Estratto distribuito da Biblet 0DQXHOD3DGRYDQ Piccolo latino 3HUFRUVLGL JUDPPDWLFD HFLYLOWjODWLQD Estratto della pubblicazione ® Estratto della pubblicazione Estratto distribuito da Biblet Copyright © 2008 Esselibri S.p.A. Via F. Russo 33/D 80123 Napoli Tutti i diritti riservati È vietata la riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Per citazioni e illustrazioni di competenza altrui, riprodotte in questo libro, l’editore è a disposizione degli aventi diritto. L’editore provvederà, altresì, alle opportune correzioni nel caso di errori e/o omissioni a seguito della segnalazione degli interessati. Prima edizione: Febbraio 2008 S106 ISBN 978-88-244-7030-8 Ristampe 8 7 6 5 4 3 2 1 2008 2009 2010 2011 Questo volume è stato stampato presso Arti Grafiche Italo Cernia Via Capri, 67 - Casoria (NA) www.simonescuola.it • Catalogo on line • Materiali e strumenti per la didattica • Aggiornamenti normativi • Consultazioni gratuite Per informazioni, suggerimenti, proposte: [email protected] Realizzazione editoriale: Art Servizi Editoriali S.p.A. - Bologna Progetto editoriale: Massimo Manzoni Coordinamento editoriale: Valentina Romagnoli, Maria Chiara Piccolo Redazione: Alessandra Guccini Ricerca iconografica: Maria Chiara Piccolo Impaginazione: Fabrizio Cani, Art Servizi Editoriali S.p.A. - Bologna Progetto grafico e copertina: Estratto della pubblicazione Estratto distribuito da Biblet Indice Parte 1 | Il latino e le origini Percorso 1: Il latino, il Lazio e Roma Lezione 1 - Che cos’è il latino Sul filo del discorso: Il dio Saturno, il Lazio e Roma Lezione 2 - Chi erano i Romani La città di Roma Sul filo del discorso: I sette re di Roma La lingua dell’agricoltura, della guerra, del sacro Il podere ideale, Catone Dal latino all’italiano La preghiera del pater familias, Catone Un po’ di lessico Per concludere p. » » » » » » » » » » 2 3 4 4 5 5 7 8 9 10 12 » » » » » » » » 13 15 16 17 18 19 20 20 » » » » » » » » » » » » 23 24 25 26 27 28 30 31 32 32 33 33 » » » » » » 36 37 38 38 40 41 » 45 Percorso 2: Il sistema viario Lezione 1 - Le vie consolari Un po’ di lessico: Le strade Sul filo del discorso: I miliari Come si costruisce una strada: la via Domitiana, Stazio Un po’ di lessico In viaggio sulla via Appia, Orazio Per comprendere meglio Un po’ di lessico Percorso 3: Le conquiste Lezione 1 - L’espansione romana Sul filo del discorso: Mantenere la parola data: la storia di Attilio Regolo Nascita di un impero, Eutropio Per comprendere meglio: La misura del tempo Un po’ di lessico Perché Cesare intraprese la guerra di Gallia, Cesare Augusto mette fine alle guerre civili, Ottaviano Augusto Per comprendere meglio: I riferimenti storici Un po’ di lessico: Augustus Dal latino all’italiano Un po’ di lessico: Il linguaggio della politica e delle istituzioni Dal latino all’italiano Parte 2 | Come funziona il latino Percorso 1: Alfabeto, pronuncia, accento Lezione 1 - L’alfabeto Lezione 2 - La pronuncia La pronuncia classica (o restitùta) La pronuncia italiana (o scolastica o ecclesiastica) Sul filo del discorso: I Romani parlano del latino Lezione 3 - La quantità e l’accento Percorso 2: Le basi della lingua Lezione 1 - Chi era Catullo Estratto della pubblicazione III Carme 85, Catullo Lezione 2 - Catullo: Visione di Lesbia Carme 68, Catullo Un po’ di lessico Il latino non ha l’articolo Dal latino all’italiano: Gli articoli Le parole fatte a pezzi: la desinenza I casi Per comprendere meglio: Storia dei casi in latino e in greco Le parole fatte a pezzi: il tema Per comprendere meglio: Il genere neutro Lezione 3 - Catullo: una decisione ferrea Carme 8, Catullo Le parole fatte a pezzi: la radice Le declinazioni I pronomi I verbi Dal latino all’italiano: Gli avverbi Lezione 4 - Catullo: invito a cena Carme 13, Catullo Ancora pronomi La frase Il verbo esse («essere») Per comprendere meglio: Tre modi per dire essere Lezione 5 - Catullo: gara di poesia Carme 50, Catullo Per comprendere meglio Un po’ di lessico Presente e perfetto Dal latino all’italiano: Ut e le note musicali Lezione 6 - Catullo: all’amico Cecilio Carme 35, Catullo Per comprendere meglio: Piante, pelli e libri Indicativo e congiuntivo Il congiuntivo latino p. 47 50 50 51 53 53 53 54 55 56 60 62 62 64 66 70 72 75 77 77 80 82 84 87 89 89 89 90 92 96 99 99 99 101 103 » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » Percorso 3: L’evoluzione del latino Lezione 1 - Dal latino alle lingue neolatine Lezione 2 - Dal latino all’italiano Mutamenti lessicali Mutamenti fonetici Mutamenti verbali e sintattici Mutamenti del significato Lezione 3 - I primi documenti in volgare L’Indovinello