A Claudio Meldolesi e Mario Morini: amici, spettatori e maestri INDICE CRONOLOGICO introduzione 4 29 ottobre_03 novembre 09 [9 pm] c/o Hangar Bicocca, Via Chiese 2 _ Milano Motus LET THE SUNSHINE IN (antigone) contest #1 6 12 _ 20 novembre 09 [ 9 pm ] Accademia degli Artefatti SPARA, TROVA IL TESORO E RIPETI 7 23 _28 novembre 09 [ 9 pm ] Egumteatro / Gogmagog QUESTA SERA SI RECITA LA NOSTRA FINE 9 14_21 dicembre 09 Teatro i LAIT [ 9 pm ] 10 11_18 gennaio 10 Ricci / Forte TROIA'S DISCOUNT [9 pm] 25_30 gennaio 10 Scena Verticale U TINGIUTU [ 9 pm ] 11 12 04_07 febbraio 10 [ 9 pm ] Daniele Timpano / amnesiaA vivacE RISORGIMENTO POP 13 09_10 febbraio 10 [ 9 pm ] Daniele Timpano / amnesiA vivacE DUX IN SCATOLA 14 15_18 febbraio 10 Menoventi INVISIBILMENTE [ 9 pm ] 15 20_21 febbraio 10 Menoventi SEMIRAMIS [ 9 pm ] 25_28 febbraio 10 Muta Imago LEV [ 9 pm ] 16_28 marzo 10 Teatro i Nuova Produzione [ 9 pm ] 16 17 18 12_15 aprile 10 [ 9 pm ] Alessandro Quattro / Alessandro Mor BRUTO 19 19_22 aprile 10 Michele Di Mauro E N R I C O 4. [ 9 pm ] 20 26_29 aprile 10 Fanny&Alexander HIM [ 9 pm ] 21 2 03_08 maggio 10 [ 9 pm ] Nerval Teatro Maurizio Lupinelli /Antonio Moresco MAGNIFICAT 22 10_15 maggio 10 Sergio Pierattini UN MONDO PERFETTO [ 9 pm ] 23 20_30 maggio 10 Teatro di Dioniso CORSIA DEGLI INCURABILI [ 9 pm ] 24 EVENTI COLLATERALI 17_18 ottobre 09 [ 9 pm ] Festival MilanOltre Aralla/Scarlini/Veggetti FontanaMix NOTHING 26 Festa del Teatro 2009 24 ottobre 09 Vitaliano Trevisan NOTE SUI SILLABARI [ 10.30 pm ] 25 ottobre 09 Tiziano Scarpa STABAT MATER [ 9 pm ] novembre 09 _ giugno 10 [ 6.30 pm ] BANCONE DI PROVA 28 18 _ 20 dicembre 09 [6.30 pm] Elisa Lepore/Cristina Tagliabue BODY WORK n° 1 29 marzo_aprile 10 [9 pm] FACE À FACE - PAROLE DI FRANCIA PER SCENE D’ITALIA 30 06 _10 aprile 10 DANAE FESTIVAL_XII edizione 31 Teatro i 32 info 33 3 UNA STAGIONE? NO, UN PROGETTO La stagione 09_10 Idoli non è una stagione. Non lo è, per lo meno, nel senso di mero contenitore temporale. Gli spettacoli in cartellone, così come i molti eventi collaterali (a cominciare dal nuovo, prestigioso appuntamento con la rassegna Face à Face) rientrano infatti nella tensione che muove Teatro i sin dall’inizio del suo percorso, una tensione progettuale capace di riunire intorno a sé 15 compagnie, per 19 spettacoli legati ad un tema (idoli) che li conduce e li provoca. Un tema scelto quest’anno perché attraversa il nostro tempo, quella contemporaneità a cui Teatro i rivolge da sempre una costante attenzione. Un progetto che vive innanzitutto dell’apporto di molti protagonisti affermati della scena italiana, insieme a quello della nuova leva di artisti che sta facendo molto parlare di sé, in un confronto che non vuole essere scontro, ma affermare la necessità e il valore di un dialogo tra mondi spesso affini eppure isolati gli uni dagli altri. Da una parte, alcuni nomi storici che sono stati protagonisti fondamentali delle passate stagioni: i Motus, gruppo di punta del teatro italiano, inaugureranno 09_10 Idoli con Let the Sunshine In (antigone) contest #1, primo episodio del ciclo dedicato alla figura di Antigone, eccezionalmente in scena negli spazi dell’Hangar Bicocca (29 ottobre _ 3 novembre), che conferma con questa collaborazione l'attenzione ai diversi linguaggi del contemporaneo. Dal 12 al 20 novembre si torna a Teatro i per Spara, trova il tesoro e ripeti, ciclo di pièces firmate da Mark Ravenhill, un’ “epopea contemporanea” ispirata ai grandi capolavori della storia delle arti e ai falsi idoli che pervadono la nostra società, nella versione dell’Accademia degli Artefatti, articolata in 8 episodi differenti che nelle rispettive serate vedranno alternarsi sulla scena ben 12 attori. A seguire, dal 23 al 28 novembre Questa sera si recita la nostra fine, rivisitazione di tre atti unici di Pirandello per la regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti (Egumteatro), protagonisti apprezzati e pluripremiati della scena, che si caratterizzano anche per l’estrema apertura nella collaborazione