gruppo Luca
dal 23 aprile al 7 maggio 2010
Vi augura
BUON VIAGGIO
Vietnam-Cambogia
Pagina 3
S
iamo nel 2010 e ci è ancora difficile pensare al Novecento come al "secolo scorso".
Eppure ci sono storie, anche relativamente recenti in termini temporali, che ci appaiono subito come "cose dell'altro secolo", cioè eventi di un passato ormai chiuso da affidare alla memoria oppure
(talvolta sarebbe meglio) all'oblio.
Ci sono nomi che nel volgere di un paio di decenni finiscono per evocare sensazioni diverse, quasi che il loro
significato sia nel frattempo cambiato: era uno nel Ventesimo secolo, è un altro nel Ventunesimo. Vietnam e
Cambogia. Hanno detto guerra, bombardamenti, sofferenze, lutti, genocidi. Allora. Perché oggi raccontano
una storia ben diversa: gente finalmente in pace, animi gentili, vita che scorre ai ritmi del fiume, antiche culture, resti archeologici non più minacciati di distruzione. Forse in questi Paesi non tutti i conti con il passato
sono stati saldati, perché ci sono ferite che faticano a cicatrizzare, ma quegli orrori ormai sono definitivamente alle spalle.
L'orrore.
Era quello che il giovane capitano del film Apocalypse Now trovava alla fine della sua navigazione a ritroso
sul Mekong, nell'allucinata follia della guerra in Vietnam.
L'orrore.
Era quello da cui scappava il protagonista del film Urla del silenzio, in fuga dagli stermini nella Cambogia
di Pol Pot. In entrambi i casi si trattava di un viaggio, come un viaggio è quello che il Gruppo Luca si è proposto di fare.
Ben diverso; perché da quei luoghi l'orrore è sparito, si è dissolto come nebbia nella storia e ha svelato una
terra di meraviglie: i tappeti verdi delle risaie, le colline disegnate dalle coltivazioni, montagne ancora inesplorate, animali leggendari, templi che combattono con la giungla, grandi civiltà che riaffiorano, città profumate d'Oriente ma, soprattutto, gente capace di trasmettere amicizia e serenità.
Precisazione necessaria:
è arbitrario unire Vietnam e Cambogia, che sono nazioni molto differenti fra loro, con genti e culture diverse.
Eppure lo abbiamo fatto volontariamente: erano insieme nei giorni bui della storia "dell'altro secolo", insieme
le guardiamo, finalmente, sotto la luce.
In nessun altro posto al mondo come in Vietnam e in Cambogia, viaggiare diventa così una rivincita.
Vietnam-Cambogia
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Operativo
voli
ANDATA
Venerdì 23 aprile
Cagliari (CAG)
Roma (FCO)
11.00
12.05
AP5495
Venerdì 23 aprile
Roma (FCO)
Bangkok (BKK)
13.55
05.35+1
TG 945
Sabato 24 aprile
Bangkok (BKK)
Hanoi (HAN)
07.45
09.35
TG 560
HANOI
HUE’
12.30
13.40
VN 245
DANANG
SAIGON
14.10
15.20
VN 329
PHNOM PENH
SIEM REAP
09:45
10:35
K6-9851 AT
Giovedì 6 maggio
Siem Reap (REP)
Bangkok (BKK)
20.30
21.35
PG 910
Venerdì 7 maggio
Bangkok (BKK)
Roma (FCO)
00.20
06.50
TG 944
Venerdì 7 maggio
Roma (FCO)
Cagliari (CAG)
08.45
09.50
AP5494
VOLI INTERNI
Lunedì 26 aprile
Mercoledì 28 aprile
Lunedì 3 maggio
RITORNO
VIETNAM-CAMBOGIA
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DATA
LOCALITÀ
PROGRAMMA GIORNALIERO
1° giorno
Incontro dei partecipanti e partenza per Bangkok, via Roma, con volo di linea
Alitalia/Thay Airways TG 945 delle ore 13.55.
venerdì
23 aprile
CAGLIARI - ROMA
BANGKOK
Arrivo a Bangkok alle ore 05.35.
2° giorno
sabato
24 aprile
♦ Pasti e pernottamento a bordo.
Proseguimento per Hanoi con il volo TG 560 delle ore 07.45. Arrivo ad Hanoi
alle ore 09.35. Trasferimento in hotel. Tempo a disposizione per il riposo.
BANGKOK
HANOI
Inizio delle visite alla città: al mausoleo di Ho Chi Minh, alla ”One Pillar Pagoda”, al Tempio della Letteratura, al West Lake, al Tempio Quan Thanh.
In serata si assisterà allo spettacolo: Water Puppet Show
♦ Pranzo in hotel.
♦ Cena in ristorante locale.
3° giorno
domenica
25 aprile
HANOI
HALONG BAY
HANOI
Prima colazione.
L’intera giornata sarà dedicata all’escursione alla Baia di Halong Visita della
baia in giunca, imbarcazione tipica del nord Vietnam che riprende lo stile dei
sampan cinesi; visita del labirinto più grande del mondo, con enormi rocce che
cadono direttamente nel mare, con grotte decorate da stalattiti e stalagmiti che
formano disegni e scenografie favolose.
♦ Pranzo a bordo della giunca a base di frutti di mare.
Rientro ad Hanoi nel tardo pomeriggio.
♦ Cena in ristorante locale.
Prima colazione.
Proseguimento delle visite ad Hanoi. Si visiterà il museo della Guerra, il museo delle Etnie ed il Lago della Spada Restituita.
4° giorno
lunedì
26 aprile
♦ Pranzo in ristorante tipico.
HANOI
HUE’
5° giorno
martedì
27 aprile
HUE’
DANANG
HOI AN
Nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto e partenza per Huè.
Arrivo e trasferimento in hotel.
Visita di Huè. Si inizia con la Cittadella, Città Proibita (1802-1945) costruita
dai primi Imperatori Nguyen nel rispetto dei Ching (il libro dei mutamenti dell’universo) e delle regole dello Yang (il Positivo) e lo Yin (il Negativo). Si prosegue con la visita della Pagoda Thien Mu, situata sulla sponda sinistra del
Huong Giang (il fiume dei profumi) e oggi l’indiscusso simbolo di Huè, per finire visita del mercato di Dong Ba.
♦ Cena in hotel.
Prima colazione.
Continuazione delle visite ai luoghi più rappresentativi di Huè: i Mausolei Imperiali di Tu Duc e Khai Dinh e la Pagoda di Tu Hieu.
♦ Pranzo in un ristorante locale.
Trasferimento a Danang ed a Hoi An in pullman.
All’arrivo si visita la cittadina di Hoian in cyclò: la pagoda cinese, il Ponte
Giapponese, una tipica casa antica, la fabbrica della seta.
♦ Cena in ristorante locale.
Vietnam-Cambogia
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LOCALITÀ
6° giorno
mercoledì
28 aprile
HOI AN
DANANG
SAIGON
7° giorno
giovedì
29 aprile
8° giorno
venerdì
30 aprile
9° giorno
sabato
1 maggio
SAIGON
SAIGON
(Escursione a Cu Chi)
SAIGON
CHAU DOC
PROGRAMMA GIORNALIERO
Prima colazione.
Visita di Danang. Si inizia con la visita del museo Cham, il museo più fornito di reperti archeologici del vecchio Impero Cham, e si prosegue visitando le montagne di
marmo (effettivamente di granito) dove si trovano Pagode e Templi in un paesaggio
surreale. Trasferimento in aeroporto e partenza per Saigon (Ho Chi Minh Ville). Sistemazione in hotel.
♦
Pranzo in un ristorante locale.
Pomeriggio a disposizione per il riposo, lo shopping o altre attività individuali.
♦
Cena in hotel.
Prima colazione.
Visita alla Saigon “cinese”, utilizzando anche i tradizionali cyclo. Sosta al mercato
di Cholon. Visita di Thien Hau, la più antica pagoda cinese della città. Shopping
nella via Dong Khoi, la vecchia “Rue Catinat” dei coloni francesi che qui avevano il
loro salotto ricco di tentazioni di ogni genere.
♦
Pranzo in ristorante locale.
Nel pomeriggio, visita in pullman della Saigon “coloniale”. Sosta al grande mercato
coperto di Ben Thanh che é il simbolo stesso della città Visita al “Museo dei crimini
della guerra”, tragica e eloquente testimonianza degli orrori della guerra. Il periodo
coloniale rivive davanti all'edificio delle Poste disegnato da Gustave Eiffel e la neoromanica cattedrale di Notre-Dame.
♦
Cena in ristorante locale.
Prima colazione.
Partenza in pullman per Cu Chi.
Lungo la strada sosta a una fabbrica artigianale di gallette di riso (sfoglia ricavata
dalla farina di riso).
Arrivo a Cu Chi e visita dei tunnel costruiti durante l’occupazione francese e sviluppati dai Viet Cong durante il conflitto contro l’America. Si estendono per la lunghezza di 250 Km e arrivano sino alla città di Saigon.
♦
Pranzo in ristorante tipico.
Rientro a Saigon e visita della parte coloniale della città.
♦
Cena in hotel.
Prima colazione.
Viaggio nel cuore delle località più suggestive del delta del Mekong.
Si parte per l'escursione in pullman e dopo circa due ore si giunge all'imbarcadero sul
Mekong dove ci attendono piccole imbarcazioni locali che penetrano nei rami del
fiume e portano fino al pittoresco mercato galleggiante di Cai Be cui fanno corona le
vaste piantagioni di frutti tropicali.
Durante il trasferimento a Ovest, verso Chau Doc, si incontreranno i tipici villaggi
galleggianti del Delta con i loro ricchi allevamenti di gamberi.
Arrivo a Chau Doc e sistemazione in Hotel.
♦
10° giorno
CHAU DOC
domenica
2 maggio
PHNOM PENH
Pranzo e cena in hotel.
Prima colazione.
Valicata la frontiera con la Cambogia si risale il Mekong Inferiore su una barca veloce che impiega circa 4 ore per raggiungere Phnom Penh.
♦
Pranzo in ristorante locale.
Inizio delle visite alla parte classica della capitale della Cambogia con la visita del
Museo Nazionale, prezioso scrigno che racchiude i capolavori della scultura khmer
dal V al XIII secolo, e dell'area del Palazzo Reale con la Sala del Trono, in cui ancora oggi il Sovrano concede le sue udienze, e del contiguo complesso della Pagoda
d'Argento.
♦
Cena e pernottamento in hotel.
Vietnam-Cambogia
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LOCALITÀ
11° giorno
lunedì
3 maggio
PHNOM PENH
SIEM REAP
12° giorno
martedì
4 maggio
SIEM REAP
(Angkor)
PROGRAMMA GIORNALIERO
Prima colazione.
Trasferimento all'aeroporto e partenza per Siem Reap. Arrivo e trasferimento in hotel.
♦
Pranzo in ristorante locale.
Nel pomeriggio si percorre in pullman la strada che conduce ai piedi del Phnom
Krom dove sulle rive del Grande lago sono ormeggiate decine e decine di barche che
ospitano le case galleggianti del villaggio dei pescatori: una comunità di “nomadi del
lago” che si spostano sulle acque del Tonle Sap per seguire le stagioni della pesca e
che qui hanno le loro abitazioni, le scuole, la chiesa, i negozi, gli uffici pubblici, gli
allevamenti di pesce, tutti costruiti su barconi e piattaforme galleggianti che si alzano
e abbassano seguendo il regolare ritmo delle piene del lago. E' l'ancestrale costume di
vita delle popolazioni rivierasche indocinesi.
♦
Cena in hotel
Prima colazione.
Intera giornata dedicata alla visita dei templi di Angkor:
la piú estesa area archeologica del mondo dove gli archeologi classificarono 276 monumenti di
primaria importanza. Fra tante meraviglie non deve mancare la visita della cittadella fortificata
di Angkor Thom con le sue imponenti mura e le splendide porte monumentali fatte erigere sul
finire del XII secolo dal grande re Jayavarman VII che ordinò anche la costruzione, al centro
del quadrilatero fortificato, del Bayon: il più enigmatico e suggestivo fra tutti i templi eretti
dagli Khmer. Bassorilievi di enorme realismo e forza espressiva fanno corona a 54 torrisantuario al culmine di ognuna delle quali quattro enormi volti in pietra, orientati sui punti
cardinali, proiettano l'immagine del bodhisattva Lokeshvara. Le immagini da tutti cercate e che
hanno creato il vero “mito” di Angkor vengono scoperte dietro il muro di arenaria lungo 3.200
metri che racchiude Ta Prohm, il grande monastero buddhista che Yayavarman VII consacrò
nel 1186 e che gli archeologi hanno volutamente lasciato quasi intatto, nello stato in cui venne
ritrovato: giganteschi alberi sorgono fra l'intrico di torri santuario, enormi radici avvolgono le
gallerie, folti arbusti germogliano dai tetti di ogni costruzione e il visitatore non riesce piú a
distinguere l'opera dell'uomo dalle creazioni della natura. Fra tutti i templi quello sicuramente
più celebrato é però Angkor Wat, il capolavoro indiscusso dell'architettura e dell'arte khmer.
