G. Meisenberg – W.H. Simmons Principi di BIOCHIMICA MEDICA III EDIZIONE Edizione italiana a cura di D. GHIGO V. BARRESI, A. BERTONI, G. CACCIAPUOTI, D. CAPELLO M. COLETTA, D. CONDORELLI, N. FILIGHEDDU, A. GRAZIANI C. GUARNIERI, E. HIRSCH, M. MANZONI, E. MONTI EDIZIONI MINERVA MEDICA progetto GHIGO rev4 (originale).indd 1 04/09/13 11:46 Titolo originale: PRINCIPLES OF MEDICAL BIOCHEMISTRY, THIRD EDITION Gerhard Meisemberg, PhD e William H. Simmons, PhD © 2012 by Saunders, an imprint of Elsevier, Inc. Questa edizione è pubblicata in accordo con Elsevier Inc AUTORI Gerhard Meisenberg Department of Biochemistry Ross University School of Medicine Roseau, Commonwealth of Dominica, West Indies William H. Simmons Department of Molecular Pharmacology and Therapeutics Loyola University School of Medicine Maywood, Illinois La conoscenza e la pratica in questo settore sono in costante evoluzione. Nuove ricerche ed esperienze ampliano costantemente la nostra comprensione e può diventare necessario cambiare il metodo di ricerca e il trattamento medico. Professionisti e ricercatori devono sempre fare affidamento sulla propria esperienza e conoscenza nella valutazione e nell'utilizzo di informazioni, metodi o esperimenti descritti. Nell'utilizzare tali informazioni dovrebbero essere consapevoli della propria sicurezza e quella degli altri. In relazione a qualsiasi farmaco, i lettori sono invitati a verificare le informazioni più aggiornate fornite dal fabbricante di ciascun prodotto da somministrare, per verificare la dose raccomandata o la formula, il metodo e la durata di somministrazione e le controindicazioni. È responsabilità dei professionisti, basandosi sulla propria l'esperienza e la conoscenza dei loro pazienti, fare diagnosi, per determinare i dosaggi e il migliore trattamento per ogni singolo paziente e adottare tutte le precauzioni di sicurezza appropriate. Nella misura massima consentita dalla legge, né l'Editore né gli Autori, Collaboratori o Redattori, si assumono alcuna responsabilità per eventuali infortuni e/o danni a persone o cose per l'uso di prodotti, metodi, istruzioni o idee contenute nel presente materiale. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dal CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 MILANO, e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica Autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail segreteria@aidro. org e sito web www. aidro. org ISBN 978-88-7711-777-9 © 2013 – EDIZIONI MINERVA MEDICA S.p.A. – Corso Bramante 83/85 – 10126 Torino Sito Internet: www.minervamedica.it / e-mail: [email protected] I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi microfilm e copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. progetto GHIGO rev4 (originale).indd 2 04/09/13 11:46 Prefazione Si dice che tra gli studenti che intraprendono un corso di studi in scienze mediche, la biochimica sia la causa più comune di disturbo pretraumatico da stress, cioè lo stato d’animo in cui le persone cadono in previsione di uno stress insopportabile e della frustrazione che ne consegue. Nessun’altra parte del loro curriculum preclinico sembra così astratta, informe, incomprensibile e piena di dettagli irrilevanti come la biochimica. Questo pregiudizio è comprensibile. La biochimica è meno intuitiva della maggior parte delle altre scienze mediche. Peggio ancora, si tratta di un campo vasto, la cui frontiera è in continua espansione. Dallo sviluppo embrionale alla carcinogenesi e all’azione dei farmaci, la biochimica sta diventando il livello definitivo di spiegazione. Questa terza edizione di Principi di Biochimica Medica è l’ennesimo tentativo di imporre la struttura e il significato della fiorente, ronzante confusione di questa scienza fuori controllo. Questo testo è stato progettato per gli studenti di medicina del primo anno, nonché studenti di medicina veterinaria, odontoiatria e farmacia e studenti in programmi universitari premedici. Pertanto il suo obiettivo va oltre la comunicazione di fatti e concetti biochimici di base. Di pari importanza è il legame tra i principi di base e le applicazioni mediche. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo incrementato questa edizione con numerosi esempi clinici che sono incorporati nei capitoli e che illustrano l’importanza della biochimica per la medicina. Nonostante i progressi della biochimica avanzino a una velocità maggiore della maggior parte delle altre scienze mediche, non abbiamo fatto corrispondere l’aumentato volume di conoscenze con un aumento delle dimensioni del libro. La giornata ha solo 24 ore, la corteccia cerebrale ha solo 30 miliardi di neuroni e gli studenti devono imparare molti altri argomenti oltre alla biochimica. Piuttosto, abbiamo cercato di essere più selettivi e concisi. Il libro è completo, nel senso che copre molti aspetti della biochimica che rivestono importanti applicazioni mediche. Tuttavia, esso è destinato a un uso giornaliero da parte degli studenti. Non è un testo di riferimento per studenti, professori, o medici. Non contiene “tutto quanto un medico ha necessità di conoscere” riguardo alla biochimica. Questo è impossibile da raggiungere perché una scienza in rapida espansione necessita continuamente di un nuovo apprendimento e di disimparare nozioni ricevute in precedenza. Questo libro è evidentemente un compromesso tra le due esigenze contrastanti di completezza e brevità. Questo compromesso è stato possibile perché la biochimica medica non è una casuale sezione trasversale della biochimica generale che viene insegnata in corsi di laurea e dottorati di ricerca. La biochimica per le professioni mediche è chimica “fisiologica”: la chimica necessaria per comprendere la struttura e le funzioni del corpo e il loro malfunzionamento nella malattia. Pertanto, abbiamo prestato poca attenzione a temi di interesse teorico astratto, come le strutture tridimensionali delle proteine e i meccanismi di reazione enzimatica, ma abbiamo fornito un trattamento approfondito di argomenti importanti dal punto di vista medico, come il metabolismo delle lipoproteine, la mutagenesi e le malattie genetiche, le basi molecolari del cancro, i disturbi alimentari e la regolazione ormonale delle vie metaboliche. RISORSE PER I DOCENTI Una raccolta di immagini e un gruppo di test sono a vostra disposizione per l’insegnamento attraverso il sito Evolve. Contattate il rappresentante locale delle vendite per ulteriori informazioni, o andate direttamente al sito web Evolve per richiedere l’accesso: http://evolve.elsevier.com. Gerhard Meisenberg, PhD William H. Simmons, PhD III progetto GHIGO rev4 (originale).indd 3 04/09/13 11:46 Prefazione all’edizione italiana Ho accettato con piacere di coordinare il lavoro di traduzione della terza edizione di Principi di Biochimica Medica. Oggi il numero di testi di biochimica in commercio è molto ampio e grande spazio è stato dato negli ultimi anni a opere più specificamente dedicate all’insegnamento della biochimica per studenti di medicina e di altre lauree in ambito sanitario. In questa sempre più vasta gamma di volumi a disposizione, la scelta di un testo da parte di un docente universitario non è facile, anche alla luce del continuo, rapido mutare delle conoscenze in biochimica medica, che rischia di rendere obsoleto un testo già al momento in cui viene tradotto e messo in commercio. Ciò che mi ha favorevolmente colpito in questo libro è il duplice sforzo compiuto dagli Autori per facilitare la comprensione di una materia non facilmente assimilabile ma estremamente importante come la biochimica. Da un lato fornire informazioni di base, ma con un adeguato corredo di notizie necessarie alla comprensione