Venerdì 11 novembre • Etnografia etnografia • SI RIFERISCE A DUE MOMENTI DELLA RICERCA: • ALL’ATTIVITA’ DI RICERCA CONDOTTA MEDIANTE PROLUNGATI PERIODI DI PERMANENZA A DIRETTO CONTATTO CON I MEMBRI DELLA SOCIETA’ O DEL GRUPPO OGGETTO DELLA RICERCA (RICERCA SUL CAMPO), • ALLA PRODUZIONE DI TESTI (MONOGRAFIE, SAGGI, FILM ETNOGRAFICI) ETNOGRAFIA DEL XIX SEC. • SI POSSONO DISTINGUERE DUE FASI: • 1) DIVISIONE DEL LAVORO TRA ANTROPOLOGI TEORICI (Tylor, Frazer) E I RACCOGLITORI DI DATI O INFORMATORI A DISTANZA. • • 2) FASE DELLA SURVEY (QUADRO GENERALE, RICOGNIZIONE). “RACCOLTA SISTEMATICA DI DATI SU BASE REGIONALE” LA SPEDIZIONE ALLO STRETTO DI TORRES (TRA AUSTRALIA E NUOVA GUINEA) FU LA PIÙ IMPORTANTE SPEDIZIONE DELL’EPOCA (1898-99). LA SPEDIZIONE ALLO STRETTO DI TORRES (TRA AUSTRALIA E NUOVA GUINEA) FU LA PIÙ IMPORTANTE SPEDIZIONE DELL’EPOCA (1898-99). . ETNOGRAFIA DEL XIX SEC QUESTIONARI e GUIDE • -1809 e 1811 Si svolgono le prime inchieste sul terreno in Europa e in particolare in Italia durante il periodo napoleonico con uso di questionari. • -1862 H. MORGAN (USA) usò questionari, sia personalmente che spedendoli per posta a persone sul posto per raccogliere notizie sui sistemi di parentela Irochesi ETNOGRAFIA DEL XIX SEC QUESTIONARI e GUIDE • -1874 ROYAL ANTHROPOLIGICAL INSTITUTE (Gran Bratagna) pubblica una guida, NOTES AND QUERIES ON ANTHROPOLOGY, che ebbe moltissime edizione fino a tempi recenti (1951). • ETNOGRAFIA DEL XIX SEC Le prime edizioni contenevano elenchi di domande e consigli su come vestirsi e cosa mangiare e che cosa aspettarsi dagli indigeni. Successivamente si specializzò per la raccolta di dati etnografici. • Tutti gli antropologi inglesi collaborarono alle sue varie edizioni, tra cui anche W. RIVERS e B. MALINOSWKI Limiti dei modi dell’etnografia ottocentesca • Prima fase: i resoconti erano scritti da dilettanti: Si trattava spesso di studi dettagliati scritti da persone che conoscevano la lingua e i popoli oggetto di studio. Utili fonti di informazioni, ma non studi antropologici. Limiti dei modi dell’etnografia ottocentesca • Seconda fase (servey): le grandi spedizioni erano organizzate da scienziati spesso dei naturalisti e quindi addestrati alla ricerca sistematica, ma non a quella di tipo antropologica. • Le spedizioni erano di breve durata, gli studiosi non conoscevano le lingue locali, i contatti con gli abitanti erano casuali e superficiali (la casa separata e la veranda), e fortemente condizionati dall’ambiente dell’amministrazione coloniale. Prime monografie • Dalla spedizione sullo Stretto di Torres nascono le prime monografie etnografie: W.H.R.Rivers, The Todas, 1906 C. G. Seligman, I Vedda 1911 Vedda TODA Osservazione partecipante B. Malinowski • Ricerca sul campo a diretto contatto con gli indigeni (sei mesi-un anno) • Sforzo mimetico di identificazione con il proprio oggetto di studio con l’obiettivo di cogliere il punto di vista dell'indigeno, la sua visione del mondo. Osservazione partecipante B. Malinowski (1884-1942) • Il suo metodo di ricerca sul campo aspirava a realizzare alcuni obiettivi difficili: vivere contemporaneamente il ruolo dell'osservatore colto, dello scienziato e nello stesso tempo di partecipare in prima persona agli avvenimenti della società oggetto di studio. Malinowski alle Isole Trobriand Osservazione partecipante B. Malinowski (1884-1942) • Cambiamento del concetto di “dato”: • Gli evoluzionisti si accontentavano dei dati decontestualizzati raccolti da non antropologi • Malinowski stabilisce un rapporto empatico con i nativi, entra in sintonia con la loro forma di vita. Osservazione partecipante B. Malinowski (1884-1942) • “afferrare il punto di vista dell’indigeno, il suo rapporto con la vita, la sua visione del suo mondo” • La rappresentazione etnografica diventa olistica • Una cultura deve esser considerata come un tutto