con altre realtà ed artisti. Qui il lavoro è condiviso con il gruppo toscano Gogmagog, anch’esso residente al Teatro Studio di Scandicci, dove dal 2006 cura la direzione artistica del piccolo ma combattivo ZoomFestival. Infine, dal 26 al 29 aprile, Him di Fanny&Alexander, episodio centrale del loro progetto Oz, con una sensazionale prova d’attore di Marco Cavalcoli sul palco nei panni di un vero e proprio idolo nero: un Hitler grottesco, a metà tra Cattelan e Charlie Chaplin. Sul versante dei nuovi gruppi, quattro realtà eterogenee per percorsi e stile: il nuovo anno si inaugura con la prima significativa presenza milanese di Stefano Ricci e Gianni Forte, un duo già di culto, che con Troia’s Discount riporta ai giorni nostri la storia di Eurialo e Niso, giovani amanti nell’Eneide di Virgilio, trasformandola in una ballata consumistica (11 _ 28 gennaio 2010); i Muta Imago (uno dei gruppi più originali del nuovo movimento teatrale), che prendono spunto dal caso psichiatrico di Lev Zasetsky, soldato russo colpito da un proiettile alla testa durante la seconda guerra mondiale, per raccontare dell'incessante tentativo di ricostruire qualcosa che si è perso, l'identità, la memoria, a partire da frammenti scomposti e disordinati (Lev, 25 _ 28 febbraio). Daniele Timpano (amnesiA vivacE) e i Menoventi saranno invece protagonisti a febbraio di due minipersonali: il primo presenterà il suo nuovo lavoro Risorgimento Pop (4 _ 7 febbraio) dedicato agli idoli di uno dei periodi cruciali della storia italiana, e riproporrà uno dei suoi lavori di maggior successo, Dux in scatola – Autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito (9 _ 10 febbraio). Menoventi, giovane gruppo vincitore nel 2008 del Bando Nuove Creatività dell’ETI (Ente Teatrale Italiano), proporrà invece con Invisibilmente (15_18 febbraio) e Semiramis (20 _ 21 febbraio) due spettacoli di segno molto differente, accomunati dalla grande forza comunicativa che ne contraddistingue la poetica. Accanto a questa polarità di generazioni, la testimonianza viva di artisti che attraversano le categorie del teatro tradizionale, condividendo con Teatro i un’identica avversione per le etichette e confrontandosi con la scrittura per la scena: Scena Verticale con U Tingiutu, una rivisitazione del mito classico che nell’operazione del regista e autore Dario De Luca 4 trasferisce Achille, Ulisse, Menelao e Agamennone nella fosca (ma tragicamente attuale) realtà delle lotte tra i clan della ‘ndrangheta. Maurizio Lupinelli, con la sua compagnia Nerval Teatro, continua il percorso attraverso la drammaturgia di Antonio Moresco, autore incandescente che da qualche tempo si presta al gioco del teatro, mettendo in scena Magnificat (3 _ 8 maggio), monologo al femminile dove una madre dialoga con il proprio feto e con la sua voce a venire. Lo spettacolo è stato realizzato in collaborazione con Olinda, un preziosissimo partner della stagione. Ancora, Sergio Pierattini dirigerà Milvia Marigliano nel suo testo Un mondo perfetto (Premio Speciale della Giuria a Riccione nel 2007), che affronta un tema complesso come quello dell'adozione e più in generale della nostra incapacità di amare. Due a solo per due attori dai percorsi molto diversi, ma che scelgono di lavorare su personaggi-idoli della storia e del teatro: Michele Di Mauro con il suo E n r i c o 4, personalissima rivisitazione dell’opera di Luigi Pirandello, e Alessandro Quattro, che insieme ad Alessandro Mor presenterà uno studio sulla figura di Bruto, protagonista del Giulio Cesare di Shakespeare ( Bruto,12_15 aprile). Come nella sua vocazione, anche quest’anno le produzioni di Teatro i riservano un’attenzione particolare alla drammaturgia contemporanea. Innanzitutto con la ripresa di Lait, opera prima della giovane drammaturga Magdalena Barile, premiata lo scorso anno dal successo di pubblico e critica. Il mese di marzo 2010 vedrà il debutto della nuova produzione di Teatro i, che verrà presentata all’inizio dell’anno in una conferenza stampa ad hoc. In chiusura di