Alimentarsi è da sempre un bisogno primario per l’uomo, che evolvendosi, è degenerato… Oggi, come non mai, si parla di sana alimentazione. Siamo bombardati dai mass media da pubblicità progresso, inserti e slogan sull’argomento. Ma ciò nonostante, si percepisce una generale diseducazione della società alla sana alimentazione, perché gli stessi mezzi di comunicazione ci confondono con prodotti alimentari da consumare velocemente, senza misura. È troppo dispendioso fermarsi a pensare cosa farebbe bene ai nostri figli, cosa è sano per loro…e allora ecco bambini e ragazzi in sovrappeso o addirittura obesi, futuri adulti con lo stesso destino. L’obesità: l’epidemia del XX secolo, è indubbiamente dovuta all’era del consumismo, senza dimenticare che il cibo andrebbe rispettato, è un dono, non si dovrebbe abusarne, sciupandolo o eccedendo. E allora come non dare ragione a De Chamfort, secondo il quale “la società è composta di due grandi classi: quelli che han più roba da mangiare che appetito, e… quelli che han più appetito che roba da mangiare” La scuola, composta da educatori adulti come si pone in questo contesto? L’I.C. “T. Bonati” di Bondeno, in modo sperimentale lo scorso anno scolastico, ha promosso un progetto di sana alimentazione, che in quest’anno scolastico ha registrato un successo straordinario. Il progetto coinvolge gli alunni delle classi prime della scuola secondaria di primo grado, ai quali, ogni mercoledì della settimana, da novembre a maggio è stata offerta una merenda–bio, cioè da agricoltura biologica. L'impegno è consistito principalmente nella volontà di seguire rigorosamente la stagionalità proponendo frutti di stagione prodotti da aziende certificate del territorio di Bondeno: non trattati artificialmente con prodotti di origine chimica non naturale, quindi più sani. I 100 ragazzi hanno avuto le più svariate reazioni innanzi ai vari generi di verdura o frutta di stagione. Dalle merende vegane, come ad esempio le polpette di miglio, verza, olive e cipolle, alle uova sode, ma anche l’intramontabile pane e marmellata. Intramontabile non perché ancora di moda, anzi, ma perché ha risvegliato in loro lo stesso sguardo soddisfatto che anche noi, ora adulti, provavamo nel prepararci a nostro piacimento la merenda. I ragazzi si sono affettati il pane e spalmati la marmellata… che soddisfazione, ma anche che difficoltà! Perché è più comodo aprire una pastina confezionata o farsi affettare, nella migliore delle ipotesi, il pane da nonna o mamma, perché potrebbe essere pericoloso usare il coltello a 11 anni!!! Particolare attenzione è stata data ai ragazzi allergici a cui, all’occorrenza è sempre stata offerta una merenda alternativa. L’intento finale di questo progetto è anche quello di abituare i ragazzi all’assaggio, strumento critico sinonimo di intelligenza e di libertà di scelta a cui non sono abituati, perché fossilizzati sempre sugli stessi gusti alimentari. Ma noi adulti siamo poi tanto diversi dai nostri figli??? Per poter attivare questo progetto, viste le scarse risorse della scuola, si è attinto all’entusiasmo di persone che nel territorio operano a favore di una sana alimentazione. A queste persone è doveroso volgere i più sentiti ringraziamenti, in particolare al Sig.Luigi Bergonzini, storico promotore e divulgare del biologico nella nostra regione, dell’Azienda Agricola Tassinari Carla di Ospitale, che ha coadiuvato l’organizzazione e preso contatti con i fornitori locali, nonché curato e gestito le varie merende settimanali e ha fornito tutti gli ingredienti biologici utili per la preparazione delle merende fino anche le squisite fragole di questi giorni. Un grazie a Botti Marco, fornitore di mele biologiche, a Sabbioni Fabio che ha offerto le zucche, a Claudio e Viviana de il Forno Talmelli di Bondeno, che hanno curato la preparazione di dolci e di pane biologici. Il Cuoco Sergio Pesci, del ristorante vegano “ La Trattoria” di Ferrara e la catena “Natura Sì” di Ferrara. Si ringraziano anche tutti i professori coinvolti nel progetto per la loro disponibilità e collaborazione dimostrata, nell’intento di credere sempre e di più che noi educatori siamo i primi responsabili della salute dei nostri ragazzi.