gruppo Luca dal 23 aprile al 7 maggio 2010 Vi augura BUON VIAGGIO Vietnam-Cambogia Pagina 3 S iamo nel 2010 e ci è ancora difficile pensare al Novecento come al "secolo scorso". Eppure ci sono storie, anche relativamente recenti in termini temporali, che ci appaiono subito come "cose dell'altro secolo", cioè eventi di un passato ormai chiuso da affidare alla memoria oppure (talvolta sarebbe meglio) all'oblio. Ci sono nomi che nel volgere di un paio di decenni finiscono per evocare sensazioni diverse, quasi che il loro significato sia nel frattempo cambiato: era uno nel Ventesimo secolo, è un altro nel Ventunesimo. Vietnam e Cambogia. Hanno detto guerra, bombardamenti, sofferenze, lutti, genocidi. Allora. Perché oggi raccontano una storia ben diversa: gente finalmente in pace, animi gentili, vita che scorre ai ritmi del fiume, antiche culture, resti archeologici non più minacciati di distruzione. Forse in questi Paesi non tutti i conti con il passato sono stati saldati, perché ci sono ferite che faticano a cicatrizzare, ma quegli orrori ormai sono definitivamente alle spalle. L'orrore. Era quello che il giovane capitano del film Apocalypse Now trovava alla fine della sua navigazione a ritroso sul Mekong, nell'allucinata follia della guerra in Vietnam. L'orrore. Era quello da cui scappava il protagonista del film Urla del silenzio, in fuga dagli stermini nella Cambogia di Pol Pot. In entrambi i casi si trattava di un viaggio, come un viaggio è quello che il Gruppo Luca si è proposto di fare. Ben diverso; perché da quei luoghi l'orrore è sparito, si è dissolto come nebbia nella storia e ha svelato una terra di meraviglie: i tappeti verdi delle risaie, le colline disegnate dalle coltivazioni, montagne ancora inesplorate, animali leggendari, templi che combattono con la giungla, grandi civiltà che riaffiorano, città profumate d'Oriente ma, soprattutto, gente capace di trasmettere amicizia e serenità. Precisazione necessaria: è arbitrario unire Vietnam e Cambogia, che sono nazioni molto differenti fra loro, con genti e culture diverse. Eppure lo abbiamo fatto volontariamente: erano insieme nei giorni bui della storia "dell'altro secolo", insieme le guardiamo, finalmente, sotto la luce. In nessun altro posto al mondo come in Vietnam e in Cambogia, viaggiare diventa così una rivincita. Vietnam-Cambogia Pagina 4 Operativo voli ANDATA Venerdì 23 aprile Cagliari (CAG) Roma (FCO) 11.00 12.05 AP5495 Venerdì 23 aprile Roma (FCO) Bangkok (BKK) 13.55 05.35+1 TG 945 Sabato 24 aprile Bangkok (BKK) Hanoi (HAN) 07.45 09.35 TG 560 HANOI HUE’ 12.30 13.40 VN 245 DANANG SAIGON 14.10 15.20 VN 329 PHNOM PENH SIEM REAP 09:45 10:35 K6-9851 AT Giovedì 6 maggio Siem Reap (REP) Bangkok (BKK) 20.30 21.35 PG 910 Venerdì 7 maggio Bangkok (BKK) Roma (FCO) 00.20 06.50 TG 944 Venerdì 7 maggio Roma (FCO) Cagliari (CAG) 08.45 09.50 AP5494 VOLI INTERNI Lunedì 26 aprile Mercoledì 28 aprile Lunedì 3 maggio RITORNO VIETNAM-CAMBOGIA Pagina 5 DATA LOCALITÀ PROGRAMMA GIORNALIERO 1° giorno Incontro dei partecipanti e partenza per Bangkok, via Roma, con volo di linea Alitalia/Thay Airways TG 945 delle ore 13.55. venerdì 23 aprile CAGLIARI - ROMA BANGKOK Arrivo a Bangkok alle ore 05.35. 2° giorno sabato 24 aprile ♦ Pasti e pernottamento a bordo. Proseguimento per Hanoi con il volo TG 560 delle ore 07.45. Arrivo ad Hanoi alle ore 09.35. Trasferimento in hotel. Tempo a disposizione per il riposo. BANGKOK HANOI Inizio delle visite alla città: al mausoleo di Ho Chi Minh, alla ”One Pillar Pagoda”, al Tempio della Letteratura, al West Lake, al Tempio Quan Thanh. In serata si assisterà allo spettacolo: Water Puppet Show ♦ Pranzo in hotel. ♦ Cena in ristorante locale. 3° giorno domenica 25 aprile HANOI HALONG BAY HANOI Prima colazione. L’intera giornata sarà dedicata all’escursione alla Baia di Halong Visita della baia in giunca, imbarcazione tipica del nord Vietnam che riprende lo stile dei sampan cinesi; visita del labirinto più grande del mondo, con enormi rocce che cadono direttamente nel mare, con grotte decorate da stalattiti e stalagmiti che formano disegni e scenografie favolose. ♦ Pranzo a bordo della giunca a base di frutti di mare. Rientro ad Hanoi nel tardo pomeriggio. ♦ Cena in ristorante locale. Prima colazione. Proseguimento delle visite ad Hanoi. Si visiterà il museo della Guerra, il museo delle Etnie ed il Lago della Spada Restituita. 4° giorno lunedì 26 aprile ♦ Pranzo in ristorante tipico. HANOI HUE’ 5° giorno martedì 27 aprile HUE’ DANANG HOI AN Nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto e partenza per Huè. Arrivo e trasferimento in hotel. Visita di Huè. Si inizia con la Cittadella, Città Proibita (1802-1945) costruita dai primi Imperatori Nguyen nel rispetto dei Ching (il libro dei mutamenti dell’universo) e delle regole dello Yang (il Positivo) e lo Yin (il Negativo). Si prosegue con la visita della Pagoda Thien Mu, situata sulla sponda sinistra del Huong Giang (il fiume dei profumi) e oggi l’indiscusso simbolo di Huè, per finire visita del mercato di Dong Ba. ♦ Cena in hotel. Prima colazione. Continuazione delle visite ai luoghi più rappresentativi di Huè: i Mausolei Imperiali di Tu Duc e Khai Dinh e la Pagoda di Tu Hieu. ♦ Pranzo in un ristorante locale. Trasferimento a Danang ed a Hoi An in pullman. All’arrivo si visita la cittadina di Hoian in cyclò: la pagoda cinese, il Ponte Giapponese, una tipica casa antica, la fabbrica della seta. ♦ Cena in ristorante locale. Vietnam-Cambogia Pagina 6 LOCALITÀ 6° giorno mercoledì 28 aprile HOI AN DANANG SAIGON 7° giorno giovedì 29 aprile 8° giorno venerdì 30 aprile 9° giorno sabato 1 maggio SAIGON SAIGON (Escursione a Cu Chi) SAIGON CHAU DOC PROGRAMMA GIORNALIERO Prima colazione. Visita di Danang. Si inizia con la visita del museo Cham, il museo più fornito di reperti archeologici del vecchio Impero Cham, e si prosegue visitando le montagne di marmo (effettivamente di granito) dove si trovano Pagode e Templi in un paesaggio surreale. Trasferimento in aeroporto e partenza per Saigon (Ho Chi Minh Ville). Sistemazione in hotel. ♦ Pranzo in un ristorante locale. Pomeriggio a disposizione per il riposo, lo shopping o altre attività individuali. ♦ Cena in hotel. Prima colazione. Visita alla Saigon “cinese”, utilizzando anche i tradizionali cyclo. Sosta al mercato di Cholon. Visita di Thien Hau, la più antica pagoda cinese della città. Shopping nella via Dong Khoi, la vecchia “Rue Catinat” dei coloni francesi che qui avevano il loro salotto ricco di tentazioni di ogni genere. ♦ Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio, visita in pullman della Saigon “coloniale”. Sosta al grande mercato coperto di Ben Thanh che é il simbolo stesso della città Visita al “Museo dei crimini della guerra”, tragica e eloquente testimonianza degli orrori della guerra. Il periodo coloniale rivive davanti all'edificio delle Poste disegnato da Gustave Eiffel e la neoromanica cattedrale di Notre-Dame. ♦ Cena in ristorante locale. Prima colazione. Partenza in pullman per Cu Chi. Lungo la strada sosta a una fabbrica artigianale di gallette di riso (sfoglia ricavata dalla farina di riso). Arrivo a Cu Chi e visita dei tunnel costruiti durante l’occupazione francese e sviluppati dai Viet Cong durante il conflitto contro l’America. Si estendono per la lunghezza di 250 Km e arrivano sino alla città di Saigon. ♦ Pranzo in ristorante tipico. Rientro a Saigon e visita della parte coloniale della città. ♦ Cena in hotel. Prima colazione. Viaggio nel cuore delle località più suggestive del delta del Mekong. Si parte per l'escursione in pullman e dopo circa due ore si giunge all'imbarcadero sul Mekong dove ci attendono piccole imbarcazioni locali che penetrano nei rami del fiume e portano fino al pittoresco mercato galleggiante di Cai Be cui fanno corona le vaste piantagioni di frutti tropicali. Durante il trasferimento a Ovest, verso Chau Doc, si incontreranno i tipici villaggi galleggianti del Delta con i loro ricchi allevamenti di gamberi. Arrivo a Chau Doc e sistemazione in Hotel. ♦ 10° giorno CHAU DOC domenica 2 maggio PHNOM PENH Pranzo e cena in hotel. Prima colazione. Valicata la frontiera con la Cambogia si risale il Mekong Inferiore su una barca veloce che impiega circa 4 ore per raggiungere Phnom Penh. ♦ Pranzo in ristorante locale. Inizio delle visite alla parte classica della capitale della Cambogia con la visita del Museo Nazionale, prezioso scrigno che racchiude i capolavori della scultura khmer dal V al XIII secolo, e dell'area del Palazzo Reale con la Sala del Trono, in cui ancora oggi il Sovrano concede le sue udienze, e del contiguo complesso della Pagoda d'Argento. ♦ Cena e pernottamento in hotel. Vietnam-Cambogia Pagina 7 LOCALITÀ 11° giorno lunedì 3 maggio PHNOM PENH SIEM REAP 12° giorno martedì 4 maggio SIEM REAP (Angkor) PROGRAMMA GIORNALIERO Prima colazione. Trasferimento all'aeroporto e partenza per Siem Reap. Arrivo e trasferimento in hotel. ♦ Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio si percorre in pullman la strada che conduce ai piedi del Phnom Krom dove sulle rive del Grande lago sono ormeggiate decine e decine di barche che ospitano le case galleggianti del villaggio dei pescatori: una comunità di “nomadi del lago” che si spostano sulle acque del Tonle Sap per seguire le stagioni della pesca e che qui hanno le loro abitazioni, le scuole, la chiesa, i negozi, gli uffici pubblici, gli allevamenti di pesce, tutti costruiti su barconi e piattaforme galleggianti che si alzano e abbassano seguendo il regolare ritmo delle piene del lago. E' l'ancestrale costume di vita delle popolazioni rivierasche indocinesi. ♦ Cena in hotel Prima colazione. Intera giornata dedicata alla visita dei templi di Angkor: la piú estesa area archeologica del mondo dove gli archeologi classificarono 276 monumenti di primaria importanza. Fra tante meraviglie non deve mancare la visita della cittadella fortificata di Angkor Thom con le sue imponenti mura e le splendide porte monumentali fatte erigere sul finire del XII secolo dal grande re Jayavarman VII che ordinò anche la costruzione, al centro del quadrilatero fortificato, del Bayon: il più enigmatico e suggestivo fra tutti i templi eretti dagli Khmer. Bassorilievi di enorme realismo e forza espressiva fanno corona a 54 torrisantuario al culmine di ognuna delle quali quattro enormi volti in pietra, orientati sui punti cardinali, proiettano l'immagine del bodhisattva Lokeshvara. Le immagini da tutti cercate e che hanno creato il vero “mito” di Angkor vengono scoperte dietro il muro di arenaria lungo 3.200 metri che racchiude Ta Prohm, il grande monastero buddhista che Yayavarman VII consacrò nel 1186 e che gli archeologi hanno volutamente lasciato quasi intatto, nello stato in cui venne ritrovato: giganteschi alberi sorgono fra l'intrico di torri santuario, enormi radici avvolgono le gallerie, folti arbusti germogliano dai tetti di ogni costruzione e il visitatore non riesce piú a distinguere l'opera dell'uomo dalle creazioni della natura. Fra tutti i templi quello sicuramente più celebrato é però Angkor Wat, il capolavoro indiscusso dell'architettura e dell'arte khmer. Misura un perimetro esterno di 1.800 metri per 1.300 e il santuario centrale ha una superficie di 215 metri per 186 e culmina con il raffinato profilo delle cinque torri-santuario che dominano il paesaggio. Milleduecento metri quadri di raffinati bassorilievi offrono la spettacolare testimonianza di un'arte figurativa di eccelsa raffinatezza. Eretto quando in Italia si consacrava la cattedrale di Pisa e a Parigi si costruiva Notre-Dame, é l'emblema della Cambogia ed é il simbolo dello stupendo Medioevo del Sud-Est asiatico. ♦ ♦ Prima colazione. 