stagione, Corsia degli incurabili, una produzione di Teatro di Dioniso di Valter Malosti, progetto speciale che continua la collaborazione con Teatro i, inaugurata lo scorso anno con il Progetto Testori. Malosti dirigerà Federica Fracassi nel poema di Patrizia Valduga (20 _ 30 maggio), tra le voci più interessanti della poesia contemporanea. Ma la drammaturgia contemporanea sarà la vera protagonista fin dall’inizio della programmazione di quest’anno, sia in occasione della Festa del Teatro (con Note sui Sillabari di Vitaliano Trevisan e lo Stabat Mater di Tiziano Scarpa, vincitore del Premio Strega 2009), che con la terza edizione di Bancone di Prova, laboratorio della nuova drammaturgia che presenterà un ciclo di sei “aperitivi drammaturgici” per introdurre gli spettacoli in programmazione. Infine, ma non ultimo, Teatro i sarà la terza sede (con Piccolo Teatro e Teatro Out Off) dell’edizione 2010 di Face à Face, rassegna promossa dall’Ambasciata di Francia per promuovere la nuova drammaturgia d’oltralpe. Ad ottobre e aprile, due tra i principali Festival milanesi dedicati alla performing art internazionale confermano la loro presenza a Teatro i: MilanOltre, rassegna ormai storica, e Danae Festival, una realtà che nei suoi dodici anni di vita ha saputo imporsi tra le proposte più seguite in questo campo. Dal 2008 Teatro i è entrato a far parte del sistema dei teatri convenzionati del Comune di Milano. Oltre a questo prezioso sostegno che costituisce per ciò che riguarda i finanziamenti pubblici l’entrata principale della struttura, è stato possibile realizzare la stagione 09_10 grazie al contributo di Regione Lombardia e in particolare a quello di Fondazione Cariplo, che sostiene l’attività di Teatro i accompagnandolo in un percorso di miglioramento gestionale. E’ attualmente in essere, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, un nuovo progetto di acquisizione e rivalutazione degli spazi di Teatro i e di quelli immediatamente adiacenti, al fine di potenziarne la riconoscibilità e l’incidenza quale centro culturale, non solo a livello cittadino, ma anche regionale e nazionale. A questo proposito cogliamo l’occasione per ringraziare il Comune di Milano nelle persone dell’Assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory e del Direttore del Settore Spettacolo Dott. Antonio Calbi, interlocutori attenti e impegnati nello sviluppo del progetto. 5 29 ottobre_03 novembre 09 c/o Hangar Bicocca, Via Chiese 2 _ Milano [9 pm] Teatro i e Fondazione Hangar Bicocca presentano Motus LET THE SUNSHINE IN (antigone) contest #1 di Enrico Casagrande & Daniela Nicolò regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò con Silvia Calderoni e Benno Steinegger direzione tecnica Valeria Foti con la collaborazione di Giorgina Pilozzi e di tutti i partecipanti al workshop "Non siamo una famiglia" produzione Motus con il sostegno di L'Arboreto di Mondaino, Festival delle Colline Torinesi, Progetto Geco - Ministero della Gioventù e Regione Emilia, Romagna I Motus scelgono di ambientare il loro nuovo lavoro in uno spazio non teatrale, che conserva in sé le tracce dell’ambiente industriale dal quale si origina. Così, entrando, si è da subito catapultati dentro lo spettacolo, dove è il pubblico a fare da recinto e contenitore dell’azione. A Milano, per ospitare Let the Sunshine In, non poteva esserci luogo migliore dell’Hangar Bicocca, strepitoso spazio per l’arte che con la sua collaborazione con Teatro i conferma la grande attenzione ai diversi linguaggi del contemporaneo. Lo spettacolo è la prima tappa di uno studio intorno alla figura di Antigone, ai fini di capirne la valenza politica, eminentemente politica, che in questi anni di opache prese di posizione e imbarazzanti conservatorismi è giusto porre nuovamente sotto la "luce del sole". Antigone per declinare nel contemporaneo il tema della rivolta. Il problema è la distanza da questa figura: come fare del resto di fronte a questo nome, a questo mito archetipico che abbaglia e allontana? Forse solo procedendo in