dei casi clinici più comuni, trascurando di citare (o limitando la trattazione all’essenziale) patologie ereditarie di rara osservazione anche per un futuro specialista. Nei casi dove ciò è stato fatto, è servito soprattutto per porre meglio in evidenza le conseguenze della mancanza di un determinato enzima ed esaltare l’importanza della via metabolica coinvolta nel difetto. Al contempo gli Autori hanno evitato di offrire un sovraccarico di concetti (come strutture tridimensionali di proteine, meccanismi catalitici, pesi molecolari, meccanismi di regolazione troppo complessi, ecc.) che in medicina hanno scarsa utilità e che rischiano solo di creare confusione e aggravare la “sindrome pretraumatica da stress”. Ciò sarebbe un peccato, perché la mia personale esperienza suggerisce che lo studente, se messo in grado di comprendere il significato della biochimica in medicina sotto il profilo fisiopatologico e farmacologico, è il primo a indicarla come materia fondamentale nella fase di apprendimento preclinico della medicina. È mia personale opinione che un testo di riferimento valido per tutta la biochimica da insegnare in medicina non esista, e che ogni docente debba mettere a disposizione degli studenti le conoscenze che egli ottiene da un costante aggiornamento sulle riviste specializzate oltre che dalla sua personale esperienza di ricercatore. Pertanto un testo di biochimica medica deve essere agile, fornendo le opportune conoscenze di base senza pretendere di essere esauriente, una caratteristica che, per la vastità dell’argomento trattato, oggigiorno può essere fornita solo da review o articoli dedicati a specifici aspetti delle conoscenze in materia, a cui un libro di biochimica per studenti universitari non può pretendere di sostituirsi. Nel raggiungere questo obiettivo penso che gli Autori abbiano conseguito un notevole successo. Un sentito ringraziamento a tutti i colleghi che hanno partecipato a questa impresa e che hanno reso possibile, con la loro opera di traduzione e revisione, la pubblicazione in tempi relativamente brevi di questo libro in italiano. Dario Ghigo V progetto GHIGO rev4 (originale).indd 5 04/09/13 11:46 edizione italiana a cura di Vincenza Barresi Dipartimento di Scienze Bio-Mediche, Sezione di Biochimica, Università degli Studi, Catania Alessandra Bertoni Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università del Piemonte Orientale Amedeo, Novara Giovanna Cacciapuoti Dipartimento di Biochimica, Biofisica e Patologia Generale, Seconda Università, Napoli Daniela Capello Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università del Piemonte Orientale Amedeo, Novara Massimiliano Coletta Dipartimetno di Scienze Biochimiche e Medicina Sperimentale, Università degli Studi “Tor Vergata”, Roma Daniele Condorelli Dipartimento di Scienze Bio-Mediche, Sezione di Biochimica, Università degli Studi, Catania Nicoletta Filigheddu Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università del Piemonte Orientale Amedeo, Novara Dario Ghigo Dipartimento di Oncologia, Università degli Studi, Torino Andrea Graziani Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università del Piemonte Orientale Amedeo, Novara Carlo Guarnieri Dipartimento Scienze Biomediche e Neuromotorie, Università degli Studi, Bologna Emilio Hirsch Dipartimento di Genetica, Biologia e Biochimica, Università degli Studi, Torino Marta Manzoni Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale (DMMT), Università degli Studi, Brescia Eugenio Monti Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale (DMMT), Università degli Studi, Brescia VII progetto GHIGO rev4 (originale).indd 7 04/09/13 11:46 indice PREFAZIONE ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ III PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA .......................................................................................................................................................................................................................................................................................... V EDIZIONE ITALIANA A CURA DI .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... VII PARTE PRIMA PRINCIPI DI STRUTTURA E FUNZIONE DELLE MOLECOLE 1INTRODUZIONE ALLE BIOMOLECOLE ............................................................................................................................................................................................................................................... 2INTRODUZIONE ALLA STRUTTURA DELLE PROTEINE ..................................................................................................................................................... 3TRASPORTATORI DI OSSIGENO: EMOGLOBINA E MIOGLOBINA ................................................................................................ 4REAZIONI ENZIMATICHE ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 5COENZIMI ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. 2 16 31 39 55 PARTE SECONDA PRINCIPI DI STRUTTURA E FUNZIONE DELLE MOLECOLE 6DNA, RNA E SINTESI PROTEICA .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 64 7 GENOMA UMANO ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. 93 8SMISTAMENTO DELLE PROTEINE ............................................................................................................................................................................................................................................................................118 9INTRODUZIONE ALLE MALATTIE GENETICHE ..................................................................................................................................................................................................128 10 VIRUS .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................145 11TECNOLOGIA DEL DNA ...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................158 PARTE TERZA STRUTTURA CELLULARE E TISSUTALE 12 MEMBRANE BIOLOGICHE ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................182 13CITOSCHELETRO .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................198 14 MATRICE EXTRACELLULARE ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................212 IX progetto GHIGO rev4 (originale).indd 9 04/09/13 11:46 X PARTE QUARTA FISIOLOGIA MOLECOLARE 15 PROTEINE PLASMATICHE ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................232 16 MESSAGGERI EXTRACELLULARI ................................................................................................................................................................................................................................................................................261 17 MESSAGGERI INTRACELLULARI ...................................................................................................................................................................................................................................................................................286 18CONTROLLO DELLA CRESCITA CELLULARE E CANCRO ..........................................................................................................................................307 PARTE QUARTA FISIOLOGIA MOLECOLARE 19ENZIMI DIGESTIVI .