Studio Psicologia Pisa Periodico quadrimestrale di informazione Volume 1 Anno 2016 Pensare un Notiziario… che arrivi alle persone come informazione, cercando di far luce con parole semplici sulle principali tematiche della psicologia dello sviluppo e dell’educazione, della psicologia a servizio degli adulti delle coppie e delle Famiglie. Questo è il nostro intento! Sommario: COGMED: Worki ng Memory Trai ni ng 4-5 Dott.ssa Lara Orsolini Ini zi ati ve Laboratori al i esti ve 2016 6-7 Dott.ssa Valentina Gloria Panico e Disturbo da Panico 8-9 Dott.ssa Giulia Mori SPLD: Di sturbo Semanti co -Pragmati co del Li nguaggi o 10-11 Dott.ssa Ilaria Brigante Perché un DSA deve fare meno compiti per casa? 12 Dott.re Gianluca Lo Presti Indennità di frequenza 13 Dott.ssa Giulia Mori Al di l à dell e Nuvol e: i perché di una scel ta Dott.ssa Annarita Milon e 14-15 Studio Psicologia Pisa Periodico quadrimestrale di informazione Studio Psicologia Pisa, nasce nel 2011, quando le nostre strade si sono incontrate e dopo un po' di anni passati a fare attività clinica singolarmente, abbiamo deciso di aprire uno studio insieme. la Vision è stata da subito chiara, fondere le due realtà per crearne una unica, condivisa, un centro che potesse offrire servizio di aiuto psicologico di qualità ai bambini ai ragazzi e alle loro famiglie o ai singoli adulti e parallelamente offrire formazione nei campi della psicologia sia agli addetti che ai non addetti ai lavori. Su questo duplice binario si basa la nostra Mission, offrire una presa in carico a 360°, che negli anni si è concretizzata attraverso la ricerca di collaboratori per un'equipe multidisciplinare in pianta stabile sia per l'aspetto clinico che formativo. Contatti [email protected] Potete seguirci anche in rete: www.studiopsicologiapisa.com Studio Psicologia Pisa Pagina 2 Volume 1 Anno 2016 Equipe Multidisciplinare Studio Psicologia Pisa Responsabili Dott.ssa Valentina Gloria Dott.ssa Lara Orsolini Psicologa Psicologa Ordine degli psicologi della toscana N° 3918 Perfezionamento in "i disturbi dell'apprendimento scolastico in bambini e adolescenti: diagnosi ed intervento presso l' Università di Firenze Scuola di specializzazione Cognitivo— Costruttivista Formata sul Coping Power Program e il Coping Power Scuola Ordine degli psicologi della toscana N° 6028 Perfezionamento in "i disturbi dell'apprendimento scolastico in bambini e adolescenti: diagnosi ed intervento presso l' Università di Firenze Scuola di specializzazione Sistemico- Relazionale Formata sul Coping Power Program e il Coping Power Scuola Collaboratori interni Dott.ssa Beatrice Felloni Neuropsichiatra Infantile - Psicoterapeuta Specializzata presso L'IRCCS Stella Maris di Pisa nel 2008 è esperta della relazione genitori-bambino ( età prescolare) Dott.ssa Giulia Mori Psicologa Ordine degli psicologi della Toscana n° 6699 Scuola di specializzazione Cognitivo-Comportamentale Formata sul Coping Power Program e il Coping Power Scuola Dott.ssa Ilaria Brigante Logopedista Pagina 3 Studio Psicologia Pisa Periodico quadrimestrale di informazione C O G M E D : Wo r k i n g M e m o r y Tr a i n i n g Che cosa è la memoria di lavoro? Dott.ssa Lara Orsolini Il Cogmed Working Memory Training è un programma scientificamente provato per aiutare i bambini, gli adolescenti e gli adulti a migliorare l’attenzione tramite un allenamento della loro memoria di Pagina 4 La memoria di lavoro (ML) è un sistema di immagazzinamento temporaneo e di manipolazione delle informazioni, necessario per un’ampia gamma di compiti cognitivi. La ML consente di mantenere delle informazioni nella mente per un breve periodo di tempo e contemporaneamente di riuscire ad usarle. Baddeley & Logie nel 1999, definivano la ML come comprendente “le componenti funzionali delle cognizioni che consentono all’essere umano di capire e rappresentarsi mentalmente l’ambiente intorno a lui, di mantenere informazioni circa le esperienze appena passate, di sostenere l’apprendimento di nuove conoscenze, di risolvere problemi, di formulare, collegare e mettere in atto mete attuali“. Memoria di lavoro e apprendimenti Risulta da subito chiara la stretta correlazione fra memoria di lavoro e apprendimento. Alloway e Alloway (2010) hanno riscontrato che le abilità di ML in bambini prescolari sono i migliori predittori della