Tumori dell’utero
Patologia benigna e
maligna dell’utero
Tumori del corpo
Prof. Nicola Colacurci
Tumori del collo
Tumori del corpo
¾ Tumori epiteliali benigni
• Polipo endometriale
• Iperplasia dell’endometrio
¾ Tumori connettivali benigni
• Leiomioma
• Emangiopericitoma
• Lipoma
¾ Tumori epiteliali maligni
• Carcinoma dell’endometrio
¾ Tumori connettivali maligni
• Sarcomi
Tumori del collo
¾ Tumori epiteliali benigni
• Polipi cervicali
¾ Tumori connettivali benigni
• Leiomioma
• Emoangioma cervicale
¾ Tumori epiteliali maligni
• Cervicocarcinoma
• Neoplasia intraepiteliale maligna (CIN)
• Carcinome invasivo
¾ Tumori connettivali maligni
• Leiomiosarcoma
• Sarcoma
• Linfoma mailgno
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1
Polipo endometriale
Polipo endometriale
Polipo adenomatoso
Dotti ghiandolari dilatati rivestiti da epitelio cuboidale
Polipo con iperplasia adenomatosa
Ghiandole molto stipate con proliferazione epiteliale
di tipo papillare
Polipo fibroso
ƒ Neoformazione mucosa del corpo
ƒ Incidenza maggiore fra 30 e 50 anni
ƒ Unica o multipla
ƒ Sessile o peduncolata
Scarso contenuto ghiandolare con prevalente struttura
fibrosa
Polipo endometriale
Polipo endometriale
Diagnosi
Sintomatologia
¾ Menorragie
¾ Metrorragie
¾ Anemizzazione
¾ Dolore
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Ecografia / sonoisterografia
Isteroscopia con biopsia endometriale
Esame istologico
Ecografia transvaginale
Terapia
Chirurgica
ƒ Asportazione per via isteroscopica
ƒ Revisione cavitaria
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2
Definizioni
L'iperplasia endometriale è caratterizzata da una
marcata proliferazione dell'epitelio ghiandolare
indotta da una persistente esposizione
dell'endometrio allo stimolo estrogenico
Etiopatogenesi
Perché si determini un'iperplasia dell'endometrio, più dell'entità
dello stimolo estrogenico, è importante la sua durata
Iperestrogenismo endogeno
9 La sua incidenza è elevata in periodo pre-menopausale (10-15%)
9 Tale patologia è tuttavia mal quantificabile per l'incertezza dei
criteri diagnostici delle forme iniziali
9 Le iperplasie ad elevato rischio oncogeno, cioè con atipie
citologiche, hanno comunque una prevalenza, nel materiale da
raschiamento endouterino, attorno al 3%
Iperestrogenismo iatrogeno
9 iperfunzione delle cellule dello
9Estrogeni
stroma o dell'ilo ovarico
9 tamoxifene
9 tumori ovarici funzionanti
9 patologia corticosurrenalica
9 Obesità
(metabolizzazione
nel
tessuto
adiposo dell'androstenedione in
estrone)
Iperplasia endometriale
Iperplasia endometriale
Sintomatologia
Diagnosi
¾ Menorragie
¾ Metrorragie
ƒ Ecografia
ƒ Isteroscopia con biopsia endometriale
ƒ Esame istologico
¾ Polimenorrea
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3
Iperplasia endometriale
Quadro istologico
Iperplasia ghiandolare semplice
Aumentato numero delle ghiandole
Iperplasia ghiandolare cistica
Dilatazione e modificazione morfologica delle ghiandole
Iperplasia adenomatosa
Polimorfismo ghiandolare e riduzione dela componente
stromale
Iperplasia atipica
Presenza di atipia cellulare
Classificazione
Le classificazioni delle iperplasie sono numerose
e nessuna ha conquistato un'assoluta
prevalenza nella letteratura attuale
Iperplasie senza atipie citologiche
(a basso rischio)
Iperplasie con atipie citologiche
(ad alto rischio)
Trattamento
EH
EIN
Terapia conservativa
Terapia demolitiva
(medico-chirurgica)
(criterio oncologico)
9 Progestinici
9 Isterectomia
9 Danazolo
9 GnRH-analoghi
EH
Endometrial Hyperplasia
EIN
Endometrial Intraepithelial Neoplasia
9 Raschiamento
9 Ablazione