modo frammentario e lacunoso, scegliendo la forma aperta del contest (la formula di una ricerca in divenire, confronti/scontri/discussioni/dialoghi, attraverso una serie di eventi unici, rigorosamente site specific) ponendo al centro il legame potentissimo, autodistruttivo fra due fratelli/attori (Silvia Calderoni e Benno Steinegger) che provano in un distacco persino fisico dagli spettatori una rappresentazione impossibile a farsi. Alla ricerca delle domande, delle urgenze e delle sollecitazioni per una possibile rilettura di Antigone oggi. Motus è stato fondato nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, strutturato sin dalle origini come nucleo di lavoro aperto alle ibridazioni fra arti e linguaggi. La follia d'amore, i meccanismi artificiosi della seduzione, i limiti del corpo e la sua indagine hanno da sempre invaso le scene del gruppo: O.F. ovvero Orlando Furioso impunemente eseguito da Motus (1998), Orpheus Glance e Visio gloriosa (2000), il progetto Rooms (2002). Dopo il lavoro su Pier Paolo Pasolini, con Come un cane senza padrone (2003) e L'Ospite (2004), nel 2006 è stata la volta di R.W. Fassbinder (Rumore rosa) e Samuel Beckett (A place. That again). Nel 2007, Motus ha dato avvio al fortunato ciclo di X(ics) Racconti crudeli della giovinezza, avviando una ricerca biennale sul rapporto fra le generazioni. La stessa ricerca ha condotto il gruppo a questo nuovo progetto ispirato alla figura di Antigone, che si svilupperà nel 2009 e 2010. 6 12 _ 20 novembre 09 [ 9 pm ] Accademia degli Artefatti SPARA, TROVA IL TESORO E RIPETI di Mark Ravenhill traduzione Pieraldo Girotto, Luca Scarlini scene/luci ambiente luci Diego Labonia scene Andrea Simonetti, Claudio Petrucci video Lorenzo Letizia sonorizzazioni Gerardo Greco costumi Ginevra Polverelli regia Fabrizio Arcuri produzione Accademia degli Artefatti09/Teatro Metastasio Stabile della Toscana collaborazione alla produzione Festival Magna Graecia/Mercadante Teatro Stabile di Napoli/Le Chant du Jour/Rialtosantambrogio/Trend – nuove frontiere della scena britannica/ Tuscania d’arte – Officina/ Culturale Regione Lazio/Festival di drammaturgia contemporanea i Quartieri dell’Arte/Arci Viterbo/Area06 Nella primavera del 2007 Mark Ravenhill ha un attacco epilettico che gli causa un coma e una perdita di memoria. Quando si risveglia non ricorda di aver preso l’impegno di scrivere una pièce al giorno per ognuno dei 16 giorni dell'Edinburgh International Festival. Nelle settimane successive, fortemente segnato da questa esperienza, Ravenhill scrive Spara, trova il tesoro e ripeti, un ciclo di 17 pezzi ispirati ad altrettanti classici della letteratura, del cinema o della musica -tra gli altri: Le troiane, Il paradiso perduto, Il crepuscolo degli dei, Orgoglio e pregiudizio, La guerra dei mondi. Ogni pezzo è autonomo, tutti raccontano della guerra contro il terrore sostenuta dalle ‘potenze occidentali’. Il risultato è un’epopea contemporanea immersa in un’atmosfera da tragedia classica. 8 gli episodi del ciclo presenti a Teatro i che, in altrettante serate di programmazione, vedrà alternarsi sulla scena 12 attori differenti. Di seguito il programma dettagliato: giovedì 12 novembre NASCITA DI UNA NAZIONE con Miriam Abutori, Matteo Angius, Gabriele Benedetti, Fabrizio Croci, Pieraldo Girotto [50’] venerdì 13 novembre DELITTO E CASTIGO con Fabrizio Croci, Caterina Silva [70’] sabato 14 novembre PARADISO PERDUTO con Miriam Abutori, Michele Pieraldo Girotto, Sandra Soncini [70’] Andrei, domenica 15 novembre pomeriggio DELITTO E CASTIGO [70’] serale PARADISO PERDUTO [70’] lunedì 16 novembre LE TROIANE con Miriam Abutori, Caterina Francesca Mazza, Sandra Soncini [60’] Silva, mercoledì 18 novembre GUERRA E PACE con Matteo Angius, Gabriele Benedetti, Sandra Soncini [45‘] ODISSEA con Miriam Abutori, Matteo Angius, Gabriele Benedetti, Livio Beshir, Costa brothers, Fabrizio Croci, Pieraldo Girotto [60’] giovedì 19 novembre NASCITA DI UNA NAZIONE [50’] venerdì 20 novembre 7 LA MADRE con Livio Beshir, Federica Seddaiu [30’] DONNE IN AMORE Francesca Mazza, con Michele Caterina Silva [50’] Andrei, Matteo Angius, Accademia degli Artefatti nasce intorno ai primi anni ‘90. Si contraddistingue per un lavoro che contamina arte figurativa, performance e installazioni, mentre parallelamente sviluppa una propria modalità prettamente teatrale. E' negli anni presente nei più importanti festival italiani e rassegne di teatro di ricerca come T90, Iperavanguardia (Scandicci), MilanOltre, Santarcangelo dei Teatri. Nel ‘99 vince la Biennale giovani sezione Teatro. Nel 2001 il Palazzo delle Esposizioni di Roma dedica alla compagnia un'ampia retrospettiva sul lavoro teatrale e sulle installazioni. Negli ultimi anni il lavoro dell'Accademia degli Artefatti si è concentrato sulla drammaturgia britannica contemporanea che ha in Tim Crouch, Martin Crimp e Mark Ravenhill i suoi rappresentanti più significativi: ricordiamo Tre pezzi facili (Premio Ubu 2005), ma soprattutto Attentati alla vita di lei di Martin Crimp e il Progetto Abuso (My arm e An Oak Tree di Tim Crouch), entrambi ospiti a Teatro i tra il 2007 e il 2008. Mark Ravenhill vive a Londra. La sua prima opera importante è Shopping and Fucking, prodotta dall’Out of Joint Theatre di Londra e andata in scena per la prima volta al Royal Court Theatre nel settembre del 1996. Successivamente ha scritto Faust is dead (1997), Handbag (1998) - che ha vinto l’ Evening Standard Award - e Some Explicit Polaroids, che ha debuttato all’Ambassadors Theatre di Londra nel novembre 1999. Nel 1998, mentre dirigeva Paines Plough, che dal 1974 si dedica alla drammaturgia contemporanea, ha organizzato il progetto di scrittura collaborativa Sleeping Around. Mother Clap's Molly House, ambientato nella Londra del XVIII secolo, è stato rappresentato nel 2001 al National's Lyttleton Theatre. Nel 2006, sono state pubblicate quattro nuove opere: The Cut, Product, Citizenship e Pool (no water). 8 23 _28 novembre 09 [ 9 pm ] Egumteatro / Gogmagog QUESTA SERA SI RECITA LA NOSTRA FINE Sogno (ma forse no), All’uscita, L’uomo dal fiore in bocca. [Tre atti unici di Luigi Pirandello] regia Annalisa Bianco e Virginio Liberti assistente alla regia Amandio Pinheiro con Rossana Gay, Carlo Salvador e Tommaso Taddei costumi Rita Bucchi suono Otto Rankerlott scene Loris Giancola tecnica Marco Falai produzione Gogmagog, Egumteatro sostenuto da Regione Toscana - Sistema regionale dello spettacolo Il progetto è frutto della collaborazione tra due realtà, due “generazioni” di artisti che si confrontano concretamente. La regia è affidata a Annalisa Bianco e Virginio Liberti, ovvero Egumteatro. Le voci, i corpi sono quelli di Carlo Salvador e Tommaso Taddei, due attori della compagnia Gogmagog, e Rossana Gay. Il terreno di questo confronto sono tre atti unici di Pirandello: Sogno (ma forse no), All’uscita e L’uomo dal fiore in bocca. Un tema accomuna questi tre testi: quello della fine, della morte, della coesistenza di più piani di realtà, di più piani di esistenza. Sogno e veglia, vita e morte convivono ora con concretezza ora con illusione evanescente e portano sulla scena un “teatro del ritorno”. I personaggi, come Lazzaro, ritornano davanti agli occhi allibiti degli spettatori ripetendo il tema dell’uscita dai loro cimiteri, dai loro manicomi, dalle loro prigioni, dai loro sogni e dalla loro razionalità. Il ritorno dopo una morte concreta o apparente, o presunta. Il risveglio da un sogno lucido o l’abbandono al sonno. Lazzari risorti, dunque, e disperati, trascinati verso l’azione dalla furia dei sensi, dalla necessità meccanica, biologica di soddisfare i propri desideri, di compiere le proprie vendette, di aderire a se stessi. Uno spettacolo che vuole coinvolgere lo spettatore, “aggredirlo” sensorialmente attraverso la vicinanza e la coabitazione con gli attori per fargli compiere una sorta di viaggio, per “tornare” ed “uscire” cambiati. Egumteatro nasce nel 1994 a Milano da Annalisa Bianco e Virginio Liberti. Nel 1998 si trasferisce nella Provincia di Siena dove inizia un'intensa