letto-scrittura e del calcolo misurate 6 anni dopo. La ML appare cruciale fin dall’età prescolare per imparare le sequenze o completare un puzzle in autonomia, nella scuola primaria le implicazioni maggiori della memoria di lavoro si hanno nell’attività di comprensione del testo e di calcolo mentale; nella scuola secondaria di primo grado le abilità che coinvolgono la ML sono la soluzione di problemi e la gestione dei compiti pomeridiani in autonomia; alla scuola secondaria di secondo grado la ML è maggiormente coinvolta nei compiti di composizione di un testo, mentre all’università le implicazioni della ML si hanno nell’abilità di studiare per un esame, partecipare a lavori di gruppo e riuscire a stare concentrati durante la lezione. Una bassa ML può portare i bambini prescolari ad essere poco disponibili ad imparare, ad avere difficoltà a rimanere seduti per completare le attività in modo autonomo, in bambini e adolescenti ad avere difficoltà a capire ciò che si legge, problemi a memorizzare le tabelline, non riuscire a portare a termine i compiti in autonomia, Incapacità a capire le parole chiave dei problemi, difficoltà a scrivere ordinato, testi scritti incoerenti la capacità di seguire una conversazione tra persone, in età adulta si può avere difficoltà nella pianificazione delle attività giornaliere, nel focalizzare l’attenzione e nel resistere alla distrazione. Cogmed Working Memory Training Il Cogmed Working Memory Training è un programma scientificamente provato per aiutare i bambini, gli adolescenti e gli adulti a migliorare l’attenzione tramite un allenamento della loro memoria di lavoro Vi sono diversi prodotti Cogmed, uno per ogni gruppo d'età. Cogmed JM (prescolare) Cogmed RM (età scolare) Cogmed QM (adulti) . Volume 1 Anno 2016 Cosa mostrano le ricerche? Cogmed Working Memory Training è scientificamente validato da studi clinici con gruppo di controllo pubblicati in affermate riviste scientifiche e sono in corso attualmente numerose ricerche in università americane. Questi studi controllati hanno dimostrato che, dopo avere completato il Cogmed Working Memory Training, l’80% dei partecipanti ha significativamente migliorato la loro abilità di concentrazione e l’abilità di usare il ragionamento complesso. I genitori e gli insegnanti riferiscono miglior rendimento scolastico e miglioramenti nella vita di tutti i giorni, e nello specifico: nelle abilità sociali; nella capacità di ricordare le cose; nel portare a termine i compiti in modo più autonomo Come si svolge? l Cogmed Working Memory Trai- per garantire un allenamento sempre al massimo delle proprie possibilità. In più sono previsti dal clinico sessioni metacognitive di supporto al training. Fonti: Alloway T. P., e Alloway, R. G. (2010), Investigating the predictive roles of working memory and IQ in academic attainment, Journal of Experimental Child Psychology, 106(1), pp. 20-29. Baddeley, A.D., & Logie, R.H. (1999). Working memory: The multiple-component model. In A. Miyake & P. Shah (Eds.), Models of working memory (pp. 28–61). New York: Cambridge University Press. Gathercole, S.E., Pickering, S.J. (2000). Working memory deficits in children with low achievement in the national curriculum at 7 years of age. Br J Educ Psychol. 70 ( Pt 2), 177-94. Klingberg, T., Fernell, E., Oleson, P.J., et al. (2005). Computerized training of working memory in children with ADHD – a randomized, controlled trial. Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry. 44 (2), 77-186. Martinussen, R., Hayden, J., Hogg-Johnson, S., et al. (2005). A meta-analysis of working memory impairments in children with attention-deficit/ hyperactivity disorder. Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry. 44 (4), 377-384. Oleson, P.J., Westerberg, H., Klingberg, T. (2004). Increased prefrontal and parietal activity after training working memory. Nature Neuroscience. 7(1), 75-79. Westerberg, H., Hirvikoski, T., Forssberg, H., et al. (2004). Visuo-spatial working memory pan: a sensitive measure of cognitive defects in children with ADHD. Child Neuropsychology. 