veronese Dal latino all’italiano: Latino e volgare a confronto Il Placito cassinese Dal latino all’italiano: Latino e volgare a confronto Lezione 4 - Latino e dialetti Lezione 5 - Latino quotidiano Parte 3 » » » » » » » » » » » » » 109 112 112 115 118 119 120 120 120 121 122 123 125 » » » 132 133 136 | Percorsi tematici Percorso 1: Scene di vita quotidiana Lezione 1 - Le terme Il guaio di abitare sopra un bagno pubblico, Seneca Affittasi balnĕum, iscrizione pompeiana IV Lezione 2 - Il circo, l’anfiteatro Il tifo per le corse dei cavalli, Plinio il Giovane Per comprendere meglio: Lo stile epistolare Un po’ di lessico: Gli oggetti della scrittura Una rissa all’anfiteatro, Tacito Lezione 3 - La vita politica Lucio Rusticelio Celere, iscrizione pompeiana Gaio Gavio Rufo, iscrizione pompeiana Gaio Giulio Polibio, iscrizione pompeiana Gaio Giulio Polibio, iscrizione pompeiana Un po’ di lessico: Il linguaggio delle istituzioni Le sorprese delle votazioni segrete, Plinio il Giovane Lezione 4 - Una città dell’Italia meridionale Al mercato, Petronio Dal latino all’italiano Rissa all’osteria, Petronio Un po’ di lessico A cena in casa di un riccone, Petronio Per comprendere meglio: Cosa mangiavano i Romani Per comprendere meglio: I posti a tavola Ritratto del padrone di casa, Petronio Per comprendere meglio: L’eleganza di Trimalchione p. 139 » 140 » 141 » 142 » 144 » 147 » 148 » 149 » 149 » 150 » 150 » 151 » 155 » 155 » 157 » 158 » 160 » 162 » 163 » 164 » 165 » 166 Percorso 2: Le donne Lezione 1 - La matrona del tempo antico La donna ideale, iscrizione romana La matrona del tempo antico, Valerio Massimo La faccenda della lex Oppia, Tito Livio La faccenda della lex Oppia, Valerio Massimo Dal latino all’italiano Cornelia, Valerio Massimo Lezione 2 - La rivoluzione del costume Sempronia, Sallustio Clodia, ovvero: l’altra faccia di Lesbia, Cicerone Sul filo del discorso: Marco Celio Rufo Lezione 3 - Principesse e imperatrici Livia Drusilla, Tacito Sul filo del discorso: La famiglia Giulio-Claudia Sul filo del discorso: L’Ara Pacis e la famiglia di Augusto Agrippina, Tacito Poppea, Tacito » » » » » » » » » » » » » » » » » 168 169 170 173 174 174 175 178 178 180 181 185 185 186 188 189 192 » » » » » » » » » » » » » » » » 195 196 197 198 199 199 200 200 201 203 204 206 209 209 212 212 Percorso 3: I Romani e gli altri Lezione 1 - Romani e Greci La malafede dei Greci Per comprendere meglio: Le virtù romane L’astuzia dei Greci (e dei Cartaginesi), Tito Livio Dal latino all’italiano: Religio I tradimenti dei Greci, Virgilio Per comprendere meglio La cultura dei Greci, Orazio Sul filo del discorso: I Romani visti dai Greci Lezione 2 - Romani e Cartaginesi Annibale, Tito Livio I Romani secondo Annibale, Aulo Gellio Lezione 3 - Romani e popoli nordici Romani e Galli, Cesare Dal latino all’italiano Sul filo del discorso: Asterix, ovvero: la rivincita dei Galli Estratto della pubblicazione V Estratto distribuito da Biblet Romani e Germani, Tacito Romani e Britanni, Tacito Sul filo del discorso: Dalla parte dei Britanni Lezione 4 - Romani ed Ebrei Un mondo “alla rovescia”, Tacito Abitudini degli Ebrei e caratteri della loro religione, Tacito Gerusalemme e il tempio, Tacito Per comprendre meglio: I fraintendimenti di Tacito p. 213 215 218 220 221 222 222 223 » » » » » » » Percorso 4: Racconti di paura e di magia Lezione 1 - Il fantasma di Atene Le apparizioni notturne, Plinio il Giovane Si affitta la casa, Pinio il Giovane A tu per tu con il fantasma, Plinio il Giovane Per comprendere meglio: I Mani Lezione 2 - Il morto che cammina Sogno o realtà?, Apuleio Lezione 3 - Streghe Il neonato rapito, Petronio Per comprendere meglio: Il latino parlato Il parto negato, Apuleio La metamorfosi, Apuleio » » » » » » » » » » » » 226 226 227 227 228 231 231 235 235 237 238 241 » » » » » » » » » » » » 245 245 247 249 249 250 250 252 252 257 257 259 » » » » » » » » » » » » » » » 264 264 268 269 269 272 272 273 275 277 277 277 278 279 280 Percorso 5: Teorie scientifiche su cielo e terra Lezione 1 - Indagare la natura Le cause dei fenomeni naturali, Seneca Un po’ di lessico: Paura/paure Lezione 2 - I fulmini, l’arcobaleno I fulmini/1, Seneca I fulmini/2, Plinio il Vecchio Un po’ di lessico: Tuoni e fulmini L’arcobaleno, Plinio il Vecchio Un po’ di lessico: L’osservazione del cielo Lezione 3 - I terremoti I terremoti, Seneca Sul filo del discorso: La fine di Pompei Parte 4 | Strumenti 1 - Le declinazioni Nomi Pronomi 2 - Le coniugazioni Tempi dell’indicativo Congiuntivo (presente) Verbo essere 3 - I numeri 4 - Il calendario L’anno I mesi La settimana Le ore 5 - Le istituzioni