RECENSIONI T. Aste and D. Weaire The Pursuit of Perfect Packing. IOP Publishing Ltd., Bristol and Philadelphia, 2000; pp. XI136; £ 29.00 La scoperta dei fullereni eÁ stato un colpo di frusta alla sfrenata fantasia dei fisici e dei chimici: quali e quante sono le forme stabili di aggregazione del carbonio? Considerando le forme poliedriche dei fullereni piuÁ piccoli, in quali e quanti modi si possono impacchettare in modo periodico sõÁ da riempire lo spazio? Avevo una studentessa che si era cimentata, topologia combinatoria alla mano, per risolvere questo problema e trovare cosõÁ tutti i possibili clatrati di carbonio. Non li trovoÁ tutti, essendo infiniti, ma trovoÁ subito, con mio sommo stupore, un bel posto in una multinazionale di imballaggi hightech. ``Vede, a noi interessa fare pacchetti da un litro di forma poliedrica che si possano impilare perfettamente, senza spazi vuoti, e abbiano la minima superficie, in modo da risparmiare al massimo il costoso materiale con cui sono fatti.'' In varie forme questo problema eÁ noto dai tempi antichi. Il problema di minima area posto dalla multinazionale era giaÁ stato posto da Kelvin, il quale riteneva anche che il cuboottaedro regolare ne fosse la soluzione. Similmente sono stati posti problemi di massima densitaÁ : qual'eÁ l'impacchettamento piuÁ denso possibile di sfere uguali? E quello di monete uguali su un piano? E su una sfera? E se gli oggetti sono diversi? Molti grandi matematici e fisici del passato vi si sono cimentati e anche il 18ë problema di Hilbert, dei famosi 23 che egli propose al congresso di Parigi del 1900 per il diletto dei matematici del secolo entrante, riguarda l'impacchettamento piuÁ denso possibile di solidi uguali di forma assegnata. Solo nel 1998 Thomas Hales ha annunciato la soluzione di questo problema per le sfere. La Natura sembra trovare spontaneamente o attraverso un lungo processo evolutivo i suoi minimi e i suoi massimi, come nella struttura delle schiume e delle lamine saponate, nelle celle degli alveari o nelle colonne poliedriche di basalto dei Giant's Causeway in Irlanda. Che siano queste ad avere ispirato e condotto Denis Weaire, professore al Trinity College di Dublino, verso questo affascinante campo di ricerca al confine tra la fisica e la matematica? Denis Weaire ha legato il suo nome, oltre che a molti importanti lavori sulle schiume e la geometria della ``materia soffice'', alla soluzione del problema di Kelvin, avendo trovato che la struttura a minima superficie, oggi nota come struttura di Weaire-Phelan, eÁ quella costituita dall'impacchettamento di due dodecaedri per ogni 16-edro (chiuso da 12 pentagoni e 4 esagoni). Ora Denis Weaire e Tomaso Aste, giovane fisico italiano ricercatore dell'INFM, hanno composto un aureo libretto sulla ricerca del perfetto impacchettamento. In meno di 140 pagine che si leggono d'un fiato raccontano, in uno stile fluido e pieno di humour, con rigore ma senza complicazioni matematiche, l'affascinante percorso verso l'impacchettamento perfetto. Il cammino offre sguardi storici, aneddoti, fenomeni fisici ed esperienze di vita quotidiana, qualche formula indispensabile, molte stimolanti congetture e soprattutto una grande apertura di idee verso la formulazione e possibile soluzione di nuovi problemi riguardanti la fisica della complessitaÁ. Materia soffice, strutture frattali, quasicristalli, materiali da aggregazione di cluster, fluidi complessi, aerogels, opali artificiali e reticoli fotonici: nuove aree per la fisica della materia condensata nelle quali molti intendono addentrarsi. Prima di cominciare consiglio a tutti di leggersi, in un paio di sere dopo cena, questo libro delizioso, non per trovare soluzioni a quei problemi ma per predisporvi la mente e lo spirito. G. Benedek N.Y. Han Quarks and Gluons. A Century of Particle Charges. World Scientific Publishing, Singapore, London, Hong Kong, 1999; pp. X158 L'autore si propone di effettuare un ``viaggio verso l'origine della materia'', degli oggetti piuÁ piccoli di cui eÁ composta, e per estensione un viaggio verso l'origine dell'Universo. Usa un percorso quasi sto- rico e un linguaggio semplice, con molti esempi intuitivi interessanti; sottolinea piuÁ volte gli ordini di grandezza, in particolare delle dimensioni degli oggetti fondamentali, e dell'enorme numero di questi in ogni oggetto materiale. Il libro eÁ costituito di un prologo, di 11 capitoli e di un epilogo. Prologue: a century of particle physics. Lo studio della struttura piuÁ profonda della materia e delle forze che vi agiscono ha avuto inizio con la scoperta dell'elettrone nel 1897 e del fotone nel 1900. Sono poi seguite tante scoperte che hanno portato all'attuale conoscenza del microcosmo. 