13° giorno mercoledì 5 maggio SIEM REAP Si prosegue il percorso nell'area archeologica con la visita di monumenti forse meno noti al grande pubblico ma non per questo meno rimarchevoli sul piano artistico. Una delle più antiche costruzioni sacre di Angkor é il Prasat Kravan del 921: cinque santuari dalle eleganti forme dedicati al culto del dio Vishnu, costruiti in mattone e allineati su un basamento volto a Est. Sempre il mattone venne largamente utilizzato per edificare nel 952 il Mebon, il tempio che sorgeva su un isolotto artificiale al centro del bacino del Baray orientale. Solo nove anni piú tardi il re Rajendravarman fece erigere il Pre Rup, il grandioso tempio-montagna dai caldi colori ocra. Al periodo “aureo” di Jayavarman VII risalgono il grandioso santuario buddhista di Prah Khan, il tempio della “Sacra Spada”, il monastero di Banteay Kdei, la “Cittadella delle celle” monacali, gli enigmatici e suggestivi bacini sacri di Neak Pean, i “Serpenti intrecciati”, e la piscina delle abluzioni pubbliche, il Srah Srang. ♦ ♦ 14° giorno giovedì 6 maggio Pranzo in ristorante locale Cena e pernottamento in hotel SIEM REAP BANGKOK Pranzo in ristorante locale Cena e pernottamento in hotel Prima colazione. Tempo a disposizione per attività individuali. ♦ Pranzo in hotel. Nel tardo pomeriggio, trasferimento all'aeroporto e partenza con volo di linea PG 910 delle ore 20.30 per Bangkok. Arrivo a Bangkok alle ore 21.35. Inizio delle operazioni di imbarco per Roma. Pasti e pernottamento a bordo. 15° giorno venerdì 7 maggio ITALIA Partenza con volo TG 944 delle ore 00.20 per Roma. Arrivo a Roma alle ore 06.50. Prosecuzione per Cagliari . L’arrivo è previsto per le ore 09.50. Fine dei servizi. Vietnam-Cambogia Pagina 8 gli HOTEL dal 24 al 25 aprile HANOI V 84 Tran Nhan Tong Street- Hanoi ℡(0)4 3822 3535 26 aprile 27 aprile HOI AN HUE IMPERIAL HUE HOTEL 8 Hung Vuong Boulevard, Hue City ℡(84.54) 388 2222 LIFE RESORT 1 Pham Hong Thai Street. Hoi An Town ℡(84 510) 3914-555 V V Vietnam-Cambogia dal 28 al 30 aprile Pagina 9 SAIGON 1 maggio 2 maggio PHNOM PENH dal 3 al 5 maggio EQUATORIAL HOTEL 242 Tran Binh Trong, District 5 Ho Chi Minh City - ℡(848)3839 7777 VICTORIA CHAU DOC 32 Le Loi Street, 8400 Chau Doc Town - ℡(076) 865 010 CHAU DOC PHNOM PENH HOTEL Monivong Boulevard, Phnom Penh, Cambodia, 53 - ℡(0)23 991 868 SIEM REAP V V V ROYAL ANGKOR RESORT Highway No. 6, Phum Kasekam ℡(855) 63 767 555 V Vietnam-Cambogia Pagina 10 V i e t n a m Visitare il Vietnam è coinvolgente, un'esperienza intensa a contatto con un popolo dalle qualità eccezionali. È difficile restare indifferenti di fronte all'orgoglio ed al genuino calore di questa gente sopravvissuta a mille anni di ingerenze straniere, invasioni e saccheggi, colonialismo e guerre imposte ma, mai come ora, proiettati con entusiasmo verso il futuro. È difficile descrivere la ricchezza della cultura di questo popolo, le radici profonde delle sue tradizioni e la bellezza mai scontata dei suoi paesaggi. Fra le montagne quasi inaccessibili del nord, sede naturale di molteplici minoranze etniche, lo spettacolo delle magnifiche guglie calcaree che sorgono dalla baia di Halong vi lascerà ammirati; le città dove, tra il fascino delle vestigia imperiali, stordisce il caos del traffico moderno; fra gli immutati e lenti ritmi dei canali e delle rive dei grandi fiumi, il Vietnam vi offre una varietà di sensazioni e una miriade di immagini mozzafiato. È un viaggio per tutti: la grande varietà della cucina, l'efficienza dei trasporti e la qualità dei servizi, lo rendono piacevole anche a chi non vuole rinunciare agli abituali comfort. Generalità Nome completo: Viet Nam Nome ufficiale: Cộng hòa xã hội chủ nghĩa Việt Nam (Repubblica Socialista del Vietnam) Lingue ufficiali: vietnamita Capitale: Hanoi (3.730.000 ab. / 2004) Politica Forma di governo: Stato socialista Capo di stato: Nguyễn Minh Triết Indipendenza: Dalla Francia, 2 settembre 1945 Ingresso nell'ONU: 20 settembre 1977 Superficie Totale: 331.689 km² (65º) % delle acque: 1,27 % Popolazione Totale (2009): 85.789.573 [1] ab. (14º) Densità: 258 ab./km² Varie Moneta: Dong 1 Euro = 25682.8000 Dong 1 Dollaro USA= 19065.2513 Dong Energia: Tensione: 127/220 V—Frequenza: 50 Hz Prefisso tel.: +84 Fuso orario: + 6h rispetto all'Italia. + 5 h (con ora legale) Clima: Il Vietnam si estende per circa 1800 km in latitudine e il clima nelle due principali città, Hanoi al nord e Ho Chi Minh City (l'ex Saigon) al sud, è abbastanza differente e spostandosi verso sud le temperature tendono ad aumentare. L'umidità è ovunque elevata e determina l'aumento della sensazione di caldo e di freddo nelle varie stagioni. Il clima al nord è caratterizzato da due stagioni: l'inverno e l'estate. L'inverno, da novembre ad aprile, si presenta con temperature medie tra i 16 e i 23 gradi, con minime intorno ai 10 gradi e limitate precipitazioni. I mesi estivi (da maggio ad ottobre) fanno registrare temperature elevate (25-35 gradi), piogge abbondanti e occasionali violenti tifoni. Al centro il clima è tropicale, con due distinte stagioni quella umida e quella asciutta. La stagione asciutta va da novembre a marzo, mentre nel periodo settembre - novembre sono possibili tifoni. Il miglior periodo per un viaggio in questa zona è tra febbraio e aprile. Il sud, caratterizzato da un clima sub-equatoriale, ha due distinte stagioni: quella umida (da maggio a novembre), durante la quale si verificano quasi quotidianamente intensi acquazzoni di breve durata, e quella asciutta (da dicembre ad aprile), con clima caldo e umidità non eccessiva. La temperatura media durante tutto il corso dell'anno è intorno ai 28 gradi. Il periodo migliore per visitare il Vietnam va da ottobre ad aprile quando le precipitazioni atmosferiche sono ridotte, l'umidità non è eccessiva e le temperature sono gradevoli in tutto il Paese. Vietnam-Cambogia Pagina 11 c a m b o g i a In Cambogia andremo subito alla meta raggiungendo la città di Siem Reap, base di partenza per poter visitare il complesso archeologico di Angkor. Qui si trovava l’antica capitale dei khmer, e qui aveva sede il regno che imperò dal IX al XIV secolo. Fu l’esploratore francese Henri Muhat a scoprire, nel decennio 1850/60, il complesso di Angkor, nascosto per secoli da una fitta e rigogliosa giungla. Vennero così alla luce oltre 1000 pagode e luoghi di culto, distribuiti in un’area di circa 300 kmq. Oggi sono circa trenta i templi in buono stato di conservazione, anche se l’attenzione storica e archeologica si concentra su tre complessi: sono quelli di Angkor Thom, Angkor Wat e Mebon orientale. Quest’ultimo, che risale al XII secolo, è costituito da vari templi e residenze; Angkor Wat, il monumento più visitato di tutto il complesso di Angkor per la sua armonia architettonica e per la bellezza dell’ambiente in cui è inserito; infine, Angkor Thom, la quarta capitale del Regno (XII sec.). Generalità Nome completo: Regno della Cambogia Nome ufficiale: Preăh Réachéanachâkr Kâmpŭchea Lingue ufficiali: khmer Capitale: Phnom Penh (2.009.262 ab. / 2009) Politica Forma di governo: Monarchia parlamentare Capo di stato: re Norodom Sihamoni Indipendenza: dalla Francia, 9 novembre 1953 Ingresso nell'ONU: 14 dicembre 1955 Superficie Totale: 181.040 km² (96º) % delle acque: 2,5 % Popolazione Totale (2009): 14.494.293 ab. (66º) Densità: 74 ab./km² Varie Moneta: Riel 1 Euro = 5642.0000 Riel 1 Dollaro USA= 4188.2563 Riel Energia: Tensione: 127/220 V - Frequenza: 50 Hz Prefisso tel.: +855 Fuso orario: + 6h rispetto all'Italia. + 5 h (con ora legale) Clima: La Cambogia rientra nell'area monsonica, ma sul clima del paese risentono alcuni fattori locali come la vicinanza all'equatore, che tende a prolungare il periodo piovoso, e la presenza periferica di alteterre che riparano alquanto la depressione centrale, dove si hanno valori pluviometrici moderati, inferiori a 1500 mm annui (media annuale di Phnom Penh: 1125 mm). La stagione delle piogge va da maggio a ottobre (cielo coperto, temperature moderatamente elevate); il massimo delle precipitazioni si concentra in ottobre, quando cadono i 2/3 delle piogge. La stagione secca va da novembre a febbraio, con un minimo di precipitazioni in febbraio. Vi è bel tempo e temperature relativamente fresche, che tendono ad aumentare in misura notevole fino alla seconda metà di maggio in cui, avvicinandosi la stagione piovosa, si vanno facendo torride. Gli altopiani periferici hanno condizioni climatiche diverse: temperature più fresche e soprattutto un'umidità più diffusa ed abbondante, con precipitazioni superiori ai 2000 mm, ed una stagione secca ridotta a 3 mesi. I monti Cardamomi, direttamente esposti al monsone di sud-ovest, ricevono sui loro versanti marittimi precipitazioni superiori a 5000 mm, tra i più alti valori della zona monsonica. Vietnam-Cambogia Pagina 12 Fuso orario + 6h rispetto all'Italia. + 5 h quando in Italia vige l'ora legale. Lingue ♦ In Vietnam il Vietnamita. E' diffusa, nelle principali città e nelle zone frequentate dai turisti, la conoscenza della lingua inglese. Tra le persone anziane prevale la conoscenza della lingua francese. ♦ In Cambogia la lingua ufficiale è il khmer, piuttosto difficile da imparare, ma è sufficiente conoscere le frasi essenziali per cavarsela egregiamente. L'inglese sta velocemente diventando la seconda lingua del paese, superando così il francese, molto diffuso tra gran parte di coloro nati prima degli anni '70 del Novecento. Religioni ♦ In Vietnam: Buddismo e cattolicesimo (circa sette milioni di fedeli). ♦ Il buddhismo theravada è la religione più diffusa della Cambogia. Moneta La moneta del Vietnam è il Dong che non è convertibile fuori dal Paese. Si consiglia di portare con sé denaro sufficiente per l’intera durata del soggiorno. I dollari americani sono comunemente utilizzati, eccezion fatta per gli uffici delle amministrazioni pubbliche, mentre gli euro cominciano ad essere accettati in molti alberghi, ristoranti ed esercizi commerciali. E’ possibile incontrare difficoltà a riconvertire i dong in dollari o euro al temine del soggiorno. Possono essere utilizzati anche i traveller's cheques. Si sta diffondendo l’utilizzo delle carte di credito (Visa, Master Card, American Express), soprattutto nei grandi alberghi, nei ristoranti con clientela internazionale e in negozi di fascia medio-alta. La moneta della Cambogia è il Riel. La valuta estera più accettata è il dollaro USA, che può essere usato in alternativa alla valuta locale. Sportelli bancomat sono disponibili nelle maggiori località turistiche e le carte di credito vengono accettate negli hotel di fascia medio-alta e presso i ristoranti. Telefonia La copertura per telefoni cellulari GSM a 900 mhz è