LA PET THERAPY PET - THERAPY A cura della prof. Emilio Esposito Abstract : A cura del Prof. Emilio Esposito Docente di Religione liceo scientifico/ e sezione Carceraria/ Formatore Area delle Professioni Sociali/ Formed - VdS C.R.I. / Consulente per il Terzo Settore (Welfare) /Componente Centro Studi e Osservatorio Permanente sul Disagio Giovanile Comune di Mercato S. Severino. Servitore Insegnante Scuola Alcologica Territoriale - AICAT/ARCAT/APCAT/ Volontario Ambulatorio Dipendenze ASL Sa distretto 67-/ Responsabile Sportello Sociale C.R.I. (Delegato ASA ( Attività Sociali).Esperto in Biodiscipline e Bioenergetica/Libero Docente UTE/ Università per la Terza Età. Counselor.Esperto in Logoterapia. Gli animali, fin dall'antichità venerati come esseri dotati di poteri soprannaturali e divini in grado di curare l'uomo, sono stati riconosciuti come veri e propri terapeuti nella Pet Therapy che utilizza il rapporto uomo-animale, ricco di numerosi potenziali terapeutici naturali che vengono incrementati in tali contesti attraverso l’utilizzo di metodologie e tecniche specifiche. In questo tipo di terapia, a curare possono essere animali domestici o addomesticabili di vario tipo tra i quali cani, gatti e cavalli sono i più comuni. Tuttavia, questo crescente tipo di impiego degli animali per il miglioramento della salute umana studia e applica con grande successo, in base alle necessità, anche conigli, criceti, uccelli, pesci, delfini e persino quegli animali considerati nella tradizionale e antica visione contadina solo come animali d'alimentazione o da lavoro, quali mucche, asini e capre. Cenni storici sulla Terapia con gli animali Il termine “Pet Therapy ” è stato coniato nel 1953 in America da uno psichiatra infantile di nome Boris Levinson e designa oggi una serie complessa di interventi volti a migliorare la salute psicofisica dell'uomo e basati sull'utilizzo del rapporto uomo-animale. In realtà, l'uso degli animali da compagnia (pets) come supporto ad altre forme di terapia affonda le sue radici in tempi molto lontani: una forma storica di terapia con gli animali è quella che veniva utilizzata già da Ippocrate il quale consigliava, per combattere problemi d'insonnia, di mancanza di energia e sintomi legati allo stress, una forma molto spontanea e destrutturata di quella che oggi è l'ippoterapia. Quest'ultima è stata sperimentata nel diciannovesimo secolo anche in Francia per supportare efficacemente la riabilitazione di portatori di handicap neurologici, ma ancora prima altre forme di utilizzo degli animali per migliorare le condizioni di salute dei pazienti sono state rintracciate in altri paesi in cui, soprattutto cani e gatti, riuscivano spontaneamente a produrre il miglioramento dell'umore di persone con problemi psichici. Metodi di terapia con gli animali Spesso la Pet Therapy è considerata una terapia semplicemente basata sul contatto con gli animali. Come mostrano alcune esperienze, la vicinanza e il rapporto con un “pet” possono effettivamente essere di per se stessi naturalmente in grado di migliorare la salute fisica o psicologica. Tuttavia, si può parlare veramente di terapia in senso stretto solo in alcune forme più strutturate di cura con l'uso di animali che devono avere le seguenti caratteristiche: essere guidate da tecniche e metodi più o meno strutturati ; basarsi su obiettivi prestabiliti ; prevedere valutazione e monitoraggio globale o nelle diverse fasi di applicazione. Più precisamente, nell'ambito degli interventi definiti Pet Therapy, si distinguono principalmente due tipi di attività con l’aiuto degli animali a supporto della salute: Le Attività Assistite con Animali (AAA) , note anche come Animal-Assisted Activities, consistono in attività educative e/o ricreative svolte con la presenza attiva di animali e finalizzate a migliorare la qualità della vita dei destinatari. Questo tipo di interventi non necessitano di obiettivi specifici per ogni visita o incontro, ma prevedono comunque sempre degli obiettivi globali di miglioramento, lasciando più spazio alla spontaneità e all'improvvisazione rispetto alla durata delle attività programmate. Le Terapie Assistite