LA CONCEZIONE DELL’IDENTITÀ SECONDO ZYGMUNT BAUMAN Testo di riferimento: Intervista sull’identità, Z. Bauman, Editori Laterza, Roma-Bari, 2003. 1 LA SOCIETÀ DELLA MODERNITÀ LIQUIDA «La modernità sostituisce l’eteronomica determinazione della condizione sociale con una compulsiva e obbligatoria autodeterminazione» (Bauman, Modernità liquida, pag.23). Le due fasi della modernità: - solida: dai ceti alle classi; colonizzazione di spazio e tempo; distruzione creativa; liquida: essere moderni significa essere incapaci di fermarsi e di stare fermi; il tempo prende il sopravvento sullo spazio. 2 L’IDENTITÀ COME PROBLEMA Nelle società occidentali contemporanee, l’identità si pone come problema e come compito: è la “questione all’ordine del giorno”. L’idea di «identità» è nata dalla crisi dei sistemi di appartenenza e d’inclusione; in seguito a: - disintegrazione e affievolirsi delle strutture della comunità locali (l’esperienza premoderna della prossimità e delle reti di familiarità non richiedeva agli uomini e alle donne la problematizzazione della loro individualità); - rivoluzione dei trasporti. 3 Identità come qualcosa che è necessario costruire o selezionare fra opzioni alternative: «chi sono io?». Il senso di questa domanda trova il suo fondamento solo se l’individuo sa di poter essere qualcuno di diverso da ciò che è, se egli deve fare qualcosa per consolidare e rendere “reale” una scelta. IDENTITÀ come compito ancora non realizzato, non compiuto, come un appello, come un dovere e un incitamento ad agire. 4 L’IDENTITÀ E LO STATO-NAZIONE Lo Stato-nazione si è impegnato nella realizzazione dell’identità nell’ambito della sua sovranità territoriale: stato come compimento del destino di una nazione. In seguito alla crisi dello Stato-nazione: - l’identità perde i suoi ancoraggi sociali e i suoi quadri di riferimento tradizionali (ex genere, paese o luogo di nascita, famiglia, ceto, classe sociale) che la facevano apparire e sentire “naturale”, predeterminata e non negoziabile; - gli individui, quindi, oggi cercano un «noi» di cui entrare a far parte (gruppi mediati elettronicamente, fragili, virtuali in cui è facile entrare e uscire). 5 L’individuo contemporaneo ha il dovere individuale di provvedere a se stesso sulla base: - delle degli degli delle proprie capacità; obiettivi che si pone; strumenti di cui dispone o che si procura; condizioni strutturali in cui si trova. Comunità guardaroba: «comunità che prendono corpo, anche se solo in apparenza, quando si appendono in guardaroba i problemi individuali, come i cappotti e i giacconi quando si va a teatro» (Bauman, Intervista sull’identità, pag.33); l’occasione per il costituirsi di queste comunità può essere offerta da una partita di calcio o dal matrimonio di una celebrità in quel momento alla ribalta. si assiste oggi a una ridistribuzione delle ansie e delle incertezze, dei sensi di abbandono, di vuoto e di solitudine che assalgono gli individui contemporanei 6 Le conseguenze della globalizzazione sull’identità «Globalizzazione significa che lo Stato non ha più il potere o la volontà per mantenere inespugnabile il suo matrimonio con la società» (Bauman, Invervista sull’identità, pag.29). Si costituisce, dunque, una nuova gerarchia globale: - coloro che possono comporre e decomporre le loro identità più o meno a piacimento, attingendo dall’immenso pozzo di offerte planetarie; - coloro che si vedono sbarrare l’accesso alle identità di loro scelta, che non hanno voce in capitolo per decidere le proprie preferenze e che si vedono affibbiare il fardello di identità imposte da altri; - coloro cui viene negato il diritto di rivendicare un’identità distinta; sono le persone qualificate come “sottoclasse” (ex senzatetto, mendicanti, profughi). 7 Le conseguenze della globalizzazione sull’identità Ciascuno di noi è sospeso tra le estremità della nuova gerarchia sociale in quanto nessuno è sicuro di quanto durerà la sua libertà di scegliere ciò che desidera: infatti, tale gerarchia è mobile. Gli individui, ora impegnati a misurarsi con le sfide della vita e con la loro capacità di scelta, non possono attendersi grande aiuto dallo Stato: - - un tempo l’identità veniva determinata in primo luogo dal ruolo produttivo svolto nella divisione sociale del lavoro (lo Stato era il garante della solidità strutturale che caratterizzava la società); oggi lo Stato non è più il destinatario affidabile per le lamentele e le richieste degli individui. gli uomini e le donne dei nostri tempi, infatti, sono ossessionati dallo spettro dell’esclusione 8 IDENTITÀ-PUZZLE Gli individui oggi compongono le loro identità come si compone un disegno partendo dai pezzi di un puzzle; però, l’immagine che dovrebbe emergere al termine del lavoro non è fornita loro in anticipo (la definizione del senso è in questi casi problematica; il puzzle è difettoso): - si parte da una certa quantità di pezzi; si cerca di scoprire come ordinarli e riordinarli per ottenere delle immagini soddisfacenti nella contingenza in relazione agli obiettivi momentanei. Il lavoro di un costruttore di identità è un lavoro di bricoleur che crea ogni sorta di cose con il materiale a disposizione. 