buona nelle maggiori città del Paese e nelle zone costiere. E’ attivo ma non sempre affidabile, il servizio di roaming internazionale per le utenze dei principali operatori italiani. Per chi desidera disporre di un numero vietnamita, sono reperibili facilmente schede ricaricabili a costi contenuti. Internet Internet è diffuso in tutto il Paese. In ogni località sono facilmente reperibili Internet Cafè ove è possibile l’uso di terminali a prezzi molto contenuti. Situazione sanitaria ♦ VIETNAM. L’assistenza sanitaria prestata dalle strutture ospedaliere pubbliche vietnamite è al di sotto degli standard europei. Tuttavia, ad Hanoi e Ho Chi Minh City esistono ospedali privati in grado di fornire un’assistenza di livello sufficiente, quanto meno in alcuni settori (ostetricia, medicina generale, analisi di laboratorio). A queste strutture è opportuno rivolgersi per prestazioni di pronto soccorso, anche se le tariffe sono piuttosto alte e da pagarsi in anticipo. In caso di malattie o di incidenti per i quali siano necessari interventi sanitari più delicati e complessi, è quindi indispensabile il trasferimento a Bangkok, Singapore o Hong Kong. Per l’acquisto di medicinali, occorre rivolgersi a farmacie affidabili e di provata serietà, a causa della diffusione di prodotti contraffatti. ♦ CAMBOGIA. Le strutture sanitarie non sono equiparabili agli standard italiani; si consiglia, quindi, di recarsi in ospedale solo per piccoli problemi medici o come appoggio per un immediato rimpatrio aereo del malato o trasferimento in altro Paese. L’acqua non è potabile e, in alcune zone del Paese, è potenzialmente infettata da virus, parassiti e batteri o sostanze chimiche. Si raccomanda pertanto di bere solo acqua imbottigliata e di mangiare preferibilmente frutta sbucciata, evitando le verdure crude ed il ghiaccio nelle bevande. Si consiglia di non consumare i cibi precotti in vendita nelle numerose bancarelle presenti in strada. Carne e pesce dovrebbero essere consumati ben cotti. Elettricità La corrente elettrica è generalmente a 200 volt/50 hertz nelle città e spesso a 110 volt nelle zone rurali. Le prese elettriche sono uniformate a quelle europee ed american. Vietnam-Cambogia Suggerimenti Pagina 13 Si può cambiare valuta in quattro modi: in banca, negli uffici di cambio autorizzati, presso le reception degli alberghi e sul mercato nero. Il tasso di cambio più conveniente è quello praticato dalle banche, anche se gli uffici di cambio si trovano più a portata di mano e restano aperti più a lungo. Di solito, il cambio in nero non conviene e quindi se vi proporranno un tasso migliore di quello delle banche state certi che vi sarà qualcosa sotto. Le carte di credito Visa, MasterCard, American Express e JCB sono accettate in tutte le grandi città e nei luoghi maggiormente turistici. Fuori da queste zone è praticamente impossibile cambiare valuta straniera in dong. Gli alberghi di proprietà governativa e i ristoranti per turisti di solito aggiungono un 5% al conto per il servizio e perciò non è prevista la mancia; lasciare qualcosa negli altri posti invece potrebbe essere un gesto assai apprezzato dal personale. Anche una mancia ad autisti e guide sarebbe raccomandabile, oltre naturalmente a una piccola donazione quando si lascia una pagoda. Mercanteggiare mentre si fanno acquisti è una pratica giusta, ma non dimenticate di farlo con il sorriso sulle labbra e consideratela una forma di scambio culturale piuttosto che una questione di vita o di morte. LA CUCINA La cucina vietnamita è particolarmente varia: si dice che vi siano almeno 500 piatti tradizionali, da quelli a base di carni esotiche come quelle di pipistrello, cobra e pangolino fino a fantasiose ricette vegetariane (spesso cucinate per contenere la stessa carne e il pesce). Il piatto classico vietnamita è però costituito da riso in bianco accompagnato da verdure, carne, pesce, spezie e intingoli vari. Tra gli spuntini più comuni vi sono gli involtini primavera e le frittelle di riso, oltre alle onnipresenti zuppe con anguille e vermicelli, pollo spezzettato e speziato. Tra i frutti più singolari ricordiamo il frutto del drago verde, il jojoba, i cachi, il longan, il mangostano, il pompelmo, la ciliegia a tre semi e la mela d'acqua. Per mangiare un piatto vietnamita bisogna prendere il riso da un piatto comune e metterlo nella propria ciotola. Con le bacchette, poi, si prende la carne, il pesce o le verdure dai piatti di portata e li si aggiunge al riso. Tenendo la ciotola vicino alla bocca, si usano le bacchette per mangiare. I vietnamiti sono sorpresi da chi lascia la ciotola sul tavolo e cerca di portare alla bocca il cibo precariamente tenuto con le bacchette: si tratta di una cosa che li diverte, ma non li offende. Una bevanda molto rinfrescante che potrete gustare in Vietnam è il latte di cocco. I vietnamiti credono però che il latte di cocco affatichi l'organismo. Gli atleti, per esempio, non lo bevono mai prima di una competizione. Un'altra specialità vietnamita, questa volta alcolica, è il vino di serpente (ruou ran). Si tratta di un vino di riso nel quale si trova un serpente sottaceto. Sembra che questo prodotto abbia proprietà tonificanti e si dice che curi qualsiasi disturbo… La gastronomia cambogiana ha tutte le caratteristiche della cucina tailandese, cinese e vietnamita e il riso è l’ingrediente principale. L’immensa depressione lacustre offre inoltre una grandissima quantità di fauna ittica d’acqua dolce: trote, carpe e anguille. Generalmente un pasto cambogiano comprende una zuppa accompagnata da tagliatelle di riso, e alcune porzioni di pesce o carne di bue. Le zuppe più comuni sono la samla machou banle, di pesce, la samla chapek, di maiale allo zenzero, e la samla machou bangkang, di gamberetti. I cambogiani poi non sanno fare a meno della frutta e resterete stupiti, nei mercati, della quantità di mercanzia di questo tipo. È insomma il luogo adatto per fare piacevoli e colorate scoperte! ACQUISTI La produzione artigianale dei Paesi del Sud Est Asiatico è molto varia: lavori in legno finemente intagliato, oggetti di lacca policroma incisa, parasole variopinti, stoffe di seta e cotone, tessuti ricamati, arazzi e tappeti, pietre preziose e oggetti d’oro e d’argento. Ai lavori di artigianato locale si aggiungono le caratteristiche manifatture delle minoranze etniche, abiti e tessuti ricamati, borse di stoffa, gioielli d’argento che colorano i numerosi mercati. Ricordiamo che è vietato l’esportazione di antichità e di immagini del Buddha. Vietnam-Cambogia Pagina 15 Vietnam-Cambogia Pagina 16 HUE’ DANANG HOI AN SAIGON Vietnam-Cambogia Pagina 17 vietnam terra di cultura antica Vietnam-Cambogia Pagina 18 CAGLIARI – ROMA – BANGKOK 1° giorno Partenza per Bangkok con volo di linea Thai Airways TG 945 delle ore 13.55. 23 aprile venerdì Pasti e pernottamento a bordo. BANGKOK- HANOI 2° giorno 24 aprile sabato Arrivo a Bangkok alle ore 05.35. Proseguimento per Hanoi con il volo TG 560 delle ore 07.45. Arrivo ad Hanoi alle ore 09.35. Trasferimento in hotel. Pranzo in hotel. Visita alla città. Cena in ristorante locale La giornata si conclude con il Water Puppet Show: uno spettacolo unico al mondo dove gli attori sono delle marionette in legno che su uno scenario di acqua fanno rivivere antiche storie tradizionali, scene di vita quotidiana e vicende tratte da leggende popolari. Hanoi (in scrittura Chữ Quốc Ngữ: Hà Nội; in scrittura Chữ Hán: 河内, 河内 3.398.889 abitanti nel 2007) è la città capitale dello stato del Vietnam. Il sito di Hanoi è stato abitato da almeno il 3.000 a.C.. Hanoi ha cambiato molti nomi nel corso della sua storia, tra gli altri Tống Bình (宋平), Long ðỗ (龍肚; letteralmente "pancia del dragone") e ðại La. Nel 1010 l'imperatore Lý Thái Tổ, della dinastia Lý, fece costruire su questo sito la sua nuova capitale, chiamandola Thăng Long (昇龍, "dragone che si alza in volo”). In seguito a varie vicissitudini storiche, Hanoi venne chiamata anche ðông ðô, ðông Quan, ðông Kinh (東京, “Capitale dell’Est” – il nome che gli europei conosceranno come Tonchino) e Bắc Thành (北城, “Cittadella del Nord”). Nel 1802, la ristabilita Dinastia Nguvễn mosse la capitale a Hué. Nel 1831 l’imperatore Minh Mang ridenominò la città Hà Nội (河 内, traducibile come “tra i fiumi”) . Occupata dai francesci nel 1873, divenne la capitale dell’Indocina francese nel 1902. Nel 1940 venne occupata dall’esercito del Giappone per essere liberata nel 1945, quando Ho Chi Minh Ho Chi Minh, leader del movimento indipendentista Việt Minh proclamò ufficialmente l'indipendenza della Repubblica Democratica del Vietnam, il 2 settembre del 1945. Rioccupata dai colonialisti francesi nel 1946, viene liberata definitivamente nel 1954, divenendo la capitale della Repubblica Democratica Popolare del Vietnam (Vietnam del Nord) fino alla riunificazione del 1976. La città sorge sulla riva destra del Fiume Rosso, e dista 130 km dalla sua foce nel Golfo del Tonchino. Vietnam-Cambogia Pagina 19 Hanoi H anoi, capitale politica del Vietnam, significa in vietnamita "al di qua del fiume" ed è adagiata lungo la sponda del Fiume Rosso, che nel corso del tempo, a causa di alluvioni e cambi di percorso, ha dato vita a diversi laghi costellati da isolette che caratterizzano il paesaggio urbano. H anoi si presenta come una tipica città francese d’inizio secolo, con lunghi viali, parchi e costruzioni che richiamano appunto lo stile francese, retaggio della dominazione coloniale. Non mancano però aspetti che richiamano la secolare cultura asiatica. Malgrado i bombardamenti subiti dalla città infatti, buona parte dei suoi edifici storici sono ancora in discrete condizioni. Un’immagine tipica dell’antica architettura vietnamita è fornita dal Tempio della Letteratura, dedicato a Confucio nel 1.070 da antichi eruditi e letterati, che qui fondarono la prima università del paese, senza tralasciare il tempio di Ngoc Son, ubicato su un’isoletta del lago Hoan Kiem. Altre importanti attrattive storiche della capitale sono la Pagoda Mot Cot (conosciuta come “Pagoda ad un solo pilastro”), particolarissima pagoda in legno che poggia su un unico pilastro, costruita nel 1.049 a rappresentazione della purezza del fior di loto; il Mausoleo di Ho Chi Minh, legato alla storia recente del Paese; il tempio del genio Quan Than ed il lago della Spada Restituita, circondato da alberi secolari. Hà Nội Stato: Vietnam Regione: Delta del Fiume Rosso Coordinate: 21°2′″N 105°51′″E Altitudine: 19 m s.l.m. Superficie: 920,97 Km2 Abitanti : 3.398.889 (2007) Densità: 3.347 ab./Km2 Status: città-provincia E’ infine interessante andare alla scoperta dello spirito popolare della città, visitando il Museo delle Etnie e passeggiando tra negozietti colorati e vecchie botteghe all’interno del Quartiere Vecchio (XV secolo), a bordo dei tradizionali cyclò. H anoi è una miscela di oriente ed occidente con influenze cinesi e francesi risalenti al periodo coloniale. Numerosi i palazzi dalla facciata severa e spoglia, tipici dell'era comunista ma non mancano gli edifici ultramoderni secondo la moda imperante nelle grandi metropoli del Sud-Est Asiatico. DA VEDERE Mausoleo di Ho Chi Minh. Questo imponente edificio di stile sovietico rivestito in marmo emana