con Animali (TAA) , note anche come Animal-Assisted Therapy, sono invece attività terapeutiche vere e proprie volte a migliorare le condizioni di salute dei destinatari cui si rivolgono, attraverso lo sviluppo di programmi con specifici obiettivi che vanno raggiunti gradualmente, di seduta in seduta. I cambiamenti che è possibile ottenere attraverso le terapie effettuate con l'ausilio di animali possono riguardare aree cognitive, emotive, comportamentali, psicosociali o aspetti psicopatologici e possono essere condotti con approcci terapeutici diversi anche se molto spesso si utilizzano tecniche di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Per comprendere meglio le potenzialità della Pet Therapy si possono elencare i principali benefici che è possibile ottenere avvalendosi della “terapia con gli animali”. Dal punto di vista cognitivo è possibile: migliorare alcune abilità mentali e in particolare la capacità di memorizzazione e alcune tipologie di pensiero riflessivo o induttivo; acquisire capacità di leggere e di utilizzare linguaggi convenzionali e simbolici come gesti e “comandi simbolici”. Dal punto di vista emotivo sono numerosi i risultati ottenuti: è possibile favorire l'aumento di alcuni vissuti emotivi positivi che servono a combattere emozioni e sentimenti negativi, sviluppando alcune doti dell'intelligenza emotiva quali ad esempio l'empatia e il controllo emotivo; è possibile sostenere e promuovere la crescita affettiva dei bambini e degli adolescenti rinforzando comportamenti emotivamente adeguati; si può favorire il superamento delle tendenze egocentriche tipiche dell’infanzia, favorendo lo sviluppo di comportamenti responsabili e di comprensione dell’animale-terapeuta; si può stimolare lo sviluppo di buoni livelli di autostima attraverso la costruzione di un’immagine di sé positiva. Dal punto di vista comportamentale è possibile principalmente: favorire il rilassamento corporeo; diminuire l'iperattività e l’aggressività; consentire l'acquisizione di regole e comportamenti adattivi in modo piacevole e attraverso l’utilizzo di un sistema di premi molto efficace. Dal punto di vista psicosociale si possono migliorare le capacità di comunicazione e le relazioni. Dal punto di vista psicopatologico , quindi soprattutto in relazione ad interventi di TAA, è possibile: trattare alcuni tipi di fobie, quali ad esempio quelle legate ad alcune situazioni che vengono evitate per paura o insicurezza in seguito ad eventi traumatici e che possono essere affrontate gradualmente con supporto emotivo e grazie al senso di sicurezza che può favorire la presenza di un animale terapeutico; ridurre lo stress e l’ansia, soprattutto quello legato alla sperimentazione di shock, di condizioni di istituzionalizzazione (es. in carcere, in istituti per l’infanzia o per la terza età) o alla necessità di sottoporsi a lungo a cure mediche. Infine, sotto l’aspetto psicomotorio, è possibile utilizzare vere e proprie forme di riabilitazione a schemi e abitudini posturali e motorie che possono agire stimolando il tono muscolare in situazioni di atrofia e favorendo la motricità fine anche in persone con handicap. Applicazioni e controindicazioni Le possibilità di applicazione della terapia con gli animali sono innumerevoli e sono legate sia alle caratteristiche degli animali scelti, che alle tecniche ed ai metodi utilizzati. Una delle principali aree di applicazione riguarda i disturbi dell'umore . Infatti, l'isolamento, la solitudine, la malinconia e persino forme affettive negative più stabili come la depressione risentono positivamente del rapporto con animali a cui fare le coccole, condividendo attività di gioco. La piacevole attività di accarezzare un animale, anche grazie alla capacità di stimolare la produzione di endorfine (neuromediatori del piacere), si è dimostrata anche un valido aiuto per prevenire e combattere lo stress : tende a calmare ed a diminuire comportamenti violenti e conflittualità, dimostrandosi capace nel tempo di abbassare i parametri fisiologici della pressione sanguigna e i livelli di colesterolo cattivo. Un'altra importante area di applicazione delle attività svolte con