Territori concilianti IT-S2-MDL-828 Territori concilianti Indice Introduzione Pag. 6 Cordata Territori Concilianti Pag. 8 Il progetto Territori Concilianti Pag. 28 Risultati del progetto Pag. 32 Schede servizi di informazione e consulenza - Agenzia di Conciliazione, Napoli - Agenzia di Conciliazione, Pisa - Re-conciliation point, Benevento - Servizio di consulenza e assistenza tecnica Legge 53/00, Modena e Parma - Sportello in rete di donne per le donne, Nuoro Pag. 36 Pag. 38 Comparazione e sostenibilità dei servizi di informazione e consulenza Pag. 48 Schede servizi di cura a supporto della famiglia - BabySì, Perugia - Banca del tempo, Parma - Centro diurno, Collepietro (AQ) Pag. 40 Pag. 42 Pag. 44 Pag. 46 Pag. 52 Pag. 54 Pag. 56 Pag. 58 - Centro diurno, L’Aquila Estate babysitter, Firenze Un operatore per amico, L’Aquila Progetto anziani, Firenze Solidea, Perugia Voucher di cura, Piacenza, Modena, Reggio Emilia Pag. 60 Pag. 62 Pag. 64 Pag. 66 Pag. 67 Pag. 70 Comparazione e sostenibilità dei servizi cura a supporto della famiglia Pag. 72 Schede servizi di formazione, orientamento e supporto all’inserimento lavorativo - Discriminazione, Conciliazione e Managing Diversity, Benevento - Formazione e sperimentazione modello di integrazione socio-lavorativa, Bari - Operatore servizio in rete di donne per le donne, Nuoro Pag. 76 Comparazione e sostenibilità dei servizi di formazione Pag. 84 Proposta di un modello di governance ideale Pag. 90 Autori Pag. 100 Pag. 78 Pag. 80 Pag. 82 Introduzione La fine dell’esperienza Equal lascia molti degli attori che vi hanno partecipato con sensazioni contraddittorie: da un lato, infatti, c’è la consapevolezza di avere compiuto notevoli passi in avanti e di aver avuto l’opportunità di stimolare i territori tramite l’avvio o l’implementazione di progettualità innovative (e questo ha senz’altro arricchito ognuno e lasciato una bella eredità in tutti i luoghi di sperimentazione); contemporaneamente, però, si registra una sensazione di sconforto, di delusione e di abbandono. Non si vedono all’orizzonte programmi sostitutivi o analoghi, alcune sperimentazioni non acquisiranno mai le caratteristiche di sostenibilità e trasferibilità auspicate, alcuni ottimi prodotti non riusciranno ad essere trasferiti. Se dovessimo fare una riflessione, anche sulla base dell’esperienza realizzata durante l’Azione 3, potremmo concludere che manca una cultura diffusa, tra la molteplicità e la varietà di attori coinvolti nelle partnership, orientata al lavoro “per prodotti”. Del resto, gli enti formativi, le cooperative e le imprese sociali, gli enti locali (ovvero i soggetti maggiormente presenti nei partenariati Equal) sono abituati a lavorare secondo logiche di project management, e quindi a lavorare “per progetti”. Non è un caso se la valutazione delle progettualità proposte ed approvate dal bando Lifelonglearning 2007, sottoprogramma Leonardo da Vinci, misura TOI (tranfert of innovation) sottolinei la bassissima presenza di proposte di trasferimento di prodotti elaborati nell’ambito di Equal1. Eppure durante lo svolgimento di Equal I fase sono stati elaborati una notevole quantità di prodotti (raccolti nel catalogo presente nel sito www.equalitalia.it, la maggior parte dei quali riconducibili alla ricerca, studio, linee guida, report di progetto ecc.). Relativamente pochi sono i prodotti ad alto tasso di trasferibilità (più caratteristici dei sistemi della formazione): siamo abituati ai processi di trasferimento tecnologico, dove il prodotto assume dimensioni di tangibilità, non ai processi di trasferimento dell’innovazione. Siamo poco abituati a pensare in un’ottica di prodotto e di trasferimento. O quantomeno lo siamo ancora troppo poco. Un’analisi che non si discosta da quelle istituzionali sul sistema paese, che investe poco in ricerca, innovazione e sviluppo. Ancora più difficile quando ci si trova a coniugare la necessità (e l’opportunità) di trasferire prodotti e servizi innovativi sperimentati nell’ambito del tema conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Eppure sono molti i prodotti individuati e congiuntamente definiti trasferibili. E sono molti i contesti in cui questi prodotti sono diventati politiche o servizi adottati dal pubblico o dal privato. È questo il motivo che ci ha spinto a raccogliere in questa pubblicazione le nostre esperienze, aggregate per tipologia, cercando di evidenziare alcuni elementi comuni, i fattori di successo, le criticità e le condizioni per la sostenibilità. Abbiamo anche ritenuto utile “restituire” una proposta di modello di governance maturata dal confronto tra le nostre esperienze sul campo, in positivo e in negativo. È stato infatti di grande utilità riflettere non solo sulle buone prassi, ma anche su tutte le criticità e gli aspetti che non hanno funzionato come avremmo sperato, e che ci hanno portato, come spesso accade in fase di realizzazione, a ri-tarare le attività rispetto a quanto ipotizzato nelle progettazioni ex-ante fatte a tavolino. Tale confronto ha fatto emergere una riflessione che a nostro avviso vale la pena condividere per farne tesoro nelle future programmazioni. Questa pubblicazione raccoglie quindi le prassi migliori, in termini di prodotti, sperimentate dalle 9 partnership che compongono la cordata, e le nostre riflessioni sul sistema di governance auspicabile per promuovere la conciliazione in Italia. Note 1 “Se appare poco sorprendente il risultato riguardante la prevalenza di prodotti “ex Leonardo da Vinci”, è del tutto controintuitiva la scarsa presenza di Equal tra i dispositivi “sorgente” (Solo due candidature prevedono il trasferimento di risultati e prodotti realizzati in questa Iniziativa comunitaria). Infatti, si tratta dell’altra grande Iniziativa caratterizzata da transnazionalità e da coerenza con la maggior parte delle strategie e delle politiche che fanno da cornice strategica di Leonardo da Vinci I e II fase”. Programma di Apprendimento Permanente 2007-2013 Programma Settoriale Leonardo da Vinci “I progetti di Trasferimento dell’Innovazione a titolarità italiana approvati nel 2007: una lettura critica a supporto della qualità progettuale del prossimo triennio 2008/2010” Approfondimento tematico Roma, 15 settembre 2007). Sigla Progetto Nome Capofila Universo Donna Cordata Territori Concilianti IT-G2-ABR-099 Come trasformare un problema in chance Comune di Navelli (AQ) IT-G2-CAM-106 Il Giusto Tempo Associazione Apeiron IT-G2-CAM-152 Palcosc&nico Provincia di Napoli Una Questione Privata IT-G2-EMI-031 (non tenere al proprio tempo è un problema di spazio) Cesvip Emilia Romagna Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano” IT-G2-PUG-080 Equal Time IT-G2-SAR-012 Agricoltur@sostantivo femminile IAL Sardegna IT-G2-TOS-055 Un Nuovo Servizio per il Work-Life Balance Provincia di Pisa IT-G2-TOS-060 Tempo - Territorio e Mainstreaming per le Pari Opportunità IT-G2-UMB-025 P.O.ssibile città chiama donna Comune di Firenze Comune di Perugia Come trasformare un problema in chance Universo Donna Come trasformare un problema in chance IT-G2-ABR-099 Partners Partenariato di sviluppo - Comune di Navelli (Capofila) - Comune di L’Aquila - Univeristà degli Studi di L’Aquila - Soc. Coop. Sociale Help Donna - Abruzzo Incoming S.r.l. Partenariato di rete - Comunità Montana Campo Imperatore Piana di Navelli - Comune di Collepietro - Comune di Carapelle Calvisio - Unione Italiana Ciechi SINTESI DEL PROGETTO L’Abruzzo interno presenta, più di altre regioni d’Italia e d’Europa, forti problematiche connesse alla cura dei familiari anziani o disabili: la necessità di assistere parenti con particolari difficoltà è presa in carico sempre e solo dalla donna presente in famiglia, e compare spesso nel momento cruciale della sua vita lavorativa, quando l’esperienza e le competenze acquisite dovrebbero portare ad un avanzamento di carriera, al quale spesso le donne sono costrette a rinunciare. In questo contesto è nato Universo Donna, che per primo in tale territorio ha proposto diversi e innovativi modelli di assistenza a favore di anziani e disabili, con il fine di liberare la lavoratrice da quelle pressioni che negli stereotipi attuali la indurrebbero a non entrare nel mercato del lavoro, abbandonarlo o a sacrificare la carriera. Si è creato un circuito virtuoso, un vero e proprio universo delle donne, che consente alle donne, con problemi familiari, di poter lavorare sollevate dai complessi di colpa e dalle preoccupazioni; permette alle donne (anche extracomunitarie e con bassa istruzione), opportunamente formate, di inserirsi in maniera organizzata e competente nel mondo del lavoro; inoltre, consente agli anziani e ai disabili di essere assistiti a prezzi accessibili con modalità, tempi e luoghi consoni alle loro esigenze. 10 Nello specifico Universo Donna si è articolato su diversi fronti: - Un innovativo sistema di cura dell’anziano o del disabile che consenta alla donna lavoratrice di operare in una situazione di reale parità sul mercato del lavoro. Il progetto ha sperimentato con successo centri di aggregazione ed assistenza diurna per garantire servizi di custodia a basso costo e qualità elevata, funzionanti in orari concertati con i beneficiari, non sradicando dall’ambiente familiare gli anziani/disabili, ma garantendo loro la permanenza nella propria abitazione. - Un Operatore per Amico vicino a chi soffre direttamente o indirettamente di disabilità psichica. All’interno del progetto è stata avviata una sperimentazione pilota di assistenza psico-sociale familiare intensiva. I familiari di soggetti con disabilità mentali possono essere alleviati dal carico di cura, attraverso la presenza di un tutore che accompagni l’utente verso l’integrazione sociale e relazionale, consentendo nello stesso tempo l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro dei familiari. - Più sicurezza per gli anziani. Universo Donna ha proposto una serie di seminari informativi dal titolo Progetto Sicurezza Anziani, a cura dell’Università degli Studi di L’Aquila, su temi specifici quali la sicurezza fisica e psichica, l’una in termini di sicurezza della persona e delle abitazioni da intrusioni e violenze; l’altra in termini di sicurezza della personalità psichica, protetta da truffe, circonvenzioni, mobbing, subalternità psicologica e comportamentale. - La creazione di una nuova figura professionale, il Promoter Sociale. Da analisi svolte e dall’esperienza derivante dal precedente progetto Equal I fase, denominato Help Donna, è emerso che l’assistenza, sia domiciliare che nei centri di aggregazione da sperimentare nel progetto e diffondere sul territorio, richiede strutture gestite con mentalità imprenditoriale, non sempre presente nelle cooperative e nelle imprese sociali, soprattutto nel nostro ambito sociale. L’attività proposta da Universo Donna si è articolata in due distinti momenti di formazione: una prima fase seminariale, dal titolo Gli attori del sociale nella rete dei servizi alla persona, e una seconda di vera e propria formazione per Promoter Sociale. CONTATTI ente/istituzione: referente: telefono: fax: e-mail: sito web: Comune di Navelli Sindaco pro-tempore Paolo Federico (amministratore) Marco De Luca (coordinatore) 0862/959047-959119 0862/959323 [email protected] www.universodonna.org 11 Il giusto tempo IT-G2-CAM-106 Partners Partenariato di sviluppo - Associazione Apeiron (Capofila) - Provincia di Benevento - Unione degli industriali di Benevento - Università degli studi del Sannio D.A.S.E.S. Partenariato di rete - Associazione Apeiron - Provincia di Benevento - Unione degli industriali di Benevento - Università degli studi del Sannio D.A.S.E.S. - Centri per l’impiego della Provincia di Benevento - FIOM - CGIL - Consigliera delegata alle pariopportunità della Provincia di Benevento SINTESI DEL PROGETTO Coerentemente con l’Iniziativa Comunitaria EQUAL, la Partnership di Sviluppo “Il Giusto Tempo”, intende: - favorire la sperimentazione di misure, metodologie ed approcci innovativi rivolti sia alla componente femminile che a quella maschile, ciò al fine di produrre un reale cambiamento culturale; - lavorare nell’ottica della creazione di un modello di conciliazione vita/lavoro, inteso come un’opportunità di equilibrio tra esigenze legate al cambiamento e all’innovazione organizzativa, ed esigenze individuali di donne e uomini. Tale processo prevede una riorganizzazione complessiva delle attuali modalità lavorative che passi attraverso la destrutturizzazione dei tempi di lavoro fino alla trasformazione dalla “cultura della presenza” alla “cultura della responsabilizzazione”, tenendo sempre in giusto conto gli obiettivi strategici dell’organizzazione; - ripensare la conciliazione, o meglio ancora individuare nuovi modelli di azione e processi di cambiamento organizzativo che siano rispettosi dei significati della “femminilità” e della “mascolinità”, evitando tuttavia di creare o riprodurre disuguaglianze basate sul genere. 12 La PS Il Giusto Tempo, più in particolare mira a diffondere e rendere stabili, nel territorio beneventano, le pratiche di conciliazione familiare e lavorativa, creando un modello di azioni integrate per promuovere e favorire l’inserimento e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. Tra le proprie attività contempla attività di: - Ricerca; - Formazione; - Sperimentazione di strumenti per una diversa articolazione del tempo di lavoro; - Implementazione e la gestione di un Re-conciliation Point. Ricerca volta alla verifica del grado di conoscenza e diffusione dei modelli “flessibili” di organizzazione del lavoro e degli orari nelle imprese e nelle amministrazioni pubbliche e all’analisi specifica del settore delle ICT e ad evidenziare gli elementi critici sui quali poter sperimentare nuove forme di organizzazione del lavoro e nuove modalità di erogazione dei servizi alle famiglie. FORMAZIONE volta a diffondere le pratiche di conciliazione vita-lavoro e le pari opportunità. SPERIMENTAZIONE DI STRUMENTI PER UNA DIVERSA ARTICOLAZIONE DEL TEMPO DI LAVORO volta a favorire una cultura del lavoro tesa ad ottenere un’ottimizzazione delle risorse umane, in termini di maggiore produttività finalizzata ad incentivare le aziende a progettare e realizzare azioni nell’ottica di ridurre le discriminazioni di genere e la segregazione. RE-CONCILIATION POINT, un centro di conciliazione vita-lavoro, che si propone di informare e offrire consulenza a cittadini e aziende in materia di conciliazione e di politiche temporali, ovvero circa le opportunità e i servizi mirati a liberare tempo e a conciliare tempi e spazi di vita e di lavoro; orientare al lavoro e alla creazione d’impresa, mediante azioni di counselling ed accompagnamento personalizzato volte ad attivare da un lato le capacità di empowerment delle persone, dall’altro i nodi della rete sociale; contribuire alla creazione di network territoriali. CONTATTI ente/istituzione: referente: telefono: fax: e-mail: sito web: Associazione Apeiron Ettore Malinconico 081/8636223 081/8500203 [email protected] www.associazioneapeiron.it 13 SINTESI DEL PROGETTO PALCOSC&NICO IT-G2-CAM-152 Partners Partenariato di sviluppo - Provincia di Napoli (Capofila) - Comune di Napoli - ARCI nuova associazione Napoli - D&S Group Società Cooperativa - OBR Organismo Bilaterale per la Formazione in Campania Partenariato di rete - Unione degli industriali della provincia di Napoli - CGIL - CISL - UIL - Consigliera provinciale di parità - Legacoop Campania - Aree di sperimentazione nella Provincia di Napoli: 1. Piano sociale di zona Napoli 10: - Ufficio di piano - Assessorati alle politiche sociali dei 6 comuni dell’ambito (Cercola, Massa di Somma, Pollena, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana e Volla) 2. Miglio D’Oro: - tess patto territoriale - Comune di Ercolano - Comune di Portici 3. Agenzia locale di sviluppo città del fare: - Comuni afferenti a città del fare (Acerra, Afragola, Brusciano, Caivano, Cardito, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Crispano, Mariglianella, Pomigliano d’Arco) 4. iv municipalità del Comune di Napoli: - presidenza e assessora pari opportunità) 14 Attraverso il progetto, la Provincia di Napoli ed i suoi partner hanno promosso la creazione di una rete che favorisce la partecipazione “dal basso” e che “mette a sistema”, sul territorio provinciale politiche, strategie, azioni e servizi in tema di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Una percezione incompleta del concetto di conciliazione troppo spesso conduce a soluzioni settorializzate sia a livello locale, che istituzionale e privato, come ad esempio quelle che impattano in modo quasi esclusivo sulle politiche di welfare “per le donne”. Palcosc&nico invece è intervenuto in maniera efficace ed integrata proponendo attività specifiche, coinvolgendo tutti i livelli di responsabilità, individuale e collettiva . L’incontro di differenti livelli e competenze sta alimentando una rete territoriale che pone al centro dell’attenzione temi ed esempi di conciliazione da scambiare, replicare, modificare, aggiornare. La rete è stata attivata attraverso: un Tavolo di Concertazione