un tale senso di malinconia che si potrebbe pensare che lo “zio Ho” a tale vista si rivolti nella tomba o meglio nel sarcofago di vetro in cui è posta la salma imbalsamata. Il mausoleo è certamente uno dei monumenti più visitati e venerati dai vietnamiti e in Ba Dinh Square, su cui si affaccia, si svolgono le parate annuali della vittoria in puro stile sovietico One Pillar Pagoda. Questa deliziosa struttura di legno, collocata in mezzo al laghetto di ninfee, fu fatta costruire dall’imperatore Ly Thai Tong (1028-1054) per ricordare il sogno durante il quale Quan The Am Bo Tat, la dea della misericordia, gli presentava un bambino, suo figlio erede. Subito dopo questa visone, egli sposò una giovane contadina che gli diede il primo figlio. Questa pagoda non è l’originale, ma quella fatta ricostruire dal regime rivoluzionario dopo che, nel 1954, i francesi avevano distrutto la struttura primitiva. Oggi le copie vietnamite senza figli si recano al santuario per ottenere la possibilità di un concepimento. La pagoda è molto suggestiva e molti giovani artisti la ritraggono da ogni angolazione. Vietnam-Cambogia Pagina 20 Tempio della Letteratura. Questa antica università e celebrato esempio dell’antica architettura vietnamita si trova circa due Km a ovest del centro cittadino nel punto di intersezione di quattro vie. Gran parte di questo complesso di cortili e padiglioni cinti da mura fu costruito nel 1070, dedicato a Confucio, e sei anni dopo divenne la prima università del Vietnam, nella quale studiavano i figli dei mandarini. Su alcune steli, ognuna delle quali eretta sopra una testuggine di pietra, sono incisi i nomi degli studenti che passarono brillantemente le prove dei concorsi statali tenutisi qui dal 1442 al 1778. West Lake. Situato al limite nordoccidentale della città, il West Lake è una tranquilla zona ricreativa molto suggestiva al tramonto, quando il cielo e l’acqua si fondono in una distesa di colori vivaci e cangianti. Lungo la sponda orientale una strada rialzata porta a un piccolo specchio d’acqua, l’Ho Truc Bach (lago di Seta Bianca), chiamato anche “lago delle bombe”. Nell’ottobre del 1967 atterrò qui un pilota americano, lanciatori dal suo aereo in fiamme, colpito dall’antiaerea durante l’attacco a una fabbrica di componenti elettronici. Lì accanto una lapide ricorda l’avvenimento. Nella zona ci sono inoltre due famosi templi: la pagoda di Tran Quoc e quella di Quan Thanh. La pagoda di Quan Thanh, dedicato al dio Huyen Tran Thien Vo, è la più bella delle due sotto il profilo architettonico. Questo tempio della dinastia Ly (1010-1225) vanta una statua di bronzo e una campana che risalgono al 1677, ma la sua vera particolarità è il cortile principale dove tutti i pomeriggi i bambini si allenano nella arti marziali. Water Puppet Show Una grande vasca come palcoscenico, decine di singolari, colorate e divertenti marionette abilmente mosse dai marionettisti ed un gruppo di musicisti che suonano flauti di legno, xilofoni di bambù ed originali strumenti ricavati dal bau, una sorta di anguria cinese. Lo spettacolo delle marionette - che dura più o meno un'ora - in lingua locale ha il nome di Mua Roi Nuoc. Vietnam-Cambogia Pagina 21 HANOI - HALONG BAY – HANOI 3° giorno Escursione alla Baia di Halong. Visita della baia in giunca, imbarcazione tipica del nord Vietnam che riprende lo stile dei sampan cinesi; visita del labirinto più grande del mondo, con enormi rocce che cadono direttamente nel mare, con grotte decorate da stalattiti e stalagmiti che formano disegni e scenografie favolose. 25 aprile domenica S e dici «Vietnam» la gente pensa al napalm ed al Colonnello Kurtz, il Marlon Brando di Apocalypse Now; se dici «Vietnam» è la guerra tra Stati Uniti e Viet Cong a balzare drammaticamente alla memoria, quella che i vietnamiti chiamano ‘Guerra contro gli americani per salvare la nazione’. Ma oggi il Vietnam sta lentamente uscendo dall’incubo aprendo ai turisti più curiosi le proprie meraviglie. Rientra sicuramente tra queste la Baia di Ha Long, che letteralmente significa “luogo dove il drago si è inabissato nel mare” (la leggenda vorrebbe che la baia sia nata proprio dalla furia di un drago). Il posto si configura come una vera e propria laguna ma in realtà siamo in mare aperto: quello che offre la baia, infatti, sono le 3000 isole che si innalzano per molti metri sopra il livello del mare, le cui acque sono di un incantevole verde smeraldo; naturalmente previste e da non perdere le escursioni nelle isole ingioiellate da spiagge e grotte, per mezzo di tipiche imbarcazioni (le giunche). Non sorprende, pertanto, che una simile realtà naturale sia divenuta patrimonio dell’UNESCO (1994). L U na leggenda locale dice che molti anni fa i vietnamiti stavano combattendo gli invasori cinesi; gli dei mandarono una famiglia di dragoni per aiutarli. Questi dragoni iniziarono a sputare gioielli che si trasformarono nelle isole ed isolotti che punteggiano la baia, unendoli poi per formare una muraglia contro gli invasori. Le persone salvarono la propria terra e la trasformarono in quello che poi sarebbe diventato il Vietnam. Il luogo in cui atterrò il dragone madre venne chiamato Hạ Long, il luogo in cui arrivarono i figli prese invece il nome di Bái Tử Long (Bái: essere al seguito di, Tử: figli, Long: dragone), ed il posto in cui i figli agitarono violentemente le proprie code venne chiamato Bạch Long Vỹ (Bạch: colore bianco della schiuma, Long: dragone, Vỹ: coda). a Baia di Ha Long (vietnamita: Vịnh Hạ Long) è un'insenatura situata nel golfo del Tonchino. Fa parte della provincia di Quang Ninh e comprende circa 3000 isolette calcaree con numerose grotte carsiche. La baia si trova 164 km ad est della capitale Hanoi, non lontano dal confine con la Cina. La baia contiene una densa concentrazione di isole calcaree monolitiche, ognuna delle quali ricoperta da fitta vegetazione, che si ergono dall'oceano. Molte delle isole sono vuote, e contengono enormi grotte. Hang ðầu Gỗ contiene la più grande grotta della baia. Esploratori francesi la visitarono nel XIX secolo, chiamandola Grotte des Merveilles. Le sue tre grandi camere contengono numerose grosse stalattiti e stalagmiti (oltre a graffiti del XIX secolo). Ci sono due grandi isole, Tuan Chau e Cat Ba, con insediamenti permanenti. Entrambe queste isole hanno attrezzature turistiche, tra cui hotel e spiagge. Esistono molte belle spiagge anche sulle isole più piccole. Alcune isole ospitano villaggi galleggianti di pescatori che setacciano le acque poco profonde alla ricerca di 200 specie di pesci e 450 di molluschi. La maggior parte delle isole hanno preso il nome dalla propria forma: tra queste ci sono Voi (elefante), Ga Choi (artiglio da combattimento) e Mai Nha (tetto). A 989 isole è stato assegnato un nome. Tra gli animali che le abitano ci sono antilopi, scimmie e iguane. La baia è un'isola marina con clima tropicale umido e due stagioni: un'estate calda e piovosa, ed un inverno asciutto e freddo. La temperatura media è di 15 °C- 25 °C. Le precipitazioni annuali variano tra i 2000 ed i 2200 mm. Ha Long ha il tipico sistema diurno di maree (con un'escursione di 3,5-4 metri di livello). La salinità è compresa tra i 31 ed i 34,5 MT nella stagione secca, ed è ovviamente più bassa nella stagione delle piogge. Nguyễn Trãi scrisse riguardo alla baia di Ha Long: "Questa meraviglia è il terreno nato in mezzo al cielo alto". Anche Xuân Diệu la elogiò: "Qui si trovano i lavori incompiuti della vita... Qui si trovano le rocce con cui i giganti giocarono lanciandole". Secondo Nguyên Ngọc: "...per formare questa fantastica meraviglia, la natura usò solo pietre e acqua... Sono i due materiali scelti tra molti altri per scrivere, disegnare, scolpire, creare qualsiasi cosa". Ho Chi Minh disse: "È la meraviglia che non si può spiegare agli altri". Che Lan Vien scrisse: "Hạ Long, Bái Tử Long- I dragoni si sono nascosti, solo le pietre restano Alla luce della luna, le pietre meditano come gli uomini..." Vietnam-Cambogia Pagina 22 HANOI - HUE’ 4° giorno 26 aprile lunedì Proseguimento delle visite ad Hanoi. Si visiterà il museo delle Etnie ed il Lago della Spada Restituita. Nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto e partenza per Huè. Arrivo e trasferimento in hotel. Visita di Huè. Si prosegue la visita di alcune località di HANOI. Sarà interessante andare alla scoperta dello spirito popolare della città, visitando il Museo delle Etnie e passeggiando tra negozietti colorati e vecchie botteghe all’interno del Quartiere Vecchio (XV secolo). Il Museo comprende la cultura dei vari gruppi etnici esistenti in Vietnam e si compone di una mostra al coperto e una all'aperto. Il Lago della Spada Restituita. Il lago è famoso perché ospita la pagoda che è divenuta quasi l’immagine simbolo della città. La Pagoda della Tartaruga (Thap Rua), coronata da una stella rossa, sorge abbandonata su un isolotto al centro del lago. Secondo la leggenda, verso la metà del XV secolo, gli dei diedero all’imperatore Ly Thai To (Le Loi) una spada magica per cacciare i dominatori cinesi dal paese. Finita la guerra, un giorno l’imperatore mentre era in barca, si imbatté in una enorme tartaruga d’oro che strappò la spada all’imperatore e scomparve nell’acqua restituendo la spada agli dei. Da allora il lago fu chiamato Ho Hoan Kiem, che significa “Lago della Spada Restituita”. Ritenuta da molti la più bella città del Vietnam e localizzata sulle rive del Fiume dei Profumi, Huè giace tra mare e monti, trovandosi sul ristretto corridoio che collega Hanoi a Ho Chi Minh City. Fin dall’antichità, con il nome di Phu Xuan, è stata una dei maggiori centri culturali, religiosi ed intellettuali del Vietnam e ne fu capitale nei decenni precedenti la colonizzazione francese. Dimostrazioni della sua grandezza sono le maestose tombe imperiali della dinastia Nguyen e i resti della Cittadella, all’interno delle cui mura (costruite dai francesi secondo i dettami dell’architettura militare europea), si trovano alcuni dei più begli esempi dell’architettura classica vietnamita: la Città Imperiale, i nove cannoni sacri, la Città Imperiale, il Palazzo dell'Armonia Suprema e la Sala dei Mandarini. H uế è capoluogo della provincia di Thua Thien-Hue, nella regione della Costa del Centro-Nord, e conta circa 300.000 abitanti. Antica capitale del Vietnam unificato dal 1802 al 1945 durante il regno dei 13 imperatori della dinastia Nguyen. A 5 km dalla città si trova la cittadella imperiale costruita nel 1687. Nel 1786 fu occupata dai ribelli Tay Son e nel 1802 fu conquistata da Già Long della dinastia dei Nguyen. Nel 1885 la città venne sottomessa dai francesi. Nel 1968 fu distrutta in gran parte durante l'offensiva del Tet. Lungo il fiume dei profumi (Song Huong River) si trovano la Pagoda Thien Mu (1601) e le tombe imperiali. I monumenti di Hué nel 1990 furono dichiarati "patrimonio nazionale" e restaurati. Durante la Guerra del Vietnam, la posizione centrale di Hué la collocava vicino al confine tra il Vietnam del Nord e il Vietnam del Sud. La città faceva parte del Vietnam del Sud. Nell'Offensiva del Tet, durante la Battaglia di Hué, la città subì considerevoli danneggiamenti, sia fisici che nella sua