Unità astronomiche Astronomi ed astrofisici sono sempre alle prese con numeri infinitamente grandi oppure infinitesimamente piccoli. Qualche esempio chiarirà sicuramente meglio i concetti: le onde della luce viaggiano alla incredibile velocità di 299 791 km/s, che è appunto la velocità della luce spesso approssimata in 300 000 km/s in un minuto, quindi, la luce percorre una distanza pari 17 987 460 km in 8 minuti (non è un valore casuale, ma corrisponde alla distanza Terra – Sole che, come vedremo, è molto importante) il tragitto compiuto dalla luce è di 143 899 680 km in un’ora la luce percorre una distanza pari a 1 079 247 600 km: più di un miliardo di km in un giorno la luce compie la “bellezza” di 259 019 424 000 km in un anno la distanza coperta è 9 454 208 976 000 km (si fa un po’ di fatica a leggerlo). In realtà il conto è stato fatto con l’anno civile, cioè 365 giorni da 24 ore ciascuno. In realtà il percorso compiuto dalla luce in un anno solare è 9 460 704 000 000 km la distanza della stella più vicina a noi, Proxima Centauri, è 39 924 170 880 000 km, quindi a circa 40 000 miliardi di km se andiamo nell’infinitamente piccolo, il nucleo dell’atomo di uranio, che è il più grande, ha un diametro di 0,000 000 000 000 01 metri (si legge 1 centesimo di biliardesimo di metro) Notazione esponenziale Esprimere i valori in questo modo non è né comodo né semplice: chi ricorderebbe tali “numeri”? Una soluzione si ottiene usando la notazione esponenziale, cioè utilizzando gli esponenti in base 10. Studiando le potenze hai imparato che 100, essendo uguale a 10x10, si può scrivere 10 2 perché 101x101 = 101+1 = 102 e quindi una distanza di 40 000 km diventa 4∙1 0000 = 4∙104 km. La distanza della Proxima Centauri diventa 4∙104∙109 km, cioè 4∙1013 km, mentre per il nucleo dell’uranio si ha 1∙10-14 m. Un simile metodo ci facilita la scrittura e la lettura perché ci evita di scrivere sequenze molto lunghe di numeri, tuttavia non è un metodo preciso perché si approssima. Il Sole dista dalla Terra circa 1,5∙108 km, ma non è il valore giusto, poiché la distanza media è di 149 960 000 km, così anche per la stella Proxima Centauri. Ma in che rapporto sta la distanza della Proxima Centauri rispetto alla distanza dal Sole? Servirebbe dei valori più immediati! Tornando alla velocità della luce, vediamo che la distanza media del Sole è esprimibile approssimativamente come 8 min e 20 s luce: la luce che ci sta riscaldando in questo momento è partita dal Sole 8 min 20 s fa . Se il Sole si spegnesse noi ce ne accorgeremmo con 8 min 20 s di ritardo. Se la Proxima Centauri si spegnesse, ce ne accorgeremmo dopo 4,28 anni. Ora le due distanze sono facilmente confrontabili, almeno quanto basta per dire che la Proxima Centauri è molto distante dal Sole. UNITA’ ASTRONOMICA Ci sono varie unità di misura per indicare una stessa grandezza. Alcune unità vanno bene entro certe scale, ma dopo diventano scomode. Le distanze all’interno del sistema solare possono essere espresse utilizzando l’Unità Astronomica come unità di misura. L’Unità Astronomica, simbolo UA, è la distanza media della Terra dal Sole, indicata in 149 597 870 chilometri. La definizione più “complessa” parla di semiasse maggiore dell’orbita intorno al Sole di un pianeta di massa trascurabile, non perturbato, la cui rivoluzione siderea sarebbe di 365,256 898 326 3 giorni. Scopriamo che Sole e Terra sono distanti 1 UA, mentre Mercurio dista solo 0,38 UA dal Sole. Questo ci fa immediatamente capire che Mercurio è molto più vicino al Sole della Terra, e che la distanza tra Terra e Mercurio è 0,62 UA. L’importante è non sconfinare dal sistema solare, perché esprimere la distanza di Proxima Centauri in base all’unità astronomica sarebbe ancora scomodo ( 266 121,139 2 UA). Abbiamo finora scoperto che: 1 UA = 8,19 minuti luce = 149 600 000 km L’unità astronomica come unità di base è stata calcolata misurando il tempo di andata e ritorno di un segnale radio molto potente, riflesso sulla superficie di Venere; la distanza dal Sole viene poi calcolata tramite triangolazione Terra-Venere-Sole. La tecnologia del radar in astronomia esige una potenza elevata in emissione e una sensibilità molto elevata nella ricezione degli echi, per questo può essere utilizzata soltanto nel sistema solare. In epoca pre-tecnologica si era provato a calcolare la distanza Terra-Sole utilizzando le conoscenze della geometria, ma il metodo più vicino alla misura reale sfruttava l’osservazione del transito di Venere sul disco solare osservato da due punti diversi della superficie terrestre, usando quindi il raggio del nostro pianeta come base. Per distanze ancora minori, come quella che separa la Luna dalla