pubbliche di Roma L’organizzazione delle conquiste VI Estratto della pubblicazione Estratto distribuito da Biblet Parte prima Il latino e le origini Percorso 1 s Il latino, il Lazio e Roma Percorso 2 s Il sistema viario Percorso 3 s Le conquiste Estratto della pubblicazione Estratto distribuito da Biblet Il latino, il Lazio e Roma 1 Percorso Percorso Stiamo per cominciare un percorso all’indietro nel tempo, che ci porterà a scoprire un mondo molto lontano e molto diverso da quello di oggi, ma ancora vivo nel nostro modo di pensare e di comunicare: insomma, più vicino a noi di quanto possa sembrare. Sarà un viaggio nella cultura dell’antica Roma, che ci permetterà di conoscere alcuni aspetti importanti della storia, della vita e della grandezza di questa civiltà; la strada che seguiremo sarà la lettura dei testi antichi, con la quale ci accosteremo per la prima volta alla lingua allora usata, il latino. Perché questa scelta? Perché è proprio attraverso il linguaggio che gli uomini da sempre pensano, danno nomi alle cose, giudicano la realtà in cui vivono, organizzano le loro conoscenze e comunicano tra loro; la lingua latina è dunque la via d’accesso principale che ci conduce nel mondo dei Romani, perché ci invita a parlare (e a pensare) come loro. LEZIONE 1 | Che cos’è il latino Obiettivi d’apprendimento U Il significato di “latino” U Il Lazio antico Se qualcuno ti chiedesse «Che cosa sapete del latino?» potresti dire per prima cosa che era la lingua degli antichi Romani. Questo è senz’altro vero, ma se ragioniamo sulle parole, a cominciare proprio dal nome, possiamo rispondere in maniera più precisa. Latino è un aggettivo che in italiano significa propriamente «del Lazio»: infatti, con le parole Latium e latinus si indicava rispettivamente il Lazio e ciò che apparteneva o era in qualche modo legato a questa regione. Nell’italiano di oggi gli aggettivi latino e laziale convivono, ma hanno un significato un po’ diverso. Per esempio, si dice correntemente «la lingua latina» e «il paesaggio laziale», «i popoli latini» e «le città laziali» o «i tifosi laziali»: in sostanza, di solito usiamo l’aggettivo latino in riferimento all’antichità. Ricostruzione del foro di Roma 2 P a r t e p r i m a Estratto distribuito da Biblet LEZIONE 1 | Che cos’è il latino A conclusione di queste prime osservazioni, tornando alla domanda iniziale, possiamo dire che, come indica il nome stesso, il latino era la lingua parlata dai Latini, cioè dagli antichi abitanti del Lazio. Ma che cosa dobbiamo intendere con Lazio? C’è corrispondenza geografica tra il Lazio antico e la regione che oggi porta questo nome? Per trovare una risposta partiamo ancora una volta dal nome e in particolare analizziamo le ipotesi sulla sua origine: secondo gli antichi, Latium derivava dal verbo latère, «nascondere», perché secondo il mito in questa regione avrebbe trovato rifugio il dio Saturno, minacciato dal figlio Giove. Sul filo del discorso Il dio Saturno, il Lazio e Roma Il mito di cui si parla è un’antica leggenda diffusa anche in Grecia, che narrava le lotte tra gli dei per il dominio dell’universo; questo è un tema particolarmente importante per i popoli antichi, perché chi dominava l’universo era il sommo dio. Nella versione greca del mito tre divinità si sarebbero succedute con la violenza sul trono celeste: Urano, Crono e Zeus, ognuno dei quali era padre del suo successore. A Roma si narrava che Saturno, antichissimo dio italico identificato con Crono, fosse fuggito dall’Olimpo e si fosse sottratto alla violenza di Giove nascondendosi in una terra ospitale, sulla quale regnò in pace e prosperità. Era l’Italia: in memoria di questa vicenda i poeti la soprannominarono Saturnia tellus, «terra di Saturno», e chiamarono Saturnium il colle del Campidoglio. Invece secondo i glottologi1 il termine Latium è da collegarsi a latus, aggettivo che significa «ampio», o alla parola platium, «pianura». Questa seconda ipotesi, in particolare, ci fornisce un elemento geografico significativo: l’anEretum Palombara Sabina Crustumerium Momentum Montecelio Caere Veio Ficulea Tivoli Fidene Monte Sant’Angelo Corcolle Roma Tevere Marino Labici Palestrina Tusculum Ficana Marino Rocca di Papa Anagni Ostia Decima Monte Albano Ferentino Castel Gandolfo Nemi Segni Aricia Velletri Pratica di Mare Cori Lanuvio Lago di Bracciano Civitavecchia Lucus Feroniae Ardea Mar Tirreno Caprifico Norma Sermoneta Campoverde Anzio Conca Sezze Privernum Il Latium 1 Si tratta degli studiosi moderni che indagano sull’origine e sullo sviluppo delle lingue. Il termine è composto da due parole greche: glotta, «lingua», e