reputazione, molti di questi dovuti alla potenza di fuoco degli Americani e ai bombardamenti degli edifici storici, così come al Massacro di Hué compiuto dalle Forze Comuniste. Vietnam-Cambogia Pagina 23 Passeggiare per Huè riporta ai fasti del periodo della dinastia Imperiale Nguyen, testimoniati dalla Città Purpurea Proibita e da un intero quartiere di abitazioni tradizionali ancora intatti. Una cinta di mura racchiude vari palazzi e templi, e i quartieri residenziali dei dignitari. Al centro si trova la Città Purpurea Proibita, anch’essa murata, residenza privata dell’imperatore. Anche se è solo parvenza di quella che era un tempo, la Cittadella sfoggia ancora i suoi alti bastioni di pietra e il grande Portale Ngo Mon (di Mezzogiorno), l’accesso principale alla dimora degli imperatori. Guardando i tetti sporgenti di tegole gialle, i pilastri di legno rosso e le possenti porte sempre gialle, ritorna in mente il Portale di Mezzogiorno della Città Proibita di Pechino, anche se meno maestoso. Lungo le mura esterne, ci sono altre porte cerimoniali, sormontate da elaborati intagli e altre decorazioni, che danno un’idea dell’antica grandezza e dignità della città imperiale. Rivolta verso la Torre della Bandiera, la Porta Ngo Mon è la via principale di accesso alla Città Imperiale. Il corridoio centrale con le porte gialle e il ponte di Trung Dao che attraversa il laghetto di loto erano passaggi riservati all’imperatore, mentre gli altri membri dovevano servirsi dei passaggi laterali e dei vialetti intorno al laghetto. La Porta è sovrastata dal Belvedere delle Cinque Fenici – Ngu Phung – dove l’imperatore appariva per le ricorrenze, in particolare per la promulgazione del calendario lunare. Da qui il 30 agosto 1945 l’imperatore Bao Dai abdicò in favore di una delegazione inviata dal governo rivoluzionario provvisorio di Ho Chi Minh, ponendo fine alla dinastia dei Nguyen. La PAGODA THIEN MU Non esiste in Vietnam un altro luogo di culto situato in una posizione così suggestiva: questa torre ottagonale a sette piani e la sua contigua cappella sono abbarbicate su un promontorio che domina uno dei tratti più spettacolari del fiume dei Profumi. La pagoda fu costruita nel 1601 ma la torre fu aggiunta dall’imperatore Thieu Tri nel 1844. Accanto ad essa, in un padiglione a due piani, c’è una campana gigantesca che risale al 1710 e che i monaci suonano per i visitatori se viene loro chiesto. Visita al mercato di Dong Ba Vietnam-Cambogia Pagina 24 HUE’ - DANANG - HOI AN 5° giorno 27 aprile martedì Continuazione delle visite ai luoghi più rappresentativi di Huè. Pranzo in ristorante locale. Trasferimento a Danang ed a Hoi An in pullman. Visita la cittadina di Hoi an in cyclò. Cena in ristorante locale. … continuazione delle visite ai luoghi più rappresentativi di Huè: i Mausolei Imperiali di Tu Duc e Khai Dinh e la Pagoda di Tu Hieu. Le tombe degli imperatori Nguyen si trovano fuori città: la più vicina è infatti a circa sette km. Dal centro. La tomba di Tu Duc, al potere dal 1848 al 1883, è situata nel villaggio di Douon Xuan Thhuong. La tomba di Khai Dinh, imperatore dal 1916 al 1925, con il suo stile e le statue europeggianti, mostra come la corte imperiale si stesse occidentalizzando. Hội An è una città del Vietnam centrale situata a 30 km a sud di Da Nang. È conosciuta dai mercanti europei come Faifo. La città ebbe il più grande porto del sud-est asiatico durante il I secolo, e fu nota con il nome di Lâm Ấp Phố (Città dei Champa). La precedente città portuale dei Champa, situata presso l'estuario del Thu Bon, fu un importante centro di commercio vietnamita durante il XVI ed il XVII, quando giapponesi e cinesi provenienti da varie provincie, olandesi ed indiani vi si insediarono. In questo periodo di commercio con la Cina la città venne chiamata Hai Pho (Città sul mare) in vietnamita. In origine Hai Pho era una città divisa, trovandosi lungo il "ponte giapponese", e venne usato come insediamento dai giapponesi (XVI e XVII secolo). Il ponte (Chùa cầu) è un'unica struttura coperta costruita dai giapponesi, l'unico ponte coperto con una pagoda buddhista su ogni lato. La città era nota a francesi e spagnoli come Faifo, e con un nome simile a portoghesi ed olandesi. Sono state proposte numerose teorie sull'origine del nome. Alcuni studiosi hanno sostengono che derivi dal termine "hải-phố" che significa "città del mare", mentre secondo altri è un semplice diminutivo di Hội Anphố (會安浦), "la città di Hoi An", che divenne "Hoipho", e poi "Faifo". Nel 1999 la città vecchia venne dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, come esemplare ben conservato di porto commerciale sud-orientale tra il XV ed il XIX secolo, ed i cui edifici mostrano una fusione unica di tradizione locale ed influenza straniera. Hội An è tuttora una città piccola, ma attrae numerosi turisti, anche per essere ben attrezzata per i viaggiatori con zaino e sacco a pelo. I vari turisti approfittano anche dell'arte locale e dei vestiti su misura, venduti a prezzo ridotto rispetto agli standard occidentali. Molti cybercafe, bar e ristoranti sono stati aperti lungo il fiume. Hoi An è famosa anche per il suo Cao lầu secolare a base di noodles. È stata anche la prima città a cristianizzarsi e tra i vari missionari, nel XVI secolo, giunse Alexandre de Rhodes un francese che ideò l’alfabeto quoc ngu derivato dal latino e utilizzato tuttora nelle lingua scritta vietnamita. Visiteremo la città in cyclò. In particolare vedremo la pagoda cinese, il Ponte Giapponese, una tipica casa antica e la fabbrica della seta. Vietnam-Cambogia Pagina 25 HOI AN - DANANG – SAIGON 6° giorno 28 aprile mercoledì Visita di Danang. Trasferimento in aeroporto e partenza per Saigon (Ho Chi Minh Ville). Pranzo in ristorante locale. ð à Nẵng (chiamata Tourane durante il periodo coloniale francese) sorge sulla riva occidentale del fiume Hán nel centro del Vietnam. Con circa 750.000 abitanti è la quarta città della nazione. Dal punto di vista climatico è situata al confine settentrionale della zona tropicale. Nell'agosto del 1858 le truppe francesi arrivarono nella città per ordine di Napoleone III cominciando così l'occupazione coloniale francese dell'area. Venne ribattezzata Tourane e cominciò ad essere considerata una delle più importanti città dell'Indocina diventando il primo porto del Vietnam centrale. Durante la guerra del Vietnam, l'8 marzo 1965 i marines americani sbarcarono sulla spiaggia dopo violenti bombardamenti sul Vietnam del Nord. Nel marzo del 1975 venne abbandonata dalle truppe del Vietnam del Sud e i guerriglieri comunisti entrarono senza sparare un colpo. Prima del 1997 la città faceva parte della provincia del Quảng Nam-ðà Nẵng, dal 1º gennaio 1997 ðà Nẵng costituisce una provincia autonoma separata da quella di Quảng Nam. MUSEO DI CHAM E’ la principale attrazione culturale della città. Questa serie di padiglioni ospita l’esposizione più completa ed esauriente dei reperti storici del regno di Cham: sculture in arenaria raffiguranti Shiva, Brahma e Vishnu, altari intarsiati, simboli fallici e altre immagini religiose indù. Molte di queste statue e sculture, del periodo dal VI al XV secolo, sono un inno alla sensualità e rivelano l’importanza della fertilità in questo culto. Ci sono inoltre sculture di apsaras (ninfa acquatica della mitologia indiana), musicisti e scene del poema epico Ramayana che ricordano le sculture dei templi di Bali. LE MONTAGNE DI MARMO Si tratta di fatto di cinque colline, solidi speroni di marmo in un luogo di cultura buddista a 11 km da Danang, che rappresentano i cinque elementi: fuoco, Thuy Son per l’acqua, Hoa Son per la terra, Moc Son per il legno e Kim Son per il metallo. La più alta, la Montagna di marmo per antonomasia, è punteggiata di grotte che contengono sculture di pietra e alcune statue più recenti di Budda. Salire e scendere da qui è decisamente faticoso, anche se ci sono sempre gli scalini, ma il tutto è reso ancora più difficile dai bambini che ad ogni passo assalgono il visitatore per vendere bastoncini d’incenso e paccottiglia in marmo. Vietnam-Cambogia 7° giorno 29 aprile giovedì Pagina 26 SAIGON Dire o non dire? L’INNAMORAMENTO DEGLI OCCIDENTALI PER IL VIETNAM RAGGIUNGE IL CULMINE A SAIGON, Ditelo: Saigon. I viaggiatori prudenti spesso primo Distretto della municipalità di Ho Chi Minh City. Questa metropoli in fase di sviluppo si adeguano al nome politicamente corretto realizza il 40 percento dei profitti del Paese. L'inebriante tasso di crescita e il basso costo del di Ho Chi Minh City, che dal 1976 è abbinalavoro sono tanto allettanti per gli investitori stranieri di oggi quanto lo erano le fumerie d'op- to alla vasta municipalità. Ma le due squisite pio perle generazioni di viaggiatori precedenti. sillabe che formano il vecchio nome non La città deve le sue origini ai khmer, che vissero qui per secoli prima che i viet iniziassero a sono proibite. I pubblici funzionari comunisti mostrare un interesse per il fertile Delta del Mekong. Nel 1698, i re Nguyen stabilirono la lo usano regolarmente. Il fiume si chiama prefettura di Gia Dinh, con il Mandarino Nguyen Huu Canh come padre fondatore. Dopo che i sempre Saigon. Gli autobus indicano ancofrancesi arrivarono nel 1859 e fondarono la colonia di Cochinchina, essi adottarono Saigon, ra Saigon come destinazione. La più grossa un'alternativa localmente popolare a Gia Dinh, come nome della loro capitale. Nei suoi primi 20 anni come capitale coloniale, Saigon fiori. I francesi realizzarono ampi viali fiancheggiati società turistica statale si chiama Saigon da alberi di kapok e di tamarindi che ora svettano sulle strade. Costruirono una cattedrale mo- Tourisi. Il codice internazionale dell'aeropornumentale, un teatro lirico, palazzi e ville, come se il loro diritto di possesso dovesse durare un to è SGN. E il primo distretto della città ha millennio. Intorno al 1870, i viaggiatori avevano iniziato a entusiasmarsi per la città che defi- nome Saigon. Quindi, non fatevi problemi, e nivano la Perla d'Oriente, la Parigi dell'Est. Oggi, avreste problemi a riferirvi a questa frenesia ditelo. urbana con gli stessi termini signorili, ma le sue antiche glorie e le sue gemme architettoniche per nulla sminuite dagli agglomerati di bancarelle, possono ancora abbagliare. Ufficialmente, sei milioni di persone vivono nei 19 distretti urbani della città, _ nei cinque distretti rurali e su 2.000 chilometri quadrati, sebbene dati non ufficiali indichino un numero più vicino a otto milioni. La sua storia è meno profonda di duella di Hanoi o di Hue. Le sue pagode, i templi, i musei e le bellezze naturali non reggono il paragone. Ma i suoi caffè, la sua vita notturna e l'atmosfera alimentata dai mercati, dagli alberghi e dal clima d'affari sono inimitabili. Saigon non delude nemmeno come "città-mito"; soprattutto se siete in sintonia con l'eredità francese o americana. Non è per nulla difficile scongiurare i fantasmi dei legionari francesi, dei soldati americani o delle ragazze da bar di Saigon affollando la vecchia via Catinat, ora chiamata Dong Khoi. I grandiosi monumenti di Piazza Lam Son - il primo teatro lirico, gli hotel Continental e Caravelle - evocano la fama leggendaria