Gli strani casi della dottoressa Eve Cardiopatico e in dialisi: un’estrazione particolare Eve Beneguardo è una giovane odontoiatra trentottenne che opera nella provincia di Pavia. Esercita un’attività esclusivamente liberoprofessionale e lo fa con attenzione e responsabilità, consapevole dell’importanza della salute orale. Il suo studio è simile a molti altri: 90 metri quadri, due sale operative, una sala sterilizzazione, un piccolo magazzino, un ufficio privato e due bagni. he caldo oggi, è finalmente primavera». Scorrendo l’agenda degli appuntamenti Eve guarda fuori dalla finestra e un velo di tristezza le attraversa la fronte. «Che bello sarebbe starsene al mare». Ma è soltanto lunedì. E c’è parecchio da fare oggi. «Diamoci da fare». Stamattina c’è l’appuntamento del signor Franco Pensa, un cliente di lunga data. Eve lo conosce da anni, aveva in cura anche sua moglie prima che venisse a mancare. E pure i figli, ma poi si sono trasferiti per lavoro. Uno a Roma l’altro a Londra. «Beati loro…» mugugna mentre scarica la posta elettronica. Deve estrarre un sesto superiore. Niente di complicato, Eve ne ha tolti molti nella sua storia professionale. Ma questo caso va valutato bene. «Vediamo la sua cartella» esclama. E legge: Il Sig. Pensa, 71 anni, durante gli ultimi mesi, ha manifestato ripetute algie odontogene violente e localizzate al primo molare superiore di destra. Abbiamo diagnosticato una periodontite apicale cronica e, stante che l’elemento dentario è protesizzato con corona e un perno moncone che ne impedisce il ritrattamento canalare, abbiamo pianificato l’estrazione. «Cominciamo bene» pensa Eve. E prosegue la lettura: un infarto antero-inferiore a 51 anni, intervento per aneurisma addominale a 59. Episodi di fibrillazione atriale a 64 anni, trasformatisi poi in un’aritmia cronica risolta grazie a una procedura di deplezione. A partire dai 67 anni presenta uno stato di insufficienza renale cronica che, dopo due anni di trattamento dietetico e farmacologico, ha necessitato il ricorso alla dialisi, che viene effettuata tre giorni la settimana: lunedì, mercoledì e venerdì. «C Anno IV - n°2 - maggio 2010 5 Gli I FARMACI CHE ASSUME IL PAZIENTE Cardioaspirina Lansoprazolo Kayexalate Lexotan Plavix Cordarone Karvea 6 Anno IV - n°2 - maggio 2010 strani casi della Dottoressa Eve Alla voce “farmaci assunti” Eve aveva appuntato: Cardioaspirina, Lansoprazolo, Kayexalate, Lexotan, Plavix, Cordarone, Karvea. Un caso da non prendere sotto gamba. «Vista l’età, le sue vicissitudini cardiache e renali, i farmaci che assume forse è meglio se faccio qualche ricerca online» pensa la giovane odontoiatra. Accende il computer e digita - a memoria - www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed. «Da quando faccio questo lavoro non posso farne a meno» dice tra sé mentre il suo browser carica la pagina web del sito che raccoglie tutte le più importanti pubblicazioni medico scientifiche nel mondo. Pensando al caso del signor Pensa, decide di effettuare una ricerca in Pubmed usando come stringa le parole: “tooth extraction AND (dialysis OR renal failure)”. In pochi secondi appaiono sullo schermo una trentina di voci bibliografiche. Casi clinici, trials, reviews,... Scorrendo gli abstract disponibili si rende subito conto che il rischio di emorragia estrattiva seria, in pazienti nefropatici o in dialisi, è parecchio elevato. «E poi ci sono i farmaci antiaggreganti, che il signor Franco prende da quando ha avuto l’infarto: accidenti, qui la faccenda si fa più complicata di quanto pensassi». Il paziente, rilegge la cartella clinica, assume una terapia combinata a base di acido acetilsalicilico (Cardioaspirina) e clopidogrel (Plavix). «Dove diamine ho letto un caso simile a questo?». Eve salta in piedi di scatto e comincia a spostare la pila di riviste ammonticchiate sulla scrivania. Non rieNefropatico, in dialisi, sce a tenerle in ordine, c’è poco da fare. «Eccolo!» esclama feliha avuto un