relazioni amicali e tende a evitare 36 PSICOLOGIA e scuola / marzo-aprile 2010 tutte le situazioni in cui si promuove l’aggregazione sociale (Marcks et al., 2007). La natura invalidante di certi sintomi associati alla ST (ad esempio, sputare, produrre dei versi insoliti, coprofenomeni) o a condizioni patologiche secondarie (ad esempio, scoppi di ira) costituisce motivo di stress per il ragazzo tourettico e per tutta la sua famiglia, tanto che i genitori spesso riferiscono di aver ridimensionato la loro vita sociale dopo l’esordio del disturbo, di aver diradato le occasioni di incontro con gli altri, al fine di evitare gli atteggiamenti discriminatori da parte degli altri. Jagger et al. (1982) hanno condotto uno studio per indagare l’impatto della ST sulla vita scolastica dei ragazzi affetti dal disturbo e hanno concluso che il 75% dei ragazzi tourettici riferisce di essere stato deriso o rifiutato dai coetanei a causa dei tic, mentre il 25% di essi dichiara di essere stato schernito dagli insegnanti ed essere stato sottoposto a dei criteri valutativi più rigidi rispetto a quelli impiegati per la classe. Secondo Sukhodolsky et al. (2003) le relazioni sociali dei ragazzi tourettici sono fortemente influenzate dalla tipoloLe relazioni gia di tic che manifesociali dei stano: i coetanei tolleragazzi tourettici rano meno i tic vocali risono influenzate spetto ai tic motori, sodalla tipologia prattutto se essi risultadi tic manifestati no essere piuttosto frequenti. Varie evidenze sperimentali suggeriscono che lo stress dovuto all’atteggiamento stigmatizzante da parte dei pari (si parla di stress psicosociale) causa l’esacerbazione dei tic e facilita la comparsa di sintomi depressivi (Marcks et al., 2007). Nei casi più gravi, se l’atteggiamento svalutante dei coetanei assume una connotazione violenta e aggressiva si configura come vero e proprio bullismo. Sindrome di Tourette a scuola: cosa fare? Quando si innesca tale fenomeno, lo studente tourettico viene sottoposto deliberatamente dal gruppo dei bulli ad aggressione fisica, derisione, isolamento dal gruppo. Ciò produce due effetti: da una parte, il ragazzo con ST elabora o rafforza un’immagine di sé negativa e svalutante, dall’altra, egli tende a mettere in atto una serie di comportamenti di evitamento che possono sfociare in una vera e propria fobia per la scuola, in quanto questa costituisce il luogo principale in cui esperisce i soprusi e le frustrazioni. Inoltre, non raramente l’essere vittima di comportamenti violenti o comunque svalutanti porta lo studente tourettico a diventare egli stesso un bullo o ad essere più polemico e irrequieto e persino più impulsivo, soprattutto quando la ST è associata anche al DDAI. Quando vi è comorbilità tra questi due disturbi il ragazzo con Il rifiuto da parte ST può rispondere alle del gruppo provocazioni dei coetadei pari può nei con degli scoppi di contribuire ira di dimensioni ecall’insorgenza di cessive che contribuicondotte devianti scono a incentivare e all’abbandono l’evitamento sociale. scolastico Secondo Sukhodolsky et al. (2003) in taluni casi il rifiuto da parte del gruppo dei pari può contribuire all’insorgenza di condotte devianti (ad esempio, abuso di sostanze, atti delinquenziali) e oppositive (ad esempio, infrazione delle regole sociali, conflittualità con le figure di riferimento) e all’abbandono scolastico da parte dello studente con ST. A tale riguardo, secondo gli autori il disadattamento sociale dei ragazzi tourettici non dipende tanto dalla tipologia di tic manifestati, quanto piuttosto dalla natura delle condizioni psicopatologiche in comorbilità. Infatti è stato dimostrato che i bambini che soddisfano i criteri per la ST e il DDAI incontrano maggiori difficoltà a stabilire delle relazioni amicali rispetto ai coetanei che sono solo tourettici. Inoltre, secondo uno studio condotto su un gruppo di insegnanti, la coesione col gruppo dei pari e la creazione di un ambiente cooperativo e supportivo non dipendono dai tic ma sono ostacolate dalle condotte impulsive, dagli scatti d’ira improvvisi, dal deficit attentivo e dal ritiro sociale dello studente tourettico (Christie e Jassi, 2002). Le problematiche di natura sociale dello studente tourettico possono accompagnarsi anche a uno scarso rendimento scolastico dovuto a specifici DSA. La presenza dei deficit nell’apprendimento scolastico può costituire un’ulteriore minaccia all’immagine che il ragazzo tourettico sviluppa di sé e contribuire alla comparsa di condotte di evitamento verso la scuola. Comunque è bene ribadire che le problematiche sopramenzionate possono rappresentare una minaccia per il beLe problematiche nessere psicologico dedi natura sociale gli studenti tourettici ma non sono la regola. non sono Infatti, tanti bambini e la regola: tanti ragazzi con ST si senallievi con ST tono accettati dal grupsono accettati po dei pari, partecipano dai pari e attivamente alle attività sono integrati della classe, conseguonella classe no dei risultati scolastici equivalenti a quelli dei coetanei e, nei momenti di difficoltà, si sentono capiti dai loro insegnanti e dai loro compagni di scuola. INTERVENTO RIVOLTO ALLO STUDENTE TOURETTICO L’intervento a scuola si rende necessario qualora si rilevi un drastico calo del profitto scolastico dello studente