LE RISPOSTE DELLA SCIENZA E DELLA FEDE Due ali verso un'unica verità L’epoca moderna è caratterizzata da un crescente sviluppo scientifico e tecnologico e per l’uomo è abituale rivolgersi sempre più spesso alla scienza e alla tecnica per risolvere le sue esigenze quotidiane. Fin qui niente di male. Solo che molto spesso l’uomo ripone una fiducia assoluta nella scienza e attribuisce un’ esagerata importanza agli aspetti razionali dell’esistenza, dimenticando l’importanza di quelli spirituali, che altrettanto lo caratterizzano come essere particolare tra tutti gli alti viventi. Un atteggiamento di smoderata ed eccessiva fiducia nella scienza, che porta a escludere le religioni della fede, è considerata dai credenti negativo. Quando la scienza orgogliosa dei suoi successi, ritiene di poter fare a meno di Dio e della religione e di diventare essa stessa una religione, allora c’è vera contrapposizione tra fede e religione. D’altra parte, una lettura della Bibbia letterale, che non tenga conto dell’epoca in cui sono stati redatti i testi, è altrettanto negativa. Ma un giusto equilibrio tra i due ambiti, che hanno sfere di competizione diverse, è auspicabile secondo la visione cristiana. La contrapposizione tra fede e scienza è dunque solo apparente: la scienza può spiegare molti misteri della vita e del mondo; la tecnica può produrre strumenti per rendere migliore l’esistenza; la fede cristiana permette di cogliere e di vivere i sensi della realtà e i suoi valori, alla luce della rivelazione di Dio in Cristo. Quindi non contrapposizione o sovrapposizione tra scienza e fede, bensì complementarità. Nel 1998, papa Giovanni Paolo II ha pubblicato l’enciclica Fides et ratio, circa i rapporti tra fede e ragione. Secondo il papa la fede e la religione sono come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità. Un rapporto corretto tra scienza e fede Ma non si legge nel Vangelo che il Signore avrebbe detto: “ Vi mando il Paraclito che vi insegnerà come vanno il sole e la luna”. Il Signore voleva formare dei cristiani, non di matematici. SANT’AGOSTINO, De Genesi ad litteram Io crederei che l’autorità delle Sacre Lettere avesse avuto solamente la mira a persuader agli uomini quegli articoli e preposizioni che, essendo necessarie per la salute loro e superando ogni umano discorso, non potevano per altra scienza né per altro mezzo farcisi credibili, che per bocca dell’istesso Spirito Santo. Ma che quel medesimo Dio che ci ha dotati di sensi, di discorso e di intelletto, abbia voluto, posponendo l’uso di questi, darci con altro mezzo le notizie che per quelli possiamo conseguire, non penso che sia necessario il crederlo, e massime in quelle scienze delle quali una minima particella e conclusioni divise se ne legge nella Scrittura G. GALILEI, Lettera a padre Benedetto Castelli Dio ha parlato agli uomini in maniera umana Poiché dio nella sacra scrittura ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana , l’ interprete della sacra scrittura , per capir bene ciò che egli ha voluto comunicarci , deve ricercare con attenzione che cosa agiografi abbiano veramente voluto dire e a dio è piaciuto manifestare con le loro parole. Per ricavare l’intenzione degli agiografi, si deve tener conto fra l’altro anche dei generi letterali. La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa in testi in vario modo storico, o profetico o poetico , o anche in altri generi d espressine. CONCILIO VATICANO II, dei verbum, n.12 La scienza non è in contrasto con la fede La ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in ,maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo dio. Anzi, chi si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza prenderne coscienza, viene condotto dalla mano di dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano che sono. A questo proposito ci sia concesso di deplorare certi atteggiamenti mentali, che talvolta non sono mancati nemmeno tra i cristiani, derivati dal non avere sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza. Suscitando contee e controversie, essi trascinarono molti spiriti fino al punto da ritenere che scienza e fede si oppongano tra loro. Se invece con l espressione “autonomia delle realtà temporali” si intende dire che le cose create non dipendono da dio e che l’uomo può adoperarle senza riferirle al Creatore, allora a nessuno che creda in dio sfugge quanto false sino tali opinioni. La creatura, infatti, senza il Creatore svanisce. Del resto