logos, «discorso, parola»: quest’ultimo termine nelle lingue moderne si usa solitamente per indicare la persona esperta in un particolare campo scientifico. Così psicologo, esperto nell’indagare la psiche (dal greco psyché, «anima»); archeologo, studioso di antiche civiltà (in greco archaía, «cose antiche»); meteorologo, esperto nell’osservare i fenomeni celesti (in greco metéora), e così via. Estratto della pubblicazione Percorso 1 Il latino, il Lazio e Roma 3 Estratto distribuito da Biblet tico Latium era una zona molto più circoscritta di quella che oggi conosciamo, e corrispondeva grosso modo alla vallata del Tevere, che è in effetti la più vasta zona pianeggiante della regione. Ne abbiamo una conferma dalle ricerche archeologiche: i primi stanziamenti di capanne risalgono all’VIII secolo a.C., data che coincide con quella tramandata della fondazione di Roma da parte di Romolo (753 a.C.). I popoli che vi abitavano parlavano una lingua comune, il latino; quando gli abitanti di uno di questi insediamenti, Roma, acquistarono la supremazia su tutti gli altri, il latino divenne la loro lingua e come tale rimase famoso nei secoli: seguì l’espansione del dominio romano in Italia, in Europa e nel Mediterraneo e si impose quasi dovunque sulle parlate locali. LEZIONE 2 | Chi erano i Romani Obiettivi d’apprendimento U Lettura dei testi U Confronto latino - italiano U Il nome di Roma U Lessico dell’agricoltura, della guerra, del sacro Dunque la città destinata a diventare padrona del mondo allora conosciuto era in origine un modesto villaggio posto sui colli che circondavano l’ultimo tratto del Tevere, in un punto in cui il fiume era facilmente attraversabile perché diviso a metà dall’Isola Tiberina; questa è una caratteristica geografica che avvicina Roma ad altre città, come Parigi o Budapest, anch’esse attraversate da grandi fiumi, ma con un’isola al centro che permetteva un sicuro rifugio in caso di attacchi nemici. I Romani all’inizio erano come gli altri abitanti della zona: principalmente agricoltori e allevatori, ma anche guerrieri, spesso in lotta con i popoli confinanti. Di questa condizione originaria possiamo trovare tracce proprio nella lingua, perché i termini di uso più comune rispecchiavano le principali attività della vita quotidiana del tempo. | La città di Roma Cominciamo dal nome della città: Roma. La sua origine è oscura, ma non mancano ipotesi di derivazione, sia antiche che moderne: come abbiamo visto nel caso della parola Latium, i metodi con cui gli antichi indagavano e interpretavano il loro mondo erano per lo più basati su rac- La lupa capitolina 4 P a r t e p r i m a Estratto della pubblicazione Estratto distribuito da Biblet LEZIONE 2 | Chi erano i Romani conti tradizionali di dei e di eroi; inoltre, scopo dell’indagine era spesso quello di spiegare lo stato presente delle cose. Così, il nome di Roma era dagli antichi collegato al mitico fondatore Romolo o alla parola rhome, che in greco significava «forza»: in questo modo essi indicavano che la città era stata fondata da un eroe di stirpe divina o giustificavano la sua supremazia sugli altri popoli, sottolineando che già il suo nome esprimeva il concetto di “potenza”. Gli studiosi moderni, invece, formulano altre ipotesi, collegando per esempio Roma a Ruma, nome di una casata aristocratica etrusca, o a Rumon, antico nome etrusco e italico del Tevere. In entrambi questi nomi riconosciamo la presenza di elementi fondamentali per la condizione originaria della città: il fiume, fonte e garanzia di vita, e il potente popolo degli Etruschi, che in un primo tempo esercitò la sua supremazia sui Romani, per poi essere da questi sottomesso. Sul filo del discorso I sette re di Roma Di queste vicende rimane memoria nella successione dei sette re di Roma: dopo Romolo, il mitico fondatore della città, e accanto a una serie di re di origine latina e romana (Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Servio Tullio), si trovano due personaggi della famiglia etrusca dei Tarquini, Tarquinio Prisco («l’Antico») e Tarquinio il Superbo. Quando quest’ultimo fu cacciato dalla città, la monarchia stessa fu sostituita da un regime politico diverso, in cui il potere non fu più esercitato da un re ma dalle famiglie nobili romane. | La lingua dell’agricoltura, della guerra, del sacro Numerose sono le tracce linguistiche che permettono di risalire alle origini della civiltà romana, legate alla vita dei campi e all’allevamento. Si tratta di parole che ritroviamo in italiano: anche se la loro forma è rimasta invariata o quasi, spesso hanno subito un cambiamento di significato