Università di Bologna, Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica Esercitazioni di E LETTRONICA L-C Anno Accademico 2001/2002 Esercitazione N. 3 31 Maggio 2002 Questa esercitazione prevede la progettazione e la simulazione di un oscillatore (quasi) sinusoidale che utilizza un amplificatore a controllo automatico di guadagno (AGC). Il lavoro di laboratorio svolto precedentemente ha messo in evidenza come per realizzare oscillatori che producono forme d’onda a basso contenuto armonico (poco distorte) è indispensabile utilizzare filtri molto selettivi oppure fare operare l’elemento attivo (cioè l’amplificatore) lontano dalla regione di saturazione, dove la sua non-linearità è meno marcata. È anche stato osservato che per soddisfare quest’ultima condizione spesso si giunge a dimensionamenti critici, in cui la robustezza dell’oscillatore alla variazione dei parametri dei dispositivi non è soddisfacente. In particolare, si rischia che piccolissime variazioni dei parametri provochino ampie fluttuazioni dell’ampiezza dei segnali, il che è indesiderabile. Problemi di questa natura possono essere risolti introducendo ulteriori meccanismi di retroazione per controllare l’ampiezza dell’oscillazione. A titolo di esempio, in questa prova viene utilizzato un elemento attivo a controllo automatico di guadagno, in cui la pendenza della caratteristica statica nella regione di lavoro viene adattata continuamente al fine di ottenere un segnale di uscita di ampiezza prefissata. Obiettivi dell’esercitazione: 1. Verificare i concetti appresi a lezione sul progetto di oscillatori. In particolare, nel sistema oggetto di questa prova è indispensabile introdurre opportune approssimazioni per poter applicare le metodologie di analisi note. 2. Affrontare le problematiche di progetto relative a blocchi circuitali quali amplificatori a guadagno controllabile elettronicamente e rivelatori di cresta. 3. Realizzare un controllo automatico di guadagno (che può essere utile nel progetto di oscillatori, ma anche in una varietà di problemi di signal processing). Progetto dell’oscillatore Lo schema a blocchi del sistema oggetto della prova viene fornito alla figura seguente: FILTRO BP Amplificatore controllato non lineare e non reattivo Vx (t) Vy (t) vy (t) = k f(vx (t)) k (imposizione dell’ampiezza desiderata dell’oscillazione) Vref Circuito di controllo del guadagno (la costante "k" e’ rappresentata da una corrente di polarizzazione dell’amplificatore) Vy (t) Verr + Σ FILTRO LP − vA (t) vM (t) Rilevatore di cresta Figura 1: Schema a blocchi equivalente di un oscillatore quasi sinusoidale con AGC. Nel seguito, verranno realizzati individualmente i vari blocchi e poi si provvederà a comporli per simulare il sistema complessivo. Progetto dell’amplificatore controllato elettronicamente Occorre progettare un amplificatore il cui guadagno possa essere variato con continuità soddisfacendo i seguenti requisiti: 1. Il guadagno deve poter essere variato agendo su di una grandezza elettrica (per esempio una tensione/corrente di polarizzazione) e non i parametri di un componente (per esempio la resistenza di un resistore). In questo modo si realizza un circuito il cui guadagno può essere modificato da un altro circuito; 2. Il legame tra il guadagno ed il parametro che lo controlla deve per quanto possibile essere continuo e lineare; 3. L’azione sul parametro che controlla il guadagno deve avere un effetto piccolo o addirittura nullo sulla tensione di uscita a riposo dell’amplificatore. La