Atomo di elio 14 Atomo di elio L'atomo di elio rappresenta l'esempio più chiaro di un sistema di due elettroni in un potenziale comune. L'analisi dello spettro ottico dell'He mostra che le righe spettrali possono essere classificate con l'aiuto di due diagrammi di livelli energetici virtualmente separati, con praticamente nessuna transizione che colleghi un livello di un gruppo con un livello dell'altro. Un tempo si credette che questi gruppi separati appartenessero a due elementi diversi e distinti, a cui fu dato il nome di orto - elio e para - elio. La Figura 1.16 mostra il diagramma semplificato dei livelli dell'elio. L'esperienza fornisce i seguenti valori dell'energia dello stato fondamentale e dell'energia di ionizzazione: I! œ ()Þ)" /Z I3983DD+D398/ œ #%Þ& /Z L'hamiltoniana non relativistica dell'atomo di elio è espressa da L œ"Š # " 4 " +4 64 # † =4 " 4 :4# ^/# /# ‹ #7 <4 <"# " ,34 63 † =4 - 6" † 6# . =" † =# Ð1.59Ñ 3Á4 dove i primi tre termini rappresentano l'energia cinetica ed elettrostatica, mentre gli altri termini rappresentano le varie interazioni magnetiche (spi8-orbita, spin-altra orbita, orbita-orbita, spin-spin). Come abbiamo visto nel caso dei sistemi idrogenoidi, l'entità delle interazioni magnetiche è dell'ordine di "!% /Z . L'energia elettrostatica risulta ben superiore: ad esempio, ad una distanza di " Å è "% /Z . Possiamo, quindi, trascurare i termini d'interazione magnetica nella (1.59) rispetto Anno accademico 2011/2012 1 Atomo di elio Figura 1.16. Livelli energetici dell’atomo di He - 78.8 all'interazione elettrostatica. L'hamiltoniana (#Þ"&&) si riduce a L œ " L4 # " 4 /# <"# con L4 ´ Š :4# ^/# ‹ #7 <4 Ð1.60Ñ La risoluzione analitica dell'equazione di Schrödinger con l'hamiltoniana (2.156) non risulta possibile, e si deve ricorrere a metodi approssimati e/o numerici. Come si vede, la presenza del termine di interazione elettrostatica tra i due elettroni rende l'hamiltoniana non separabile, cioè L non risulta esprimibile in una serie di termini dipendenti dalle sole coordinate dei singoli elettroni separati. Seguiremo qui l'approccio perturbativo, che consiste nel considerare l'interazione elettrostatica tra gli elettroni come una perturbazione rispetto all'interazione elettrone-nucleo. Poniamo dunque: L ! ´ " L4 # Lw ´ " 4 /# <"# Ð1.61Ñ L'hamiltoniana L ! rappresenta l'hamiltoniana dei due elettroni non interagenti tra loro in presenza del campo centrale coulombiano dovuto alla carica ^/ (^ œ #). L'equazione di Schrödinger per la funzione d'onda <Ð"ß #Ñ dei due elettroni è dunque: L ! < Ð"ß #Ñ œ I ! < Ð"ß #Ñ Ð1.62Ñ Poichè L è separabile nei due termini L" e L# relativi ai due elettroni, la funzione <Ð"ß #Ñ fattorizza nel prodotto delle due autofunzioni monoelettroniche <Ð"Ñ e <Ð#Ñ: Anno accademico 2011/2012 2 Atomo di elio <Ð"ß #Ñ œ <Ð"Ñ <Ð#Ñ Ð1.63Ñ con L"! < + Ð"Ñ œ I+! <+ Ð"Ñ L#! < , Ð#Ñ œ I,! <, Ð#Ñ I ! ´ I+! I,! Ð1.64Ñ dove <+ Ð"Ñ rappresenta la funzione d'onda dell'elettrone " di autovalore I+! e <, Ð#Ñ l'autofunzione dell'elettrone # con autovalore I,! ; + e , rappresentano l'insieme dei tre numeri