Misura un perimetro esterno di 1.800 metri per 1.300 e il santuario centrale ha una superficie di
215 metri per 186 e culmina con il raffinato profilo delle cinque torri-santuario che dominano il
paesaggio. Milleduecento metri quadri di raffinati bassorilievi offrono la spettacolare testimonianza di un'arte figurativa di eccelsa raffinatezza. Eretto quando in Italia si consacrava la cattedrale di Pisa e a Parigi si costruiva Notre-Dame, é l'emblema della Cambogia ed é il simbolo
dello stupendo Medioevo del Sud-Est asiatico.
♦
♦
Prima colazione.
13° giorno
mercoledì
5 maggio
SIEM REAP
Si prosegue il percorso nell'area archeologica con la visita di monumenti forse meno noti al
grande pubblico ma non per questo meno rimarchevoli sul piano artistico. Una delle più antiche
costruzioni sacre di Angkor é il Prasat Kravan del 921: cinque santuari dalle eleganti forme
dedicati al culto del dio Vishnu, costruiti in mattone e allineati su un basamento volto a Est.
Sempre il mattone venne largamente utilizzato per edificare nel 952 il Mebon, il tempio che
sorgeva su un isolotto artificiale al centro del bacino del Baray orientale. Solo nove anni piú
tardi il re Rajendravarman fece erigere il Pre Rup, il grandioso tempio-montagna dai caldi colori ocra. Al periodo “aureo” di Jayavarman VII risalgono il grandioso santuario buddhista di
Prah Khan, il tempio della “Sacra Spada”, il monastero di Banteay Kdei, la “Cittadella
delle celle” monacali, gli enigmatici e suggestivi bacini sacri di Neak Pean, i “Serpenti intrecciati”, e la piscina delle abluzioni pubbliche, il Srah Srang.
♦
♦
14° giorno
giovedì
6 maggio
Pranzo in ristorante locale
Cena e pernottamento in hotel
SIEM REAP
BANGKOK
Pranzo in ristorante locale
Cena e pernottamento in hotel
Prima colazione. Tempo a disposizione per attività individuali.
♦
Pranzo in hotel.
Nel tardo pomeriggio, trasferimento all'aeroporto e partenza con volo di linea PG 910
delle ore 20.30 per Bangkok. Arrivo a Bangkok alle ore 21.35.
Inizio delle operazioni di imbarco per Roma. Pasti e pernottamento a bordo.
15° giorno
venerdì
7 maggio
ITALIA
Partenza con volo TG 944 delle ore 00.20 per Roma. Arrivo a Roma alle ore 06.50.
Prosecuzione per Cagliari . L’arrivo è previsto per le ore 09.50. Fine dei servizi.
Vietnam-Cambogia
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gli HOTEL
dal 24 al 25
aprile
HANOI
V
84 Tran Nhan Tong Street- Hanoi
℡(0)4 3822 3535
26
aprile
27
aprile
HOI AN
HUE
IMPERIAL HUE HOTEL
8 Hung Vuong Boulevard, Hue City
℡(84.54) 388 2222
LIFE RESORT
1 Pham Hong Thai Street. Hoi An Town
℡(84 510) 3914-555
V
V
Vietnam-Cambogia
dal 28 al 30
aprile
Pagina 9
SAIGON
1
maggio
2
maggio
PHNOM PENH
dal 3 al 5
maggio
EQUATORIAL HOTEL
242 Tran Binh Trong, District 5 Ho Chi
Minh City - ℡(848)3839 7777
VICTORIA CHAU DOC
32 Le Loi Street, 8400 Chau
Doc Town - ℡(076) 865 010
CHAU DOC
PHNOM PENH HOTEL
Monivong Boulevard, Phnom Penh,
Cambodia, 53 - ℡(0)23 991 868
SIEM REAP
V
V
V
ROYAL ANGKOR RESORT
Highway No. 6, Phum Kasekam
℡(855) 63 767 555
V
Vietnam-Cambogia
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V i e t n a m
Visitare il Vietnam è coinvolgente, un'esperienza intensa a contatto con un popolo dalle qualità eccezionali. È difficile restare indifferenti di fronte all'orgoglio ed al genuino calore di questa gente
sopravvissuta a mille anni di ingerenze straniere, invasioni e saccheggi, colonialismo e guerre imposte ma, mai come ora, proiettati
con entusiasmo verso il futuro. È difficile descrivere la ricchezza
della cultura di questo popolo, le radici profonde delle sue tradizioni e la bellezza mai scontata dei suoi paesaggi. Fra le montagne
quasi inaccessibili del nord, sede naturale di molteplici minoranze
etniche, lo spettacolo delle magnifiche guglie calcaree che sorgono dalla baia di Halong vi lascerà ammirati; le città dove, tra il fascino delle vestigia imperiali, stordisce il caos del traffico moderno; fra gli immutati e lenti ritmi dei canali e delle rive dei grandi fiumi, il Vietnam vi offre una varietà di sensazioni e una miriade di immagini mozzafiato. È un viaggio
per tutti: la grande varietà della cucina, l'efficienza dei trasporti e la qualità dei servizi, lo rendono
piacevole anche a chi non vuole rinunciare agli abituali comfort.
Generalità
Nome completo:
Viet Nam
Nome ufficiale:
Cộng hòa xã hội chủ nghĩa Việt Nam
(Repubblica Socialista del Vietnam)
Lingue ufficiali:
vietnamita
Capitale:
Hanoi (3.730.000 ab. / 2004)
Politica
Forma di governo:
Stato socialista
Capo di stato:
Nguyễn Minh Triết
Indipendenza:
Dalla Francia, 2 settembre 1945
Ingresso nell'ONU:
20 settembre 1977
Superficie
Totale:
331.689 km² (65º)
% delle acque:
1,27 %
Popolazione
Totale (2009):
85.789.573 [1] ab. (14º)
Densità:
258 ab./km²
Varie
Moneta:
Dong
1 Euro = 25682.8000 Dong
1 Dollaro USA= 19065.2513 Dong
Energia:
Tensione: 127/220 V—Frequenza: 50 Hz
Prefisso tel.:
+84
Fuso orario:
+ 6h rispetto all'Italia. + 5 h (con ora legale)
Clima: Il Vietnam si estende per circa 1800 km in latitudine e il clima nelle due principali città, Hanoi al nord e Ho Chi Minh City (l'ex Saigon) al sud, è abbastanza differente e spostandosi verso sud le temperature tendono ad aumentare. L'umidità è ovunque elevata e determina
l'aumento della sensazione di caldo e di freddo nelle varie stagioni. Il clima al nord è caratterizzato da due stagioni: l'inverno e l'estate. L'inverno, da novembre ad aprile, si presenta con temperature medie tra i 16 e i 23 gradi, con minime intorno ai 10 gradi e limitate precipitazioni.
I mesi estivi (da maggio ad ottobre) fanno registrare temperature elevate (25-35 gradi), piogge abbondanti e occasionali violenti tifoni. Al
centro il clima è tropicale, con due distinte stagioni quella umida e quella asciutta. La stagione asciutta va da novembre a marzo, mentre nel
periodo settembre - novembre sono possibili tifoni. Il miglior periodo per un viaggio in questa zona è tra febbraio e aprile. Il sud, caratterizzato da un clima sub-equatoriale, ha due distinte stagioni: quella umida (da maggio a novembre), durante la quale si verificano quasi quotidianamente intensi acquazzoni di breve durata, e quella asciutta (da dicembre ad aprile), con clima caldo e umidità non eccessiva. La temperatura media durante tutto il corso dell'anno è intorno ai 28 gradi. Il periodo migliore per visitare il Vietnam va da ottobre ad aprile quando le
precipitazioni atmosferiche sono ridotte, l'umidità non è eccessiva e le temperature sono gradevoli in tutto il Paese.
Vietnam-Cambogia
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c a m b o g i a
In Cambogia andremo subito alla meta raggiungendo la città di Siem
Reap, base di partenza per poter visitare il complesso archeologico di
Angkor. Qui si trovava l’antica capitale dei khmer, e qui aveva sede il
regno che imperò dal IX al XIV secolo. Fu l’esploratore francese Henri Muhat a scoprire, nel decennio 1850/60, il complesso di Angkor,
nascosto per secoli da una fitta e rigogliosa giungla. Vennero così
alla luce oltre 1000 pagode e luoghi di culto, distribuiti in un’area di
circa 300 kmq. Oggi sono circa trenta i templi in buono stato di conservazione, anche se l’attenzione storica e archeologica si concentra
su tre complessi: sono quelli di Angkor Thom, Angkor Wat e Mebon
orientale. Quest’ultimo, che risale al XII secolo, è costituito da vari templi e residenze; Angkor Wat,
il monumento più visitato di tutto il complesso di Angkor per la sua armonia architettonica e per la
bellezza dell’ambiente in cui è inserito; infine, Angkor Thom, la quarta capitale del Regno (XII
sec.).
Generalità
Nome completo:
Regno della Cambogia
Nome ufficiale:
Preăh Réachéanachâkr Kâmpŭchea
Lingue ufficiali:
khmer
Capitale:
Phnom Penh (2.009.262 ab. / 2009)
Politica
Forma di governo:
Monarchia parlamentare
Capo di stato:
re Norodom Sihamoni
Indipendenza:
dalla Francia, 9 novembre 1953
Ingresso nell'ONU:
14 dicembre 1955
Superficie
Totale:
181.040 km² (96º)
% delle acque:
2,5 %
Popolazione
Totale (2009):
14.494.293 ab. (66º)
Densità:
74 ab./km²
Varie
Moneta:
Riel
1 Euro = 5642.0000 Riel
1 Dollaro USA= 4188.2563 Riel
Energia:
Tensione: 127/220 V - Frequenza: 50 Hz
Prefisso tel.:
+855
Fuso orario:
+ 6h rispetto all'Italia. + 5 h (con ora legale)
Clima:
La Cambogia rientra nell'area monsonica, ma sul clima del paese risentono alcuni fattori locali come la vicinanza all'equatore, che tende a
prolungare il periodo piovoso, e la presenza periferica di alteterre che riparano alquanto la depressione centrale, dove si hanno valori pluviometrici moderati, inferiori a 1500 mm annui (media annuale di Phnom Penh: 1125 mm). La stagione delle piogge va da maggio a ottobre
(cielo coperto, temperature moderatamente elevate); il massimo delle precipitazioni si concentra in ottobre, quando cadono i 2/3 delle piogge.
La stagione secca va da novembre a febbraio, con un minimo di precipitazioni in febbraio. Vi è bel tempo e temperature relativamente fresche, che tendono ad aumentare in misura notevole fino alla seconda metà di maggio in cui, avvicinandosi la stagione piovosa, si vanno facendo torride. Gli altopiani periferici hanno condizioni climatiche diverse: temperature più fresche e soprattutto un'umidità più diffusa ed
abbondante, con precipitazioni superiori ai 2000 mm, ed una stagione secca ridotta a 3 mesi. I monti Cardamomi, direttamente esposti al
monsone di sud-ovest, ricevono sui loro versanti marittimi precipitazioni superiori a 5000 mm, tra i più alti valori della zona monsonica.
Vietnam-Cambogia
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Fuso orario
+ 6h rispetto all'Italia. + 5 h quando in Italia vige l'ora legale.
Lingue
♦ In Vietnam il Vietnamita. E' diffusa, nelle principali città e nelle zone frequentate dai turisti, la
conoscenza della lingua inglese. Tra le persone anziane prevale la conoscenza della lingua francese.
♦ In Cambogia la lingua ufficiale è il khmer, piuttosto difficile da imparare, ma è sufficiente conoscere le frasi essenziali per cavarsela egregiamente. L'inglese sta velocemente diventando la seconda
lingua del paese, superando così il francese, molto diffuso tra gran parte di coloro nati prima degli
anni '70 del Novecento.
