Roma, 14 ottobre 2014 Comunicato stampa Nuove strade per la diagnosi di depressione e suscettibilità allo stress La scoperta è di una giovane neuroscienziata italiana della Rockefeller University di New York che ha identificato i meccanismi molecolari di suscettibilità allo stress a partire dagli studi condotti nel laboratorio di Neurofarmacologia della Sapienza Perché di fronte alle avversità, alcune persone soccombono allo stress sviluppando depressione e ansia, mentre altre riescono a fronteggiare il carico dello stress? Un nuovo studio della Rockefeller University di New York, recentemente pubblicato su “Molecular Psychiatry”, prima rivista del gruppo Nature nel settore della psichiatria, ha identificato i meccanismi molecolari del cosidetto Stress Gap che potrebbe portare all’identificazione di nuovi marcatori molecolari per la diagnosi di queste patologie devastanti. I risultati dello studio rappresenterebbero una svolta nella comprensione della patofisiologia dei disturbi psichiatrici, quali depressione e ansia. Nel team Carla Nasca, giovane neuroscienziata approdata presso la Rockefeller University dopo gli studi condotti nel laboratorio di Neurofarmacologia del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza. “Attualmente, la depressione è diagnosticata soltanto sulla base di sintomi - dice Carla Nasca - ma questi risultati ci portano sulla buona strada per scoprire marcatori molecolari nell’uomo che possano aiutare nella diagnosi di queste patologie devastanti e portare allo sviluppo di farmaci ad azione rapida che sono particolarmente importanti per diminuire il rischio di suicidio”. L’esperimento condotto su un campione di animali da laboratorio, ha mostrato che un gruppo di essi sviluppa comportamenti simili a ansia e depressione nell’uomo, un altro rimane resiliente. Sapienza Università di Roma CF 80209930587 PI 02133771002 Capo Ufficio Stampa: Alessandra Bomben Addetti Stampa: Christian Benenati - Marino Midena - Barbara Sabatini - Stefania Sepulcri Addetto Comunicazione: Danny Cinalli Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma T (+39) 06 4991 0035 - 0034 F (+39) 06 4991 0399 [email protected] [email protected] www.uniroma1.it Pag 2 I ricercatori hanno dimostrato che il gruppo di animali suscettibile allo stress ha livelli più bassi di una proteina conosciuta come mGlu2 (recettore metabotropico del glutammato di tipo 2) in una regione chiave del cervello nella risposta allo stress, l'ippocampo. La diminuzione del recettore mGlu2, deriva da un cambiamento epigenetico, che altera l'espressione dei geni, in questo caso del gene che codifica per il recettore mGlu2. Questi risultati costituiscono un tassello importante verso la comprensione delle basi molecolari delle differenze individuali di risposta allo stress. “Ogni individuo così come ogni animale ha esperienze uniche nel corso della propria vita - dice Bruce McEwen (senior autore del lavoro e Alfred E. Mirsky Professor) - E sospettiamo che queste esperienze di vita possano alterare l'espressione dei geni e di conseguenza, condizionare la risposta di un individuo allo stress”. Una riduzione del recettore mGlu2 è fondamentale perché questa proteina regola il rilascio del glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio del Sistema Nervoso centrale, dai terminali nervosi. Il glutammato svolge un ruolo chiave nella comunicazione tra i neuroni che è essenziale per molti importanti processi cerebrali. Livelli troppo alti di glutammato possono indurre cambiamenti strutturali nocivi per il cervello. Studi sull’mGlu2 erano stati condotti da Carla Nasca nel laboratorio di Neurofarmacologia del dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza in una ricerca che aveva identificato il coinvolgimento di questa proteina nell’azione rapida di un antidepressivo di nuova generazione, l’acetilcarnitina. Il lavoro è stato supportato da finanziamenti dell’American Foundation for Suicide Prevention, Hope for Depression Research Foundation and National Institute of Health. La ricerca è pubblicata su http://www.nature.com/mp/journal/vaop/ncurrent/full/mp201496a.html Info e interviste Carla Nasca, postdoc fellow - American Foundation for Suicide Prevention - Rockefeller University [email protected] Trovata 'spia' per la diagnosi di depressione e stress, a scoprirla un cervello italiano in fuga negli Usa Articolo pubblicato il: 16/10/2014 (Adnkronos Salute) - Una giovane neuroscienziata italiana della Rockefeller University di New York, Carla Nasca, ha identificato i meccanismi molecolari di suscettibilità allo stress che potrebbero portare all'identificazione di nuovi marcatori molecolari per la diagnosi di questo disturbo e della depressione. La ricerca, condotta su cavie e pubblicata su 'Molecular Psychiatry', è partita dagli studi eseguiti nel Laboratorio di Neurofarmacologia dell'Università Sapienza di Roma. Il lavoro ha aperto la strada per fare chiarezza su come, di fronte alle avversità, alcune persone soccombono allo stress sviluppando depressione e ansia, mentre altre riescono a fronteggiare il carico dello stress. I risultati dello studio