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4
Leiomioma
Leiomioma
Quadro istologico
Sottosierosi
Sessili o peduncolati, si sviluppano sotto il peritoneo
Intramurali
Si sviluppano nello spessore del miometrio
Sottomucosi
Sessili o peduncolati sporgono nella cavità uterina
• Origina dalle fibrocellule muscolari lisce del miometrio
ed è a correlazione endocrina
• E’ il più frequente
• Compare in età feconda
• Prevalenza fra 30 e 50 anni
• Colpisce soprattutto le nullipare
Infralegamentari
Si sviluppano dai margini laterali dell’utero sdoppiando
Il legamento largo
Cervicali
Si sviluppano dalla porzione sopravaginale del collo
o dalla porzione intravaginale
Leiomioma
Leiomioma
Sintomatologia I
Sintomatologia II
• Menorragie
• Sterilità ed infertilità
• Metrorragie
• Aborto
• Polimenorrea
• Parto pretermine
• Leucorrea
• Dolore
• Anemia
• Fenomeni di compressione
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5
Leiomioma
Diagnosi
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Visita ginecologica
Ecografia trans-addominale
Isteroscopia
Isterosalpigografia
Leiomioma
Terapia
Medica
ƒ Progestinici
ƒ Analoghi del GnRH
Chirurgica
ƒ Miomectomia
ƒ Isterectomia
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6
Carcinoma dell’endometrio
Epidemiologia
Il carcinoma endometriale rappresenta la più frequente
neoplasia genitale femminile nei paesi occidentali
15 / 100.000 abitanti
L’incidenza media in Italia è inficiata dalla registrazione
ISTAT imprecisa (senza distinzione tra corpo e collo
uterino) e dall’assenza di un Registro Nazionale Tumori
• Notevole aumento di incidenza negli ultimi anni
• Oggi è al quarto posto tra i tumori del sesso femminile dopo
il carcinoma della mammella, colon e polmone
10.7 / 100.000 abitanti
~ 5280 nuove diagnosi
• E’ il tumore ginecologico più frequente nei paesi sviluppati
(1990)
• E’ tipico della post-menopausa
Ipotesi etiopatogenetiche
Estrogeno-dipendente
Endometrio normale
Fattori di rischio
Non estrogeno-dipendente
Endometrio atrofico
(Menopausa)
IPERESTROGENISMO
Iperplasia endometriale
Predisposizione
genetica
MUTAZIONE p53
Cancerogeni
ambientali
?
Irradiazione pelvi
HERb 2 neu
Mutazione RAS
PTEN
Mancata riparazione dei difetti del DNA
Instabilità dei microsatelliti
Carcinoma
Carcinoma in situ
Ulteriori mutazioni
dovute alla instabilità
genetica ed alla crescita
cellulare incontrollata
Carcinoma invasivo
FATTORE DI RISCHIO
Obesità
Menarca < 11 anni
RR
3.2-10
3.9
Nulliparità
Menopausa > 53 anni
ERT
2-5
2.6
2-12
Terapia con tamoxifene
Pregresso carcinoma mammario
Diabete mellito
1.7-7.5
1.7-3.7
1.8-2.7
Ipertensione arteriosa
Fumo
1.2-1.7
0.5
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7
Carcinoma dell’endometrio
Classificazione istologica
1. Adenocarcinoma endometrioide
Sintomatologia
Secretorio
A cellule ciliate
Con differenziazione squamosa
Adenoacantoma
Carcinoma adenosquamoso
2. Carcinoma sieroso
3. Carcinoma a cellule chiare
4. Carcinoma mucinoso
5. Carcinoma spinocellulare
Compaiono tardivamente :
ƒ Perdite ematiche di varia entità e tipo
ƒ Leucoxantorrea
ƒ Dolore
6. Carcinoma misto
7. Carcinoma indifferenziato
Stadiazione
Storia naturale
9 Superata la fase mucosa il carcinoma endometriale tende ad
invadere il miometrio e diffondere lungo le vie linfatiche di
drenaggio del corpo uterino, prediligendo la via del peduncolo
iliaco esterno, con diffusione ai linfonodi pelvici più craniali
(otturatori superficiali, iliaci esterni e comuni)
L’attuale stadiazione anatomo-chirurgica considera la storia naturale e i principali
fattori prognostici (infiltrazione miometriale, estensione alla cervice, diffusione agli