integrato e organico Soulava (collane di conchiglie rosse) mwali (bracciali di conchiglie bianche) Il Kula Il Kula • Secondo M. il kula era un meccanismo di attivazione di forme di solidarietà sociale, regolate da un sistema di reciprocità, che legava le persone tra loro attraverso una serie di obblighi, costituiti da un principio di collaborazione e da una sistema di doni e controdoni. Osservazione partecipante 1920-70 • Ricerca sul campo (fieldwork) • Monografia (genere di scrittura etnografica prevalente) Scuola di etnologia Francia • M. Mauss (1862-1950), Manuale di etnografia (1947) • I suoi allievi (M. Griaule)organizzano la Missione Dakar-Gibuti (1931) (22 mesi) • Scopo raccogliere informazioni e oggetti per il Musée de l’homme (Parigi) Griaule / Malinowski • Alla monografia di tipo anglosassone si contrappone Dio d’acqua (1948) di M. Griaule • L’etnologo per comprendere una cultura e il suo sistema di pensiero deve mettersi nella posizione di allievo che apprende da un maestro (Ogotemmeli, un vecchio saggio dogon) DECOLONIZZAZIONE • NEGLI ANNI ’60-’80 IL MODELLO CLASSICO DELLA RICERCA SUL CAMPO ENTRA IN CRISI E SI APRE UNA PROFONDA RIFLESSIONE SULLA NATURA DELL’ESPERIENZA ETNOGRAFICA. • Fattore cruciale della crisi: il processo di decolonizzazione DECOLONIZZAZIONE • Decolonizzazione • Rivolta dell’oggetto etnologico • I cosiddetti ‘informatori’ rivendicano il diritto di prendere la parola, • l’antropologia è guardata con sospetto • Gli antropologi vengono espulsi DECOLONIZZAZIONE • La presa di coscienza politica degli intellettuali e degli antropologi. • Schieramento a fianco delle lotte di liberazione nazionale • Movimenti studenteschi (1968) • Marxismo (Europa) • Femminismo (es. Nisa) LA SVOLTA RIFLESSIVA • 1967 Pubblicazione postuma del diario di campo di Malinowski • I testi etnografici sono “finzioni”? • I testi etnografici non sono falsi • I testi etnografici sono ‘costruzioni letterarie’ LA SVOLTA RIFLESSIVA • Le monografie non sono solo resoconti di una ricerca. • L’antropologo, scrivendo, diventa un ‘autore’ che modella la sua esperienza di ricerca entro una retorica, uno stile narrativo LA SVOLTA RIFLESSIVA • 1986 Scrivere le culture di J. Clifford e G. Marcus • Mostra i vari stili e artifici retorici degli antropologi • Propone stili diversi capaci di rendere conto dell’esperienza di ricerca intesa come incontro tra soggettività: dialogo, voci dirette, aspetti personali e affettivi LA SVOLTA RIFLESSIVA • Fine della presunta oggettività • Fine dello scientismo in antropologia • LA “RACCOLTA” DEI “DATI” (le domande che si pongono, l’inquadratura della macchina fotografica o della cinepresa) CONTIENE GIÀ UN’INTERPRETAZIONE DELLA REALTÀ SOCIALE. LA SVOLTA RIFLESSIVA • -L’ANALISI DEVE DERIVARE DA UN CONTINUO CONFRONTO (DIALOGO) TRA LE INTERPRETAZIONI DELL’ANTROPOLOGO E QUELLE DEI SUOI INTERLOCUTORI, (‘NEGOZIAZIONE’ DI SIGNIFICATI; INTERSOGGETTIVITA’). LA SVOLTA RIFLESSIVA • - LA RICERCA ETNOGRAFICA COMPORTA PROBLEMI ETICI E POLITICI (chi è l’antropologo? a chi riferirà le cose che noi gli diciamo? che uso ne farà? Chi lo paga?) LA SVOLTA RIFLESSIVA • - LA RICERCA SUL CAMPO E’ ESPERIENZA RIFLESSIVA IN DUE SENSI: • a) METODOLOGICO (costante deve essere la riflessione sul metodo usato e il confronto con i suoi interlocutori); • b) decentramento dello sguardo: l’incontro con l’’altro’ consente all’antropologo di riflettere (anche criticamente) sulla propria cultura, guardare se stesso (noi stessi) attraverso gli altri e il loro sguardo. Prospettive attuali • Gli antropologi “tornano a casa” • I “primitivi” non esistono più • La nuova antropologia si sforza di mostrare l’articolazione tra il locale e il globale (etnografie multisituate) • Mutano gli oggetti della ricerca (migrazioni, diritti umani, sviluppo sostenibile) • Tensione tra impegno etico e distacco scientifico.