10(3), 155161. http://www.centroleonardo-psicologia.net/ cogmed.html http://www.cogmed.com/italiano Il training si svolge da casa tramite una piattaforma (pc o tablet) che regola il livello di complessità per ciascun esercizio, in tempo reale, per garantire un allenamento sempre al massimo delle proprie possibilità. In più sono previsti dal clinico sessioni metacognitive di supporto al training Dott.ssa Lara Orsolini Responsabile Studio Psicologia Pisa ning è disponibile in tutto il mondo tramite una rete di professionisti qualificati da Cogmed. Grazie alla formazione effettuata con la Dott.ssa Cristina Potente del Centro Leonardo di Genova, le psicologhe del nostro studio sono Cogmed Coach. Il training si svolge da casa tramite una piattaforma (pc o tablet) che regola il livello di complessità per ciascun esercizio, in tempo reale, 347-7721111 [email protected] Pagina 5 Studio Psicologia Pisa Periodico quadrimestrale di informazione Iniziative Laboratoriali estive 2016 Anche quest’estate il nostro studio propone una serie di iniziative. Ormai alla sua quinta edizione edizione Studio & meto- do Dott.ssa Valentina Gloria Pagina 6 il percorso che si rivolge a studenti con o senza difficoltà di apprendimento dalla 5^ elementare alle superiori. Il percorso prevede due moduli: il primo "Imparare a studiare", 6 incontri, che si svolgeranno nel periodo estivo dove verranno affrontati i vari step di un buon metodo di studio (prendere appunti, sottolineare, schematizzare, ripetere); il secondo "Organizzarsi", 4 incontri, che si svolgeranno a ripresa dell'anno scolastico. dove si verificherà quanto appreso d'estate e la relativa applicazione ai compiti scolastici. Verranno affrontati i vari modi per imparare ad organizzarsi (uso efficace del diario, gestione del tempo per i compiti scolastici, organizzazione in base al planning della settimana ). Entrambi moduli prevedono inoltre il potenziamento di strategie metacognitive Sono previsti inoltre, un colloquio con i genitori prima dell’inizio del ciclo degli incontri e uno alla fine. Dopo un mese dalla fine del percorso sarà concordato un appuntamento di controllo individuale. Gli incontri, della durata di un’ora e mezzo, si svolgeranno in piccolo gruppo omogenei per livello di scolarizzazione. Quest'estate però abbiamo pensato anche ai più piccoli con MappeLab: il percorso si rivolge ai bambini della scuola primaria con o senza difficoltà di apprendimento. Il laboratorio si pone come obiettivo il potenziamento ed il consolidamento delle abilità cognitive (pensiero logico e strategie logiche visive) che fanno da prerequisito per le mappe mentali. Mappe lab è un percorso di 8 incontri che si svolgerà nel periodo estivo. Gli incontri si svolgeranno In gruppi cooperativi e avranno una durata di 2 ore. Le attività saranno svolte attraverso materiale “apparentemente ludico”, ma studiato ad hoc per il potenziamento ed il consolidamento dei prerequisiti cognitivi necessari per l’uso delle mappe. Volume 1 Anno 2016 Altre novità di questa estate sono i gruppi pensati per le abilità affettive e relazionali. POSITIVE LAB è un laboratorio di educazione emotiva di 10 incontri, che ha come obiettivo la promozione di un pensiero positivo e costruttivo in bambini dai 10 ai 13 anni. Il pensiero positivo può essere un fattore di protezione per lo sviluppo di pensieri o umore negativi. Nello specifico verranno affrontati: Riconoscimento delle proprie emozioni Riconoscimento dei propri pensieri La relazione fra pensiero ed emozione Individuazione dei pensieri negativi o catastrofici E sostituzione con pensieri positivi. Gli incontri si svolgeranno In gruppi cooperativi e avranno una corso di 8 incontri che si pone l'obiettivo di migliorare le abilità sociali nei bambini dagli 8 ai 13 anni. I temi affrontati saranno la conoscenza delle emozioni di sé e dell’altro e la condivisione di queste attraverso la collaborazione dei partecipanti al gruppo. Tramite attività esperienziali i ragazzi si cimenteranno nel potenziamento delle proprie abilità sociali. Dott.ssa Valentina Gloria Responsabile Studio Psicologia Pisa 380-6805689 [email protected] durata di 2 ore . Per cercare di promuovere una generalizzazione al contesto familiare, i genitori saranno informati di quanto i figli faranno negli incontri e verrà stimolata la condivisione dei contenuti attraverso brevi attività da fare a casa. Un altro laboratorio che abbiamo pensato questa estate, grazie alla collaboratrice interna Dott.ssa Giulia Mori , è SOCIAL LAB un per- Pagina 7 Studio Psicologia Pisa Periodico quadrimestrale di