1. The electron: the quantum of electricity. L'elettrone ha dimensioni piccolissime: ``le sue dimensioni stanno a quelle di una persona, come le dimensioni di questa stanno alle dimensioni della nostra Galassia''. L'elettrone eÁ una particella comune, ma eÁ difficile descriverla come siamo abituati a farlo per i comuni oggetti materiali. 2. Mass: E=mc 2 and all that. ``La massa di un eletrone sta alla massa di una zanzara come la massa di questa sta alla massa del nostro sole''. Cos'eÁ la massa di un corpo? Newton la intendeva come una misura della sua inerzia. Poi Einsten propose la piuÁ famosa equazione della scienza: E=mc 2 dove E indica l'energia ed m la massa del corpo. 3. The photon: no charge, no mass. Il fotone non ha massa, neÁ carica elettrica; eÁ conosciuto con diversi nomi: luce visibile, infrarosso, untravioletto, raggi X, raggi-gamma, ecc: cambia di nome come puoÁ cambiare un lungo viale, con una serie di nomi ``locali''. Ogni metro quadro di superficie terrestre eÁ investito da luce solare, corrispondente a 1021 fotoni per secondo! 4. The spin: if it's round, it rolls. Le proprietaÁ principali di ogni particella elementare sono la sua massa, la sua carica e il suo spin. Il termine spin fa venire in mente una trottola che gira su se stessa; ma questa rappresentazione mentale non eÁ facilmente applicabile all'elettrone che eÁ piccolissimo, quasi infinitesimo: che cosa gira? e se l'elettrone ha dimensioni piccole, ma non nulle: come mai non si rompe mentre gira? Anche il fotone 59 IL NUOVO SAGGIATORE ha uno spin; ed eÁ ancora piuÁ difficile visualizzare il moto rotatorio su se stesso di una particella che non ha neÁ massa neÁ carica. Per un elettrone un suo aspetto che deriva dal suo spin eÁ quello di una piccola calamita, che puoÁ orientarsi in due direzioni opposte. 5. Antimatter: a mirror image. Negli anni '20 i fisici teorici cercarono di mettere in un unico quadro la relativitaÁ e la meccanica quantistica. Il tentativo di Dirac portava alla predizione dell'antielettrone, una particella che doveva essere un mirror image dell'elettrone: stessa massa, stesso spin, ma carica elettrica opposta. Fu trovata pochi anni dopo nei raggi cosmici, dove furono poi osservate altre antiparticelle. Si eÁ poi visto che eÁ facile produrre antiparticelle tramite acceleratori; ma eÁ difficile tenere un'antiparticella perche appena essa incontra un pezzo di materia normale si annichila con un suo costituente. Non vi eÁ quindi attorno a noi un pezzo di antimateria, di ``antipane'', ecc. 6. The nucleus: a whole new ball game. Agli inizii degli anni '30 la conoscenza dell'atomo era ormai completa; ci fu un cambiamento di interesse che portoÁ all'inizio della fisica nucleare. Lo studio del piccolo ``sole'' al centro di ogni atomo mise in evidenza un ``mondo'' diverso da quelli giaÁ studiati; qui giocano un ruolo fondamentale il protone e il neutrone (scoperto nel '32). Divenne anche chiaro che occorreva studiare due nuovi tipi di forze: l'interazione nucleare forte e quella debole. 60 7. The strong force: nucleons. La forza nucleare forte tiene insieme protoni e neutroni per formare i nuclei ed agisce solo entro di loro, per distanze molto piccole. L'elettrone e il fotone non risentono della forza nucleare forte. Fu quindi inventata una nuova carica, la carica nucleare forte, posseduta da protoni e neutroni. 8. The weak force: a whisper in the night. ``C'eÁ una debolissima forza che si nasconde entro i nuclei; essa eÁ capace di trasformare protoni e neutroni fra loro, causando una trasmutazione nucleare e creando una coppia di leptoni (un elettrone e un antineutrino oppure un positrone e un neutrino).'' 