gli animali a supporto della salute riguarda le malattie neurologiche e cardiocircolatorie , quali demenze senili, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, sclerosi multipla, convalescenza dal coma, ictus o infarti, in presenza delle quali è possibile svolgere delle attività mirate alla riabilitazione e alla stimolazione motoria, soprattutto attraverso esercizi in cui si può stimolare la deambulazione con la conduzione dell'animale in modo meno noioso e più motivante, favorendo al contempo il miglioramento dell'umore che generalmente risente della diagnosi di queste malattie. Nei casi in cui siano presenti limitate capacità di movimento degli arti superiori è possibile favorire la mobilitazione di essi e l'esercizio della manualità attraverso l'interazione fisica con l'animale, carezzandolo, spazzolandolo o attraverso attività di gioco correttamente guidate e graduali che prevedono il lancio di un oggetto o di una pallina morbida. Altrettanto importanti sono le applicazioni della Pet Therapy nel campo dei disturbi psichiatrici e psicopatologici . Lo stesso fondatore del termine Pet Therapy ha utilizzato questo tipo di terapia inizialmente in patologie psicotiche come l'autismo, assecondando la spontanea tendenza di alcuni bambini autistici a sentirsi rassicurati dal rapporto con alcuni animali, come il cane, il cavallo o il delfino, che diventano velocemente in grado di stimolare delle aperture nel loro mondo apparentemente inviolabile. La capacità di alcuni animali di infondere sicurezza consente già da tempo di utilizzarli come un valido aiuto nel trattamento di disturbi post-traumatici, di fobie relative a cose o situazioni e in alcuni paesi è già un'abitudine l'intervento di riabilitazione psicologica in casi in cui, in seguito al sequestro o allo stalking (persecuzione), sia presente una paura paralizzante che costringe a restare chiusi in casa. Questo tipo di intervento è molto simile a quello adottato in presenza di problemi sensoriali o motori che, generando insicurezza, tendono a produrre un isolamento che può essere superato gradualmente attraverso la terapia con un animale. Esistono inoltre altre applicazioni della Pet Therapy che servono a stimolare la salute fisica o psicologica oppure l'apprendimento e l'educazione , sia attraverso programmi di attività semi strutturate, come quelle degli interventi di AAA, che attraverso percorsi strutturati di TAA. È possibile infatti, con la collaborazione degli animali addestrati, migliorare alcuni disturbi dell'apprendimento attraverso percorsi educativi per tappe sviluppati ad hoc. Ugualmente utile è la possibilità di utilizzare alcuni animali come lubrificanti sociali, grazie alla loro capacità di facilitare gli scambi sociali e la conversazione nonché alla capacità che possiedono di aiutare a sviluppare abilità relazionali come l'empatia e la comunicazione attraverso i canali non verbali e paraverbali, cioè mediante l’utilizzo in modo più consapevole ed efficace del corpo, dello sguardo, dei gesti e dell'intonazione della voce. A questo proposito, l'utilizzo dell’interazione di animali con i bambini si è dimostrata un valido strumento per migliorare lo sviluppo intellettivo e relazionale sulla base di scambi in cui ogni bambino può essere motivato al superamento del narcisismo e della propria prospettiva, al fine di capire i pensieri, i desideri e le possibilità del proprio compagno di giochi. Anche eventi negativi e inaspettati, come la perdita di un animale da affezione possono rappresentare un momento di crescita psicologica in quanto, se ben gestiti, possono aiutare a comprendere l'esperienza della morte, “caratteristica naturale della vita”. Malgrado l’ampio numero di indicazioni terapeutiche, esistono anche diverse condizioni psicologiche e fisiche in cui non è possibile o è sconsigliato adottare la Pet Therapy. Una delle psicopatologie in cui si sconsiglia questa tipologia di cura è l’ipocondria, soprattutto in quelle situazioni in cui il paziente ritiene l’animale un veicolo di malattie, così come può accadere anche in presenza di disturbi ossessivo- compulsivi in cui la mania dell’igiene è opposta alla