RASSEGNA STAMPA Sommario: Venerdì 06 marzo 2015 Rassegna Associativa 2 Rassegna Sangue e Emoderivati 6 Rassegna Medico-scientifica, politica sanitaria e terzo settore 10 Prime Pagine Rassegna associativa FIDAS AOSTACRONACA.IT SOLIDARIETA': Con 'Una Nota da donare' la Fidas torna a Quart E' uno dei tradizionali appuntamenti promossi dalla Sezione valdostana della Federazione italiana donatori sangue-Fidas, per promuovere e diffondere sul territorio la cultura del dono del sangue. Venerdì 13 marzo, alle ore 21 all’Auditorium comunale di Bas Villair a Quart, si svolgerà l’ottava edizione di 'Una Nota da Donare' organizzata dalla sezione 'Alessandro Desandré' della Fidas, con il patrocinio del Comune e della biblioteca municipale di Quart e in collaborazione con l’associazione 'Viola onlus', che dall’agosto del 1997 opera a sostegno della vita dopo il cancro al seno. “Una collaborazione scelta non a caso - si legge in una nota della Fidas - visto che entrambe le organizzazioni di volontariato rivestono un importante ruolo nell’ambito della tutela sanitaria a favore della vita”. Presentata dalla giornalista radiofonica Paola Borgnino, alla serata, a ingresso gratuito, parteciperanno i presidenti della Sezione Quart 'Alessandro Desandré', Antonio Delfino, di 'Viola', Raffaella Longo, il sindaco di Quart, Giovanni Barocco, il presidente del Comitato di gestione della biblioteca, Fabrizio Quaglino e Luisella Blanchet, vedova Desandré. Sul palco dell’Auditorium comunale si alterneranno il rumorista Alessandro Favre e il 'biker acrobatico' Alessandro Delfino, oltre agli attori Aldo Marrari e Luca Andriolo della Compagnia teatrale 'Passepartout' di Gressan, che proporranno la pièce 'Il mio vecchio compagno di scuola'. “In questi ultimi otto anni - sottolinea Antonio Delfino – abbiamo condotto sul territorio di Quart un cammino solidaristico, di promozione e diffusione della cultura del dono del sangue che, grazie anche a 'Una Nota da donare” ha permesso di veicolare questo messaggio di solidarietà. La musica e il sano divertimento senza 'sballo' sono gli ingredienti di questa ottava edizione, resa possibile grazie al patrocinio del Comune e della Biblioteca di Quart e all’impegno dei donatori di sangue”. “La nostra speranza - prosegue Delfino – è che questa iniziativa possa avvicinare nuovi e giovani donatori di sangue per offrire una speranza di vita ai tanti pazienti oncologici, trapiantati, talassemici, emofiliaci e altri. La testimonianza di questa forte partecipazione attribuisce all’evento un chiaro e forte invito a diventare donatore di sangue e dimostra come il lavoro avviato negli anni passati abbia fatto presa, radicandosi e producendo impegno, donatori e solidarietà”. Rassegna sangue e emoderivati IL FARMACISTAONLINE.IT Senato. De Filippo risponde su Avastin, accreditamento servizi trasfusionali e Croce Rossa Per Avastin ribadita la somministrazione nei Centri ospedalieri ad alta specializzazione. Entro il 30 giugno 2015 le Regioni dovranno concludere il percorso di accreditamento dei servizi trasfusionali. Differita la privatizzazione del Comitato centrale e dei Comitati regionali della Croce Rossa al 1°gennaio 2016. Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, questa mattina è intervenuto in commissione Igiene e Sanità del Senato per rispondere a tre interrogazioni. [OMISSIS] Risposta all'interrogazione di Manuela Granaiola (Pd) ed illustrata da Nerina Dirindin (Pd), sulla procedura di accreditamento dei servizi trasfusionali nelle diverse regioni. "Le Regioni - ha detto De Filippo - nell’ambito della propria autonomia organizzativa, non senza difficoltà, considerata la complessità organizzativa del sistema (costituito da circa 280 servizi trasfusionali e 2350 unità di raccolta), hanno intrapreso l’impegnativo percorso di autorizzazione e accreditamento, comprendente anche l’effettuazione delle visite di verifica presso i servizi trasfusionali e le unità di raccolta, al fine della verifica della conformità degli stessi alle norme nazionali ed europee". "Tale percorso - ha proseguito - è stato, nel corso del tempo, costantemente sottoposto a monitoraggio da parte del Centro Nazionale Sangue, quale organo di coordinamento della rete trasfusionale, che sulla base dei compiti assegnati dalla legge n. 219/2005, ha fornito ogni sostegno e supporto tecnico scientifico alle strutture regionali di coordinamento, ai fini del completamento del percorso regionale". "La scadenza prevista per il 31 dicembre 2014, è stata prorogata al 30 giugno 2015, con il decreto legge 31 dicembre 2014, n. 192 (Proroga di termini previsti da disposizioni legislative), art 7, comma 1, la cui conversione in legge è stata approvata lo scorso febbraio dai due rami del Parlamento. Pertanto, entro tale data le Regioni