9. The strong force II: hadrons. Nella seconda metaÁ del '900 furono scoperti molti adroni e si sono accumulate evidenze che essi non sono oggetti elementari, ma sono costituiti da oggetti molto piuÁ piccoli. 10. The quark: the queen of fractions. Alla fine degli anni '60 divenne chiaro che protoni e neutroni sono composti di tre quark, oggetti fondamentali piccolissimi dotati di carica elettrica frazionaria. Ma sembra che non saremo mai in grado di misurare direttamente le loro proprietaÁ perche non vi sono quark liberi! 11. The origin of quarks and gluons Per spiegare la forza tra quark fu inventata una nuova ``carica'', la ``carica di colore'', che solo i quark possiedono; essa appare in tre ``colori diversi: rosso, verde e blu''. Un protone eÁ costituito di tre quark di colore diverso, di modo che eÁ incolore. La forza forte ha i suoi ``quanti'', i gluoni, che sono continuamente scambiati fra quark. In questo quadro la forza nucleare forte eÁ una forza molto complicata. Epilogue: more quarks, more leptons and more charges. Tramite acceleratori sempre piuÁ grandi eÁ stato possibile creare artificialmente nuove particelle, che decadono tutte rapidamente. Per spiegarle si sono ipotizzati nuovi quark e nuovi leptoni, in totale sei quark e sei leptoni, raggruppabili in tre ``famiglie'' diverse. Il cosidetto Modello Standard del microcosmo compendia la nostra conoscenza in questo campo. In conclusione, il libro eÁ un interessante strumento divulgativo di qualitaÁ; puoÁ certamente essere utile per la cultura generale dei giovani e come ausilio, anche storico, per studenti del Corso di Laurea in Fisica. ular matters, etc.) are explained without heavy calculations Ð using simple scaling laws as the main tool. As the author says: ``Books of «collected papers» are frequent in our days. Are they useful?'' In the case of this book the answer is very simple: yes, it is very useful. And also: ``On the whole, I found it amusing to observe how short-sighted I have been Ð unable to imagine certain natural consequences of one idea. Some of these surprises are also described in the «afterthoughts». On the other hand, I never give a detailed list of references to more recent works. Only a few key references shows up: I owe a lot here to Y. Heffer and M. Mommerie, who traced them.'' This book surely satisfies the requirements of those intersted in this field of Physics. On the whole I think that this book can give, especially to a young reader, a certain feeling about the enthusiam and novelty of the condensed matter research during the last three decades. I. Ortalli R. Fieschi e R. Roncaglia (a cura di) G. Giacomelli Dal silicio al computer. ProprietaÁ ed applicazioni dei semiconduttori. Corso multimediale su CD-Rom* Simple Views on Condensed Matter. World Scientific Publishing LTd. Singapore, London, Hong Kong, 1999; pp. XII489; £ 20.00 Si tratta di un lavoro, presentato in CD, che si segnala per la estrema semplicitaÁ della trattazione, oltre che per l'ampiezza e la completezza (almeno nelle linee essenziali) del quadro generale degli argomenti toccati, perfettamente ``funzionali'' all'obiettivo indicato dal titolo. EÁ senz'altro da sottolineare che nello stesso lavoro sono organicamente raccordate e fuse le nozioni di base sui materiali, le informazioni relativamente aggiornate (senza trascurare il loro sviluppo storico) delle tecnologie di preparazione delle principali strutture a semiconduttore e infine le applicazioni informatiche con flash brevi ma molto istruttivi sulla struttura dei computer che, non dimenticando l'algebra di Boole e concetti-base come porta, memoria etc., riportano dati interessanti sulle prestazioni attuali. Questo sforzo degli autori eÁ tanto piuÁ apprezzabile in quanto comunemente si ha a che fare con lavori in varie forme (libri, lunghi articoli di rassegna, etc.) che trattano in modo anche approfondito aspetti specifici fra quelli sopra indicati e, di conseguenza, si rivolgono a utenti piuÁ ``settoriali'' P.G. de Gennes This book contains a selection of original and important papers by P.G. de Gennes which have had a long-lasting impact on our understanding of condensed matter as solid state physics, liquid