annessi, alla vagina ed ai linfonodi, citologia peritoneale positiva, metastasi a distanza)
Ia
Tumore limitato all’endometrio
Ib
Tumore con invasione del miometrio corporale < 50%
Ic
Tumore con invasione del miometrio corporale > 50%
IIa
Estensione alla mucosa cervicale
IIb
Estensione al miometrio cervicale
IIIa
Estensione alla sierosa uterina e/o agli annessi e/o citologia peritoneale +
IIIb
Metastasi o estensione vaginale
IIIc
Metastasi ai linfonodi pelvici e/o lombo-aortici
LN lombo-aortici 0-20% (in relazione ad M e G)
IVa
Invasione alla mucosa vescicale e/o rettale
LN para-aortici
IVb
Metastasi a distanza incluse quelle peritoneali e ai linfonodi inguinali
9 La metastatizzazione mediante il legamento infundibolo-pelvico
con diffusione ai linfonodi lombo-aortici è generalmente
secondaria
LN pelvici
0-30%
~ 30% (delle pazienti con LN pelvici +)
FIGO, 1998
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8
Diagnosi
Gli obiettivi
Determinazione pre-chirurgica dei fattori prognostici
Diagnosi
I metodi
9 Biopsia endometriale
- Esame cavitario
- Biopsia mirata
9 Isteroscopia
9 Istotipo
9 Grado di differenziazione tumorale (G)
9 Estensione della neoplasia all’interno della cavità
9 Ecografia trans-vaginale
9 Esame macroscopico intra-operatorio dell’utero
uterina (focale, diffusa, interessante la cervice)
9 Estensione della neoplasia nel contesto dello
spessore miometriale (M)
9 Diffusione della neoplasia al di fuori dell’utero
Al momento non esiste alcuna evidenza scientifica di efficacia
dello screening condotto con uno o più dei test disponibili
Diagnosi
Biopsia endometriale
Diagnosi
Isteroscopia
9 Esame cavitario frazionato
9 Sede
(metodica diagnostica gravata purtroppo da un numero di falsi
negativi ~ 10-20%)
9 Estensione nella cavità uterina
9 Biopsia mirata su guida isteroscopica
(metodica più attuale, che consente un miglior campionamento
della lesione tumorale)
9 Interessamento macroscopico del canale cervicale
9 Diagnosi dele forme pre-tumorali (iperplasie)
Fortemente raccomandabile per la stadiazione pre-chirurgica
Obbligatoria per stabilire istotipo e grading
(utile ai fini del prelievo bioptico
ma accuratezza proporzionale alla gravità della lesione)
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9
Diagnosi
Ecografia trans-vaginale
9 Spessore endometriale (accuratezza 87%)
9 Infiltrazione miometriale (accuratezza inferiore) *
* Accuratezza maggiore con RM (93%)
Diagnosi
Esame macroscopico
9 Grado di infiltrazione miometriale (M1 vs M2)
(in tempo reale, con economicità, riproducibilità ed accuratezza
pari ad 88% in letteratura)
Raccomandabile solo se il Centro diversifica la
modalità di intervento chirurgico in base a G ed M
Raccomandabile come routinario dopo
un breve training da parte degli operatori
oppure
(soprattutto nei centri in cui non sia disponibile
un patologo per l’esame estemporaneo)
Se serve a selezionare i casi ad alto rischio
da inviare in Centri Oncologici specializzati
Diagnosi
Le questioni irrisolte
Difficile la stadiazione pre-chirurgica del II stadio:
9 L’invasione della mucosa cervicale può essere indagata con
l’isteroscopia, quella del miometrio cervicale mediante TAC o RM
Trattamento
I punti fermi
9 Laparoisterectomia totale extrafasciale con annessectomia bilaterale
9 Washing peritoneale
9 Ispezione cavità addominale
Complessa la conoscenza prospettica della diffusione extra-uterina:
9 Se non macroscopica raramente diagnosticata anche con TAC o
RM (non obbligatori seppur con significato e ruolo diagnostico)
Incerta ai fini diagnostici la valutazione di:
9 Ploidia, frazione cellulare in fase-S, espressione di taluni
oncogéni (p53, C-myc, C-erbB-2), CA125 plasmatico *
* CA 125 elevato con LN + o invasione miometriale - p53 alterata nel 35%
9 Ispezione retroperitoneo
Biopsia aree sospette
9 Linfoadenectomia pelvica, lombo-aortica ?
Nei casi con diagnosi pre-operatoria di interessamento stromale
cervicale è indicata l’isterectomia radicale
FIGO, 1998
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10
Trattamento
La via vaginale
Trattamento
Le terapie adiuvanti
9 La via di accesso vaginale è ammessa nei casi inoperabili per
via addominale a causa di controindicazioni sistemiche
9 L’ormonoterapia si è dimostrata totalmente inefficace in
sede adiuvante
9 Rientrano nell’indicazione tumori ben differenziati (G1) che
infiltrano meno della metà del miometrio (M1) che non sono
legati a metastasi (linfatiche o a distanza) e non necessitano
quindi di terapie adiuvanti
9 La radioterapia endocavitaria (brachiterapia) non è da
considerare nelle pazienti operate adeguatamente
9 La scelta dell’approccio vaginale per questi casi è attualmente
seguita da diversi Centri
9 L’associazione Adriamicina-Platino (AP), col successivo
inserimento del Taxolo ha dato i risultati migliori
Pur avendo delle logiche giustificazioni cliniche è doveroso
ricordare che tale posizione si discosta comunque dalla
stadiazione FIGO attualmente in vigore
Trattamento
Le questioni irrisolte
9 Non univocità nel considerare le categorie di rischio
9 Ruolo della colpectomia ed estensione della
isterectomia nei casi di interessamento cervicale e non
Protocollo TAP (6 cicli)
9 Taxolo 135 mg/mq
9 Adriamicina 45 mg/mq
9 Cisplatino 50 mg/mq
Trattamento
La linfoadenectomia
La scelta terapeutica della linfoadenectomia dipende da:
9 Rischio di metastasi linfonodali
9 Grado di differenziazione tumorale (G)
9 Invasione del miometrio (M)
9 Ruolo della linfoadenectomia
9 Disaccordo sull’efficacia e sul tipo di terapia
complementare (radiante o medica) nei casi “ad alto
rischio” e negli istotipi rari
Le indicazioni attuali per la radioterapia pelvica
adiuvante sono limitate allo stadio Ic, agli stadi
avanzati, alle neoplasie G3 ed agli istotipi speciali
La valutazione del rischio è post-chirurgica per cui:
9 Esame estemporaneo ?
9 Linfonodo sentinella ?
9 Sempre linfoadenectomia ?
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Trattamento
La linfoadenectomia
Trattamento
La linfoadenectomia
I Gruppo
9 LN sospetti
9 Sampling aortico non fattibile
9 Stadiazione per RT adiuvante
II Gruppo
9 Istotipo endometrioide
9 Istotipo endometrioide
9 NO tumore macro fuori corpo
9 NO tumore macro fuori corpo
9 M0
9 M1
–
G1/2
–
T ≤ 2 cm
LN sempre negativi
Recidive LN = 0
LINFOADENECTOMIA PELVICA
Sopravvivenza a 5 anni = 100%
NO
LINFOADENECTOMIA NON NECESSARIA
9 Biopsia linfonodale positiva (LN ingrossati o sospetti)
Se con l’estemporanea si identificano questi due gruppi di pazienti
(1/4 delle operate della Mayo Clinic)
Trattamento
Il percorso decisionale
Trattamento
Il percorso decisionale
SOSPETTO CLINICO
DIAGNOSI
ISTOLOGICA
Istotipo
Grading
STADIAZIONE
Valutazione
Rischio Recidiva
TAC-RMN-ECO TV
Istotipo
Favorevole
G1/2
M1
SCELTA
CHIRURGICA
RISCHIO ALTO
T1 M0 G1
Miometrio
M2
Età/BMI
Anestesista
Internista
ALTISSIMO
RISCHIO MEDIO-BASSO
Esperienza in
Chirurgia Laparoscopica
Studi Clinici Controllati
No
CHIRURGIA
ADDOMINALE
Si
INOPERABILE
CHIRURGIA
VAGINALE
T1/M0/G1
Sfavorevole
G3
Grading
Via laparotomica
Valutazione
Rischio Recidiva
CHIRURGIA
LAPAROSCOPICA
LN / M
Estemporanea
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Trattamento
La via laparotomica
Completa stadiazione
anatomo-chirurgica
(cavità addominale, retroperitoneo,
citologia peritoneale)
Linfoadenectomia
Follow-up
Difficoltà di esecuzione