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................334 20INTRODUZIONE ALLE VIE METABOLICHE .............................................................................................................................................................................................................................342 21 GLICOLISI, CICLO DEGLI ACIDI TRICARBOSSILICI E FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................347 22 METABOLISMO DEI CARBOIDRATI .....................................................................................................................................................................................................................................................................374 23 METABOLISMO DEGLI ACIDI GRASSI E DEI TRIGLICERIDI ......................................................................................................................................395 24 METABOLISMO DEI LIPIDI DI MEMBRANA ............................................................................................................................................................................................................................412 25TRASPORTO DEI LIPIDI ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................424 26 METABOLISMO DEGLI AMINOACIDI ..............................................................................................................................................................................................................................................................441 27 METABOLISMO DELL’EME ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................463 28 METABOLISMO DELLE PURINE E DELLE PIRIMIDINE ..................................................................................................................................................................471 29 VITAMINE E MINERALI .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................481 30INTEGRAZIONE DEL METABOLISMO ........................................................................................................................................................................................................................................................504 RISPOSTE ESATTE ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................535 INDICE ANALITICO ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................537 progetto GHIGO rev4 (originale).indd 10 04/09/13 11:46 Parte PRIMA PRINCIPI DI STRUTTURA E FUNZIONE DELLE MOLECOLE Capitolo 1 INTRODUZIONE ALLE BIOMOLECOLE Capitolo 2 INTRODUZIONE ALLA STRUTTURA DELLE PROTEINE Capitolo 3 TRASPORTATORI DI OSSIGENO: EMOGLOBINA E MIOGLOBINA Capitolo 4 REAZIONI ENZIMATICHE Capitolo 5 COENZIMI progetto GHIGO rev4 (originale).indd 1 04/09/13 11:46 Capitolo 1 Introduzione alle biomolecole La biochimica si interessa alla dimensione molecolare dell’attività corporea e la prima domanda da porsi è quella sulla composizione molecolare di un corpo umano normale. La tabella 1.1 elenca la composizione approssimativa di un tipico organismo adulto del peso di kg 75. Oltre all’acqua, i componenti più abbondanti sono le proteine e i trigliceridi. I trigliceridi sono la principale forma di immagazzinamento dell’energia metabolica e si trovano prevalentemente nel tessuto adiposo. Le proteine hanno una rilevanza più generale. Esse sono gli elementi prevalenti della struttura cellulare e sono responsabili della catalisi enzimatica e di quasi tutte le funzioni cellulari. I carboidrati, sotto la forma di glucosio e del polisaccaride glicogeno per l’immagazzinamento, sono i substrati per il metabolismo energetico, ma si trovano anche legati covalentemente alle glicoproteine e ai glicolipidi. I sali inorganici solubili sono presenti in tutti i liquidi intracellulari ed extracellulari, mentre i sali inorganici insolubili, costituiti in prevalenza da fosfato di calcio, forniscono forza e rigidità alle ossa umane. Questo capitolo introduce ai principi di struttura molecolare, alle varie tipologie di interazioni non covalenti fra biomolecole e alle caratteristiche strutturali delle principali classi di biomolecole. L’acqua è il solvente della vita Charles Darwin ipotizzò che la vita si è formata in un piccolo stagno caldo. In effetti, forse era un grande oceano caldo, tuttavia una cosa è certa: noi siamo delle creature terribilmente acquatiche. Circa due terzi del corpo umano è composto da acqua (vedi Tab. 1.1). La struttura dell’acqua è estremamente semplice, formata da due atomi di idrogeno legati a un atomo di ossigeno con un angolo di 105 gradi: H O 105° H L’acqua è una molecola asimmetrica con gli elettroni degli atomi di idrogeno spostati verso l’atomo di ossigeno. Quindi, l’atomo di ossigeno presenta un’alta densità elettronica, mentre i due atomi di idrogeno mostrano una marcata povertà elettronica. L’atomo di ossigeno ha una parziale carica negativa (δ-) e gli atomi di idrogeno posseggono una parziale carica positiva (δ+). Pertanto, la molecola di acqua forma un dipolo elettrico: δ– O δ+ H Polo negativo δ+ H Polo positivo Le cariche opposte si attraggono. Quindi, gli atomidi idrogeno di una molecola d’acqua sono attratti dagli atomi di ossigeno di altre molecole di acqua, formando legami idrogeno: O H H H O H H H O H O O H H H Questi legami idrogeno sono deboli. L’energia necessaria per rompere un legame idrogeno nell’acqua è di 29 kJ (7 kcal) per mole*, mentre la rottura di un legame covalente ossigeno-idrogeno sempre in acqua richiede una energia di 450 kJ (110 kcal) per mole. Per la rottura di legami idrogeno è sufficiente il riscaldamento dell’acqua a 100 °C. I legami idrogeno determinano le proprietà fisiche dell’acqua, compreso il punto di ebollizione. Nel corpo umano l’acqua contiene sempre cationi inorganici (ioni carichi positivamente), come il sodio e il potassio, e anioni inorganici (ioni carichi negativamente), come il cloruro e il fosfato. La tabella 1.2 elenca le composizioni ioniche tipiche del liquido intracellulare (citoplasmatico) ed extracellulare (interstiziale). È interessante rilevare che il liquido extracellulare presenta una composizione ionica simile a quella dell’acqua di mare. Noi ci portiamo internamente un piccolo stagno caldo per fornire alle nostre cellule il loro ambiente ancestrale. Naturalmente, i cationi sono attratti dall’atomo di ossigeno della molecola d’acqua, mentre gli anioni sono * 1 kcal = 4,18 kJ 2 progetto GHIGO rev4 (originale).indd 2 04/09/13 11:46 Introduzione alle biomolecole attratti dagli atomi di idrogeno. Le interazioni ionedipolo così formate sono le forze che uniscono i componenti dei sali solubili in soluzione, come il cloruro di sodio (il comune sale da tavola): H H H O H Na+ H Le molecole d’acqua dissociano reversibilmente in ioni idronio e ioni ossidrili H (1) O O O H H H O O H H H Cl– O H H H H O O H Tabella 1.1 Composizione approssimativa di un adulto di 75 kg. Sostanza Quantità (%) Acqua Sali inorganici solubili Sali inorganici insolubili* Proteine Trigliceridi (grasso)† Lipidi di membrana Carboidrati Acidi nucleici 60 0,7 5,5 16 13 2,5 1,5 0,2 *nelle ossa †nel tessuto adiposo Tabella 1.2 Tipica composizione ionica dei liquidi extracellulari (interstiziali) e intracellulari (citoplasmatici). Concentrazione (mmoli/l) Ione Liquido extracellulare Liquido intracellulare Na + K+ Ca2+ Mg2+ ClHPO2-/H2PO4 HCO3Acidi organici, esteri del fosfato pH 137 4,7 2,4 1,4 113 2 28† 1,8 10 141 10 -4 * 31 4 11 10 † 100 7,4 6,5-7,5 *Concentrazione citoplasmatica. La concentrazione nei mitocondri e nel reticolo endoplasmatico è molto più alta. †La più bassa concentrazione di HCO – nel liquido intracellulare è 3 dovuta al fatto che il pH intracellulare è più basso, influenzando l’equilibrio: HCO3– + H + Ý H2CO3 Ý CO2 + H2O progetto GHIGO rev4 (originale).indd 3 H2O + H2OGH3O+ + OH– Ione Ione Hydronium Hydroxyl idronio ossidrile ion ion In acqua pura, solo una molecola su 280 milioni è nella forma H3O+ od OH-: H H I fosfati di calcio nelle ossa umane non