INDAGINE SUI RE MAGI E LA COMETA

I.C. MANZI - SCUOLA SEC. DI PRIMO GRADO
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Nei Vangeli, l'apparizione
dei Magi è un evento quasi
solo accennato.
Ignoriamo chi siano i Magi
che, nel Vangelo di Matteo
(l'unico che li ricorda),
giungono da Oriente:
sappiamo soltanto che
seguono una stella, giungono a
Betlemme, entrano nella casa
di Giuseppe e Maria, vedono il
bambino, si prostrano, gli
rendono omaggio e gli offrono
i doni: oro, incenso e mirra.
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Tutto il resto del racconto della
Natività, che trionfa nel Vangelo
di Luca, viene abolito da Matteo.
Non ci sono i pastori e le greggi,
l'angelo del Signore, la grande
gioia di tutto il popolo …
Nel Vangelo di Matteo, abbiamo
soltanto questi Magi sconosciuti:
dei saggi pagani.
Il racconto è sobrio: nessun episodio della Bibbia lo anticipa, tanto che
potremmo persino immaginare che sia un particolare indifferente. Ma, pochi
anni dopo, la vicenda dei Magi diventò la più grande leggenda mitica del
Nuovo Testamento: qualcosa di sacro, festoso, tremendo. La pietà popolare vi
trovò tutto ciò che desiderava: il brillio delle grandi ricchezze, la misteriosa
saggezza dell'Oriente, il fascino della leggenda, il verosimile, l'inverosimile e il
romanzesco … Così la storia dei Magi attraversò arricchendosi i secoli del
Medioevo, lo riempì di apparizioni, finchè trionfò in un capolavoro: l‘ Historia
Trium Regum di Giovanni di Hildesheim, composto attorno al 1364.
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Ora, finalmente,
i nomi sconosciuti dei tre Magi
vennero rivelati:
si chiamavano Melkon, Gaspar, Balthasar,
oppure Melchior, Jaspar, Balthasar.
Di seguito riportiamo il racconto di Giovanni di Hildesheim .
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Ognuno di loro discendeva da una delle tre razze della Bibbia:
giungevano dalle diverse regioni d'Oriente e incarnavano il
passato, il presente, il futuro,
o i sacerdoti, i guerrieri e i coltivatori.
I narratori del Medioevo inventarono un passato, che risaliva fino
alle origini del mondo: quando fu cacciato dal Paradiso Terrestre,
Adamo ricevette un dono di Dio che lo legava al suo creatore. Era
un libro scritto, chiuso e sigillato da quella mano onnipossente.
Il libro venne trasmesso di figlio in figlio e finalmente giunse nelle mani
dei Tre Magi. Quando l'angelo del Signore annunciò a Maria che sarebbe
divenuta madre, il libro si aprì e la voce dello Spirito Santo - una voce
squillante mai udita prima - annunciò ai Magi di lasciare le loro case, di
seguire una stella e di andare ad adorare un misterioso Neonato.
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La stella del Vangelo di Matteo diventò rapidamente una
immensa stella miracolosa. Gettava fiumi e fiumi di luce, che
avevano la consistenza dell'acqua di mare: splendeva più di
qualsiasi astro. Gli altri astri sembravano offuscarsi dinanzi a quel
chiarore straordinario.
A poco a poco, la stella si innalzò sopra il
mondo, come un'aquila, e rimase immobile, fissa
nello stesso punto: il sole si avvicinò sfiorandola,
quasi toccandola, mentre i raggi lunghissimi della
stella diventavano grandi uccelli che battevano le ali.
Giù in basso, in Persia o a Babilonia o in Caldea, i
Magi fissavano il cielo con attenzione spasmodica.
Poi, quando gli occhi erano stanchi e quasi ciechi, si
accorsero che la superficie della stella era disegnata
da una calligrafia minuziosa: qui c'era l'effigie di un
bambino, lì l'immagine di una virgo che allattava, là
il disegno di una croce sanguinante.