informazione Panico e Disturbo da Panico “..mi trovavo in macchina e all’improvviso ho sentito il cuore che batteva all’impazzata, non riuscivo a respirare, ho avuto paura, ho pensato di morire!” Dott.ssa Giulia Mori “...Il panico è un episodio di intensa paura che può manifestarsi più Esordisce spesso così il primo contatto con una persona che ha sperimentato un attacco di panico mentre parla per la prima volta con uno Psicologo. Inizia così un percorso di conoscenza nel quale l’esperto del suo problema (la persona) e l’esperto della teoria e della tecnica (lo Psicologo) mettono in campo i propri saperi al fine di comprendere i motivi che hanno portato a un tale episodio e le strategie di fronteggiamento del problema. o meno improvvisament e e in modo inaspettato…” . Ma che cos’è il PANICO? Come si manifesta? Il panico è un episodio di intensa paura che può manifestarsi più o meno improvvisamente e in modo inaspettato. La paura che si prova è accompagnata da spiacevoli sensazioni corporee, difficoltà di ragionamento e sensazione di catastrofe imminente. Tale sintomatologia può scomparire nell’arco di 10-20 minuti, lasciando la persona in uno stato di estrema debolezza e di ansia la cui durata può variare da individuo a individuo. Le sensazioni corporee più frequenti sono: Pagina 8 Tachicardia dolore al petto sensazione di soffocamento Formicolio sensazione di freddo o caldo intenso Capogiro senso di nausea sensazione di perdita di contatto con la realtà o con se stessi. A tali sensazioni la persona risponde con valutazioni catastrofiche (es: “sto per morire”, “sto per impazzire”) che a loro volta innescano vissuti di ansia che si possono mantenere per un periodo di tempo più o meno lungo e che, molto spesso, portano la persona ad evitare il luogo o la situazione nella quale si è verificato l’episodio di panico. Quando tale circostanza viene erroneamente interpretata come la causa dello scatenarsi dell’attacco, la persona inizia ad evitare quella situazione in modo da scongiurare un altro episodio, apportando sempre più limitazioni ai propri spostamenti con ripercussioni sulla libertà personale e sulla qualità della vita. Il panico può avere ripercussioni oggettive sulla salute fisica di una persona? Sperimentare un attacco di panico è molto sgradevole ma non comporta nessun rischio per la salute fisica di una persona in quanto si tratta di un episodio in cui il soggetto vive uno stato di paura ai massimi livelli in termini di intensità. Volume 1 Anno 2016 Quand’è che una persona “soffre di panico”? Sperimentare un episodio di panico non significa soffrire di panico. Affinché si possa parlare di “Disturbo di Panico” la persona deve sperimentare vari attacchi (o episodi) di panico in un tempo relativamente breve con ripercussioni sulla qualità della vita e sulle libertà personali. Cosa fa lo Psicologo? Quando una persona si rivolge allo Psicologo perché pensa di aver avuto un episodio di panico, lo specialista-Psicologo in primis deve escludere qualsiasi casualità organica che possa giustificare un episodio simile, chiedendo alla persona stessa se ha contattato il proprio medico e lo ha messo al corrente dell’accaduto e, eventualmente, mettendosi in contatto con il medico stesso. Una volta esclusa la patologia organica ci si sposta ad indagare le circostanze in cui si è verificato l’episodio, al fine di individuare eventuali cause scatenanti l’attacco stesso; si indaga poi la storia di vita della persona per tracciarne un profilo che possa dare significato all’accaduto e per individuarne elementi di criticità che possono dar ragione di uno stile caratteriale che più frequentemente viene associato alla probabilità di sviluppare problematiche ansiose. Si individuano inoltre le situazioni o ambienti che la persona ha iniziato ad evitare per rendere meno probabile il verificarsi di un attacco e si passa così a concordare le linee di trattamento più adeguate e specifiche per il caso singolo. un attacco di panico possono essere molteplici e molto soggettive. Nel percorso terapeutico la ricerca delle cause scatenanti rappresenta un punto focale e imprescindibile ai fini della riuscita della terapia stessa. Chi è maggiormente esposto al panico? La prevalenza del disturbo in Europa viene collocata tra il 2-3% della popolazione, con una prevalenza nel genere