Terra, la tecnologia è ancora più precisa. Già Aristarco e Ipparco tentarono misurazioni trigonometriche basate sul diametro terrestre. La misura che oggi conosciamo è stata ottenuta con la telemetria laser. Le missioni Apollo hanno lasciato sul suolo lunare dei riflettori. Dalla Terra questi riflettori vengono puntati con dei laser e calcolando il tempio impiegato dal raggio stesso ad andare e tornare si è calcolata una distanza media di 384 400 km ANNO LUCE Abbiamo capito che in astronomia la velocità della luce è molto importante, tanto che possiamo esprimere le distanze in base al tempo che la luce impiega a percorrerle. Possono nascere dei dubbi esistenziali, perché stiamo indicando una grandezza di spazio (distanza) utilizzando una unità di misura temporale (anno). Un modo per esprimere la distanza dei corpi fuori del Sistema Solare, è quindi, l’anno luce. L’anno luce (al) è la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un anno cioé 9 460 704 000 000 km, percorsi alla velocità di 299 781 km/s. Se viaggiassimo alla velocità della luce, impiegheremmo 8 min 19 s per arrivare sul Sole; 4,28 anni per arrivare su Proxima Centauri, mentre impiegheremmo circa 433,8 anni per arrivare sulla Stella Polare. PARSEC Per distanze più elevate, anche l’anno luce inizia a diventare un po’ scomodo e allora si utilizza un’altra unità astronomica: il Parsec. Il concetto di Parsec è legato al concetto di parallasse, tanto è vero che parsec è l’abbreviazione di parallasse-secondo. Il valore di parallasse è una misura di distanza di un corpo celeste dalla Terra. La parallasse è, per un dato astro, l’angolo sotto il quale si vedrebbe, da questo astro , una lunghezza convenzionale situata alla distanza della Terra. Parsec e parallasse sono legati dalla formula d = 1/p dove p è la distanza in parsec mentre p è l’angolo di parallasse. Si tratta della misura angolare di una stella osservata da due punti differenti posizioni lungo l’equatore terrestre o lungo l’orbita terrestre. La Terra, vista dai due punti differenti, avrà una posizione differente rispetto alle stelle lontane e più “immobili” della volta celeste. Immaginiamo di guardare una persona tenendo aperto il solo occhio destro: la persona ci appare in una posizione. Ora restando allo stesso punto, guardiamo la stessa persona con l’occhio sinistro: la persona ci appare in un punto diverso. La parallasse si basa su questo fenomeno: un punto osservato da due posizioni differenti appare in punti differenti pur rimanendo, in realtà fermo. Ciò significa che per calcolare la parallasse bisogna trovarsi in due punti differenti, maggiore è lo spostamento dell’oggetto minore sarà la distanza. La parallasse sarebbe la distanza angolare dei nostri occhi vista nell’esempio della persona. Nel disegno, i due punti differenti sono forniti dalla rivoluzione terrestre nei punti raggiunti ogni sei mesi, a Gennaio e Luglio, che, con diametro orbitale di circa 300 milioni di chilometri, consente una buona stima. E’ il metodo della Parallasse annua, utilizzata per le stelle più lontane. Durante la rivoluzione, la stella rimane ferma ma la Terra, muovendosi, la fa apparire in movimento, facendole assumere per la precisione un movimento ellittico (proprio perché la Terra segue un ellisse). Nel punto orbitale di Gennaio, la stella appare nella posizione a destra, mentre nel punto di Luglio, che si verifica dopo sei mesi (mezzo giro di rivoluzione terrestre) appare a sinistra, dopo aver percorso una semiellisse. Tuttavia la stella è sempre fissa nel suo punto centrale, al netto del suo moto proprio comunque quasi impercettibile a distanza di sei mesi da una osservazione all’altra (sei mesi è il tempo necessario alla Terra per spostarsi da un punto dell’orbita al punto diametralmente opposto. Una volta calcolati i punti posizionali apparenti della stella, attraverso calcoli trigonometrici si può calcolare la posizione della stella stessa, e l’angolo che la sua proiezione verticale forma con il piano dell’eclittica terrestre è chiamato angolo di parallasse. Se ci trovassimo sulla stella, l’angolo sarebbe quello sotto il quale sarebbe possibile vedere il raggio dell’orbita terrestre, il che rispecchia in pieno la definizione iniziale di parallasse (annua in questo caso). L’angolo di parallasse si misura in secondi d’arco (1”) ed ogni parallasse calcolata sarà inferiore a 1”. Un Parsec corrisponde a 206 265 UA ovvero a 3,086∙1013 km oppure a 3,262 anni luce. Si utilizzano anche dei multipli: chiloParsec (kPc) e MegaParsec (MPc) per rappresentare migliaia e milioni di Parsec. Il primo utilizzato per esprimere distanze all’interno della Via Lattea, il secondo per distanze tra galassie.