Studio Athena di Giulio Falco
GLI ERRORI DA NON FARE IN CASO DI SINISTRO
di Giulio Falco
Credere a chi ci dice che non si deve fare nulla, penserà a tutto la propria compagnia
assicurativa
La procedura di risarcimento non è un processo automatico, in particolare in caso di presenza di
danni fisici anche lievi.
Le compagnie non sono tenute ad assistere o informare in modo completo i propri clienti dei propri
diritti o sulle modalità di richiesta di risarcimento, e generalmente non lo fanno, nemmeno in caso
di risarcimento diretto, ossia quando interviene la propria compagnia nella liquidazione con diritto
di rivalsa sulla compagnia di chi ha causato il danno.
Affidarsi per l'assistenza e la tutela a persone non specializzate in questo campo, anche se
appartenenti a studi legali.
Meglio se chi vi assisterà sia iscritto ad una delle associazioni di categoria della professione di
patrocinatore: CUPSIT o ANEIS
In caso contrario non vi sarà garanzia che la trattativa nei confronti della compagnia che deve
risarcire venga condotta con la dovuta attenzione e fermezza.
Accettare assistenza da chi chiede anticipi di spesa o vi farà sottoscrivere contratti nei quali
vengono definite le tariffe relative agli onorari.
Nella maggior parte dei casi, gli onorari del patrocinatori vengono riconosciuti e rimborsati dalle
compagnie, e quindi nessun onere è a carico del cliente. Sebbene sia lecito pagare un ulteriore
onorario al professionista, non è una pratica corretta non informare il cliente di questo fatto allo
scopo di conseguire un doppio guadagno per la prestazione professionale.
La lettera di incarico, che il patrocinatore vi farà sottoscrivere, non è un contratto, ma solo una
autorizzazione che il cliente concede a chi si impegna ad assisterlo per procedere nei confronti di
terzi. Può essere sempre revocato in qualsiasi momento dal cliente, o viceversa il profesisonista può
rimettere l'incarico.
Non accettare alcuna assistenza se si ha già affidato l'incarico ad un altro professionista. Se si vuole
cambiare patrocinatore, revocare l'incarico precedentemente conferito. E' evidente che se ciò
avviene a distanza di tempo, vi devono essere ragioni gravi per la revoca, o in caso contrario
occorrerà retribuire il precedente professionista per il lavoro effettivamente svolto.
In caso di danni fisici, pensare che in fondo non ci si è fatti nulla e non vale la pena farsi
visitare.
Le conseguenze di un trauma da incidente si manifestano spesso a distanza di ore dal momento
dell'impatto.
Inoltre i traumi ossei o alla testa possono presentare conseguenze permanenti negli anni a venire. La
mancanza di dolore immediato non è sintomo di poca gravità del trauma.
Accettare sempre l'intervento dell'ambulanza, o recarsi subito al pronto soccorso in caso di trauma
fisico.
Tener presente che il pronto soccorso di un ospedale opera spesso in situazioni di emergenza e di
fretta, i traumi non gravi vengono spesso trattati con una priorità più bassa rispetto a quelli più
urgenti, non sempre vengono eseguiti tutti i controlli necessari ad appurare con precisione l'entità
del danno. Alcuni esami radiografici non sono in grado di rilevare particolari traumi. Questi non
vengono eseguiti al pronto soccorso per questioni di tempo e costi se non in casi di evidente gravità.
Rivolgersi dopo la dimissione al proprio medico e farsi prescrivere visite o esami specialistici più
approfonditi.
Controllare attentamente il certificato di dimissione.
Se vi affidate ad un professionista del settore, fornitegli immediatamente copia di tutti i documenti,
certificati di dimissione, certificati medici etc in vostro possesso. (Non lasciate mai gli originali,
fategli fare una fotocopia.)
Spesso imprecisioni o errori compiuti dal personale di pronto soccorso, nel compilare i certificati
necessitano se rilevati, di effettuare le necessarie correzioni nell'immediatezza, pena la
compromissione del corretto risarcimento.
Prestare attenzione in particolare alle date e ora dell'incidente indicate nei documenti e alla
dichiarazione fatta all'arrivo al pronto soccorso sul motivo del trauma. Spesso non si è
perfettamente lucidi in quel momento, o il personale può aver capito male ciò che avete detto
Pensare che poiché si ha torto non si ha diritto ad alcun risarcimento
Negli incidenti stradali, il torto o la ragione non sono sempre determinabili in modo semplicistico,
ne sono sempre completamente a carico di una sola parte coinvolta nell'incidente.
Anche se si è violato una norma importante del codice della strada, come ad esempio l'obbligo di
precedenza, il codice prescrive che anche l'altra parte doveva aver avuto una condotta tale da poter
evitare l'impatto tutte le volte che è possibile.
Solo un'analisi attenta della dinamica dell'incidente può rilevare ad esempio un eventuale concorso
di colpa a carico di entrambe le parti coinvolte.
Fare intervenire sempre le autorità di polizia dopo l'incidente, e farsi consegnare il documento con
le generalità delle parti coinvolte che gli agenti redigeranno.
In caso non siano intervenute le autorità di polizia, il modulo di constatazione amichevole
dell'incidente dovrà descrivere in modo più preciso possibile la dinamica dell'incidente e non
costituirà mai ammissione di colpa, ma solo l'accordo sui fatti accaduti così come vengono descritti.
Nel caso di una negligenza medica, pensare di fare un torto al professionista che ci ha curato,
o temere di giudicare male l'accaduto.
Se si hanno dei dubbi sulla condotta di un medico o della struttura sanitaria nel trattamento subito
su di se o su un proprio parente o amico, rivolgersi subito ad un professionista patrocinatore per
l'analisi del caso.
Potrà valutare la situazione senza nessun obbligo di procedere e vi saprà consigliare al meglio.
L'errore è sempre possibile, e le strutture sanitarie e i medici o i chirurghi sono sempre coperti da
polizza assicurative per possibili eventi dannosi causati da 'errori' o 'malpractice'.
Nel caso venga evidenziata una mancanza del medico o della struttura, è perfettamente giusto
procedere alla richiesta di risarcimento, poiché in ogni caso si è patito una sofferenza non necessaria
o un danno a causa di questo fatto, e le assicurazioni operano proprio a questo scopo: risarcire chi lo
ha subito. Non procedere non è un favore fatto al medico, ma alla compagnia assicurativa.
Nei casi di colpa grave, omissioni nel procedere significherebbe possibilità che la 'malpractice' ossia
il comportamento scorretto, si possa ripetere con altri pazienti.