femminile (DSM-5, 2014). L’età media di insorgenza viene collocata tra i 20-24 anni. I casi di panico nell’infanzia sono rari ma non si possono escludere. Come per tutti gli altri disturbi psicologici, la precocità dell’intervento è essenziale per una maggior riuscita dello stesso e per rendere meno probabile la sua cronicizzazione. “...Le cause che portano allo sviluppo di un attacco di panico possono essere molteplici e molto soggettive. Nel percorso terapeutico la ricerca delle cause scatenanti rappresenta un Fonti: American Psychiatric Association (2014), “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione (DSM-5)”. Wells A. (1999), “Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia”. Dott.ssa Giulia Mori punto focale e imprescindibile ai fini della riuscita della terapia stessa…” Psicologa 347-1943338 [email protected] Da cosa è scatenato? Le cause che portano allo sviluppo di Pagina 9 Studio Psicologia Pisa Periodico quadrimestrale di informazione SPLD: Disturbo Semantico Pragmat ico del Linguaggio Cosa significano “semantico” e “pragmatico” ? Dott.ssa Ilaria Brigante Semantico e Pragamatico sono termini della linguistica. La semantica si riferisce all’uso meccanico dei significati delle parole e il loro funzionamento nelle frasi. Si riferisce anche alla conoscenza di base delle parole astratte che trasmettono emozioni, come “deluso”, “timido”, o espressioni idiomatiche come “gettare la spugna”, “avere un chiodo fisso”. Un bambino con difficoltà semantiche potrebbe comprendere solo il significato letterale della frase e quindi prenderà una spugna e la getterà. Anche le parole che indicano una posizione sociale, come ad esempio “specialista” possono essere difficili da comprendere. La semantica si fonda quindi sulla capacità del bambino di ragionare , capire, formarsi dei concetti sul mondo che lo circonda. Un bambino potrebbe conoscere il concetto di animale e quindi non chiamare mai “macchina” un “gatto”, ma tuttavia potrebbe chiamare tutti gli animali piccoli con il nome del suo gatto. Pagina 10 La pragmatica è lo studio di come il linguaggio (verbale e non verbale) viene usato per interagire con gli altri nelle situazioni sociali. La comunicazione non si fonda esclusivamente sulle parole, infatti, già i lattanti imparano che con il pianto si può attirare l’attenzione di quelli che si prendono cura di loro. Ai primi stadi del linguaggio il bambino può dare vari significati ad una parola utilizzando una serie di modelli di intonazione; per esempio: “trenino?” (“E’ un trenino?”), o “trenino!” ( Voglio un trenino!”). La pragmatica si riferisce perciò, anche, alle varie inflessioni che la voce umana può fare e all’uso corretto delle regole di conversazione. Inoltre comprende la capacità di conoscere ciò che è appropriato dire in certe situazoni, e ciò che è inappropriato. In pragmatica si tende a fare distinzione tra il significato di una frase e l’intenzione del parlante. Il significato dell’enunciato è il significato letterale, mentre l’intenzione del parlate è il concetto che il parlante tenta di trasmettere. Quali sono le caratteristiche del disturbo? Un bambino potrebbe non essere in grado di gestire: l’ ambiguità di singole parole o di intere frasi. l’uso di metafore e modi di dire; l’uso non letterale dei segni, ad esempio l’uso umoristico o sarcastico dei segni e tutti i casi in cui l’intenzione comunicativa reale è diversa da quella apparente; la possibilità di emettere messaggi indiretti, per cui l’intenzione comunicativa apparente seppur veritiera va intesa in modo più elastico. Ad esempio “ Sa, l’ora?”, qui non ci si attende un semplice “Si”, ma di conoscere che ore sono. Volume 1 Anno 2016 i turni di una conversazione o di un gioco una modifica della comunicazione per renderla adeguata al contesto o alle esigenze di chi ascolta. Cosa riferiscono i genitori? Dalla nascita ai 2 anni il bambino piange solo quando ha fame e mai per richiamare l’attenzione su di sé, non ama il contatto visivo con gli altri, né si impegna a fare versi o balbettii a turno per simulare una conversazione. I genitori riferiscono inoltre che il lattante potrebbe essere turbato da qualsiasi cambiamento delle abitudini, o da luoghi e persone sconosciuti. Dai 3 ai 5 anni i bambini sembrano ricordare intere frasi senza però comprendere ogni singola parola