provinciale, cui partecipano tutti gli attori sociali ed economici coinvolti; specifici Protocolli di Intesa; Forum territoriali nei luoghi interessati alla sperimentazione. Il progetto determinerà l’elaborazione, in alcuni territori della Provincia di Napoli (fra cui anche una Municipalità della stessa città di Napoli), del Piano di Azione Locali di Conciliazione (PALC), strumento che rappresenta il punto di arrivo e di partenza della rete territoriale per stimolare ed attivare politiche di conciliazione specifiche del contesto. L’Agenzia Provinciale di Conciliazione e gli sportelli presenti nei territori della sperimentazione, stanno svolgendo un importante supporto - anche informativo - ai contesti in cui si sta elaborando il PALC. La Provincia di Napoli, inoltre, ha ideato la campagna di comunicazione “Tutto il tempo che vuoi”, per sensibilizzare e diffondere sul territorio una cultura della conciliazione. CONTATTI ente/istituzione: Provincia Di Napoli - Assessorato Pari Opportunità coordinamento operativo: D&S Group SC - Via Arte della Lana, 16 80138 Napoli referente: Giovanna D’Alonzo - Lia Cacciottoli telefono: 081/5630796 fax: 081/5546323 e-mail: [email protected] [email protected] sito web: www.equi-palcoscenico.it www.tuttoiltempochevuoi.it 15 SINTESI DEL PROGETTO Una questione privata (non tenere al proprio tempo è un problema di spazio) IT-G2-EMI-031 Partners Partenariato di sviluppo - Cesvip (Capofila) - Provincia di Modena - Provincia di Parma - Provincia di Piacenza - Cdie Centro Di Iniziativa Europea - Cdd Centro Documentazione Donna - Capp Centro Analisi delle Politiche Pubbliche - dipartimento di economia politica università degli studi di Modena e Reggio Emilia - Cni-ecipar Centro Consulenza Neo Imprese e Formazione Professionale - Iride Formazione Partenariato di rete - Legacoop Modena - Legacoop Reggio Emilia - Legacoop Parma - Legacoop Piacenza - Amministrazione Comunale di Modena,Assessorato Pari Opportunità - Provincia di Reggio Emilia, Assessorato Pari Opportunità - Cna Associazione Provinciale di Modena - Cgil Confederazione Generale Italiana del Lavoro di Modena - Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile di Modena - Mediagroup 98 - Coop Legno Scrl - Coop Service In Emilia Romagna le donne, pur avendo un tasso di partecipazione altissimo al Mercato del Lavoro, si trovano ancora in condizioni di disagio a causa del permanere di criticità direttamente e indirettamente collegate alla discriminazione di genere, come la scarsa condivisione del lavoro di cura, la minore possibilità di crescita professionale in termini di sviluppo di carriera, la forte incidenza di differenze retributive tra i generi e l’insufficiente sistema di protezione e di tutele per le lavoratrici atipiche e autonome. Finora il problema della conciliazione tra tempi diversi della vita è stato considerato una questione privata delle donne, in contrasto con la diffusa cultura della prestazione, strutturata su un modello di organizzazione avida del tempo delle persone. In quest’ottica la questione della conciliazione non riguarda solamente donne, gruppi e aspetti marginali della società ma investe anche la ridefinizione delle politiche di welfare e i nuovi modelli di servizi pubblici e privati. Le misure di conciliazione introdotte a livello normativo hanno esiti circoscritti, soprattutto a causa della cultura organizzativa del lavoro: l’esistenza formale di una misura politica non ne garantisce l’utilizzo. Il processo di istituzionalizzazione, e quindi di stabilizzazione e piena metabolizzazione sociale di nuovi orientamenti normativi, non si esaurisce con la loro formalizzazione. Il problema della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro è strettamente connesso al fatto che i contesti di lavoro tendono prevalentemente a riprodurre al proprio interno i principi organizzativi dell’ordine sociale fondato sul dominio maschile, sulla divisione di genere del lavoro sociale e sulla concreta resistenza all’effettiva realizzazione della “cittadinanza di genere” nelle organizzazioni stesse. Gli esempi di politiche di conciliazione all’interno di PMI e cooperative sono spesso oggetto di accordi informali (pertanto la loro dimensione è sottostimata). Laddove la contrattazione ha assunto caratteristiche più sofisticate e complesse ed ha elaborato protocolli e modelli, anche gli interventi sulla organizzazione del lavoro e sul tempo di lavoro si sono rivelati maggiormente incisivi. - Coop Nord Est - Pro.Ges. Cooperativa Sociale - Comitato Impresa Donna di Parma - Comitato Provinciale per la promozione dell’imprenditorialità femminile di Parma - Ufficio Consigliere di parità di Modena - Ufficio Consigliere di parità di Reggio Emilia - Ufficio Consigliere di parità di Parma - Ufficio Consigliere di parità di Piacenza 16 Il progetto nasce dal presupposto che nessuna misura, servizio, modalità organizzativa, per quanto flessibile e innovativa, sia in grado di risolvere i problemi di conciliazione: per implementare l’utilizzo dei servizi territoriali rispondendo alle necessità dei singoli e delle imprese serve un sistema di opportunità multiple, siano esse aziendali o territoriali, da utilizzare con varie strategie combinatorie ed in collaborazione con diversi soggetti, consentendo ai singoli di trovare la soluzione migliore per allentare i vincoli e le rigidità lavoro - famiglia in alcune fasi della vita ed alle imprese di attivare modelli organizzativi e servizi senza inficiare i processi produttivi. 17 Sulla base del modello di sviluppo sociale regionale è infatti necessario che il mondo produttivo introduca modifiche nella sua cultura e cominci a considerare la positività (non solo i costi) e il vantaggio competitivo delle politiche di conciliazione come asse portante del nuovo welfare territoriale. Focus territoriale del progetto: Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza. In coerenza con gli obiettivi e con le fasi progettuali, il progetto ha raggiunto i seguenti risultati: - elaborazione e condivisione di una piattaforma locale a supporto delle politiche di conciliazione sottoscritta dai partner della PS; - ricognizione dei servizi di supporto alla conciliazione esistenti sul territorio modenese, valutazione dell’impatto di genere e indicazioni di policies; - sperimentazione di servizi e misure di conciliazione all’interno di sistemi imprenditoriali. Sono stati realizzati i seguenti interventi: erogazione voucher di cura; servizi di assistenza bambini in occasione di riunioni/assemblee dei soci; banca del tempo; consulenza al rinnovo del contratto aziendale in ottica di conciliazione (maggiori opportunità di flessibilizzazione degli orari di lavoro a favore dei/delle dipendenti); diffusione buone prassi e processi già implementati all’interno dell’impresa, attraverso una sezione del sito internet dedicata alla conciliazione; erogazione di servizi “libera tempo”: servizi di pulizie straordinarie, stiratura della biancheria, ecc.; - implementazione dei servizi del sistema pubblico: attivazione di sportelli e di servizi di consulenza e assistenza tecnica rivolti alle imprese e ai privati (creazione sportello Informadonna di Mirandola); - ricognizione sugli ostacoli al lavoro femminile autonomo. Analisi qualitativa su 24 casi di insuccesso di donne in attività imprenditoriali nel settore artigiano; - formazione a supporto dell’avvio di nuova imprenditoria femminile; - organizzazione di 15 seminari tematici sulle quattro province coinvolte. I seminari hanno trattato temi quali buone prassi per la conciliazione nei sistemi aziendali, la creazione di asili nido aziendali, la comunicazione e la gestione della relazione in ottica di genere, nuove tipologie contrattuali e prospettive di conciliazione. CONTATTI ente/istituzione: referente: telefono: fax: e-mail: 18 cesvip Emilia Romagna Dott.ssa Barbara Belzini 0523/328610 0523/388798 [email protected] EQUAL TIME IT-G2-PUG-080 Partners Partenariato di sviluppo Partenariato di rete - Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano - Bitonto - Onlus” (Soggetto referente) - Cooperativa Sociale L’Obiettivo - Comune di Bitonto - Consorzio Puglia Natura - Consorzio Elpendù - Centro Salute Mentale, ASL Bari - Servizio per le Tossicodipendenze, ASL Bari - Ufficio Esecuzione Penale Esterna, Bari - Legacoopsociali, Puglia - Federsolidarietà, Puglia - Istituto per la Certificazione Ambientale - Aiab Puglia - Consorzio Italiano per il Biologico - Istituto Professionale “De Gemmis” - Oliveti Terra di Bari SINTESI DEL PROGETTO Il progetto Equal Time, realizzato nell’area del Comune di Bitonto e nel distretto produttivo Molfetta-Terlizzi (BA), si pone lo scopo di intervenire nel condizionare il processo di formazione e di integrazione socio-lavorativa di genere e di soggetti più deboli, attraverso l’organizzazione delle risorse umane in un sistema produttivo compatibile con il bisogno di vivere sano e con la conciliazione dei tempi vita/lavoro. Obiettivo finale del progetto è qualificare il lavoro di donne disoccupate (sane e portatrici di disagio psico-sociale) nei settori dell’agro-alimentare e del florovivaismo sotto l’aspetto delle tecniche produttive e competenze gestionali, al fine di garantirne l’ingresso e la permanenza nel mercato del lavoro attraverso l’avvio di una nuova attività produttiva. L’Azione di Ricerca ha fornito il supporto tecnico-scientifico all’idea progettuale di costruzione di una nuova opportunità occupazionale, mediante la realizzazione di un’indagine a carattere storico-culturale sulla tradizione del territorio e dei prodotti tipici, unitamente ad un’analisi di mercato dell’agro-alimentare e uno studio di settore del comparto florovivaistico del contesto locale. 19 L’Azione di Formazione ha preparato le beneficiarie all’ingresso nel mercato del lavoro, attraverso la partecipazione a due percorsi formativi a carattere teoricopratico e di orientamento all’auto-imprenditorialità (Corso di Formazione per “Operatore di impresa sociale nel settore agro-alimentare e florovivaistico” e per “Esperto di impresa sociale nel settore agro-alimentare e florovivaistico). L’Azione di Sperimentazione completa l’iter progettuale, creando le condizioni per lo start-up della futura attività imprenditoriale, mediante la simulazione dell’attività produttiva, l’organizzazione del lavoro in “squadra integrata” e la redazione di un piano di fattibilità. IT-G2-SAR-012 Partners Partenariato di sviluppo CONTATTI ente/istituzione: referente: telefono: fax: e-mail: sito web: AGRICOLTUR@SOSTANTIVO FEMMINILE Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano - Bitonto - Onlus” Emanuele Abbatantuono 080/3715025 080/3757470 [email protected] www.santimedici.org - Ial Sardegna (Capofila) - Ciofs - IX Comunità Montana del Nuorese - Camera di Commercio,Nuoro - Consorzio per gli Studi Universitari della Sardegna centrale Partenariato di rete - Amministrazione Provinciale di Nuoro - Associazione Regionale Terranostra - Sviluppoitalia Sardegna S.p.a - Associazione dei Coldiretti di Nuoro - Unione Sindacale Territoriale Cisl, Nuoro - Associazione Agricoltori della Cisl, Nuoro - Coordinamento Donne Cisl, Nuoro SINTESI DEL PROGETTO Gli obiettivi del progetto sono orientati verso la creazione di un modello a sostegno delle politiche di genere, che contribuisca a incrementare e potenziare la partecipazione delle donne nell’ambito imprenditoriale per un reale sviluppo economico-produttivo del territorio. Il valore aggiunto è dato, quindi, dalla promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro in un settore come quello agricolo, agrituristico, agroalimentare che vanta una forte presenza maschile. La creazione e sperimentazione di un nuovo modello di servizio in rete vuole promuovere la nascita di nuove imprese e sostenere quelle già operanti; rafforzare le culture professionali d’impresa; sviluppare una rete tra tutti gli attori del territorio: imprese, sindacati, associazioni, amministrazioni locali ecc. per la promozione, divulgazione e attivazione di azioni e interventi a sostegno delle politiche di genere di tipo family friendly e di work life balance. CONTATTI ente/istituzione: referente: telefono: fax: e-mail: sito web: 20 Ial Sardegna Dott.ssa Lina Boe 0784/263008 0784/260768 [email protected] www.agridonna.it - www.ialsardegna.it 21 UN NUOVO SERVIZIO PER IL WORK-LIFE BALANCE IT-G2-TOS-055 Partners Partenariato di sviluppo - Provincia Di Pisa (Capofila) - Associazione “Dieci Lune” - Cnr Pisa - Consorzio Polis - Polo Navacchio S.p.a - Provincia di Arezzo - Provincia di Lucca SINTESI DEL PROGETTO Obiettivo generale L’idea che dà vita al progetto mira a rendere il nostro territorio un contesto in generale personal e family friendly, nel quale sussistano le condizioni adatte a permettere il pieno utilizzo delle potenzialità insite in ogni strumento per la conciliazione disponibile, sia esso normativo o sostanziale: un terreno “fertile”, insomma, per l’avvio di un vero e proprio sistema della conciliazione. Obiettivo generale del progetto, pertanto, è rendere più agevole ai lavoratori ed alle organizzazioni del lavoro (imprese/enti) l’applicazione degli strumenti normativi e l’accesso ai servizi sostanziali per la conciliazione tra le esigenze della vita familiare (ad es. cura dei figli e degli altri parenti non autosufficienti) con quelle della vita professionale. Descrizione Il progetto si è sviluppato attraverso alcune azioni strategiche, tra loro interconnesse. In base ai risultati di una ricerca, condotta dal partner CNR, sono stati individuati bisogni e problematiche di conciliazione vita-lavoro dei lavoratori/lavoratrici all’interno dei tre contesti target del progetto: Provincia di Pisa, CNR, Polo Tecnologico. Partendo da queste criticità, insieme ai partner Dieci Lune e Polis sono stati progettati e sperimentati modelli di strumenti/servizi innovativi adeguati a dare risposta ai problemi riscontrati nella gestione dei carichi di cura legati alla presenza di bambini, anziani e diversamente abili. 22 Nello specifico, sono stati sperimentati: Per l’infanzia: un nido familiare, il pronto intervento educativo 0-3 mesi (assistenza domiciliare alla neo-mamma lavoratrice sia sul piano emotivo che pratico), il pronto intervento educativo 12/36 mesi (un’educatrice “a chiamata” per motivi di urgenza), azioni di cura sull’ambiente (spazio-tempo), i laboratori dell’innovazione e quelli a sostegno alla genitorialità. Per gli anziani e i diversamente abili: assistenza a minori diversamente abili (servizi di accompagnamento e trasporto) e servizi presso il domicilio dell’utente anziano come aiuto nell’ igiene personale, compagnia, passeggiate, disbrigo delle spese quotidiane. Altro prodotto di punta del progetto è stato l’Agenzia di Conciliazione, uno sportello di informazione ed orientamento nato con l’obiettivo di facilitare lavoratori, lavoratrici ed organizzazioni del lavoro nella ricerca ed applicazione degli strumenti normativi e sostanziali per la conciliazione e favorire, al contempo, l’accesso a tutti quei servizi esistenti sul territorio provinciale che, direttamente o indirettamente, aiutano ad armonizzare meglio le esigenze della vita familiare con quelle della vita professionale. In fase di conclusione, infine, la sperimentazione - presso la Provincia di Pisa e le imprese del Polo Tecnologico di Navacchio - di una Banca delle Competenze, strumento strategico di knowledge management, che consente di avere una precisa conoscenza del patrimonio di professionalità non solo esistenti, ma anche potenziali, e favorire - ad esempio durante i periodi di assenza del personale per maternità, congedi parentali ecc. - una distribuzione ottimale del carico di lavoro in funzione delle competenze individuate, assicurando così una maggiore efficienza delle prestazioni lavorative. CONTATTI ente/istituzione: referente: telefono: fax: e-mail: sito web: Provincia di Pisa Dott.ssa Rosalinda Puntoni 050/929463 050/929442 [email protected] www.agenziadiconciliazione.it - www.provincia.pisa.it 23 TEMPO “Territorio E Mainstreaming per le Pari Opportunità” IT-G2-TOS-060 Partners Partenariato di sviluppo - Comune di Firenze (Capofila) - Comune di Prato - Provincia di Firenze - Wow - Women On Work, Onlus - Ataf S.p.a. - Associazione Degli Industriali Della - Provincia Di Firenze - Conser - Consorzio Servizi del Macrolotto di Prato S.c.c.p.A. - Associazione Rete Toscana Donne, Onlus - Astir Consorzio di Cooperative Sociali Soc. Coop. ARl - Associazione Culturale Rete di Indra, Onlus Partenariato di rete - CGIL - CISL - UIL L’iniziativa si svolge attraverso sperimentazione di sistemi integrati di welfare, per sviluppare opportunità occupazionali nel settore dei servizi alla persona e sostenere la conciliazione tra lavoro e incombenze familiari, per prevenire l’uscita dal mercato del lavoro di donne/lavoratrici impegnate in prestazioni di cura verso familiari e la predisposizione di interventi che garantiscano a uomini e donne, che si allontanano per periodi dal luogo di lavoro, il diritto all’accesso, all’informazione, alla formazione e riqualificazione (legge 53/2000). CONTATTI ente/istituzione: referente: telefono: fax: e-mail: sito web: Comune di Firenze Dott.ssa Bruna Macherelli 055/2625846 055/2625849 [email protected] www.comune.fi.it - www.progettotempo.comune.fi.it - Commissione Regionale Pari Opportunità - ARPAT - Provincia di Siena SINTESI DEL PROGETTO Il progetto intende favorire la sperimentazione di nuove forme di accesso e di sensibilizzazione al tema “conciliazione dei tempi di vita e di lavoro individuale” e mira a promuovere una maggiore cultura del tempo attraverso strumenti che articolino diversamente i tempi di lavoro, garantiscano la conciliazione tra vita lavorativa e del lavoro di cura, aiutino la sensibilizzazione su una diversa cultura sul tempo, la creazione e il rafforzamento di servizi di interesse collettivo capaci di liberare il tempo dei lavoratori. La sperimentazione è diretta sia all’utenza che ai contesti organizzativi, per permettere, da un lato, di diffondere maggiormente una cultura del tempo e dall’altro di offrire la possibilità di sperimentazioni reali sul territorio con una offerta di servizi a favore delle donne e degli uomini che lavorano, per una qualità di vita migliore per tutti. 