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I tre Magi non si erano mai conosciuti. Venivano da lontano e
percorrevano strade diversissime nella vastità del deserto. Una sola cosa
avevano in comune: quella stella, sempre la stessa, che precedeva ciascuno
di loro e i loro eserciti e avanzava quando essi avanzavano. Non sostavano
quasi mai. Camminavano da tempo e tuttavia credevano di aver camminato
da un solo giorno. Mentre procedevano, le vie sconosciute, i corsi d'acqua e
le montagne diventavano vaste pianure.
Presso Gerusalemme si levò sopra di loro
una nebbia densissima, che nascose la stella.
Quando la nebbia si diradò, i tre Magi si
incontrarono all'improvviso: non si erano mai
visti, non si conoscevano, eppure si baciarono
con grande affetto, come se avessero trascorso
insieme tutta la vita. Cominciarono a parlare.
Erano lingue diverse, ma ciascuno credeva che
gli altri dicessero le sue stesse parole.
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Quando i tre giunsero vicino a Betlemme, vestirono gli abiti che
avevano portato dall'Oriente. Lì vicino c'era una casa chiamata “alchan” :
un tempo custodiva muli, asini e cammelli, che venivano offerti ai
viaggiatori e ai pellegrini, ma, al tempo dei Magi, la casa era distrutta ed
era rimasto soltanto un piccolo tugurio - pareti di mattone, muri sconnessi
e una mangiatoia di pietra alla quale erano legati il bue di un mendicante e
l'asino di Giuseppe.
La grande stella-angelo si fermò, si abbassò tra i muri di pietra con un
fulgore così grande che ogni pietra del tugurio venne trasfigurata. I Magi
furono sconvolti dal timore. Videro Maria, bruna di capelli e di pelle: si
copriva il capo con un mantello bianco e con la mano destra reggeva il
piccolo Gesù. Allora Melchior offrì a Gesù un pomo d'oro, che era già
appartenuto ad Alessandro Magno. Rappresentava il mondo nelle sue forme
più fastose. Ma Gesù non aveva bisogno del pomo d'oro e, appena gli fu
consegnato, lo ridusse in polvere con un tocco della manina.
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La stella scomparve. Le strade erano oscure,
scoscese e incerte. Se il primo viaggio era durato
dodici giorni, quello di ritorno, pieno di ansie e di
fatiche, durò due anni. La notte, come tutti i
viaggiatori, i Magi si fermavano nelle locande,
chiedendo cibo e soccorso. Ebbero timore e
tremore. Alla fine dei due anni riuscirono a
tornare a casa, portando uno strano regalo.
Quando avevano lasciato Betlemme, Maria aveva
donato loro una fascia, come ricordo.
In Oriente i Re e i principi si raccolsero attorno ai
Magi, domandando cosa avevano visto, in che modo
erano andati e ritornati e cosa avevano portato. Essi
mostrarono la fascia di Maria. Celebrarono una
festa, accesero il fuoco e vi gettarono sopra la fascia.
Il fuoco la avvolse e la accartocciò, ma, quando il
fuoco si spense, i Magi estrassero la fascia dalle
ceneri, intatta come se il fuoco non l'avesse
nemmeno toccata.
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Dunque la verità - dissero i Magi - non era il fuoco d'Oriente, ma
la fascia di Maria, la mangiatoia del Bambino, la croce disegnata sulla
stella, il tugurio pieno di splendore. Allora presero la fascia, la baciarono e
se la misero sul capo e sugli occhi, dicendo: «Questa è la verità». Poi la
nascosero tra i loro tesori.
Infine, nelle loro lontane sedi d'Oriente, i tre Magi conclusero la
loro vita. Melchior aveva centosedici anni, Balthasar centododici, Jaspar
centosei. Poco prima che morissero, sopra la loro città apparve una stella:
la stessa che li aveva guidati a Betlemme; ricomparve a salutarli e forse ad
accompagnarli per l'ultima volta.
Gli aiutanti li rivestirono con i loro abiti regali, poi li seppellirono
nello stesso sepolcro, in piedi, l'uno accanto all'altro, come se
percorressero ancora le strade di Palestina, mentre l'astro-angelo li
guidava verso la più conosciuta e sconosciuta delle grotte.
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Tutti i grandi che si sono rifatti all’episodio
L’episodio che ha per protagonisti i tre Re Magi ispirò nel Trecento a
Giovanni di Hildesheim un capolavoro: Il Natale dei Magi, raccolto da
Luca Scarlini e pubblicato da Einaudi .