Religioni
♦ In Vietnam: Buddismo e cattolicesimo (circa sette milioni di fedeli).
♦ Il buddhismo theravada è la religione più diffusa della Cambogia.
Moneta
La moneta del Vietnam è il Dong che non è convertibile fuori dal Paese.
Si consiglia di portare con sé denaro sufficiente per l’intera durata del soggiorno.
I dollari americani sono comunemente utilizzati, eccezion fatta per gli uffici delle amministrazioni pubbliche,
mentre gli euro cominciano ad essere accettati in molti alberghi, ristoranti ed esercizi commerciali. E’ possibile
incontrare difficoltà a riconvertire i dong in dollari o euro al temine del soggiorno. Possono essere utilizzati anche
i traveller's cheques. Si sta diffondendo l’utilizzo delle carte di credito (Visa, Master Card, American Express),
soprattutto nei grandi alberghi, nei ristoranti con clientela internazionale e in negozi di fascia medio-alta.
La moneta della Cambogia è il Riel. La valuta estera più accettata è il dollaro USA, che può essere
usato in alternativa alla valuta locale. Sportelli bancomat sono disponibili nelle maggiori località turistiche e le carte di credito vengono accettate negli hotel di fascia medio-alta e presso i ristoranti.
Telefonia
La copertura per telefoni cellulari GSM a 900 mhz è buona nelle maggiori città del Paese e nelle zone
costiere. E’ attivo ma non sempre affidabile, il servizio di roaming internazionale per le utenze dei
principali operatori italiani. Per chi desidera disporre di un numero vietnamita, sono reperibili facilmente schede ricaricabili a costi contenuti.
Internet
Internet è diffuso in tutto il Paese. In ogni località sono facilmente reperibili Internet Cafè ove è possibile l’uso di terminali a prezzi molto contenuti.
Situazione sanitaria
♦ VIETNAM. L’assistenza sanitaria prestata dalle strutture ospedaliere pubbliche vietnamite è al di
sotto degli standard europei. Tuttavia, ad Hanoi e Ho Chi Minh City esistono ospedali privati in grado di fornire un’assistenza di livello sufficiente, quanto meno in alcuni settori (ostetricia, medicina
generale, analisi di laboratorio). A queste strutture è opportuno rivolgersi per prestazioni di pronto
soccorso, anche se le tariffe sono piuttosto alte e da pagarsi in anticipo. In caso di malattie o di incidenti per i quali siano necessari interventi sanitari più delicati e complessi, è quindi indispensabile il
trasferimento a Bangkok, Singapore o Hong Kong. Per l’acquisto di medicinali, occorre rivolgersi a
farmacie affidabili e di provata serietà, a causa della diffusione di prodotti contraffatti.
♦ CAMBOGIA. Le strutture sanitarie non sono equiparabili agli standard italiani; si consiglia, quindi, di recarsi in ospedale solo per piccoli problemi medici o come appoggio per un immediato rimpatrio aereo del malato o trasferimento in altro Paese.
L’acqua non è potabile e, in alcune zone del Paese, è potenzialmente infettata da virus, parassiti e batteri o sostanze chimiche. Si raccomanda pertanto di bere solo acqua imbottigliata e di mangiare preferibilmente frutta sbucciata, evitando le verdure crude ed il ghiaccio nelle bevande. Si consiglia di non
consumare i cibi precotti in vendita nelle numerose bancarelle presenti in strada. Carne e pesce dovrebbero essere consumati ben cotti.
Elettricità
La corrente elettrica è generalmente a 200 volt/50 hertz nelle città e spesso a 110 volt nelle zone rurali.
Le prese elettriche sono uniformate a quelle europee ed american.
Vietnam-Cambogia
Suggerimenti
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Si può cambiare valuta in quattro modi: in banca, negli uffici di cambio autorizzati, presso le reception
degli alberghi e sul mercato nero. Il tasso di cambio più conveniente è quello praticato dalle banche,
anche se gli uffici di cambio si trovano più a portata di mano e restano aperti più a lungo. Di solito, il
cambio in nero non conviene e quindi se vi proporranno un tasso migliore di quello delle banche state
certi che vi sarà qualcosa sotto. Le carte di credito Visa, MasterCard, American Express e JCB sono
accettate in tutte le grandi città e nei luoghi maggiormente turistici.
Fuori da queste zone è praticamente impossibile cambiare valuta straniera in dong.
Gli alberghi di proprietà governativa e i ristoranti per turisti di solito aggiungono un 5% al conto per il
servizio e perciò non è prevista la mancia; lasciare qualcosa negli altri posti invece potrebbe essere un
gesto assai apprezzato dal personale.
Anche una mancia ad autisti e guide sarebbe raccomandabile, oltre naturalmente a una piccola
donazione quando si lascia una pagoda.
Mercanteggiare mentre si fanno acquisti è una pratica giusta, ma non dimenticate di farlo con il
sorriso sulle labbra e consideratela una forma di scambio culturale piuttosto che una questione
di vita o di morte.
LA CUCINA
La cucina vietnamita è particolarmente varia: si dice che vi siano almeno 500 piatti tradizionali, da
quelli a base di carni esotiche come quelle di pipistrello, cobra e pangolino fino a fantasiose ricette
vegetariane (spesso cucinate per contenere la stessa carne e il pesce). Il piatto classico vietnamita è
però costituito da riso in bianco accompagnato da verdure, carne, pesce, spezie e intingoli vari. Tra gli
spuntini più comuni vi sono gli involtini primavera e le frittelle di riso, oltre alle onnipresenti zuppe
con anguille e vermicelli, pollo spezzettato e speziato. Tra i frutti più singolari ricordiamo il frutto del
drago verde, il jojoba, i cachi, il longan, il mangostano, il pompelmo, la ciliegia a tre semi e la mela
d'acqua.
Per mangiare un piatto vietnamita bisogna prendere il riso da un piatto comune e metterlo nella propria ciotola. Con le bacchette, poi, si prende la carne, il pesce o le verdure dai piatti di portata e li si
aggiunge al riso. Tenendo la ciotola vicino alla bocca, si usano le bacchette per mangiare. I vietnamiti
sono sorpresi da chi lascia la ciotola sul tavolo e cerca di portare alla bocca il cibo precariamente tenuto con le bacchette: si tratta di una cosa che li diverte, ma non li offende.
Una bevanda molto rinfrescante che potrete gustare in Vietnam è il latte di cocco. I vietnamiti credono
però che il latte di cocco affatichi l'organismo. Gli atleti, per esempio, non lo bevono mai prima di una
competizione. Un'altra specialità vietnamita, questa volta alcolica, è il vino di serpente (ruou ran). Si
tratta di un vino di riso nel quale si trova un serpente sottaceto. Sembra che questo prodotto abbia proprietà tonificanti e si dice che curi qualsiasi disturbo…
La gastronomia cambogiana ha tutte le caratteristiche della cucina tailandese, cinese e vietnamita
e il riso è l’ingrediente principale. L’immensa depressione lacustre offre inoltre una grandissima
quantità di fauna ittica d’acqua dolce: trote, carpe e anguille.
Generalmente un pasto cambogiano comprende una zuppa accompagnata da tagliatelle di riso, e alcune porzioni di pesce o carne di bue. Le zuppe più comuni sono la samla machou banle, di pesce, la
samla chapek, di maiale allo zenzero, e la samla machou bangkang, di gamberetti. I cambogiani poi
non sanno fare a meno della frutta e resterete stupiti, nei mercati, della quantità di mercanzia di questo
tipo. È insomma il luogo adatto per fare piacevoli e colorate scoperte!
ACQUISTI
La produzione artigianale dei Paesi del Sud Est Asiatico è molto
varia: lavori in legno finemente intagliato, oggetti di lacca
policroma incisa, parasole variopinti, stoffe di seta e cotone,
tessuti ricamati, arazzi e tappeti, pietre preziose e oggetti d’oro
e d’argento.
Ai lavori di artigianato locale si aggiungono le caratteristiche
manifatture delle minoranze etniche, abiti e tessuti ricamati,
borse di stoffa, gioielli d’argento che colorano i numerosi
mercati.
Ricordiamo che è vietato l’esportazione di antichità
e di immagini del Buddha.
Vietnam-Cambogia
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Vietnam-Cambogia
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HUE’
DANANG
HOI AN
SAIGON
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vietnam
terra di cultura antica
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CAGLIARI – ROMA – BANGKOK
1° giorno
Partenza per Bangkok con volo di linea Thai Airways TG 945 delle ore 13.55.
23 aprile
venerdì
Pasti e pernottamento a bordo.
BANGKOK- HANOI
2° giorno
24 aprile
sabato
Arrivo a Bangkok alle ore 05.35. Proseguimento per Hanoi con il volo TG 560 delle ore 07.45. Arrivo ad
Hanoi alle ore 09.35. Trasferimento in hotel. Pranzo in hotel. Visita alla città. Cena in ristorante locale
La giornata si conclude con il Water Puppet Show: uno spettacolo unico al mondo dove gli attori sono
delle marionette in legno che su uno scenario di acqua fanno rivivere antiche storie tradizionali, scene di vita
quotidiana e vicende tratte da leggende popolari.
Hanoi
(in scrittura Chữ Quốc Ngữ: Hà Nội; in scrittura Chữ Hán: 河内,
河内
3.398.889 abitanti nel 2007) è la città capitale dello stato del Vietnam.
Il sito di Hanoi è stato abitato da almeno il 3.000 a.C..
Hanoi ha cambiato molti nomi nel corso della sua storia, tra gli
altri Tống Bình (宋平), Long ðỗ (龍肚; letteralmente "pancia del
dragone") e ðại La.
Nel 1010 l'imperatore Lý Thái Tổ, della dinastia Lý, fece costruire su questo sito la sua nuova capitale, chiamandola Thăng Long
(昇龍, "dragone che si alza in volo”). In seguito a varie vicissitudini storiche, Hanoi venne chiamata anche ðông ðô, ðông Quan,
ðông Kinh (東京, “Capitale dell’Est” – il nome che gli europei
conosceranno come Tonchino) e Bắc Thành (北城, “Cittadella del
Nord”).
Nel 1802, la ristabilita Dinastia Nguvễn mosse la capitale a Hué.
Nel 1831 l’imperatore Minh Mang ridenominò la città Hà Nội (河
内, traducibile come “tra i fiumi”) .
Occupata dai francesci nel 1873, divenne la capitale dell’Indocina
francese nel 1902. Nel 1940 venne occupata dall’esercito del
Giappone per essere liberata nel 1945, quando Ho Chi Minh Ho
Chi Minh, leader del movimento indipendentista Việt Minh proclamò ufficialmente l'indipendenza della Repubblica Democratica
del Vietnam, il 2 settembre del 1945.
Rioccupata dai colonialisti francesi nel 1946, viene liberata definitivamente nel 1954, divenendo la capitale della Repubblica Democratica Popolare del Vietnam (Vietnam del Nord) fino alla
riunificazione del 1976.
La città sorge sulla riva destra del Fiume Rosso, e dista 130 km dalla sua foce nel Golfo del Tonchino.
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Hanoi
H
anoi, capitale politica del Vietnam, significa in vietnamita "al di qua del fiume"
ed è adagiata lungo la sponda del Fiume Rosso, che nel corso del tempo, a causa
di alluvioni e cambi di percorso, ha dato vita a diversi laghi costellati da isolette che caratterizzano il paesaggio urbano.
H
anoi si presenta come una tipica città francese d’inizio secolo, con lunghi viali,
parchi e costruzioni che richiamano appunto lo stile francese, retaggio della dominazione coloniale. Non mancano però aspetti che richiamano la secolare cultura asiatica. Malgrado i bombardamenti subiti dalla città infatti, buona parte dei suoi edifici storici
sono ancora in discrete condizioni. Un’immagine tipica dell’antica architettura vietnamita
è fornita dal Tempio della Letteratura, dedicato a Confucio nel 1.070 da antichi eruditi e
letterati, che qui fondarono la prima università del paese, senza tralasciare il tempio di
Ngoc Son, ubicato su un’isoletta del lago Hoan Kiem.
Altre importanti attrattive storiche della capitale sono la Pagoda Mot Cot (conosciuta
come “Pagoda ad un solo pilastro”), particolarissima pagoda in legno che poggia su un
unico pilastro, costruita nel 1.049 a rappresentazione della purezza del fior di loto; il Mausoleo di Ho Chi Minh, legato alla storia recente del Paese; il tempio del genio Quan
Than ed il lago della Spada Restituita, circondato da alberi secolari.