di Saigon. Sebbene sia abbastanza improbabile attualmente vedere una vecchia Citroén o una Peugeot 404 vagare per queste strade, i discendenti dei coolie su risciò sfrecciano ancora per le vie della città sui loro taxi a pedali. L'eco della guerra risuona profondamente nelle tre principali attrazioni della città: il Museo dei Residuati Bellici, il Palazzo della Riunificazione e le Gallerie di Cu Chi. La guerra non è più certamente la questione primaria di Saigon e dei Vietnam, ma è sicuramente un traino dominante nel mercato turistico. COSA ANDREMO A VEDERE… CATTEDRALE DI NOTRE DAME Questa cattedrale (Duc Ba) è la più grande espressione dell'architettura cattolica francese del paese. La facciata vanta due identiche torri campanarie che si ergono per 56 m su Cong Xa Pari (Piazza Paris). Visibili da chilometri, esse hanno definito l'orizzonte per decenni. CHOLON Cholon (Grande mercato) è il cuore commerciale e iperattivo di Ho Chi Minh City e della sua popolazione cinese. Storicamente noto come un covo di ladri, e per le fumerie di oppio, le sale da gioco e i bordelli, il distretto rimane grezzo e il denaro è il solo re, sebbene la pesante mano di Hanoi represse il vizio dopo il 1975. Comunque, l’esperienza più interessante deriva dai templi sgargianti, dalle zuppe di wonton e dall’esposizione al passo febbrile della vita lungo le strade. THIEN HAU Il polso spirituale del distretto batte più forte presso un gruppo abbastanza fitto di templi tra Nguyen Trai e Huong Vuong. Nel cuore del quartiere al Tempio Thien Hau, i devoti venerano l’eponima dea del mare, la cui statua, situata nel compartimento posteriore del tempio, è circondata a destra e a sinistra dalla dea della fertilità e dal protettore dei pescatori. MERCATO COPERTO DI BEN THANH BEN THANH ("BANCHINA DEL FORTE") è situato sopra una palude, un acquitrino drenato e riempito all'inizio del XX secolo. II mercato precedente era situato sulle rive del Fiume Ben Nghe, vicino alla cittadella di Gia Dinh, ma i francesi lo distrussero durante il loro assalto alla città nel 1859.1 mercanti lo ricostruirono sullo stesso luogo e continuarono lì le loro attività fino alla fine del secolo, quando le autorità francesi avviarono il centro commerciale ancora in uso. Vietnam-Cambogia Pagina 27 8° giorno 30 aprile venerdì SAIGON (Escursione a Cu Chi) N ESSUN TERRENO DELLA GUERRA DEL VIETNAM è tanto sacro quanto il tormentato tragitto fitto di gallerie di Cu Chi, dove 18.000 guerriglieri locali combatterono lungo 200 km di passaggi e camere scavati a mano. Fu a Cu Chi che i viet cong pianificarono il loro massiccio attacco su Saigon durante le celebrazioni per i Capodanno Tet nel 1968. Nel 1990, il governo aprì al pubblico due sezioni delle gallerie, incluso il centro di comando a Ben Duoc, un’area nota ai soldati americani come la foresta di Ho Bo e Ben Dinh. I soldati contadini di Cu Chi iniziarono a scavare il terreno argilloso della zona alla fine degli anni '40. Nel 1967, avevano scavato una rete di gallerie, adibite a stazioni di pronto soccorso, cucine, teatri, dormitori, nascondigli per le armi, pozzi, tipografie ecc. Questa rete su tre piani sotterranei (da 3 a 9 metri di profondità) era così estesa che il 25° reggimento della fanteria americana senza saperlo montò parzialmente la sua base sopra le gallerie, a nord-est della città di Cu Chi. L’Esercito americano inviò volontari, noti come i topi delle gallerie, in questo mondo sotterraneo dei viet cong allo scopo di raccogliere informazioni e distruggere la base della guerriglia. Durante l'Operazione Cedar Falls nel 1967, i bulldozer dell’Esercito americano rasero al suolo più di 11 km quadrati di foresta per privare i viet cong della copertura. All'apice della guerra, più di 200.000 granate caddero in quest'area ogni mese, trasformando Cu Chi nell'area "più bombardata, deforestata e generalmente devastata nella storia della guerra'; secondo quanto affermato dai giornalisti inglesi Tom Mangold e John Penycate ne Le gallerie di Cu Chi. Sebbene i bombardamenti avessero messo fuori uso il 70 percento delle gallerie, Cu Chi rimase il punto di raccolta per le operazioni dei viet cong sino alla fine della guerra. VISITA DELLE GALLERIE. La maggior parte delle escursioni giornaliere in partenza da Ho Chi Minh City visita le gallerie ricostruite a Ben Duoc (precedentemente chiamato Phu My Hung), 60 km a nord-ovest della città. La prima fermata del giro turistico è spesso presso una botola mimetizzata, delle dimensioni di 25 x 30 cm, in cima all’ingresso di una galleria. Una guida, che indossa l'uniforme da fatica e un cappello floscio verde bosco, scenderà strisciando per poi rispuntare, tenendo la botola sopra testa per la foto di rito di Cu Chi. Nelle vicinanze, una botola più grande copre una trappola di canne di bambù su una fossa profonda. I viet cong inventarono macabri sistemi per uccidere e mutilare i soldati americani, come evidenziato dalle otto trappole visitabili. I soldati americani cadevano nelle trappole sia all’esterno, sia all'interno delle gallerie. In superficie, il giro supera un carroarmato americano M-41, reso inutilizzabile da una mina nel 1970, oltre a rappresentazioni di viet cong, realizzati con una serie di manichini, intenti a riposare su amache o a costruire armi nelle gallerie. I guerriglieri estrassero grandi quantità di polvere da sparo dalle bombe e dai proiettili di cannone americani. Nonostante alcune gallerie siano state allargate per consentire l'accesso dei turisti, seguire le tracce dei guerriglieri di Cu Chi spesso significa rannicchiarsi o strisciare attraverso corridoi stretti e umidi. l molti passaggi a zigzag furono progettati per contrastare il fuoco nemico, mentre le botole interne servivano come difesa contro le fiamme, gli agenti chimici e l'acqua usati dall'Esercito americano per stanare i viet cong. Le pareti in terra mantengono la consistenza del cemento, una caratteristica naturale che rese questo distretto particolarmente idoneo per la costruzione di gallerie. La terra scavata durante la realizzazione delle gallerie veniva portata nelle risaie o riversata nei fiumi e nei crateri lasciati dalle bombe. Anche le gallerie di Ben Dinh, 50 km a nord-ovest di Ho Chi Minh City, sono aperte al pubblico. Questa sezione ristrutturata delle gallerie originali, strette e male illuminate, non è idonea per chi soffra di claustrofobia. Sia Ben Dinh che Ben Duoc sono famose per i loro campi di tiro, dove, per un dollaro a colpo, potrete sparare con un'arma da guerra a vostra scelta - M-16, AK-47, carabina cinese, fucile da caccia, ecc. Vietnam-Cambogia Pagina 28 9° giorno SAIGON - CHAU DOC 1 maggio sabato delta del Mekong I l Delta del Mekong (in lingua vietnamita: ñồng bằng sông Cửu Long) è la regione nel sud-ovest del Vietnam dove il fiume Mekong sfocia nel Mar Cinese meridionale. Il delta comprende una area di circa 39.000 km² e le zone coperte dalle acque del fiume variano molto a seconda della stagione. Nella regione vivono 17.695.000 abitanti. La zona costiera della Provincia di Kien Giang nel 2006 è stata riconosciuta riserva della biosfera dall'UNESCO. Durante la guerra del Vietnam, questa regione fu teatro di aspri combattimenti tra il Fronte Nazionale per la Liberazione del Vietnam e le forze statunitensi, provenienti per la maggior parte dalla marina che impiegò i PACV. Quando iniziò la colonizzazione francese delle Cocincina, la prima rivolta nazionalista, che diede poi avvio alla guerra d'Indocina si ebbe proprio nell'area del delta dove i francesi usarono la "Dinassaut" (abbreviazione di Forza Navale D'Assalto) che fu poi copiata dagli statunitensi che crearono la "US Navy Mobile Riverine Force". Dal canto loro le forze vietnamite fecero uso di canoe, molto comuni in Vietnam. Chau Doc Cinque chilometri a sud-ovest dall'alveo di piena di Chau Doc si erge la Montagna Sam, che rappresenta l'attrazione più interessante della regione. La strada da Chau Doc - propriamente chiamata Mountain Road - sale tra affioramenti granitici fino a una modesta base militare situata in cima, da dove potrete sporgervi per vedere a nord-ovest la Cambogia e a sud-est il Delta. Ai piedi della montagna, l'eccentrica Pagoda Tay An elabora l'architettura tradizionale buddista con ornamenti hindu e islamici in una profusione di colori: mandarino, porpora, verde acqua e verde lune. La pagoda risale al 1847, ma il suo aspetto attuale prese forma durante un restauro del 1958. Una zucca adorna la sua torre centrale e sette cobra in bassorilievo si stendono lungo l'arco mediorientale del colonnato. All'interno, più di 200 statue in legno, lucidate in colori accesi, altari decorati, scaffali e piedistalli. Troverete tutti i personaggi tipici - l'imperatore di giada, gli arhat, i quattro re celestiali, i guardiani del dharma e molte manifestazioni del Budda. Cercate sulla destra del tempio un personaggio con una spada gialla e, all'interno della porta principale, una serie di statue con un abito caratteristico coperto di foglie. Più avanti lungo la Mountain Road, il Tempio di Ba Chua Xu è un magnete per i pellegrini che vi si recano per pregare davanti alla dea locale nota come la Santa Signora. o Santa Proprietaria di Casa. La Santa Signora, chiaramente obesa, è una divinità il cui ritratto fu trovato dagli invasori Khmer sulla Montagna Sani all'inizio del XIX secolo. II peso della statua frustrò i loro piani di saccheggiare la reliquia. Più tardi, nove vergini riuscirono a trasportare la Santa Signora alla base della montagna, dove gli abitanti del villaggio costruirono immediatamente un tempio. La struttura attuale fu ricostruita all'inizio degli anni '70. L’accesso al tempio avviene attraverso una sala grande come una stazione ferroviaria, a testimonianza dello sciame di fedeli che si riversano qui, specialmente durante il Festival nel quarto mese lunare. Oggi, la divinità domina in abiti di paillettes davanti a una discoteca. L'adiacente edificio a tre piani fu costruito come deposito per gli abiti e i fronzoli offerti alla dea dai fedeli. per primo sfruttò il ricco terreno dell'area e stimolò il commercio sul Delta con la costruzione dei suoi canali. Lui e le sue due mogli sono sepolti nel cortile. Vietnam-Cambogia Pagina 29 cambogia culla dei potenti Khmer Vietnam-Cambogia Cambodia Pagina 30 Vietnam-Cambogia Pagina 31 CHAU DOC - PHNOM PENH 10° giorno 2 maggio domenica Valicata la frontiera con la Cambogia si risale il Mekong Inferiore su una barca veloce che impiega circa 4 ore per raggiungere Phnom Penh. Pranzo in ristorante locale. Visita della città. Cena in hotel. Phnom Penh è la capitale della Cambogia, oltre ad essere la più vasta e popolosa città del paese è anche la capitale del municipio di Phnom Penh. È inoltre il più importante centro politico, commerciale e culturale del paese. Conosciuta come la Perla dell'Asia, la città è un'importante meta turistica. Phnom Penh è rinomata per la sua architettura, che risente sia dello stile tradizionale khmer sia di quello importato dalla Francia, come per la cordialità della sua gente. Attorno al 1440, quando Angkor venne abbandonata, Phnom Penh diventò la nuova capitale poiché era in posizione più difendibile dalle incursioni