cella differenziale (figura 2) si presta a realizzare un sistema di questo tipo. Infatti, il guadagno è direttamente proporzionale alla corrente di polarizzazione e, per la è (quasi) indipendente dalla . Per poter utilizzare la cella amplificatrice nell’anello a controllo automatico di guadagno, occorre avere un segnale di uscita di almeno qualche Volt di ampiezza, in modo che il rivelatore di cresta possa operare correttamente. Dunque, bisogna progettare la cella in modo tale che possa fornire tensioni di uscita ampie, pur rimanendo lontano dalla saturazione. A tal fine si impone come specifica di 2 Vcc = 5V N1 Q3 Q4 Ibias Vout N2 Vin Q1 Q2 E Rc I0 Figura 2: Amplificatore a guadagno controllabile elettronicamente. progetto un guadagno nominale più grande di quello utilizzato nelle esercitazioni precedenti ( ). Come nelle esercitazioni precedenti, si assume che l’amplificatore sia caricato da un filtro con impedenza di ingresso di alla pulsazione di risonanza. 1. Stabilito che si hanno transistor con !"" ed effetto Early trascurabile, che la temperatura %$"& può essere assunta pari a # ( ('*) +-,/. ) e che si vuole controllare il guadagno modificando intorno al valore nominale di 0,21 , si dimensioni la cella in maniera che in presenza del carico (assunto in condizioni di risonanza) siano soddisfatti i seguenti requisiti: (a) con 3 4 la tensione di uscita sia 5 4+6. ; (b) il guadagno sia pari a 5 . 2. Si verifichi con Spice che il guadagno è controllabile elettronicamente, effettuando opportune 8 0,21 , ,71 e :9,21 . analisi AC per per 3. Per gli stessi valori di , si traccino le caratteristiche statiche dell’amplificatore. Si verifichi che il il punto di riposo che corrisponde a ;<= > non varia in maniera significativa al variare 8 di . 4. Con le stesse caratteristiche statiche, si controlli la possibilità di avere tensioni in uscita comprese tra 6. e ?0. senza che l’amplificatore si avvicini troppo alle regioni di saturazione. Progetto del filtro passa-banda La figura 3 mostra lo schema del filtro passa banda da adottare, che è lo stesso delle esercitazioni precedenti. Rispetto alle esercitazioni precedenti, bisogna ora dimensionare il filtro in modo che abbia un’attenuazione più forte. Infatti, si vuole che l’attenuazione sia uguale al guadagno nominale dell’amplificatore. 5. Si dimensionino @BA , @C , D5A e EFA in modo da soddisfare i seguenti requisiti: 3 Vin Vout L1 R1 C1 R2 Figura 3: Schema del filtro passa banda. (a) Frequenza di risonanza G "HJIK ; (b) Impedenza di ingresso alla frequenza di risonanza ; (c) Fattore di merito LM >+ . (d) Attenuazione alla frequenza di risonanza pari a AONQP R0SUT CWVYXZ[ P . Si ricordi a questo proposito che la forma canonica di un filtro passa banda del second’ordine è: \^]Z_%` g >ba;cedFf 3j h(i g j hki gml i n 6. Si effettuino le analisi Spice AC necessarie a verificare il soddisfacimento dei requisiti di progetto. Progetto del rivelatore di cresta Il circuito in figura 5 realizza un rivelatore di inviluppo a singola semionda (rivelatore di cresta). Vin D Vout R C Figura 4: Circuito rilevatore di cresta, realizzato a componenti discreti. Si assuma @o 0HJ . 7. Si dimensioni E in maniera tale che per un segnale di ingresso sinusoidale di ampiezza qpO+-. , offset Jpr+6. e frequenza G HJIK si abbia un ripple in uscita inferiore all’1–2 % " dell’ampiezza dell’oscillazione. 8. Si verifichi la correttezza del dimensionamento di E simulazione in transitorio. 