CLINICA OTORINOLARINGOIATRICA DELL’UNIVERSITA’ DI SASSARI SORDITA' IMPROVVISA Termine improprio, ma ormai consacrato dall'uso, che sta ad indicare una perdita uditiva a insorgenza rapida a carico dell’orecchio interno. Si osservi che anche nelle malattie dell’orecchio esterno, ad esempio il tappo di cerume,o del medio ad esempio l’otite acuta,si possono avere delle ipoacusie brusche che però non rientrano nelle "sordità improvvise" in cui l’ipoacusia deve essere di tipo neurosensoriale. Inoltre, nella "sordità improvvisa" l'ipoacusia deve- costituire l'elemento fondamentale del corteo sintomatologico. Pertanto la malattia di Menière, per fare un esempio, non fa parte delle sordità improvvise, in quanto il sintomo predominante è la vertigine. In conclusione, rientrano sotto questa dizione: -le labirintiti virali -le labirintopatie vascolari -le rotture delle finestre -alcuni casi di neurinomi dell’VIII Il contingente più numeroso di sordità improvvise è costituito però dalle forme idiopatiche, quelle cioè in cui non si riesce ad accertare con sicurezza una eziopatogenesi. Una "sordità improvvisa" impone una immediata ospedalizzazione. Infatti solo una terapia precocissima è in grado di risolvere in tutto o in parte il danno in una certa quota di pazienti. Il trattamento sarà chirurgico nelle rotture delle finestre e medico negli altri casi. SORDITA’ INFANTILI Si designano con questo nome le sordità congenite e quelle a nel primi mesi di vita. Poichè lo sviluppo del linguaggio inizia a partire dal 6°mese e richiede obbligatoriamente un input uditivo, una grave ipoacusia in tale epoca limita o impedisce lo sviluppo linguistico. Nel passato questi soggetti venivano definiti sordomuti. E' chiaro che solo una diagnosi precoce di ipoacusia, ottenibile con certezza mediante il rilievo dei potenziali evocati, consente di. iniziare precocemente la riabilitazione. Per ottenere risultati validi questa deve essere cominciata durante il periodo entro cui si sviluppa il linguaggio, e non dopo che esso è terminato (il che si verifica dopo il 4° anno). Il momento migliore, per poter contare su dì un minimo di collaborazione da parte del bambino, è tra i 13 e i 16 mesi. La riabilitazione consiste in una speciale educazione volta a sostituire l'input sensoriale mancante (in questo caso l'udito) con altri canali sensoriali (vista, tatto). Poichè nella stragrande maggioranza dei casi sono fortunatamente presenti residui uditivi, si applicano le protesi e si sfruttano così anche i segnali uditivi, ancorchè incompleti. Quanto meno grave l'ipoacusia, e quindi quanto migliore la qualità dei segnali che giungono al paziente, tanto più brillanti i risultati della rieducazione. Le sordità infantili si dividono classicamente in 4 gruppi: 1)Genopatie: Sono le forme ereditarie, che quando sono congenite sono di solito di tipo recessivo. Rappresentano circa il 15%. 2)Embrio-fetopatie: Da infezioni virali contratte dalla madre (i virus oltrepassano il filtro placentare), con particolare riguardo alla rosolia. Da ototossicità materna (ad esempio, da streptomicina). Rappresentano circa il 10% 3)Sordità perinatali: Da anossia, da traumi, da ittero neonatale (questo agisce a livello dei nuclei cocleari). Rappresentano circa il 30% 4)Sordità postnatali. Da malattie virali, batteriche, ecc. dell'orecchio interno o anche del medio, insorte nei primi mesi di vita. Rappresentano circa il 30%Nel 15-20% dei casi infine non è possibile accertare la causa.