notevole. Lo schema che segue mostra qualche esempio della graduale evoluzione di alcuni termini di uso comune, tuttora presenti nella nostra lingua: latino rustico latino comune Da pecus, «bestiame». Indicava la «Denaro», in senso pecunia ricchezza espressa in capi di bestiame, generico. usati come mezzo di scambio. rivàlis Da rivus, «ruscello». Indicava chi viveva sulle rive di un fiume e poteva entrare in contrasto con i suoi vicini per l’uso dell’acqua. «Rivale, avversario». Mantiene il senso ostile implicito nella parola fin dall’inizio. Estratto della pubblicazione Percorso 1 derivati in italiano Pecuniario, cioè relativo al denaro. Rivale. Il latino, il Lazio e Roma 5 Estratto distribuito da Biblet latino rustico 2 latino comune derivati in italiano Da laetamen, «letame», è un aggettivo che significa «grasso, concimato», in riferimento ai campi. «Dall’aspetto piacevole, ridente, gioioso». Aggettivo contrapposto a tristis, «serio, grave». forma «Stampo» usato per fare il formaggio (oggetto concreto). «Forma» in senso astratto, cioè insieme delle caratteristiche esteriori di un oggetto. Anche «bella forma», «bellezza». robur «Quercia». «Forza», sostantivo. putare «Rendere pulito, pulire». «Potare» le piante. «Verificare, regolare un con- Potare. Dal composto computare to»,quindi«valutare,stimare, sono derivati in italiano contare contare, giudicare,ritenere». e compito, in inglese computer. làetus Lieto. Forma, in senso astratto. In senso concreto ha dato origine alla parola formaggio. Il concetto di bellezza è rimasto implicito nell’aggettivo formosa. Robusto, aggettivo. Rovere, cioè legno di quercia. Altri aspetti fondamentali della vita della città furono fin dalle origini la guerra e la religione: da questi settori linguistici provengono altri termini, che in seguito hanno cambiato significato sia nel latino comune sia in italiano. Vediamo qualche esempio di parole derivate dall’ambito militare: latino militare statio latino comune Da stare, «stare in piedi». Posto di guardia, guarnigione. derivati in italiano Stato di immobilità, Stazione, luogo di sosta permanenza, stazione temporanea per veicoli di navale, posto di guardia. vario genere. Da stips, «piccola moneta», Imposta, tributo, Stipendio, retribuzione stipendium e pèndere, «pagare». Servi- contributo; servizio corrisposta ai lavoratori zio militare, paga militare. militare, paga militare. dipendenti. congressus Da còngredi, indica il radunarIncontro, riunione. si insieme per combattere. Congresso, raduno di politici, diplomatici o uomini di cultura. concursus Da concùrrere, è l’atto di correre tutti insieme verso un punto. Concorso, gara, competizione, affluenza di persone. Corsa in massa verso un punto, incontro, scontro militare. 2 È il latino parlato nelle campagne (da rus, «campagna»), che si diversificava per certi aspetti da quello in uso nella città di Roma, in particolare per quanto riguarda il lessico. 6 P a r t e p r i m a Estratto della pubblicazione LEZIONE 2 | Chi erano i Romani Ecco infine alcune parole provenienti dal linguaggio religioso: latino sacrale latino comune derivati in italiano Da sìdera, «stelle». Indi- «Esamino con Considerare, cioè esaminare con considerare cava l’atto di guardare le cura», senza signifi- attenzione, tenere in conto, stimastelle con devozione. cato religioso. re, giudicare. desiderare Da sìdera, «stelle». Propriamente «cessare di guardare le stelle», sempre in senso religioso. templum Settore sacro del cielo e «Tempio», costruzioTempio, costruzione sacra adidella terra, di forma quane consacrata a una drata, dove il sacerdote bita a riti sacri non cristiani. divinità. interpretava i presagi. «Sentire la mancanza, rimpiangere, Desiderare, con gli stessi signidesiderare», senza ficati. significato religioso. Da templum, indicava l’at- «Guardare attencontemplari to di interpretare i presa- tamente, contemgi nello spazio sacro. plare». Contemplare, guardare con intensità, meraviglia o ammirazione. Usato sia in senso religioso che laico. Con l’andar del tempo, man mano che la vita della città si faceva più complessa, nuove attività si affiancarono a quelle tradizionali e di conseguenza anche la lingua si arricchì di nuovi termini, che si riferivano all’amministrazione della giustizia e della politica, alle arti, alle scienze e alla cultura. La ricchezza di questi linguaggi, si mantenne nell’italiano e nelle altre lingue moderne, soprattutto nell’ambito della cultura e delle scienze. 