Pet therapy: come funziona Se si considera paradossalmente l’animale come “il principio attivo di un farmaco”, è possibile analizzare la sua interazione con l’organismo umano e le eventuali controindicazioni come in un foglietto illustrativo. Meccanismo affettivo-emozionale Il rapporto uomo-animale è di tipo affettivo ed ha una forte componente emozionale. Maggiore è il legame emozionale tanto più intensi sono gli effetti benefici. Le endorfine prodotte sotto l’influsso delle emozioni positive, aumentano le difese immunitarie. Tra emozioni positive, rilassamento ed effetti benefici sulla salute ci sono stretti legami. L’animale che tranquillizza e rassicura interviene diminuendo la produzione di adrenalina ed altri ormoni corticosteroidi (ormoni dello sress) con il risultato finale di una minor pressione arteriosa, un ritmo cardiaco e respiratorio più lento, rilassamento del tono muscolare, modificazione delle onde elettroencefalografiche. Meccanismo di stimolazione psicologica Il rapporto uomo-animale coinvolge diversi settori della psiche umana: comportamento sociale, meccanismi di relazione, comportamenti caratteriali, aspetti cognitivi. La presenza di un animale ed il doversi interessare a lui induce una persona ad uscire dai suoi problemi e il doversi interessare alla cura dell’animale porta anche ad occuparsi della propria (aspetto importante per molte patologie psichiche come l’anoressia e l’apatia). Meccanismo ludico Nel rapporto uomo-animale spesso si instaura un rapporto di gioco e di divertimento reciproco. Un malato che gioca e ride con un animale aumenta le sue possibilità di difesa e quindi di guarigione. Il gioco inoltre induce all’attività motoria. Meccanismo fisico Il coinvolgimento fisico del paziente durante le sedute di pet therapy è indubbiamente riscontrato. Se si utilizzano appropriati protocolli ed appropriati animali per terapie motorio-riabilitative si ottengono ottimi risultati. Meccanismo psicosomatico Nelle diverse patologie di origine psicosomatica, l’animale, attraverso i meccanismi sopraccitati, influisce positivamente sulla componente psichica del paziente che induce la somatizzazione della malattia. Naturalmente i vari meccanismi d’azione, qui analizzati singolarmente, sono quasi sempre associati tra loro. Spetta all’equipe di professionisti coinvolti nell’utilizzo della pet therapy far prevalere quella più opportuna alle esigenze del paziente attraverso la scelta dell’animale più adatto e di un protocollo terapeutico adeguato. Controindicazioni La pet therapy è una terapia dolce, non invasiva, senza effetti collaterali o indesiderabili. Le uniche controindicazioni sono l’eventuale allergia del paziente verso l’animale, oppure la fobia. Naturalmente non si propone la pet therapy come antidoto universale ma si propone alla classe medica una valida alternativa o anche una sinergia alle terapie tradizionali. (a cura di Antonella Comini e Rossella Gandini, veterinari della Pet Partners Delta Society, e Margherita Silvestri psicologa e psicoterapeuta)