rappresenterebbero quindi una svolta nella comprensione della patofisiologia di questi disturbi psichiatrici. "Attualmente, la depressione è diagnosticata soltanto sulla base di sintomi - spiega Nasca - ma questi risultati ci portano sulla buona strada per scoprire marcatori molecolari nell'uomo che possano aiutare nella diagnosi di queste patologie devastanti e portare allo sviluppo di farmaci ad azione rapida che sono particolarmente importanti per diminuire il rischio di suicidio". L'esperimento condotto su un campione di animali da laboratorio ha mostrato che un gruppo sviluppa comportamenti simili a ansia e depressione nell'uomo, un altro rimane resiliente. I ricercatori hanno dimostrato che il gruppo di animali suscettibile allo stress ha livelli più bassi di una proteina conosciuta come mGlu2 (recettore metabotropico del glutammato di tipo 2) in una regione chiave del cervello nella risposta allo stress, l'ippocampo. La diminuzione del recettore mGlu2, deriva da un cambiamento epigenetico, che altera l'espressione dei geni, in questo caso del gene che codifica per il recettore mGlu2. Questi risultati costituiscono un tassello importante verso la comprensione delle basi molecolari delle differenze individuali di risposta allo stress. "Ogni individuo, così come ogni animale, ha esperienze uniche nel corso della propria vita - sottolinea Bruce McEwen, autore senior dello studio - E sospettiamo che queste esperienze di vita possano alterare l'espressione dei geni e di conseguenza, condizionare la risposta di un individuo allo stress". Una riduzione del recettore mGlu2 è fondamentale perché questa proteina regola il rilascio del glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale, dai terminali nervosi. Il glutammato svolge un ruolo chiave nella comunicazione tra i neuroni che è essenziale per molti importanti processi cerebrali. Livelli troppo alti di glutammato possono indurre cambiamenti strutturali nocivi per il cervello. Studi sull'mGlu2 erano stati condotti da Nasca nel Laboratorio di Neurofarmacologia del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza, in una ricerca che aveva identificato il coinvolgimento di questa proteina nell'azione rapida di un antidepressivo di nuova generazione, l'acetilcarnitina. NUOVE STRADE PER LA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE E SUSCETTIBILITÀ ALLO STRESS LA SCOPERTA È DI UNA GIOVANE NEUROSCIENZIATA ITALIANA DELLA ROCKEFELLER UNIVERSITY DI NEW YORK CHE HA IDENTIFICATO I MECCANISMI MOLECOLARI DI SUSCETTIBILITÀ ALLO STRESS A PARTIRE DAGLI STUDI CONDOTTI NEL LABORATORIO DI NEUROFARMACOLOGIA DELLA SAPIENZA Nuove strade per la diagnosi di depressione e suscettibilità allo stress Perché di fronte alle avversità, alcune persone soccombono allo stress sviluppando depressione e ansia, mentre altre riescono a fronteggiare il carico dello stress? Un nuovo studio della Rockefeller University di New York, recentemente pubblicato su “Molecular Psychiatry”, prima rivista del gruppo Nature nel settore della psichiatria, ha identificato i meccanismi molecolari del cosidetto Stress Gap che potrebbe portare all’identificazione di nuovi marcatori molecolari per la diagnosi di queste patologie devastanti. I risultati dello studio rappresenterebbero una svolta nella comprensione della patofisiologia dei disturbi psichiatrici, quali depressione e ansia. Nel team Carla Nasca, giovane neuroscienziata approdata presso la Rockefeller University dopo gli studi condotti nel laboratorio di Neurofarmacologia del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza. “Attualmente, la depressione è diagnosticata soltanto sulla base di sintomi - dice Carla Nasca - ma questi risultati ci portano sulla buona strada per scoprire marcatori molecolari nell’uomo che possano aiutare nella diagnosi di queste patologie devastanti e portare allo sviluppo di farmaci ad azione rapida che sono particolarmente importanti per diminuire il rischio di suicidio”. L’esperimento condotto su un campione di animali da laboratorio, ha mostrato che un gruppo di essi sviluppa comportamenti simili a ansia e depressione nell’uomo, un altro rimane resiliente. I ricercatori hanno dimostrato che il gruppo di animali suscettibile allo stress ha livelli più bassi di una proteina conosciuta come mGlu2 (recettore metabotropico del glutammato di tipo 2) in una regione chiave del cervello nella risposta allo stress, l’ippocampo. La diminuzione del recettore mGlu2, deriva da un cambiamento epigenetico, che altera l’espressione dei geni, in questo caso del gene che codifica per il recettore mGlu2. Questi risultati costituiscono un tassello importante verso la comprensione delle basi molecolari delle differenze individuali di risposta allo stress. “Ogni individuo così come ogni animale ha esperienze uniche nel corso della propria vita - dice Bruce McEwen (senior autore del lavoro e Alfred E. Mirsky Professor) - E sospettiamo che queste esperienze di vita possano alterare l’espressione dei geni e di conseguenza, condizionare la risposta di un individuo allo stress”. Una riduzione del recettore mGlu2 è fondamentale perché questa proteina regola