crystals, polymers. The articles of the first lot (solid state, liquid crystals, polymers, interfaces) are relativly general, but simple, and can be used as an elementary starting point for a beginner. The second lot (wetting and adhesion, chirality, granular matter) is formed by papers which never really reached an international readership, because they appeared in not very famous journals. A typical example is the original article on ``reptation'' of polymer chains. The author has added some ``afterthoughts'' to the main papers (explaining their successes or weaknesses) and some current views on each special problem. Complex systems (polymers or gran- * Prodotto dall'istituto Nazionale per la Fisica della Materia (INFM) e realizzato da Infmedia S.r.l., Pisa, 2001. RECENSIONI Il CD presenta in ordine i seguenti ``capitoli'': ± Atomi, molecole, solidi ± La fisica dei semiconduttori ± Giunzioni p-n ± Il transistor ± Applicazioni informatiche. ``Cliccando'' opportunamente, all'interno di ciascuno di questi capitoli eÁ possibile accedere a voci piuÁ specializzate: ad esempio nell'ambito del capitolo riguardante i semiconduttori si possono consultare voci come silicio, purificazione, crescita di monocristalli, drogaggio e cosõÁ via. Dopo essersi cimentati con una ``lettura'' piuÁ o meno lunga del CD, si ha l'impressione di un prodotto flessibile e consultabile con facilitaÁ e anche con rapiditaÁ. L'utente tipico non saraÁ, per quanto si eÁ detto sopra, caratterizzato da un interesse limitato ad una parte, ma piuttosto saraÁ animato dalla curiositaÁ di spaziare ed esplorare liberamente nel quadro ampio dei vari capitoli. Agli autori Fieschi e Roncaglia (con l'ausilio di Mingozzi e Cellai per le applicazioni informatiche) va il merito di aver affrontato anche con una buona dose di originalitaÁ e di aver alla fine ottenuto un risultato di assoluto rilievo, che ha avuto vari riconoscimenti e spazi meritati soprattutto da parte dell'INFM. Tutto cioÁ riveste ancor maggior interesse se si pensa che uno degli autori (R. Fieschi) eÁ da annoverarsi tra i maggiori protagonisti dello sviluppo della fisica dello stato solido (e dei materiali) in Italia. La storia che porta dal silicio al computer eÁ tra le avventure piuÁ affascinanti della nostra epoca, non solo per la complessitaÁ e ricchezza di aspetti scientifico-tecnologici ma anche per il sempre piuÁ evidente impatto sul modo di vivere e di organizzarsi della societaÁ . Vivere questa avventura ``guidati'' da chi vi ha contribuito in un arco di tempo di quasi mezzo secolo rappresenta pertanto un motivo in piuÁ (e non piccolo) per guardare con simpatia a questo lavoro. A. Stella G. Auletta Foundations and Interpretation of Quantum Mechanics. World Scientific, Singapore, 2001; pp. XXXII 981; $ 95 Con frequenza almeno annuale viene pubblicato un nuovo libro sui Fondamenti della Meccanica Quantistica (MQ). Gli autori sono solitamente esperti di fama internazionale, che spesso hanno fornito contributi originali al dibattito Ð aperto fin dai tempi della formulazione della MQ Ð circa il significato e lo statuto epistemologico della teoria. I testi di Roland OmneÁ s (``The Interpretation of Quantum Mechanics'', Princeton, 1994 e ``Understanding Quantum Mechanics'', Princeton, 1999), Gian Carlo Ghirardi (Filosofia della fisica, a cura di G. Boniolo, Bruno Mondadori, 1997), Dipankar Home (``Conceptual Foundations of Quantum Physics'', Plenum, 1997), Jeffrey Bub (``Interpreting the Quantum World'', Cambridge, 1997) e Partha Ghose (``Testing Quantum Mechanics on New Ground'', Cambridge, 1999) sono esempi recenti del lavoro di documentazionee divulgazione, presso un pubblico di esperti, dei risultati acquisiti e delle questioni ancora aperte riguardo ai fondamenti della MQ. In questo panorama di libri d'alta divulgazione, spicca quello recentemente pubblicato da Gennaro Auletta. Si tratta della piuÁ completa e sistematica rassegna disponibile sui fondamenti e le interpretazioni della MQ dalle origini ai nostri giorni. La mole del libro, la completezza delle refenze bibliografiche, l'attenzione posta nell'uniformare i simboli fisici, matematici e logici usati nelle 800 pagine del testo forniscono