4 ed il funzionamento del circuito con una 9. Sempre nell’analisi in transitorio, si tracci l’andamento della corrente di ingresso del circuito. 10. Si ripeta l’analisi in transitorio inserendo un resistore da HJ tra la sorgente ed il rivelatore di cresta. Il comportamento della tensione di uscita cambia? 11. Si ripeta l’analisi in transitorio caricando il rivelatore con un resistore da comportamento della tensione di uscita cambia? 0HJ . Il 12. Alla luce degli ultimi tre risultati, si dica perché è opportuno circondare il rivelatore di cresta con due buffer, come mostrato alla figura seguente: − D − + Vin Vout + R C Figura 5: Circuito rilevatore di cresta, con ingresso e uscita bufferizzati. 13. Si realizzino i buffer ad operazionale, utilizzando uno dei noti modelli dell’OpAmp, ad esempio: .SUBCKT OPAMP INP INN OUT PARAMS: VUMP=10 VUMN=-10 AD=100K EOA OUT 0 VALUE={MAX(MIN(AD*V(INP,INN),VUMP),VUMN)} .ENDS Progetto del circuito di condizionamento del segnale all’uscita del rivelatore di cresta Si faccia riferimento allo schema a blocchi mostrato all’inizio. Il circuito di condizionamento del segnale di uscita del rivelatore di cresta deve applicare un filtraggio passa basso per ottenere s che è un’indicazione lentamente variabile dell’ampiezza del segnale e poi, da questa, deve ricavare una tensione di errore ;teuvuw 4;utyx{z|s . Un’operazione di questo genere può essere realizzata con lo schema in figura 6. VM VA RF Verr EF Verr=Vref-VA CF Figura 6: Circuito di condizionamento del segnale all’uscita del rivelatore di cresta. 5 Si noti che l’operazione di differenza potrebbe venire realizzata con un amplificatore differenziale ad operazionali, piuttosto che con il generatore comandato ideale mostrato in figura. Purtroppo l’introduzione dell’operazionale e delle relative resistenze porterebbe poi ad avere un numero di componenti eccessivo per la simulazione con la versione evaluation di PSPICE. 0HJ , si dimensioni la capacità per avere una frequenza di taglio pari a 14. Posto @} (cioè molto più piccola della frequenza di oscillazione). HJIFK 15. Si facciano le necessarie verifiche con un’analisi AC e Spice per controllare la correttezza del dimensionamento. Generazione della corrente di controllo per l’amplificatore a guadagno controllato Per chiudere l’anello di controllo automatico di guadagno, occorre generare una corrente proporzionale alla tensione di errore, da applicare al nodo di emettitore della cella differenziale, come mostrato alla figura seguente: Vin Q1 Q2 I’0 I controllo gC < 0 g C.Verr I 0= 10mA Figura 7: Conversione della tensione di errore nella corrente di controllo della cella differenziale. Si assume inizialmente un valore di transconduttanza ~ per il generatore comandato pari a - N . Chiusura degli anelli di retroazione Definiti i vari blocchi funzionali si tratta ora di simulare il circuito completo, comprensivo dei due anelli di retroazione. Si ponga utrx (pO?-. e si effettuino le analisi in transitorio necessarie a rispondere ai seguenti quesiti: 16. Si determini la tensione di uscita del circuito filtrante s , quando il sistema è a regime. 17. Si determini l’ampiezza delle oscillazioni all’uscita della cella differenziale (segnale k ) e si vej rifichi che è circa uguale a ;utrx (z/+6. , dove ( è la tensione di soglia del diodo che compare nel rivelatore di cresta e i +-. sono il valore di riposo della tensione all’uscita dell’amplificatore. 18. Si verifichi la THD del segnale all’uscita dell’amplificatore e si controlli che è soddisfacente. 