TOSCA
APPUNTI MUSICALI DAL MONDO
confini e sconfini del suono della voce
Tosca voce
Giovanna Famulari violoncello, pianoforte e voce
Massimo De Lorenzi chitarre
Matteo di Francesco percussioni e batteria
Carmine Iuvone basso e contrabbasso
6 gennaio 2017 | Sala Petrassi h 21
CANZONI E POESIA DAL MONDO CON TOSCA CHE, IL 6 GENNAIO, TORNA SUL PALCO IN UN
CONCERTO SPECIALE, CON LA PARTECIPAZIONE DI GRANDI MUSICISTI, AMICI E COLLEGHI CHE
L’HANNO ACCOMPAGNATA NEL SUO INTENSO VIAGGIO MUSICALE.
Cantante, artista eclettica, ricercatrice musicale e sperimentatrice il 6 gennaio Tosca torna sul palco
dell’Auditorium Parco della musica di Roma per raccontarsi in un concerto-evento con tanti ospiti
che, nel suo stesso nome, racchiude il senso dell’unicità della serata. Appunti Musicali dal Mondo:
confini e sconfini del suono della voce è un progetto che mette il punto e ripercorre le tappe più
significative del suo cammino artistico tra sperimentazioni, ricerca e nuovi arrangiamenti e che per
la prima volta riunisce alcuni grandi artisti, nonché suoi eccezionali compagni nelle tappe
fondamentali del suo viaggio musicale.
Tra intrecci sonori, abbracci linguistici, lontananze e assonanze, si alterneranno sul palco il regista
della musica Nicola Piovani; il grande musicista e cultore musicale Gegè Telesforo, che ha conosciuto
ai tempi del suo esordio televisivo a Doc; Gabriele Mirabassi, con il quale condivide l’amore per la
musica brasiliana; Joe Barbieri, autore di alcune delle sue canzoni più significative; Danilo Rea
fuoriclasse che con le sue note al pianoforte dipinge ogni canzone; ed infine, l’amico e collaboratore
di sempre, Germano Mazzocchetti.
Uno spettacolo di suoni e parole, poetico e vibrante, quasi un “racconto in musica” anche grazie al
sapiente utilizzo di lingue molto lontane fra loro, che passa da un fado portoghese a una melodia
giapponese, da un canto sciamano a un tradizionale dei matrimoni Yiddish, da una ballata zingara
fino ad approdare alle sponde italiane della musica d’autore e popolare, con uno straordinario
omaggio alla canzone romana che da tempo Tosca valorizza oltre i confini laziali. Mi considero una
discepola di Gabriella Ferri – racconta - e se faccio questo mestiere lo devo a lei.
Pezzi rari e melodie introvabili, contaminazioni con altre culture intrecciate alle nostre radici, in una
serata che per l’occasione abbraccerà anche canti del Natale dal mondo insieme a grandi classici
della tradizione italiana e canzoni dal suo repertorio come Il suono della voce, brano scritto da Ivano
Fossati che dà il titolo al suo ultimo album.
Il tutto legato da un percorso drammaturgico attraverso le parole di grandi poeti del mondo, creato
per l’occasione dal regista Massimo Venturiello.
Parafrasando Pessoa – afferma Tosca - ‘in un momento di sbandamento politico e sociale la musica
del popolo ti protegge perché ti fa appartenere, se vuoi’. La mia non è una ricerca filologica, ma una
ricerca per affinità artistica dove potevo affondare anche le mie radici. È un’avventura nelle molte
anime della canzone. Ho scelto brani tra i viaggi che abitualmente faccio due o tre volte all’anno e
quelli virtuali che ho compiuto in quasi venti anni di teatro e canzone. Mi sono fatta guidare
dall’istinto, dalla bellezza delle canzoni che trovavo e che portavo via con me.
Attenta, appassionata e rigorosa, capace di trovare il giusto equilibrio tra audacia e misura, intensità
interpretativa e genuina teatralità, nel tempo Tosca ha dimostrato di essere sempre meno
prevedibile e in costante evoluzione. La nobile arte della canzone colta va curata, trattata e
custodita, come fossero gioielli di famiglia – dice. E nella sua carriera vissuta tra concerti, teatro e
collaborazioni illustri tra cui Ron, Dalla, Buarque, Zero, Morricone, l’artista è rimasta sempre fedele a
se stessa; ha forgiato canzoni, lavorando sulla ricerca e sulle emozioni, cercando di trasmettere quel
qualcosa in più che solo la musica sa dare.
Un corredo di esperienze disparate, da cui Tosca è riuscita a trarre stimoli sempre nuovi, e che
l’hanno resa indiscutibilmente una delle personalità più prismatiche della canzone d’autore italiana,
capace di dare vita a differenti “vite artistiche”. Ultima in ordine di tempo, quella di Officina delle arti
Pier Paolo Pasolini, laboratorio creativo di alta formazione della canzone, del teatro e del
multimediale e hub culturale della Regione Lazio, culla di giovani artisti, un luogo di appartenenza
che – conclude – forse può salvare i ragazzi da tante trappole mediatiche. Sono nipote di contadini
emigranti, per me la musica e il teatro sono come una terra dove mettere un seme. E aspettare il
raccolto…
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