1. Il podere ideale (Catone, Sulla coltivazione della terra 1) Vediamo ora due testi che descrivono la vita di campagna nei tempi antichi, quando Roma non era ancora una grande potenza. L’autore è Catone, uomo politico e scrittore vissuto tra il III e il II secolo a.C., al tempo delle guerre tra Roma e Cartagine. Da proprietario terriero quale era, nell’opera intitolata De agri cultura («La coltivazione dei campi») offre una serie di indicazioni pratiche sulla conduzione di un podere, sull’allevamento degli animali e sul trattamento dei lavoranti e degli schiavi. Il brano che segue contiene una serie di consigli rivolti a chi vuole comprare un fondo agricolo. Per quanto riguarda la lettura dei testi latini, segniamo per ora le parole più difficili con l’accento italiano; più avanti studieremo l’accento latino e le sue regole. Praedium quom parare cogitabis, sic in animo habèto: uti ne cùpide emas neve opera tua parcas visere et ne satis hàbeas semel Quando penserai di comprarti un podere, abbi questa disposizione d’animo: non comprarlo con foga e non risparmiarti nell’opera di visitarlo, né Percorso 1 Il latino, il Lazio e Roma 7 Estratto distribuito da Biblet circumire; quotiens ibis, totiens magis placebit quod bonum erit. Vicini quo pacto niteant, id animum advertito: in bona regione bene nitere oportebit. Et uti eo introeas et circumspicias, uti inde exire possis. Uti bonum caelum habeat; ne calamitosum siet; solo bono, sua virtute valeat. Si poteris, sub radice montis siet, in meridiem spectet, loco salubri; operariorum copia siet, bonumque aquarium, oppidum validum prope siet; aut mare aut amnis, qua naves ambulant, aut via bona celebrisque. Praedium quod primum siet, si me rogabis, sic dicam: de omnibus agris optimoque loco iugera agri centum, vìnea est prima, vel si vino multo est; secundo loco hortus irrìguus; tertio salictum; quarto oletum; quinto pratum; sexto campus frumentarius; septimo silva càedua; octavo arbustum; nono glandaria silva. averne abbastanza di percorrerlo una volta sola; quanto più ci andrai, tanto più apprezzerai quel che ci sarà di buono. In che modo i vicini prosperano, a questo fai attenzione: in una regione fertile necessariamente prospereranno. E che tu possa entrarvi, guardare intorno e uscirne. Che abbia un buon clima, che non sia esposto a intemperie, che abbia un terreno buono e valido per le sue qualità. Se possibile, sia sotto le pendici di un monte, sia volto a mezzogiorno, in un luogo salubre; abbia abbondanza di lavoranti, una buona cisterna per l’acqua, sia vicino a un centro urbano o al mare o a un fiume dove corrono navi o a una via comoda e frequentata. Se mi chiedi quale sia il podere migliore, così dirò: cento iugeri in ottima posizione e di ogni tipo di terreno: in primo luogo vigna, specie se produce vino abbondante; per secondo orto ben irrigato, per terzo saliceto, per quarto oliveto, per quinto prato, per sesto campo da frumento, per settimo bosco ceduo, per ottavo alberi da vite, per nono querceto da ghiande. Dal latino all’italiano Nel brano si notano diverse parole facilmente comprensibili perché sono passate in italiano con significato immutato. Confrontando il testo latino con la traduzione, trascrivi alcune di queste nella tabella che segue, con il loro significato italiano, seguendo l’esempio proposto: Parola latina Significato in italiano animo animo Ora invece notiamo altre parole che, pur essendo presenti con la stessa forma nella nostra lingua, hanno assunto un significato diverso, come abbiamo già visto a proposito dei termini agricoli, militari e religiosi. Ecco due esempi: 8 P a r t e p r i m a Estratto della pubblicazione Estratto distribuito da Biblet LEZIONE 2 | Chi erano i Romani celebris (que)3 In latino significa «frequentato», mentre in italiano ha assunto il significato di «celebre, famoso». arbustum È imparentato con arbor, «albero», e in latino indica un terreno coltivato con alberi che fanno da appoggio alle viti. In italiano, invece, un arbusto è una pianta non troppo alta che, a differenza di un albero, è ramificata fin dalla base. 2. La preghiera del pater familias (Catone, Sulla coltivazione della terra 141) Ancora un brano di Catone, stavolta di argomento religioso. Si tratta della preghiera che il capofamiglia (pater familias) rivolgeva a Marte, in origine venerato come dio dei campi: a lui era infatti dedicato il mese di Martius, che dava inizio alla stagione primaverile. Col tempo, coerentemente con la vocazione bellicosa dei Romani, assunse soprattutto attributi di divinità guerriera e fu assimilato al dio greco Ares. Nella tradizione romana Marte era padre di Romolo, motivo per cui godeva di particolari onori, visto che Romolo era il fondatore della città; in particolare, si