che la compone. Quindi usano la loro ottima memoria per ricordare i discorsi, ma non sviluppano gradualmente la loro capacità di produrre o costruire frasi. Il bambino può dimostrare difficoltà con il gioco simbolico (fare finta di….) ed avere scarsa ideatività. Dai 6 aglli 8 anni il bambino produce frasi ben formate e ha nel suo vocabolario parole pittosto complesse. Queste abilità possono mascherare le difficoltà sottostanti. Spesso il suo eloquio è ripetitivo. Il bambino inoltre distoglie lo sguardo da voi mentre vi parla, o non capisce come il tono della voce possa alterare il significato di quello che viene detto. Una caratteristica evidente di questa fase è la confusione nell’uso dei nomi e dei pronomi adeguati. Se le persone chiamano il bambino “Pietro” è possibile che lui possa continuare a riferirsi a se stesso in quel modo ad esempio “Pietro è stanco” invece di “io sono stanco”, può sentire che gli altri chiamano i suoi genitori per nome e quindi usare questi nomi anche lui e non “Mamma” e “Papà”. Inoltre il bambino potrebbe imparare a leggere con relativa facilità, ma è possibile che non capisca quello che ha letto. Un bambino a questa età potrebbe ancora non comprendere quali comportamenti siano socialmente accettabili e quali no. Dai 9 anni in poi il bambino tende a continuare ad interpretare il linguaggio in modo molto concreto e di conseguenza i discorsi vengno compresi in maniera letterale. Gli elementi umoristici, sarcastici e le metafore come “Rimboccati le maniche” possono quindi creare confusione e reazioni strane. Se qualcuno lo ammonisce dicendo: “Fallo un’altra volta e ……”, può interpretare la frase come un’struzione a rifarlo ancora. In questa fase il bambino può continuare ad avere difficoltà a rispettare i turni della conversazione. Il bambino inoltre potrebbe usare un tono di voce o un volume inadeguati quando parla ed il suo eloquio risultare troppo adulto ed eccessivamente preciso. Cosa fare? “Non aspettate” Rivolgersi al Logopedista, che farà una valutazione approfondita del linguaggio del vostro bambino. Tale valutazione verrà poi integrata in equipe multidisciplinare composta dalle seguenti figure prossionali: logopedista, psicologo e neuropsichiatra infantile. Dott.ssa Ilaria Brigante Logopedista 393-7266316 [email protected] Pagina 11 Studio Psicologia Pisa Periodico quadrimestrale di informazione Pe r c h é u n D S A d e v e f a r e m e n o Come previsto dal DM 5669 del 12 luglio 2011 (pag. 7), ovvero nelle linee guida per DSA a scuola, abbiamo per gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento una riduzione legale del carico di lavoro. Questo sia a scuola che a casa. Dott.re Gianluca Lo Presti “...serve, soprattutto, val orizzare ciò che il soggetto sta apprendendo, dunque l’accum ulo di compiti su compiti, non serve a nulla…” Pagina 12 In questo articolo vedremo perché un alunno con DSA ha una forte necessità di avere una riduzione dei compiti per casa. Lo studente con DSA fa meno compiti per casa sia perché faticando il doppio degli altri impiega il doppio del tempo e sia perché spesso effettua sedute di potenziamento delle abilità o esercizi di recupero a casa, oppure studia attraverso software attraverso cui impiega molto tempo per studiare. Vediamo di entrare più nel dettaglio: Ecco perchè vi sono meno compiti per casa per gli studenti con Dislessia e DSA. Come abbiamo già visto c’è questa stanchezza ed anche altro lavoro da fare, e dunque la normativa parla chiaro: meno compiti per casa per gli studenti con Dislessia e DSA. Ma c’è anche un altro motivo, forse il più importante, si chiama “valorizzare l’apprendimento”. Visto che siamo di fronte ad un Disturbo Specifico dell’Apprendimento(sottolineo “apprendimento”), abbiamo difficoltà ad apprendere i concetti scolastici tramite vie specifiche (come la lettura, l’ortografia, etc). Ciò significa che servono altre vie. Molte di queste strategie le ho descritte nel libro “Nostro figlio è dislessico”, manuale di autoaiuto per genitori con figli con dislessia e DSA. Una di queste è, ad esempio, l’uso delle mappe concettuali. Ad esempio, per strutturare in modo efficace una mappa concettuale devo: 1. Leggere il contenuto del testo al bambino per una o due volte 2. Chiedere un breve riassunto orale di ciò che si è ascoltato 3. Realizzare una mappa