Oltre a Giovanni di Hildesheim si sono ispirati a questo episodio
scrittori di ogni epoca : dagli autori dei Vangeli apocrifi a Marco Polo,
da Jacopone da Todi a Goethe, da Gabriele D’Annunzio ad Anatole
France, e tanti altri.
Le notizie
presentate
sono tratte
da un
articolo di
Pietro Citati.
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I nostri tre protagonisti nel Vangelo di Matteo vengono chiamati
semplicemente Magi e si dice che venissero da Oriente:
Alcuni Magi giunsero da Oriente a
Gerusalemme e domandavano:
“Dov’è il re dei Giudei che è nato?
Abbiamo visto sorgere la sua stella, e
siamo venuti per adorarlo”.
Niente re, dunque, e, se ci
fidiamo dell’etimologia della
parola “mago”, possiamo
ipotizzare che fossero degli
uomini di scienza, forse
astronomi.
Infatti,
nel
Vangelo si legge che essi
seguirono la stella.
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Quindi i Magi non erano
“re” ma sapienti,
probabilmente di origine
Caldea, provenienti
dall’odierna Turchia e
giunsero a Gerusalemme.
TURCHIA
GERUSALEMME
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Anche sul numero dei magi ci sono diverse
interpretazioni. “Alcuni Magi”, come scrive
Matteo, non significa tre, ma fa riferimento ad un
numero indefinito; probabilmente il numero tre
fu determinato sulla base dei doni .
Sempre nel Vangelo di Matteo si legge:
… aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro,
incenso e mirra.
Adorazione dei Magi (Botticelli)
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Per quanto riguarda i nomi, assenti nel Vangelo di Matteo,
sarebbero citati nel Vangelo dell’Infanzia, apocrifo.
I nomi esatti, di origine persiana, sarebbero Melkon, Gaspar e
Balthasar e apparterrebbero a tre sacerdoti.
Tuttavia, è lecito pensare che simboleggino le tre popolazioni del
mondo fino ad allora conosciuto: l’Europa, l’Asia e l’Africa.
Anche i tre doni sono caratterizzati da un’evidente funzione simbolica:
1. l’incenso, infatti, descrive la caratteristica sacerdotale del Cristo,
nella sua funzione di mediatore fra l’uomo e Dio;
2. la mirra, un unguento che veniva utilizzato nella preparazione dei
corpi dei defunti, ne prefigura la morte per l’umanità peccatrice;
3. l’oro simboleggia la regalità e, infatti, Cristo è re del suo regno
futuro.
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Matteo racconta, come è noto, che i Magi seguissero una
stella e questo fatto avesse destato molta curiosità nel re
Erode:
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da
loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli:
“Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete
trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo.
Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto
nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove
si trovava il bambino. … Entrati nella casa, videro il bambino con Maria
sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli
offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non
tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese (Mt., 2,
1-12).
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Che questa stella fosse una cometa, però, non è certo.
Gli studiosi hanno ipotizzato che si possa trattare della cometa di Halley, la più
brillante, che, però, apparve nel 12 a.C. e che tornò visibile solo nel 66 d. C..
Questa data, tuttavia, sposterebbe la nascita di Gesù indietro nel tempo.
Un’altra ipotesi è che non si trattasse di una vera e propria stella, nemmeno di
una cometa.
Potrebbe riferirsi, invece, ad un particolare evento astronomico come, ad
esempio, una rara congiunzione di pianeti che, fin dall’antichità, si pensava
potesse avere delle influenze sulla terra e sugli uomini.
Il 17 dicembre del 1603,
osservando Giove e Saturno
in congiunzione, Giovanni
Keplero per primo ipotizzò
che qualcosa del genere
fosse accaduto alla nascita
di Gesù. Tale supposizione
venne confermata dagli
scienziati del Novecento.
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Nel 1925 uno studioso tedesco decifrò una tavoletta e trovò il resoconto di Giove e
Saturno congiunti per ben tre volte nel segno dei Pesci tra maggio e dicembre del 7
a.C. Anche questo potrebbe essere un indizio, ma sposterebbe ugualmente la data
di nascita di Gesù.
