L`epatite A trasmessa dai frutti di bosco

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L'epatite A trasmessa dai frutti di bosco
Dopo l'allarme per l'impennata di casi, le verifiche hanno portato verso fragole e mirtilli importati surgelati in provincia
di Matteo Ciangherotti
» TRENTO
I casi di epatite A segnalati in
Trentino e in tutto il nord
d'Italia dipendono, con grande probabilità, da una partita
di frutti di bosco congelati
d'importazione. È un'epidemia vera e propria quella che
sta colpendo in particolare il
nord est italiano con 417 casi
di epatite A acuta registrati da
settembre 2012 ad aprile 2013,
con un picco a partire dallo
scorso gennaio e un'accentuazione nei mesi di marzo e aprile (i dati sono del sistema di
sorveglianza Seieva). Il numero dei casi potrebbe addirittura aumentare poiché i dati di
aprile non sono ancora completi e all'appello mancano le
segnalazioni di maggio. Rispetto a un anno fa, il numero
di pazienti che hanno contratto il virus dell'epatite è triplicato (i casi notificati tra settembre 2011 e aprile 2012 erano
stati 167). Numeri preoccupanti che nei giorni scorsi hanno trovato una risposta sulle
possibili cause dell'epidemia.
Dalle analisi effettuate su
una famiglia che aveva contratto la malattia, i sospetti si
sono concentrati su una torta
guarnita con frutti di bosco
consumata nel corso di aprile.
In seguito è stato effettuato il
campionamento di una confezione ancora integra di frutti
di bosco misti congelati, sui
quali è stata riscontrata la presenza del virus dell'epatite A.
È stato, dunque, attivato
uno speciale sistema di allerta
rapido sugli alimenti a livello
comunitario (rasff), in quanto
i frutti di bosco analizzati provenivano da diversi Paesi esteri: Bulgaria, Polonia, Serbia e
Canada. La notizia emerge da
una circolare che il Ministero
della Salute ha spedito giovedì
scorso ai vari assessorati alla
sanità coinvolti, compresi
quelli delle province autonome di Trento e di Bolzano. Sia
il Trentino sia l'Alto Adige, insieme a Friuli Venezia Giulia,
Emilia-Romagna e Veneto, risultano essere le aree più colpite dall'epidemia.
Nel corso del mese di aprile
due differenti sistemi di sorveglianza (l'Epidemie Intelligence sull'informazione per le
malattie trasmesse da alimenti e acqua, e il Sistema di allerta rapida della Commissione
europea) hanno segnalato la
presenza di due gruppi in cui
il virus dell'epatite A è stato riscontrato in maniera rilevante: il primo in Paesi nord europei e il secondo in turisti di
rientro dall'Egitto. Ai primi di
maggio, inoltre, sono stati se-
gnalati casi di epatite A in turisti stranieri che avevano soggiornato in Italia. Gli episodi
nord europei sono stati messi
in relazione al consumo di
frutti di bosco congelati d'importazione anche da Pesi extra Unione Europea. Così le indagini sono arrivate a scoprire
il virus dell'epatite in mirtilli e
fragole provenienti da Bulgaria, Polonia, Serbia e Canada.
Nella circolare ministeriale,
giunta sul tavolo dell'assessore Ugo Rossi, si raccomanda
«di indagare su un eventuale
consumo di frutti di bosco surgelati che sembrerebbero essere il veicolo dell'epidemia di
epatite A che sta coinvolgendo i Paesi del nord Europa e
quello maggiormente implicato in alcuni cluster italiani».
E intanto su fragole, mirtilli,
lamponi, ribes e more congelate sono in corso ulteriori
campionamenti.
Si è passati dai
167 malati
risconstrati a
cavallona il 2011 e il 2012
ai 471 registrati dal
settembre 2012 all'aprile
scorso nelle regioni
del nord est
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