24 25 La MACROFASE di Sensibilizzazione si è articolata su due livelli: - promozione della conoscenza della normativa vigente in materia di congedi parentali e diffusione delle opportunità degli strumenti offerti dalla Legge 53/2000. Le attività si sono rivolte alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie; - promozione delle sperimentazioni a sostegno delle famiglie diffondendo in modo capillare le informazioni relative ai servizi innovativi per l’assistenza e la cura di anziani, disabili e minori. Regione Umbria P.o.ssibile città chiama donna IT-G2-UMB-025 Partners Partenariato di sviluppo - Comune di Perugia (Capofila) - Provincia di Perugia - Sviluppumbria - Emme&Erre - Pari e Dispari - Cidis, Onlus - Consorzio Moltiplica - Sistemi Informativi Confindustria, Umbria - ITER (Confcommercio) Partenariato di rete - Centro Pari Opportunità Regione Umbria - Associazione Coordinamento Centri Socio-Culturali Comune di Perugia - Banca Popolare Etica S.c.r.l. - Azienda Ospedaliera di Perugia - Unità Sanitaria Locale N.2 di Perugia - Auser Volontariato di Perugia SINTESI DEL PROGETTO Il Progetto P.O.ssibile ha sperimentato ipotesi per favorire la riconciliazione dei tempi di vita, dei tempi familiari e di lavoro, facilitando l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro e contribuendo più in generale al miglioramento della qualità di vita dei cittadini. Tale obiettivo è stato perseguito tramite azioni di sensibilizzazione e di sperimentazione di servizi innovativi di sollievo alle famiglie. La MACROFASE Ricerca-Intervento ha indagato lo stato dei bisogni del territorio relativi allo sviluppo di una cultura di promozione delle pari opportunità. L’intervento è stato effettuato in contesti differenti: - nel territorio per cogliere gli aspetti quantitativi e qualitativi del fenomeno del lavoro domestico affidato alle donne immigrate; - nel mondo del lavoro per rilevare i bisogni e le criticità legati alla gestione del tempo; - in azienda per conoscere l’impatto economico e organizzativo dei congedi parentali e il livello di conoscenza delle opportunità offerte alle imprese dalla normativa vigente. 26 La MACROFASE di Sperimentazione ha implementato azioni positive per il sostegno alla maternità e alla paternità, per il diritto alla cura e per il supporto alle famiglie, promuovendo le pari opportunità attraverso la conciliazione. Concretamente sono stati attivati: - il servizio BabySì, un’Associazione di mamme e babysitter che gestisce servizi di cura rivolti ai bambini dai 6 mesi ai 10 anni in particolari situazioni di emergenza, in orari serali e festivi. Le attività svolte in casa o fuori possono anche consistere in aiuto compiti o in accompagnamento extrascolastico. L’obiettivo dell’associazione è quello di integrare l’offerta dei servizi tradizionali intervenendo su fasce orarie non coperte e attivando sperimentazioni di tipo family friendly che incidono sul welfare leggero; - il servizio Solidea che offre un accompagnamento a donne immigrate che cercano lavoro come assistenti familiari e a famiglie in cerca di assistenza per anziani e disabili attraverso consulenza sulle procedure di avvio del rapporto di lavoro, sensibilizzazione e informazioni sui lavori di cura, dati utili all’incontro tra domanda e offerta di lavoro effettuato dai centri per l’impiego della Provincia di Perugia. La MACROFASE Azioni trasversali si è articolata in più interventi di coordinamento e governance e di pubblicità delle attività progettuali attraverso diffusione in rete, azioni informative e organizzazione di eventi. CONTATTI ente/istituzione: referente: telefono: fax: e-mail: sito web: Comune di Perugia Dott.ssa Francesca Cruciani 075/5773843 075/5773913 [email protected] www.comune.perugia.it 27 Il progetto Territori Concilianti IL PROGETTO TERRITORI CONCILIANTI Le nove partnership che operano nella cordata hanno individuato quale elemento comune la necessità di rispondere alle trasformazioni socioeconomiche e culturali che hanno coinvolto, al di là delle specifiche problematiche locali, tutto il territorio nazionale, facendo emergere una domanda diffusa di servizi di conciliazione che rappresenta oggi una delle sfide importanti del nuovo sistema di welfare, in forte connessione con il sistema delle politiche attive del lavoro che richiedono lo sviluppo e l’attuazione di politiche di conciliazione quale elemento chiave per contrastare forme di esclusione lavorativa. In tale accezione le politiche di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare hanno acquisito la fisionomia di servizi di interesse generale volti a creare e sostenere condizioni di benessere sia per i lavoratori e le lavoratrici, sia per i sistemi produttivi. Sulla base di un approccio al problema della conciliazione come problema di welfare, tutte le partnership della cordata, nel tentativo di rispondere ai mutamenti della domanda dovuti ai cambiamenti socioeconomici, culturali, demografici hanno promosso, nell’ambito dell’Azione 2, processi di cooperazione tra pubblico e privato volti a intervenire sul sistema dell’offerta dei servizi di conciliazione attraverso la sperimentazione di strumenti e di modelli di servizio innovativi. Il percorso è stato articolato in fasi progettuali, così sintetizzabili: 1. Autovalutazione e confronto dei modelli sperimentati in Azione 2 La prima fase è stata finalizzata all’autovalutazione ed alla comparazione dei migliori servizi innovativi sperimentati dalle partnership, rivolti alla soluzione delle problematiche di conciliazione dei tempi di vita familiare con quelli lavorativi. Le sperimentazioni sono tutte riconducibili alla tematica della conciliazione dei tempi di vita e sono state suddivise per gruppi tematici: - strumenti di programmazione e/o erogazione servizi di informazione e consulenza; - servizi di cura a supporto della famiglia; - servizi di formazione, orientamento e supporto all’inserimento lavorativo. 2. Confronto dei processi di networking territoriali attivati a supporto dei servizi realizzati La seconda fase è stata finalizzata alla comparazione dei processi di costruzione e/ o rivitalizzazione di reti formali e sostanziali, tramite il coinvolgimento dei partner locali nella programmazione/gestione/erogazione dei servizi per la conciliazione vita-lavoro-famiglia. 3. Elaborazione di una proposta di modello di governance per la conciliazione La terza fase è stata finalizzata all’elaborazione di una proposta congiunta per la costruzione di un modello di governance locale per la conciliazione. Emerge trasversalmente, infatti, la consapevolezza che solo un sistema territoriale “conciliante” (e quindi la governance in senso ampio), che affronti il problema nella sua complessità e trasversalità (dalle politiche del lavoro ai servizi sociali alle pari opportunità ai sistemi imprenditoriali al sistema dei trasporti e dei servizi pubblici ecc.) sia in grado di rispondere efficacemente a questa nuova e particolare domanda (di cui peraltro si conosce solo una parte). Il lavoro svolto dalla cordata si è concentrato sull’analisi de: - la qualità, l’innovatività, la sostenibilità e la trasferibilità dei servizi sperimentati; - le modalità di gestione ed erogazione dei servizi (laddove alcune partnership hanno previsto l’attivazione di specifici organismi di governance locale composto da soggetti pubblici e privati); - le modalità di lavoro in rete a livello locale e regionale. 30 31 Risultati del progetto RISULTATI DEL PROGETTO Sulla base del lavoro di analisi e comparazione dei servizi svolto dalla cordata sono stati selezionati 17 prodotti, individuati secondo criteri di sostenibilità e trasferibilità. Inoltre sono state elaborate, sempre sulla base di un processo di analisi e confronto tra le diverse esperienze, linee guida per i sistemi di networking territoriali, che contengono le considerazioni finali delle partnership sulle modalità di approccio integrato al sistema delle politiche e delle misure di conciliazione. Gruppo 3 SERVIZI DI FORMAZIONE, ORIENTAMENTO E SUPPORTO ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO - Discriminazione, Conciliazione e Managing Diversity, Benevento - Formazione e sperimentazione modello di integrazione socio-lavorativa, Bari - Operatore servizio in rete di donne per le donne, Nuoro Gruppo 1 SERVIZI DI INFORMAZIONE E CONSULENZA - Agenzia di Conciliazione, Napoli Agenzia di Conciliazione, Pisa Re-conciliation point, Benevento Servizio di consulenza e assistenza tecnica Legge 53/00, Modena e Parma Sportello in rete di donne per le donne, Nuoro Gruppo 2 SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA - BabySì, Perugia Banca del tempo, Parma Centro diurno, Collepietro (AQ) Centro diurno L’Aquila Estate babysitter, Firenze Un Operatore per Amico, L’Aquila Progetto anziani, Firenze Solidea, Perugia Voucher di cura, Piacenza, Modena, Reggio Emilia 34 35 SERVIZI DI SCHEDE SERVIZI INFORMAZIONE DICONSULENZA E INFORMAZIONI E CONSULENZA Servizi di informazioni e consulenza - Agenzia di Conciliazione, Napoli Agenzia di Conciliazione, Pisa Re-conciliation point, Benevento Servizio di consulenza e assistenza tecnica Legge 53/00, Modena e Parma Sportello in rete di donne per le donne, Nuoro AREA GEOGRAFICA Provincia Napoli PROPONENTE Provincia di Napoli ALTRI SOGGETTI COINVOLTI - Provincia di Napoli (capofila); Comune di Napoli; ARCI Napoli; D&S Group Società Cooperativa; OBR Campania. DESCRIZIONE Servizi di informazione e consulenza alle imprese, agli Enti e alle persone su: servizi, normativa, opportunità ecc. Servizi di accompagnamento ai PALC, erogati nei 4 territori di sperimentazione, dagli operatori dell’Agenzia per: - analisi territoriale, rilevazione delle risorse esistenti, delle problematiche, e delle proposte; - elaborazione di proposte e accompagnamento ai protocolli necessari a rendere operative le proposte emerse; - accompagnamento alla progettazione di campagne di comunicazione istituzionale per la conciliazione in ottica di genere; - servizi di consulenza sulla legge 53/2000 e di accompagnamento ai progetti. INDICATORI DI RISULTATO - Ore di consulenza erogate; - amministratori coinvolti; - nuove iniziative attivate. INNOVATIVITÀ L’attivazione e messa in rete tra più enti di progetti, risorse disponibili e strutture già esistenti. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ La riproducibilità dell’esperienza è facilitata dalla pre-esistenza di organismi misti di sviluppo locale (Agenzie di sviluppo, patti territoriali ecc.). EVENTUALI CRITICITÀ La criticità è data dalla difficoltà di far operare realmente in rete più soggetti. PRODOTTI FINALI Campagna di Comunicazione istituzionale della Provincia di Napoli “Tutto il tempo che vuoi”; linee guida per il PALC; piani di azione locali per la conciliazione; vademecum per la comunicazione istituzionale dei servizi di conciliazione in ottica di genere; vademecum per la definizione di indicatori di conciliazione; materiali informativi per l’animazione territoriale sui temi della conciliazione (per scuole, imprese, enti); strumenti metodologici e di lavoro del progetto (protocolli, analisi territoriale partecipata, design di servizi innovativi ecc.). CONTATTI D&S Group SC Via Arte della Lana, 16 - 80138 Napoli Lia Cacciottoli (Responsabile Coordinamento Operativo e Team di Gestione del Progetto Palcosc&nico) Telefono: +39 081 5630796 Fax:+ 39 081 5546323 e-mail: [email protected] - [email protected] website: www.tuttoiltempochevuoi.it - www.equi-palcoscenico.it SOSTENIBILITÀ La struttura è sostenibile facilmente se vengono utilizzate, per le attività di sportello, risorse interne agli enti locali, come quelle dedicate agli informagiovani, sportelli donna, centri per l’impiego ecc. 38 39 SERVIZI DI INFORMAZIONE E CONSULENZA Agenzia di conciliazione e rete di sportelli, rivolti alle amministrazioni locali, per l’erogazione di servizi di consulenza e di accompagnamento ai palc (piani di azione locali per la conciliazione) AREA GEOGRAFICA Provincia di Pisa (sperimentazione di progetto in 3 contesti target: Amministrazione provinciale, Polo Tecnologico di Navacchio e CNR di Pisa. Da Gennaio 2008, grazie ad un finanziamento regionale, lo sportello dell’Agenzia di Conciliazione verrà aperto, sperimentalmente per 8 mesi, a tutto il territorio provinciale). PROPONENTE Provincia di Pisa DESCRIZIONE L’Agenzia di conciliazione è un servizio che si rivolge ai lavoratori/lavoratrici, alle organizzazioni del lavoro (pubbliche e private) e al territorio in generale. In particolare ha la funzione di: - sportello informativo che offre servizi gratuiti di informazione e orientamento ai lavoratori dei tre contesti sugli strumenti normativi di conciliazione, nonché sulle strutture ed i servizi disponibili sul territorio; - ufficio di consulenza e di supporto all’organizzazione mirata a promuovere l’introduzione di strumenti e politiche di conciliazione nei contesti lavorativi di riferimento (es. supporto progettazione ex art. 9 L. 53/2000); - organismo di coordinamento di una rete tra gli attori pubblico-privati del territorio, di raccordo tra i servizi esistenti e strumento per la promozione di una governance locale. SOSTENIBILITÀ Il servizio dell’Agenzia di Conciliazione verrà allargato, in via sperimentale, a tutto il territorio provinciale per un periodo di 8 mesi grazie ad un progetto che sarà finanziato dalla Regione Toscana e a cui parteciperanno, in qualità di partner attuatori, anche le 5 Società della Salute provinciali. Verranno altresì coinvolti i firmatari del Protocollo di Intesa per la promozione di politiche integrate di conciliazione vita-lavoro. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ Da progetto è prevista la replicabilità e la trasferibilità del servizio di Agenzia nelle Province partner, Lucca e Arezzo, le quali si stanno infatti attualmente adoperando per lanciare sul territorio la sperimentazione dell’Agenzia. Per agevolare il percorso di radicamento, alcuni dipendenti e collaboratori delle due province hanno preso parte al corso di formazione per operatrici dell’Agenzia. EVENTUALI CRITICITÀ La criticità è data dalla difficoltà di far comprendere l’effettiva utilità del servizio ai potenziali utenti dello sportello. Al fine di rendere più comprensibile la mission dell’Agenzia di Conciliazione, con l’avvio del progetto regionale lo sportello assumerà il nome di “Punto Equo-Tempo”. PRODOTTI FINALI - Brochure e borsa shopper dell’Agenzia di Conciliazione; locandine e volantini di pubblicizzazione; mappature dei campi solari (2006 e 2007) e dei campi invernali (2006); spot pubblicitari; sito internet dell’Agenzia di Conciliazione; relazione finale. CONTATTI Provincia di Pisa U.O. Studi e ricerche sulle politiche sociali, sistema integrato e Pari opportunità Piazza Vittorio Emanuele II, 14 - 56125 Pisa e-mail: Coordinamento progetto Angelica Belsito - [email protected] Coordinamento Agenzia di Conciliazione Rosalinda Puntoni - [email protected] INNOVATIVITÀ In Toscana esistono degli sportelli informa-famiglie che svolgono in parte un ruolo simile a quello dell’Agenzia (informazione su servizi e normativa). L’innovatività dell’Agenzia sta sia nel supporto alle aziende e datori di lavoro per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti per azioni positive di conciliazione, sia nella promozione di un lavoro di rete e di governance locale per la conciliazione. 