Ma ci sono altre “questioni cronologiche” da risolvere riguardo alla data
di nascita di Gesù. Come ci informa Matteo, i Magi furono avvertiti in
sogno di non tornare da Erode. Infatti, sappiamo che Erode ordinò la
cosiddetta “strage degli innocenti”.
Così scrive Matteo:
Erode, accortosi che i Magi si erano
presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad
uccidere tutti i bambini di Betlemme e
del suo territorio dai due anni in giù,
corrispondenti al tempo su cui era
stato informato dai Magi.
Giotto: “La strage degli innocenti”
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Strage degli innocenti
Autore: Guido Reni (1611)
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A questo punto, però, ci dobbiamo chiedere:
se i Magi si recarono da Gesù appena nato, perché mai Erode ordina di uccidere i
bambini dai due anni in giù?
Questo dato sembra contraddire la tradizione secondo la quale i Magi cercavano un
bambino appena nato. C’è un altro fatto, però, di cui tenere conto: sappiamo che
Giuseppe e Maria, incinta di Gesù, erano diretti a Betlemme per il censimento
ordinato dai Romani.
Le documentazioni storiche collocano un censimento ordinato dai Romani in
Giudea nel 12 a.C. (la stessa data cui gli astronomi riportano l’apparizione della
cometa di Halley!), mentre re dei Giudei era Erode il Grande.
Questa data, tuttavia, sposterebbe ancora più lontano la nascita di Gesù, a meno
che non si consideri che un censimento non era cosa da poco e non poteva
concludersi in breve tempo, vista l’estensione dell’Impero. Quindi è pensabile che le
operazioni fossero iniziate nel 12 ma che si siano protratte per molto tempo, anche
un paio d’anni. Tuttavia, non si arriverebbe mai al 7 a.C.
Oppure dobbiamo credere che all’epoca del censimento Gesù avesse un paio d’anni
o poco più…
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Le prime rappresentazioni dei Magi e della stella
di Betlemme che si conoscano sono nella
catacomba di Santa Priscilla, a Roma. E così viene
rappresentata per secoli in affreschi e mosaici.
Questo fino al 1303, quando il grande Giotto a
Padova, nel ciclo di affreschi della stupenda
Cappella degli Scrovegni, dipinge sopra la
capanna della Natività una Cometa! Come mai
improvvisamente Giotto si sogna di cambiare una
immagine vecchia di secoli?
Difficile dirlo, ma probabilmente, possiamo supporre che Giotto rimase, come
molti all'epoca, impressionato dal passaggio della cometa di Halley, passata
proprio in quegli anni. Fatto sta che la quella rappresentata nella splendida
cappella degli Scrovegni a Padova rimane un fatto unico, dato che anche Giotto
negli affreschi di Assisi, non la utilizza più.
La stella classica in effetti, per quasi un secolo, "resiste" alla nuova
rappresentazione come cometa.
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Possiamo quindi dire che la cometa fu una “invenzione“ di
Giotto che, per un po' di anni, nessuno seguì. Poi
evidentemente "dilagò" …. ma il punto principale resta:
cosa videro realmente i Magi?
Quello che ha guidato i magi, dicevamo, potrebbe
essere stata una congiunzione planetaria,
ovviamente apparente, avvenuta in cielo a
quell'epoca, come sosteneva Keplero.
Spendiamo una parola per capire questo fenomeno
in generale.
Pianeta significa "errante" nel cielo, ed infatti i
cinque pianeti visibili ad occhio nudo, Mercurio,
Venere, Marte, Giove e Saturno, sembrano
muoversi sulla volta celeste velocemente e in
modo indipendente rispetto alle stelle.
Lo fanno perché ovviamente, sono enormemente più vicini
delle stelle, anche delle più prossime.
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Nel loro movimento apparente due o più pianeti, anche lontanissimi tra di
loro, a causa della loro distanza da noi possono sembrare avvicinarsi anche
moltissimo fra loro, e si parla allora di congiunzione planetaria.
Che possa quindi essere
stata una congiunzione
di pianeti ? E' capitato
qualcosa di simile circa
2000 anni fa?