un primo indizio della esaustivitaÁ ed accuratezza del lavoro di Auletta. Per apprezzare il contenuto di questa ``enciclopedia'' sui Fondamenti della MQ si possono ovviamente utilizzare i diversi indici, alla ricerca di quello che piuÁ interessa. Ma l'autore ha anche preparato alcune mappe, che permettono di muoversi agevolmente all'interno dell'opera, seguendo specifici criteri di ricerca. Il fisico teorico si faraÁ probabilmente guidare dalla lunga lista di corollari, definizioni, lemmi, postulati, principi, proposizioni e teoremi riportata alla fine del volume. Il fisico sperimentale trova invece un elenco di esperimenti, divisi per classi, che gli consente di localizzare nel testo la descrizione dei diversi apparati e delle prove effettuate. Il libro, dopo un'introduzione al formalismo, tratta dei fondamenti della MQ, dell'interpretazione ortodossa o di Copenhagen, del problema della misurazione quantistica, delle relazioni tra microfisica e macrofisica, del rapporto tra il tempo e la MQ, del dualismo onda-particella, della completezza o incompletezza della teoria quantistica, del problema della non-localitaÁ , di MQ e teoria dell'informazione. Tra le tante formulazioni ed interpretazioni della MQ presentate, vi eÁ anche quella dell'autore, che si potrebbe definire ``prospettivismo radicale''. All'usuale presupposto della perfetta determinazione degli enti della teoria quantistica (onde, particelle) Auletta sostituisce un ``realismo degli eventi'' che valorizza il ruolo dell'interazione fisica. In tale prospettiva gli eventi ``definiscono'' Ð in modo par- ziale ed incompleto Ð gli enti, mentre solitamente si cerca di descrivere gli eventi a partire da una definizione degli enti. Questa proposta tenta di conciliare una visione moderatamente realista (condivisa dalla maggior parte dei fisici) con gli esiti di recenti esperimenti sulla nonlocalitaÁ, che sembrerebbero invece corroborare un'interpretazione fortemente anti-realista della MQ. G. Introzzi H.J.P. Arnold, P. Dougherty and P. Moore The photographic Atlas of stars. IOP Publishing, Bristol and Philadelphia, 1999; pp. 220; £ 19.95 Questo delizioso volume, che certo interesseraÁ i numerosi ed abili astrofili italiani, mostra l'apparenza del cielo come effettivamente appare all'occhio umano o a uno strumento non professionale. Gli autori, in una campagna di osservazioni condotta appositamente nei due emisferi nel corso di parecchi anni, hanno fotografato tutto il cielo con una reflex commerciale Nikon a 35 mm, equipaggiata con un obiettivo Nikkor f/1.4. La magnitudine limite eÁ, approssimativamente, l'ottava (mentre, come eÁ noto, a occhio nudo non si supera la sesta). La macchina era equipaggiata con un motore e un piccolo telescopio per il puntamento. Anche la pellicola era commerciale, la Kodak ISO400 Ektachrome, con tempi di esposizione di dieci minuti. Uno degli scopi dell'impresa era quello di una rappresentazione dei colori delle stelle come appaiono all'occhio; benche esso non sia completamente raggiungibile con questa strumentazione, l'aspetto delle immagini eÁ realistico e piacevole. Per esempio, il lettore rimane colpito dall'ellissoide bluastro di M31, nella costellazione di Andromeda, in cui agisce una potentissima dinamica attorno al buco nero che questa galassia ospita. Il cielo eÁ coperto da 45 immagini, a ciascuna delle quali eÁ associata una mappa con i nomi delle stelle piuÁ importanti, la loro lista con le coordinate astronomiche e un commento; completa il volume un glossario. Si puoÁ notare una piccola carenza, nel quadro d'unione non sono indicati i limiti delle mappe, ma solo la loro posizione approssimata. B. Bertotti 61 IL NUOVO SAGGIATORE M. E. Cates and M. R. Evans (Editors) Soft and Fragile Matter. Nonequilibrium Dynamics, Metastability and Flow. IOP Publishing Ltd, Bristol and Philadelphia, 2000; pp. XI+393; £ 35.00 62 Le scuole estive in fisica delle UniversitaÁ Scozzesi (SUSSP) hanno ormai un'invidiabile tradizione e penso che molti, dalla mia generazione in poi, ne ricordano qualcuna con nostalgia. Non solo per i brumosi paesaggi delle Highlands, le coste selvagge, i tenebrosi castelli, le sere allietate da pinte di birra e whisky