40 41 SERVIZI DI INFORMAZIONE E CONSULENZA Agenzia di conciliazione EVENTUALI CRITICITÀ Benevento e provincia Difficoltà sia a sensibilizzare sui temi della conciliazione e delle pari opportunità che a coinvolgere attivamente sia il territorio in generale che la popolazione target in particolare. PROPONENTE PRODOTTI FINALI AREA GEOGRAFICA Associazione Apeiron DESCRIZIONE Tra le proprie attività, Il Giusto Tempo, contempla l’implementazione e la gestione di un Re-Conciliation Point, un centro di conciliazione vita-lavoro, che si propone di: - informare e offrire consulenza a cittadini e aziende in materia di conciliazione e di politiche temporali, ovvero circa le opportunità e i servizi mirati a liberare tempo e a conciliare tempi e spazi di vita e di lavoro; - orientare al lavoro e alla creazione d’impresa, mediante azioni di counselling ed accompagnamento personalizzato volte ad attivare da un lato le capacità di empowerment delle persone, dall’altro i nodi della rete sociale; - contribuire alla creazione di network territoriali. - Sportello online per la consulenza alla creazione d’impresa; database aggiornato su tutti i servizi di cura che favoriscono la conciliazione; database domanda - offerta di lavoro; opuscolo sulle PP.OO, dal titolo “Dalla tutela dei diritti alla valorizzazione delle diversità”; raccolta di proposte di azioni positive da parte degli studenti. CONTATTI Ettore Malinconico Telefono: 081/8636223 fax: 081/8500203 email: [email protected] SOSTENIBILITÀ L’Associazione Apeiron opererà per la sostenibilità, a breve termine, dei risultati realizzati, attraverso il mantenimento della struttura e dei servizi creati, con risorse proprie e/o attraverso nuovi finanziamenti regionali. INNOVATIVITÀ Nel territorio in cui insiste il progetto, la provincia di Benevento, non esistono iniziative simili. Infatti, se dal punto di vista dell’innovazione l’azione può non essere considerata prettamente innovativa e non presentare carattere sperimentale, (specialmente se confrontato con quelle di altre città, dove la situazione delle azioni di questo tipo risulta abbastanza ricca e dove si può puntare quindi a valorizzare e rafforzare un solido tessuto di servizi per la conciliazione e per le pari opportunità), per il territorio di riferimento si tratta, invece, di un’azione molto concreta ed innovativa nel senso di “nuova” ed efficace. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ L’intera azione si presta ad essere riprodotta in contesti che presentano criticità e problemi simili a quelli che l’hanno originata. Inoltre, sono sia riproducibili che trasferibili le procedure utilizzate: dalla programmazione dell’offerta dei servizi erogati e la progettazione architetturale e metodologica degli interventi e delle azioni, al processo di promozione. 42 43 SERVIZI DI INFORMAZIONE E CONSULENZA Re-Conciliation Point AREA GEOGRAFICA Parma e Modena PROPONENTE CESVIP Emilia Romagna Soc. Coop. Sociale ALTRI SOGGETTI COINVOLTI - PS: Provincia Di Parma, Cdie; - Rete: Comitato Imprenditorialità Femminile Provincia di Parma, Legacoop Parma, Legacoop Modena. DESCRIZIONE Il servizio erogato si configura come un’attività ad investimento, e quindi completamente gratuita per le imprese nel momento della presentazione delle proposte progettuali. Soggetti che erogano il servizio: cdie-inforcoop (progettazione), CESVIP (gestione, amministrazione, rendiconto, ecc.). Struttura del servizio: - INFORMAZIONE attivazione di un info desk di prima accoglienza che eroga informazioni generali relativamente alle opportunità ed alle modalità di presentazione dei progetti; - INFORMAZIONE organizzazione di momenti di presentazione alle imprese; - CONSULENZA PERSONALIZZATA per le aziende che manifesteranno interesse ad elaborare progetti in materia di conciliazione; - CONSULENZA PERSONALIZZATA per la fase di avvio, di gestione e di rendicontazione per i progetti che verranno finanziati. INNOVATIVITÀ Sul territorio regionale esistono società consulenziali che svolgono questa attività. L’innovatività è data dal coinvolgimento di Legacoop come sponsor del servizio. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ Il servizio presenta alti livelli di riproducibilità e trasferibilità. Le condizioni irrinunciabili sono la presenza di una rete locale minima (associazione di categoria per il raccordo con le imprese e/o ente locale e soggetto competente sul tema specifico). EVENTUALI CRITICITÀ La criticità è data dall’avere un target circoscritto (solo cooperative) e dalla difficoltà a far percepire alle imprese le opportunità della Legge 53/2000 come soluzione organizzativa differente di supporto alla qualità della vita dei lavoratori. PRODOTTI FINALI - Report; - progetti presentati. CONTATTI CESVIP Emilia Romagna Società Cooperativa Sociale Stradone Farnese, 3 - 29100 Piacenza Telefono: 0523/328610 Fax: 0523/388798 Barbara Belzini - [email protected] Comitato imprenditorialità femminile camera di commercio di Parma INDICATORI DI RISULTATO - Progetti presentati (pre-equal 3 progetti e 3 progetti approvati); - alla scadenza del 10 giugno sono stati presentati 3 progetti (2 a Parma e 1 a Modena); - in corso di progettazione attività anche su altre sedi provinciali. SOSTENIBILITÀ Il servizio verrà mantenuto e implementato anche dopo la fine del progetto. Esistono due ipotesi: la prima prevede l’introduzione del servizio all’interno del progetto Legacoop Rete Regionale dei Servizi, la seconda, sul territorio di Parma, prevede l’eventuale allargamento ad altri soggetti e la costituzione di un albo di fornitori. 44 45 SERVIZI DI INFORMAZIONE E CONSULENZA Servizio di consulenza e assistenza tecnica rivolto alle imprese per la presentazione di progetti ai sensi dell’art.9 della Legge 53/2000 INNOVATIVITÀ IAL Sardegna (ATS Agricoltur@sostantivo femminile) Il servizio in rete di Donne per Donne, implementa nuovi strumenti di orientamento, formazione e accompagnamento; è inoltre uno strumento sostenibile per la creazione d’impresa, prevede momenti di incontro-confronto sulle politiche di genere per determinare processi decisionali atti alla valorizzazione delle opportunità di crescita di nuove imprese. Inoltre non esistono altri servizi di questa tipologia in Sardegna. ALTRI SOGGETTI COINVOLTI RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ - IX Comunità Montana; - Camera di Commercio Nuoro; - CIOFS - Consorzio per gli Studi Universitari della Sardegna Centrale. EVENTUALI CRITICITÀ AREA GEOGRAFICA Territorio IX Comunità Montana del Nuorese - Sardegna PROPONENTE Il servizio può essere riproposto qualsiasi contesto. L’organizzazione interna di chi gestirà lo sportello. DESCRIZIONE Lo sportello, attraverso l’erogazione di un sistema integrato di servizi, vuole promuovere l’imprenditoria femminile, soprattutto in ambito agricolo, creare e favorire lo sviluppo economico in ambito rurale, attraverso l’autoimpiego. Il servizio si sviluppa su tre aree: - orientamento all’impresa: sono previste attività quali formazione sulla cultura d’impresa, servizio di prima informazione e orientamento, consulenza personalizzata, assistenza nella realizzazione del bussines plan; - internazionalizzazione e commercializzazione dei prodotti: formazione sull’internazionalizzazione, supporto nella ricerca di nuovi contatti commerciali nazionali e internazionali, strumenti di promozione prodotti; - pari opportunità e Conciliazione: formazione, consulenza, ricerca, progettazione, bilanci di genere. PRODOTTI FINALI - Allestimento piattaforma; pillole formative; fiera virtuale; modello di creazione d’impresa per le scuole. CONTATTI IAL sardegna Sede legale: V. Milano, 76 - 09126 Cagliari Sede Operativa: V.le Resistenza, 39 - 08100 Nuoro Referente: Lina Boe - [email protected] SOSTENIBILITÀ Si è costituita una rete abbastanza forte tra il partenariato di sviluppo e quello di rete che permetterà, se le ragazze lo vorranno , un proseguimento del servizio con l’appoggio degli stessi; l’Associazione Coldiretti offrirà la sede fisica e gli altri un supporto esperenziale di contatti e competenze, nonché si è aperto un tavolo con Assessorato regionale e provinciale del Lavoro per porre al centro delle loro attività programmatiche quanto creato con il nostro progetto. Pertanto, sostenere il servizio è possibile, vendendo a istituzioni, quali comuni, scuole e imprenditrici i loro servizi, e rispondendo con progetti ai bandi che le istituzioni metteranno in campo con finanziamenti nel settore di riferimento del servizio creato. 46 47 SERVIZI DI INFORMAZIONE E CONSULENZA Servizio in rete di donne per le donne Comparazione e sostenibilità dei servizi di informazione e consulenza COMPARAZIONE E SOSTENIBILITÀ DEI SERVIZI DI INFORMAZIONE E CONSULENZA Lo strumento privilegiato per l’erogazione di servizi di consulenza è stato quasi sempre identificato in uno sportello o più sportelli in rete, dislocati sul territorio di intervento. Lo sportello ha sempre una valenza molteplice: da un lato svolge attività di sensibilizzazione alla cittadinanza attraverso l’erogazione di servizi informativi sulla legislazione, sulle opportunità, sui temi delle PO, e di osservatorio su quanto disponibile a livello locale e sulle buone prassi esistenti; dall’altro, è il luogo in cui convergono le iniziative locali di networking, e che vuole diventare il riferimento per imprese ed enti locali per le azioni specifiche che possono essere attiviate sulla conciliazione (progetti ex art. 9 della L.53/2000, raccolta ed erogazione di informazioni per l’osservatorio e la mappatura servizi di sostegno alle famiglie presenti sul territorio, ecc.). L’unica esperienza che ha potuto saltare il passaggio della creazione dello sportello è quella relativa ad EMI-031, in quanto era un’iniziativa interna ad un circuito di imprese specifico (Cooperative afferenti a Legacoop), e quindi non aveva bisogno di rendersi riconoscibile all’esterno. In quest’ultimo caso, inoltre, si è trattato di un servizio di consulenza esclusivamente in relazione alla presentazione di progetti ex art.9 della L.53/2000. Gli sportelli proposti invece nelle altre esperienze offrivano il servizio di consulenza sulla L. 53/2000 come uno dei servizi disponibili in un ventaglio più ampio di servizi. Elementi comuni Tutte le esperienze hanno puntato l’attenzione sulla Legge 53 del 2000, ed in particolare alle opportunità che essa offre sia alle imprese che ai lavoratori e alle lavoratrici attraverso i progetti finanziabili ai sensi dell’articolo 9. Tutte le iniziative di erogazione servizi sia informativi che di consulenza più specialistica hanno puntato molto su questo. Altro elemento sempre presente è l’erogazione di servizi informativi sulla normativa in generale relativa alle pari opportunità e alla conciliazione. Molto spesso è presente anche una specifica attività di coordinamento della rete a livello locale per l’integrazione delle iniziative, che si concretizza attraverso protocolli, piani di azione locali. È presente anche un osservatorio su esperienze di conciliazione, sia nazionali che locali. L’erogazione di servizi informativi sui servizi di supporto alla conciliazione presenti a livello locale, sia pubblici che privati, è speso auspicata ma non sempre viene attuata. La mappatura dei servizi di sostegno alle famiglie o comunque di supporto alla conciliazione infatti si è rivelata difficile gestione, in quanto richiede un lavoro costante di raccolta e aggiornamento dei dati, relativi a strutture sia pubbliche che private. Molti servizi alle famiglie tra l’altro sono ancora erogati in un mercato sommerso molto poco visibile e quindi quantificabile. 50 Una delle esperienze inoltre ha erogato servizi diretti alla creazione e al sostegno di imprese femminili, sia per la commercializzazione che per la promozione, anche attraverso la piattaforma tecnologica (fiere virtuali e e-commerce). Fattori di successo - I servizi di accompagnamento sono stati avviati con successo; - gli enti iniziano ad operare in rete; - sono nate iniziative autonome a valle della animazione avviata con i servizi dell’Agenzia e degli sportelli; - le aziende private iniziano a conoscere le opportunità offerte dalla Legge 53/2000; - gran parte degli strumenti metodologici e di lavoro realizzati risultano trasferibili e/o adattabili; - i prodotti finali possono essere una base di partenza utile nello sviluppo di iniziative analoghe: moduli formativi, struttura organizzativa degli sportelli, struttura database, idee progettuali, modello piattaforme tecnologiche, opuscoli informativi, locandine, spot, materiali di comunicazione, sono tutti strumenti adattabili e quindi riutilizzabili in altri contesti. Criticità - Necessità di definire soluzioni normative e/o amministrative ad hoc per poter effettivamente lavorare in rete; - tempi lunghi della burocrazia; - difficoltà a far lavorare realmente in rete più soggetti; - resistenza culturale da parte delle aziende sui temi delle P.O.; - paura di ingenerare aspettative disattese nei confronti dei dipendenti; - contenimento dell’iniziativa in ambito circoscritti (esperienza CESVIP con le cooperative); - organizzazione interna per la gestione dello sportello. Sostenibilità La sostenibilità delle iniziative varia molto a seconda della volontà di coinvolgimento dei partner della rete: laddove si è registrata la volontà sia politica che dei privati a continuare nell’erogazione dei servizi, si sono infatti individuate soluzioni creative ad hoc di sostenibilità, anche se purtroppo questo non è stato vero ovunque. Gli elementi necessari quindi sembrano essere: - volontà politica esplicita delle amministrazioni; - necessità di soluzioni miste pubblico-privato; - delega operativa ai privati; - necessità di coinvolgimento di altri attori locali pubblici e privati; - preesistenza di organismi di concertazione sovracomunale (Agenzie di sviluppo locale, Patti territoriali, Piani di Zona, ecc.); - risorse economiche appostate in bilancio. 51 a supporto della famiglia - BabySì, Perugia Banca del tempo, Parma Centro diurno, Collepietro (AQ) Centro diurno, L’Aquila Estate babysitter, Firenze Un Operatore per Amico, L’Aquila Progetto anziani, Firenze Solidea, Perugia Voucher di cura, Piacenza, Modena, Reggio Emilia SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA Servizi di cura BabySì EVENTUALI CRITICITÀ Comune di Perugia La criticità emersa è che, vista la forte risposta del territorio, il lavoro di volontariato delle associate riesce faticosamente a coprire i bisogni della segreteria organizzativa. PROPONENTE PRODOTTI FINALI Comune di Perugia - Brochure e materiale di diffusione e pubblicità del servizio. DESCRIZIONE CONTATTI La sperimentazione BabySì ha implementato un’Associazione di mamme e baby-sitters che gestisce servizi di cura rivolti ai bambini dai 6 mesi ai 10 anni in particolari situazioni di emergenza, in orari serali e festivi. Le attività svolte in casa o fuori possono anche consistere in aiuto compiti o in accompagnamento extrascolastico. L’obiettivo dell’associazione è quello di integrare l’offerta dei servizi tradizionali intervenendo su fasce orarie non coperte e attivando sperimentazioni di tipo family friendly che incidono sul welfare leggero. Francesca Cruciani, Lorenza Cipriani Telefono: 075/577-3843/3793 Fax: 075/5773913 e-mail: [email protected] website: www.comune.perugia.it SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA AREA GEOGRAFICA SOSTENIBILITÀ La sperimentazione dei servizi offerti e gestiti dall’associazione si pone anche l’obiettivo di rendere trasferibile in altri contesti territoriali l’esperienza, ovviamente indicandone l’alto livello di sostenibilità. Si sottolinea però l’esigenza di ri-pensare la segreteria organizzativa in modo più strutturato per non gravare troppo sul lavoro volontario delle mamme. Il modello ha comunque riscosso notevole successo ed è stato inserito dalla Regione dell’Umbria nella Bozza di “Piano triennale del Sistema Integrato dei servizi socio-educativi per la 1a infanzia 2008-2011” attualmente in discussione nell’ambito dei tavoli della Conferenza Regionale dei Servizi per la 1a infanzia (organismo istituzionale misto composto da tutti gli stakeholders della regione). INNOVATIVITÀ Il servizio integra i servizi presenti nel territorio favorendo la regolarizzazione dei rapporti di lavoro in questo ambito (baby sitter) e supportando le famiglie con interventi di tipo family friendly nell’ambito del welfare leggero. L’innovazione della sperimentazione è soprattutto legata alla formula associativa che gestisce le attività. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ Il servizio può essere trasferibile in altri contesti territoriali, ha infatti un forte carattere di riproducibilità a valenza geografica. 54 55 AREA GEOGRAFICA Emilia Romagna PROPONENTE Cesvip Emilia Romagna soc. coop. soc DESCRIZIONE Una banca del tempo per andare incontro alle esigenze di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro di dipendenti, collaboratori e soci lavoratori che operano nel settore della cura domiciliare (circa 40), più di altri quindi soggetti a repentini cambi di turni o orari di lavoro frammentati nell’arco della stessa giornata. La cooperativa ha rilevato che si è già sviluppata spontaneamente una notevole solidarietà tra colleghi, che si scambiano servizi anche nel tempo libero. Si tratta perlopiù di lavoratori e lavoratrici extracomunitari, che non possono avvalersi di una rete di sostegno familiare. L’azienda ha messo a disposizione un luogo fisico e una quota del tempo dei dipendenti dedicati al coordinamento per favorire questi scambi di servizi in modo più sistematico, continuativo e organizzato. Sono stati individuati un ufficio, una bacheca, alcuni referenti e sono stati ideati alcuni strumenti di gestione per favorire il passaggio di informazioni, l’incrocio tra domanda e offerta e la rilevazione degli scambi. SOSTENIBILITÀ Il grado di sostenibilità è alto, dato che la banca del tempo si è sviluppata spontaneamente tra i lavoratori e l’azienda, attraverso la sperimentazione, ha dato un carattere di sistemicità e continuità all’azione; dalla sperimentazione è emerso che i costi “monetari” a carico dell’azienda sono praticamente inesistenti, i benefici in termini di soddisfazione del personale sono molto alti, tanto che si può iniziare a parlare di costi della non conciliazione ribaltando così l’assunto iniziale che parla dei costi della conciliazione. INNOVATIVITÀ L’innovatività è data dal coinvolgimento dell’azienda che si fa carico del servizio offerto dal punto di vista organizzativo. C’è, ed è fondamentale, un riconoscimento del bisogno di conciliazione del proprio addetto, da parte dell’azienda. 