Hà Nội
Stato:
Vietnam
Regione:
Delta del Fiume Rosso
Coordinate:
21°2′″N 105°51′″E
Altitudine:
19 m s.l.m.
Superficie:
920,97 Km2
Abitanti :
3.398.889 (2007)
Densità:
3.347 ab./Km2
Status:
città-provincia
E’ infine interessante andare alla scoperta dello spirito popolare della città, visitando il
Museo delle Etnie e passeggiando tra negozietti colorati e vecchie botteghe all’interno del
Quartiere Vecchio (XV secolo), a bordo dei tradizionali cyclò.
H
anoi è una miscela di oriente ed occidente con influenze cinesi e francesi
risalenti al periodo coloniale. Numerosi i palazzi dalla facciata severa e
spoglia, tipici dell'era comunista ma non mancano gli edifici ultramoderni secondo
la moda imperante nelle grandi metropoli del Sud-Est Asiatico.
DA VEDERE
Mausoleo di Ho Chi Minh.
Questo imponente edificio di stile sovietico rivestito in marmo emana un tale senso di malinconia che si potrebbe pensare che
lo “zio Ho” a tale vista si rivolti nella tomba o
meglio nel sarcofago di vetro in cui è posta la
salma imbalsamata. Il mausoleo è certamente uno
dei monumenti più visitati e venerati dai vietnamiti e in Ba Dinh Square, su cui si affaccia, si
svolgono le parate annuali della vittoria in puro
stile sovietico
One Pillar Pagoda.
Questa deliziosa struttura di legno, collocata in
mezzo al laghetto di ninfee, fu fatta costruire dall’imperatore Ly Thai Tong (1028-1054) per ricordare il sogno durante il quale Quan The Am Bo
Tat, la dea della misericordia, gli presentava un
bambino, suo figlio erede. Subito dopo questa
visone, egli sposò una giovane contadina che gli
diede il primo figlio. Questa pagoda non è l’originale, ma quella fatta ricostruire dal regime rivoluzionario dopo che, nel 1954, i francesi avevano
distrutto la struttura primitiva. Oggi le copie vietnamite senza figli si recano al santuario per ottenere la possibilità di un concepimento. La pagoda
è molto suggestiva e molti giovani artisti la ritraggono da ogni angolazione.
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Tempio della Letteratura.
Questa antica università e celebrato esempio dell’antica architettura vietnamita si
trova circa due Km a ovest del centro cittadino nel punto di intersezione di quattro
vie. Gran parte di questo complesso di cortili e padiglioni cinti da mura fu costruito
nel 1070, dedicato a Confucio, e sei anni dopo divenne la prima università del Vietnam, nella quale studiavano i figli dei mandarini. Su alcune steli, ognuna delle quali
eretta sopra una testuggine di pietra, sono incisi i nomi degli studenti che passarono
brillantemente le prove dei concorsi statali tenutisi qui dal 1442 al 1778.
West Lake.
Situato al limite nordoccidentale della città, il West Lake è una tranquilla zona ricreativa molto suggestiva al tramonto, quando il cielo e l’acqua si fondono in una distesa di
colori vivaci e cangianti. Lungo la sponda orientale una strada rialzata porta a un piccolo specchio d’acqua, l’Ho Truc Bach (lago di Seta Bianca), chiamato anche “lago delle
bombe”. Nell’ottobre del 1967 atterrò qui un pilota americano, lanciatori dal suo aereo
in fiamme, colpito dall’antiaerea durante l’attacco a una fabbrica di componenti elettronici. Lì accanto una lapide ricorda l’avvenimento.
Nella zona ci sono inoltre due famosi templi: la pagoda di Tran Quoc e quella di Quan
Thanh.
La pagoda di Quan Thanh, dedicato al dio Huyen Tran Thien Vo, è la più bella delle
due sotto il profilo architettonico. Questo tempio della dinastia Ly (1010-1225) vanta
una statua di bronzo e una campana che risalgono al 1677, ma la sua vera particolarità è
il cortile principale dove tutti i pomeriggi i bambini si allenano nella arti marziali.
Water Puppet Show
Una grande vasca come palcoscenico, decine di singolari, colorate e divertenti marionette
abilmente mosse dai marionettisti ed un gruppo di musicisti che suonano flauti di legno, xilofoni di bambù ed originali strumenti ricavati dal bau, una sorta di anguria cinese.
Lo spettacolo delle marionette - che dura più o meno un'ora - in lingua locale ha il nome di
Mua Roi Nuoc.
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HANOI - HALONG BAY – HANOI
3° giorno
Escursione alla Baia di Halong. Visita della baia in giunca, imbarcazione tipica del nord Vietnam che riprende lo stile dei sampan cinesi; visita del labirinto più grande del mondo, con enormi rocce che cadono direttamente nel mare, con grotte decorate da stalattiti e stalagmiti che
formano disegni e scenografie favolose.
25 aprile
domenica
S
e dici «Vietnam» la gente pensa al napalm ed al Colonnello Kurtz, il
Marlon Brando di Apocalypse Now; se dici «Vietnam» è la guerra tra
Stati Uniti e Viet Cong a balzare drammaticamente alla memoria,
quella che i vietnamiti chiamano ‘Guerra contro gli americani per
salvare la nazione’.
Ma oggi il Vietnam sta lentamente uscendo dall’incubo aprendo ai turisti più curiosi le proprie meraviglie. Rientra sicuramente tra queste la Baia di Ha Long, che letteralmente significa “luogo dove
il drago si è inabissato nel mare” (la leggenda vorrebbe che la baia sia nata proprio dalla furia di
un drago).
Il posto si configura come una vera e propria laguna ma in realtà siamo in mare aperto: quello che
offre la baia, infatti, sono le 3000 isole che si innalzano per molti metri sopra il livello del mare, le cui
acque sono di un incantevole verde smeraldo; naturalmente previste e da non perdere le escursioni
nelle isole ingioiellate da spiagge e grotte, per mezzo di tipiche imbarcazioni (le giunche).
Non sorprende, pertanto, che una simile realtà naturale sia divenuta patrimonio dell’UNESCO
(1994).
L
U
na leggenda locale
dice che molti anni fa i
vietnamiti
stavano
combattendo gli invasori cinesi; gli dei mandarono una
famiglia di dragoni per aiutarli.
Questi dragoni iniziarono a sputare gioielli che si trasformarono
nelle isole ed isolotti che punteggiano la baia, unendoli poi per
formare una muraglia contro gli
invasori. Le persone salvarono la
propria terra e la trasformarono in
quello che poi sarebbe diventato
il Vietnam. Il luogo in cui atterrò il
dragone madre venne chiamato
Hạ Long, il luogo in cui arrivarono
i figli prese invece il nome di Bái
Tử Long (Bái: essere al seguito
di, Tử: figli, Long: dragone), ed il
posto in cui i figli agitarono violentemente le proprie code venne
chiamato Bạch Long Vỹ (Bạch:
colore bianco della schiuma,
Long: dragone, Vỹ: coda).
a Baia di Ha Long (vietnamita: Vịnh Hạ Long) è un'insenatura situata nel
golfo del Tonchino. Fa parte della provincia di Quang Ninh e comprende circa
3000 isolette calcaree con numerose grotte carsiche. La baia si trova 164 km
ad est della capitale Hanoi, non lontano dal confine con la Cina.
La baia contiene una densa concentrazione di isole calcaree monolitiche, ognuna delle
quali ricoperta da fitta vegetazione, che si ergono dall'oceano. Molte delle isole sono
vuote, e contengono enormi grotte. Hang ðầu Gỗ contiene la più grande grotta della
baia. Esploratori francesi la visitarono nel XIX secolo, chiamandola Grotte des Merveilles. Le sue tre grandi camere contengono numerose grosse stalattiti e stalagmiti (oltre a
graffiti del XIX secolo). Ci sono due grandi isole, Tuan Chau e Cat Ba, con insediamenti
permanenti. Entrambe queste isole hanno attrezzature turistiche, tra cui hotel e spiagge. Esistono molte belle spiagge anche
sulle isole più piccole.
Alcune isole ospitano villaggi galleggianti di pescatori che setacciano le acque poco profonde alla ricerca di 200 specie di
pesci e 450 di molluschi. La maggior parte delle isole hanno preso il nome dalla propria forma: tra queste ci sono Voi
(elefante), Ga Choi (artiglio da combattimento) e Mai Nha (tetto). A 989 isole è stato assegnato un nome. Tra gli animali che
le abitano ci sono antilopi, scimmie e iguane.
La baia è un'isola marina con clima tropicale umido e due stagioni: un'estate calda e piovosa, ed un inverno asciutto e freddo.
La temperatura media è di 15 °C- 25 °C. Le precipitazioni annuali variano tra i 2000 ed i 2200 mm. Ha Long ha il tipico sistema diurno di maree (con un'escursione di 3,5-4 metri di livello). La salinità è compresa tra i 31 ed i 34,5 MT nella stagione
secca, ed è ovviamente più bassa nella stagione delle piogge.
Nguyễn Trãi scrisse riguardo alla baia di Ha Long: "Questa meraviglia è il terreno nato in mezzo al cielo alto".
Anche Xuân Diệu la elogiò: "Qui si trovano i lavori incompiuti della vita... Qui si trovano le rocce con cui i giganti giocarono
lanciandole". Secondo Nguyên Ngọc: "...per formare questa fantastica meraviglia, la natura usò solo pietre e acqua... Sono i
due materiali scelti tra molti altri per scrivere, disegnare, scolpire, creare qualsiasi cosa".
Ho Chi Minh disse: "È la meraviglia che non si può spiegare agli altri".
Che Lan Vien scrisse:
"Hạ Long, Bái Tử Long- I dragoni si sono nascosti, solo le pietre restano
Alla luce della luna, le pietre meditano come gli uomini..."
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HANOI - HUE’
4° giorno
26 aprile
lunedì
Proseguimento delle visite ad Hanoi. Si visiterà il museo delle Etnie ed il Lago della
Spada Restituita. Nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto e partenza per Huè.
Arrivo e trasferimento in hotel. Visita di Huè.
Si prosegue la visita di alcune località di HANOI.
Sarà interessante andare alla scoperta dello spirito popolare della città, visitando il Museo delle Etnie e passeggiando tra negozietti colorati e vecchie botteghe all’interno del Quartiere Vecchio (XV secolo).
Il Museo comprende la cultura dei vari gruppi etnici esistenti in Vietnam e si compone di una mostra al coperto e una all'aperto.
Il Lago della Spada Restituita. Il lago è famoso perché ospita la pagoda che è divenuta quasi
l’immagine simbolo della città. La Pagoda della Tartaruga (Thap Rua), coronata da una stella
rossa, sorge abbandonata su un isolotto al centro del lago.
Secondo la leggenda, verso la metà del XV secolo, gli dei diedero all’imperatore Ly Thai To
(Le Loi) una spada magica per cacciare i dominatori cinesi dal paese. Finita la guerra, un giorno
l’imperatore mentre era in barca, si imbatté in una enorme tartaruga d’oro che strappò la spada
all’imperatore e scomparve nell’acqua restituendo la spada agli dei. Da allora il lago fu chiamato Ho Hoan Kiem, che significa “Lago della Spada Restituita”.
Ritenuta da molti la più bella città del Vietnam e localizzata sulle rive del
Fiume dei Profumi, Huè giace tra mare e monti, trovandosi sul ristretto
corridoio che collega Hanoi a Ho Chi Minh City. Fin dall’antichità, con il
nome di Phu Xuan, è stata una dei maggiori centri culturali, religiosi ed
intellettuali del Vietnam e ne fu capitale nei decenni precedenti la colonizzazione francese. Dimostrazioni della sua grandezza sono le maestose
tombe imperiali della dinastia Nguyen e i resti della Cittadella, all’interno
delle cui mura (costruite dai francesi secondo i dettami dell’architettura
militare europea), si trovano alcuni dei più begli esempi dell’architettura
classica vietnamita: la Città Imperiale, i nove cannoni sacri, la Città Imperiale, il Palazzo dell'Armonia Suprema e la Sala dei Mandarini.
H
uế è capoluogo della provincia di Thua Thien-Hue, nella regione della Costa del Centro-Nord, e conta circa 300.000 abitanti.