tutti coloro che credono, a qualunque religione appartengano, hanno sempre inteso la voce e la manifestazione di dio nel linguaggio delle creature. Anzi, l’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa. CONCILIO VATICANO II, Gaudium et spes, n.16 La condizione umana seconda la scienza e secondo la fede Per quanto riguarda le origini dell’uomo la prospettiva della scienza è tesa a ricercata che cosa sia accaduto, quali tacce sperimentali ci permettano di definire la costituzione specifica dell’ essere umano. Lo scienziato, insomma, si chiede: come e che cosa è avvenuto? Nel campo della fede, in vece,m la prospettiva è diversa. Le domande dell’uomo di fede sono: chi è l’uomo, qual è il senso della sua storia, perché esiste? Anche qui i due campi spesso si sono invasi reciprocamente, senza rispettare la specificità dei propri ambiti. Dell’ uomo, in fatti, possono parlare lo scienziato, e filosofo, il teologo ciascuno secondo le proprie competenze e i propri metodi: le scienze naturali si basano sulla osservazione e sulla sperimentazione, la filosofia sul concetto e sul significato dell’ essere, la teologia Sacra Scrittura e sulla Tradizione della Chiesa. LE ORIGINI DELL’ UNIVERSO DELL’UOMO Le origini dell’universo e dell’uomo sono da sempre in campo di studio prediletto dagli scienziati e per molto tempo le teorie da loro formulate sono state lette in contrapposizione con quanto riportato nella Bibbia. Infatti la Bibbia descrive la creazione del mondo come un’ iniziativa assoluta di Dio, mentre la gran parte degli scienziati sostiene la teoria del Big Bang, secondo la quale l’ universo ebbe origine oltre 15 miliardi di anni fa da una grande esplosione che diede origine alle galassie. In origine tutta la materia dell’universo si sarebbe trovata concentrata in un piccolo nucleo, con dimensioni assai ridotte, ma a temperatura altissima. Dopo l’esplosione la temperatura della materia iniziò a diminuire: questo permise alla particelle elementari di aggregarsi, formando le stelle. Secondo questa teoria l’ Universo dal momento dell’ esplosione, è in continua espansione. Analogamente, la scienza ritiene possibile documentare, attraverso le ricerche paleontologiche l’origine evoluzionistica dell’ uomo, in base alla quale si ritiene che da u n antenato comune prese il via una linea evolutiva che, circa 15-20 milioni di anni fa originò sia le scimmie antropomorfe sia gli ominidi. Invece la Bibbia presenta un modello completamente diverso: fa entrare in scena l’uomo già evoluto e parla di un’unica coppia umana da qui sarebbe discesa tutta l’umanità. Le questioni sono tante e complesse e spesso le due prospettive sono state contrapposte, con forzature ed errori da entrambe le parti. Occorre tener presente che per molti secoli la Bibbia è stata letta non solo come un libro di fede, ma come un libro di cultura generale, contenente quindi anche verità scientifiche considerate immutabili. Al tempo di Galileo Galilei, per esempio veniva considerato certo che il sole ruotasse intorno alla terra e non viceversa (cosmologia eliocentrica). Così, quando lo scienziato, attraverso l’osservazione e il ragionamento, arrivò alla conclusione che sono i pianeti a girare attorno al sole, venne costretto ad abiurare poiché la lettura della Bibbia accettava solo una cosmologi-a geocentrica. Soltanto e attualmente e grazie all’approfondimento dei metodi di studio della Bibbia si è arrivati a considerare superabili dal punto di vista scientifico alcuni contenuti della Bibbia, salvaguardando tuttavia ciò che essa dice sull’ uomo e sul suo rapporto con Dio FEDE CRISTIANA ED EVOLUZIONE Una fede rettamente compresa nella creazione e un insegnamento rettamente inteso dell'evoluzione non creano ostacoli... la creazione si pone nella luce dell’evoluzione come un avvenimento che si estende nel tempo come una creatio continua, in cu Dio diventa visibile agli occhi del credente come il creatore del cielo e della terra. GIOVANNI PAOLO II, Fede cristiana ed evoluzione 27.4.1985 Secondo le attuali conoscenze scientifiche la formazione dell'universo risale a circa 15 miliardi di anni fa. L'origine della Terra a cinque miliardi di anni fa. Le prime forme viventi a 3.5 miliardi di anni fa. Nell’ambito dei primati fossili intorno a quattro milioni di anni fa si individua in Africa una linea molto interessante, rappresentata dagli australopitechi, i quali già usavano due arti per muoversi, facevano uso della mano per afferrare pietre