Sandra Gomes (Banca del Portogallo), Pascal Jacquinot (Banca

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STRUCTURAL REFORMS AND MACROECONOMIC PERFORMANCE IN THE EURO AREA COUNTRIES:
A MODEL-BASED ASSESSMENT
(RIFORME STRUTTURALI E ANDAMENTO MACROECONOMICO NEI PAESI DELL’AREA DELL’EURO:
UNA VALUTAZIONE QUANTITATIVA BASATA SU UN MODELLO TEORICO)
Sandra Gomes (Banca del Portogallo), Pascal Jacquinot (Banca Centrale Europea), Matthias Mohr
(Banca Centrale Europea) e Massimiliano Pisani (Banca d’Italia)
Tema di discussione n. 830, ottobre 2011.
Classificazione JEL: C53, E52, F47 – Parole chiave: politica economica, riforme strutturali,
modelli di equilibrio economico generale dinamico, concorrenza, margini di profitto.
Sommario non tecnico
I lavori pubblicati nella collana Temi di discussione intendono contribuire al dibattito scientifico nei diversi campi di interesse dei ricercatori della Banca d'Italia. Le opinioni espresse nei lavori sono attribuibili esclusivamente agli autori e non impegnano in alcun modo la responsabilità dell’Istituto. Nel citare i temi, non è, pertanto, corretto attribuire le argomentazioni ivi espresse alla Banca d’Italia o ai suoi Vertici.
Le limitazioni alla concorrenza — connesse, ad esempio, con la presenza di barriere
all’entrata nel mercato di nuovi soggetti o con
limitazioni alle forme di impresa — determinano prezzi dei beni e servizi più elevati e livelli di produzione, consumi, investimenti e
occupazione più bassi.
Per misurare l’impatto sulle economie
dell’area dell’euro di riforme che aumentino
il grado di concorrenza nel settore dei servizi
non commerciabili internazionalmente e nel
mercato del lavoro si utilizza un modello di
equilibrio economico generale dinamico calibrato su Germania e Portogallo, due paesi cui
le autorità internazionali hanno chiesto di accelerare l’attuazione di riforme strutturali. In
entrambe le economie, il settore dei servizi
non commerciabili internazionalmente ha un
peso elevato sul valore aggiunto complessivo
(60 e 50 per cento, rispettivamente, in Germania e Portogallo) e un grado di concorrenza
basso, sia rispetto al settore esposto alla concorrenza internazionale sia relativamente agli
altri paesi avanzati. Secondo le stime
dell’OCSE, in Germania il mark-up (margine
di profitto medio) — un indicatore
dell’assenza di concorrenza — è attorno al 50
per cento nel settore dei servizi, contro il 20
per cento nel settore dei beni esposti alla concorrenza internazionale. Alcuni studi segnala-
no, inoltre, che la differenza tra il livello del
salario in Germania e quello che si sarebbe
osservato in assenza di ostacoli alla concorrenza, il cosiddetto mark-up nel mercato del
lavoro, è attorno al 30 per cento. Per
l’economia portoghese si utilizzano stime
simili.
Le simulazioni effettuate mostrano che
un aumento del grado di concorrenza in ciascuna economia che, nell’arco di cinque anni,
riduca il mark-up di 15 punti percentuali sia
nel settore dei servizi sia nel mercato del lavoro avrebbe effetti significativi sull’attività economica. Nel lungo periodo il PIL sarebbe più
elevato di circa l’8 per cento, i consumi privati
del 5, gli investimenti del 9 e l’occupazione
del 7. I salari reali aumenterebbero del 6 per
cento. Le esportazioni, inoltre, salirebbero del
5 per cento, favorite dal calo dei prezzi in
Germania rispetto a quelli del resto dell’area, a
fronte di un incremento del 3 per cento delle
importazioni, dovuto all’aumento della domanda aggregata.
L’attuazione simultanea di riforme che
aumentino la concorrenza in tutti i paesi
dell’area produrrebbe benefici ancora maggiori
in ogni singola economia, in quanto limiterebbe il deterioramento delle ragioni di scambio,
innalzando ulteriormente il potere d’acquisto
delle famiglie.
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