Antica capitale del Vietnam unificato dal 1802 al 1945 durante il regno dei
13 imperatori della dinastia Nguyen. A 5 km dalla città si trova la cittadella
imperiale costruita nel 1687. Nel 1786 fu occupata dai ribelli Tay Son e nel 1802 fu conquistata da Già Long della dinastia dei Nguyen. Nel 1885 la città venne sottomessa dai
francesi. Nel 1968 fu distrutta in gran parte durante l'offensiva del Tet.
Lungo il fiume dei profumi (Song Huong River) si trovano la Pagoda Thien Mu (1601) e
le tombe imperiali. I monumenti di Hué nel 1990 furono dichiarati "patrimonio nazionale" e restaurati.
Durante la Guerra del Vietnam, la posizione centrale di Hué la collocava vicino al confine tra il Vietnam del Nord e il Vietnam del Sud. La città faceva parte del Vietnam del
Sud. Nell'Offensiva del Tet, durante la Battaglia di Hué, la città subì considerevoli danneggiamenti, sia fisici che nella sua reputazione, molti di questi dovuti alla potenza di
fuoco degli Americani e ai bombardamenti degli edifici storici, così come al Massacro di
Hué compiuto dalle Forze Comuniste.
Vietnam-Cambogia
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Passeggiare per Huè riporta ai fasti del periodo della
dinastia Imperiale Nguyen, testimoniati dalla Città Purpurea Proibita e da un intero quartiere di abitazioni tradizionali ancora intatti. Una cinta di mura racchiude vari
palazzi e templi, e i quartieri residenziali dei dignitari. Al
centro si trova la Città Purpurea Proibita, anch’essa murata, residenza privata dell’imperatore.
Anche se è solo parvenza di quella che era un tempo,
la Cittadella sfoggia ancora i suoi alti bastioni di pietra
e il grande Portale Ngo Mon (di Mezzogiorno), l’accesso
principale alla dimora degli imperatori. Guardando i tetti
sporgenti di tegole gialle, i pilastri di legno rosso e le
possenti porte sempre gialle, ritorna in mente il Portale
di Mezzogiorno della Città Proibita di Pechino, anche se
meno maestoso. Lungo le mura esterne, ci sono altre
porte cerimoniali, sormontate da elaborati intagli e altre
decorazioni, che danno un’idea dell’antica grandezza e
dignità della città imperiale.
Rivolta verso la Torre della Bandiera, la Porta Ngo Mon è la
via principale di accesso alla Città Imperiale.
Il corridoio centrale con le porte gialle e il ponte di Trung
Dao che attraversa il laghetto di loto erano passaggi riservati
all’imperatore, mentre gli altri membri dovevano servirsi dei passaggi laterali e dei vialetti intorno al laghetto. La Porta è
sovrastata dal Belvedere delle Cinque Fenici – Ngu Phung – dove l’imperatore appariva per le ricorrenze, in particolare per la
promulgazione del calendario lunare. Da qui il 30 agosto 1945 l’imperatore Bao Dai abdicò in favore di una delegazione
inviata dal governo rivoluzionario provvisorio di Ho Chi Minh, ponendo fine alla dinastia dei Nguyen.
La PAGODA THIEN MU
Non esiste in Vietnam un altro luogo di culto situato in una posizione così suggestiva: questa torre ottagonale a sette piani e la sua contigua cappella sono abbarbicate
su un promontorio che domina uno dei tratti più spettacolari del fiume dei Profumi.
La pagoda fu costruita nel 1601 ma la torre fu aggiunta dall’imperatore Thieu Tri
nel 1844. Accanto ad essa, in un padiglione a due piani, c’è una campana gigantesca
che risale al 1710 e che i monaci suonano per i visitatori se viene loro chiesto.
Visita al
mercato
di
Dong Ba
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HUE’ - DANANG - HOI AN
5° giorno
27 aprile
martedì
Continuazione delle visite ai luoghi più rappresentativi di Huè.
Pranzo in ristorante locale.
Trasferimento a Danang ed a Hoi An in pullman. Visita la cittadina di Hoi an in cyclò.
Cena in ristorante locale.
… continuazione delle visite ai luoghi più rappresentativi di Huè:
i Mausolei Imperiali di Tu Duc e Khai Dinh e la Pagoda di Tu Hieu.
Le tombe degli imperatori Nguyen si trovano fuori città: la più vicina è infatti a circa sette km. Dal centro. La tomba di Tu Duc, al potere
dal 1848 al 1883, è situata nel villaggio di Douon Xuan Thhuong. La tomba di Khai Dinh, imperatore dal 1916 al 1925, con il suo stile e
le statue europeggianti, mostra come la corte imperiale si stesse occidentalizzando.
Hội An è una città del Vietnam centrale situata a 30 km a sud di Da Nang. È conosciuta dai mercanti europei come Faifo.
La città ebbe il più grande porto del sud-est asiatico durante il I secolo, e fu nota con il nome di Lâm Ấp Phố (Città dei
Champa). La precedente città portuale dei Champa, situata presso l'estuario del Thu Bon, fu un importante centro di commercio vietnamita durante il XVI ed il XVII, quando giapponesi e cinesi provenienti da varie provincie, olandesi ed indiani vi si
insediarono. In questo periodo di commercio con la Cina la città venne chiamata Hai Pho (Città sul mare) in vietnamita. In
origine Hai Pho era una città divisa, trovandosi lungo il "ponte giapponese", e venne usato come insediamento dai giapponesi
(XVI e XVII secolo).
Il ponte (Chùa cầu) è un'unica struttura coperta
costruita dai giapponesi, l'unico ponte coperto con
una pagoda buddhista su ogni lato.
La città era nota a francesi e spagnoli come Faifo, e
con un nome simile a portoghesi ed olandesi. Sono
state proposte numerose teorie sull'origine del nome.
Alcuni studiosi hanno sostengono che derivi dal termine "hải-phố" che significa "città del mare", mentre
secondo altri è un semplice diminutivo di Hội Anphố (會安浦), "la città di Hoi An", che divenne "Hoipho", e poi "Faifo".
Nel 1999 la città vecchia venne dichiarata patrimonio
dell'umanità dall'UNESCO, come esemplare ben
conservato di porto commerciale sud-orientale tra il
XV ed il XIX secolo, ed i cui edifici mostrano una
fusione unica di tradizione locale ed influenza straniera.
Hội An è tuttora una città piccola, ma attrae numerosi turisti, anche per essere ben attrezzata per i viaggiatori con zaino e sacco a pelo. I vari turisti approfittano anche dell'arte locale e dei vestiti su misura, venduti a prezzo ridotto rispetto agli standard occidentali. Molti cybercafe, bar e ristoranti sono stati aperti lungo il fiume.
Hoi An è famosa anche per il suo Cao lầu secolare a base di noodles.
È stata anche la prima città a cristianizzarsi e tra i vari missionari, nel XVI secolo, giunse Alexandre de Rhodes un francese che ideò l’alfabeto quoc ngu derivato dal latino e
utilizzato tuttora nelle lingua scritta vietnamita.
Visiteremo la città in cyclò.
In particolare vedremo la pagoda cinese, il Ponte Giapponese, una tipica casa antica e la fabbrica della seta.
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HOI AN - DANANG – SAIGON
6° giorno
28 aprile
mercoledì
Visita di Danang. Trasferimento in aeroporto e partenza per Saigon (Ho Chi
Minh Ville).
Pranzo in ristorante locale.
ð
à Nẵng (chiamata Tourane
durante il periodo coloniale francese) sorge sulla riva occidentale del fiume Hán nel centro del Vietnam. Con circa
750.000 abitanti è la quarta città della nazione. Dal punto
di vista climatico è situata al confine settentrionale della
zona tropicale.
Nell'agosto del 1858 le truppe francesi arrivarono nella
città per ordine di Napoleone III cominciando così l'occupazione coloniale francese dell'area. Venne ribattezzata
Tourane e cominciò ad essere considerata una delle più
importanti città dell'Indocina diventando il primo porto del
Vietnam centrale.
Durante la guerra del Vietnam, l'8 marzo 1965 i marines
americani sbarcarono sulla spiaggia dopo violenti bombardamenti sul Vietnam del Nord. Nel marzo del 1975
venne abbandonata dalle truppe del Vietnam del Sud e i
guerriglieri comunisti entrarono senza sparare un colpo.
Prima del 1997 la città faceva parte della provincia del
Quảng Nam-ðà Nẵng, dal 1º gennaio 1997 ðà Nẵng costituisce una provincia autonoma separata da quella di
Quảng Nam.
MUSEO DI CHAM
E’ la principale attrazione culturale della città. Questa serie di padiglioni ospita l’esposizione più completa ed esauriente dei reperti storici del regno di Cham: sculture in
arenaria raffiguranti Shiva, Brahma e Vishnu, altari intarsiati, simboli fallici e altre immagini religiose indù. Molte di
queste statue e sculture, del periodo dal VI al XV secolo,
sono un inno alla sensualità e rivelano l’importanza della
fertilità in questo culto. Ci sono inoltre sculture di apsaras
(ninfa acquatica della mitologia indiana), musicisti e scene del poema epico Ramayana che ricordano le sculture
dei templi di Bali.
LE MONTAGNE DI MARMO
Si tratta di fatto di cinque colline, solidi speroni di marmo
in un luogo di cultura buddista a 11 km da Danang, che
rappresentano i cinque elementi: fuoco, Thuy Son per
l’acqua, Hoa Son per la terra, Moc Son per il legno e
Kim Son per il metallo.
La più alta, la Montagna di marmo per antonomasia, è
punteggiata di grotte che contengono sculture di pietra e
alcune statue più recenti di Budda. Salire e scendere da
qui è decisamente faticoso, anche se ci sono sempre gli
scalini, ma il tutto è reso ancora più difficile dai bambini
che ad ogni passo assalgono il visitatore per vendere
bastoncini d’incenso e paccottiglia in marmo.
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7° giorno
29 aprile
giovedì
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SAIGON
Dire o non dire?
L’INNAMORAMENTO DEGLI OCCIDENTALI PER IL VIETNAM
RAGGIUNGE IL CULMINE A SAIGON,
Ditelo: Saigon. I viaggiatori prudenti spesso
primo Distretto della municipalità di Ho Chi Minh City. Questa metropoli in fase di sviluppo si adeguano al nome politicamente corretto
realizza il 40 percento dei profitti del Paese. L'inebriante tasso di crescita e il basso costo del di Ho Chi Minh City, che dal 1976 è abbinalavoro sono tanto allettanti per gli investitori stranieri di oggi quanto lo erano le fumerie d'op- to alla vasta municipalità. Ma le due squisite
pio perle generazioni di viaggiatori precedenti.
sillabe che formano il vecchio nome non
La città deve le sue origini ai khmer, che vissero qui per secoli prima che i viet iniziassero a sono proibite. I pubblici funzionari comunisti
mostrare un interesse per il fertile Delta del Mekong. Nel 1698, i re Nguyen stabilirono la lo usano regolarmente. Il fiume si chiama
prefettura di Gia Dinh, con il Mandarino Nguyen Huu Canh come padre fondatore. Dopo che i
sempre Saigon. Gli autobus indicano ancofrancesi arrivarono nel 1859 e fondarono la colonia di Cochinchina, essi adottarono Saigon,
ra Saigon come destinazione. La più grossa
un'alternativa localmente popolare a Gia Dinh, come nome della loro capitale. Nei suoi primi
20 anni come capitale coloniale, Saigon fiori. I francesi realizzarono ampi viali fiancheggiati società turistica statale si chiama Saigon
da alberi di kapok e di tamarindi che ora svettano sulle strade. Costruirono una cattedrale mo- Tourisi. Il codice internazionale dell'aeropornumentale, un teatro lirico, palazzi e ville, come se il loro diritto di possesso dovesse durare un to è SGN. E il primo distretto della città ha
millennio. Intorno al 1870, i viaggiatori avevano iniziato a entusiasmarsi per la città che defi- nome Saigon. Quindi, non fatevi problemi, e
nivano la Perla d'Oriente, la Parigi dell'Est. Oggi, avreste problemi a riferirvi a questa frenesia ditelo.
urbana con gli stessi termini signorili, ma le sue antiche glorie e le sue gemme architettoniche
per nulla sminuite dagli agglomerati di bancarelle, possono ancora abbagliare. Ufficialmente,
sei milioni di persone vivono nei 19 distretti urbani della città, _ nei cinque distretti rurali e su 2.000 chilometri quadrati, sebbene dati non
ufficiali indichino un numero più vicino a otto milioni. La sua storia è meno profonda di duella di Hanoi o di Hue. Le sue pagode, i templi,
i musei e le bellezze naturali non reggono il paragone. Ma i suoi caffè, la sua vita notturna e l'atmosfera alimentata dai mercati, dagli alberghi e dal clima d'affari sono inimitabili. Saigon non delude nemmeno come "città-mito"; soprattutto se siete in sintonia con l'eredità francese o americana. Non è per nulla difficile scongiurare i fantasmi dei legionari francesi, dei soldati americani o delle ragazze da bar di Saigon
affollando la vecchia via Catinat, ora chiamata Dong Khoi. I grandiosi monumenti di Piazza Lam Son - il primo teatro lirico, gli hotel Continental e Caravelle - evocano la fama leggendaria di Saigon. Sebbene sia abbastanza improbabile attualmente vedere una vecchia Citroén o una
Peugeot 404 vagare per queste strade, i discendenti dei coolie su risciò sfrecciano ancora per le vie della città sui loro taxi a pedali. L'eco della
guerra risuona profondamente nelle tre principali attrazioni della città: il Museo dei Residuati Bellici, il Palazzo della Riunificazione e le Gallerie di Cu Chi. La guerra non è più certamente la questione primaria di Saigon e dei Vietnam, ma è sicuramente un traino dominante nel mercato turistico.