il rilascio del glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio del Sistema Nervoso centrale, dai terminali nervosi. Il glutammato svolge un ruolo chiave nella comunicazione tra i neuroni che è essenziale per molti importanti processi cerebrali. Livelli troppo alti di glutammato possono indurre cambiamenti strutturali nocivi per il cervello. Studi sull’mGlu2 erano stati condotti da Carla Nasca nel laboratorio di Neurofarmacologia del dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza in una ricerca che aveva identificato il coinvolgimento di questa proteina nell’azione rapida di un antidepressivo di nuova generazione, l’acetilcarnitina. Il lavoro è stato supportato da finanziamenti dell’American Foundation for Suicide Prevention, Hope for Depression Research Foundation and National Institute of Health. La ricerca è pubblicata su http://www.nature.com/mp/journal/va... Depressione: allo studio nuovi marcatori per la diagnosi di Roberta Camisasca Pubblicato il: 23-10-2014 Depressione: allo studio nuovi marcatori per la diagnosi Sanihelp.it - Perché di fronte alle avversità alcune persone sviluppano depressione e ansia, mentre altre riescono a fronteggiare il carico dello stress? Un nuovo studio della Rockefeller University di New York ha identificato i meccanismi molecolari del cosidetto stress gap che potrebbe portare all’identificazione di nuovi marcatori molecolari per la diagnosi di queste patologie. Attualmente la depressione è diagnosticata soltanto sulla base dei sintomi. Questi risultati potrebbero invece aiutare a scoprire marcatori molecolari nell’uomo che possano facilitare la diagnosi e portare allo sviluppo di farmaci ad azione rapida per diminuire il rischio di suicidio. L’esperimento condotto su un campione di animali da laboratorio, ha mostrato che un gruppo di essi sviluppa comportamenti simili a ansia e depressione nell’uomo, un altro rimane resiliente. I ricercatori hanno dimostrato che il gruppo di animali suscettibile allo stress ha livelli più bassi di una proteina conosciuta come mGlu2 (recettore metabotropico del glutammato di tipo 2) in una regione chiave del cervello nella risposta allo stress, l'ippocampo. La diminuzione del recettore mGlu2, deriva da un cambiamento epigenetico, che altera l'espressione dei geni, in questo caso del gene che codifica per il recettore mGlu2. Una riduzione del recettore mGlu2 è fondamentale perché questa proteina regola il rilascio del glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale, dai terminali nervosi. Il glutammato svolge un ruolo chiave nella comunicazione tra i neuroni che è essenziale per molti importanti processi cerebrali. Livelli troppo alti di glutammato possono indurre cambiamenti strutturali nocivi per il cervello. Studi sull’mGlu2 erano stati condotti da Carla Nasca, nel laboratorio di Neurofarmacologia del dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza università di Roma, in una ricerca che aveva identificato il coinvolgimento di questa proteina nell’azione rapida di un antidepressivo di nuova generazione, l’acetilcarnitina. FONTE - CONFLITTO DI INTERESSI FONTE - CONFLITTO DI INTERESSI: Università La Sapienza Salute: scoperti i meccanismi molecolari della suscettibilità allo stress giovedì 16 ottobre 2014, 14:01 di F.F. Perche’ di fronte alle avversita’, alcune persone soccombono allo stress sviluppando depressione e ansia, mentre altre riescono a fronteggiare il carico dello stress? A rispondere a questa domanda e’ uno studio della Rockefeller University di New York, pubblicato su Molecular Psychiatry, che ha identificato i meccanismi molecolari del cosidetto “Stress Gap” che potrebbe portare all’identificazione di nuovi marcatori molecolari per la diagnosi di queste patologie devastanti. I risultati dello studio rappresenterebbero una svolta nella comprensione della patofisiologia dei disturbi psichiatrici, quali depressione e ansia. “Attualmente, la depressione e’ diagnosticata soltanto sulla base di sintomi – ha detto Carla Nasca, neuroscienziata approdata presso la Rockefeller University dopo gli studi condotti a la Sapienza – ma questi risultati ci portano sulla buona strada per scoprire marcatori molecolari nell’uomo che possano aiutare nella diagnosi di queste patologie devastanti e portare allo sviluppo di farmaci ad azione rapida che sono particolarmente importanti per diminuire il rischio di suicidio”. L’esperimento condotto su un campione di animali da laboratorio, ha mostrato che un gruppo di essi sviluppa comportamenti simili a ansia e depressione nell’uomo, un altro rimane resiliente. I ricercatori hanno dimostrato che il gruppo di animali suscettibile allo stress ha livelli piu’ bassi di una proteina conosciuta come mGlu2 in una regione chiave del cervello nella risposta allo stress, l’ippocampo. La diminuzione del recettore mGlu2, deriva da un cambiamento epigenetico, che altera l’espressione dei geni, in questo caso del gene che codifica per il recettore mGlu2. Questi risultati costituiscono un tassello importante verso la comprensione delle basi molecolari delle differenze individuali di risposta allo stress.