di malto, ma anche e soprattutto per l'eccellenza dei corsi. I SUSSP Proceedings, quasi 60 volumi dal 1960 a oggi, coprono tutte le aree avanzate della fisica e costituiscono un esempio di come dovrebbero essere fatti gli atti di una scuola per potere restare nel tempo come indispensabile punto di riferimento. Anche gli atti del 53ë corso Soft and Fragile Matter ± Nonequilibrium Dynamics, Metastability and Flow, curati da M. E. Cates e M. R. Evans dell'UniversitaÁ di Edimburgo per la IOPP (Bristol 2000), rispettano questa tradizione. La materia soffice copre praticamente tutte quelle forme di aggregazione atomica o molecolare diverse dai solidi cristallini: polimeri, sistemi colloidali, liquidi e vetri, fluidi piuÁ o meno complessi, materiali granulari e quant'altro. Tanta vastitaÁ di argomenti potrebbe facilmente fare degli atti una congerie di cose diverse senza capo ne coda. I curatori hanno invece tentato, attraverso una felice e complessa operazione di editing, di riprodurre nel volume gli stessi link tra capitoli diversi quali si erano prodotti durante le lezioni e le discussioni della scuola. L'esito puoÁ dirsi ottimo. Con una serie di riferimenti incrociati introdotti dall'editing il volume acquista un filo conduttore, diventando di grande utilitaÁ anche per chi voglia entrare per la prima volta nel mondo della soft matter. Dopo una brillante lezione introduttiva del condirettore del corso, Wilson C. K. Poon, su un giorno di vita di una sospensione di sfere rigide, il volume si articola iun tre grandi sezioni: metodologie e fenomeni della materia soffice; concetti moderni di fisica statistica di non-equilibrio, e dinamica e metastabilitaÁ in sistemi colloidali e granulari. Certamente l'obiettivo dei curatori di condurre il lettore con gradualitaÁ dai principi di base ai piuÁ recenti sviluppi nel variegato mondo della soft matter puoÁ dirsi pienamente centrato. (G. Benedek) D. K. Ferry Quantum Mechanics: An Introduction for Device Physicists and Electrical Engineers. Second Edition. IOP Publishing Ltd, Bristol and Philadelphia, 2001; pp. X+345; £ 33.00 W. A. Harrison. Elementary Electronic Structure. World Scientific Publishing Ltd, Singapore, London, Hong Kong, 1999; pp. XX+817; £ 21.00 La meccanica quantistica non eÁ solo lo strumento fondamentale del fisico che indaga le forze e i costituenti ultimi (primi per l'astrofisico) della natura. E' anche il trastullo quotidiano del fisico della materia condensata, alle prese con sistemi sempre piuÁ complessi. La discesa dei dispositivi elettronici verso la scala dei nanometri e molecolare, l'implementazione di sistemi elettronici integrati con funzioni ottiche, circuiti superconduttivi, dispositivi magnetici, correnti a spin definito, funzioni micromeccaniche e altre fantascienze, ha messo il fisico nella necessitaÁ di risolvere ogni giorno problemi pratici di natura quantistica inerenti il moto di particelle fortemente interagenti, sistemi a molti corpi. La meccanica quantistica eÁ da tempo entrata anche nei laboratori di ricerca e sviluppo industriale come uno strumento corrente di cui non si puoÁ piuÁ fare a meno. La possibile nascita di lauree specialistiche in fisica dello stato solido, fisica dei materiali e simili impone l'adozione di testi di meccanica quantistica meno ancorati alla tradizione assiomatica e piuÁ decisamente orientati verso la vasta classe di problemi che riguardano la tecnologia attuale e futura. EÁ quindi benvenuta la seconda edizione del libro di David Ferry «Quantum Mechanics: An introduction for device physicists and electrical engineers», molto attesa dopo la fortunata prima edizione del 1992. Basta una descrizione sommaria dell'indice per comprendere quali siano gli aspetti della meccanica quantistica di uso, diciamo cosõÁ, quotidiano. Dopo il necessario discorso sul dualismo onda-corpuscolo e gli esperimenti che portano alla formulazione dell'equazione di SchroÈdinger, troviamo subito la soluzione del moto di un elettrone in potenziali di interesse nella fisica dei semiconduttori, con esempi che portano immediatamente lo studente a con- tatto con gli ordini di grandezza con cui dovraÁ sempre ragionare. Interessano subito i problemi