attività sul territorio. Egumteatro crea un premio di drammaturgia, realizza spettacoli con attori professionisti, gruppi dialettali, con gli allievi delle scuole elementari e con gli ex lungo-degenti dei servizi psichiatrici. Tra gli spettacoli più recenti realizzati dal gruppo ricordiamo: Hamletmachine di Heiner Müller (2004), Loretta Strong (2004) e L'omosessuale o la difficoltà di esprimersi (2006) di Copi e Un anno con 13 lune (2008) di Fassbinder. Gogmagog nasce nel 1997 da giovani attori/autori provenienti da percorsi artistici diversi. Gogmagog incentra la propria attività sulla produzione e rappresentazione di spettacoli ed eventi teatrali, lavorando sia alla scrittura di partiture e testi originali sia confrontandosi con maestri del teatro contemporaneo. Tra i suoi spettacoli recenti Quella Volta-Teatro II di Samuel Beckett, Have I None di Edward Bond (2007) e la performance The Restaurant of many orders (2007). Dal 2006 Gogmagog cura ZoomFestival presso il Teatro Studio di Scandicci. 28 novembre [ 6.30 pm] Bancone di Prova - Riccardo Bani [vedi eventi collaterali] 9 14_21 dicembre 09 [ 9 pm ] Teatro i LAIT di Magdalena Barile regia Renzo Martinelli con Milutin Dapcevic e Federica Fracassi e con Cecilia Malannino aiuto regia Francesca Garolla luci e tecnica Romain Fougère video Valentina Bianchi, Fabio Cinicola allestimento in collaborazione con .PSLAB BEIRUT produzione Teatro i da un testo selezionato all’interno del laboratorio Bancone di Prova - con il contributo di Regione Lombardia Progetto NEXT Difficile eppure leggero, metafisico eppure divertente, radicalmente antinaturalista eppure efficace nell' invenzione del plot e dei personaggi.(…) Irresistibili i due protagonisti, Federica Fracassie Milutin Dapcevic, in grado di spegnere e accendere la presenza scenica dei loro personaggi (frivola e dolente lei, inibito e scontroso lui) in un gioco teatrale dove sono presenti in carne e ossa ma anche come immagini video manipolabili in tempo reale, tra balletti, provocazioni al pubblico e pietà michelangiolesche da realizzare con corpi illuminati a dovere. E chapeau anche a Renzo Martinelli, regista sempre più sbilanciato verso una meditata sofisticazione dello spazio come veicolo di visione. (Sara Chiappori, la Repubblica, 8 maggio 2009) Lait, che ha debuttato la scorsa stagione a Teatro i, è un testo della giovane autrice Magdalena Barile, nato all’interno di un laboratorio dedicato alla nuova drammaturgia (Bancone di Prova) che Teatro i ospita sin dalla sua origine nel 2007. La scelta di questa messa in scena rappresenta una sfida, ancora più grande in questi tempi di crisi, volta a sostenere e incoraggiare nei fatti il lavoro della nuova drammaturgia, un lavoro spesso sotterraneo e poco visibile rispetto ad altri contesti europei. Mikail e Cal, giovani e luminosi, vengono reclutati dal Greco, fantomatico artista, con il compito di brillare per lui. In cambio della loro luce, Mikail e Cal sperano di ottenere fama e bellezza e diventare a loro volta opere d’arte. La scissione fra luce e corpo, specialità incontrastata del Greco, non manca però di inquietanti effetti collaterali. Lait è la storia di un patto faustiano senza nemmeno il contratto, dove i protagonisti dovranno scegliere da che parte stare, in ombra oppure in luce, nel corpo o fuori dal corpo. La scenografia di Lait si incentra su RE/DO, un’installazione concettuale nata dalla collaborazione tra lo studio Piuarch di Milano e .PSLAB (collettivo di architetti, designers e artisti) con sede a Beirut, realizzata attraverso il riutilizzo di materiale industriale e ospite del Fuorisalone 2009. Magdalena Barile, diplomata nel 2002 all’Accademia d’Arte Drammatica Paolo Grassi, vive a Milano dove lavora come autrice televisiva (L’Albero azzurro, Camera Cafè, Affari di famiglia) e teatrale (Amazzonia, Manuel e Miranda, La Maga Olga, In Tumulto). E’ una delle autrici/fondatrici del progetto Bancone di Prova, laboratorio di scritture per il teatro, e collabora stabilmente con l’Istituto Europeo di Design come docente di sceneggiatura. 