racconta che il re Numa Pompilio istituì un collegio sacer- Scena di suovetaurilia, dal rilievo dell’Ara pacis dotale a lui dedicato, i Salii. Nel brano si parla del solenne sacrificio dei suovetaurilia, così detto perché un maiale (sus), un montone (ovis) e un toro (taurus) venivano prima condotti intorno al fondo agricolo e quindi immolati, per ottenere la protezione del dio su terreni e raccolti. Mars pater te precor quaesòque uti sies volens propitius mihi domo familiaeque nostrae; quòius rei ergo agrum terram fundumque meum suovitaurilia circum agi iussi: uti tu morbos visos invisosque viduertatem vastitudinemque, calamitates intemperiasque prohibessis defendas averruncesque; uti tu fruges frumenta vineta virgultaque 3 Padre Marte, ti prego e ti chiedo di essere benevolo e propizio a me, alla casa e alla mia famiglia; per questo dunque intorno al campo, alla terra e al mio fondo ho fatto portare un maiale, un montone, un toro: perché malattie visibili e invisibili, sterilità e devastazione, calamità e intemperie tu impedisca, respinga e allontani; perché a messi, frumento, vigne e giovani piante Il suffisso -que significa «e» (congiunzione) ed è enclitico, cioé si appoggia alla parola che lo precede. Estratto della pubblicazione Percorso 1 Il latino, il Lazio e Roma 9 Estratto distribuito da Biblet grandire dueneque evenire siris, pastores pecuaque salva servassis; duisque duonam salutem valetudinemque mihi domo familiaeque nostrae: harunce rerum ergo fundi terrae agrique mei lustrandi lustrique faciundi ergo, sic ut dixi, macte hisce suovitaurìlibus lactèntibus immolandis esto. tu permetta di crescere e di riuscire bene, pastori e bestiame conservi sani e salvi; che tu dia buona salute e prosperità a me, alla casa e alla mia famiglia: a questo scopo per purificare e compiere la purificazione del fondo, della terra e del campo, dunque, come ho detto, sii soddisfatto di questo sacrificio di un maiale, un montone e un toro ancora lattanti. UN PO’ DI LESSICO domo La domus era l’abitazione del dòminus, cioè la casa padronale. In italiano ha dato il termine duomo, inteso come casa del Signore in senso religioso, mentre il nostro casa in latino indicava la capanna usata per riporre gli attrezzi agricoli: è uno dei tanti segni della derivazione dell’italiano dal latino parlato dal popolo. familia La familia romana era diversa dalla nostra, in quanto era costituita non solo da padre, madre e figli, ma anche dagli schiavi, detti fàmuli. valetùdinem Significa «buona salute» e indica uno dei beni più preziosi, per il quale si implorava, come in questo caso, l’aiuto degli dei. Deriva dalla stessa radice una delle forme di saluto usata dai Romani: vale!, «stammi bene». fundum Questo termine, presente in entrambi i testi di Catone, indica la proprietà agricola nel suo insieme, composta da terreni anche diversi e dalla casa padronale. fruges Sono i prodotti della terra, in particolare i cereali. lustrandi Fa riferimento alla cerimonia della lustratio, un rito con cui si espiavano le colpe verso gli dei, per averne il favore. Il cerimoniale era diverso, a seconda di ciò che si voleva purificare (uomini, terreni, eserciti). Importante era la lustratio populi Romani, una purificazione di tutto il popolo romano che si compiva alla fine del censimento, ogni cinque anni. Da qui già in epoca romana venne l’uso di chiamare lustrum il periodo di cinque anni, consuetudine che ancora sopravvive in italiano. 10 P a r t e p r i m a Estratto della pubblicazione Estratto distribuito da Biblet LEZIONE 2 | Chi erano i Romani Esercizi di comprensione Per svolgere questi esercizi è necessario servirsi della traduzione italiana del brano e confrontarla con il testo latino. 1. Quali caratteristiche deve avere il podere ideale? Indicale usando le parole del testo di Catone, secondo l’esempio riportato. espressione latina bonum caelum nec calamitosum traduzione un buon clima, non esposto a intemperie 2. Quale doveva essere la sua estensione? espressione latina traduzione 3. Quali colture dovevano essere presenti? espressione latina vinea traduzione vigna 4. Che cosa intendevano gli antichi con la parola caelum? .............................................................................................................................................................................................. Estratto della pubblicazione Percorso 1 Il latino, il Lazio e Roma 11 Estratto distribuito da Biblet 5. Che cos’era la domus? .............................................................................................................................................................................................. 