e Province Autonome sono tenute a concludere il percorso di autorizzazione e accreditamento, attraverso il rilascio dei provvedimenti autorizzativi sia dei Servizi trasfusionali sia delle Unità di raccolta, gestite dalle Associazioni dei donatori volontari. Dal monitoraggio eseguito dal Centro Nazionale Sangue - ha proseguito De Filippo - risulta che 12 Regioni hanno completato il percorso (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, PP.AA. di Trento e Bolzano, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto) con il rilascio dei provvedimenti regionali di autorizzazione e accreditamento. Altre 7 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Toscana) hanno completato le visite di verifica e sono in via di ultimazione i provvedimenti autorizzativi. Da ultimo, 2 Regioni (Lazio e Sardegna) hanno completato le visite per i servizi trasfusionali, ma presentano qualche criticità in ordine al completamento delle visite di verifica alle Unità di raccolta". LASTAMPA.IT Deciso passo avanti nella lotta all’emofilia di tipo B. di Daniele Banfi Il gruppo di ricerca del professor Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica di Milano (TIGET), è riuscito nell’impresa di mettere a punto una tecnica di terapia genica per curare definitivamente la malattia. Un risultato importante che è valso la pubblicazione sulle pagine della prestigiosa rivista Science Translational Medicine. LA MALATTIA L'emofilia è una patologia genetica ereditaria caratterizzata dall'incapacità di produrre il giusto livello di alcuni fattori di coagulazione. Il risultato che ne consegue è che la persona affetta non riesce a coagulare il sangue e una semplice emorragia può diventare un evento estremamente grave. Ad oggi si conoscono 3 differenti tipologie di emofilia ciascuna collegata ad uno specifico difetto genetico che rende la cellula incapace di produrre il fattore corretto. Le più comuni sono le forme A e B dove mancano i fattori VIII e IX rispettivamente. RIPARARE IL DIFETTO GENETICO Se la cura attuale si basa sulla somministrazione continua (2-3 volte la settimana) della proteina mancante il sogno è quello di riparare in maniera definitiva il gene difettoso. La terapia genica potrebbe offrire invece una cura duratura in un’unica somministrazione. Essa agisce alla base della malattia fornendo l’informazione genetica corretta affinché le cellule del paziente possano a loro volta produrre un fattore della coagulazione funzionante. In sostanza si tratta di sopperire al gene difettoso fornendone uno funzionante dall’esterno. La potenzialità terapeutica della terapia genica per questa malattia è stata recentemente dimostrata in alcuni pazienti affetti da emofilia B e trattati con vettori derivati dal virus adeno -associato che trasferiscono il fattore IX della coagulazione. Tuttavia non sarà possibile estendere questa terapia a tutti i pazienti a causa di alcune limitazioni di questi vettori. E’ quindi necessario sviluppare strategie alternative. I vettori lentivirali, derivati in origine dal virus HIV, potrebbero dimostrarsi vantaggiosi in questo senso. Questi vettori sono stati già utilizzati con risultati favorevoli in via sperimentale in bambini affetti da alcune immunodeficienze o malattie neurodegenerative presso il TIGET. Ciò è stato possibile trattando le cellule staminali del sangue prelevate dai pazienti reinfondendole dopo il trattamento. [CONTINUA] RISULTATI DURATURI Nel nuovo studio i vettori sono iniettati direttamente nel sangue in modo da farli arrivare al fegato, sede naturale di produzione del fattore IX della coagulazione. E’ qui che avviene l’inserzione del gene funzionante. Le cellule del fegato, così corrette, possono quindi immettere continuativamente il fattore nel circolo sanguigno. Un approccio, effettuato in cani affetti dalla malattia, che si è rivelato vincente: come spiega Alessio Cantore, principale autore dello studio,«tutti e tre i cani trattati sono vivi, stanno bene e hanno riportato un beneficio duraturo -a più di cinque anni di osservazione- in seguito alla terapia genica, dimostrabile dalla riduzione o assenza di sanguinamenti spontanei». SPERIMENTAZIONE SULL’UOMO Un risultato importante che apre ora la possibilità al trattamento anche nell’uomo. E’ lo stesso Naldini ad affermarlo: «questo lavoro pone le basi per una prossima sperimentazione clinica della terapia genica dell’emofilia B con i vettori lentivirali. Serviranno però ancora alcuni anni di lavoro per garantire efficacia e sicurezza anche nell’uomo. Una prospettiva oggi più realistica, grazie anche all’accordo siglato da Fondazione Telethon e Ospedale San Raffaele con l’azienda americana Biogen Idec per lo sviluppo clinico di questa terapia». Rassegna medico-scientifica e politica sanitaria Prima pagina