18 _ 20 dicembre [6.30 pm] Elisa Lepore/Cristina Tagliabue BODY WORK n° 2 [vedi eventi collaterali] 10 11_18 gennaio 10 ricci / forte TROIA'S DISCOUNT drammaturgia ricci/forte con Fausto Cabra, Enzo Curcurù, Anna Gualdo, Alberto Onofrietti, Angela Rafanelli movimenti scenici Marco Angelilli costumi Simone Valsecchi disegno luci Carmine Pierri regia Stefano Ricci produzione ricci/forte in collaborazione con Festival Internazionale Castel dei Mondi Oggi. Il sacrificio d’Amore di due “casseurs”, Eurialo e Niso, che nell’Eneide non appaiono prima e che – dopo il Libro IX – non compariranno più. Tre donne, Didone, Creusa e Lavinia, legate dall’incontro fortuito con lo stesso uomo. In una consumistica ballata di fantasmi evocatrice di Santificazione. Contagio. Sudore. Ferite. Campionario di vite cloroformizzate, abitate da un senso di attesa che mai si realizza. Anime che hanno mancato l’appuntamento col destino; che hanno fallito. Protagonisti della notte. Perché resta solo quella manciata di ore senza luce, quell’attimo in cui tutto può accadere, per abbracciare con in-coscienza le tappe di un calvario. Allora, giù. Verso gli inferi. Senza fermate intermedie. Aggrappati ad una zattera della medusa che ha i contorni d’un centro commerciale. Giù, sempre più giù. Fino al grado zero della voglia di vivere. Fino a vivere, forse, per la prima volta. Stefano Ricci e Gianni Forte si formano all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e alla New York University, dove studiano drammaturgia con Edward Albee. Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti in questi anni il Premio Studio 12 / Anticoli e il Premio Carro di Tespi per Cuori Pulpitanti (1997), il premio Oddone Cappellino per I mercoledì di Giocasta (1998) e L’acchiappatopi, i Premi Vallecorsi e Fondi-La Pastora per Facchini dell’orsa maggiore. Nel 2000 vincono il Premio Hystrio per la Drammaturgia. Nella stagione 08/09 riscrivono Ploutos di Aristofane con la regia di Massimo Popolizio, spettacolo prodotto dal Teatro di Roma e dalla Biennale Teatro di Venezia. Elisabetta Pozzi, Maria Paiato, Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Serena Sinigaglia sono stati, tra gli altri, interpreti e registi dei loro testi. Svolgono, oltre a quella di autori teatrali, l’attività di sceneggiatori. Tra i loro ultimi lavori una serie tv hot che hanno scritto e diretto per Jimmy (Sky). 16 gennaio [ 6.30 pm] Bancone di Prova – Gianluca De Col [vedi eventi collaterali] 11 25_30 gennaio 10 [ 9 pm ] Scena Verticale U TINGIUTU un Aiace di Calabria ideazione, testo e regia Dario De Luca con Dario De Luca, Rosario Mastrota, Ernesto Orrico, Fabio Pellicori, Marco Silani musiche originali Gianfranco De Franco, Gennaro de Rosa assistenza alla regia Isabella Di Rosa scene, costumi e oggetti di scena Rita Zangari fantocci Teatro delle Rane direzione tecnica e audio Gennaro Dolce luci Gaetano Bonofiglio foto di scena Angelo Maggio organizzazione e distribuzione Settimio Pisano produzione Scena Verticale col sostegno di Calabria Palcoscenico - Regione Calabria testo finalista al Premio Riccione per il Teatro 2009 Un clan dell’onorata società calabrese, alla morte del boss Achille, giudica Ulisse, e non Aiace, l’affiliato più valoroso e gli attribuisce il potere del capobastone morto. Aiace, offeso nel suo onore, progetta di sterminare i suoi giudici e di torturare il rivale. Durante la tortura Aiace dà sfogo alla propria rabbia e al proprio dolore; sa che da quel momento in poi è diventato nu tingiutu, per gli uomini della cosca, uno tinto col carbone, designato a morire, condannato per lo “sgarro” fatto. Per tutti, anche per se stesso, è un cadavere che cammina. In una agenzia di pompe funebri, quartier generale della cosca e funesto scenario di soprusi e gerarchie crudeli, si svolge tutta l’azione. Dario De Luca (autore, regista e interprete del lavoro) racconta la sua mala Calabria usando gli eroi greci. La tragedia antica gli offre la “vista” necessaria per spiegare e interpretare