Lo sviluppo del pensiero
antropologico 4.
L’etno-sociologia francese
Lezioni d'Autore
Émile Durkheim, sociologo e antropologo
In Francia → sviluppo dell’antropologia
(ethnologie) intrecciato a quello della
sociologia.
Émile Durkheim
La sua eredità:
- riflessioni sul primato della dimensione
sociale sulla realtà individuale
- capacità di riunire una équipe di studiosi
impegnati in un’ottica interdisciplinare.
Émile Durkheim
Fatti sociali e rappresentazioni collettive
Durkheim: oggetto delle scienze sociali non
sono i comportamenti individuali, bensì i fatti
sociali e le rappresentazioni collettive:
“Le maniere collettive d’agire o di pensare
hanno una realtà al di fuori degli individui, e
questi devono, ad ogni istante, conformarvisi
[…] L’individuo le trova completamente
formate e non può fare in modo che non
esistano […] perché, ai differenti livelli,
partecipano di quella supremazia materiale e
morale che la società possiede sui suoi
membri”.
L’analisi comparativa
I fatti sociali devono essere considerati come
“cose” e costituiscono l’oggetto specifico
dello studio sociologico.
Al centro dello studio sociologico è l’analisi
comparativa: “la sociologia comparata non è
un ramo della sociologia; è la sociologia
stessa”.
Le società “primitive”
Durkheim usa fonti etnologiche, eseguendo
comparazioni anche con le civiltà primitive:
esse “rappresentano […] dei casi privilegiati
poiché sono dei casi semplici”.
La divisione del lavoro sociale (1893)
Nelle società “primitive”, “a solidarietà
meccanica”, la coscienza collettiva agisce sul
singolo individuo con forza maggiore rispetto
alle società moderne, “a solidarietà
organica”, dove esiste una maggiore
differenziazione dei soggetti.
La religione: il totemismo degli aborigeni
australiani
Le forme elementari della vita religiosa
(1912)
La società aborigena è suddivisa in clan,
ciascuno dei quali ha un proprio totem
(animale, pianta o elemento naturale) che lo
rappresenta.
Attraverso i riti collettivi rivolti al totem, gli
aborigeni esprimono l’identità collettiva del
clan e percepiscono l’esistenza di
un’entità collettiva che sovrasta il
singolo: la società.
La religione: la devozione alla società
Venerando il totem, gli individui innalzano un
culto alla propria società.
La religione, attraverso la ritualità, assicura la
devozione alla società e alle sue norme
→ così rafforza la coesione sociale.
Pensiero primitivo e dimensione pre-logica
Lucien Lévy-Bruhl, La mentalità primitiva
(1922)
I primitivi hanno una mentalità prelogica, nella quale non valgono i principi
del pensiero scientifico, e sperimentano,
attraverso le rappresentazioni collettive,
una partecipazione mistica con la realtà.
Metodologia di studio e di ricerca: entrare
in contatto con l’altro individuando quale
sia il suo ‘codice culturale’ specifico, senza
situare questi codici diversi in una sequenza
fondata sull’evoluzione.
Marcel Mauss
Le categorie di genere, spazio, tempo
Su qualche forma primitiva di
classificazione (1901-02)
Scritto insieme a Durkheim
Le categorie di genere, spazio, tempo ecc.
non sono innate, ma dipendono dalla
società.
→La società, tramite la segmentazione degli
individui in gruppi sociali, funziona come
modello di riferimento per la suddivisione
e la gerarchizzazione.
Marcel Mauss
Mauss, il dono come fatto sociale totale
Saggio sul dono (1925)
Mauss riprende gli studi di Boas sul potlatch
e quelli di Malinowski sul kula per mostrare
come il dono vada considerato un fatto
sociale totale.
Il dono è un fenomeno complesso costituito da
tre diversi tipi di obbligo – dare, ricevere e
ricambiare – l’ultimo dei quali rappresenta la
base del principio di reciprocità, sul quale
si fonda la coesione sociale.
Arnold van Gennep
I riti di passaggio (1909)
Propone una suddivisione tripartita delle
cerimonie che scandiscono i passaggi di
status (nascita, maggiore età, matrimonio,
morte, ingresso in una società iniziatica, ecc.).
Fasi di:
- separazione (riti preliminari)
- margine (riti liminari)
- aggregazione (riti postliminari)
FINE
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