del regno siamese e facilitata nei commerci per la vicinanza del fiume Mekong. Nel 1772 venne rasa al suolo dai thailandesi e nel 1863 venne conquistata dai francesi. Nel 1975 i khmer rossii, con a capo Pol Pot, attuarono una politica di “socialismo a grano”, evacuando tutti i cittadini dalle città alle campagne in fattorie comuni. Phnom Penh venne trasformata in una città fantasma. Nel Natale del 1978 duecentomila vietnamiti invasero la Cambogia, conquistarono Phnom Penh e cacciarono Pol Pot con i suoi fedelissimi nelle foreste al confine con la Thailandia. Le maggiori attrazioni turistiche di Phnom Penh sono il Palazzo Reale, la Pagoda d'Argento, il Museo Nazionale, il Monumento dell'Indipendenza , il Monumento dell'amicizia fra Cambogia e Vietnam, il Museo Tuol Sleng del Tuol Sleno e il Wat Phnom. Fuori dalla città c'è il Centro del Genocidio Choeung Ek. Phnom Penh Stato: Provincia: Coordinate: Cambogia Phnom Penh 11°33′00″ N 104° 55′ 00″ E Altitudine: 11,89 m s.l.m. Superficie: 290 Km2 Abitanti : 2.000.064 (2009) Densità: 4.571,3 ab./Km2 Pref. tel.: 855 (023) Vietnam-Cambogia Pagina 32 11° giorno PHNOM PENH - SIEM REAP 3 maggio lunedì (ANGKOR) Siem Reap è il nome di una città e di una provincia della Cambogia nord occidentale, ubicata tra le rovine di Angkor Wat ed il grande Lago di Tonle Sap. Al giorno d'oggi è una popolare destinazione turistica, la più popolare della Cambogia e vanta, oltre ad un attrezzato e moderno aeroporto internazionale, raggiungibile con voli diretti dalla maggior parte delle città più importanti del sud-est asiatico, un buon livello ricettivo, sia per i suoi hotel che per i numerosi ristoranti. Basa la sua economia essenzialmente sul turismo archeologico, sulla coltivazione del riso e sulla pesca lacustre. Conta circa 140.000 abitanti (2006) ed è il capoluogo dell'omonima provincia. Indubbiamente, la città a più rapida espansione di tutto il paese, Siem Reap si è trasformata, nell'ultimo decennio, in uno dei maggiori ed affascinanti centri turistici perché è il punto ideale per visitare i famosissimi templi di Angkor, capolavori dell'architettura della Cambogia e più precisamente dell'architettura Khmer, dichiarati, nel 1992, patrimonio dell'umanità protetto dall'UNESCO. Angkor non è solo un insieme di straordinarie rovine, né un sito archeologico come un altro, è il simbolo stesso della Cambogia. Il cuore dell'Impero Khmer, che per oltre 500 anni fu una delle più grandi potenze del sud-est asiatico. Una città che arrivò ad avere una popolazione di un milione di abitanti quando Londra, per esempio, ancora non contava 50000 cittadini. Nell'età dell'oro, furono i suoi sovrani a dominare gran parte dell'area. Una dinastia di imperatori che si susseguivano, facendo a gara per costruire templi sempre più maestosi e imponenti. Così arrivarono a creare quell'Eldorado asiatica che oggi ci appare come un miraggio nel mezzo della giungla. Ma uno strano destino era scritto per loro. Sconfitti dai thailandesi, che avevano già saccheggiato Angkor meno di un secolo prima, nel 1431 dopo tanto splendore, i Khmer conobbero la rovina. La disfatta arrivò totale e definitiva. Costretti ad abbandonare la loro favolosa città, si ritirarono sempre più a sud, lungo il Mekong. Con il tempo costruirono una nuova patria e un'altra capitale, ma nulla fu più come prima. Alla fine, incredibile a dirsi, arrivarono perfino a dimenticare il loro passato, l'esistenza stessa e la storia della leggendaria città-tempio. Per oltre 400 anni dopo il saccheggio, Angkor fu consegnata all'oblio, sepolta dagli alberi, nascosta tra la vegetazione tropicale. Naturalmente, gli abitanti della zona sapevano di queste rovine ma del loro eccezionale passato si era persa la memoria. Toccò, allora, ad un naturalista francese, attratto dalle voci sui resti di un'antica civiltà nei pressi di Siem Reap, riscoprire quasi per caso Angkor, nel 1860. Ed è proprio a Henry Muohot che penso, ammirando l'enigmatico Bayon, una foresta di pietra dalla quale 216 volti spiano il visitatore, con sorriso ambiguo, quasi beffardo, tenendolo sempre e ovunque sotto il loro sguardo. Cerco di immaginare che cosa deve aver provato il viaggiatore francese trovandosi, d'un tratto, di fronte a questo spettacolo, nel bel mezzo della foresta. Perché il mistero di Angkor è davvero racchiuso nel suo destino. E' come se la natura si fosse ripresa lo spazio che l'uomo le aveva sottratto, mettendo radici, coprendo tutto con alberi, foglie, piante di ogni tipo. Poi, dopo aver quasi cancellato ogni traccia di civiltà, d'improvviso ne restituì le rovine ma senza rinunciare del tutto al suo dominio, come avesse voluto lanciare un avvertimento. Ecco, allora, il prodigio di un capolavoro costruito, insieme, dal genio dell'uomo e dalle leggi della natura, in una sorta di lunga battaglia che assomiglia, per assurdo, ad una bizzarra e involontaria collaborazione. Ma il fascino di Angkor non è neppure tutto qui e, in fondo, non è esprimibile né tanto meno spiegabile. Non sappiamo nemmeno il vero utilizzo o la ragione di molte costruzioni, il significato di tutte le incisioni o della collocazione degli edifici. Eppure, in questa città fantasma c'è qualcosa che parla al nostro inconscio, un' arcana impronta, un segno archetipico che fa parte dell'animo e della natura umana. Qualche cosa di indefinito che riusciamo ad intuire, senza doverlo necessariamente decifrare. I bassorilievi di Angkor Wat, per esempio, ci parlano. Ci mostrano battaglie, torture, nascite e morti. Come una profezia scritta nella pietra raccontano il passato e il presente di chi li realizzò ma, in qualche modo, anche il futuro. Il saccheggio della capitale Khmer, la diaspora e poi, secoli dopo l'incubo dei Khmer Rossi, la violenza, la distruzione e la vita che riparte. Sembrano ammonirci sul senso effimero dell'esistenza, eterna ruota nella quale dolore e gioia, splendore e rovina, inizio e fine si alternano come le stagioni. Legata alla storia della Cambogia, Angkor non è più una chimera nascosta dalle fronde degli alberi. Lo sfruttamento turistico di questa meraviglia fu bloccato, è vero, come ogni cosa dall'avvento dei Khmer rossi. Proprio tra queste stesse pietre si nascondevano negli anni della guerriglia contro Lon Nol. D'altra parte, chi avrebbe osato bombardarli qua in mezzo? Phnom Krom Vietnam-Cambogia Pagina 33 12° e 13° giorno 4 e 5 maggio martedì e mercoledì C ’è chi va in Cambogia per osservarne i paesaggi, chi per confrontarsi con la memoria di un terribile genocidio che ha lasciato tracce in ogni angolo del Paese, ma non c’è turista che non inserisca nel proprio itinerario una tappa a Siem Reap per ammirare le rovine dei templi di Angkor Wat, Angkor Thom e di vari altri siti, più piccoli ma non per questo meno belli. A circa 7 km dalla cittadina coloniale francese di Siem Reap si trova la grande area archeologica di Angkor, testimonianza dello splendore della civiltà Khmer ed il più grande monumento religioso del mondo. Angkor, con il suo stupendo complesso architettonico, ricco di capolavori tali da farlo ritenere una delle meraviglie del mondo, è il degno coronamento di un viaggio volto alla riscoperta di arte e culture millenarie. La cittadina di Siem Reap deve la propria fortuna alla vicinanza al complesso archeologico di Angkor. Ancora oggi immersa nell'atmosfera coloniale, è il punto di partenza per le escursioni giornaliere ad Angkor e ai villaggi galleggianti e su palafitte dell'area del lago Tonle Sap. Il complesso di architettura e scultura di Angkor è per la Cambogia il simbolo stesso della propria civiltà. Con i suoi oltre cento templi, rimasti per secoli nascosti nella giungla, è un capolavoro dell'arte dove la natura è solo una splendida cornice all'archeologia. Negli ultimi tempi sono stati riaperti anche i monasteri, restituendo così all'area la sua antica funzione di centro della spiritualità khmer. I grandi complessi dei templi "montagna" simboleggiano la grande spiritualità dell'antica popolazione. Bassorilievi, stucchi e sculture raccontano la storia di un epoca ormai scomparsa. Le opere di irrigazione e i grandi bacini ancora oggi in funzione dimostrano l'abilità raggiunta dai Khmer. Il tempio Angkor Vat, il Bayon, il Tha Prom, la porta sud, la terrazza degli elefanti, sono solo alcuni tra i monumenti meglio conservati e riportati alla luce. Moltissimi altri sono ancora oggi sepolti dalla vegetazione nella giungla, che alla scomparsa della antica civiltà Khmer ha riconquistato gli spazi che l'uomo le aveva sottratto. Vietnam-Cambogia Pagina 34 A ngkor è il sito che nel periodo compreso fra il IX ed il XV secolo fu il centro dell'Impero Khmer e ne ospitò le capitali. È situato pochi chilometri a nord della moderna città di Siem Reap che si è sviluppata parallelamente all'aumentare del turismo nella zona. Angkor è stata inclusa fra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Angkor occupa parte della vasta piana alluvionale compresa tra il grande lago Tonle Sap a sud e rilievi quali il gruppo montuoso del Phnom Kulen a nord. Poco dopo la sua ascesa al trono nell'889, a seguito di una lotta violenta per la successione, Yasovarman I spostò la capitale da Hariharalaya (l'odierna Roluos) ad Angkor, una quindicina di chilometri a nord-ovest, attorno alla collina di Phnom Bakheng, che fece terrazzare e adornò di santuari, creandovi il suo tempio di stato. La nuova capitale venne chiamata Yasodharapura (in sanscrito "città che porta gloria"). Il nome venne mantenuto, nel corso dei secoli in cui il sito fu abitato, per le capitali che diversi re edificarono nella stessa zona, compresa quella cinta da possenti mura costruita da Jayavarman VII oggi conosciuta come Angkor Thom. A seguito del decadere della potenza dell'Impero Khmer e dell'ultimo di una serie di saccheggi ad opera dei Thai del Regno Ayutthaya, avvenuto nel 1431 (data che convenzionalmente segna la fine dell'Impero Khmer), il governo e gran parte della popolazione abbandonarono la vecchia capitale e si trasferirono a sud, nell'area di Phnom Penn. Il termine Angkor convenzionalmente usato per la regione deriva dal sanscrito nagara, "città", e cominciò in realtà ad essere utilizzato quando l'Impero Khmer si era ormai dissolto. La maggioranza dei templi più noti e visitati è concentrata in un'area di circa 15 km per 6 km, 5 km a nord di Siem Reap, ma l'area totale definibile come Angkor è molto più vasta: il Parco Archeologico di Angkor si estende attualmente su 400 km² e comprende centinaia di templi e santuari, di cui molti in rovina o sepolti, e siti lontani fino a 50 km dalla zona centrale, come Kbal Spean. L'antica Angkor si estendeva ancora di più, trattandosi di una vasta area irrigata e coltivata a riso, a densità di popolazione relativamente ridotta, che con il surplus agricolo sosteneva il sistema politico-religioso costituito dal governo centrale e dai templi. Le ricerche degli studiosi del "Greater Angkor Project” hanno portato alla luce l'esistenza di un complesso urbano vasto più di 1000 km², che si ipotizza potesse ospitare circa 700.000 abitanti (in un'epoca in cui le più grandi città europee arrivavano a qualche decina di migliaia di abitanti!). I l più significativo