Oggi, con i moderni software, possiamo facilmente ricostruire l'aspetto del cielo
in varie epoche e confermare quanto tramandatoci da varie fonti di quell'epoca
che registrano una congiunzione tra tre pianeti che sarebbe iniziata nell'8 a.C. e
terminata nel 6 a.C. Potrebbe essere l'indizio giusto, dato che è riconosciuto che
la data che utilizziamo oggi per l'anno "zero“ deve essere portata indietro di 7
anni, per un errore del monaco Dionigi il Modesto, che la fissò nel V secolo.
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Seguiamo quindi questa congiunzione planetaria .
Alla fine dell'8 a.C. Giove e Saturno iniziano ad avvicinarsi sulla volta celeste.
All'inizio del 7 a.C. i due pianeti erano visibili in cielo ad oriente, come scrive
Matteo, e dovevano apparire brillanti.
Ecco però che alla fine dell'anno si avvicinò un
terzo pianeta: Marte. I tre rimasero
apparentemente vicini in cielo fino al 6 a.C. , e poi
si allontanarono e la congiunzione terminò.
Ravenna: Sant’Apollinare
Ora, questo evento era sì sotto gli occhi di tutti ma … poteva avere qualche
preciso significato solo per dei "Magi", ovvero astronomi in grado di
riconoscere in cielo simboli precisi. Ed il significato poteva essere questo:
Giove era il simbolo della "regalità" e della "divinità". Saturno era il simbolo
della "giustizia". La parte centrale della costellazione dei Pesci era il simbolo
della "casa di Davide" e quindi di Israele. La congiunzione era inoltre visibile ad
oriente, dove sorge il Sole, e quindi dove ogni giorno sembra "nascere" la luce.
L'avvenimento poteva allora essere interpretato come: Un nuovo Re di
giustizia sta nascendo in Israele.
Proprio ciò che i re Magi avevano dedotto osservando il cielo.
Questa congiunzione potrebbe quindi essere la nostra Stella?
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Ricapitoliamo:
1. Nel 7 a.C. ha inizio la congiunzione, e la data è prossima a quella vera
della nascita di Cristo. Subito dopo averla osservata i Magi partono per
Betlemme. Lì sta nascendo il nuovo re di Israele.
2. La congiunzione prosegue nei mesi successivi, rimanendo visibile in cielo
presumibilmente nell'autunno del 7 a.C.
3. Il fenomeno venne probabilmente visto anche dai sacerdoti di Erode, ma
la loro interpretazione poteva essere diversa da quella dei Magi. Ecco
perché Erode chiama i Magi per farsi spiegare da loro cosa mai abbiano
visto nel cielo, tanto da affrontare un viaggio così pesante e pericoloso.
Siamo quindi arrivati alla fine dell'inchiesta: tra tutte le ipotesi possibili,
quella della congiunzione planetaria è dunque la più probabile,
sempre ponendo che non si sia trattato di un fenomeno miracoloso.
E andare a cercare una spiegazione astronomica non sminuisce certo la
"magia" della cometa di Natale!
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Insomma, tentare di conciliare le parole del Nuovo Testamento con dei
dati storici è veramente difficile. Addentrarsi nella complessa operazione
di datazione degli eventi richiede molte conoscenze e molta pazienza.
Comunque viene spontaneo domandarsi: ma poi, che fine fecero i Magi?
Una tradizione ci dice che sarebbero stati consacrati vescovi dall'apostolo Tommaso
per poi morire martiri. Sarebbero poi stati sepolti in India (dove l'apostolo Tommaso
avrebbe predicato) ma in luoghi separati.
Alcuni storici sostengono che queste reliquie nel IV secolo furono trasportate da
Costantinopoli a Milano. Altri infine ritengono che siano giunte in Italia con le Crociate.
A Milano fu dedicata in loro onore una basilica. Si sa per certo che, nel 1162, le spoglie
dei Magi si trovavano a Milano.
Queste reliquie nel 1164 da Milano furono trasportate a Colonia, in Germania.
Attualmente si trovano in una arca-cattedrale nel Duomo di questa città. Ai milanesi
rimase solo la medaglia fatta, sembra, con parte dell'oro donato dai Magi a Gesù. Negli
anni successivi Milano cercò ripetutamente di riavere le reliquie, invano.