6 19. Si provi a variare qualche parametro del sistema di 3 e si verifichi che il sistema è robusto per quanto riguarda la sua capacità di oscillare e l’ampiezza delle forme d’onda. $ 20. Si porti utyx a prima a (p0. e poi a rp 6. . Si verifichi che il circuito continua a produrre j (z+6. . Entro quale intervallo di valori deve stare utyx perché oscillazioni di ampiezza ;utrx il circuito operi correttamente? 21. Si provi a simulare il circuito in transitorio con una utyx che varia lentamente nel tempo e si verifichi che l’oscillatore traccia correttamente la ; con l’ampiezza delle proprie forme d’onda. 22. Si determini se esistono valori della transconduttanza ~" che conducono il sistema a smettere di comportarsi come un oscillatore sinusoidale. Controllo effettuato mediante amplificatore push-pull a transistor MOS (facoltativo) Senza ricorrere ad un generatore comandato, è possibile ottenere direttamente la corrente partire dalla tensione di errore ;teuvu utilizzando lo schema seguente, visto a lezione: Q1 Ou< a Vdd Q2 M1 I’0 Verr I controllo I0 M2 Vee $ $ C Posto che i transistor sono caratterizzati da ('( (p , ('q4 }zqp , 0;1 N . , C ?0;1 N . e che D 0;, , 23. Si determinino analiticamente i valori da attribuire a , gZg , ¡ e per avere ru< )o , quando tmuvuw 4-. . ¢£O¤¦¥Z§U¨O¤¦© © ¤ (b) «ª­¬ ¨y¨ ) - N per ;teuvu3 >0. . (a) ] ` 24. Si utilizzi un’analisi DC per verificare che la caratteristica ru ;teuvu non sia troppo dissimile da quella ottenuta con il generatore ideale nella sezione precedente, almeno in un intorno di ;teuvu 4-. . 25. Si simuli l’intero oscillatore in transitorio, utilizzando questa soluzione per controllare il guadagno della coppia differenziale. 7 A cura di: Ing. A. Leonardi, Ing. S. Callegari. NETLIST Test oscillatore quasi sinusoidale con agc * Giusto per avere VT=25mV, il che semplifica i conti .temp 17 .options tnom=17 * Modelli dei dispositivi impiegati .model TRNPN NPN BF=200 .model TRPNP PNP BF=200 .model DIODE D * Un modello di amplificatore operazionale .subckt opamp inp inn out params: ad=100K vump=10 vumn=-10 E1 out 0 value={min(max(ad*v(inp,inn),vumn),vump)} .ends * tensioni di alimentazione vcc cc 0 dc 10 vee ee 0 dc -1 * riferimento ampiezza segnale (vref è l’ampiezza che voglio avere * tolgo una tensione di soglia, perchè anche il rivelatore di picco * lo fa) vref ref 0 dc 7.5 dref ref refi DIODE rref refi 0 500k * Amplificatore differenziale a guadagno controllato elettricamente * il guadagno è proporzionale a ggain e vale 100 quando la corrente * su ggain è 10mA ed il sistema ha un carico di 500 Ohm. Q1 c1 x e TRNPN Q2 yi 0 e TRNPN Q3 c1 c1 cc TRPNP Q4 yi c1 cc TRPNP ggain e 0 value={10m-(v(zz)-v(refi))*10m} Ibias 0 yi DC 5m RL yi 0 1000 * Il carico è costituito dal parallelo della resistenza RL e dell’impedenza di * ingresso del filtro posto a valle (il filtro è dimensionato per avere Zin=10 * alla pulsazione di risonanza) Vcnn1 yi y DC 0 * Filtro passabanda: f0=100kHz, Q=5, attenuazione=100, Zin=1000 alla freq. di 8 * risonanza r1 y 1 990 l1 1 2 7.9578m c1 2 xi 318.31p r2 xi 0 10 vcnn2 xi x DC 0 * Rivelatore di picco. L’uscita è bufferata. rp1 y 3 1 dp1 3 z DIODE cp1 z 0 100p rp2 z 0 1meg xbuff1 z o1 o1 opamp params: vumn=0 * L’uscita del rivelatore di picco viene filtrata con un filtro passa * basso con frequenza di taglio molto bassa rispetto a quella dell’ * oscillatore (ft=1kHz) in questo modo si ottiene la dinamica "lenta" * dell’agc rp3 o1 zz 1meg cp2 zz 0 159p * La tensione di uscita del filtro controlla il blocco amplificatore .probe .tran 0.5u 1m 0 0.1u .end 9