FOTODIODI A GIUNZIONE E FOTOTRANSISTORI Nei fotodiodi a giunzione P-N la luce incidente produce delle coppie elettrone-lacuna. Queste danno origine ad una corrente che modifica la curva corrente-tensione di un diodo normale. Generalmente i fotodiodi sono incapsulati in vetro o plastica o in metallo; in quest’ultimo caso, il contenitore presenta una finestra in modo tale che il dispositivo stesso possa essere colpito dalla radiazione incidente. Spesso i fotodiodi sono usati in polarizzazione inversa. A seconda del valore di tensione applicata (punto di lavoro), si distinguono due classi: 1. fotodiodi a strato di svuotamento: dove la tensione applicata è inferiore alla tensione di rottura del diodo (diodo a eterogiunzione,…) 2. fotodiodi a valanga: dove la tensione applicata è superiore alla tensione di rottura. FOTODIODI A STRATO DI SVUOTAMENTO Un diodo normale è caratterizzato dalla relazione VV I I s e t 1 I I V Fig. 3.1 – Caratteristica corrente-tensione in un diodo a giunzione Nel caso del fotodiodo, la caratteristica corrente-tensione si modifica per tenere conto del termine dovuto alla radiazione: 272 VV I I s e t 1 I f I f Q If (3.1) è la corrente di corto circuito. Il grafico corrispondente è: I If Luce Luce crescente crescent e V If I V Fig. 3.2 – Caratteristica corrente-tensione in un fotodiodo È interessante trovare la tensione a circuito aperto (intersezione della curva con l’asse delle ascisse). VV I s e t 1 Q 0 da cui V Vt Q I s e I s e quindi Q V Vt ln Q 1 V V t ln I sI 1 s (3.2) La figura 3.3 rappresenta un circuito base di utilizzo del fotodiodo: 273 R Fig. 3.3 – Circuito base di utilizzo di un fotodiodo V Vd Vr Vr RI V d I I s 1 e Vt V RI I I 1 e Vt f s Q Se V è sufficientemente grande da soddisfare a: V RI Vt allora l’equazione si semplifica in: I I s Q (3.3) da cui segue il comportamento lineare della corrente in funzione dell’intensità della radiazione. V r RI R I f I s RI f RQ Si ha quindi che Vr , a parità di luce, è proporzionale a R: se R è grande, la tensione di alimentazione V deve essere elevata. ERRORE DI LINEARITÀ: Utilizzando la 3.3 per determinare il valore della corrente del circuito, si commette un errore (errore di linearità), dovuto alla semplificazione effettuata. È, però, possibile limitare tale errore a piacere: sia, ad esempio, l’errore massimo ammesso. Vale, allora: 274 e V RI Vt V RI Vt ln V RI Vt ln (3.4) Per ogni valore di , trovo un corrispondente valore di tensione di alimentazione che garantisce un errore inferiore ad . FOTODIODI A VALANGA Nei fotodiodi a valanga la tensione applicata alla giunzione (sempre polarizzata inversamente) supera quella di rottura. Ciò produce un fenomeno di moltiplicazione a valanga delle cariche a cui corrispondono alti guadagni. Nel grafico seguente viene descritto il guadagno in funzione della tensione inversa superiore alla tensione di rottura: G 1 V Vbreak Fig. 3.4 – Guadagno in funzione del rapporto tensione inversa/tensione rottura Questi dispositivi presentano però dei limiti: 1. di potenza dissipabile 2. di velocità di commutazione basse a causa del tempo coinvolto nel processo di moltiplicazione a valanga. FOTOTRANSISTORI (O FOTODIODO A GIUNZIONE MULTIPLA) Si consideri la fig.3.5, che rappresenta un fototransistor N-P-N: 275 P luce elettroni N N ++++++++ lacune Fig. 3.5 – Schema di un fototransistor NPN La base è generalmente aperta. La luce genera coppie elettroni-lacune: gli elettroni generati si trovano ad un valore massimo del loro livello energetico e, quindi, cadono giù. Le lacune, viceversa, si accumulano e, di conseguenza, polarizzano la base, facendo condurre il dispositivo. Più luce illumina il dispositivo, maggiore è il numero di lacune che polarizzano la base. Si trova dunque una corrispondenza diretta tra intensità di illuminazione e corrente che fluisce nel fototransistor. Paragrafo successivo Paragrafo precedente Indice del capitolo Indice generale 276