56 RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ Le singole misure possono essere, in linea teorica e tecnicamente tutte altamente trasferibili ad altri contesti proprio perché sperimentate su imprese di varie dimensioni e settori. L’aspetto però discriminante ai fini della trasferibilità è il fattore culturale e il livello di sensibilizzazione dell’azienda stessa. In particolare si è rilevata una maggior facilità ad implementare misure di questo tipo presso imprese del settore terziario, meno vincolate a tempi di lavoro e ritmi dettati dalla produzione. Inoltre le aziende cooperative presentano, proprio per fattori storici, culturali ed economici, una maggiore attenzione verso questi temi. Il fine ultimo ed esclusivo non è la realizzazione di un profitto, ma altri valori tra i quali il benessere dei soci dei lavoratori e una maggiore attenzione al sociale. Attraverso le sperimentazioni realizzate si è cercato comunque di favorire la massima trasferibilità e diffusione cercando di evidenziare sostanzialmente due aspetti essenziali di queste misure: l’impatto all’interno dell’organizzazione e quindi il bilancio costi /benefici a favore dei secondi e la sostenibilità delle stesse anche in fasi successive al termine del progetto stesso. Alcune imprese hanno infatti convenuto che a fronte talvolta anche di costi contenuti e limitati esborsi di denaro, l’impatto in termini organizzativi o di soddisfazione del personale e soprattutto in termini di cambiamento culturale può essere notevole. EVENTUALI CRITICITÀ Scarsa consapevolezza, paura di aumentare i costi aziendali, paura di incrementare le aspettative di dipendenti, paura di non riuscire a mantenere tali misure nel lungo periodo. PRODOTTI FINALI - Report. CONTATTI CESVIP Emilia Romagna Società Cooperativa Sociale Sede legale Stradone Farnese, 3 - 29100 Piacenza Referenti: Barbara Belzini - [email protected] Francesca Malagoli - [email protected] 57 SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA Banca del tempo Centro diurno di Collepietro, Abruzzo RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ Regione Abruzzo - Comunità Montana Campo Imperatore Piana di Navelli Il modello è perfettamente riproducibile e trasferibile, tanto che sono già in corso implementazioni di centri simili in Comuni e Territori adiacenti, cui la PS fornisce gratuitamente supporto al trasferimento della buona prassi. PROPONENTE EVENTUALI CRITICITÀ AREA GEOGRAFICA - Comune di Navelli - Comunità Montana Campo Imperatore Piana di Navelli - Soc. Coop. Sociale “Help Donna” Non si sono riscontrate criticità di rilievo. Si sottolinea la difficoltà legata a problemi logistici, che ha portato a non poter soddisfare l’enorme richiesta da parte di altri potenziali utenti di essere ospitati nel centro. DESCRIZIONE PRODOTTI FINALI - Video illustrativo delle attività di progetto. SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA È un Centro diurno per anziani e disabili, con apertura dalle ore 9.00 circa alle ore 16.00 circa, all’interno del quale gli ospiti, selezionati dall’Ambito Locale della ASL, vengono accolti da operatori specializzati nel settore, che organizzano per loro diverse attività sotto forma di “laboratori”. Il servizio inoltre prevede i pasti e il trasporto dalle loro abitazioni al centro. Tutte le attività del Centro sono finanziate da fondi pubblici, in minima parte provenienti dal Progetto Equal “Universo Donna”, e in larga parte dagli altri Enti locali coinvolti (Comune di Collepietro, Comunità Montana Campo Imperatore Piana di Navelli, Ambito Sociale della ASL, altri Comuni interessati). Il Centro, nato per ridurre il peso dell’assistenza di anziani e disabili sulle famiglie, e in particolare sulle donne, ha cercato di dare importanza all’ integrazione sociale degli ospiti, migliorandone le condizioni di vita; ha inoltre fornito opportunità di lavoro (in particolare a donne) in un territorio depresso, rivitalizzando così centri fortemente spopolati. CONTATTI Comune di Navelli - Referente Dott. Massimiliano D’Innocenzo Via Pereto, 2 - 67020 Navelli (AQ) Telefono: 0862/959047 Fax: 0862/959323 e-mail: [email protected] SOSTENIBILITÀ Il Centro, dopo una prima fase sperimentale, è stato poi co-finanziato da altri Enti (Comunità Montana, Ambito Sociale della ASL, altri Comuni). Ora, essendo divenuto una realtà fondamentale per tutto il territorio e una risposta concreta a diversi bisogni, risulta perfettamente sostenibile, in quanto inserito nel Piano di Zona della Comunità Montana, e questo gli consentirà di sopravvivere al progetto Equal. INNOVATIVITÀ L’apertura di un centro diurno per anziani e disabili è una completa novità sul territorio, avviata dal Comune di Navelli già nell’Equal I fase, grazie ad un approccio fortemente innovativo e per la presenza continua e attiva di operatrici fornite di adeguata preparazione. 58 59 AREA GEOGRAFICA Comune di L’Aquila PROPONENTE EVENTUALI CRITICITÀ La criticità principale si è riscontrata nell’impossibilità di pubblicizzare l’intervento per il reperimento degli ospiti, perchè il successo della sperimentazione precedente avrebbe creato problemi di selezione (in un ambito cittadino, a fronte di migliaia di domande, avremmo dovuto selezionare meno di 10 ospiti). - Comune di Navelli (capofila “Universo Donna”) - Comune di L’Aquila - Soc. Coop. Sociale “Help Donna” (partner locali) - Unione Italiana Ciechi (partner di rete) PRODOTTI FINALI DESCRIZIONE Comune di Navelli - Referente Dott. Massimiliano D’Innocenzo Via Pereto, 2 - 67020 Navelli (AQ) Telefono: 0862/959047 Fax: 0862/959323 e-mail: [email protected] E’ un Centro diurno per anziani e disabili, con apertura dalle ore 9.00 circa alle ore 16.00 circa, rivolto essenzialmente ad ospiti non vedenti, in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi. Il Centro offre l’assistenza di operatori specializzati nel settore che, oltre al pasto, organizzano per loro diverse attività. Il Centro, nato per ridurre il peso dell’assistenza di anziani e disabili sulle famiglie (in particolare sulle donne) cerca di migliorare l’integrazione sociale degli ospiti, e le loro condizioni di vita; inoltre, fornisce nuove opportunità di lavoro (in particolare a donne). - Video illustrativo delle attività di progetto. CONTATTI SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA Centro diurno L’Aquila SOSTENIBILITÀ Il Comune di L’Aquila sta cercando di rendere stabile il Centro, trovando i finanziamenti adeguati tra i fondi per le attività sociali. L’Unione Associazione Italiana Ciechi ha assicurato la disponibilità a collaborare e a co-finanziare il Centro fin dal prossimo futuro. INNOVATIVITÀ L’apertura di un centro diurno rivolto ad una categoria ben definita di disabilità, è una completa novità sul territorio, avviata con successo dal Comune di Navelli nell’Equal I fase in un piccolo centro, e ripetuta con lo stesso successo in un contesto più grande, grazie all’approccio fortemente innovativo e per la presenza continua e attiva di operatrici fornite di adeguata preparazione. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ Il modello è perfettamente riproducibile e trasferibile, tanto che il Comune di L’Aquila sta già ponendo le basi per aprire altri centri simili sul proprio territorio, anche grazie al supporto gratuito della PS “Universo Donna” per il trasferimento della buona prassi. 60 61 Estate baby sitter - formazione babysitter AREA GEOGRAFICA Comune di Firenze CONTATTI Dott.ssa Edy Bolognesi - Coordinatore progetto Tempo Telefono: 055/2625719 - 055/2625847 Fax: 055/2625849 e-mail: [email protected] PROPONENTE Comune di Firenze DESCRIZIONE SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA Formazione di una graduatoria per babysitter 3-11 anni e buoni servizio per le famiglie che fanno richiesta delle prestazioni del personale formato. Nel 2007 è stato fatto un altro corso di formazione per le babysitter (in fase di completamento - finirà entro dicembre 2007), con la finalità di aggiornare nuovamente la lista delle babysitter presso il Comune di Firenze e di formare anche veri e propri educatori domiciliari. SOSTENIBILITÀ Il Comune di Firenze intende portare avanti le azioni innovative inserite attraverso il progetto TEMPO, cercando altri finanziamenti e mantenendo attiva la lista delle babysitter presso il Comune di Firenze. INNOVATIVITÀ L’innovatività dell’azione consiste nell’applicare le iniziative sviluppate per i bambini tra i 0-3 anni anche alla fascia di età tra i 3-11 anni e per il secondo corso di formazione quella di formare anche veri e propri educatori domiciliari. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ L’iniziativa è senza dubbio riproducibile all’interno del Comune di Firenze e trasferibile anche ad altre amministrazioni. EVENTUALI CRITICITÀ La criticità dell’azione si è evidenziata nella distribuzione dei buoni per l’assunzione delle babysitter, dimostrando che i genitori usano il servizio solo per esigenze limitate nel tempo e dimostrano resistenza all’assunzione di una persona fissa. PRODOTTI FINALI Predisposizione di una graduatoria stabile presso il Comune di Firenze per babysitter anche per la fascia di età 3-11 anni. Volantini e locandine per la pubblicizzazione del bando del corso e per l’erogazione dei servizi. 62 63 Un operatore per amico AREA GEOGRAFICA Abruzzo aquilano PROPONENTE CONTATTI Comune di Navelli - Referente Dott. Massimiliano D’Innocenzo Via Pereto, 2 - 67020 Navelli (AQ) Telefono: 0862/959047 Fax: 0862/959323 e-mail: [email protected] Comune di Navelli - Università degli Studi di L’Aquila DESCRIZIONE SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA Attività di tutoraggio specifico a domicilio per disabili psichici e per le loro famiglie. Il servizio, fornito da personale altamente specializzato del Centro Interdipartimentale per lo Studio dei Disturbi del Comportamento dell’Università di L’Aquila, sostituisce l’assistenza di prassi attraverso un approccio più diretto e “amichevole”. La tipologia del servizio migliora le condizioni psico-fisiche del malato, punta sulla sua integrazione sociale, con lo scopo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle famiglie, riducendo il peso dell’assistenza dei disabili, gravante in particolare sulle donne. SOSTENIBILITÀ Si sta tentando di inserire il servizio tra le attività di tirocinio degli studenti specializzandi del Centro Interdipartimentale per lo Studio dei Disturbi del Comportamento dell’Università di L’Aquila, in modo tale da ridurne i costi. INNOVATIVITÀ Si tratta di un servizio di tutoraggio con un approccio del tutto innovativo, con un intervento mirato e gradualmente decrescente, che porta il malato, al termine del ciclo, a recuperare gran parte della propria disabilità, e a migliorare le proprie condizioni sociali. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ Il modello è perfettamente riproducibile e trasferibile in qualsiasi territorio. EVENTUALI CRITICITÀ Le criticità principale è dovuta all’elevato costo, legato alla modalità di assistenza individuale. Si sta cercando di superare tale criticità inserendo il servizio tra le attività di tirocinio, che ridurrebbe la voce di costo assolutamente rilevante, ovvero i costi del personale assistenziale altamente qualificato. PRODOTTI FINALI - Video illustrativo delle attività di progetto. 64 65 Solidea AREA GEOGRAFICA AREA GEOGRAFICA Comune di Firenze Comune di Perugia PROPONENTE PROPONENTE Comune di Firenze e Agenzia formativa Montedomini Comune di Perugia DESCRIZIONE DESCRIZIONE Un corso di formazione di assistente familiare in base al profilo approvato dalla Regione Toscana e attivazione di un contributo mensile di € 220,00 per 12 mesi, destinate al sostegno finanziario di 25 famiglie di lavoratori/lavoratrici con incombenze familiari particolarmente gravose. Il servizio offre un accompagnamento a donne immigrate che cercano lavoro come assistenti familiari e a famiglie in cerca di assistenza per anziani e disabili attraverso consulenza sulle procedure di avvio del rapporto di lavoro, sensibilizzazione e informazioni sui lavori di cura, dati utili all’incontro tra domanda e offerta di lavoro effettuato dai centri per l’impiego della Provincia di Perugia. Il servizio prevede diverse attività: - la Promozione, per cui sono stati realizzati degli incontri di pubblicizzazione del servizio con i responsabili e gli operatori dei sindacati, delle associazioni di immigrati e della rete dei soggetti del territorio che si occupando di immigrazione; - l’Attività di front e back office: lo Sportello Solidea è stato avviato a giugno 2007, ed è aperto al pubblico presso la sede del Cidis (partner di PS e gestore delle attività). Secondo quanto previsto dal progetto, è stato inizialmente predisposto lo Sportello che è tuttora aperto al pubblico il martedì dalle 15.00 alle 18.00, il mercoledì dalle 9.00 alle 12.00 e il giovedì dalle 15.00 alle 18.00. Lo Sportello svolge attività di accoglienza, orientamento e consulenza nei confronti delle donne immigrate e raccoglie le richieste relative al lavoro di cura attraverso la compilazione della scheda-curriculum, che è stata definita in precedenza con la collaborazione del centro per l’impiego della Provincia di Perugia (partner di PS). Le schede-curriculum compilate sono inviate al Centro per l’impiego che deve contattare le donne immigrate per il colloquio. A seguito del colloquio di bilancio delle competenze, chi ha già una formazione specifica, viene iscritta nella Banca Dati delle assistenti domiciliari, quando invece si evidenzia l’esigenza di approfondire la formazione, ci sarà l’inserimento nei percorsi formativi e di sensibilizzazione che verranno realizzati da Cidis Onlus e, successivamente, al termine della formazione, verrà fatta l’iscrizione nella Banca Dati. I percorsi di sensibilizzazione prevedono la disponibilità di cicli seminariali per un monte ore complessivo di 80h, che permetteranno ai partecipanti di approfondire la conoscenza delle tematiche attinenti alla professione di assistente domiciliare (lingua italiana, comunicazione nella relazione tra assistente e assistito, cura dell’anziano e igiene dell’alimentazione). SOSTENIBILITÀ Il Comune di Firenze intende portare avanti le azioni innovative inserite attraverso il progetto TEMPO, mediante la presentazione di altri progetti ed anche con risorse interne. INNOVATIVITÀ L’erogazione del buono alle famiglie che hanno a carico anziani non autosufficienti, utilizzando le persone appositamente formate con il corso. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ L’iniziativa è riproducibile nel tempo per il Comune di Firenze e trasferibile ad altri Comuni o ad altre strutture che si occupano di assistenza anziani. EVENTUALI CRITICITÀ Difficoltà a soddisfare la forte domanda di assistenza e quindi di sostituire persone debitamente formate per l’assistenza anziani a quanti operano lavorando “in nero”. PRODOTTI FINALI - Volantini e locandine per la pubblicizzazione del bando del corso e dell’erogazione dei buoni, formazione del personale e erogazione dei buoni alle famiglie. CONTATTI Dott.ssa Edy Bolognesi - Coordinatore progetto Tempo Telefono: 055/2625719 - 055/2625847 Fax: 055/2625849 e-mail: [email protected] 66 67 SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA Progetto anziani Al termine degli incontri verrà rilasciato un attestato di partecipazione. La Banca Dati delle assistenti domiciliari sarà utilizzata dal Cpi per effettuare il matching assistente/famiglia. Lo Sportello Solidea raccoglie inoltre le richieste delle famiglie alla ricerca di un’assistente, successivamente, le famiglie saranno inviate al Cpi che effettuerà il matching domanda/offerta. Il partner gestore si occupa dell’attività di accompagnamento in relazione all’inserimento delle lavoratrici nei contesti familiari, tramite colloqui individuali con le famiglie e con le assistenti domiciliari, che permetteranno di monitorare gli esiti dell’attività realizzata. CONTATTI Francesca Cruciani, Lorenza Cipriani Telefono: 075/577-3843/3793 Fax: 075/5773913 e-mail: [email protected] website: www.comune.perugia.it SOSTENIBILITÀ SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA Nonostante la sperimentazione abbia reso evidente la necessità di ritarare il modello per permetterne una più ampia fruibilità da parte delle famiglie, la sostenibilità appare forte perché il servizio che integra l’azione attribuita a Comuni e Province per accompagnare le assistenti familiari e le famiglie nell’avvio e per tutta la durata del rapporto di lavoro, è stato pensato e programmato in linea con quella che era una proposta di legge per regolare l’assistenza domiciliare e che nel frattempo è diventata Legge Regionale 3 ottobre 2007, n. 28 «Interventi per il sostegno e la qualificazione dell’attività di assistenza familiare domiciliare.» (BUR Umbria n.44 del 10/10/07). INNOVATIVITÀ Il servizio integra i servizi presenti nel territorio favorendo la regolarizzazione dei rapporti di lavoro in questo ambito, supportando i Centri per l’Impiego nell’incrocio della domanda con l’offerta e offrendo un vero e proprio accompagnamento all’inserimento in famiglia. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ La trasferibilità in altri contesti appare molto legata alla normativa di riferimento, se questa è in linea con la LR umbra, sicuramente esistono altissimi elementi di riproducibilità nella sperimentazione realizzata. EVENTUALI CRITICITÀ Criticità legate alla complessa natura del servizio: la difficoltà principale è rappresentata dalla scarsa domanda delle famiglie, troppo abituate a rivolgersi a canali diversi (spesso sommersi) per la ricerca dell’assistente familiare. PRODOTTI FINALI - Brochure di diffusione, promozione e pubblicità. 68 69 AREA GEOGRAFICA Emilia Romagna PROPONENTE Cesvip Emilia Romagna soc. coop. soc. DESCRIZIONE Si tratta di farsi carico di un’esigenza di cura verso bambini, anziani o persone non autosufficienti dipendenti dai lavoratori della cooperativa, per risolvere l’esigenza dei quali viene attivato il corrispondente servizio sul territorio. Il processo di erogazione dei voucher si sviluppa attraverso bandi all’interno delle cooperative stesse volti ad individuare i beneficiari, dove vengono esplicitati tempi, modalità e anche criteri e priorità di selezione. Contestualmente attraverso bandi per la selezione di imprese fornitrici dei servizi sui territori, sono stati individuati i potenziali fornitori. Successivamente sono stati realizzati colloqui individuali con i richiedenti, por poi realizzare l’incrocio tra domanda e offerta del servizio ed iniziare ad erogarlo. A monte del processo sono state realizzate analisi organizzative all’interno delle imprese volte a far emergere il bisogno di conciliazione attraverso interviste e focus group con i dirigenti, generalmente Responsabile del personale o Presidente e successivamente attraverso somministrazione di questionari a tutti i dipendenti e conseguente analisi dei risultati. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ Le singole misure possono essere, in linea teorica e tecnicamente tutte altamente trasferibili ad altri contesti proprio perché sperimentate su imprese di varie dimensioni e settori. L’aspetto però discriminante ai fini della trasferibilità è il fattore culturale e il livello di sensibilizzazione dell’azienda stessa. In particolare si è rilevata una maggior facilità ad implementare misure di questo tipo presso imprese del settore terziario, meno vincolate a tempi di lavoro e ritmi dettati dalla produzione. Inoltre le aziende cooperative presentano, proprio per fattori storici, culturali ed economici, una maggiore attenzione verso questi temi. Il fine ultimo ed esclusivo non è la realizzazione di un profitto, ma altri valori tra i quali il benessere dei soci dei lavoratori e una maggiore attenzione al sociale. Attraverso le sperimentazioni realizzate si è cercato comunque di favorire la massima trasferibilità e diffusione cercando di evidenziare sostanzialmente due aspetti essenziali di queste misure: l’impatto all’interno dell’organizzazione e quindi il bilancio costi/benefici a favore dei secondi e la sostenibilità delle stesse anche in fasi successive al termine del progetto stesso. Alcune imprese hanno infatti convenuto che a fronte talvolta anche di costi contenuti e limitati esborsi di denaro, l’impatto in termini organizzativi o di soddisfazione del personale e soprattutto in termini di cambiamento culturale può essere notevole. EVENTUALI CRITICITÀ Scarsa consapevolezza, paura di aumentare i costi aziendali, paura di incrementare le aspettative di dipendenti, paura di non riuscire a mantenere tali misure nel lungo periodo. SOSTENIBILITÀ Il grado di sostenibilità è alto tanto che alcune aziende stanno pensando di continuare ad erogare il sevizio a proprie spese e di proporlo come benefit ai propri dipendenti, dato che dalla sperimentazione è emerso che i costi “monetari” a carico dell’azienda sono minimi mentre i benefici in termini di soddisfazione del personale sono molto alti, tanto che si può iniziare a parlare di costi della non conciliazione ribaltando così l’assunto iniziale che parla dei costi della conciliazione. INNOVATIVITÀ PRODOTTI FINALI - Report. CONTATTI CESVIP Emilia Romagna Società Cooperativa Sociale Sede legale Stradone Farnese, 3 - 29100 Piacenza Referenti: Barbara Belzini - [email protected] Francesca Malagoli - [email protected] L’innovatività è data dal coinvolgimento dell’azienda che si fa carico del servizio offerto dal punto di vista organizzativo. C’è, ed è fondamentale, un riconoscimento del bisogno di conciliazione da parte dell’azienda verso il proprio addetto. 70 71 SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA Erogazione dei voucher di cura e servizi di assistenza bambini e anziani non autosufficienti Comparazione e sostenibilità dei servizi di cura a supporto della famiglia COMPARAZIONE E SOSTENIBILITÀ DEI SERVIZI DI CURA A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA La cordata Territori Concilianti ha promosso la messa a confronto dei modelli sperimentati in Azione 2, tutti riconducibili alla tematica della conciliazione dei tempi di vita, tra le quali rientra la macrovoce dei Servizi di cura a supporto della famiglia, inquadrati perfettamente nel Tema di approfondimento previsto per l’Azione 3 scelto dalla nostra cordata, ovvero i servizi integrati family-friendly, consistenti in: “Creare e consolidare servizi integrati family-friendly e sperimentare interventi di flessibilità che incidano sulla conciliazione dei tempi di vita, di lavoro, di cura e delle città, anche favorendo il comportamento responsabile delle imprese”. Il risultato generale atteso dal progetto è stato quello di soddisfare o indurre la domanda di nuovi modelli e strategie politiche ed operative per la conciliazione, a livello locale e nazionale, quali strumenti per la promozione delle pari opportunità sul lavoro e la rimozione delle barriere segregative che di fatto impediscono una efficace partecipazione al mondo del lavoro dei soggetti, uomini e donne, gravati da carichi di cura familiare. Il gruppo n.2 ha cercato di mettere a confronto i servizi di cura sperimentati dai Progetti della cordata, per individuare un modello “teorico” di buone prassi nel campo. Elementi comuni I servizi offerti dalle partnership guidate dai Comuni di Firenze, Perugia e Navelli (AQ), sono servizi essenziali di sostegno alla famiglia, intesa in senso allargato, rivolgendosi di volta in volta a favore di anziani, bambini, persone diversamente abili: appare evidente il filo conduttore dei progetti: l’attenzione verso i soggetti più deboli che sono presenti nelle famiglie. In questo quadro si inseriscono anche i servizi offerti dal Cesvip che vengono incontro alle esigenze conciliative dei dipendenti. Si è trattato in tutti i casi di un’offerta di servizi altamente qualificati, che hanno riscosso un notevole successo in quanto integrati ai servizi di welfare locale già esistenti, apportando quel “qualcosa” in più soprattutto in termini di promozione dell’integrazione sociale dei soggetti beneficiari. Da un altro punto di vista, questa tipologia di servizi ha reso necessaria un’organizzazione strutturata che ha portato nuove opportunità di lavoro, rivolte essenzialmente a donne; inoltre ha contribuito a far emergere dal lavoro nero le figure di baby-sitter e badanti. Fattori di successo Tutti i servizi programmati sono stati avviati con un notevole successo, grazie alla loro innovatività nella risposta a bisogni esistenti e concreti delle famiglie. Uno dei principali fattori di successo è risultato il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, direttamente o indirettamente, da tali servizi: gli utenti, gli operatori, le famiglie, gli enti coinvolti. Raramente un’attività sperimentale può vantare il raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati, cosa che invece è stata sottolineata da tutti gli enti promotori. 74 Criticità Tra le criticità intese come “difficoltà di intervento” nei singoli progetti, si è osservata in taluni casi la scarsa predisposizione iniziale delle famiglie ad “affidarsi” completamente a tali servizi, contrapposta ad altri in cui la domanda di servizi è stata di molto superiore ai servizi previsti dai progetti. Più difficili da affrontare le criticità intese come difficoltà oggettive dei servizi, quasi tutti caratterizzati infatti da costi elevati, gravanti quasi esclusivamente su fondi pubblici provenienti da progettazioni a breve termine, tra le quali Equal ha creato sicuramente un sostegno senza paragoni, ma che lascia molti dubbi sul futuro. Ovviamente, per i servizi sperimentati dal CESVIP, le aziende hanno evidenziato maggiori criticità, dovute alla scarsa consapevolezza unita alle paure di aumentare costi aziendali, di incrementare aspettative dei dipendenti e soprattutto di non riuscire a mantenere tali misure nel lungo periodo. In realtà, nel corso della sperimentazione è emerso invece che i costi “monetari” a carico dell’azienda sono minimi rispetto ai benefici in termini di soddisfazione del personale rispetto agli alti benefici in termine di soddisfazione del personale. Sostenibilità La perfetta trasferibilità dei modelli e riproducibilità nel tempo e nello spazio è assicurata dal fatto che i bisogni soddisfatti sono tutti reali, concreti, e presenti in ogni territorio e a tutti i livelli. Tutti i soggetti capofila (ed in particolare gli enti pubblici) si sono impegnati per la sostenibilità dei modelli sperimentati e per portare avanti le azioni innovative, cercando di coinvolgere altri attori locali pubblici e privati. Per quanto riguarda la sostenibilità dei singoli progetti possiamo evidenziare che: - il Centro di Collepietro è stato inserito nel Piano di Zona e continuerà ad essere “adottato” dal Comune di Navelli come modello per altre esperienze simili da diffondere sul territorio; - uno dei modelli di Perugia ed è stato inserito dalla Regione dell’Umbria nella Bozza di “Piano triennale del Sistema Integrato dei servizi socio-educativi per la 1a infanzia 2008-2011” attualmente in discussione nell’ambito dei tavoli della Conferenza Regionale dei Servizi per la 1a infanzia (organismo istituzionale misto composto da tutti gli stakeholders della regione); l’altro modello, anche se da ritarare è stato comunque pensato e programmato in linea con quella che era una proposta di legge per regolare l’assistenza domiciliare e che attualmente è diventata Legge Regionale 3 ottobre 2007, n.28 «Interventi per il sostegno e la qualificazione dell’attività di assistenza familiare domiciliare; - il Comune di Firenze intende portare avanti le azioni innovative cercando altri finanziamenti e mantenendo attiva la lista delle babysitter presso il Comune di Firenze; - alcune aziende stanno pensando a un’erogazione a proprie spese del servizio sperimentato dal Cesvip, da proporre come benefit ai propri dipendenti. 75 servizi di formazione, orientamento e supporto - Discriminazione, Conciliazione e Managing Diversity, Benevento Formazione e sperimentazione modello di integrazione socio-lavorativa, Bari Operatore servizio in rete di donne per le donne, Nuoro SERVIZI DI FORMAZIONE, ORIENTAMENTO E SUPPORTO ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO all’inserimento lavorativo INNOVATIVITÀ Benevento e provincia Per la provincia di Benevento, territorio in cui insiste il progetto “Il Giusto Tempo” si tratta, indubbiamente, di un’azione molto concreta ed innovativa nel senso di “nuova” ed efficace. PROPONENTE RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ AREA GEOGRAFICA Associazione Apeiron DESCRIZIONE Tra le proprie attività, la partneship “IL GIUSTO TEMPO”, ha contemplato un percorso di sensibilizzazione/formazione, rivolto a 10 manager aziendali, dal titolo “Discriminazione, conciliazione e managing diversity”. Le sei aziende coinvolte nella sperimentazione sono state selezionate tra il 20% del panel, costituito da tutte le aziende associate all’Unione degli Industriali di Benevento, che ha mostrato interesse a partecipare all’intervento. Il percorso è scaturito dalla consapevolezza che l’organizzazione del lavoro e la gestione delle risorse umane nelle imprese è uno degli ambiti principali di intervento, in quanto è determinante nel penalizzare o, al contrario, favorire l’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro, nel bloccare o agevolare le pari opportunità di carriera tra uomini e donne e, più in generale, nel danneggiare o promuovere il benessere psicofisico dell’individuo. L’intervento si è proposto di far riflettere i “capi” sulle differenze di genere, e non solo, e sperimentare nuovi strumenti di gestione delle risorse in grado di ottimizzare le capacità e le potenzialità di tutti, donne e uomini. Nel particolare, l’intervento, che avuto un durata di 65 ore, ha voluto: - sensibilizzare i manager coinvolti circa tutte le “componenti” aziendali sul tema delle pari opportunità e della conciliazione vita-lavoro; - creare presupposti teorico-pratici per valorizzare al meglio le risorse femminili e maschili, in una logica coerente con i valori aziendali; - consentire ai partecipanti di saper individuare e valutare la “differenza” come ricchezza personale e fattore di crescita negli stili e nelle prassi dell’organizzazione aziendale, ma anche come potenziali motivo di discriminazione e/o persecuzione. Infine, ciò che si è voluto mostrare è che la mancata valorizzazione delle differenze all’interno di un’organizzazione oltre a sollevare seri problemi etici è anche causa di inefficienza. Fermo restando che al momento riteniamo di non poter rispondere in maniera adeguata ed esaustiva a questi indicatori possiamo intanto anticipare che l’intera azione, così come è stata progettata ed erogata, si presta ad essere riprodotta in contesti che presentano criticità e problemi simili a quelli che l’hanno originata. Infatti, tutto l’intervento formativo, dagli obiettivi ai contenuti e alla metodologia, è “completamente” riproducibile senza apportare alcun aggiustamento. Rispetto alla trasferibilità in contesti diversi ci riserviamo di ritornarci a fine intervento. EVENTUALI CRITICITÀ Il coinvolgimento di aziende “interessate” ai temi trattati dal progetto ed il successivo reclutamento di manager disposti a partecipare al percorso di sensibilizzazione dai noi proposto hanno rappresentato una significativa criticità che ha segnato lo start up dell’iniziativa formativa. PRODOTTI FINALI - Progettazione esecutiva; - Report delle attività; - Materiale informativo/formativo. CONTATTI Ettore Malinconico - Presidente dell’associazione Apeiron Telefono: 081/8636223 Fax: 081/8500203 email: [email protected] SOSTENIBILITÀ La sostenibilità dipenderà da fattori esterni non ancora prevedibili in questa sede. 78 79 SERVIZI DI FORMAZIONE, ORIENTAMENTO E SUPPORTO ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO Discriminazione, conciliazione e managing diversity AREA GEOGRAFICA Bitonto e distretto produttivo Molfetta-Terlizzi (BA) PROPONENTE Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano - Bitonto - Onlus” PRODOTTI FINALI - Cooperativa Sociale L’Obiettivo; Comune di Bitonto; Consorzio Puglia Natura; Consorzio fra Cooperative Sociali ELPENDÙ. DESCRIZIONE Intervento volto a favorire la formazione ed inserimento lavorativo in prevalenza di donne disoccupate e in situazione di disagio psico-sociale finalizzato a: - qualificazione professionale nel settore agro-alimentare e florovivaistico; - creazione di competenze socio-relazionali per l’integrazione socio-lavorativa di soggetti deboli; - sperimentazione del modello imprenditoriale attraverso la costruzione di un “gruppo di lavoro integrato”, in grado di valorizzare competenze ed attitudini individuali e favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle donne e degli uomini. SOSTENIBILITÀ L’esperienza dovrebbe auto-sostenersi in futuro, poiché la PS sta verificando le condizioni per l’accesso e permanenza nel mercato delle/i beneficiarie/i. INNOVATIVITÀ Nell’ambito della fase di formazione e orientamento è stato favorito il coinvolgimento partecipato e consapevole delle/i beneficiarie/i alla individuazione dell’oggetto della futura attività produttiva, mediante la simulazione della redazione del piano di fattibilità con