Solo nel ventesimo secolo Milano riuscì ad ottenere una parte di quello che le era stato
tolto: alcuni frammenti ossei delle spoglie dei re magi, offerti dall'Arcivescovo di
Colonia, furono posti in un'urna di bronzo con la scritta Tomba dei tre Magi.
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Duomo di Colonia (Germania) - Arca dei Tre Re Magi
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I MAGI, CIOE’ I SAPIENTI, NON SONO PERSONE CHE STUDIANO SOLO
DAI LIBRI. NO.
LORO “CERCANO”, “VIAGGIANO”, “SI SPOSTANO”, “FANNO
DOMANDE” …
SONO PERSONE CHE VOGLIONO SAPERE E PER SAPERE SI METTONO
IN CAMMINO, AFFRONTANDO PERICOLI, INCOGNITE, FATICHE,
IMPREVISTI …
E ANCHE SE SONO CERTAMENTE PERSONE INFLUENTI E RICCHE NON
SI ACCONTENTANO DELLA LORO RICCHEZZA MATERIALE.
ESSI CERCANO UN ALTRO TIPO DI RICCHEZZA!
QUELLA
DELLA CONOSCENZA!!!
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I MAGI PORTANO DONI.
ESSI AFFRONTANO UN VIAGGIO LUNGO, GUIDATI DALLA LUCE DI
UNA STELLA, MA NON SI PRESENTANO A MANI VUOTE.
PORTANO DONI PERCHE’ VOGLIONO ONORARE CIO’ CHE
ANDRANNO A CONOSCERE.
ABBIAMO PENSATO CHE ANCHE QUESTO SIA UN INSEGNAMENTO:
SIA PERCHE’ CI FA ESSERE ATTENTI E GENEROSI CON GLI ALTRI, SIA
PERCHE’ CI INSEGNA CHE CIO’ CHE CERCHIAMO E’ QUALCOSA DI
IMPORTANTE, NON E’ SOLO L’OGGETTO DELLA NOSTRA
CONOSCENZA: MAGARI E’ UN’ALTRA PERSONA, UNA PARTE DELLA
NATURA, UN FENOMENO NATURALE …
INSOMMA , E’ SEMPRE QUALCOSA CHE DOBBIAMO RISPETTARE .
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INSOMMA, I MAGI CI SONO PIACIUTI
TANTO FORSE PROPRIO PERCHE’
RAPPRESENTANO LO SPIRITO PIU’
PROFONDO DELLA CONOSCENZA:
LA RICERCA.
PERO’ LA RICERCA FATTA CON
IMPEGNO E RISPETTO.
PER QUESTO RIPORTIAMO DI SEGUITO UNA BELLA POESIA
CHE CI FA RIFLETTERE TUTTI.
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LA STELLA
Edmond Rostand
Persero un giorno la stella.
Com'è possibile perdere la stella?
Per averla fissata troppo a lungo …
I due re bianchi,
ch’erano due sapienti di Caldea,
col bastone tracciarono sul suolo grandi cerchi.
Si misero a far calcoli, si grattarono il mento …
Ma la stella era scomparsa
come scompare un’idea,
e quegli uomini, l'anima dei quali
aveva sete di essere guidata,
piansero drizzando le tende di cotone.
Ma il povero re nero,
disse a se stesso: “Pensiamo alla sete
che non è la nostra.
Occorre dar da bere, lo stesso, agli animali”.
E mentre reggeva il suo secchio,
nello spicchio di cielo
in cui si abbeveravano i cammelli
egli scorse la stella d’oro che danzava silente.
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Nei tanti Presepi che si allestiscono nelle nostre case e
nelle chiese sono comparsi, anche quest'anno, i Re Magi.
Vengono posti a Natale ad uno degli angoli
dell'allestimento e spostati di un piccolo tratto ogni
giorno; quasi passo dopo passo arrivano alla capanna di
Betlemme per l'Epifania, guidati nel loro cammino dalla
Cometa di Natale.
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Con il termine "Epifania“ si intende proprio
la prima manifestazione pubblica della
divinità, cioè quella avvenuta con la visita dei
Magi.
Per noi l’Epifania
coincide col giorno
della Befana, che
appunto porta doni ai
bambini buoni …
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