DIAGNOSI ENDOUROLOGICA DI UNA PATOLOGIA NEFROLOGICA Paolo Beltrami, Andrea Guttilla, Laura Bettin, Antonio Piccoli*, Patrizia Bernich**, Alberto De Gobbi, Filiberto Zattoni Clinica Urologica – Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Oncologiche e Gastroenterologiche – Università degli Studi di Padova * Nefrologia 1 – Azienda Ospedaliera Università di Padova ** U.O.C. di Nefrologia e Dialisi d.U. – Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata – Verona SCOPO DEL LAVORO In questo video presentiamo un caso di patologia nefrologica alla cui diagnosi si è giunti con una accurata indagine endourologica. MATERIALI E METODI La paziente di 27 anni, con storia di coliche renali recidivati e calcolosi espulsiva, veniva sottoposta ad accertamenti in seguito alla presenza di episodi di macroematuria alternati a microematuria e proteinuria persistente. Le indagini di imaging eseguite risultavano negative e quindi veniva sottoposta a biopsia renale percutanea. L’esame istologico dei campioni prelevati non risultava diagnostico per la scarsità dei glomeruli presenti. Veniva eseguita una cistoscopia, con riscontro di macroematuria lateralizzata a sinistra ed una ureterorenoscopia bilaterale che non evidenziava fonti di sanguinamento. Persistendo il quadro clinico di episodi di macroematuria recidivante con anemizzazione e necessità di trasfusioni di sangue, alla paziente veniva proposto di ripetere la biopsia renale, che però veniva rifiutata. Veniva pertanto richiesta la ripetizione di uno studio endourologico il più possibile accurato, eventualmente in corso di macroematuria, che potesse evidenziare fonti di sanguinamento. RISULTATI La paziente veniva sottoposta nella nostra Clinica a cistoscopia che non metteva in evidenza lesioni a livello vescicale; si notava però la fuoriuscita di urine ematiche sia dall’ostio ureterale sinistro che da quello di destra, che escludeva una sindrome da Nutcraker, determinata dalla compressione della vena renale sinistra tra arteria mesenterica superiore e aorta addominale. L’ureteropielografia retrograda bilaterale risultava nella norma. Veniva pertanto eseguita una ureteroscopia bilaterale sia con strumento rigido sia con flessibile, che evidenziava la regolarità della mucosa ureterale: Si notava la presenza di urine ematiche provenienti dalle cavità intrarenali. A tale livello venivano visualizzate papille renali ipertrofiche e alcune placche di Randall. Non erano presenti neoformazioni, calcoli, angiomi e/o angiodisplasie. Era presente tuttavia un lieve gemizio ematico da aree papillari “cribrose”, in numerosi calici e bilateralmente. Il quadro risultava molto suggestivo di ematuria di origine parenchimale con emissione di sangue dai dotti papillari. DISCUSSIONE Il quadro clinico suggeriva trattarsi di una nefropatia da IgA. La paziente veniva pertanto sottoposta ad terapia corticosteroidea con riduzione della proteinuria da 1 g/die a 0.3 g/die e con la scomparsa degli episodi di macroematuria. Recentemente la paziente accettava di sottoporsi a biopsia renale, dalla quale si è avuta la conferma della presenza di alterazioni glomerulari compatibili con la sindrome di Berger. CONCLUSIONI In questo particolare caso l’accertamento endourologico ha consentito di escludere che l’ematuria originasse da una patologica della via escretrice e quindi di poter avvalorare un sospetto clinico di nefropatia. Il risultato della terapia medica e della successiva biopsia renale ha successivamente confermato la diagnosi endourologica effettuata in prima istanza.