quantici delle autofunzioni idrogenoidi. All'autofunzione (#Þ"&*) corrisponde l'autovalore I ! œ I+! I,! . Come è noto, la Meccanica Quantistica ha portato alla revisione del concetto di distinguibilità di particelle identiche: dal punto di vista quantistico è impossibile distinguere un elettrone dall'altro e attribuire, quindi, univocamente i numeri quantici + e , alle due particelle. Ciò induce a ritenere altrettanto valida la funzione d'onda <Ð#ß "Ñ œ <+ Ð#Ñ<, Ð"Ñ Ð1.65Ñ in cui si sono scambiati tra loro i due elettroni. Anche la funzione d'onda <Ð#ß "Ñ è ancora un'autofunzione di L ! appartenente allo stesso autovalore I ! . Se vogliamo, quindi, garantire l'indistinguibilità dei due elettroni, dobbiamo prendere una funzione d'onda che sia combinazione lineare delle due alternative <Ð"ß #Ñ e <Ð#ß "Ñ, con pesi uguali, vale a dire uguali valori del quadrato dei due coefficienti. In corrispondenza della configurazione elettronica +ß , esistono pertanto due stati descritti dalle funzioni d'onda <WßE Ð"ß #Ñ œ " ’< Ð"ß #Ñ „ < Ð#ß "Ñ“ È# Ð1.66Ñ Le (1.66) risultano autofunzioni di L appartenenti all'autovalore I ! . Se i due elettroni sono in stati quantici diversi (+ Á ,), <Ð"ß #Ñ risulta diversa da <Ð#ß "Ñ e quindi <W da <E : il livello energetico risulta pertanto doppiamente degenere (indipendentemente da altre eventuali degenerazioni). Questa particolare degenerazione, derivante appunto dall'identità delle due particelle in virtù della quale tutti i livelli energetici risultano doppi, si chiama "degenerazione di scambio" o di "risonanza". Per stati quantici delle due particelle uguali, + œ ,, questa degenerazione è assente e la <E Ð"ß #Ñ è identicamente nulla. Separazione delle variabili di spin Nella nostra approssimazione l'hamiltoniana (2.156) non contiene operatori di spin, ed è quindi possibile trattare il problema separando le autofunzioni nella forma fattorizzata GÐ<ß 5 Ñ œ < Ð<Ñ ; Ð5 Ñ Ð1.67Ñ dove la variabile di spin 5 può assumere i valori „ ". Inoltre, poichè trascuriamo le forze dovute agli spin, gli autovalori I ! risulteranno indipendenti dai numeri quantici di spin: da ciò deriva un'ulteriore degenerazione, che prende il nome di "degenerazione di spin". Come è noto, gli elettroni appartengono alla classe di particelle che obbediscono alla statistica di Fermi-Dirac e sono descritti da autofunzioni complessivamente antisimmetriche rispetto allo scambio delle particelle. Pertanto nella (1.66) solo l'autofunzione <E può essere scelta per la descrizione dei due elettroni nell'atomo di elio. Nell'ipotesi di fattorizzazione (1.67), possiamo avere Anno accademico 2011/2012 3 Atomo di elio un'autofunzione <E Ð"ß #Ñ complessivamente antisimmetrica combinando funzioni spaziali < e di spin ; rispettivamente simmetriche e antisimmetriche, e viceversa: GE Ð"ß #Ñ œ <W Ð"ß #Ñ ;E Ð"ß #Ñ oppure <E Ð"ß #Ñ ;W Ð"ß #Ñ Ð1.68Ñ (si noti che nei secondi membri delle (1.67) e (1.68) le <Ð"ß #Ñ sono funzioni delle sole coordinate spaziali). Per le autofunzioni spaziali avremo < WßE Ð"ß #Ñ œ " ’< + Ð"Ñ< , Ð#Ñ „ < + Ð#Ñ< , Ð"Ñ“ È# Ð1.69Ñ Si noti che