la guida di tecnici esperti. Si è inteso utilizzare l’intervento formativo per sperimentare la capacità all’auto-determinazione delle/ i beneficiarie/i attraverso la discussione, l’elaborazione ed il confronto tra obiettivi ipotizzati in sede di Progettazione esecutiva iniziale ed i risultati raggiungibili alla luce degli studi tecnici di settore e delle aspettative individuali e del gruppo di beneficiarie/i. 80 RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ Il modello di formazione e inserimento lavorativo attraverso la creazione di un “gruppo integrato” si ritiene sia trasferibile e riproducibile a condizione che si creino forti rapporti di collaborazione e sinergia tra sistema della formazione, imprenditoria profit e no profit, Servizi Pubblici Socio-Educativo-Sanitari. EVENTUALI CRITICITÀ individuazione “area didattica teorico-pratica”/modalità di superamento adottata: approfondimento ed ampliamento dell’analisi di settore produttivo individuazione del settore produttivo della fase di sperimentazione/modalità di superamento: approfondimento ed ampliamento dell’analisi di settore produttivo. PRODOTTI FINALI - Sito web per la promozione del percorso progettuale e dello start-up di impresa. CONTATTI Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano - Bitonto - Onlus” Piazza Aurelio Marena,34 - 70032 Bitonto (BA) Referente: Emanuele Abbatantuono Telefono: 080/3715025 Fax: 080/3757470 e-mail: [email protected] Cooperativa Sociale l’Obiettivo Onlus Via Giuseppe Papalia,16 - 70126 Bari Referente: Antonio Bressi - Filomena Colamussi Telefono e fax: 080/5586731 e-mail: [email protected] Comune di Bitonto Corso Vittorio Emanuele II, 41 - 70032 Bitonto (BA) Referente: Rosanna Perillo Telefono: 080/3716111 Fax: 080/3744558 81 SERVIZI DI FORMAZIONE, ORIENTAMENTO E SUPPORTO ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO Formazione e sperimentazione modello di integrazione socio-lavorativa Corso di formazione per operatore servizio in rete di donne per le donne AREA GEOGRAFICA Territorio IX Comunità Montana del Nuorese - Sardegna PROPONENTE IAL Sardegna (ATS Agricoltur@sostantivo femminile ) PRODOTTI FINALI - IX Comunità Montana del Nuorese; Camera di Commercio di Nuoro; CIOFS; Consorzio per gli Studi Universitari della Sardegna Centrale. DESCRIZIONE Formazione di beneficiarie per la creazione di uno Sportello in rete di donne per le donne; formazione orientata ad ampliare le competenze di tipo orientativo consulenziale, di management e di gestione. Implementazione di un percorso formativo le cui beneficiarie finali andranno a costituire le Nuove Risorse Umane, “a servizio” delle giovani future imprenditrici, o di imprenditrici già presenti sul territorio, che direttamente o meno potranno giocare un ruolo fondamentale nella sistematizzazione del modello, nella sua trasferibilità e, quindi, nel miglioramento complessivo del sistema. EVENTUALI CRITICITÀ Essendo uno strumento formativo legato alla creazione di attività impropria a sua volta, è necessaria un accurata selezione delle partecipanti poiché le beneficiarie di un percorso formativo del genere dovrebbero essere motivate ad intraprendere tale attività, richiedendo delle capacità e attitudini molto personali e innate legate ad aspirazioni e convinzioni personali. PRODOTTI FINALI - Progetto formativo; - report di valutazione; - creazione di un servizio e allestimento di una piattaforma web. CONTATTI IAL Sardegna Sede legale: V. Milano, 76 - 09126 Cagliari Sede Operativa: V.le Resistenza, 39 - 08100 Nuoro Referente: Lina Boe [email protected] Creazione di un profilo professionale di orientamento per una job/enterprise creation orientata al genere e non segregante. L’innovatività sta nella capacità degli operatori di interpretare il servizio con una nuova professionalità. Il percorso formativo è innovativo poiché è specifico e mirato alla creazione di uno sportello che non esiste nel territorio regionale. RIPRODUCIBILITÀ/TRASFERIBILITÀ Essendo un percorso formativo rivolto a giovani donne laureate può essere proposto per ampliare le competenze di donne che si occupano di consulenza, informazione e accompagnamento alle imprese secondo un’ottica di genere. La trasferibilità del percorso è possibile grazie all’approccio metodologico basato sul criterio della interdisciplinarità e della esperienza sul campo. 82 83 SERVIZI DI FORMAZIONE, ORIENTAMENTO E SUPPORTO ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO INNOVATIVITÀ Comparazione e sostenibilità dei servizi di formazione, orientamento e supporto all’inserimento lavorativo COMPARAZIONE E SOSTENIBILITÀ SERVIZI DI FORMAZIONE, ORIENTAMENTO E SUPPORTO ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO Le esperienze sviluppate hanno comunemente riconosciuto come prioritaria l’esigenza di progettare e sperimentare strategie formative quali azioni/strumenti per la promozione della cultura delle pari opportunità sul lavoro e nel tessuto sociale. Le sperimentazioni sono inserite all’interno della direttrice tracciata dal Programma di Iniziativa Comunitaria Equal, in riferimento all’individuazione di soluzioni relative alla problematica delle disuguaglianze nel mercato del lavoro tra donne e uomini e più precisamente in riferimento alla tematica della segregazione occupazione e della conciliazione vita/lavoro. Sebbene in risposta a differenti specificità territoriali, le esperienze hanno individuato interventi assimilabili, volti alla rimozione e all’abbattimento delle barriere, che impediscono un’efficace partecipazione delle donne nel mondo del lavoro ed una piena affermazione della risorsa “donne” nei contesti lavorativi e nel sistema produttivo. Nella sostanza le esperienze si sono concretizzate quali “azioni propedeutiche”, preliminari e/o preparatorie al più articolato iter progettuale, in taluni casi “strategiche” in riferimento all’opportunità di modulazione o riformulazione dei successivi step del Piano di Lavoro dell’Azione 2. I campi di azione individuati hanno sperimentato modelli formativi in grado di coniugare informazione, formazione e sensibilizzazione a due livelli: - individuale (beneficiari diretti); - sistemico (beneficiari indiretti, sistema formativo, contesto lavorativo). Nello specifico i percorsi formativi progettati sono stati orientati alla: - sensibilizzazione sulle tematiche delle pari opportunità e della conciliazione tempi vita/lavoro; - orientamento, qualificazione professionale e sostegno all’occupabilità femminile; - accesso al mercato del lavoro e creazione di occupazione per soggetti deboli. In tal senso, si rileva un buon grado di pertinenza delle risposte fornite dalle sperimentazioni alla risoluzione della problematica riferita al tema della segregazione orizzontale e verticale. Le esperienze SAR-012 e PUG-080 forniscono risposte alla richiesta di miglioramento delle condizioni di accesso al mercato del lavoro per le donne, mediante azioni di promozione dell’auto-imprenditorialità femminile e di orientamento all’auto-impiego, sostenendo la creazione di occupazione aggiuntiva in nicchie di mercato legate alla valorizzazione della vocazione del territorio. 86 L’esperienza CAM-106 fornisce risposta alla problematica della segregazione orizzontale e verticale, mediante un esperimento di “in-formazione” rivolto prioritariamente ai vertici della gerarchia professionale del privato, che rivestono un ruolo strategico per l’accesso e l’avanzamento della componente femminile nei sistemi produttivi. L’esperienza SAR-012 interviene nell’ambito del sistema formativo mediante la creazione di un profilo professionale con funzioni di “servizio” alla nuova imprenditorialità femminile. Infine, l’esperienza PUG-080 ha individuato un percorso di formazione/inserimento lavorativo improntato alla valorizzazione del concetto di pari opportunità, non solo come passaggio all’ottica gender-centred, intesa come differenza di genere donna/uomo, ma anche come pari opportunità tra donne discriminate per genere e donne doppiamente discriminate (genere / disagio psico-sociale). Elementi comuni Sebbene sul territorio nazionale sia percentualmente rilevabile un aumento del tasso di partecipazione delle donne al sistema produttivo e nonostante il processo di femminilizzazione del mercato del lavoro, tutte le esperienze hanno riconosciuto la necessità di agire ancora fortemente sugli aspetti culturali, che attuano prioritariamente la segregazione occupazionale, compresa l’inoccupazione involontaria, che di fatto si traduce in esclusione dal mercato del lavoro o in propensione al processo di auto-segregazione da parte delle stesse donne. Pertanto, tutte le esperienze hanno ritenuto strategico l’investimento sul versante culturale e motivazionale, focalizzando l’attenzione sulla rimozione degli ostacoli esogeni ed endogeni di natura: - socio-culturale (abbattimento degli stereotipi e pregiudizi, valorizzazione delle “differenze”, debole motivazione all’auto-imprenditorialità); - organizzativa (problemi legati al doppio ruolo che la donna riveste in ambito familiare e professionale, difficoltà di accesso ad interventi di formazione ed inserimento lavorativo, mancanza di adeguate forme di tutoring); - psicologica (scarsa ambizione, basso livello di autostima, comunicazione inadeguata). All’interno di tutti i percorsi di informazione/formazione e di qualificazione professionale è stata privilegiata l’applicazione di misure “ad hoc” di sostegno, motivazione e orientamento finalizzate all’auto-valutazione, all’empowerment personale e all’auto-imprenditorialità. Tutte le esperienze hanno sperimentato modelli formativi finalizzati a coniugare in specifiche “aree didattiche” competenze 87 tecniche professionali con competenze relazionali, di genere e socio-relazionali (comunicazione, relazionalità, gestione del conflitto, managerialità, capacità organizzative, gestione delle risorse umane nell’ottica di genere). Fattori di successo Tutte le esperienze hanno risposto alle specificità, opportunità ed esigenze territoriali e hanno rivelato una buona contestualizzazione. Tutte le esperienze hanno registrato un buon livello di coinvolgimento degli operatori ed attori locali, attivando territorialmente un “lavoro di rete”: conferma del fatto che per incidere sui cambiamenti culturali è fondamentale un’efficace azione di mainstreaming orizzontale e verticale. Criticità - le limitazioni poste dalle Autorità di Gestione al riconoscimento di nuovi profili professionali in alcune esperienze hanno limitato l’opportunità di valorizzare la strategia EQUAL quale efficace “laboratorio” di sperimentazioni innovative nell’ambito del sistema formativo; - il coinvolgimento delle aziende target “interessate” alle azioni di “in-formazione”; - lo sviluppo autonomo e continuativo dei risultati raggiunti dalle sperimentazioni, subordinati alla sostenibilità economica delle azioni formative a forte valenza sperimentale spesso demandate ad interventi finanziati con risorse pubbliche; - la sostenibilità economica nello sviluppo e perseguimento dei meta obiettivi delle esperienze formative finalizzate al miglioramento e/o sviluppo di nuova occupazione orientata dalla politica di genere. Risultati/impatti Le esperienze offrono un contributo sperimentale al miglioramento della qualità, dell’articolazione e dell’integrazione dell’offerta di orientamento e di formazione, innovando tali “servizi” e rendendoli strategici per l’occupabilità delle donne. Inoltre, le sperimentazioni testate permettono di delineare un “prototipo” di intervento formativo orientato all’approccio di genere, funzionale alla implementazione di un “modello” integrato di informazione/formazione/ orientamento. 88 89 Proposta di un modello di governance ideale Proposta di un modello di governance ideale Il confronto delle esperienze maturate tra le partnership coinvolte nella cordata “Territori Concilianti”, attraverso l’analisi critica sia degli elementi di successo che di quelli di debolezza, ha permesso di far emergere un modello di governance che si può definire “ideale”, in quanto capace di massimizzare i punti di forza del processo e ridurne le criticità. Il primo elemento indispensabile individuato è sicuramente la necessità che il processo per la costruzione della rete sia promosso contestualmente dall’alto e dal basso, attivando un processo circolare continuo. Se da un lato è, infatti, fondamentale che ci sia a monte una legittimazione politica che coinvolga tutte le parti istituzionali e sociali interessate, dall’altro tale processo dovrebbe essere condiviso e rispondente a ben definite esigenze degli attori interessati. In tale contesto, è necessario attivare un processo di ascolto territoriale e coprogettazione “partecipata”, rispettosa delle istanze e dei fabbisogni espressi dalla comunità locale. Concertazione/negoziazione 92 Non può esserci avvio “sostenibile” senza una chiara volontà politica. Il tema della conciliazione purtroppo non è ancora riconosciuto come strategico, ed è diffusa la percezione erronea che sia una questione solo femminile. Per motivare tutti alla partecipazione e all’attivazione è necessario che l’invito sia sollecitato dagli Assessorati coinvolti: le esperienze di maggior successo in questo senso sono quelle che hanno visto l’intervento di più assessorati oltre quello alle PO come le politiche del lavoro, attività produttive, mobilità e trasporti, le politiche di coesione sociale, ecc. Successivamente, si è visto che un’articolazione flessibile delle attività ha facilitato l’individuazione e la valorizzazione delle opportunità che si sono presentate. Per esempio, se in fase progettuale erano stati programmati molti incontri in plenaria dei tavoli di concertazione, dal punto di vista operativo si è notata la difficoltà a mantenere alta l’attenzione di tutti gli attori, per cui nel corso delle attività si è preferito mantenere gli incontri in plenaria solo per i momenti di strategia politica e di validazione istituzionale (quali, ad esempio, la sottoscrizione dei protocolli d’intesa), attivando invece una serie di incontri ristretti, solo con gli attori di volta in volta strettamente coinvolti in quelle specifiche attività. Volontà politica Piani di azione locali per la conciliazione È necessario inoltre che la rete sia articolata almeno su tre livelli: 1° livello: gruppo pubblico inter-assessorile e organismi privati in qualità di promotori; 2° livello: rete corta per la gestione degli interventi e l’ascolto continuo finalizzato alla concertazione/negoziazione; 3° livello: rete lunga, nazionale ed europea, di confronto con differenti realtà, e che sia mista, coinvolga cioè enti locali e organismi privati. Per la costruzione della rete è opportuno articolare gli strumenti utilizzati in funzione della fase del processo. Ascolto territorio Coinvolgimento attori locali Si è dimostrata vincente anche la scelta di operare attraverso un organismo stabile, articolato a sua volta in rete con più punti sul territorio, di cui l’esempio migliore sono l’Agenzia di Conciliazione Provinciale e la rete degli sportelli locali nelle aree di sperimentazione, che hanno avvicinato i luoghi di elaborazione delle proposte con il luoghi delle decisioni a livello locale. Questo ha garantito il passaggio dalla fase esclusivamente politica e di affermazione della condivisione degli intenti, alla fase operativa della decisione e della attuazione di quanto necessario alla realizzazione delle decisioni. La sperimentazione sul campo ha inoltre evidenziato quanto sia importante che le reti costruite siano dinamiche, e quindi gestite in maniera flessibile e variabile. Nell’esperienza della Provincia di Pisa, ad esempio, una modifica normativa 93 relativa alla Legge 53/2000 ha aperto alle Aziende Sanitarie la partecipazione ai progetti: ciò ha comportato la possibilità di allargare in itinere il protocollo alle stesse ASL, inizialmente escluse dalla rete. Gli obiettivi raggiungibili attraverso tale modello di governance sono molteplici e possono essere sintetizzati nei punti qui elencati: - approfondire proposte operative efficaci in tema di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro relativamente ai seguenti ambiti di intervento: -attivazione di modalità operative che coinvolgano in modo trasversale soggetti pubblici e privati al fine di promuovere politiche di conciliazione, particolarmente attente alle esigenze dei singoli territori; -accordi di programma, o intese territoriali, o protocolli d’intesa sul tema della conciliazione - anche con riferimento alla promozione di azioni ex art.9 Legge 53/00 e ex art.2 L.125/91 - e connesse alla individuazione di opportunità di finanziamento e di contributi volti a supportare politiche locali di conciliazione; -iniziative di promozione nei confronti delle parti sociali (a livello locale) tese a sollecitare, nell’ambito della contrattazione collettiva di secondo livello, azioni e strumenti innovativi a favore della conciliazione; -riconoscimento e valorizzazione delle pratiche di responsabilità sociale d’impresa rispetto alle politiche di conciliazione; -elaborazione e diffusione di linee guida di riferimento per sviluppare