sono solubili a causa delle interazioni elettrostatiche (“legami salini”) fra gli anioni e i cationi che sono più forti nella struttura cristallina che nelle interazioni ione-dipolo con l’acqua. L’acqua contiene ioni idronio e ioni ossidrili H O 3 (2) [H3O+] = [OH–] = 10–7 mol/l Le parentesi quadre indicano le concentrazioni molari (moli/l o M). Una mole di sostanza corrisponde al suo peso molecolare in grammi. L’acqua ha un peso molecolare di 18; quindi, 18 g di acqua sono 1 mole. La concentrazione di ioni idronio [H3O+] è usualmente denominata come concentrazione di protoni o come concentrazione di ioni idrogeno [H+], senza tenere conto del fatto che il protone si lega, in realtà, al doppietto elettronico di una molecola d'acqua. Nelle soluzioni acquose, il prodotto della concentrazione di protoni (ioni idronio) con la concentrazione di ioni ossidrili è una costante (3) [H+] × [OH–] = 10–14 mol2/l2 La concentrazione di protoni [H+], altrimenti misurata in moli per litro, è più comunemente espressa come valore di pH, che è definito come il logaritmo negativo della concentrazione di ioni idrogeno: (4) pH = –log[H+] Mediante le equazioni (3) e (4) le concentrazioni di H+ e OH- possono essere calcolate a ogni valore di pH (vedi Tab. 1.3). Il valore di pH di una soluzione acquosa dipende dalla presenza di acidi e di basi. Secondo la definizione di Brønsted, in una soluzione acquosa un acido è una sostanza che rilascia protoni, mentre una base è una sostanza che lega protoni. Il tipico gruppo acido è il gruppo carbossilico, che è il gruppo caratteristico degli acidi organici. Tabella 1.3 Relazione fra pH, [H +] e [OH – ]. pH 4 5 6 7 8 9 10 [H +]* [OH - ]* 10 –4 10 –10 10 –9 10 –8 10 –7 10 –6 10 –5 10 –4 10 –5 10 –6 10 –7 10 –8 10 –9 10 –10 *[H +] e [OH – ] sono misurati in moli/l (M) 04/09/13 11:46 4 PRINCIPI DI STRUTTURA E FUNZIONE O R O GR C + H+ C O– OH Acido carbossilico Carboxylic acid (forma protonata) (protonated form) Anione carbossilato Carboxylate anion (forma deprotonata) (deprotonated form) La reazione di protonazione e deprotonazione è reversibile; quindi, l’anione carbossilato corrisponde alla definizione di base di Brønsted. È perciò denominato come base coniugata dell’acido. I gruppi aminici sono i principali gruppi basici nelle biomolecole. In questo caso, l’amina è la base, mentre il sale d’ammonio è l’acido coniugato: H H R GR + H+ N H N+ H H Amina (formaAmine deprotonata) (deprotonated form) Sale d’ammonio Ammonium salt (forma protonata) (protonated form) I gruppi carbossilici, gli esteri del fosfato e i fosfodiesteri sono i più importanti gruppi acidi nelle biomolecole. A pH 7 essi sono prevalentemente deprotonati e quindi carichi negativamente. I gruppi aminici alifatici (non aromatici), incluse le amine primarie, secondarie e terziarie, sono i gruppi basici più importanti. A pH 7 essi sono prevalentemente protonati e quindi carichi positivamente. I gruppi ionizzabili sono caratterizzati dai loro valori di pK L’equilibrio di una reazione di protonazione-deprotonazione è definita da una costante di dissociazione (dissociation constant, KD). Per la reazione R COOHGR – + (5) KD = [R—COO ] × [H ] [R—COOH] Questa relazione può essere riscritta come (6) [H+] = KD × [R—COOH] [R—COO–] Le concentrazioni molari in questa equazione sono le concentrazioni osservate all’equilibrio. Poiché la concentrazione di ioni idrogeno [H+] è meglio espressa come valore di pH, l’equazione (6) può essere trasformata in un logaritmo negativo: [R—COOH] [R—COO–] = pK + log [R—COO–] [R—COOH] progetto GHIGO rev4 (originale).indd 4 ESEMPIO CLINICO 1.1: Acidosi Il sangue e i liquidi extracellulari devono fornire un ambiente costante per le nostre cellule. I livelli fisiologici di ioni inorganici devono essere mantenuti costanti, così come costante deve essere mantenuto il valore del pH extracellulare intorno a pH 7,3-7,4. Deviazioni da questi valori normali anche di 0,5 unità possono essere fatali. Un pH del sangue e dei liquidi extracellulari abnormemente alto è definito come alcalosi, mentre un pH del sangue e dei liquidi extracellulari abnormemente basso è definito come acidosi. Molti processi patologici possono condurre ad alcalosi o ad acidosi. L’acidosi può essere causata da una deviazione metabolica che comporta un’eccessiva formazione di prodotti acidi da substrati non acidi. Ad esempio: Glucosio → Acido lattico Trigliceridi (grasso) → Acido β-idrossibutirrico Alcune sostanze tossiche sono convertite in acidi nel corpo umano, determinando l’insorgenza di acidosi. Ad esempio: Metanolo → Acido formico COO– + H+ la costante di dissociazione KD è definita come (7) pH = pK – log Questa equazione è denominata equazione di Henderson-Hasselbach e il valore del pK è definito come il logaritmo negativo della costante di dissociazione. Il valore del pK è una proprietà di un gruppo ionizzabile. Se una molecola ha più di un gruppo ionizzabile, allora è caratterizzata da più di un valore di pK. Nell’equazione di Henderson-Hasselbach, il pK è una costante, mentre il rapporto [R–COOH]/R–COO-] varia con il pH. Quando il valore di pH è uguale a quello del pK, allora log ([R–COOH]/[R–COO-]) deve essere uguale a zero (quindi [R–COOH]/[R–COO-] deve essere uguale a uno). Il valore del pK indica il valore di pH al quale il 50% del gruppo ionizzabile è protonato. A valori di pH inferiori al valore del pK (ossia ad alta [H+] o ad alta acidità) i gruppi ionizzabili sono prevalentemente protonati. A valori di pH superiori al valore del pK (ossia a bassa [H+] o ad alta alcalinità) i gruppi ionizzabili sono prevalentemente deprotonati (vedi Tab. 1.4). I legami sono formati da reazioni fra gruppi funzionali La maggior parte delle biomolecole contiene soltanto da tre a sei differenti elementi fra i 92 presenti nella tabella periodica. Di questi, il carbonio (C), l’idrogeno (H) e l’ossigeno (O) sono sempre presenti. L’azoto (N) è presente in molte biomolecole, lo zolfo (S) e il fosforo (P) sono presenti in alcune biomolecole. Questi elementi formano un numero limitato di gruppi funzionali, che determinano le proprietà fisiche e la reattività chimica delle biomolecole (vedi Tab. 1.5). Molti di questi gruppi funzionali possono formare dei legami mediante reazioni di condensazione, nelle quali due gruppi si uniscono con eliminazione di una molecola di acqua (vedi Tab. 1.6). Questo tipo di reazione può legare piccole molecole, formando strutture più ampie (macromolecole). La formazione di un legame è un processo endergonico (che richie- 04/09/13 11:46 5 Introduzione alle biomolecole Tabella 1.4 Stato di protonazione di un gruppo carbossilico e di un gruppo aminico a differenti valori di pH. Gruppo carbossilico pH Percentuale di gruppo protonato (R–COOH) 0,1 1 10 50 90 99 99,9 pK + 3 pK + 2 pK + 1 pK pK – 1 pK – 2 pK – 3 Percentuale di gruppo deprotonato (R–COO –) 99,9 99 90 50 10 1 0,1 1. Gruppi idrocarburici Metile CH2 CH3 Etile CH2 Metilene CH Metino 2. Gruppi contenenti ossigeno R OH Idrossile (alcolico) OH Idrossile (fenolico) C O Chetone H Aldeide C } nelle biomolecole sono comuni forme isomeriche Carbonile O O Carbossile C OH 3. Gruppi contenenti azoto NH2 NH N N+ Percentuale di gruppo deprotonato (R–NH2) 99,9 99 90 50 10 1 0,1 Alcuni legami immagazzinano più energia di altri. La maggior parte dei legami esteri, eteri, acetali e amidici richiedono per la loro formazione un’energia oscillante fra 4 kJ/mole e 20 kJ/mole (fra 1 kcal/mole e 5 kcal/mole) e la stessa quantità di energia è rilasciata durante la loro idrolisi. I legami anidride e tioestere hanno però contenuti di energia maggiori di 20 kJ/mole e sono classificati piuttosto arbitrariamente come legami ricchi di energia. Tabella 