per la funzione totale di spin dei due elettroni " e # esistono le seguenti quattro possibilità: MÑ ; Ð"Ñ ; Ð#Ñ MMMÑ ; Ð#Ñ ; Ð"Ñ MMÑ ; Ð"Ñ ; Ð#Ñ MZ Ñ ; Ð"Ñ ; Ð#Ñ Ð1.70Ñ Le autofunzioni I e IV sono simmetriche rispetto allo scambio degli elettroni, mentre le II e III si scambiano tra loro. In assenza di perturbazioni (elettroni non interagenti), le precedenti autofunzioni, moltiplicate per le relative parti spaziali, corrispondono allo stesso autovalore I ! che risulta quattro volte degenere. In un campo magnetico, gli stati rappresentati dalla prima ( Å Å ) e quarta ( Æ Æ ) autofunzione hanno energie diverse tra loro e diverse anche da quelle della seconda ( Å Æ ) e terza ( Æ Å ) autofunzione, benchè queste ultime siano degeneri l'una rispetto all'altra. In particolare, gli stati descritti da queste due autofunzioni, ; Ð"Ñ; Ð#Ñ e ; Ð#Ñ; Ð"Ñ, sono soggette al fenomeno di risonanza di Heisenberg. L'interazione mutua (elettrostatica) tra i due spin mescolerà, perciò, le due autofunzioni in maniera simmetrica ed antisimmetrica, cui farà corrispondere energie diverse. Poichè la funzione d'onda deve risultare antisimmetrica nello scambio dei due elettroni, alle autofunzioni di spin I e IV dovremo associare una funzione d'onda spaziale antisimmetrica <E Ð"ß #Ñ. Alla autofunzione spaziale simmetrica <W Ð"ß #Ñ dovremo, invece associare una funzione di spin antisimmetrica, che potremo prendere, per quanto già osservato, come combinazione (antisimmetrica) delle autofunzioni II e III. D'altra parte, sempre per quanto osservato, sarà necessario considerare anche la combinazione simmetrica delle II, III, che corrisponde alla stessa energia. Avremo, perciò, le quattro autofunzioni, degeneri, che descrivono lo stato imperturbato (L w œ !): G" Ð"ß #Ñ œ <E Ð"ß #Ñ ; Ð"Ñ ; Ð#Ñ G# Ð"ß #Ñ œ <E Ð"ß #Ñ È"# ’; Ð"Ñ ; Ð#Ñ ; Ð#Ñ ; Ð"Ñ“ G$ Ð"ß #Ñ œ <E Ð"ß #Ñ ; Ð"Ñ ; Ð#Ñ G% Ð"ß #Ñ œ <W Ð"ß #Ñ È"# ’; Ð"Ñ ; Ð#Ñ ; Ð#Ñ ; Ð"Ñ“ Ð1.71Ñ Nello stato fondamentale (+ œ ,) l'energia I ! dei due elettroni non interagenti è quella corrispondente a due atomi idrogenoidi: I ! œ #^ # IL µ ) † "$Þ' /Z œ "!)Þ) /Z Anno accademico 2011/2012 Ð1.72Ñ 4 Atomo di elio valore che si differisce notevolmente da quello sperimentale di ()Þ)" /Z . Per calcolare le correzioni di approssimazione zero bisogna prendere un sistema di autofunzioni imperturbate corrispondenti all'autovalore I ! e risolvere la relativa equazione secolare. Se prendiamo le autofunzioni (1.71) come sistema di autofunzioni imperturbate, si verifica facilmente che l'hamiltoniana L w risulta diagonale con: Ð3 œ "ß #ß $Ñ ‡ Ø 3lL w l3 Ù œ ' G‡3 L w G3 .Z œ ' <E L w <E .Z ´ ME Ø %lL l% Ù œ ' G‡% L w G% .Z œ ' <W‡ L w <W .Z ´ MW Ð1.73Ñ w con MW œ G N e ME œ G N MW ME œ #N G ´ ' <+‡ Ð"Ñ<,‡ Ð#Ñ L w <+ Ð"Ñ<, Ð#Ñ .Z N ´ ' <+‡ Ð"Ñ<,‡ Ð#Ñ L w <+ Ð#Ñ<, Ð"Ñ .Z Ð1.74Ñ Ð1.75Ñ Ð+ Á ,Ñ La perturbazione scinde, pertanto, il livello imperturbato I ! nei due livelli distinti IW , IE associati ad una autofunzione simmetrica e a una antisimmetrica: IW œ I+! I,! G N IE œ I+! I,! G N (livello singolo, "singoletto") Ð1.76Ñ (livello triplamente