Trauma chirurgico
Lenta ripresa
Morbilità
VISITE
ogni 3-4 mesi per i primi due anni,
ogni sei mesi fino al quinto anno
e poi annualmente
ESAMI DI LABORATORIO
ogni 4-6 mesi per i primi due anni,
ogni sei mesi fino al quinto anno
(complicanze intra- e post-operatorie)
Risoluzione patologie associate
Rischio anestesiologico
BENEFICI
RISCHI
ESAMI STRUMENTALI
ECO addome-pelvi: ogni 4-6 mesi per i primi due anni,
ogni sei mesi fino al quinto anno
Rx Torace TAC addome ogni anno
Trattamento
La via vaginale
Trattamento
La via laparoscopica
Difficoltà annessectomia
Rapidità di esecuzione
Minor trauma chirurgico
Rapida ripresa
Minore morbilità
Sopravvivenza sovrapponibile
Impossibilità completa
stadiazione anatomo-chirurgica
BENEFICI
RISCHI
Impossibilità esplorazione
cavità addominale,
retroperitoneo,
citologia peritoneale
Completa stadiazione
anatomo-chirurgica
(cavità addominale, retroperitoneo,
citologia peritoneale)
Linfoadenectomia
Rapida ripresa
Tempo di esecuzione
Limiti con obesità severa
Costi elevati
Learning curve
BENEFICI
RISCHI
Minori perdite ematiche
Minore degenza
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Polipi cervicali
Gli istotipi rari
Quando si parla di carcinoma dell’endometrio e della sua terapia
ci si riferisce solitamente all’istotipo endometrioide
9 Gli istotipi rari (carcinoma sieroso, a cellule chiare, mucinoso,
squamoso, misto ed indifferenziato) si differenziano non solo per
gli aspetti istologici, ma soprattutto per la prognosi
9 Queste neoplasie necessitano di un trattamento adiuvante
(radio e/o chemio), peraltro non codificato, indipendentemente
dagli altri fattori di rischio
9 Tali terapie devono essere competenza di Centri Oncologici
specializzati, partecipanti a studi clinici controllati
Cervicocarcinoma
ƒ Neoformazione benigna molto frequente
ƒ Originano dalla mucosa della portio
ƒ Spesso associati a cervicite
ƒ Maggiore incidenza fra 40 e 50 anni
ƒ Nullipare
IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
• E’
la quarta neoplasia per frequenza nel sesso
femminile
• Circa 3700 nuovi casi per anno in Italia
• La mortalità si è ridotta negli ultimi anni grazie ad
ƒ Tumore dell’epitelio pavimentoso della portio
ƒ Colpisce le donne dai 20 anni all’età senile
ƒ Massima incidenza fra 30 e 50 anni
una diagnosi più precoce (maggiore sensibiltà delle
donne, campagne di screening)
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IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
‰ Il
carcinoma in situ presenta la massima
IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
LEGAME DI PROTEINE
TRASFORMANTI PRODOTTE
DAL VIRUS (E6,E7) CON GENI
ONCOSOPPRESSORI (p53, RB)
HPV 16 e 18
incidenza in età giovanile (25-35 anni)
‰ Il carcinoma invasivo aumenta dopo i 35 anni
con un picco massimo tra i 55 ed i 65 anni
Steroidi
Fumo di sigarette
Modificazione risposta immune
CIN
‰ La donne bianche presentano una minore
incidenza rispetto alle donne nere
Forme invasive
IL TUMORE DELLA CERVICE
UTERINA
9 Ha origine a livello della giunzione squamocolonnare
nel canale endocervicale o sulla portio o dall’epitelio
superficiale delle cripte endocervicali adiacenti
9 In genere si sviluppa da un’area di neoplasia
intraepitelilale (CIN)
9 Il processo di trasformazione da CIN a carcinoma
invasivo è in genere lento
Blocco apoptosi
No controllo ciclo cellulare
Cervicocarcinoma
Fattori di rischio
ƒ Attività sessuale molto precoce
ƒ Numerosi partner
ƒ Promiscuità sessuale
ƒ Infezioni da Papovarirus
ƒ Vaginiti recidivanti
ƒ Cerviciti croniche
ƒ Leucoplachia
ƒ Razza negra
ƒ Lacerazioni da parto
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Cervicocarcinoma
Cervicocarcinoma
Forma preinvasiva
Aspetti macroscopici
CIN
a) Forma vegetante o esofitica
b) Forma nodulare endofitica
