Approcci Durkheimiani
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Gli approcci durkheimiani riemergono in sociologia negli anni 60 a
seguito di una reazione contro la predominanza del funzionalismo
strutturale, particolarmente nella sua forma associata a Parsons. Essi
ricorrono in prospettive antropologiche e sono utili nello studio del
ruolo dei migranti nel ‘sociale’ inteso come sfera in relativa autonomia
dal politico.
Gli approcci durkheimiani sono importanti nello studio del ruolo dei
migranti nelle società contemporanee perché enfatizzano aspetti che
riguardano l’integrazione sociale e le dinamiche che la caratterizzano.
Inoltre il tardo Durkheim enfatizza il ruolo della ritualità del simbolismo
e della religione come fattori che definiscono appartenenze, che
includono ed escludono.
Attraverso approcci Durkheimiani è possibile inquadrare le paure di
minaccia all’ordine sociale, le controversie sulla moralità e il ruolo della
religione nella vita sociale e le reazioni culturali e del sistema politico
all’arrivo dei migranti.
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Le basi dell’ ordine sociale
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Sulla base di opere come la divisione sociale del lavoro, le regole
del metodo sociologico e il suicidio i sociologi hanno identificato
l’approccio di Durkheim con una enfasi sugli obblighi esterni e
l’aspetto coercitivo della società e d’altra parte con approcci
positivistici e quantitativi.
Durkheim si pone il problema dell’ordine sociale. Individua come
centrale l’esistenza di moralità multiple connesse ai tipi sociali. Egli
crede che le teorie debbano essere modellate sul modello delle
dinamiche del mondo del sacro. Questo rivolgersi alla religione
non è basato su un interesse per la chiesa ma perché vuole dare
autonomia teorica ai processi culturali. La religione è per lui il
modello di come i processi simbolici operano seguendo una loro
logica autonoma.
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I fatti sociali
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Durkheim insiste sulla necessità di spiegare fatti sociali con altri fatti
sociali. Rifiuta spiegazioni che richiedono riduzioni psicologiche o
economiche. Il significato di un fatto sociale è identificato in una
prospettiva funzionalista – una prospettiva che enfatizza l’organicità e
la natura sistemica del sociale.
In una prospettiva Durkheimiana l’esperienza del migrante va
compresa come rapporto con un insieme articolato ma integrato che
produce modi di pensare collettivamente condivisi, pratiche rituali in
vari ambiti, e specializzazioni funzionali che si pongono come altro
sconosciuto e spesso escludente.
Le classificazioni simboliche hanno il ruolo di fattori causali
indipendenti – segnano concezioni del noi e dell’altro.
Per Durkheim i sentimenti collettivi che sono alla base della moralità
devono essere coesi ma devono anche poter essere trasformati ed
evolversi quando necessario.
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Cultura e integrazione
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Il primo Durkheim crede che vi siano costanti sociologiche che
determinano la formazione dei gruppi e i loro concetti di
interesse. Il tardo Durkheim vede la cultura come coesiva e
come linguaggio simbolico indipendente.
Durkheim crede che le più importanti dinamiche della struttura
sociale concernono la creazione e la distruzione di solidarietà
sociale. In questi termini egli si occupò della natura dell’autorità
morale. Il sacro è una reazione umana all’ansietà in materia di
significato ed ordine sociale.
Gli approcci durkheimiani enfatizzano l’aspetto associativo
come importante costituente sociale e si pongono in
interessante contrasto con approcci weberiani che enfatizzano
il ruolo dello stato ed approcci che enfatizzano la connessione
tra stato e società civile tipici delle prospettive alla Toqueville.
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La religione
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La religione è vista come un fattore integrante la cui assenza
indebolisce la morale ma la cui presenza può essere fonte di
esclusione. Non è solo la persona tradizionale ad essere formata da
schemi religiosi ma anche i contemporanei.
Come istituzione la religione rappresenta trasfigurandola la forza della
collettività, che però può avere caratteri coercitivi.
Durkheim rimase molto colpito dall’ antisemitismo messo in luce dall’
affare Dreyfus e identificò l’aspetto escludente delle identità religiose e
la minaccia per la coesione sociale.
Questa problematicità del ruolo della religione riemerge ora nella
transizione da un sud Europa relativamente monoculturale ad uno
multiculturale nel quale religioni diverse devono convivere.
Le tesi Durkheimiane della secolarizzazione hanno rilevanza
nell’interpretare la situazione dei migranti che vengono da culture
meno secolarizzate.
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Classificazioni simboliche e
ritualità
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Durkheim sviluppa una teoria della società che enfatizza le
distinzioni simboliche fra sacro e profano, la ritualità nella
formazione della solidarietà sociale. Egli mostra che i processi
nelle sfere educative, politiche, professionali e legali devono
essere studiati come classificazioni simboliche. Si tratta di
ritualità conosciute da alcuni, sconosciute ad altri che tracciano
criteri di appartenenza.
Hanno particolare importanza i momenti di ritualità collettiva.
La presenza ed il ruolo dei migranti rende problematiche le
interazioni in varie sfere sociali e solleva nuove questioni di
appartenenza. In questo senso un approccio durkheimiano può
essere utile a comprendere come è caratterizzata la ritualità in
una società multiculturale ed i processi di inclusione ed
esclusione.
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Sviluppi degli approcci Durkheimiani
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Studiosi come Hunt, Edelman, Kertz, Tiryakian, hanno enfatizzato
l’importanza del simbolismo e del sacro nell’attività politica – il loro
impiego per formare nuove identità collettive, nuove classificazioni che
includono ed escludono.Hunt sostiene che nuove forme di simbolismo
sono prodotte, anche strumentalmente in periodi di crisi e
rappresentano tentativi di nuove soluzioni.
Queste ritualità emergenti sono visibili anche nella politica italiana ed
anno accompagnato le controversie sociali emerse con l’arrivo dei
migranti.
Il concetto di religione civile ha permesso di aggiornare la teoria
religiosa di Durkheim ed è stato utilizzato da Robert Bellah. Una
religione civile può essere inclusiva o escludente quanto una religione
tradizionale. Il concetto di purezza è stato utilizzato in una prospettiva
neo-durkheimiana da Mary Douglas e può essere utilizzato per
comprendere contrasti culturali derivanti da differenti concezioni del
puro e dell’impuro.
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Letture Consigliate
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Alexander, J. Durkheimian Sociology:
Cultural Studies, Cambridge 1988
Emirbayer, M. (1996). "Useful Durkheim."
Sociological Theory 14(2): 109-130.
Lukes, S. Emil Durkheim: His Life and Work,
NY, New York, Harper and Row 1971
Lukes, S. (1975) Political Ritual and Social
Integration Sociology 9: 289-308
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