degenere, "tripletto") Il livello descritto dall'autofunzione simmetrica (spazialmente) risulta singolo, mentre quello con autofunzione antisimmetrica è triplamente degenere. La separazione in energia tra il livello di singoletto e quello di tripletto vale #N . L'integrale N nella (1.75) prende il nome di "integrale di scambio", ed è privo di analogo classico nel caso di interazione elettrostatica, L w œ /# Î<, si potrebbe ritenere l'energia di interazione elettrostatica con se stessa di una carica di "scambio" distribuita con densità <+‡ Ð"Ñ<, Ð"Ñ‘. L'indistinguibilità dei due elettroni comporta quindi una differenza in energia tra gli stati +ß , descritti dalle funzioni d'onda simmetrica (spaziale) <W e quelli descritti dalla funzione d'onda antisimmetrica (spaziale) <E . Poichè si dimostra che N è positivo (nel caso presente), l'energia IE corrispondente all'autofunzione antisimmetrica risulta minore di IW corrispondente all'autofunzione simmetrica. L'integrale G nella (1.75) si chiama "integrale Coulombiano": esso è interpretabile fisicamente come l'energia coulombiana classica di due "nebbie" di carica diffuse nello spazio con densità /# l<+ Ð"Ñl# e /# l<b Ð2Ñl# . Come si vede, l'interazione dovuta alla repulsione elettrostatica tra i due elettroni toglie la degenerazione tra i livelli di singoletto e di tripletto (è infatti un fenomeno di risonanza). I livelli di tripletto rimangono, però, ancora degeneri: per rimuovere questa ulteriore degenerazione è necessario considerare nell'Hamiltoniana d'interazione le forze magnetiche. Anno accademico 2011/2012 5 Atomo di elio Come si vede dalla (1.71), le autofunzioni del tripletto si ottengono moltiplicando una autofunzione di Schrödinger antisimmetrica per una autofunzione di spin simmetrica, mentre l'autofunzione del singoletto è il prodotto di una autofunzione di Schrödinger simmetrica per una di spin antisimmetrica. Stato fondamentale Nello stato fondamentale dell'elio i due elettroni hanno lo stesso gruppo di numeri quantici spaziali (+ œ ,): ne segue che le autofunzioni corrispondenti al livello triplo si annullano (<E œ !), e lo stato fondamentale dell'He è perciò uno stato di singoletto. All'autofunzione G% delle (1.71) corrisponde l'autovalore I ! G . La valutazione dell'integrale coulombiano G è in genere condotta attraverso lo sviluppo di < in termini dei polinomi associati di Legendre. Prendendo per <W l'espressione <W Ð<" ß <# Ñ œ <"= Ð<" Ñ<"= Ð<2 Ñ œ ^ $ ^Ð<" <# ÑÎ+! / 1+!$ Ð1.77Ñ si trova: Gœ & ^/# & œ ^ IL ) +! % Ð1.78Ñ e quindi & IW œ I ! G œ Œ#^ # ^ IL % Ð1.79Ñ Per ^ œ #ß G vale $%Þ! /Z , e IW œ (%Þ) /Z , da confrontare con il valore sperimentale di ()Þ)" /Z . L'accordo non è particolarmente cattivo se si tiene conto che la correzione dell'energia del livello imperturbato prodotta dalla perturbazione elettrostatica è del 32%, valore molto elevato per giustificare il ricorso al metodo perturbativo. L'energia di prima ionizzazione sarà data da: & I3983D œ IW ^ # IL œ Œ^ # ^ IL ¶ #!Þ% /Z % Ð1.80Ñ da confrontare con il valore sperimentale di 24.5 eV. Anno accademico 2011/2012 6