6. Chi erano i famuli? .............................................................................................................................................................................................. 7. Per quale motivo in italiano si chiama lustro un periodo di cinque anni? .............................................................................................................................................................................................. | Per concludere Siamo alla fine di questo primo passo nel mondo dei Romani. Come abbiamo visto, la loro vita delle origini era strettamente legata alla terra e agli animali, necessari per il sostentamento. Nei secoli successivi, anche quando Roma divenne una ricca e complessa megalopoli, popolata da masse che avevano abbandonato le campagne, questo modo di vivere semplice e fatto di poche cose non fu mai dimenticato, anzi fu spesso celebrato dai poeti, che lo descrissero come un paradiso perduto, capace di creare uomini forti nel fisico e nello spirito, moralmente retti, dei veri eroi. Sentiamo tra i tanti Virgilio, il grande poeta autore dell’Eneide, uno dei massimi autori latini, che al tempo di Ottaviano Augusto, quando Roma era la più grande città del Mediterraneo, così scriveva: Sarebbero ben fortunati i contadini, se sapessero che beni possiedono! La terra con massima giustizia, lontana da guerre civili, spontaneamente dispensa dal suolo facile cibo (…) mai viene meno una quiete serena e una vita ignara di inganni, ricca di varie risorse, riposo in ampie contrade, grotte e luoghi sorgivi e fresche vallate, muggiti di buoi e sonni profondi all’ombra di un albero; lassù sono macchie e tane di selvaggina e giovani resistenti alla fatica, abituati a vivere con poco, e culti divini e rispetto filiale verso il padre; di passaggio fra loro la Giustizia, lasciando la terra, lasciò le sue ultime orme. (…) Questa è la vita che condussero un tempo gli antichi Sabini. Questa Remo e il fratello; così forte crebbe l’Etruria e Roma divenne la più bella delle cose, e sola circondò delle sue mura sette colli. (Georgiche II, 458-535) 12 P a r t e p r i m a Estratto distribuito da Biblet 2 Il sistema viario Percorso Dovunque Roma arrivò, lasciò tracce della sua potente organizzazione, sotto forma di ponti, acquedotti, strade. In particolare, arrivò a creare una rete viaria senza paragoni al suo tempo, che rimase attiva per tutto il Medioevo e nei secoli successivi, fino ai nostri giorni. Vediamo in questo capitolo per quali motivi le strade erano tanto importanti e quali tracce ne rimangono oggi. LEZIONE 1 | Le vie consolari Obiettivi d’apprendimento U Lettura dei testi U Confronto latino - italiano U Il lessico delle strade Il potere di Roma deve molto alla vastità e all’efficienza del suo sistema di strade. Compito fondamentale della rete viaria era di mettere in comunicazione nel modo più rapido possibile la capitale con i territori conquistati: infatti, fu la necessità di spostare velocemente le truppe in qualsiasi regione a far sì che si costruissero strade in tutto il territorio italico, e le prime furono realizzate dagli stessi legionari1. Ben presto alla funzione militare si affiancò l’uso a scopo commerciale, perché la rete stradale permetteva un comodo spostamento di merci e mercanti e, di conseguenza, lo sviluppo degli scambi. Le prime vie sono dette consolari, perché fatte costruire dai consoli romani, ai quali erano infatti intitolate: la più antica e la più importante, tanto da essere chiamata regina viarum, «la regina delle vie», fu l’Appia, costruita nel 312 a.C. dal console Appio Claudio; congiungeva Roma con Capua e in seguito fu prolungata fino a Brundisium (l’attuale Brindisi), dove si trovava il maggiore porto d’imbarco per la Grecia e l’Oriente. Di questa antica via è tuttora possibile vedere i resti in diversi punti; particolarmente suggestivo è il tratto subito fuori Roma, costeggiato da numerose rovine di tombe monumentali, secondo l’uso romano di collocare le sepolture lungo le strade. A questa ne seguirono presto molte altre, in gran parte aperte tra la metà del III e del II secolo a.C., in particolare: 1 I legionari erano soldati romani; si chiamavamo così perché militavano nelle legioni (legiones), letteralmente «truppe scelte», le unità operative in cui era suddiviso l’esercito (exercitus). Una legione poteva comprendere da quattromila a seimila uomini, a seconda dei periodi storici, e a sua volta era divisa in centurie e manipoli. Estratto della pubblicazione Percorso 2 Il sistema viario 13