azioni di sostegno al sistema dei servizi offerti dal pubblico e dal privato all’interno di reti territoriali per la conciliazione; -elaborazione di piani di fattibilità per l’introduzione di nuovi servizi e modelli per la conciliazione all’interno di sistemi imprenditoriali e territoriali; -sperimentazione di percorsi di aggiornamento sulle tematiche della conciliazione per consulenti e operatori; -valutazione della possibilità e della fattibilità dell’adozione di modelli di conciliazione utilizzati in altri contesti, nazionali ed europei. - Diffondere a livello locale, nelle sedi di concertazione, i contenuti del modello di piattaforma al fine di coinvolgere le parti sociali. Le esperienze maturate in Azione 2 ci portano a sottolineare alcuni esempi di risultati raggiungibili e attività realizzabili concretamente, quali: - accordi di programma, intese territoriali, protocolli di intesa sul tema della conciliazione; - seminari informativi per le associazioni di categoria e le RSU; - creazione di un sistema di “certificazione sulla conciliazione” per valorizzare le imprese virtuose; - istituzione di una commissione tecnica che possa monitorare il processo di certificazione; 94 - sperimentazione e diffusione della cultura del bilancio di genere; - creazione di tavoli interassessorili; - istituzione di sportelli di promozione e consulenza Legge 53/2000; - definizione e sottoscrizione di Piani di Azione Locale per la Conciliazione - PALC; - realizzazione, all’interno dei luoghi di lavoro, di azioni di flessibilizzazione e di rimodulazione degli orari affinché siano in armonia con le esigenze familiari; - rafforzamento di una cultura di genere che da un lato favorisca la doppia presenza della donna sul lavoro e in famiglia, dall’altro renda gli uomini maggiormente inclini alla condivisione delle responsabilità familiari; - monitoraggio dei servizi alla persona e alla famiglia presenti sul territorio, sia come osservatorio, per dare informazioni alla cittadinanza, che per verificare il bisogno e l’effettiva praticabilità di nuovi servizi a sostegno della conciliazione. Il modello di governance che proponiamo favorisce anche il raggiungimento di obiettivi trasversali, sia sul piano della coesione sociale che in termini di sussidiarietà, in quanto prova a mettere a sistema vari interventi che solitamente vengono portati avanti da diversi attori locali, sia pubblici che privati (assessorati, imprese, associazioni, organismi sindacali e datoriali, ecc.), evitando inutili duplicazioni, integrando risorse scarse se considerate singolarmente, e dunque massimizzandone gli effetti, grazie a interventi significativi. È quindi fondamentale l’effetto moltiplicatore che si riesce ad attivare, che garantisce un notevole risparmio di risorse. È auspicabile l’utilizzo di strumenti di valutazione e monitoraggio che definiscano degli indicatori specifici e misurabili per la rilevazione dei risultati sia rispetto agli obiettivi specifici delle azioni che agli obiettivi trasversali di coesione sociale e sussidiarietà. In particolare, alcuni degli strumenti sperimentati con successo dalle singole partnership per la realizzazione della rete sono stati: - modello di piattaforma d’intesa per la promozione di politiche integrate per la conciliazione vita/lavoro; - Forum Territoriali, rete di attori locali, istituzionali e non, in territori che hanno già sperimentato azioni di concertazione negoziata e/o progettazione condivisa (Agenzie di sviluppo, Patti territoriali Piani di zona sociali, ecc.) con cui effettuare incontri collettivi, individuali, tematici, per l’individuazione delle esigenze locali attraverso l’ascolto dal basso, finalizzata alla promozione di PALC sostenibili; - Protocolli di Conciliazione tra l’Ente promotore a livello locale e singoli stakeholders, per la definizione di impegni specifici, nell’ambito della propria sfera di azione. Ad esempio, con l’azienda locale di trasporti, per linee aggiuntive di trasporto; oppure con associazioni di categoria di commercianti, 95 per pattuire orari flessibili di apertura esercizi commerciali o turnazioni a favore della conciliazione per la cittadinanza; Piani di Azione Locali per la Conciliazione, documento di programmazione di attività integrate e condivise anche tra più assessorati nel quale si definiscono condizioni, obiettivi, modalità e risorse finanziarie con cui si possono sviluppare le relative politiche i PALC fanno riferimento, per le singole azioni proposte, anche ai protocolli stipulati per facilitare la realizzazione delle varie azioni; riunioni periodiche del Tavolo di Concertazione (una ogni due/tre mesi circa) e riunioni del Gruppo Operativo (fissate in base alle necessità che si sono profilate durante le riunioni del Tavolo); campagne di comunicazione, una forte campagna di comunicazione istituzionale è requisito fondamentale per il successo del modello. Si riporta come buona prassi, in tal senso, la campagna “Tutto il tempo che vuoi” ideata dalla Provincia di Napoli, per sensibilizzare e diffondere sul territorio una cultura della conciliazione. La campagna utilizza strumenti tradizionali (spot radio-televisivi, cartellonistica, ecc.) e innovativi (infopoint mobili, videoclip, ecc.), focalizzati sul tempo. Il tempo come risorsa “scarsa” ma contemporaneamente “ricchezza” se pensato e agito secondo una redistribuzione dei ruoli di genere. Per quanto riguarda il progetto coordinato dal Comune di Perugia, la rete è stata fondamentale per attivare un’efficace campagna di sensibilizzazione sui congedi parentali e più in generale sulla conoscenza della L.53/2000 diretta a tutte le famiglie residenti nel comune con bambini da 0 a 10 anni. Sulla base dell’esperienza realizzata, per questa tipologia di interventi, appare fondamentale e indispensabile il coinvolgimento di sindacati, di uffici al pubblico, di sportelli o comunque di attori in grado di rispondere a richieste di informazioni più dettagliate e approfondite da parte di cittadini e cittadine che, stimolati dalla campagna di sensibilizzazione, richiedano indicazioni specifiche. Motivo ulteriore per lavorare sin dalla fase di pianificazione in networking con gli stakeholders operanti nel territorio. Le esperienze fatte confermano quindi la necessità, come già detto, di attivare un processo circolare che tenga conto dell’ascolto delle istanze dei cittadini e degli operatori, negoziando con i partner istituzionali e privati soluzioni e risorse compatibili per tutti, ridefinendo così le strategie in un’ottica di sostenibilità e, dunque, di miglioramento socio-economico. Esempio indicativo è il Centro Diurno per disabili ed anziani del Comune di Navelli (AQ) nato con il progetto “Universo Donna”, il cui è successo ha attirato l’interesse dell’ente sovraordinato, la Comunità Montana, che si è poi assunta l’onere del mantenimento successivo al termine del finanziamento Equal. 96 Nel modello proposto sono individuabili varie tipologie di destinatari: - i beneficiari diretti: gli attori stessi delle costituende reti, amministratori, organismi datoriali e sindacali, imprese, associazioni, firmatari dei Protocolli, lavoratori associati ai firmatari, che vengono accompagnati nel processo di costruzione della rete. Si può affermare che le esperienze fatte sono servite a far maturare nei territori di sperimentazione modalità di lavoro in rete, anche se c’é ancora un grande bisogno di azioni di accompagnamento in tal senso; - i beneficiari indiretti: le organizzazioni, i lavoratori e le lavoratrici, la cittadinanza in quanto utenti finali del sistema di conciliazione posto in essere nel territorio. Il modello risulta facilmente sostenibile, ma solo a patto di un reale coinvolgimento di attori sia pubblici che privati, che mettono insieme le proprie risorse in termini di strutture e competenze, e se gli utenti partecipano alla spesa per la fruizione dei servizi. Il sistema di governance proposto è inoltre riproducibile, nella misura in cui esso scaturisca da un processo di attivazione che parta anche dal basso, garantendone l’adattabilità al contesto in cui viene riproposto. Non mancano tuttavia possibili criticità. In primo luogo, c’è purtroppo ancora una scarsa sensibilità (e quindi scarsa partecipazione) da parte dei soggetti privati. Il rischio maggiore è che la piattaforma sia teoricamente valida, ma esista solo sulla carta, ovvero non si riesca a farne un veicolo di attrazione per le associazioni datoriali e i sindacati, soggetti fondamentali per una buona riuscita della rete a supporto della conciliazione a livello locale, soprattutto laddove i processi di conciliazione territoriali abbiano una forte connessione con il sistema produttivo (ad esempio nel caso di EMI-031 la relazione con le associazioni datoriali è stato elemento vincente nella promozione delle sperimentazioni). È fondamentale, quindi, riuscire a stipulare accordi “impegnativi” per tutti gli attori coinvolti, indicando chiaramente chi fa cosa, con quali fondi, entro quanto tempo. Ovviamente, è necessaria la volontà dei decisori, a tutti i livelli, perché tutto poi venga effettivamente realizzato. Risulta dunque fondamentale una forte attivazione a livello locale, ma è necessaria anche una maggiore fluidità delle politiche a livello centrale. Da molti di noi è stato sottolineato come il passaggio di competenze in tema di conciliazione dal Ministero del Lavoro al Dipartimento delle Politiche per la Famiglia abbia contribuito a creare elementi di criticità, sia a causa dell’allungamento dei tempi di valutazione dei progetti ex art. 9, che per l’estrema severità con la quale sono state valutate le domande di finanziamento. A livello locale, per rafforzare, sostenere e mantenere vivo il processo è essenziale l’accompagnamento costante agli attori della rete per tutti i passi di sviluppo. Non basta la definizione iniziale di una volontà comune, ma bisogna sollecitare continuamente i referenti della rete a compiere i passi necessari per la messa in 97 pratica degli intenti da loro dichiarati, calandosi nella loro modalità operativa, suggerendo e accompagnando tutti i passaggi. Questo rende fondamentale la creazione di una struttura, che può essere individuata in un’Agenzia operante in maniera stabile, preferibilmente con una rete di sportelli dislocati nel territorio, sia in fase di creazione che successivamente per il mantenimento della rete. L’ascolto e il coinvolgimento diretto della cittadinanza attraverso iniziative di sensibilizzazione e comunicazione istituzionale rivolte ai lavoratori e alle lavoratrici deve essere continuo, in modo da garantire la rispondenza delle soluzioni individuate ai bisogni reali della cittadinanza. L’analisi territoriale partecipata e l’uso di strumenti e metodologie innovative di design dei servizi si sono rilevate di grande aiuto nelle nostre esperienze per facilitare la partecipazione di tutti. Si è sperimentato sul campo che purtroppo è ancora prematuro immaginare di promuovere la conciliazione tout court, e anche se si rileva un forte bisogno di servizi diretti alla cittadinanza e alle organizzazioni per la conciliazione, è ancora necessario lavorare alla diffusione del tema per favorire l’emersione del bisogno esplicito. È necessario condividere l’idea che la conciliazione non è ”una questione privata” delle donne, ma riguarda la qualità della vita e il benessere di uomini, donne e organizzazioni. Se si considerano gli effetti rilevati sui beneficiari, relativamente al loro grado di coinvolgimento ed empowerment, si può senz’altro affermare che è aumentato il livello di comunicazione e cooperazione tra gli amministratori, anche se è stato molto faticoso in fase iniziale far comprendere la logica della rete e far attivare realmente i beneficiari diretti. È stato inoltre difficile mantenere alto il livello di attenzione sul tema affrontato e sulle attività proposte, anche se la maggiore integrazione e lo scambio di esperienze tra gli attori a livello locale ha comunque favorito l’individuazione degli obiettivi prioritari. Per quanto riguarda le aziende, la maggiore capacità di accedere all’informazione e soprattutto l’offerta di specifici servizi consulenziali e di assistenza tecnica rispetto alle opportunità di finanziamento offerte dagli strumenti normativi a supporto della conciliazione ha costituito la primaria fonte di interesse alla partecipazione. È migliorata, infine, la capacità di individuazione dei fattori di criticità per quanto riguarda, ad esempio, l’offerta dei servizi per la conciliazione presenti sul territorio e conseguentemente è stato avviato un confronto su come dare risposta ad alcune esigenze della cittadinanza non ancora pienamente soddisfatte (es. flessibilità di orari dei servizi all’infanzia). Le nostre proposte sono: - adesione alla “Rete nazionale del gender budgeting”, allo scopo di far emergere la non neutralità delle scelte politiche per iniziare a lavorare ad una più equa distribuzione delle risorse economiche in funzione dell’obiettivo dell’eguaglianza di genere; - promozione di leggi regionali per la conciliazione; - azione sul lessico; il termine “conciliazione” è stato spesso oggetto di confusione, ad esempio, con la conciliazione delle dispute in sede civile presso le Camere di Commercio; - promozione di azioni di vigilanza sulla comunicazione istituzionale, in cui a volte si confermano involontariamente gli stereotipi legati al genere. Ad esempio, nello stesso bando Equal, si sottolinea la contraddizione insita nel promuovere contemporaneamente iniziative sulla conciliazione e sulla maggiore partecipazione delle donne al Mercato del Lavoro: molti progetti sulla conciliazione, nel mettere insieme i due obiettivi, hanno proposto azioni di formazione a donne nel settore dei servizi di cura, che rimane, così, attributo femminile; - destinazione di maggiori risorse agli enti locali e ai soggetti privati che promuovono iniziative nell’ambito del tema conciliazione (siamo già sulla buona strada con il “Premio amico della famiglia 20072” e con il bando “Progetti per l’emersione del lavoro sommerso3”, ma occorrerebbe qualcosa di più strutturato e organico per permettere l’implementazione di iniziative maggiormente sistemiche e realmente efficaci). Sarebbe interessante stimolare il dialogo tra istituzioni e associazioni imprenditoriali per valutare l’efficacia dei dispositivi normativi in atto e per stimolare e orientare l’offerta di ulteriori incentivi all’attivazione di processi di conciliazione nelle imprese; - attivazione di progettualità congiunta tra i livelli provinciali e regionali per mettere in sinergia varie iniziative della filiera istituzionale; - maggiore promozione (e migliore funzionamento), anche attraverso azioni di vigilanza, dell’attuazione della legge 125/1991 e della legge 53/2000; - attivazione di iniziative di sensibilizzazione nelle scuole. Note 2 Primo bando nazionale per il “Premio Amico della Famiglia 2007” (Gazzetta Ufficiale - Serie Generale- n. 260 dell’8 novembre 2007). Il Premio, previsto dall’articolo 1, comma 1250 della legge finanziaria 2007, è finalizzato alla diffusione e valorizzazione delle iniziative di particolare significato promosse in materia di Alcune proposte Al termine del nostro percorso, ci sembra utile suggerire alcune proposte concrete per l’implementazione di politiche di conciliazione, che non esauriscono assolutamente le possibilità e le opportunità, ma lanciano spunti di sicuro interesse. 98 politiche familiari. 3 La Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità ha adottato con decreto del 04 dicembre 2007 l’Avviso pubblico per il finanziamento di progetti pilota finalizzati all’emersione del lavoro sommerso nel campo del lavoro di cura domiciliare. Il bando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale - 5ª Serie Speciale - Contratti Pubblici n.145 del 12 dicembre 2007. 99 Autori AUTORI Questa pubblicazione è frutto del lavoro della cordata territori concilianti formata da 9 partnership nazionali dell’Azione 2 EQUAL - seconda fase. Come sempre, dietro le sigle ci sono delle persone, che si sono incontrate, confrontate e hanno lavorato, in maniera conciliante, per contribuire a migliorare l’armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro; eccole: - Agnese Attene - Agricoltura:sostantivo femminile (SAR 012) Angelica Belsito - Un servizio per il Work-life bilance (TOS 055) Barbara Belzini - Una questione privata (EMI 031) Lina Boe - Agricoltura:sostantivo femminile (SAR 012) Edy Bolognesi - TEMPO (TOS 060 Antonio Bressi - Equal time (PUG 080) Lia Cacciottoli - Palcosc&nico (CAM 152) Filomena Colamussi - Equal time (PUG 080) Francesca Cruciani - P.O.ssibile (UMB 025) Giovanna D’Alonzo - Palcosc&nico (CAM 152) Marco De Luca - Universo Donna (ABR 099) Tommaso Demicheli - Una questione privata (EMI 031) Giuseppina Di Leva - Il Giusto Tempo (CAM 106) Massimiliano D’Innocenzo - Universo Donna (ABR 099) Anna Malinconico - Il Giusto Tempo (CAM 106) Angela Ortolani - TEMPO (TOS 060) Rosanna Perillo - Equal time (PUG 080) Rosalinda Puntoni - Un servizio per il Work-life bilance (TOS 055) Barbara Scartoni - TEMPO (TOS 060) 102 103