concettuale insieme al bambino 4. Leggere ancora una volta il testo mentre il bambino segue la lettura sulla mappa concettuale 5. Ripetizione da parte del bambino del testo studiato tramite mappa concettuale E poi? E poi vi sono le ripetizioni su ripetizioni, la mancata memorizzazione, la ricerca continua, giornaliera e spesso sfiancante di strategie alternative per imparare. E ciò perché? Perché appunto vi sono difficoltà nell’apprendimento, dunque serve molto più tempo, serve più fatica, serve trovare strategie su strategie, ovvero, serve, soprattutto, valorizzare ciò che il soggetto sta apprendendo, dunque l’accumulo di compiti su compiti, non serve a nulla. Dott.re Gianluca Lo Presti Psicologo, Esperto in disturbi specifici dell’apprendimento https://gianlucalopresti.net/ Volume 1 Anno 2016 Indennità di frequenza Che cos’è? L’indennità di frequenza è un sostegno economico rilasciato dall’INPS (tramite specifica domanda) volto a rendere più agevole l’inserimento scolastico e sociale dei ragazzi fino al 18° anno di età. L’importo per il 2016 è di 279,47 Euro mensili. Chi può richiederla? Possono richiedere l’indennità di frequenza i cittadini minori di 18 anni ipoacusici o con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età, così come previsto dalle Legge 11 ottobre 1990, n. 289. Non viene assegnata in caso di reddito annuo personale superiore a Euro 4.805,19. In tale categoria rientrano i bambini/e con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) o altre diagnosi che certifichino una “difficoltà persistente a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età”. Il contributo può essere utilizzato per far fronte alle spese riabilitative/di potenziamento/tutoraggio/ visite specialistiche o acquisti di strumenti tecnologici utili per il sostegno dei figli in tutto il percorso scolastico. Come si richiede? Per richiedere l’indennità di frequenza ci deve essere in primis una diagnosi che certifichi la presenza di “difficoltà persistenti a svolgere compiti e funzioni proprie dell’età del soggetto” rilasciata da un ente pubblico o accreditato. domanda devono essere spuntate le voci “disabilità” e “invalidità”). Il pediatra stesso deve poi inviare la richiesta per via telematica all’INPS; Entro 30 giorni un genitore deve recarsi in Patronato (munito di copia del precedente modulo compilato dal pediatra) e deve compilare la domanda per ottenere l’indennità di frequenza ai sensi della legge 289/90; Il minore viene successivamente convocato a visita davanti a una commissione medica che lo esamina e invia la relazione con le sue osservazioni all’INPS. L’INPS invierà poi risposta in merito alla erogazione/non erogazione del contributo. Qualora l’INPS dovesse respingere la domanda, i genitori possono fare ricorso rivolgendosi ad un avvocato con esperienza in questo settore (il ricorso deve essere presentato entro 180 giorni dalla ricezione della risposta da parte dell’INPS). Fonti: http://www.aiutodislessia.net/legge -e-diritti/indennita-di-frequenza/ www.inps. Dott.ssa Giulia Mori “… L’indennità di frequenza è un sostegno economico rilasciato dall’INPS (tramite specifica domanda) volto a rendere più agevole l’inserimento scolastico e Dott.ssa Giulia Mori Psicologa 347-1943338 [email protected] sociale dei ragazzi fino al 18° anno di età…” Dopodiché l’iter comprende: visita pediatrica e compilazione da parte del medico di un foglio prestampato nel quale richiedere l’indennità di frequenza (nella Pagina 13 Studio Psicologia Pisa Periodico quadrimestrale di informazione Al di là de lle Nuvo le : i perché di una scelta Al di là delle nuvole è un servizio di valutazione e trattamento dedicato ai minori che presentano disturbi da comportamento dirompente e alle loro famiglie. Dott.ssa Annarita Milone Il modello terapeutico adottato all’interno del servizio è il Coping Power ideato da John Lochman (Lochman e Wells, 2002). Il Coping Power è un programma di intervento multimodale Pagina 14 Il servizio, che nasce nel 2005 all’interno dell’IRCCS Stella Maris, è una piccola realtà clinico-assistenziale che opera in rete sia con le UO dedicate alla Psichiatria dell’età evolutiva dell’IRCCS che con le UFSMIA e le agenzie socio-assistenziali dei territori toscani. Ma perché e come è nato un servizio ospedaliero specialistico per bambini e adolescenti che