Riflettere e coordinarsi. Giornata di studio per la tutela della libertà

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Riflettere e coordinarsi.
Giornata di studio per la tutela della libertà di ricerca e dell’etnografia
L'etnografia può essere uno strumento per mettere a nudo relazioni di potere dissimulate, per smascherare
rappresentazioni banali e fuorvianti, per proporre letture che sovvertano l'ordine egemonico del discorso.
Questa potenzialità avvicina molti studenti alla antropologia ma ultimamente ha anche attirato le attenzioni
di polizia e magistratura. Tra gli episodi più eclatanti ricordiamo la condanna di una laureata dell’Università
Ca' Foscari di Venezia e l'invio di un avviso di garanzia a un professore associato dell’Università Federico II
di Napoli. In entrambi i casi ad essere contestati non erano reati specifici se non la partecipazione a
manifestazioni in veste di ricercatori.
Non sono casi isolati né casuali. Diversi altri ricercatori sono stati variamente intimiditi e denunciati nello
svolgimento delle loro funzioni professionali.
Alla luce di tutto ciò, crediamo che la gravità degli eventi recenti e lo scenario che prefigurano meritino un
incontro nazionale per portare alla luce esperienze critiche, per proporre analisi pubbliche delle forme di
censura contemporanee, per costruire un coordinamento in difesa della libertà di ricerca.
Di concerto con le riviste «Anuac», «Etnografia e Ricerca Qualitativa» ed «Effimera», invitiamo dunque
studenti, dottorandi, assegnisti e docenti a una giornata di riflessione sulla libertà di ricerca etnografica da
tenersi l’1 ottobre a Modena in una sede universitaria ancora da definire.
L'intento è quello, da un lato, di raccogliere testimonianze di intimidazioni finalizzate a limitare la ricerca o
la sua pubblicizzazione e, dall'altro, di riflettere sull’ostilità contemporanea delle istituzioni statali rispetto
alla libera investigazione.
Di fronte al pericolo di un progressivo restringimento della libertà di ricerca, siamo convinti che solo una
denuncia pubblica del mondo scientifico, decisa e collettiva, possa invertire la tendenza a criminalizzare
l'indagine etnografica.
In attesa di una conferma relativa all’indirizzo presso cui svolgere i lavori, chiediamo a docenti, colleghi e
studenti di inviarci le loro reazioni e, a chi fosse interessato a intervenire, un breve riassunto (15 righe) della
comunicazione proposta entro il 10 Settembre. Pensiamo ad interventi brevi (max 20 minuti) in modo da
garantire un'ampia polifonia e spazio per discussioni, confronti e per immaginare forme di coordinamento
finalizzate alla tutela della libera ricerca etnografica.
Gli abstract possono essere inviati a:
Amalia Rossi: [email protected]; Pietro Saitta: [email protected]; Stefano Boni:
[email protected]
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