Orientamento teorico: la tradizione di studi

IL MIO APPROCCIO TEORICO
Dott. Francesco Frasson
Psicologo – Psicoterapeuta
Riporto di seguito alcuni concetti di base dell’approccio Sistemico Relazionale a cui
faccio riferimento nei miei interventi con pazienti singoli, coppie e famiglie.
La Psicoterapia sistemico relazionale, sorta negli Stati Uniti a partire dagli anni '50, si basa
fondamentalmente sui due modelli teorici da cui trae il nome: quello relazionale e quello
sistemico.
Oggetto principale di osservazione e di intervento non è quindi il singolo individuo ma la
relazione tra gli individui in un determinato contesto.
Campo privilegiato di applicazione dell'approccio sistemico relazionale è la famiglia, che viene
vista come un sistema entro il quale un soggetto che presenta un disagio psicologico è
considerato il "paziente designato" che esprime le difficoltà relazionali dell'intero gruppo
familiare.
Di conseguenza l'obbiettivo principale della Psicoterapia Sistemico Relazionale è quello di
modificare le modalità di relazione disfunzionali all'interno della famiglia, in modo da rendere
inutili le espressioni psicopatologiche di uno o di più componenti del gruppo familiare.
Secondo l'approccio Sistemico-Relazionale i sintomi e il disagio del singolo individuo sono il
risultato di un intersecarsi complesso tra esperienza soggettiva, qualità delle relazioni
interpersonali più significative e capacità cognitive di autovalutazione della propria situazione.
Nell'ottica della definizione del "ciclo vitale della famiglia", termine coniato attorno gli anni
quaranta, si presuppone nell'evoluzione del sistema familiare l'incontro con alcuni "eventi
nodali" che, attraverso la disorganizzazione-riorganizzazione del sistema stesso, implicano il
superamento di alcuni compiti di sviluppo, permettendo così il passaggio ad una fase successiva
I sintomi di una persona, oltre ad esprimere in maniera metaforica il conflitto psichico
soggettivo, acquisiscono una funzione precisa all'interno del sistema relazionale in cui
emergono.
I conflitti che tendono a disgregare il sistema-famiglia creano una tensione emotiva che di
solito viene vissuta in termini drammatici dal soggetto portatore del sintomo; egli si fa carico,
attraverso la manifestazione dei sintomi, di distogliere i membri della famiglia dall'affrontare
in modo manifesto le proprie difficoltà di relazione, accentrando l'attenzione su di sé.
Il sintomo ha quindi una doppia valenza: segnala alla famiglia l'esistenza di un disagio e, nello
stesso tempo, rende innocuo il suo potere distruttivo, accentrando su di sé tutte le
preoccupazioni degli altri membri.
L’importanza dell’approccio sistemico-relazionale sta nell'aver richiamato l’attenzione su una
realtà globale molto complessa e comunque sempre attiva, malgrado non se ne abbia la
consapevolezza, e di aver studiato l’influenza delle reti di relazioni sul comportamento del
singolo, che viene visto sia come il risultato della coscienza e della volontà soggettiva, sia
della necessità sistemica.
L’attenzione alla soggettività, alla unicità del singolo, implica quindi l’attenzione alla sua rete
di relazioni.
Il cambiamento non è perciò considerato come un fattore soggettivo deconnesso dalla rete di
relazioni in cui la persona è inserita, ma qualcosa di dipendente da una molteplicità di fattori
interattivi, quali ad esempio lo scopo intrinseco del sistema, le funzioni dei singoli componenti,
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IL MIO APPROCCIO TEORICO
Dott. Francesco Frasson
Psicologo – Psicoterapeuta
in relazione allo scopo stesso del sistema, le diverse interazioni del sistema con altri sistemi
adiacenti, in una complessità crescente e molto articolata” (A. Ricci, Armonizzare il conflitto).
L’approccio sistemico-relazionale vede la persona come parte di un sistema di relazioni e,
seppure con diverse posizioni teoriche, pone particolare attenzione alle modalità interattive, ai
comportamenti e alle forme di comunicazione, spostando l’interesse dal mondo prettamente
intrapsichico dell’individuo, alle sue relazioni significative e al contesto in cui vive.
Lo sviluppo dell’individuo procede di pari passo con la sua progressiva individuazione e
differenziazione dagli altri individui appartenenti al sistema stesso, e contemporaneamente con
la sua connessione ad essi.
Paolo Menghi, afferma che un sistema di relazioni può essere definito un gruppo con una storia
e uno scopo. Un gruppo però può favorire od ostacolare l’evoluzione dell’individuo.
Ecco perché altro presupposto è che, affinché un sistema di relazioni sia rivolto all’evoluzione
degli individui, è necessario saper riconoscere, utilizzare e armonizzare gli inevitabili conflitti e
tensioni che sono generati al suo interno.
Dare spazio al conflitto significa utilizzarne l’intensità allo scopo di generare apertura,
contatto e differenziazione nell’appartenenza. Negare il conflitto in nome di una quieta
convivenza che non mette a rischio il sistema significa non comprenderne la sua valenza
evolutiva. Per non arrestare il processo di crescita individuale è necessario disporre di
strumenti per l’utilizzo degli attriti che si generano nelle interazioni.
Il sistema di relazioni è il “terreno di esperienza” fisica, psicologica e spirituale dell’individuo
che vuole provare realmente a costruire autonomia individuale proprio in virtù delle relazioni
con gli altri.
La terapia familiare interviene attraverso varie tecniche di lavoro sulle famiglie, operando su
quattro livelli principali di osservazione:




la storia trigenerazionale della famiglia (nonni-genitori-figli);
l'organizzazione relazionale e comunicativa attuale della famiglia;
la funzione del sintomo del singolo individuo nell'equilibrio della famiglia;
la fase del ciclo vitale della famiglia in cui si presenta il sintomo del singolo (ciclo
vitale: rappresenta una tappa delle varie fasi evolutive attraversate da un sistemafamiglia; si parla, ad esempio dell'uscita da casa dei figli a seguito del matrimonio, del
decesso di un genitore o della nascita di un figlio, etc.; questi eventi costringono il
sistema a riorganizzarsi, e quindi ad evolvere verso nuovi assetti relazionali).
Autori di riferimento (tra gli altri):
Nathan W. Ackerman, Maurizio Andolfi, Gregory Bateson, Ivan Boszormenyi-Nagy, Murray Bowen,
Don Jackson, Jay Haley, Luigi Cancrini, Carmine Saccu, Salvador Minuchin, Paul Watzlawick, Carl
Whitaker.
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