ricerca di contatto con animali, ritenuti “sporchi”. In presenza di psicopatie e disturbi aggressivi gravi è necessario preservare la sicurezza e l’incolumità degli animali. In situazioni di allergie specifiche, ferite aperte o problemi immunitari è meglio evitare questo tipo di terapia nonostante siano rispettate norme igienico-sanitarie molto rigide. In casi di zoofobia , in cui è presente quindi una paura specifica degli animali, è talvolta possibile operare una psicoterapia di desensibilizzazione in vivo, proprio grazie ad avvicinamenti e contatti graduali programmati da uno psicoterapeuta. Altre volte, tuttavia, se il problema è esageratamente generalizzato, la Pet Therapy non è praticabile. Terapeuti e co-terapeuti La Pet Therapy nelle sue diverse forme non è mai un'esperienza improvvisata ed è per questo che è condotta da un gruppo multidisciplinare costituito da diverse figure professionali e da operatori tecnici specializzati in questo settore. L'esatta composizione del team di Pet Therapy varia in funzione degli utenti a cui l'intervento si rivolge e degli obiettivi di quest'ultimo. Più precisamente: l'animale che interagisce con il paziente, secondo programmi più o meno dettagliati di attività, guidato a stimolare il raggiungimento degli obiettivi terapeutici, è detto co-terapeuta ; se ci si propone il miglioramento della condizione di salute fisica verrà coinvolto un medico le cui competenze dovranno essere specifiche: se si lavora con disabili un fisiatra, oppure un neurologo, uno psichiatra oppure un cardiologo in altre tipologie di riabilitazione; l'équipe solitamente comprende anche uno psicologo esperto in Pet Therapy e quindi con competenze sia sul comportamento umano che su cenni di psicologia animale, presente sia per interventi con obiettivi psicologici che per favorire e monitorare le interazioni e le reazioni comportamentali degli utenti con gli animali; estremamente importante nella fase di scelta degli animali da utilizzare per l'intervento, è la presenza di un etologo o di un altro esperto sulle caratteristiche comportamentali degli animali che, insieme allo psicologo, deve scegliere accuratamente i co-terapeuti attraverso veri e propri test psicoattitudinali che mirano a mettere gli animali alla prova valutando a priori le loro reazioni di fronte a comportamenti inusuali, in modo da scegliere gli elementi più idonei; il veterinario deve essere costantemente presente e deve essere un esperto nel settore in quanto ha l'importantissima funzione di monitorare la salute degli animali co-terapeuti, in modo da garantire sia la loro incolumità che l'igiene degli interventi; altrettanto importanti sono gli addestratori ed istruttori il cui lavoro con gli animali precede l'inizio della terapia e la segue in itinere e in modo da favorire costantemente il rapporto tra co-terapeuta e paziente. I luoghi della terapia con gli animali Gli interventi di Pet Therapy possono essere svolti in appositi Pet Village, come avviene in genere nella delfinoterapia e nella ippoterapia, oppure i co-terapeuti possono essere inseriti in contesti terapeutici e riabilitativi in cui sono presenti gli utenti che seguono altre terapie o attività, come accade in ospedali, case di riposo, scuole o persino carceri. Sia nella AAA che nella TAA in genere l’interazione tra coterapeuta-animale e paziente inizia in un contesto protetto e guidato da terapeuti o educatori, all’interno della struttura preposta. In alcuni casi gradualmente si può prevedere l’adozione di un animale da parte dei destinatari degli interventi che consente di stabilizzare i risultati ottenuti con la terapia. Approfondimenti bibliografici consigliati Bochiccio F., Falasconi A., Pesti M., Nardone P., 2006, Un’esperienza di Terapia Assistita dagli Animali. In Babele, 32, 61-63. Fossati R., 2003, Guida alla Pet Therapy, Firenze, Ed. Olimpia. Giaccon M., 1992, Pet Therapy, Edizioni Mediterranee. Levinson B., 1962, The dog as co-therapist. In Mental Hygiene, 46, 59-65. Poli M., 1981, Psicologia animale e etologia, Il Mulino. Proietti G., La Gatta W., 2005, La Pet Therapy, Xenia. Info: e-mail [email protected] Documento scaricato da