A me gli occhi, consumatore Lettori del movimento delle pupille,telecamere che scrutano i muscoli facciali È il monitoraggio hi-tech dei clienti. Oggi nelle ricerche di mercato,domani dal vivo S hopping in libertà? Illusione. «Oggi ognuno di noi riceve dai 3 mila ai 20 mila stimoli pubblicitari al giorno e il 98% dei nostri acquisti è dettato da scelte emozionali», dice Gianmarco Troia, fondatore di Qwince: società siciliana che ha sviluppato Neuralya, un sistema capace di misurare la risposta emotiva agli stimoli video e audio. Come altre aziende innovative, Qwince studia tecniche all'avanguardia per il monitoraggio dei consumi. Con il supporto di dispositivi installati sulle vetrine o sugli scaffali, Neuralya colleziona informazioni. Che, analizzate, consentono di determinare indicatori rappresentativi del comportamento del cliente. «Usiamo un sistema per seguire la posizione degli occhi e comprendere le dinamiche dell'attenzione — dice Troia —, uno per il riconoscimento delle espressioni facciali basato su telecamere, un caschetto per elettroencefalogramma portatile e un sistema che rileva l'attività elettrica della pelle». I centri studio Si ottengono così indicazioni su ciò che attira l'attenzione del potenziale consumatore e ne suscita le reazioni. In un'epoca in cui possediamo tutto e le caratteristiche dei pro- dotti tendono a equivalersi, le aziende sono costrette a esplorare nuove strade per rendere comunicazione e merci più appetibili. Per le analisi di mercato, invece dei questionari ora si impiegano dei volontari, studiati mentre fanno la spesa, con esperienza diretta. In futuro, alcuni sistemi (come le telecamere di analisi dello sguardo) potranno misurare le preferenze dei clienti veri, nei negozi. Che il monitoraggio hi-tech sia la nuova tendenza, lo dimostra del resto la nascita di centri di studio specializzati. Il laboratorio Pheel (Phisiology emotion and experience lab) del Politecnico di Milano rileva e mappa i segnali biometrici per interpretare i comportamenti umani. «Più che di neuromarketing, ci occupiamo di biomarketing, — dice Lucio Lamberti, professore di Marketing multicanale al Politecnico —. Non studiamo le attività cerebrali, bensì quelle fisiche: dai movimenti degli occhi alla sudorazione, fino alle micro-espressioni facciali. Poi facciamo un'analisi semiologica. È una disciplina ancora sperimentale, ma questi procedimenti affiancheranno sempre più spesso le ricerche di mercato tradizionali». Si indaga anche sulla propensione degli utenti ad accettare il prezzo esposto. Agroter, nata negli anni 90 da uno spinoff dell'Università di Bologna, svolge esperimenti di neuropricing, appunto: l'analisi del prezzo percepito inconsciamente dal consumatore. Usa rilevatori portatili di elettroencefalogramma, applicati a volontari coinvolti nell'indagine di mercato e condotti nei supermercati. «Sono tecniche ormai abbordabili anche per aziende di medie dimensioni», commenta il responsabile della ricerca, Michele Dall'Olio. Fra le aziende che usano invece le tecnologie di tracciamento dello sguardo (eye-tracking) c'è inVEsion. È un'impresa innovativa, che usa la realtà virtuale per simulare le corsie di un supermercato e monitorare i comportamenti dei potenziali consumatori. Con Xeye tracking i sistemi di inVRsion analizzano i movimenti delle pupille delle persone (anche in questo caso, volontari per l'esperimento), proiettandoli con un unico strumento su più elementi dello spazio vendita simulato: scaffali, prodotti, pubblicità. Si capisce così qual è il prodotto più cercato o più sfuggito. «La realtà virtuale restituisce in un contesto digitale misurabile le sensazioni di un contesto reale — dice Matteo Esposito, amministratore delegato di inVRsion —. Alziamo al massimo, con co- stanti investimenti in ricerca, la qualità della simulazione e degli strumenti di misurazione dei comportamenti del consumatore nella realtà virtuale. A breve centinaia di milioni di smartphone saranno abilitati e sarà normale frequentare con la realtà virtuale negozi per acquisti online, così come i musei». La pubblicità Infine c'è chi monitora, più semplicemente, i comportamenti dei consumatori in Rete. Mapendo, nella quale il network di business angel lag ha investito quasi un milione di euro, analizza l'attività degli utenti sugli smartphone e con le informazioni ricavate ottimizza la pubblicità delle società clienti su questi dispositivi. L'impresa, attiva da 24 mesi, dichiara un fatturato di oltre 2,5 milioni di euro e lavora quasi esclusivamente all'estero con operatori ecommerce inglesi, tedeschi, statunitensi e latino-americani. Insomma, che il «Grande Fratello» ci tenga d'occhio è cosa risaputa. Ma oggi è costretto a farlo con tecniche più diffuse e sofisticate. Sono allo studio telecamere che, installate in un punto vendita, misurano le reazioni degli individui attraverso i movimenti dei muscoli facciali. È anche il segno che il consumatore è un essere complesso, non così facilmente condizionabile.