9 «Definire l’identità come un compito e lo scopo dell’impegno di tutta una vita era, se paragonato all’attribuzione automatica a un ceto dell’era premoderna, un atto di liberazione: una liberazione dall’inerzia delle strade tradizionali, delle autorità immutabili, delle routines preordinate e delle verità incontestabili» (Bauman, Intervista sull’identità, pag.58). La modernità ha sostituito i ceti premoderni (che determinavano l’identità individuale in base alla nascita) con le classi sociali (dove le identità sono diventate compiti che i singoli individui devono realizzare attraverso la propria biografia, ex percorsi di carriera). La principale forza motrice alla base di questo processo è stata la “liquefazione” delle strutture e delle istituzioni sociali della prima modernità. 10 Siamo così passati da una fase solida a una fase liquida della modernità. I fluidi sono così chiamati perché non sono in grado di mantenere a lungo una forma: ciò comporta che gli individui contemporanei siano costantemente attenti e vigili, impieghino importanti quantità di risorse e incessanti sforzi nella costruzione della loro identità. La costruzione dell’identità ha assunto la forma di un’inarrestabile sperimentazione (gli esperimenti non finiscono mai). 11 IDENTITÀ E MOVIMENTI SOCIALI I movimenti sociali cercano di ricostruire una comunità attraverso il riconoscimento delle loro rivendicazioni di autonomia e di indipendenza. Due ragioni spiegano l’erosione della sovranità dello Stato: - il tentativo di cercare protezione dai “venti della globalizzazione”; - il ripensamento del tradizionale accordo tra Stato e nazione (crisi sociale, sentimenti di angoscia da parte degli individui, idea di multiculturalismo come “dichiarazione d’intenti”). 12 IDENTITÀ E MEDIA «Le identità sono vestiti da indossare e mostrare, non da mettere da parte e tenere al sicuro…» (Bauman, Invervista sull’identità, pag.87). Internet è lo strumento elettronico, comodo e utile, che ci consente di modellare le nostre identità senza rimanere legati a una di esse: - pluralità di identità; individui come consumatori in una società di consumatori (ognuno di noi è nel mercato e sul mercato); amicizia come relazione sociale per eccellenza (centralità tema della scelta). I media permettono agli spettatori di fare esperienza di una «extraterritorialità virtuale» in mancanza di una extraterritorialità reale (dialettica locale/globale). 13 IDENTITÀ E SENTIMENTI Le relazioni interpersonali sono al contempo oggetti di attrazione e apprensione, desiderio e paura: - amare “nella buona e nella cattiva sorte”? (siamo inclini a vivere le relazioni amorose secondo la logica consumistica); ricerca gratificazioni immediate. In ogni caso, la risposta alla domanda “chi sono io?” può formarsi solo in riferimento ai legami che connettono l’io ad altre persone: “la paura e il desiderio combattono per la supremazia”. Cerchiamo riparo nelle reti che offrono il vantaggio di potercisi connettere e disconnettere con la stessa facilità: attratti dalla libertà di movimento, sostituiamo le relazioni con i contatti. 14 IDENTITÀ E RELIGIONE «[…] non è nel potere dell’uomo di afferrare, comprendere, assimilare mentalmente quella maestosa potenza che si manifesta nella pura e semplice grandiosità dell’universo» (Bauman, Invervista sull’identità, pag.115). Secondo Bauman, il sacro è “un riflesso di questa esperienza di impotenza”, ciò che trascende i nostri poteri di comprensione, comunicazione e azione. La paura cosmica, infatti, viene elaborata da tutti i sistemi religiosi. La modernità ha reso Dio irrilevante per gli affari sulla terra e lo ha sostituito con la scienza e la tecnologia: il linguaggio della scienza consente di narrare la storia del mondo in termini non teologici, ossia senza riferimenti a uno scopo o a un’intenzione divina. 15 IDENTITÀ E RELIGIONE Le “grandi questioni” non vengono risolte, ma lasciate in sospeso, messe da parte: la preoccupazione è per il presente (non per l’eterno), per gli affari che sono alla portata dell’uomo sulla terra. Il fondamentalismo religioso contemporaneo, l’effetto combinato di due processi: dunque, è - l’erosione o la minaccia di erosione della congregazione dei fedeli; - l’attività di scelta che tutti noi oggi esercitiamo (la vita di uno sceglitore è una vita insicura, l’individuo sente la mancanza di sicurezze e di fiducia in se stesso). I movimenti fondamentalisti elargiscono un confortevole senso di sicurezza e offrono all’individuo un posto legittimo nello schema generale delle cose. 16