dipendenti dal tempo e quindi il teorema di Ehrenfest, i propagatori e le funzioni di Green. Naturalmente la maggior parte di questi problemi, benche elementari, non sono solubili esattamente, per cui lo studente viene immediatamente posto di fronte ai metodi (ed esercizi) di soluzione numerica dell'equazione di SchroÈ dinger. Un intero capitolo di 60 pagine eÁ dedicato al tunnelling, fenomeno fondamentale nei dispositivi sia tradizionali che molecolari e nanometrici, eventualmente a elettrone singolo. Scusa buona per introdurre i metodi analitici di soluzione approssimata (WKB), e per risolvere i problemi della giunzione p-n, del diodo a tunnel risonante, dei quantum dots, etc. Segue l'oscillatore armonico, al quale si riconducono le vibrazioni reticolari, la quantizzazione del circuito LC e la quantizzazione del moto di un elettrone libero in un campo magnetico (i livelli di Landau, finalmente! L'esclamazione mi eÁ venuta spontanea: in dodici anni che ho insegnato semiconduttori al quart'anno, non uno studente aveva risolto questo elementare problema nel corso di Istituzioni). Da questo discende naturalmente l'effetto Hall quantistico. Qui potremmo chiudere un corso da primo triennio. I cinque capitoli successivi presentano una trattazione piuÁ elevata. Giungono ora le funzioni di base, gli operatori e gli spazi vettoriali lineari, i postulati fondamentali e la quantizzazione canonica. Seguono la teoria delle perturbazioni stazionarie e i metodi variazionali con applicazioni agli elettroni in buche quantiche singole e multiple e allo scattering Coulombiano. Quindi le perturbazioni dipendenti dal tempo per parlare, ovviamente, dello scattering elettrone-fonone, interazione fondamentale nella materia condensata. Qui arrivano la matrice T , l'equazione di Lippmann-Schwinger e lo scattering coulombiano time-dependent. Senza accorgerci ci ritroviamo in piuÁ dimensioni alle prese con un potenziale centrale: prima l'oscillatore armonico in due dimensioni (interessante capire il perche : splendida l'esemplificazione nei dispositivi e trasporto in campo magnetico!), e quindi l'atomo d'idrogeno (in 3D, naturalmente), la quantizzazione dei momenti angolari, lo spin, l'interazione spin orbita, gli accoppiamenti LS e JJ. Prima di avventurarci nel mondo di Hartree troviamo peroÁ il modello di Thomas-Fermi: esclamo «finalmente» un'altra volta! Con tutto l'amore per il nostro Fermi, del quale ricorre felicemente il centenario, molti nostri trattati elementari si erano dimenticati di questo fondamentale modello. Eppure da qui prende le mosse la moderna teoria del funzionale densitaÁ , altro pane quotidiano del fisico di materia condensata. Con l'atomo d'idrogeno alla mano, Ferry non perde l'occasione di parlare di impurezze RECENSIONI idrogenoidi nei semiconduttori, e trova anche modo di spiegare il legame covalente. Il testo si completa con gli stati a molti elettroni e l'antisimmetria. Con gli operatori di creazione e annichilazione ci introduce agli operatori di campo, alla teoria del gas elettronico omogeneo per arrivare infine alla trattazione con le funzioni di Green e l'equazione di Dyson, ai diagrammi di Feynman e al concetto di self-energia. Leggendo tutto questo non posso non provare grande ammirazione per gli studenti d'ingegneria elettronica dell'Arizona State University, dove Ferry insegna, o forse piuÁ ancora per Ferry stesso che riesce a spiegare queste cose agli ingegneri (graduate, suppongo). Per i fisici che prendono un triennio di materia condensata serve, dopo un testo come quello di Ferry, un solido corso di struttura elettronica, ad esempio l'ultima fatica di Walter Harrison «Elementary Electronic Structure». Su questo ampio testo (piuÁ di 800 pagine) non occorre spendere molte parole, essendo derivato dal celebre e piuÁ volte ristampato libro dell'autore «Electronic Structure and the Properties of Solids» (Freeman 1980, Dover 1989). I solidi, anche se non menzionati nel titolo del nuovo libro, sono l'argomento centrale. Prendendo spunto dalle teoria elementare delle molecole vengono introdotti il metodo tight binding e il concetto di pseudopotenziale con un rapido esame dei problemi visti secondo questi schemi. Si