COSA ANDREMO A VEDERE…
CATTEDRALE DI NOTRE DAME
Questa cattedrale (Duc Ba) è la più grande espressione dell'architettura cattolica francese del paese. La facciata vanta due identiche torri campanarie che si ergono per 56 m su Cong Xa Pari (Piazza Paris). Visibili da chilometri, esse hanno definito l'orizzonte per decenni.
CHOLON
Cholon (Grande mercato) è il cuore commerciale e iperattivo di Ho Chi Minh City e della sua popolazione cinese. Storicamente noto come un covo di ladri, e per le fumerie di oppio, le sale da gioco e i bordelli, il distretto rimane grezzo e il denaro
è il solo re, sebbene la pesante mano di Hanoi represse il vizio dopo il 1975. Comunque, l’esperienza più interessante deriva
dai templi sgargianti, dalle zuppe di wonton e dall’esposizione al passo febbrile della vita lungo le strade.
THIEN HAU
Il polso spirituale del distretto batte più forte presso un gruppo abbastanza fitto di templi tra Nguyen Trai e Huong Vuong.
Nel cuore del quartiere al Tempio Thien Hau, i devoti venerano l’eponima dea del mare, la cui statua, situata nel compartimento posteriore del tempio, è circondata a destra e a sinistra dalla dea della fertilità e dal protettore dei pescatori.
MERCATO COPERTO DI BEN THANH
BEN THANH ("BANCHINA DEL FORTE") è situato sopra una palude, un acquitrino drenato e riempito all'inizio del XX secolo. II mercato precedente era
situato sulle rive del Fiume Ben Nghe, vicino alla cittadella di Gia Dinh, ma i
francesi lo distrussero durante il loro assalto alla città nel 1859.1 mercanti lo ricostruirono sullo stesso luogo e continuarono lì le loro attività fino alla fine del secolo, quando le autorità francesi avviarono il centro commerciale ancora in uso.
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8° giorno
30 aprile
venerdì
SAIGON
(Escursione a Cu Chi)
N
ESSUN TERRENO DELLA GUERRA DEL VIETNAM è tanto sacro quanto il tormentato tragitto fitto di gallerie di Cu Chi, dove 18.000 guerriglieri locali combatterono lungo 200 km di passaggi e camere scavati a mano.
Fu a Cu Chi che i viet cong pianificarono il loro massiccio attacco su Saigon durante le celebrazioni per i Capodanno Tet nel 1968. Nel 1990, il
governo aprì al pubblico due sezioni delle gallerie, incluso il centro di
comando a Ben Duoc, un’area nota ai soldati americani come la foresta di
Ho Bo e Ben Dinh.
I soldati contadini di Cu Chi iniziarono a scavare il terreno argilloso della
zona alla fine degli anni '40. Nel 1967, avevano scavato una rete di gallerie, adibite a stazioni di pronto soccorso, cucine, teatri, dormitori, nascondigli per le armi, pozzi, tipografie ecc. Questa rete su tre piani sotterranei
(da 3 a 9 metri di profondità) era così
estesa che il 25° reggimento della fanteria americana senza saperlo montò
parzialmente la sua base sopra le gallerie, a nord-est della
città di Cu Chi. L’Esercito americano
inviò volontari, noti
come i topi delle gallerie, in questo
mondo sotterraneo
dei viet cong allo scopo di raccogliere
informazioni e distruggere la base della guerriglia.
Durante l'Operazione Cedar Falls nel 1967, i bulldozer
dell’Esercito americano rasero al suolo più di 11 km quadrati di foresta per
privare i viet cong della copertura.
All'apice della guerra, più di 200.000 granate caddero in
quest'area ogni mese, trasformando Cu Chi nell'area "più
bombardata, deforestata e generalmente devastata nella
storia della guerra';
secondo quanto affermato dai giornalisti inglesi Tom Mangold e John Penycate ne Le gallerie di
Cu Chi. Sebbene i bombardamenti avessero messo fuori uso il 70 percento delle gallerie, Cu Chi rimase il punto di raccolta
per le operazioni dei viet cong sino alla fine della guerra.
VISITA DELLE GALLERIE.
La maggior parte delle escursioni giornaliere in partenza da Ho Chi Minh City visita le gallerie ricostruite a Ben Duoc
(precedentemente chiamato Phu My Hung), 60 km a nord-ovest della città. La prima fermata del giro turistico è spesso presso una botola mimetizzata, delle dimensioni di 25 x 30 cm, in cima all’ingresso di una galleria. Una guida, che indossa l'uniforme da fatica e un cappello floscio verde bosco, scenderà strisciando per poi rispuntare, tenendo la botola sopra testa per la
foto di rito di Cu Chi. Nelle vicinanze, una botola più grande copre una trappola di canne di bambù su una fossa profonda. I
viet cong inventarono macabri sistemi per uccidere e mutilare i soldati americani, come evidenziato dalle otto trappole visitabili. I soldati americani cadevano nelle trappole sia all’esterno, sia all'interno delle gallerie. In superficie, il giro supera un
carroarmato americano M-41, reso inutilizzabile da una mina nel 1970, oltre a rappresentazioni di viet cong, realizzati con
una serie di manichini, intenti a riposare su amache o a costruire armi nelle gallerie. I guerriglieri estrassero grandi quantità
di polvere da sparo dalle bombe e dai proiettili di cannone americani. Nonostante alcune gallerie siano state allargate per
consentire l'accesso dei turisti, seguire le tracce dei guerriglieri di Cu Chi spesso significa rannicchiarsi o strisciare attraverso
corridoi stretti e umidi. l molti passaggi a zigzag furono progettati per contrastare il fuoco nemico, mentre le botole interne
servivano come difesa contro le fiamme, gli agenti chimici e l'acqua usati dall'Esercito americano per stanare i viet cong. Le
pareti in terra mantengono la consistenza del cemento, una caratteristica naturale che rese questo distretto particolarmente
idoneo per la costruzione di gallerie. La terra scavata durante la realizzazione delle gallerie veniva portata nelle risaie o riversata nei fiumi e nei crateri lasciati dalle bombe. Anche le gallerie di Ben Dinh, 50 km a nord-ovest di Ho Chi Minh City,
sono aperte al pubblico. Questa sezione ristrutturata delle gallerie originali, strette e male illuminate, non è idonea per chi
soffra di claustrofobia. Sia Ben Dinh che Ben Duoc sono famose per i loro campi di tiro, dove, per un dollaro a colpo, potrete
sparare con un'arma da guerra a vostra scelta - M-16, AK-47, carabina cinese, fucile da caccia, ecc.
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9° giorno
SAIGON - CHAU DOC
1 maggio
sabato
delta del Mekong
I
l Delta del Mekong (in lingua vietnamita: ñồng bằng sông
Cửu Long) è la regione nel sud-ovest del Vietnam
dove il
fiume Mekong sfocia nel Mar Cinese meridionale.
Il delta comprende una area di circa 39.000 km² e le zone coperte dalle
acque del fiume variano molto a seconda della stagione.
Nella regione vivono 17.695.000 abitanti. La zona costiera della Provincia di Kien Giang nel 2006 è stata riconosciuta riserva della biosfera dall'UNESCO.
Durante la guerra del Vietnam, questa regione fu teatro di aspri combattimenti tra il Fronte Nazionale per la Liberazione del Vietnam e le
forze statunitensi, provenienti per la maggior parte dalla marina che
impiegò i PACV.
Quando iniziò la colonizzazione francese delle Cocincina, la prima
rivolta nazionalista, che diede poi avvio alla guerra d'Indocina si ebbe
proprio nell'area del delta dove i francesi usarono la
"Dinassaut" (abbreviazione di Forza Navale D'Assalto) che fu poi copiata dagli statunitensi che crearono la "US Navy Mobile Riverine
Force". Dal canto loro le forze vietnamite fecero uso di canoe, molto
comuni in Vietnam.
Chau Doc
Cinque chilometri a sud-ovest dall'alveo di piena di
Chau Doc si erge la Montagna Sam, che rappresenta
l'attrazione più interessante della regione. La strada
da Chau Doc - propriamente chiamata Mountain
Road - sale tra affioramenti granitici fino a una modesta base militare situata in cima, da dove potrete
sporgervi per vedere a nord-ovest la Cambogia e a
sud-est il Delta. Ai piedi della montagna, l'eccentrica Pagoda Tay An elabora l'architettura tradizionale
buddista con ornamenti hindu e islamici in una profusione di colori: mandarino, porpora, verde acqua e
verde lune. La pagoda risale al 1847, ma il suo aspetto attuale prese forma durante un restauro del
1958. Una zucca adorna la sua torre centrale e sette
cobra in bassorilievo si stendono lungo l'arco mediorientale del colonnato. All'interno, più di 200 statue
in legno, lucidate in colori accesi, altari decorati,
scaffali e piedistalli. Troverete tutti i personaggi
tipici - l'imperatore di giada, gli arhat, i quattro re celestiali, i guardiani del dharma e molte manifestazioni del Budda.
Cercate sulla destra del tempio un personaggio con una spada gialla e, all'interno della porta principale, una serie di statue con
un abito caratteristico coperto di foglie. Più avanti lungo la Mountain Road, il Tempio di Ba Chua Xu è un magnete per i pellegrini che vi si recano per pregare davanti alla dea locale nota come la Santa Signora. o Santa Proprietaria di Casa. La Santa
Signora, chiaramente obesa, è una divinità il cui ritratto fu trovato dagli invasori Khmer sulla Montagna Sani all'inizio del
XIX secolo. II peso della statua frustrò i loro piani di saccheggiare la reliquia. Più tardi, nove vergini riuscirono a trasportare
la Santa Signora alla base della montagna, dove gli abitanti del villaggio costruirono immediatamente un tempio. La struttura
attuale fu ricostruita all'inizio degli anni '70. L’accesso al tempio avviene attraverso una sala grande come una stazione ferroviaria, a testimonianza dello sciame di fedeli che si riversano qui, specialmente durante il Festival nel quarto mese lunare.
Oggi, la divinità domina in abiti di paillettes davanti a una discoteca. L'adiacente edificio a tre piani fu costruito come deposito per gli abiti e i fronzoli offerti alla dea dai fedeli. per primo sfruttò il ricco terreno dell'area e stimolò il commercio sul Delta con la costruzione dei suoi canali. Lui e le sue due mogli sono sepolti nel cortile.
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cambogia
culla dei potenti Khmer
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CHAU DOC - PHNOM PENH
10° giorno
2 maggio
domenica
Valicata la frontiera con la Cambogia si risale il Mekong Inferiore su una barca veloce che impiega circa 4 ore per raggiungere Phnom Penh. Pranzo in ristorante locale.
Visita della città.
Cena in hotel.
Phnom Penh
è la capitale della Cambogia, oltre ad essere la più vasta e popolosa città
del paese è anche la capitale del municipio di Phnom Penh.
È inoltre il più importante centro politico, commerciale e culturale del
paese.
Conosciuta come la Perla dell'Asia, la città è un'importante meta turistica.
Phnom Penh è rinomata per la sua architettura, che risente sia dello stile
tradizionale khmer sia di quello importato dalla Francia, come per la cordialità della sua gente.