infarto ce. In un recente articolo pube assume blicato su Journal of Periodontology è stato segnalaantiaggreganti. to un case report in cui un È il caso di chiedere soggetto sottoposto a questo un consulto tipo di terapia duale aveva avuto, dopo una semplice al suo nefrologo seduta di levigatura radicolare, un’emorragia così grave da dover essere ricoverato in ospedale e sottoposto a trasfusione. «Lo dicevo io che il lunedì è meglio non venire al lavoro» pigola la giovane dentista mentre sgranocchia nervosamente il cappuccio di una penna. Che fare? «Proviamo a mandare un’email al nefrologo che segue il signor Pensa. Magari lui mi sa dare qualche consiglio». Dopo dieci minuti d’orologio arriva la risposta. IL CASO Gentile dottoressa Beneguardo, In effetti, come lei afferma, il rischio di emorragie è frequente nei soggetti che, come il sig. Pensa, sono in dialisi. A maggior ragione in questo paziente visto che è in trattamento con due diversi antiaggreganti piastrinici: Cardioaspirina e Plavix. Naturalmente il fenomeno emorragico può essere amplificato quanto maggiore è il danno renale. Ogni farmaco che interferisce con l’attività piastrinica può peggiorare il rischio emorragico del paziente uremico e il sig Pensa, prima dell’intervento di estrazione dentaria, dovrà sospendere almeno il Plavix da 5 a 10 giorni prima della data prevista per l’estrazione. Inoltre al paziente uremico, quando va incontro a seduta di emodialisi, viene infusa eparina come anticoagulante utile per il circuito extracorporeo. Un quesito ovvio a questo riguardo è quando procedere con l’estrazione in relazione alla seduta emodialitica che, di solito, è effettuata a giorni alterni. Considerando che l’emivita dell’eparina sodica è di 75 minuti, è facile immaginare che dopo poche ore dal termine della dialisi, il paziente uremico può andare incontro a ogni intervento chirurgico, anche importante quale, per esempio, il trapianto di rene. Più impegnativo è il paziente uremico a cui il cardiologo ha prescritto Coumadin continuativamente. In questi casi il paziente dovrà sospendere per tempo la terapia e sostituirla con eparina calcica da annullare per la sola durata dell’intervento. NB: l’impiego di eparina a basso peso molecolare è controindicato nel soggetto uremico. In conclusione, il soggetto uremico in dialisi, pur con cautela, può affrontare ogni tipo di intervento chirurgico anche maggiore. Se vuole approfondire l’argomento può scaricare da internet le recenti linee guida sulla gestione dei pazienti in terapia antiaggregante (http://www.chestjournal.org/cgi/pmidlookup?view=long&pmid=18574269) FRANCO PENSA Il paziente uremico in dialisi può affrontare, pur con cautela, ogni tipo di intervento chirurgico. Cordiali saluti Walter Ricciardi A questo punto Eve è più tranquilla. «Ora la situazione è chiara» pensa «posso pianificare l’estrazione del sesto superiore senza correre rischi». Cerca il cellulare nella borsa e digita il numero del paziente. «Buongiorno signor Pensa, sono la dottoressa Beneguardo, dobbiamo rinviare…». L’appuntamento di oggi è annullato. Eve prenota l’estrazione, con il paziente, per la settimana dopo. Deve sospendere il Plavix cinque giorni prima dell’intervento che sarà di martedì, in modo che siano passate almeno ventiquattr’ore dall’ultima seduta di dialisi. E poi comincia a riflettere su come gestire la ferita post estrattiva così da essere pronta in caso di sanguinamento. «Beh, non è il caso di pensarci ora» conclude Eve. C’è una setti- mana di tempo per prepararsi a puntino». Lo sguardo della giovane donna riprende a volare fuori dalla finestra, sugli alberi sono spuntati i fiori. E il sole dipinto nel cielo sembra quello di un cartone animato. «Il signor Franco non viene e ora ho un paio d’ore libere». Spegne il computer, appoggia gli occhiali sulla scrivania e mentre infila la porta le spunta un sorriso: «Un po’ di shopping è proprio quello che mi ci vuole». Anno IV - n°2 - maggio 2010 7