CULTURA & SPETTACOLI 19 Mercoledì 24 Agosto 2011 Il seme dell’odio Viaggio da Caino all’11 settembre E’ il tempo dell’odio. Dopo l’amore e il denaro i “Dialoghi sulla rappresentazione”, curati dai Teatri Possibili Liguria, tornano e propongono l’analisi di uno dei nostri sentimenti più feroci, brucianti e sembrerebbe, dopo una sconsolata occhiata in giro, terribilmente attuali. Per scomporre e declinare l’odio “Da Caino all’11 settembre”, come recita il sottotitolo della rassegna, l’ideatore del progetto Sergio Maifredi (che di Teatri Possibili Liguria è il direttore) ha chiamato a Genova attori, giornalisti, intellettuali e perfino un famoso studioso di astrologia per volgere lo sguardo alle stelle. Il ciclo di sei incontri, in programma dal 31 agosto al 10 settembre, a Palazzo Tursi (ore 21, ingresso libero) è sostenuto da Comune e Regione, dalla Fondazione Gaber e realizzato in collaborazione con il GoetheInstitut diretto da Roberta Canu. Il viaggio alle radici dell’odio ci porta lontano. L’attore Ascanio Celestini (31 agosto, Tursi), accompagnato dalla fisarmonica di Gianluca Casadei, racconta “L’odio arcaico” attraverso la strage dei Proci, la vendetta di Odisseo Oriana Fallaci contro gli usurpatori della sua Itaca, dal XXII libro dell’“Odissea” di Omero. Il potere evocativo della mitologia. Nella seconda tappa del viaggio (1 settembre, eccezionalmente a Palazzo Bianco) Marco Pesatori, studioso di astrologia con “Nati sotto contraria stella” affronta l’oroscopo di Hitler, Stalin e Bin Laden. Le grandi figure dell’odio degli ultimi cent’anni negli affascinanti racconti di chi sa leggere le stelle. Marcello Veneziani, giornalista, scrittore e intellettuale (il 2 settembre) pone sul tappeto un tema particolarmente interessante: “Odiologia italiana. Il Novecento è finito, l’odio è rimasto”. La riflessione di partenza non mancherà di solleticare interventi: il secolo delle passioni ideologiche è tramontato. Da effetto di una visione l’odio si è fatto visione stessa, insomma si è messo in proprio. Da qui l’ipotesi che sia nata una nuova branca del pensare e dell’agire: l’“odiologia”. Il giornalista Massimo Fini (l’8 settembre) offre invece un Tornano i “Dialoghi”, sei incontri a cura di Teatri Possibili dal 31 agosto a Palazzo Tursi 31 AGOSTO 8 SETTEMBRE Ascanio Celestini e “L’odio arcaico - La strage dei Proci”. L’attore, accompagnato da Gianluca Casadei alla fisarmonica, racconta la vendetta di Odisseo dall’“Odissea” di Omero Massimo Fini e “L’elogio dell’odio”. La guerra per migliaia di anni è stato un evento fondante per uomini e popoli, ha creato e distrutto, ha determinato il ruolo di Stati e Nazioni. Oggi ritorna 1 SETTEMBRE 9 SETTEMBRE Marco Pesatori e “Nati sotto stella contraria - L’oroscopo di Hitler, Stalin, Bin Laden”. L’analisi delle stelle e dell’oroscopo delle grandi figure dell’odio degli ultimi cent’anni Paolo Graziosi ed Elisabetta Arosio propongono “S’ì fossi foco arderei lo mondo - La poesia dell’odio”. I due attori leggono versi sul tema dell’odio tratti dalla poesia italiana 2 SETTEMBRE 10 SETTEMBRE Marcello Veneziani: “Odiologia italiana - Il Novecento è finito, l’odio è rimasto”. Finito il secolo delle passioni ideologiche, l’odio da effetto di una visione, si è fatto visione, si è messo in proprio Franca Nuti legge Oriana Fallaci “La rabbia e l’orgoglio”. L’attrice da voce all’articolo firmato dalla celebre giornalista, scritto a New York dopo aver assistito al crollo delle Torri Gemelle “Elogio dell’odio”: la guerra per migliaia di anni è stato un evento fondante per gli uomini e i popoli. Ha creato e distrutto equilibri e ricchezze, fatto e disfatto imperi, ha determinato ruoli di Stati e Nazioni e i loro rapporti di forza, ha insomma profondamente segnato il nostro modo di essere. Oggi la guerra ribussa alle nostre porte. E’ qui molto vicino a noi. Sembra assodato che l’odio abbia un ruolo anche nelle dinamiche della formazione dell’“unità” ideologica di un Paese. Da sempre una civiltà, società, o gruppo di qualsiasi genere e natura, ha trovato nel nemico comune il “cemento” delle proprie relazioni. Basti guardare come quasi tutte le civiltà abbiano un nemico storico. Lo studioso Umberto Eco ha individuato nell’assenza di una civiltà comune una delle cause del nostro scarso sentimento di unità nazionale. Gli attori Paolo Graziosi ed Elisabetta Arosio (9 settembre) si cimentano con la poesia titolo quasi obbligato: “S’ì fossi foco arderei lo mondo”. I due partendo da Cecco Angiolieri interpreteranno i versi dell’odio attingendo dal repertorio della poesia italiana. Il viaggio si chiude nell’oggi. Alla vigilia del decennale dell’attentato alle Torri Gemelle l’incontro con Franca Nuti (appunto il 10 settembre) ci riporta a quei giorni terribili che sconvolsero il mondo inchiodato e annichilito davanti alla rappresentazione mediatica di un odio senza limiti. E sull’onda di quello choc una celebre giornalista come Oriana Fallaci, da New York, vomitava “La rabbia e l’orgoglio”. Parole di fuoco per un articolo che pubblicato il 29 settembre sulle pagine del “Corriere della Sera” scatenò un’accesa discussione scomodando filosofi, intellettuali e politici. Sarà la voce di Franca Nuti, grande protagonista del teatro italiano, a pronunciarle. La letteratura però ci viene in soccorso offrendoci lo spunto per ribaltare il punto di vista scriveva Shakespeare, che di sentimenti se ne intendeva, “il mio unico amore nasce dal mio unico odio”. C’è speranza? [g.au.] CINEMA E RAP IL FILM L’“Odio” di Mathieu Kassovitz è stato nel 1995 il caso cinematografico dell’anno: un pugno nello stomaco, geniale crudezza, decadente realismo. Oggi, ancor più che allora (basti pensare a Londra), la drammaticità di quel mondo periferico è allargato all’intera Europa, al Mondo con quell’irrimediabile pessimismo realista, quell’alone di speranza e malcelata malinconia per una vita che non va mai come si vorrebbe. Con l’espressivo Vincent Cassel (foto) IL BRANO A raccontare l’odio in forma di musica c’hanno pensato in tanti. Una delle migliori canzoni sul tema, però, l’ha scritta Frankie Hi-Nrg Mc (foto) nell’album “Verba Manent” del 1992. Il pezzo è “Libri di sangue”, un rap sulla “violenza che comanda le azioni di uomini e nazioni”, come arringa lo stesso cantante. Poco meno di cinque minuti di poesia urbana, che dimostrano come la Storia dell’umanità sia scritta su pagine insanguinate e cariche di dolore. Anche se Frankie, in un sussulto d’orgoglio conclude: “Mi oppongo. A patti non scendo con questa realtà”