1.5 Gruppi funzionali nelle biomolecole. CH3 Gruppo aminico Percentuale di gruppo protonato (R–NH3+) 0,1 1 10 50 90 99 99,9 Amina primaria Amina secondaria Le proprietà biologiche delle molecole non sono determinate dalla loro composizione, ma dalla loro geometria spaziale. Gli isomeri sono molecole differenti, caratterizzate da un’identica composizione chimica, ma diversa geometria spaziale. Vi sono tre differenti tipi di isomeri: 1. isomeri di posizione che differiscono per la posizione nella molecola di gruppi funzionali, come i seguenti esempi: COO– HC O O P COO– O– HC OH Amina terziaria Sale quaternario di ammonio O OH H2C O– H2C O Gruppo sulfidrile de energia). Quindi, la sintesi di macromolecole a partire da molecole più piccole richiede energia metabolica. La rottura di questi legami a seguito dell’aggiunta di acqua si chiama idrolisi. È un processo esoergonico (che rilascia energia) che avviene spontaneamente, venendo catalizzato da acidi, basi o enzimi. Ad esempio, gli enzimi digestivi, che catalizzano la rottura idrolitica di legami (vedi Cap. 19), funzionano perfettamente all’interno del tratto gastrointestinale dove non sono disponibili né l’adenosina trifosfato (adenosine triphosphate, ATP) né altre sorgenti di energia utilizzabili. progetto GHIGO rev4 (originale).indd 5 O– O– 4. Gruppi contenenti zolfo SH P 2-Phosphoglycerate 2-fosfoglicerato 3-Phosphoglycerate 3-fosfoglicerato H2C CHO HC OH C H2C OH H2C Gliceraldeide Glyceraldehyde OH O OH Diidrossiacetone Dihydroxyacetone 2. isomeri geometrici differiscono per la disposizione spaziale di sostituenti in porzioni rigide della molecola. 04/09/13 11:46 6 PRINCIPI DI STRUTTURA E FUNZIONE Tabella 1.6 Legami importanti nelle biomolecole. Legame Struttura Etere R1 O Originato da R2 R1 O OH + HO Si osserva in Metileteri, alcuni lipidi di membrana R2 O Estere carbossilico Trigliceridi e altri lipidi R1 C R2 O Acetale) O R2 R3 O C R1 R C C R2 O R1 C H O OH + HO R2 OH + HO R3 O– O O– P R C R O P O O– O– O– R P O O O O P O– R O P O O P O– R OH + HO O O– O R2 R1 OH + HO P R NH2 C C H OH + H Asparagina, glutamina N H O R1 R2 Acidi nucleici, fosfolipidi O O Ammide sostituita OH + HO O Ammide C Molti intermedi metabolici, fosfoproteine O– P O R Nucleotidi, di cui il più importante è ATP O O– R1 O– O– O Fosfodiestere P OH + HO O– Estere del fosfato Alcuni intermedi metabolici O– P OH + HO O O– Fosfoanidride* Disaccaridi, oligosaccaridi e polisaccaridi (legami glicosidici) H O– O Anidride mista* R1 O N R1 R2 C OH + H H N R2 Polipeptidi (legame peptidico) H O O Acetil-CoA, altri acidi “attivati” Tioestere* Tioetere R1 C S R1 S R2 R2 R1 C R1 SH + HO OH + HS R2 R2 Metionina ATP, adenosina trifosfato; CoA, coenzima A *Legami “ricchi di energia” Un classico esempio sono gli isomeri cis-trans dei doppi legami carbonio-carbonio: H H C C R1 R2 H C R2 Doppio legamebond cis cis double R1 C H Doppio legame bond trans trans double Le due forme non sono interconvertibili perché non vi è rotazione intorno al doppio legame. Tutti i sostituenti (H, R1 e R 2) sono bloccati sullo stesso piano. L’iso- progetto GHIGO rev4 (originale).indd 6 meria geometrica si osserva anche in composti ciclici, con i sostituenti che sporgono da una delle due superfici dell’anello. Gli isomeri geometrici sono anche chiamati diastereomeri. 3. gli isomeri ottici differiscono per l’orientamento dei sostituenti intorno a un carbonio asimmetrico, che è un atomo di carbonio con quattro sostituenti diversi. Se la molecola ha un solo carbonio asimmetrico, gli isomeri sono immagini speculari. Queste molecole speculari sono chiamate enantiomeri. La relazione che li lega è simile a quella fra la mano destra e la mano sinistra; per questo, l’isomeria ottica è anche chiamata chiralità (dal greco χειρ, che significa “mano”). 04/09/13 11:46 Introduzione alle biomolecole A differenza degli isomeri geometrici e di posizione, che differiscono per punto di congelamento, punto di ebollizione, solubilità e per struttura cristallina, gli enantiomeri hanno identiche proprietà chimiche e fisiche. Possono essere distinti soltanto grazie al modo in cui deviano il piano della luce polarizzata. Tuttavia, mostrano anche delle differenti proprietà biologiche. Se una molecola presenta più di un atomo di carbonio asimmetrico i due isomeri riguardo a un singolo carbonio asimmetrico non sono immagini speculari l’uno dell’altro (enantiomeri), ma sono isomeri geometrici (diastereomeri) con proprietà fisiche e chimiche differenti. Nella proiezione di Fischer i sostituenti al di sopra e al di sotto del carbonio asimmetrico vengono posti dietro al piano del foglio, mentre quelli a sinistra e a destra vengono rappresentati al di sopra del piano del foglio. Il carbonio asimmetrico è posto al centro di un tetraedro, i cui angoli sono formati dai quattro sostituenti. Ad esempio: Plane of non covalenti sono sempre reversibili. Possiamo distinguere cinque tipi di interazioni non covalenti: 1. interazioni dipolo-dipolo avvengono generalmente sotto forma di legami idrogeno. Un atomo di idrogeno è legato covalentemente a un atomo elettronegativo, come l’ossigeno o l’azoto. Questo atomo di idrogeno attrae a sua volta un altro atomo elettronegativo, che può appartenere sia alla medesima molecola che a un’altra. L’elettronegatività è la tendenza di un atomo ad attrarre elettroni. Per quanto riguarda gli atomi più comuni nelle biomolecole, una graduatoria di elettronegatività è la seguente: O.N.S$C$H Esempi possono essere: H H H C C H H symmetry Piano CHO CHO C H H O H O H Hydrogen between Legame bond idrogeno fra etanoloand e acqua ethanol water di simmetria HO 7 C H O C OH N H CH2OH CH2OH O L-Gliceraldeide L-Glyceraldehyde D-Gliceraldeide D-Glyceraldehyde C COO– + H3N C H COO– H H C N Legame idrogeno Hydrogen bond between fra due legami peptidici two peptide bonds NH3+ 2. interazioni elettrostatiche o ponti salini sono formati fra gruppi con carica opposta: H CH3 CH3 O R1 L-alanina L-Alanine D-alanina D-Alanine Le proprietà delle biomolecole sono determinate dalle loro interazioni non covalenti Le biomolecole funzionano attraverso interazioni con altre molecole. Poiché sono incapaci di parlare, esse comunicano con le altre molecole attraverso il contatto fisico. Le superfici di molecole che interagiscono devono essere complementari, formando interazioni non covalenti fra di loro. Queste interazioni sono deboli, si interrompono e si riformano continuamente; quindi, legami progetto GHIGO rev4 (originale).indd 7 C H O– +N R2 H 3. interazioni ione-dipolo sono formate fra un gruppo carico elettricamente e un legame polarizzato, come nel caso di un anione carbossilato e una carbossiamide: O O R1 C C O– H R2 N H 04/09/13 11:46 8 PRINCIPI DI STRUTTURA E FUNZIONE 4. interazioni idrofobiche si formano fra molecole non polari o porzioni non polari di molecole. Non vi è molta forza di attrazione fra questi gruppi. Tuttavia, l’interfaccia fra una struttura non polare e l’acqua è termodinamicamente sfavorevole poiché limita la capacità delle molecole d’acqua di formare legami idrogeno con le molecole vicine. Quindi, le molecole d’acqua sono costrette a riorientarsi al fine di ottimizzare i loro legami idrogeno con le molecole d’acqua più vicine, organizzandosi strutturalmente in modo più ordinato ed energeticamente meno favorevole. Pertanto, raggruppandosi insieme, i gruppi non polari minimizzano la loro area di contatto con le molecole d’acqua; 5. le forze di van der Waals entrano in gioco quando due molecole si avvicinano reciprocamente (vedi Fig. 1.1). A distanze moderate prevale una forza attrattiva debole, causata dai dipoli indotti nelle molecole; quando invece le molecole si avvicinano