e conosciuto dei templi è l'Angkor Wat, che fu l'unico tempio di grandi dimensioni a non essere mai abbandonato, continuando ad essere utilizzato come monastero buddista anche dopo il XVI secolo. I monumenti hanno tutti carattere religioso perché gli edifici comuni, compresa la residenza reale, erano costruiti in legno e non sono sopravvissuti. A partire dalla fine dell'Ottocento, durante la dominazione francese, vennero intrapresi innanzitutto lo studio e quindi anche il restauro dei monumenti, interrottisi nel sanguinoso e movimentato ventennio che iniziò con la Guerra civile cambogiana e ripresi agli inizi degli anni Novanta da diversi progetti internazionali. Molti dei monumenti sono stati ripuliti dalla vegetazione e restaurati e nel complesso essi rappresentano il punto più alto mai raggiunto dall' architettura Khmer. Il numero di turisti che visita ogni anno Angkor si avvicina ai due milioni. Vietnam-Cambogia Pagina 35 SIEM REAP – BANGKOK 14° giorno 6 maggio giovedì Prima colazione. Tempo a disposizione per attività individuali. Pranzo in hotel. Nel tardo pomeriggio, trasferimento all'aeroporto e partenza con volo di linea PG 910 delle ore 20.30 per Bangkok. Arrivo a Bangkok alle ore 21.35. Inizio delle operazioni di imbarco per Roma. Pasti e pernottamento a bordo. BANGKOK - ROMA - CAGLIARI 15° giorno 7 maggio venerdì Partenza con volo TG 944 delle ore 00.20 per Roma. Arrivo a Roma alle ore 06.50. Prosecuzione per Cagliari L’arrivo è previsto per le ore 09.50. Vietnam-Cambogia Pagina 36 Qualche libro per capire e per trovare suggerimenti di viaggio. Da leggere e rileggere è Pelle di leopardo. Giai Phong! La liberazione di Saigon (Tea), appassionante resoconto scritto da uno dei pochi giornalisti che la vide con i propri occhi, Tiziano Terzani. In vespa da Roma a Saigon (Feltrinelli) è invece il racconto del viaggio di Giorgio Bettinelli, che ci ha messo sei mesi, ma alla fine è arrivato in Vietnam in sella al proprio veicolo su due ruote. Pubblicato da Feltrinelli è anche Farfalle sul Mekong, di Corrado Ruggeri, sguardo ironico sulle contraddizioni d'Oriente, a metà tra il romanzo e il reportage. Per una ricostruzione storica e artistica dell'antica capitale della Cambogia, ricordiamo invece Angkor la foresta di pietra (Electa Gallimard) di Bruno Dagens. L e tragedie belliche della seconda metà del '900 hanno inciso un solco profondo nella vasta letteratura - di saggistica o di pura fiction - che negli ultimi decenni ha avuto come oggetto la storia e la cultura dei due Paesi. Vi sono ovviamente eccezioni alla regola: basti pensare a grandi classici come La Via dei Re di André Malraux (Adelphi), del quale si sta girando il film, nonché il racconto-reportage "Danzando in Cambogia" nel libro Estremi Orienti di Amitav Ghosh (Einaudi), che narra l'affascinante storia del corpo di ballo reale di Phnom Penh. • Marco Del Corona - CAT-TEDRALI DI CENERE (Edt - 8,50 €) Questo diario di tre viaggi in Cambogia compiuti dall'autore tra il 1994 e il 2005 nasce dal Tentativo di comprendere le sottili ragioni del fascino che questo Paese emana, fino a restare "vischiosamente addosso" agli stranieri che vi si avventurano. Non per nulla Del Corona, di professione giornalista, è anche poeta. Il suo narrare non è soltanto quello di un cronista, e il suo amore per la civiltà estremo-orientale è per lui quasi una dolce malattia dell'anima. • Philip Short - POL POT. ANATOMIA DI UNO STERMINIO (Rizzoli – 25 €) Dopo quattro anni di ricerche sul campo, interviste a sopravvissuti, militanti e leader, l'autore ricostruisce la storia di Saloth Sar, al secolo Pol Pot. Un ragazzo benestante, istruito in Francia, che sarebbe dovuto diventare monaco e invece si trasformò in una belva sanguinaria sprofondando il suo Paese in un inferno di torture, violenze, stermini. • François Bizot - IL CANCELLO (Ponte alle Grazie - 15,49 €) Un libro sconvolgente e bellissimo. Vincitore, nel 2006 a Udine, della prima edizione del Premio Terzani. Un libro-verità, perché narra la storia, vissuta dal suo autore nei primi anni Settanta, della tremenda prigionia nelle mani degli Khmer rossi che lo avevano arrestato nell'ottobre del 1971. Bizot, francese, studioso di religioni comparate, aveva trent'anni quando si recò in Cambogia per conoscere le più antiche tradizioni buddhiste. Il cancello evocato dal titolo è quello che all’epoca separava il palazzo dell'ambasciata di Parigi dalla realtà di Phnom Penh. • Brian Fawcett - CAMBOGIA. UN LIBRO PER CHI TROVA LA TELEVISIONE TROPPO LENTA (In-star Libri -14,80 €) Qual era il fine ultimo di Pol Pot? "Un mondo nel quale la gente non avesse memoria, capacità o forza per pensare con la propria testa". Scrive così Brian Fawcett - 61 anni, canadese, opinionista e antiaccademico per eccellenza nell'ultimo dei suoi saggi dedicati alla critica sferzante delle logiche del "villaggio globale". La rievo -cazione del genocidio cambogiano serve a Fawcett come esempio-guida per illuminare le menti sui percorsi di una civiltà mondiale in fase di sempre più acuto imbarbarimento. La Cambogia diventa così un paradigma. E la veemenza critica dell'autore non risparmia nessuno: né destra né sinistra, né Occidente né Oriente. Vietnam-Cambogia Pagina 37 • Men Nguyen - INDESIDERATO (Garzanti - 8,50 €) Senza sentimentalismi, senza vittimismo, l'autore racconta la storia della sua vita di bambino nato dalla relazione tra una vietnamita e un americano. Nguyen aveva solo otto anni quando, il 30 aprile del 1975, vide l'ultimo elicottero americano decollare dal tetto dell'ambasciata Usa dopo che Saigon era caduta nelle mani dei vietcong. Era rimasto solo, senza famiglia, insieme al fratellastro Jimmy, anche lui un vietnamita impuro. Quindi, un "indesiderato" in una società marchiata a fuoco dal rancore e dall'odio profondo per lo straniero. La casa editrice ha pubblicato un altro romanzo dell'autore, L'arazzo (2003, 16 curo), che è una delicata e avventurosa storia d'amore ambientata alla corte imperiale di Huée. • Massimo Morello - MEKONG STORY (Touring Club Italiano -14 €) Pubblicato nel 2005, è il diario di viaggio di un giornalista che per sei mesi esplora a fondo il grande fiume che, dalle sor-genti in Tibet, attraversa Ci-na, Myanmar, Laos, Thai-landia, Cambogia e Viet-nam alla scoperta di quella realtà da molti definita la "nuova Asia". • Duong Thu Huong - LA VALLE DEI SETTE INNOCENTI (e/o -15 €) Un romanzo aspro e dolente che racconta la brutalità della guerra del Vietnam vista senza trionfalismi dalla parte dei vietcong. L'autrice è una donna, ma il protagonista della storia è un uomo, il giovane soldato Quan che, nell'infuriare delle battaglie più feroci e sanguinose, invece di cedere all'abbrutimento e all'accecamento ideologico, comincia a chiedersi il vero perché di tutto quell’orrore. E allora la sua fede di patriota vacilla. Tanto che il suo ultimo pensiero sarà: “La rivoluzione, come l’amore, fiorisce e appassisce. Ma a differenza dell’amore, la rivoluzione marcisce molto più in fretta”. • Tran Nhut - L' OMBRA DEL P RINCIPE (Ponte alle Grazie -14,50 €) Questo è il primo di una serie di tre romanzi gialli scritti a quattro mani da due signore vietnamite trasferitesi in Francia (gli altri due sono L'ala di bronzo e La polvere nera del maestro Hu). Il protagonista è il Mandarino Tan, una sorta di Montalbano che indaga nel Vietnam tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo. Oltre a offrire una lettura ricca di colpi di scena, questi libri hanno il pregio di ricreare alla perfezione l'atmosfera dell'epoca, con la descrizione di luoghi, abiti e usanze. • Denise Chong - L A BAMBINA DELLA FOTOGRAFIA (Codice Edizioni - 22 €) L'immagine della bambina che fugge, nuda e urlante, dalle bombe al napalm è ormai un'icona del XX secolo, simbolo dell'assurdità della guerra del Vietnam, e di tutte le guerre. Ma chi era quella bambina? E che ne è stato di lei, dopo? Per saperlo, leggete questo bellissimo libro, e scoprirete che la piccola Kim Phuc oggi vive in Canada, porta ancora sul corpo i segni di quel tragico giorno e ha dovuto combattere, con grande forza di volontà, per diventare una donna normale. Perché è estremamente difficile, e doloroso, essere un'icona vivente... • Michael Herr - D ISPACCI (Alet Edizioni -18 €) Con l'avvento delle "guerre moderne", tecnologiche e chirurgiche, anche le notizie che ci arrivano dal fronte - troppo spesso raccontate, e addomesticate, da giornalisti embedded - ci fanno vivere drammatici eventi in modo asettico e lontano. Non succedeva così al tempo della guerra del Vietnam, quando la parte di America (e di mondo) che era contraria all’invasione statunitense si immedesimò nel dramma della popolazione vietnamita e di tanti giovani soldati sbattuti in prima linea. Questo era accaduto grazie ai racconti del "reporter dall’inferno" Michael Herr, che nei suoi dispacci riusciva a far sentire il crepitare delle mitragliatrici, il caldo denso della giungla, l'odore acre del napalm... Riuniti in un libro quegli articoli sono, per così dire, la madre di tutti i racconti di guerra. Del resto, Michael Herr è una leggenda del giornalismo mondiale. E non solo: è stato lui a firmare le sceneggiature di capolavori come Apocalypse Now e Full Me-tal facket. Vietnam-Cambogia Pagina 38 L'ANGELO DI HOLLYWOOD Che cosa ha in comune il computer con Angkor Vat ? Angelina Jolie, anzi Lara Croft, insomma Tomb Raider. Una lunga sequenza del film, tratto dal videogioco più famoso dell'ultimo decennio, è stata girata fra i templi di Angkor e a dare carne, ossa, labbra e seno all'intrepida archeologa digitale è stata la bella Angelina, che ha lasciato il cuore in Cambogia. Tanto che, finite le riprese, c'è tornata, ha regalato una scuola ai bambini orfani e ne ha adottato uno, Maddox, per il quale ha combattuto una lunga battaglia burocratica. Da cui è uscita con tutti gli onori, compresa la cittadinanza del riconoscente Paese asiatico. STORIE DI GUERRA Sono pochi tra i grandi attori e registi americani quelli che non hanno avuto a che fare con la guerra del Vietnam. In pellicola naturalmente. A cominciare da John Wayne che nel 1968 interpreta, produce e dirige I'iperpatriottico Berretti verdi. Più realistici Platoon di Oliver Stone, Full Metal Jacket di Kubrick, Hamburge Hill di John Irvin e Good Morning Vietnam di Barry Levinson. Più spietati e simbolici, nello scandagliare logiche e conseguenze della guerra, Il Cacciatore di Michael Cimino, Apocalypse Now di Coppola e Nato il 4 luglio ancora di Stone. Ambientati in quella che allora era chiamata Indocina, ci sono poi altri film d fortuna, da L'amante (dal romanzo di Marguerito Duras) a L'americano tranquillo (tratto invece da Graham Greene). Infine, un film che ha segnato una generazione, sulla guerra in Cambogia: Urla del silenzio, storia vera di un giornalista del New York Times e dell'uomo che gli salvò la vita. Vietnam-Cambogia Pagina 39 Luca Tour Giovanna Bonu Elena Capparella Orietta Carmellini Giampiero Deidda Lea Rosa Deidda Gilda Dessì Bonaria Mandis Emanuele Marras Maria Pia Martinez Anna Maria Mulas Gianfranco Onida Paolo Onida Giovannina Pinna Mirella Puddu Maria Franca Salis Viviana Salvi Vali Santa Lucia Eraldo Schiuntu APPUNTI