Less-invasive approaches to perioperative haemodynamic optimization Geisen M, Rhodes A, Cecconi M Curr Opin Crit Care 2012, 18:377–384. Il monitoraggio emodinamico può migliorare l’outcome dei pazienti ad alto rischio se correlato a protocolli clinici ben validati che si propongono di ottimizzare la disponibilità di ossigeno (oxygen delivery, DO2I). Negli ultimi anni sono state introdotte nella pratica clinica numerose metodiche di monitoraggio meno invasive o totalmente non invasive che hanno via via sostituito lo standard di riferimento clinico, il catetere arterioso polmonare (PAC). Bisogna tener conto, tuttavia, che ciascuna metodica di monitoraggio ha delle proprie caratteristiche di accuratezza, precisione ed efficacia nell’individuare una variazione dei parametri analizzati. Inoltre, l’applicazione di un sistema di monitoraggio non è in grado da solo di influenzare l’outcome del paziente a meno che non sia inserito in un razionale programma terapeutico, come è già stato dimostrato per l’applicazione del PAC. L’ecocardiografia (transtoracica o transesofagea) garantisce un’immediata valutazione dei rapidi cambiamenti emodinamici, sebbene non applicabile come monitoraggio in continuo con le attuali sonde a disposizione. I sistemi mini invasivi attualmente disponibili per il monitoraggio della gittata cardiaca (CO) si basano sui seguenti principi: analisi della pressione del polso (calibrati, non calibrati, non invasivi), Doppler, applicazione del principio di Fick e diluzione del colorante, bioimpedenza, bioreattanza e indici pletismografici. L’analisi del contorno del polso permette la misurazione dello stroke volume (SV) dalla lettura dell’onda arteriosa, attraverso un catetere arterioso o attraverso una cuffia posizionata attorno alle dita. Tra questi sistemi si distinguono sistemi che necessitano di calibrazione ed altri non calibrati. Esistono poi diversi sistemi non invasivi che utilizzano differenti tecnologie (algoritimi ricavati dall’onda pressoria, doppler, biompedenzometria, bioreattanza, principio di Fick e della diluizione del colorante). La maggior parte dei sistemi a disposizione forniscono variabili emodinamiche addizionali, quali il monitoraggio di parametri pressori e/o volumetrici statici. Alcuni ci offrono anche la possibilit di monitorizzare parametri emodinamici dinamici utili nel paziente ventilato meccanicamente nel periodo intraoperatorio. Il clinico deve essere in grado di valutare di volta in volta l’appropriatezza della metodica da utilizzare affinché questa sia la più precisa o la più accurata a seconda della situazione clinica (tipologia di paziente, setting clinico, expertise del team). Sarebbe auspicabile comunque una verifica ecografica (TTE o TEE) in caso di variazioni acute dell’assetto emodinamico.