sempre più, la forza attrattiva viene superata dalla repulsione elettrostatica fra le sfere elettroniche dei gruppi che si avvicinano. In mezzo vi è una distanza di contatto ottimale, alla quale le due forze attrattiva e repulsiva si equivalgono. Molecole con superfici complementari tendono a legarsi fra di loro grazie alle forze di van der Waals. Le interazioni non covalenti determinano le proprietà biologiche delle biomolecole, quali: ●● la solubilità in acqua dipende dai legami idrogeno e dalle interazioni ione-dipolo che le molecole formano con l’acqua. Le molecole cariche elettricamente e quelle che possono formare molti legami idrogeno sono solubili, mentre quelle che hanno soprattutto legami non polari, quali quelli fra C e H, sono insolubili. Se una molecola può trovarsi sia in uno stato carico elettricamente che in uno stato neutro, la forma carica è più solubile; ●● le strutture supramolecolari delle macromolecole, comprese le proteine (vedi Cap. 2) e gli acidi nucleici (vedi Cap. 6), sono formate da interazioni non covalenti fra porzioni della stessa molecola. Poiché le interazioni non covalenti sono deboli, sono necessarie molte interazioni per mantenere una proteina o un acido nucleico in una determinata struttura; ●● le interazioni di legame fra molecole sono l’essenza della vita. Le proteine strutturali si legano reciprocamente, i substrati metabolici legano gli enzimi, i regolatori dei geni legano l’acido deossiribonucleico (deoxyribonucleic acid, DNA), gli ormoni legano i recettori mentre le sostanze estranee legano gli anticorpi. Dopo questa panoramica sui gruppi funzionali, legami e interazioni non covalenti, possiamo affrontare le strutture delle classi principali di biomolecole, quali i trigliceridi, i carboidrati, le proteine e gli acidi nucleici. Maggiori dettagli su queste strutture saranno poi forniti in capitoli successivi. I trigliceridi sono formati da acidi grassi e glicerolo I triacilgliceroli, meglio conosciuti come trigliceridi nella letteratura medica, sono formati da glicerolo e acidi grassi. Il glicerolo è un alcol trivalente: HO Gli acidi grassi sono formati da lunghe catene idrocarburiche con un gruppo carbossilico a una estremità. La tipica lunghezza di una catena consiste in 16-20 atomi di carbonio. Ad esempio: Repulsione HH C H C H HH C C HH HH C C C HH HH C HH HH C C HH HH C C HH H C C HH O C OH C HH H Acido palmitico Palmitic acid 0,3 L’acido palmitico può essere anche scritto in questo modo: 0,2 H3C 0,1 Distanza Attrazione OH Glicerolo Glycerol Forza 0,4 CH H2C H 0,5 OH H2C 0,1 (CH2)14 COOH oppure or COOH 0,2 Figura 1.1 Forze di van der Waals attrattive e repulsive. Alla distanza di contatto di van der Waals (freccia) le forze di segno opposto si annullano. progetto GHIGO rev4 (originale).indd 8 Gli acidi grassi che hanno soltanto legami singoli fra i carboni sono chiamati acidi grassi saturi. Quelli con almeno un doppio legame fra gli atomi di carbonio sono chiamati acidi grassi insaturi. Ad esempio: 04/09/13 11:46 Introduzione alle biomolecole H3C (CH2)5 CH (CH2)7 CH Il monosaccaride più importante è l’aldoesoso D-glu­ cosio: COOH Acido palmitoleico Palmitoleic acid CHO Gli acidi grassi hanno valori di pK fra 4,7 e 5,0; quindi, a pH 7,0 essi sono prevalentemente nella forma deprotonata (R-COO-). Nei trigliceridi tutti e tre i gruppi ossidrilici del glicerolo sono esterificati con un acido grasso, come mostrato nella figura 1.2. La lunghe catene idrocarburiche degli acidi grassi fanno sì che i trigliceridi sono insolubili in acqua. Nell’organismo, i trigliceridi minimizzano il contatto con l’acqua formando delle gocce di grasso. Le biolomolecole non polari sono complessivamente definite come lipidi. I trigliceridi (il “grasso”) sono utilizzati come forma di immagazzinamento di energia metabolica, mentre altri lipidi fungono da componenti strutturali delle membrane (vedi Cap. 12) o come molecole segnale (vedi Cap. 16). 1 HC HO HC OH C H2C OH H2C D-gliceraldeide D-Glyceraldehyde (un aldotrioso) (an aldotriose) CH 3 HC OH HC OH H2C OH 4 5 6 D-glucosio D-Glucose Gli atomi di carbonio sono numerati a partire da quello dell’aldeide o, nel caso dei chetosi, dall’atomo di carbonio terminale più vicino al chetone. I carboni 2, 3, 4 e 5 hanno tutti quattro sostituenti diversi. Questi quattro carboni asimmetrici possono formare 16 isomeri ottici e il D-glucosio è solo uno di essi. Per convenzione, la “D” nella D-gliceraldeide o nel D-glucosio si riferisce all’orientamento dei sostituenti nel carbonio asimmetrico più lontano dal carbonio carbonilico (il C-2 e il C-5, rispettivamente). I monosaccaridi che differiscono per l’orientazione dei sostituenti intorno a un atomo di carbonio asimmetrico sono chiamati epimeri. Ad esempio, come mostrato in figura 1.3, il D-mannosio è un epimero in C-2 del glucosio, mentre il D-galattosio è un epimero in C-4 del glucosio. Gli epimeri sono dei diastereomeri, non degli enantiomeri. Questo significa che hanno differenti proprietà chimiche e fisiche. I monosaccaridi sono le unità strutturali di tutti i carboidrati. Sono formati da una catena di atomi di carbonio con un gruppo ossidrilico per ogni atomo di carbonio a eccezione di uno. Questo atomo di carbonio forma un gruppo carbonile, che è un’aldeide negli aldosi e un gruppo chetonico nei chetosi. La lunghezza della catena carboniosa è variabile. Così, ad esempio abbiamo: ●● triosi con tre atomi di carbonio; ●● tetrosi con quattro atomi di carbonio; ●● pentosi con cinque atomi di carbonio; ●● esosi con sei atomi di carbonio; ●● eptosi con sette atomi di carbonio. La D-gliceraldeide e il diidrossiacetone sono i monosaccaridi più semplici: H2C OH 2 I monosaccaridi sono dei polialcoli con un gruppo chetonico o un gruppo aldeidico CHO 9 I monosaccaridi formano delle strutture cicliche OH La maggior parte dei monosaccaridi forma spontaneamente delle strutture cicliche nelle quali l’aldeide (o il chetone) forma un semiacetale (o un semichetale) con uno dei gruppi ossidrilici. Se l’anello è formato da cinque atomi è chiamato furanoso, se invece contiene sei atomi è chiamato piranoso. Le strutture cicliche si possono rappresentare sia nella proiezione di Fischer che nella proiezione di Haworth, come mostrato in figura 1.4. O OH Diidrossiacetone Dihydroxyacetone (un chetotrioso) (a ketotriose) O H2O O C O O O CH H2O C O C Trigliceride Triglyceride Figura 1.2 Struttura di una molecola di trigliceride (grasso). Benché i legami esterici possano formare dei legami d’idrogeno con l’acqua, le lunghe catene idrocarburiche degli acidi grassi rendono il grasso insolubile. progetto GHIGO rev4 (originale).indd 9 04/09/13 11:46 10 PRINCIPI DI STRUTTURA E FUNZIONE CHO CHO CHO 1 HO HC CH OH HC OH 2 HO CH HO CH HO CH HO CH 3 HC OH HC OH 4 HC HC OH OH HC OH OH H2C OH 5 H2C H2C OH 6 D -Mannose D-mannosio DD-glucosio -Glucose DD-galattosio -Galactose Figura 1.3 D-mannosio e D-galattosio sono epimeri del D-glucosio. HO CHO CH 1 HC HC OH H2C OH 2 HO HO CH O CH H HC HC OH O H OH 3 HO OH OH 5 4 3 6 2 4 HC H OH H HC OH H OH 1 5 H2C OH H2C 6 H2C OH H2C O CH 3 HC (Haworth projection) (proiezione di Haworth) Fischer) 2 HO -Glucopyranose β- Dβ-D-glucopiranoso (proiezione modificata di (modified Fisher projection) 1 C OH β-β-D-glucopiranoso D-Glucopyranose DD-glucosio -Glucose (open-chain form) (catena aperta) OH OH HO C HO CH HC HO CH2 O 5 H OH OH O 6 H HO 3 4 OH HC OH H2C 5 H2C 6 OH OH H OH β-D-fruttofuranoso βD-Fructofuranose (proiezione modificata (modified Fisher projection) D-fruttosio D-Fructose (catena aperta) (open-chain form) CH2 1 4 HC 2 β-D-fruttofuranoso βD-Fructofuranose (proiezione Haworth) (Haworth di projection) di Fischer) Figura 1.4 Strutture