In questo terzo film della saga ormai il tempo dei giochi è alle spalle: il mondo si è scatenata una ribellione che il potere centrale non è riuscito a domare con spietate rappresaglie e ormai si scivola verso la guerra totale: mentre i due schieramenti affilano le armi lo scontro cresce di livello e non mancano i colpi bassi che alimentano la tensione e tengono alto il ritmo della narrazione. L’eroina è un personaggio vero, anche nelle sue debolezze, ma molto efficace è anche il ritratto del leader malvagio, confermando la teoria che per la riuscita di un film un cattivo credibile conta quanto la non banalità del protagonista positivo. Il disegno dei personaggi conferma che dietro il film c’è un buon libro, qualche cosa di più delle storielle a lieto fine su futuri distopici approdate anche recentemente sul grande schermo. Un film quindi con molti punti di forza che sfrutta bene sia il budget adeguato, sia la qualità della storia di partenza, sia soprattutto una grande squadra di attori. Vale la pena citare, tra gli altri, Philip Seymour Hoffman, a cui la pellicola è dedicata, ancora una volta convincente in un ruolo delicato. Ci mancherà.