Attorno al 1440, quando Angkor venne abbandonata, Phnom Penh diventò la nuova capitale poiché era in posizione più difendibile dalle incursioni del regno siamese e facilitata nei commerci per la vicinanza del fiume
Mekong.
Nel 1772 venne rasa al suolo dai thailandesi e nel 1863 venne conquistata
dai francesi.
Nel 1975 i khmer rossii, con a capo Pol Pot, attuarono una politica di
“socialismo a grano”, evacuando tutti i cittadini dalle città alle campagne
in fattorie comuni. Phnom Penh venne trasformata in una città fantasma.
Nel Natale del 1978 duecentomila vietnamiti invasero la Cambogia, conquistarono Phnom Penh e cacciarono Pol Pot con i suoi fedelissimi nelle
foreste al confine con la Thailandia.
Le maggiori attrazioni turistiche di Phnom Penh sono il Palazzo Reale,
la Pagoda d'Argento, il Museo Nazionale, il Monumento dell'Indipendenza , il Monumento dell'amicizia fra Cambogia e Vietnam, il Museo Tuol Sleng del Tuol Sleno e il Wat Phnom.
Fuori dalla città c'è il Centro del Genocidio Choeung Ek.
Phnom Penh
Stato:
Provincia:
Coordinate:
Cambogia
Phnom Penh
11°33′00″ N 104° 55′ 00″ E
Altitudine:
11,89 m s.l.m.
Superficie:
290 Km2
Abitanti :
2.000.064 (2009)
Densità:
4.571,3 ab./Km2
Pref. tel.:
855 (023)
Vietnam-Cambogia
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11° giorno
PHNOM PENH - SIEM REAP
3 maggio
lunedì
(ANGKOR)
Siem Reap è il nome di una città e di una provincia della Cambogia nord
occidentale, ubicata tra le rovine di Angkor Wat ed il grande Lago di
Tonle Sap.
Al giorno d'oggi è una popolare destinazione turistica, la più popolare
della Cambogia e vanta, oltre ad un attrezzato e moderno aeroporto internazionale, raggiungibile con voli diretti dalla maggior parte delle città
più importanti del sud-est asiatico, un buon livello ricettivo, sia per i suoi
hotel che per i numerosi ristoranti. Basa la sua economia essenzialmente
sul turismo archeologico, sulla coltivazione del riso e sulla pesca lacustre. Conta circa 140.000 abitanti (2006) ed è il capoluogo dell'omonima
provincia.
Indubbiamente, la città a più rapida espansione di tutto il paese, Siem
Reap si è trasformata, nell'ultimo decennio, in uno dei maggiori ed affascinanti centri turistici perché è il punto ideale per visitare i famosissimi
templi di Angkor, capolavori dell'architettura della Cambogia e più precisamente dell'architettura Khmer, dichiarati, nel 1992, patrimonio dell'umanità protetto dall'UNESCO.
Angkor non è solo un insieme di straordinarie rovine, né un sito archeologico come un altro, è il simbolo stesso della Cambogia. Il cuore dell'Impero Khmer, che per oltre 500 anni fu una delle più grandi potenze del sud-est asiatico. Una città che arrivò ad avere una popolazione di
un milione di abitanti quando Londra, per esempio, ancora non contava 50000 cittadini. Nell'età dell'oro, furono i suoi sovrani a dominare gran
parte dell'area. Una dinastia di imperatori che si susseguivano, facendo a gara per costruire templi sempre più maestosi e imponenti. Così
arrivarono a creare quell'Eldorado asiatica che oggi ci appare come un miraggio nel mezzo della giungla.
Ma uno strano destino era scritto per loro. Sconfitti dai thailandesi, che avevano già saccheggiato Angkor meno di un secolo prima, nel 1431
dopo tanto splendore, i Khmer conobbero la rovina. La disfatta arrivò totale e definitiva. Costretti ad abbandonare la loro favolosa città, si ritirarono sempre più a sud, lungo il Mekong. Con il tempo costruirono una nuova patria e un'altra capitale, ma nulla fu più come prima. Alla fine,
incredibile a dirsi, arrivarono perfino a dimenticare il loro passato, l'esistenza stessa e la storia della leggendaria città-tempio.
Per oltre 400 anni dopo il saccheggio, Angkor fu consegnata all'oblio, sepolta dagli alberi, nascosta tra la vegetazione tropicale. Naturalmente,
gli abitanti della zona sapevano di queste rovine ma del loro eccezionale passato si era persa la memoria. Toccò, allora, ad un naturalista
francese, attratto dalle voci sui resti di un'antica civiltà nei pressi di Siem Reap, riscoprire quasi per caso Angkor, nel 1860.
Ed è proprio a Henry Muohot che penso, ammirando l'enigmatico Bayon, una foresta di pietra dalla quale 216 volti spiano il visitatore, con
sorriso ambiguo, quasi beffardo, tenendolo sempre e ovunque sotto il loro sguardo. Cerco di immaginare che cosa deve aver provato il viaggiatore francese trovandosi, d'un tratto, di fronte a questo spettacolo, nel bel mezzo della foresta.
Perché il mistero di Angkor è davvero racchiuso nel suo destino. E' come se la natura si fosse ripresa lo spazio che l'uomo le aveva sottratto,
mettendo radici, coprendo tutto con alberi, foglie, piante di ogni tipo. Poi, dopo aver quasi cancellato ogni traccia di civiltà, d'improvviso ne
restituì le rovine ma senza rinunciare del tutto al suo dominio, come avesse voluto lanciare un avvertimento. Ecco, allora, il prodigio di un capolavoro costruito, insieme, dal genio dell'uomo e dalle leggi della natura, in una sorta di lunga battaglia che assomiglia, per assurdo, ad una
bizzarra e involontaria collaborazione.
Ma il fascino di Angkor non è neppure tutto qui e, in fondo, non è esprimibile né tanto meno spiegabile. Non sappiamo nemmeno il vero utilizzo o la ragione di molte costruzioni, il significato di tutte le incisioni o della collocazione degli edifici. Eppure, in questa città fantasma c'è qualcosa che parla al nostro inconscio, un' arcana impronta, un segno archetipico che fa parte dell'animo e della natura umana. Qualche cosa di
indefinito che riusciamo ad intuire, senza doverlo necessariamente decifrare.
I bassorilievi di Angkor Wat, per esempio, ci
parlano. Ci mostrano battaglie, torture, nascite
e morti. Come una profezia scritta nella pietra
raccontano il passato e il presente di chi li realizzò ma, in qualche modo, anche il futuro. Il
saccheggio della capitale Khmer, la diaspora e
poi, secoli dopo l'incubo dei Khmer Rossi, la
violenza, la distruzione e la vita che riparte.
Sembrano ammonirci sul senso effimero dell'esistenza, eterna ruota nella quale dolore e
gioia, splendore e rovina, inizio e fine si alternano come le stagioni.
Legata alla storia della Cambogia, Angkor non
è più una chimera nascosta dalle fronde degli
alberi. Lo sfruttamento turistico di questa meraviglia fu bloccato, è vero, come ogni cosa dall'avvento dei Khmer rossi. Proprio tra queste
stesse pietre si nascondevano negli anni della
guerriglia contro Lon Nol. D'altra parte, chi avrebbe osato bombardarli qua in mezzo?
Phnom Krom
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12° e 13° giorno
4 e 5 maggio
martedì e mercoledì
C
’è chi va in Cambogia per osservarne i
paesaggi, chi per confrontarsi con la memoria di un terribile genocidio che ha
lasciato tracce in ogni angolo del Paese,
ma non c’è turista che non inserisca nel proprio
itinerario una tappa a Siem Reap per ammirare le
rovine dei templi di Angkor Wat, Angkor Thom e
di vari altri siti, più piccoli ma non per questo meno belli.
A circa 7 km dalla cittadina coloniale francese di Siem Reap si trova la grande area archeologica di Angkor, testimonianza dello splendore della civiltà Khmer ed il più grande
monumento religioso del mondo.
Angkor, con il suo stupendo complesso architettonico, ricco
di capolavori tali da farlo ritenere una delle meraviglie del
mondo, è il degno coronamento di un viaggio volto alla riscoperta di arte e culture millenarie.
La cittadina di Siem Reap deve la propria fortuna alla vicinanza al complesso archeologico di Angkor.
Ancora oggi immersa nell'atmosfera coloniale, è il punto di
partenza per le escursioni giornaliere ad Angkor e ai villaggi galleggianti e su palafitte dell'area del lago Tonle Sap.
Il complesso di architettura e scultura di Angkor è per la Cambogia il simbolo stesso della propria civiltà.
Con i suoi oltre cento templi, rimasti per secoli nascosti nella giungla, è un capolavoro dell'arte dove la natura è solo una
splendida cornice all'archeologia.
Negli ultimi tempi sono stati riaperti anche i monasteri, restituendo così all'area la sua antica funzione di centro della spiritualità khmer.
I grandi complessi dei templi "montagna" simboleggiano la grande spiritualità dell'antica popolazione.
Bassorilievi, stucchi e sculture raccontano la storia di un epoca ormai scomparsa. Le opere di irrigazione e i grandi bacini
ancora oggi in funzione dimostrano l'abilità raggiunta dai Khmer.
Il tempio Angkor Vat, il Bayon, il Tha Prom, la porta sud, la terrazza degli elefanti, sono solo alcuni tra i monumenti meglio
conservati e riportati alla luce.
Moltissimi altri sono ancora oggi sepolti dalla vegetazione nella giungla, che alla scomparsa della antica civiltà Khmer ha
riconquistato gli spazi che l'uomo le aveva sottratto.
Vietnam-Cambogia
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A
ngkor è il sito che nel periodo compreso fra il IX ed il XV secolo fu il centro dell'Impero Khmer
e ne ospitò le capitali. È situato pochi chilometri a nord della moderna città di Siem Reap che si è sviluppata
parallelamente all'aumentare del turismo nella zona. Angkor è stata inclusa fra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Angkor occupa parte della vasta piana alluvionale compresa tra il grande lago Tonle Sap a sud e rilievi quali il gruppo montuoso del Phnom Kulen a nord.
Poco dopo la sua ascesa al trono nell'889, a seguito di una lotta violenta per la successione, Yasovarman I spostò la capitale
da Hariharalaya (l'odierna Roluos) ad Angkor, una quindicina di chilometri a nord-ovest, attorno alla collina di Phnom Bakheng, che fece terrazzare e adornò di santuari, creandovi il suo tempio di stato. La nuova capitale venne chiamata Yasodharapura (in sanscrito "città che porta gloria"). Il nome venne mantenuto, nel corso dei secoli in cui il sito fu abitato, per le capitali che diversi re edificarono nella stessa zona, compresa quella cinta da possenti mura costruita da Jayavarman VII oggi
conosciuta come Angkor Thom.
A
seguito del decadere della potenza dell'Impero Khmer e dell'ultimo di una serie di saccheggi ad opera dei Thai del
Regno Ayutthaya, avvenuto nel 1431 (data che convenzionalmente segna la fine dell'Impero Khmer), il governo e gran parte
della popolazione abbandonarono la vecchia capitale e si trasferirono a sud, nell'area di Phnom Penn. Il termine Angkor convenzionalmente usato per la regione deriva dal sanscrito nagara, "città", e cominciò in realtà ad essere utilizzato quando l'Impero Khmer si era ormai dissolto.
La maggioranza dei templi più noti e visitati è concentrata in un'area di circa 15 km per 6 km, 5 km a nord di Siem Reap, ma
l'area totale definibile come Angkor è molto più vasta: il Parco Archeologico di Angkor si estende attualmente su 400 km² e
comprende centinaia di templi e santuari, di cui molti in rovina o sepolti, e siti lontani fino a 50 km dalla zona centrale, come
Kbal Spean. L'antica Angkor si estendeva ancora di più, trattandosi di una vasta area irrigata e coltivata a riso, a densità di
popolazione relativamente ridotta, che con il surplus agricolo sosteneva il sistema politico-religioso costituito dal governo
centrale e dai templi. Le ricerche degli studiosi del "Greater Angkor Project” hanno portato alla luce l'esistenza di un complesso urbano vasto più di 1000 km², che si ipotizza potesse ospitare circa 700.000 abitanti (in un'epoca in cui le più grandi
città europee arrivavano a qualche decina di migliaia di abitanti!).