parla quindi di semiconduttori a legami tetraedrici, delle loro proprietaÁ elastiche e dielettriche, delle loro bande d'energia e delle conseguenti proprietaÁ elettroniche, dei potenziali di deformazione che causano l'interazione elettrone-fonone, di difetti e impurezze. Seguono i solidi ionici (legami, proprietaÁ elastiche e dielettriche) e i solidi covalenti, i particolare gli ossidi di silicio e germanio. La seconda parte del libro riguarda i metalli: i metalli semplici (struttura elettronica e proprietaÁ di legame), i metalli di transizione, i metalli con le shell f, e i relativi composti. Chiudono il libro un ca- pitolo dedicato alle superfici e interfacce e una sintesi relativa ai sistemi solidi che non ricadono nelle categorie trattate. Complessivamente il libro si mantiene sullo stesso livello di chiarezza e completezza, e opera una scelta degli argomenti simile a quella dei testi precedenti ai quali Walt Harrison ci aveva bene abituato. Un appunto si puoÁ forse fare alla qualitaÁ grafica del testo e delle formule, non eccelsa. PeroÁ il costo contenuto del libro (versione paperback) lo rende accessibile agli studenti e giustifica ampiamente la scelta grafica. G. Benedek A. Zichichi Galilei divin uomo. Il Saggiatore, Milano 2001, pp. X+566, S 17.56 GiaÁ dal titolo si intuisce che questo libro pone in primo piano la questione della scienza e della fede. EÁ un libro molto complesso, un libro che va letto con molta attenzione se si vuole cogliere il cammino della scienza che, nella sua veste moderna, inizia con Galilei (e non Galileo, come fa notare l'autore: infatti si dice Newton e non Isacco!). Naturalmente non potroÁ toccare tutti gli argomenti svolti dall'autore poiche si tratta di «tutta» la scienza: va peroÁ detto che la scienza viene esposta (raccontata) in maniera accessibile senza bisogno di alcun apparato o di alcuna formula matematica. Esaminiamo ad esempio il capitolo 5: la relativitaÁ eÁ concetto chiave, alla base, praticamente, anche delle piuÁ soffisticate idee scientifiche odierne ed eÁ stata scoperta da Galilei. Einstein partõÁ proprio dal concetto galileiano di relativitaÁ estendendolo a tutte le nuove situazioni che si sono via via incontrate nello sviluppo delle scienze moderne; ad esempio all'epoca di Galilei non si conosceva nulla dell'elettromagnetismo e quindi il «divin uomo» non poteva applicare la relativitaÁ a cose non ancora note. Ma la base era stata gettata. CosõÁ si potrebbe far vedere quante altre scoperte odierne abbiano (vedi Cap. 8) alla base l'opera galileiana; potremmo fare anche un altro esempio per mostrare che le basi fondamentali date da Galilei non riguardino solo la fisica ma anche altre scienze come la biologia (vedi Cap. 6) come l'evoluzionismo biologico la genetica (Cap. 7) (come la decodifica del genoma umano) per non citarne che alcune. Il rapporto fede-scienza viene visto come fondamentale e, secondo l'autore (vedi per esempio il Cap. 11), se si nega l'atto di fede si nega anche la scienza. Su questa posizione si potrebbe discutere all'infinito; tuttavia eÁ interessante leggere gli argomenti portati a sostegno della unione scienza e fede (vedi al Cap. 10 l'insegnamento di Giovanni Paolo II). Si potrebbero elencare tante altre «scoperte» fatte da Galilei, ma vogliamo lasciare al lettore il gusto e la sorpresa di leggere questo affascinante libro. Comunque prima di chiudere questa breve recensione, vorrei soffermarmi ancora un momento sia sulla originale veste editoriale del libro a chiarimento del pensiero di Galilei dove si vede che le pagine pari sono dedicate ai riferimenti originali che mettono in luce l'opera di Galilei, sia anche sulla definizione di «tre livelli di credibilitaÁ scientifica galileiana». Queste pagine hanno il merito di far comprendere anche ai non addetti ai lavori il «livello di credibilitaÁ » in vari campi della ricerca, compresi gli studi sulla biologia e sulla genetica (vedi ad esempio il Cap. 4). Una esposizione dei fatti che permette di conoscere nel modo piuÁ chiaro il pensiero di Galilei, il lettore li troveraÁ nelle pagine dispari. Un libro di grande attualitaÁ e di straordinario interesse. Dunque buona lettura! V. de Sabbata 63