o bastoni, anche per difendersi dagli animali predatori, ma avevano un cervello ancora non molto sviluppato. Sono conosciuti in una forma arcaica, più antica, e in due forma, robuste e gracile, che si ritrovano in un arco di tempo fra 3-2 milioni e un milione di anni fa. 2 milioni di anni fa esisteva in Africa anche un ominide più evoluto, a cui è stata data la denominazione di Homo Habilis a motivo della maggior capacità cranica, di un certo sviluppo delle aree encefaliche per il linguaggio articolato e dalla capacità di fabbricare intenzionalmente manufatti oltre che di organizzare il territorio attraverso insediamenti temporanei. In seguito si ritrovano forme anche più evolute: è la fase di Homo Erectus, che si sviluppa in Africa e si irradia in Europa e in Asia in un arco di tempo che va da 1.6 milioni a 150-200.000 anni fa, quando compaiono i più antichi rappresentanti di Homo Sapiens (nella forma arcaica e neandertaliana). A partire da 35.000 anni fa si ritrovano ormai soltanto forme moderne (Homo Sapiens Sapiens) nei vari continenti. anche se alcuni studiosi sollevano dubbi sul livello umano di Homo Habilis, si ammette da tutti una continuità tra le forme Habilis, Erectus e Sapiens. del resto, l'elemento nuovo emerge già in Habilis è la cultura che anche nelle sue espressioni elementari rivela progettualità e capacità innovative, proprie dell'uomo. In ogni caso la comparsa dell'uomo rappresenta una direzione singolarissima dell'evoluzione (quella di maggiore cerebralizzazione) e segna un evento che trascende la sfera puramente biologica (F. FACCHINI, direttore dell'istituto di paleoantropologia dell'Università di Bologna). Origine evoluzionistica Questa teoria sostiene uno sviluppo lento e graduale di un essere vivente da una forma primitiva ad un’altra più sviluppata. Questa teoria sostiene inoltre il graduale sviluppo di tutte le specie, da antenati comuni e da cellule primordiali. Cosmologia La parola deriva dal greco kosmos, universo e logia, studio. È lo studio dell’universo e delle leggi generali che lo regolano. Cosmologia geocentrica Da gea, terra e centro. È la teoria secondo la quale si credeva che la terra fosse al centro dell’universo, che ha influenzato gli scrittori biblici ed è stata la più diffusa sino al XVI secolo. Cosmologia eliocentrica Da elios, sole e centro. La cosmologia eliocentrica (nota anche come “rivoluzione copernicana” dal nome dell’astronomo Copernico che la formulò) diede un’enorme svolta al pensiero scientifico a partire dal XV secolo. Galileo Galileo Galilei, nato a Pisa nel 1564 e morto ad Arcetri nel 1642, è considerato il fondatore della moderna ricerca scientifica in quanto ideatore del metodo sperimentale in base al quale le ipotesi scientifiche vengono confermate come vere o rigettate se false attraverso esperimenti. L’applicazione del metodo sperimentale e l’uso del cannocchiale portarono Galileo a scoperte sorprendenti in campo astronomico e a dimostrare scientificamente la teoria copernicana. Quando nel 1632 Galileo pubblicò il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicana, in cui dimostrava con prove inoppugnabili la verità scientifica della teoria eliocentrica, la chiesa lo costrinse all’abiura e lo condannò agli arresti domiciliari fino alla morte. Nel 1992, in occasione del 350° anniversario della sua morte, dopo l’ampio lavoro di una commissione di studiosi, incaricata dal papa Giovanni Paolo II di riesaminare il caso Galilei, lo scienziato è stato riabilitato ed è stato riconosciuto che le cause di quella condanna erano da imputare al fatto che nel XVI secolo la maggioranza dei teologi non percepiva la distinzione tra la Sacra Scrittura e la sua interpretazione. Il Papa ha riconosciuto formalmente che questo ha portato a trasporre nel campo della dottrina della fede una questione che di fatto appartiene nella ricerca scientifica. Questo grave errore ha indotto una reciproca incomprensione come se vi fosse un’opposizione costitutiva tra scienza e fede che in realtà non c’è. Darwin Charles Darwin fu uno studioso inglese di scienze naturali (1809- 1882)che nel suo libro L’origine delle specie per mezzo della selezione naturale formulo la teoria dell’evoluzione della specie. Il mondo dei naturalisti si divide allora in due fazioni, i fautori e i denigratori. Tra questi ultimi vi fu anche il clero inglese che attaccò Darwin perché sembrava che la sua teoria escludesse qualsiasi intervento divino nella formazione dei viventi.