tourettico o quando i problemi comportamentali che manifesta ostaco- PSICOLOGIA e scuola / marzo-aprile 2010 37 DISABILITÀ lano le relazioni amicali, minano la sua autostima, costituiscono motivo di stress e favoriscono un atteggiamento di rifiuto verso il mondo della scuola. In questa prospettiva l’intervento psicoeducativo si configura come un trattamento che da una parte è destinato al corpo docente e al gruppo dei pari, dall’altra allo studente con ST. Gli insegnanti devono essere adeguatamente informati sulla natura della ST e su come gestire la manifestazione dei tic in classe. A tale riguardo, i docenti dovranno sapere che i tic possono essere controllati per brevi perioPer ciò che di e non sempre, che il concerne la gestione dei tic, controllo di tali fenomeni comporta un nol’insegnante tevole dispendio di ridovrà essere adeguatamente sorse attentive (spesso a discapito delle attiviaddestrato a tà scolastiche), che intervenire l’espressione dei tic è esacerbata dall’ansia e dallo stress, che se il tourettico si sente accolto in un ambiente solidale e supportivo è plausibile che certe manifestazioni ticcose siano più contenute e meno frequenti. Per ciò che concerne la gestione dei tic, l’insegnante dovrà essere adeguatamente addestrato a intervenire in maniera opportuna, adottando specifiche tecniche comportamentali (ad esempio, habit reversal) o impiegando dei rinforzi positivi (ad esempio, premi, elogi pubblici) quando lo studente tourettico riuscirà a conseguire certi risultati o a contenere i tic. Diversamente, se i tic ostacolano lo svolgimento delle lezioni o imbarazzano il ragazzo con ST, l’insegnante dovrà essere in grado di valutare se è opportuno che lo studente lasci temporaneamente l’aula per permettergli di dare libero sfogo ai fenomeni ticcosi e riuscire a contenere l’ansia dovuta al loro mancato controllo. L’insegnante si pone anche come modello 38 PSICOLOGIA e scuola / marzo-aprile 2010 di condotta per il gruppo classe, pertanto se assumerà un atteggiamento tollerante ed elogerà lo studente tourettico per i risultati conseguiti e per il mantenimento di una condotta adeguata, è probabile che anche il gruppo dei pari si mostri comprensivo verso il compagno con ST. A questo proposito è fondamentale prevedere degli incontri formativi sulla natura della ST rivolti al gruppo classe, perché ciò favorirà l’accettazione e un atteggiamento tollerante verso gli studenti tourettici. Infatti è stato dimostrato che un training informativo combinato con la visione di un documentario sulla ST si è rivelato utile nella modificazione dell’atteggiamento di un gruppo di studenti di college verso un attore che simulava la ST (Woods et al., 2003). Anche l’impiego di storie a fumetti si è rivelato uno strumento molto utile L’accettazione per far comprendere ai sociale del bambini l’involontarietourettico è tà dei comportamenti favorita da ticcosi associati alla ST un’adeguata e l’errata attribuzione informazione della loro comparsa a cause come la droga e alcool (Marcks et al., 2007). In breve, gli studi suggeriscono che l’accettazione sociale del tourettico è favorita da un’adeguata informazione. Allo stesso tempo, la scuola è chiamata a supportare lo studente tourettico in quelle che sono le difficoltà che egli incontra nel processo formativo, difficoltà imputabili a condizioni patologiche secondarie (DSA, DDAI). In questa prospettiva, gli interventi cognitivi e metacognitivi attualmente disponibili, assieme agli strumenti compensativi e dispensativi suggeriti nei più attuali decreti ministeriali in materia di DSA, costituiscono il punto di partenza per implementare un intervento educativo che aiuti lo studente con ST a perseguire gli obiettivi formativi che la scuola si propone. Sindrome di Tourette a scuola: cosa fare? INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE Tra i numerosi articoli dedicati alla sindrome, quello di Sukhodolsky et al. (2003) approfondisce le problematiche della comorbilità con i disturbi da comportamento dirompente. • American Psychiatric Association - APA (2000), Diagnostic and statistical manual of mental disorders, Fourth edition, Text revision, American Psychiatric Association, Washington. • Burd L., Freeman R. D., Klug M. G., Kerbeshian J. (2005), «Tourette syndrome and learning disabilities», BMC Pediatrics, 5, 34. • Christie D., Jassi A. 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PER APPROFONDIRE La sindrome di Tourette di Maria Chiara Fastame Carocci Faber, Roma (2009) Il volume è una monografia che si rivolge a tutti coloro che si approcciano per la prima volta al disturbo. Il testo illustra in modo chiaro ed esaustivo la natura e la variabilità della sindrome, enfatizzando il ruolo giocato dalla genetica e dai fattori ambientali nella sua espressione. Inoltre vengono offerte alle famiglie e agli insegnanti delle chiare indicazioni su come affrontare e gestire le problematiche che i ragazzi tourettici incontrano nella loro quotidianità. L’AST-SIT ONLUS (Associazione Sindrome di Tourette Siamo in Tanti) si rivolge alle famiglie e ai professionisti (pediatri, insegnanti, psicologi...) coinvolti nella formazione e trattamento dei tourettici. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.sindromeditourette.it/ PSICOLOGIA e scuola / marzo-aprile 2010 39