cicliche dell’aldoesoso D-glucosio e del chetoesoso D-fruttosio. L’anello piranosico a sei membri è favorito nel D-glucosio, mentre l’anello furanosico a cinque membri è favorito nel D-fruttosio. H2C H OH H2C O H OH H H G HO OH H OH HO αD-Glucopyranose α-D-glucopiranoso (34%) (34%) H OH OH H OH H H OH H C D-Glucose D-glucosio (catena aperta) open-chain form (0,0025%) (0.0025%) H2C H OG HO OH O H OH H H OH OH H β-β-D-glucopiranoso D-Glucopyranose (66%) (66%) Figura 1.5 Mutarotazione del D-glucosio. La chiusura dell’anello può avvenire sia nella configurazione α che nella configurazione β. In acqua, solo una molecola ogni 40.000 è nella forma di catena aperta, Quando si forma l’anello, l’atomo di carbonio 1 diviene asimmetrico. Quindi, possiamo formare due isomeri, α-D-glucosio e β-D-glucosio. Questi due isomeri sono chiamati anomeri. Nel glucosio, l’atomo di carbonio 1 (quello dell’aldeide) è il carbonio progetto GHIGO rev4 (originale).indd 10 anomerico. Nei chetosi, l’atomo di carbonio chetonico (solitamente il carbonio 2) è anomerico. A differenza degli epimeri, che sono stabili in condizioni normali, gli anomeri interconvertono spontaneamente. Questo processo è chiamato mutarotazione. È determinato dall’apertura e richiusura occasionale dell’anello, 04/09/13 11:46 Introduzione alle biomolecole come mostrato in figura 1.5. L’equilibrio fra α- e β-anomeri impiega molte ore a stabilirsi, ma la mutarotazione è fortemente accelerata in presenza di acidi e basi. I carboidrati complessi si formano mediante legami glicosidici I monosaccaridi assemblano in molecole più grandi formando legami glicosidici: sono legami acetalici o chetalici che coinvolgono l’atomo di carbonio anomerico di uno dei monosaccaridi. Il carbonio anomerico forma il legame o nella configurazione α o nella configurazione β. Una volta formato il legame glicosidico, la mutarotazione non è più possibile e il legame rimane bloccato in quella configurazione. Ad esempio, la struttura del maltosio e del cellobiosio (vedi Fig. 1.6) differisce solo per l’orientamento del legame 1,4-glicosidico. Le strutture formate da due monosaccaridi si chiamano disaccaridi. I complessi con tre, quattro, cinque o sei monosaccaridi si chiamano rispettivamente trisaccaridi, tetrasaccaridi, pentasaccaridi ed esasaccaridi. Gli oligosaccaridi (dal greco ολιγοσ, che significa “poco”) presentano “pochi” monosaccaridi, mentre i polisaccaridi (dal greco πολυσ, che significa “molto”) contengono “molti” monosaccaridi (vedi Fig. 1.7). I carboidrati possono formare legami glicosidici anche con non carboidrati. Nelle glicoproteine il carboi- drato è legato covalentemente a delle catene di aminoacidi. Nei glicolipidi il carboidrato è legato covalentemente a una struttura lipidica. Se lo zucchero lega mediante un atomo di ossigeno il legame è detto O-glicosidico; se invece il legame avviene mediante un atomo di azoto si chiama legame N-glicosidico. I monosaccaridi, i disaccaridi e gli oligosaccaridi sono comunemente chiamati “zuccheri”, sono solubili in acqua grazie alla possibilità di formare numerosi legami idrogeno. Tuttavia, molti polisaccaridi sono insolubili a causa delle notevoli dimensioni, che aumentano la probabilità di interazioni intermolecolari. Le sostanze diventano insolubili quando le molecole preferiscono interagire fra di loro piuttosto che con l’acqua. Il gruppo carbonile dei monosaccaridi ha proprietà riducenti. Le proprietà riducenti vengono annullate quando il carbonile forma un legame glicosidico. Fra i disaccaridi mostrati in figura 1.6 solo il saccarosio non è uno zucchero riducente perché entrambi i carboni anomerici sono coinvolti nel legame glicosidico. Gli altri disaccaridi hanno un’estremità riducente e un’altra non riducente. I polipeptidi sono formati da aminoacidi I polipeptidi sono formati da 20 diversi aminoacidi. Tutti gli aminoacidi presentano un gruppo carbossilico e un gruppo aminico, entrambi legati al medesimo α(1→4) Glucosio Glucose α(1→4) glycosidic legame bond Glucosio glicosidico Glucose H HO Glucosio Glucose CH2OH CH2OH O H OH H H OH H H O CH2OH H OH H H OH H OH H HO O OH H H OH HO H H H OH H H O H H Glucosio Glucose Lattosio Lactose HO O H OH H OH H OH H H OH H OH CH2OH CH2OH O H O Cellobiose Cellobiosio β(1→4) β(1→4) glycosidic legame bond glicosidico Glucosio Glucose CH2OH O H H Maltose Maltosio Galattosio Galactose β(1→4) β(1→4) glycosidic legame bond Glucosio glicosidico Glucose CH2OH O 11 H OH H O H OH H H OH CH2OH OH Fruttosio Fructose H H OH H αβ′(1→2) αβ’(1→2) legame O glycosidic glicosidico bond O HO CH2OH H Saccarosio Sucrose Figura 1.6 Le strutture di alcuni disaccaridi comuni. Per convenzione, l’estremità non riducente del disaccaride è scritta sul lato sinistro, mentre l’estremità riducente è scritta sul lato destro. progetto GHIGO rev4 (originale).indd 11 04/09/13 11:46 12 PRINCIPI DI STRUTTURA E FUNZIONE CH2OH CH2OH H .... O H OH O H H non-reducing Estremità non H end riducente OH A H O α(1→4) α(1→4) glycosidic Legame bond glicosidico CH2OH H . . . .O CH2OH O H OH H H OH H H O CH2OH O H H OH H H OH B O H β(1→4) β(1→4) glycosidic Legame bond glicosidico H H H OH H H OH H H O H OH reducing Estremità end riducente O H O H H O H OH O H H OH H .... O OH OH H H OH H H O O H OH H H OH C α(1→6) α(1→6) Legame glycosidic glicosidico bond CH2 CH2OH H H H H H OH CH2OH O O.... OH O H ....... H CH2OH O OH O H OH CH2OH O CH2OH H O H H H O OH O H H H α(1→4) α(1→4) glycosidic Legame bond glicosidico H O ....... OH Figura 1.7 Strutture di alcuni polisaccaridi comuni. A) L’amilosio è un polimero non ramificato di residui di glucosio con legami α-1,4glicosidici. Insieme all’amilopectina (un polimero ramificato di glucosio con una struttura simile al glicogeno) forma i granuli di amido nelle piante. B) Come l’amilosio, la cellulosa è un polimero non ramificato di residui di glucosio. Essendo il maggior costituente delle pareti cellulari delle piante, è la biomolecola più abbondante sulla Terra. La notevole differenza di proprietà biologiche e fisiche fra questi due polisaccaridi è data dalla presenza nella cellulosa di legami β-1,4-glicosidici invece che legami α-1,4-glicosidici, come nell’amilosio. C) Il glicogeno è il polisaccaride di immagazzinamento negli animali e negli esseri umani. Come l’amilosio, presenta catene di residui di glucosio con legami α-1,4-glicosidici. Tuttavia, a differenza dell’amilosio, è un polimero ramificato, poiché alcuni residui di glucosio nella catena formano un terzo legame glicosidico usando il loro gruppo ossidrilico in posizione 6. atomo di carbonio. Questo carbonio, denominato carbonio α, è legato anche a un atomo di idrogeno e a un quarto gruppo, la catena laterale, che è differente per i 20 aminoacidi. La struttura generale degli aminoacidi è la seguente: COO– R2 R1 + R 2 CH COO– + CH COO– H+3N R1 CH COO– + H3N H+3N CH COO– + H3N COO– H2O + H3N C H R H C H2O Peptide bond Legame peptidico Peptide bond R L-aminoacido L-Amino or + NH3 acid D-aminoacido D-Amino acid dove R (residuo) è la catena laterale variabile. Il carbonio α è asimmetrico, ma dei due possibili isomeri, solo gli L-aminoacidi sono presenti nei polipeptidi. I dipeptidi sono formati dalla reazione fra il gruppo carbossile di un aminoacido e il gruppo aminico di un altro aminoacido. Il legame amidico che si forma è chiamato legame peptidico: progetto GHIGO rev4 (originale).indd 12 R1 O R2 + R1 CH O C R2 CH COO– + CH CH COO– H3N H3N N H C N H Dipeptide Dipeptide Dipeptide 04/09/13 11:46 Introduzione alle biomolecole Catene fatte da “pochi” aminoacidi sono chiamate oligopeptidi, mentre catene formate da “molti” aminoacidi sono chiamate polipeptidi. CH2OH 5 4 H H N 2 N O HO 4 6 N O CH2 1 H H 3 2 H H OH OH Adenosina Adenosine H H OH OH O N O N N O H HO H CH3 HN N CH2 H Citidina Cytidine NH2 O CH2 H H H OH H 2-deoxyadenosine 2-deossiadenosina N H H OH H 2-deossitimidina 2-deoxythymidine NH2 NH2 N N N O O P N O H O O CH2 O N N O C H β-D-2-deossiribosio β -D -2-deoxyribose 1 O 5 H B OH H 5 3 9 N H H 4 N 8 4 3 HO OH H 2. fosfato, che è legato al gruppo ossidrilico dello zucchero. 