CARATTERISTICHE DEL DISTURBO I tic rientrano nel gruppo dei disordini del movimento che consistono in movimenti anomali, spesso non intenzionali. I tic sono movimenti spasmodici, ripetitivi, stereotipati, non ritmici, che insorgono improvvisamente e che non sono finalizzati a nessuno scopo. Possono essere rapidi e a scatto (tipo clonico) oppure più lenti e prolungati (tonici). I tic sono dovuti ad una contrazione di gruppi muscolari funzionalmente correlati, seguiti da rilassamento di entrambi gli agonisti e gli antagonisti. Quando le contrazioni interessano singoli muscoli, ad esempio gli arti superiori, il collo ed il volto, si tratta di tic motori semplici, i più comuni includono ammiccamenti o strizzare gli occhi, torsioni del collo, alzate di spalle, smorfie del viso, e colpi di tosse; nel caso in cui le contrazioni si localizzino nella muscolatura respiratoria, laringea nasale od orale, si causa l’emissione di suoni che ricordano mugolii, soffi, tirare su con il naso, sbuffare o suoni simili all'abbaiare (tic sonori semplici).Diversamente, quando ad essere coinvolto è il movimento coordinato di più distretti muscolari, nella loro normale azione sinergica, come battere le mani o i piedi, saltellare, toccare, pestare i piedi e odorare un oggetto, si parla di tic motori complessi. I tic semplici hanno in genere un andamento del tutto "benigno", con tendenza alla regressione spontanea (tic transitori); al contrario, i tic complessi tendono a cronicizzarsi de interessano sia i bambini sia gli adulti (tic cronici). Per la valutazione diagnostica di tipo fenomenologico si farà riferimento al manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, IV edizione, text-revision (DSM-IV-TR). COSA SI INTENDE PER DISTURBO DA TIC il Disturbo di Tourette (o sindrome di Tourette) il Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali il Disturbo Transitorio da Tic ed il Disturbo da Tic Non Altrimenti Specificato. Tali disturbi possono essere distinti l'uno dall’altro a seconda della durata, della varietà dei tic e dell'età di esordio. COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI Ai fini di una diagnosi positiva di disturbo da tic è necessario che l’anomalia causi notevole disagio o significativa compromissione nell’area sociale, lavorativa (o scolastica) o in altre aree importanti del funzionamento; Per i manuali diagnostici l'anomalia non deve essere meglio giustificata dagli effetti fisiologici diretti di una sostanza o da una condizione medica generale. Infatti, sebbene i tic possano essere temporaneamente bloccati con uno sforzo di volontà, ovvero agendo sul controllo volontario, la persona percepisce un aumento di tensione dell'organismo che sembrerebbe attenuarsi esclusivamente dopo la manifestazione de TIC.Di fatto il tentativo di bloccare lo spasmo da parte del soggetto fallisce in quanto la sofferenza causata dall'incremento di tensione non riesce ad essere gestita dal controllo volontario. Il tic, infatti, è una reazione spontanea ed involontaria dell’organismo che ha la funzione di risolvere un incremento di tensione psicofisiologica.Il disturbo può causare nella persona notevole disagio a livello personale e/o interpersonale. Il sintomo è spiacevole e molte volte imbarazzante e può interferire con le attività quotidiane condizionandone il normale svolgimento (ad es. leggere o scrivere) o può rendere la persona oggetto di scherno.Non di rado il tic diventa motivo di vergogna o un vero e proprio impedimento, che porta la persona a ridurre drasticamente i suoi campi di azione ed ad avere difficoltà in campo sociale e/o relazionale. IL TRATTAMENTO Il trattamento parte dal presupposto che il tic è un'abitudine appresa; è possibile perciò estinguerla, costruendone un'altra negativa o incompatibile con il disturbo, e lo si può fare attraverso la tecnica chiamata pratica massiva o negativa (Hersen e Eisler, 1973), che consiste nella ripetizione dei tic nel modo più accurato possibile, senza pause, durante un periodo stabilito. La procedura è la seguente: · si pone il paziente davanti allo specchio con il compito di ripetere il tic, il più accuratamente possibile, per 5 minuti; · si passa poi alla ripetizione del tic per 10 minuti; · si procede alla ripetizione accurata del tic senza pause per 15 minuti; · progressivamente, si aumentano i tempi fino al massimo di 45 minuti. Questa procedura dovrà poi essere ripetuta con gli eventuali altri tic del paziente. Il presupposto di questa efficace tecnica è che con la ripetizione estenuante del tic si otterranno due grandi vantaggi: si instaurerà l'abitudine negativa di non produrre il tic, incompatibile con quella positiva di produrlo. Un'altra tecnica per eliminare il tic è quella di Azrin e Nunn (1973) basata sul controcondizionamento. In questa procedura, il pattern di comportamento disadattivo viene sostituito da un atto motorio con esso incompatibile. La tecnica comprende: · una procedura di descrizione della risposta in cui il paziente descrive dettagliatamente i movimenti che costituiscono il tic, guardandosi allo specchio; · una procedura di identificazione della risposta in cui al paziente viene insegnato a identificare e controllare ogni parte del movimento disadattivo; · una procedura di allarme in cui il paziente identifica il movimento iniziale della catena motoria; · una pratica della risposta competitiva nella quale si insegna al paziente a tendere per breve tempo i muscoli incompatibili con quelli del tic, impedendone la manifestazione stessa.