alla fine degli anni 2000 erano considerati destinati inesorabilmente alla marginalità sociale? L’idea della necessità di pensare e progettare un’area dedicata a bambini e adolescenti “troppo vivaci e spesso ingestibili”, viene dalle esperienze di presa in carico di adolescenti multiproblematici e bambini “hard to manage” fatta tra il 2000 e il 2004 all’interno del nostro istituto. Questa prima esperienza, ricca di stimoli, ci appariva spesso molto complessa e altrettanto spesso parzialmente efficace perché guidata dal bisogno di contenimento della disregolazione comportamentale dei minori in carico e non dall’obiettivo di modificarne stabilmente strategie comportamentali e relazionali significativamente disfunzionali. In quegli anni, nella letteratura internazionale, venivano pubblicati molti lavori sulla necessità di sviluppare modalità terapeutiche costruite sulla base delle sempre maggiori conoscenze nell’area dei disturbi oppositivo-provocatori e della condotta. Si erano infatti chiarificati i fattori di rischio ed i meccanismi etiopatogenetici di questi disturbi, le peculiarità cognitive e le problematiche di regolazione comportamentale e emotiva di questi bambini e adolescenti e gradualmente erano comparsi indirizzi sempre più chiari rispetto alla necessità di contesti di cura dedicati e evidenziati modelli di interventi di cui appariva specifica ed ampia l’efficacia. Il servizio Al di là delle nuvole o meglio la sua equipe (con pressoché gli stessi componenti dalla sua nascita) si è così mosso verso una revisione del proprio modello di valutazione e di intervento, ha creato un modello sistematico di analisi del quadro clinico. La valutazione iniziale permette di mettere a fuoco molti aspetti del quadro clinico del minore ma anche le sue potenzialità trasformative come anche i suoi punti di forza. Possono così essere previsti anche possibili interventi di tipo farmacologico, monitorati nell’aspetto di efficacia e di rilevazione di eventuali effetti collaterali dall’equipe stessa del servizio. Il modello terapeutico adottato all’interno del servizio è il Coping Power ideato da John Lochman (Lochman e Wells, 2002). Volume 1 Anno 2016 Il Coping Power è un programma di intervento multimodale ampiamente riconosciuto, nella letteratura internazionale, come efficace nel controllo e gestione della rabbia in bambini di età scolare e preadolescenziale. Prevede percorsi paralleli in gruppo per i minori, in contesto di gruppo omogeneo per età, e per i genitori coinvolti in gruppi di parent training. Accanto alle attività terapeutiche in contesto clinico si è inoltre sviluppato un modello di intervento in rete che prevede una collaborazione, nelle strategie educative, con l’equipe scolastica in cui il minore è inserito e in generale un collegamento con le agenzie sanitarie, socio-assistenziali territoriali o i contesti extrascolastici con cui il minore è in contatto. L’esperienza decennale del nostro sevizio ci ha fornito molti dati relativi all’efficacia del modello di valutazione e trattamento e ha permesso all’equipe del servizio di produrre articoli pubblicati su o telefonico 050/886306. Attualmente l’equipe del servizio è impegnata anche in progetti di prevenzione primaria e secondaria in ambito scolastico e più in generale in percorsi di formazione e aggiornamento sulle tematiche cliniche, terapeutiche e di prevenzione relative ai disturbi dirompenti e del controllo degli impulsi. La nostra esperienza clinica giornaliera e la positiva evoluzione di molti dei nostri pazienti nonché le evidenze che ci derivano dall’attività di ricerca, ci dimostrano come sia possibile attualmente pensare ai DCD come patologie trattabili in modo efficace e la cui traiettoria evolutiva può essere sostenuta verso un’area di maggior adattamento sociale. Dott.ssa Annarita Milone Dirigente Neuropsichiatra Infantile presso IRCCS Stella Maris, Psicoterapeuta Responsabile del Servizio Al di là delle Nuvole riviste internazionali. Accedere al servizio per percorsi di valutazione e trattamento è possibile previa un contatto diretto con gli operatori dell’equipe: via mail all’indirizzo [email protected] Pagina 15 Corsi estivi In partenza : Studio & Metodo Mappe Lab Positive Lab Social Lab A Settembre—ottobre: Corso Tutor apprendimento Corso aggiornamento Tutor Formazione insegnanti