3. le basi adenina, guanina, citosina, uracile (solo nel RNA) e timina (solo nel DNA). Dal punto di vista chi- 7 5 A H OH O NH2 6 CH2 H ββ-D-ribosio -D-Ribose NH2 HO CH2OH 2 OH Gli acidi nucleici sono formati a partire da tre tipi di molecole: 1. uno zucchero pentoso, che è il ribosio nell’acido ribonucleico (ribonucleic acid, RNA) e 2-deossiribosio nell’acido 2-deossiribonucleico (DNA): 2 OH 1 H 3 Gli acidi nucleici sono formati da nucleotidi N1 O 13 H H OH OH P O H Adenosine monophosphate Adenosina monofosfato (AMP) (AMP) O O P O O O P N N O O CH2 O H H H OH H H 2-deoxyadenosine triphosphate 2-deossiadenosina trifosfato (dATP) (dATP) Figura 1.8 Struttura di alcuni nucleosidi e nucleotidi. Il simbolo apostrofo viene usato per distinguere la numerazione degli atomi di carbonio nello zucchero da quella degli atomi di carbonio e azoto nelle basi. A) Esempi di ribonucleosidi. B) Esempi di deossiribonucleosidi. C) Esempi di nucleotidi. progetto GHIGO rev4 (originale).indd 13 04/09/13 11:46 14 PRINCIPI DI STRUTTURA E FUNZIONE mico, citosina, timina e uracile sono pirimidine, formate da un anello a sei atomi, mentre adenina e guanina sono purine, formate da due anelli condensati: O –O O NH2 P O Base Base O N1 6 5 2 3 4 N HN 7 9 N H N H2N Adenina Adenine Guanina Guanine –O O NH2 N3 2 O 4 1 N H Citosina Cytosine CH3 HN H O OH P Base Base Nucleoside Nucleoside monophosphate monofosfato O 5 CH2 4 1 H 3 O N H Uracile Uracil N H O H O H La maggior parte delle biomolecole sono polimeri I carboidrati, i polipeptidi e gli acidi nucleici mostrano come la natura generi molecole di grosse dimensioni e di quasi illimitata diversità legando fra di loro semplici mattoni che formano lunghe catene. Le macromolecole formate in questo modo sono chiamate polimeri dal greco πολυσ che vuol dire “molto” e dal greco μεροσ, che vuol dire “parte”), mentre i semplici mattoni sono chiamati monomeri (dal greco μονοσ, che vuol dire “singolo”). La diversità strutturale è massima quando vengono usati vari tipi di monomeri. I polipeptidi, ad esempio, sono formati con 20 differenti aminoacidi, il DNA e RNA contengono ciascuno 4 tipi diversi di basi. Come le perle colorate di una collana, questi componenti possono essere allineati con sequenze uniche; per una proteina è 2 O –O Timina Thymine Un nucleoside si ha quando il C-1 del ribosio o del 2-deossiribosio forma un legame N-glicosidico con una delle basi (vedi Fig. 1.8). I nucleotidi sono formati dallo zucchero, dalla base e da fino a tre gruppi fosfati legati al C-5 dello zucchero. Essi sono chiamati derivati fosfato dei nucleosidi, e in particolare adenosina monofosfato (adenosine monophosphate, AMP), adenosina difosfato (adenosine diphosphate, ADP) e adenosina trifosfato (ATP) se contengono rispettivamente uno, due o tre gruppi fosfato. Gli acidi nucleici sono dei polimeri di nucleosidi monofosfato. Il gruppo fosfato forma un legame fosfodiestere fra il gruppo ossidrilico 5' e il gruppo ossidrilico 3' di due ribosi o 2-deossiribosi adiacenti (vedi Fig. 1.9). La maggior parte degli acidi nucleici sono molecole molto grandi e il DNA può contenere molti milioni di nucleotidi. progetto GHIGO rev4 (originale).indd 14 H O O HN 5 6 O CH2 8 N H N N P H OH O Base Base O O CH2 –O H H O OH P H O O Figura 1.9 Struttura dell’acido ribonucleico (RNA). L’acido deossiribonucleico (DNA) ha una struttura simile, ma contiene 2-deossiribosio invece di ribosio. Gli acidi nucleici sono polimeri di nucleosidi monofosfati. possibile formare 20100 differenti sequenze di aminoacidi, mentre per un acido nucleico formato da 100 nucleotidi è possibile formare 4100 diverse sequenze. SOMMARIO Le biolomolecole interagiscono fra di loro e con l’acqua mediante interazioni non covalenti. La loro solubilità in acqua dipende dalla capacità di formare legami idrogeno o interazioni ione-dipolo con le molecole d’acqua che le circondano. D’altra parte, le interazioni idrofobiche diminuiscono la solubilità in acqua. Queste interazioni sono reversibili e sono molto più deboli dei legami covalenti che tengono insieme gli atomi delle molecole. Vi sono numerose classi di biomolecole. I trigliceridi sono formati da glicerolo e tre acidi grassi legati mediante legami esterici; i carboidrati sono formati da monosaccaridi legati con legami glicosidici; le proteine sono 04/09/13 11:46 Introduzione alle biomolecole formate da aminoacidi legati tramite legami peptidici; gli acidi nucleici sono formati da nucleosidi monofosfato legati mediante legami fosfodiesterici. I polisaccaridi, i polipeptidi e gli acidi nucleici sono polimeri, formati da lunghe catene legate covalentemente. Formare questi legami richiede energia metabolica, mentre la rottura di questi legami libera energia. Molte biomolecole possiedono gruppi ionizzabili. Le molecole con gruppi carbossilici liberi o legate covalentemente a gruppi fosfato possiedono cariche negative a 15 pH neutro, mentre quelle con gruppi aminici alifatici (non aromatici) presentano cariche positive. Queste cariche rendono le molecole solubili in acqua, permettendo la formazione di ponti salini con ioni inorganici e con altre biomolecole. La tendenza di un gruppo ionizzabile ad accettare o donare protoni (ioni idrogeno con carica positiva) è definita dal suo valore di pK. Se il valore del pK è noto, allora si può prevedere a un determinato pH quale sarà la percentuale protonata di quel gruppo ionizzabile. Domande avrà l’aspirina nello stomaco a un valore pH di 2 e invece nell’intestino tenue a un valore pH di 7? O– O C O– HC O P A. Carica negativa nello stomaco e positiva nell’intestino. B. Carica negativa sia nello stomaco che nell’intestino. C. Non carico nello stomaco e carico negativamente nell’intestino. D. Non carico sia nello stomaco che nell’intestino. E. Non carico nello stomaco e carico positivamente nell’intestino. O– O CH2 O O O– P O– 1. La molecola rappresentata è il 2,3-bifosfoglicerato (BPG), che è presente nel globulo rosso, dove lega l’emoglobina in modo non covalente. Quali gruppi dell’emoglobina possono formate le più forti interazioni non covalenti con il BPG a pH 7,0? A. Gruppi sulfidrilici. B. Gruppi ossidrilici alcolici. C. Gruppi idrocarburici. D. Gruppi aminici. E. Gruppi carbossilici. O COOH O C CH3 2.La molecola rappresentata è l’acido acetilsalicilico (comunemente detto aspirina). Che tipo di carica OH P O progetto GHIGO rev4 (originale).indd 15 A. Le molecole di fosfato legano protoni quando il pH diminuisce durante l’esercizio anaerobico. B. Le molecole di fosfato sono mediamente più cariche negativamente durante l’esercizio anaerobico che a riposo. C. Le molecole di fosfato rilasciano protoni quando il pH diminuisce durante l’esercizio anaerobico. D. La forma prevalente della molecola di fosfato nella fibra muscolare a riposo è quella con una sola carica negativa. OH OH GHO O– OH pK = 2.3 2,3 HO 3.Il fosfato inorganico, che è l’anione più abbondante nello spazio intracellulare, ha tre gruppi ionizzabili, con valori di pK di 2,3, 6,9 e 12,3, rispettivamente. Nelle fibre muscolari scheletriche il pH intracitoplasmatico è 7,1 a riposo, mentre diviene 6,6 durante un vigoroso esercizio anaerobico. Cosa significa questo per il fosfato inorganico del muscolo? pK = 6.9 6,9 pK P O O– G –O pK = 12.3 12,3 P O O– G –O P O– O 04/09/13 11:46