I
l più significativo e conosciuto dei templi è l'Angkor Wat, che fu l'unico tempio di grandi dimensioni a non essere mai
abbandonato, continuando ad essere utilizzato come monastero buddista anche dopo il XVI secolo. I monumenti hanno tutti
carattere religioso perché gli edifici comuni, compresa la residenza reale, erano costruiti in legno e non sono sopravvissuti. A
partire dalla fine dell'Ottocento, durante la dominazione francese, vennero intrapresi innanzitutto lo studio e quindi anche il
restauro dei monumenti, interrottisi nel
sanguinoso e movimentato ventennio
che iniziò con la Guerra civile cambogiana e ripresi agli inizi degli anni Novanta da diversi progetti internazionali.
Molti dei monumenti sono stati ripuliti
dalla vegetazione e restaurati e nel complesso essi rappresentano il punto più
alto mai raggiunto dall' architettura
Khmer.
Il numero di turisti che visita ogni anno
Angkor si avvicina ai due milioni.
Vietnam-Cambogia
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SIEM REAP – BANGKOK
14° giorno
6 maggio
giovedì
Prima colazione. Tempo a disposizione per attività individuali. Pranzo in hotel. Nel tardo pomeriggio, trasferimento all'aeroporto e partenza con volo di linea PG 910 delle ore 20.30 per
Bangkok. Arrivo a Bangkok alle ore 21.35. Inizio delle operazioni di imbarco per Roma. Pasti e
pernottamento a bordo.
BANGKOK - ROMA - CAGLIARI
15° giorno
7 maggio
venerdì
Partenza con volo TG 944 delle ore 00.20 per Roma.
Arrivo a Roma alle ore 06.50.
Prosecuzione per Cagliari
L’arrivo è previsto per le ore 09.50.
Vietnam-Cambogia
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Qualche libro per capire e per trovare suggerimenti di viaggio. Da leggere e rileggere è Pelle di
leopardo. Giai Phong! La liberazione di Saigon (Tea), appassionante resoconto scritto da uno
dei pochi giornalisti che la vide con i propri occhi, Tiziano Terzani. In vespa da Roma a Saigon
(Feltrinelli) è invece il racconto del viaggio di Giorgio Bettinelli, che ci ha messo sei mesi, ma alla
fine è arrivato in Vietnam in sella al proprio veicolo su due ruote. Pubblicato da Feltrinelli è anche
Farfalle sul Mekong, di Corrado Ruggeri, sguardo ironico sulle contraddizioni d'Oriente, a metà tra il romanzo e il reportage.
Per una ricostruzione storica e artistica dell'antica capitale della Cambogia, ricordiamo invece
Angkor la foresta di pietra (Electa Gallimard) di Bruno Dagens.
L
e tragedie belliche della seconda metà del '900 hanno inciso un solco profondo nella vasta letteratura - di saggistica o di pura fiction - che negli ultimi decenni ha avuto come oggetto la storia e la cultura dei due Paesi. Vi sono ovviamente eccezioni alla regola: basti pensare a grandi classici come La Via dei Re di André Malraux (Adelphi), del quale si sta girando il film, nonché il racconto-reportage "Danzando in Cambogia" nel libro Estremi Orienti di Amitav Ghosh (Einaudi), che narra l'affascinante storia del corpo di ballo reale di Phnom Penh.
• Marco Del Corona - CAT-TEDRALI DI CENERE (Edt - 8,50 €)
Questo diario di tre viaggi in Cambogia compiuti dall'autore tra il 1994 e il 2005 nasce dal Tentativo di
comprendere le sottili ragioni del fascino che questo Paese emana, fino a restare "vischiosamente addosso" agli stranieri che vi si avventurano. Non per nulla
Del Corona, di professione giornalista, è anche poeta. Il suo narrare non è soltanto quello di un cronista, e il suo amore per la civiltà estremo-orientale è per
lui quasi una dolce malattia dell'anima.
• Philip Short - POL POT. ANATOMIA DI UNO STERMINIO (Rizzoli – 25 €)
Dopo quattro anni di ricerche sul campo, interviste a sopravvissuti, militanti e
leader, l'autore ricostruisce la storia di Saloth Sar, al secolo Pol Pot. Un ragazzo benestante, istruito in Francia, che sarebbe dovuto diventare monaco e invece si trasformò in una belva sanguinaria sprofondando il suo Paese in un
inferno di torture, violenze, stermini.
• François Bizot - IL CANCELLO (Ponte alle Grazie - 15,49 €)
Un libro sconvolgente e bellissimo. Vincitore, nel 2006 a Udine, della prima
edizione del Premio Terzani. Un libro-verità, perché narra la storia, vissuta dal
suo autore nei primi anni Settanta, della tremenda prigionia nelle mani degli Khmer rossi che lo avevano arrestato nell'ottobre del 1971. Bizot, francese, studioso di religioni comparate, aveva trent'anni
quando si recò in Cambogia per conoscere le più antiche tradizioni buddhiste. Il cancello evocato dal
titolo è quello che all’epoca separava il palazzo dell'ambasciata di Parigi dalla realtà di Phnom Penh.
• Brian Fawcett - CAMBOGIA. UN LIBRO PER CHI TROVA LA TELEVISIONE
TROPPO LENTA
(In-star Libri -14,80 €)
Qual era il fine ultimo di Pol Pot? "Un mondo nel quale la gente non avesse
memoria, capacità o forza per pensare con la propria testa". Scrive così Brian
Fawcett - 61 anni, canadese, opinionista e antiaccademico per eccellenza nell'ultimo dei suoi saggi dedicati alla critica sferzante delle logiche del "villaggio globale". La rievo
-cazione del genocidio cambogiano serve a Fawcett come esempio-guida per illuminare le menti sui
percorsi di una civiltà mondiale in fase di sempre più acuto imbarbarimento. La Cambogia diventa
così un paradigma. E la veemenza critica dell'autore non risparmia nessuno: né destra né sinistra, né
Occidente né Oriente.
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• Men Nguyen - INDESIDERATO (Garzanti - 8,50 €)
Senza sentimentalismi, senza vittimismo, l'autore racconta la storia della sua vita di bambino nato dalla relazione tra una vietnamita e un americano. Nguyen aveva solo otto anni quando, il 30 aprile del 1975, vide l'ultimo elicottero americano decollare dal tetto dell'ambasciata Usa dopo che Saigon era caduta nelle mani dei vietcong. Era rimasto solo, senza famiglia, insieme al fratellastro Jimmy, anche lui un vietnamita impuro. Quindi, un "indesiderato" in una società marchiata a fuoco dal rancore e dall'odio profondo per lo straniero. La casa editrice ha pubblicato un altro romanzo dell'autore, L'arazzo (2003, 16 curo), che è una delicata e avventurosa storia d'amore ambientata alla corte imperiale di Huée.
• Massimo Morello - MEKONG STORY (Touring Club Italiano -14 €)
Pubblicato nel 2005, è il diario di viaggio di un giornalista che per sei mesi
esplora a fondo il grande fiume che, dalle sor-genti in Tibet, attraversa Ci-na,
Myanmar, Laos, Thai-landia, Cambogia e Viet-nam alla scoperta di quella
realtà da molti definita la "nuova Asia".
• Duong Thu Huong - LA VALLE DEI SETTE INNOCENTI (e/o -15 €)
Un romanzo aspro e dolente che racconta la brutalità della guerra del Vietnam
vista senza trionfalismi dalla parte dei vietcong. L'autrice è una donna, ma il
protagonista della storia è un uomo, il giovane soldato Quan che, nell'infuriare delle battaglie più feroci e sanguinose, invece di cedere all'abbrutimento e
all'accecamento ideologico, comincia a chiedersi il vero perché di tutto quell’orrore. E allora la sua fede di patriota vacilla. Tanto che il suo ultimo pensiero
sarà: “La rivoluzione, come l’amore, fiorisce e appassisce. Ma a differenza dell’amore, la rivoluzione
marcisce molto più in fretta”.
• Tran Nhut - L' OMBRA DEL P RINCIPE (Ponte alle Grazie -14,50 €)
Questo è il primo di una serie di tre romanzi gialli scritti a quattro mani da due signore vietnamite trasferitesi in Francia (gli altri due sono L'ala di bronzo e La polvere nera del maestro Hu).
Il protagonista è il Mandarino Tan, una sorta di Montalbano che indaga
nel Vietnam tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo. Oltre a offrire
una lettura ricca di colpi di scena, questi libri hanno il pregio di ricreare
alla perfezione l'atmosfera dell'epoca, con la descrizione di luoghi, abiti
e usanze.
• Denise Chong - L A BAMBINA DELLA FOTOGRAFIA
(Codice Edizioni - 22 €)
L'immagine della bambina che fugge, nuda e urlante, dalle bombe al napalm è ormai un'icona del XX secolo, simbolo dell'assurdità della guerra
del Vietnam, e di tutte le guerre. Ma chi era quella bambina? E che ne è
stato di lei, dopo? Per saperlo, leggete questo bellissimo libro, e scoprirete che la piccola Kim Phuc oggi vive in Canada, porta ancora sul corpo i segni di quel tragico
giorno e ha dovuto combattere, con grande forza di volontà, per diventare una donna normale. Perché è estremamente difficile, e doloroso, essere un'icona vivente...
• Michael Herr - D ISPACCI (Alet Edizioni -18 €)
Con l'avvento delle "guerre moderne", tecnologiche e chirurgiche, anche le notizie che ci arrivano dal fronte - troppo spesso raccontate, e addomesticate, da giornalisti embedded - ci fanno
vivere drammatici eventi in modo asettico e lontano. Non succedeva così al tempo della guerra
del Vietnam, quando la parte di America (e di mondo) che era contraria all’invasione statunitense si immedesimò nel dramma della popolazione vietnamita e di tanti giovani soldati sbattuti in prima linea. Questo era accaduto grazie ai racconti del "reporter dall’inferno" Michael
Herr, che nei suoi dispacci riusciva a far sentire il crepitare delle mitragliatrici, il caldo denso
della giungla, l'odore acre del napalm... Riuniti in un libro quegli articoli sono, per così dire, la
madre di tutti i racconti di guerra. Del resto, Michael Herr è una leggenda del giornalismo
mondiale. E non solo: è stato lui a firmare le sceneggiature di capolavori come Apocalypse Now
e Full Me-tal facket.
Vietnam-Cambogia
Pagina 38
L'ANGELO DI HOLLYWOOD
Che cosa ha in comune il computer con Angkor Vat ? Angelina Jolie, anzi Lara Croft, insomma Tomb Raider. Una lunga sequenza del film, tratto dal videogioco più famoso dell'ultimo decennio, è stata girata fra i templi di Angkor e a dare carne, ossa, labbra e seno
all'intrepida archeologa digitale è stata la bella Angelina, che ha lasciato il cuore in Cambogia.
Tanto che, finite le riprese, c'è tornata, ha regalato una scuola ai bambini orfani e ne ha
adottato uno, Maddox, per il quale ha combattuto una lunga battaglia burocratica. Da cui è
uscita con tutti gli onori, compresa la cittadinanza del riconoscente Paese asiatico.
STORIE DI GUERRA
Sono pochi tra i grandi attori e registi americani quelli che non hanno avuto a che fare con la guerra del Vietnam.
In pellicola naturalmente. A cominciare da John Wayne che nel 1968 interpreta, produce e dirige I'iperpatriottico Berretti
verdi. Più realistici Platoon di Oliver Stone, Full Metal Jacket di Kubrick, Hamburge Hill di John Irvin e Good Morning
Vietnam di Barry Levinson. Più spietati e simbolici, nello scandagliare logiche e conseguenze della guerra, Il Cacciatore
di Michael Cimino, Apocalypse Now di Coppola e Nato il 4 luglio ancora di Stone. Ambientati in quella che allora era
chiamata Indocina, ci sono poi altri film d fortuna, da L'amante (dal romanzo di Marguerito Duras) a L'americano tranquillo (tratto invece da Graham Greene). Infine, un film che ha segnato una generazione, sulla guerra in Cambogia: Urla
del silenzio, storia vera di un giornalista del New York Times e dell'uomo che gli salvò la vita.
Vietnam-Cambogia
Pagina 39
Luca Tour
Giovanna Bonu
Elena Capparella
Orietta Carmellini
Giampiero Deidda
Lea Rosa Deidda
Gilda Dessì
Bonaria Mandis
Emanuele Marras
Maria Pia Martinez
Anna Maria Mulas
Gianfranco Onida
Paolo Onida
Giovannina Pinna
Mirella Puddu
Maria Franca Salis
Viviana Salvi
Vali Santa Lucia
Eraldo Schiuntu
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