c) Forma ulcerativa eso-endofitica
IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
Neoplasia intraepiteliale cervicale
CIN1 Displasia lieve
CIN2 Displasia moderata
CIN3 Displasia grave
IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
ISTOLOGIA
SIL : LESIONE INTRAEPITELIALE SQUAMOSA
ISTOLOGIA
distinta in:
FORME INVASIVE (infiltrazione e superamento membrana basale):
BASSO GRADO (Coilocitosi e CIN 1)
ALTO GRADO (CIN 2, CIN 3)
• CARCINOMI SQUAMOCELLULARI (80-90%)
• ADENOCARCINOMA
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IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
Cervicocarcinoma
Sintomatologia
MODALITA’ DI DIFFUSIONE
Asintomatica
Fase iniziale
• La diffusione locale avviene per continuità o contiguità
(canale cervicale, corpo uterino, fornici vaginali);
Leucorrea
Piccole perdite ematiche
Dolore
• La diffusione a distanza si verifica per via linfatica
(principalmente retroperitoneale), e per via ematica (in
genere tardiva,interessa polmoni,pleura e scheletro) oltre
che per contiguità nella cavità addominale
IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
DIAGNOSI E STADIAZIONE
‰ VISITA GINECOLOGICA
‰ COLPOSCOPIA CON BIOPSIA MIRATA
‰ RX TORACE
‰ TAC, RMN
‰ SCINTIGRAFIA OSSEA, ESAMI ENDOSCOPICI
(CISTOSCOPIA, RETTOSCOPIA: NEI CASI SOSPETTI)
Fase avanzata
Pollachiuria
Ematuria
Stipsi alternata a diarrea
Rettorragia
Tenesmo
Cervicocarcinoma
Stadio 0
Ca intraepiteliale
Stadio 1
Invasione dello stroma (microcarcinoma)
Stadio 2
Infiltrazione dei fornici vaginali e dei parametri
Stadio 3
Invasione massiva per via linfatica dei connettivi pelvici
Stadio 4
Invasione organi pelvici, vescica e retto
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17
0
Carcinoma in situ
I
Carcinoma limitato alla cervica
IA
FIGO
Carcinoma invasivo identificato solo microscopicamente
IA1
Invasione stromale <3mm ed estensione orizzontale<7 mm
IA2
Invasione stromale >3mm<5 mm ed estensione orizzontale<7 mm
IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
PROGNOSI
IB
Lesioni clinicamente visibili confinate alla cervice o lesioni microscopiche > IA2
IB1
<4 cm
IB2
>4 cm
¾STADIO
Carcinoma esteso oltre la cervice, ma non fino alla parete pelvica o al terzo inf vagina
¾INTERESSAMENTO LINFONODI PELVICI E PARAORTICI
II
IIA
Senza infiltrazione del parametrio
IIB
Con infiltrazione del parametrio
III
Tumore esteso alla parete pelvica e/o al terzo inferiore della vagina
IIIA
Estensione al terzo inferiore della vagina,senza estensione alla parete pelvica
IIIB
Estensione alla parete pelvica
IVA
Tumore infiltrante la mucosa della vescica, retto e/o esteso fuori la pelvi
IVB
Metastasi a distanza
IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
PREVENZIONE
PAP TEST ANNUALE DALL’ETA’ DI 18
ANNI O DOPO INIZIO ATTIVITA’
SESSUALE
(Linee guide American Cancer Society)
¾VOLUME TUMORALE (>4 cm)
¾GRADO
¾TIPO ISTOLOGICO
¾DIFFUSIONE LINFATICA E VASCOLARE
IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
TERAPIA
• L’APPROCCIO TERAPEUTICO CONVENZIONALE E’
BASATO SULLA CHIRURGIA O RADIOTERAPIA
ASSOCIATA EVENTUALMENTE ALLA CHEMIOTERAPIA
NEGLI STADI INIZIALI
• MENTRE NEGLI STADI IIB, III, IV TROVA INDICAZIONE LA
SOLA RADIOTERAPIA ASSOCIATA ALLA
CHEMIOTERAPIA
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Cervicocarcinoma
Terapia
Trattamento conservativo
Elettrocoagulazione diatermica
Crioterapia
Vaporizzazione con il laser
Biopsia cervicale
IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA
FOLLOW-UP
Trattamento distruttivo
Isterectomia
Radioterapia
I controlli clinico-strumentali devono essere
effettuati ogni 3-4 mesi per i primi due anni,
ogni 6 mesi dal terzo al quinto anno e poi ogni
anno fino al decimo-dodicesimo anno
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