facce, affari, ambizioni, destini e pance di questi malacarne che hanno trovato fortuna e identità nell’altra legge. Senza redimerli naturalmente, ma portando anche alla luce come un certo retroterra possa indirizzare verso delle scelte non lecite. Perché la maledizione in Calabria si chiama “contiguità”: quella cosa terribile che costringe onesti e disonesti, mafiosi e non mafiosi a vivere fianco a fianco, a respirare la stessa aria, a frequentare gli stessi luoghi. E questa ignara mancanza di libero arbitrio pone drammaticamente l’attenzione sull’importanza di una educazione anti-mafiosa. Per raccontare questa terra dalle mille contraddizioni, questi dubbi, personali, enormi, sconvenienti, che tengono viva la riflessione sul nostro operato quotidiano, De Luca sceglie di utilizzare una parlata viva, misteriosa e dialettale. Una parlata fatta di allusioni, di espressioni gergali, di detto e non detto, di segni e occhiate che, inaspettatamente, insieme agli altri attori ha ritrovato viva dentro di sé. Colpa, forse, di quella stessa maledetta “contiguità”. Scena Verticale nasce nel 1992 a Castrovillari (CS) per opera di Saverio La Ruina (formatosi con Jerzy Stuhr, Leo De Berardinis, Remondi e Caporossi, sarà tra i giovani registi selezionati agli atelier di regia curati da Eimuntas Nekrosius per La Biennale di Venezia nelle edizioni 1999 e 2000) e Dario De Luca (formatosi con Alfonso Santagata, Laura Curino e Armando Punzo). Sono autori, tra gli altri, del fortunato Kitsch Hamlet (2005) e di Dissonorata, scritto diretto e interpretato da Saverio La Ruina, Premio UBU 2007 nelle categorie “Migliore attore” e “Nuovo testo italiano”. Scena Verticale è ideatrice e organizzatrice del festival Primavera dei Teatri a Castrovillari, giunto nel giugno 2009 alla decima edizione. 30 gennaio [ 6.30 pm] Bancone di Prova – Marco Di Stefano [vedi eventi collaterali] 12 04_07 febbraio 10 Daniele Timpano / amnesiaA vivacE RISORGIMENTO POP memorie e amnesie conferite ad una gamba drammaturgia e regia Daniele Timpano, Marco Andreoli con Daniele Timpano, Gaetano Ventriglia disegno luci Marco Fumarola cadavere di “Giuseppe Mazzini” realizzato da Francesco Givone musiche aggiuntive di Marco Maurizi collaborazione artistica di Elvira Frosini produzione amnesiA vivacE, Circo Bordeaux, RialtoSantambrogio, Voci di Fonte Con il sostegno di “Scenari Indipendenti” - Provincia di Roma in collaborazione con Ozu, Area 06, Centro di Documentazione Teatro Civile Due figure sul fondo, il volto coperto da un fazzoletto che subito abbandonano per indossare, compiaciuti, scuri occhiali da sole. Daniele Timpano e Gaetano Ventriglia si presentano così, tanto per sembrare un po’ pop anche loro. Del resto tutto questo è pop. Non semplicemente popolare. Popolare è Pippo Baudo, popolari sono Albano e Miss Italia. Britney Spears è pop. Anzi, la sua giovinezza è quasi neogaribaldina, così come le sue resurrezioni, i suoi rutti post-glamour, la sua retorica virginale. Così, si possono anche scegliere due preti blasfemi per raccontare il Risorgimento, ricordandone le tappe fondamentali come in un quiz televisivo. Parroci con gli occhiali scuri da mafiosi, con fazzoletti bianchi sulla faccia come a dire: “Arrendetevi!”, oppure “Siete circondati”, quasi a significare che le dimensioni di un piccolo stato autonomo, quando i confini sono spirituali, non siano affatto rilevanti. Quasi a dire che la storia stessa, in fondo, non esiste, come l’Italia che parrebbe resuscitata ma che invece è morta, morta stecchita. Scheletrita, rinsecchita come il cadavere e la gamba mutilata di “Pippo” Mazzini e “Peppino” Garibaldi, portati a sorpresa sul palco. E se l’Italia non esiste più, il Risorgimento è tutta una bufala, una bufala pop, e il grido di “viva l’Italia” può essere sostituito dalla hit ossessionante di Britney Spears, nello stile dissacratore e visionario di Daniele Timpano che, dopo Dux in scatola e Ecce Robot!, affronta con questo spettacolo la farsa tragicomica della fine dell’Ottocento italiano. Daniele Timpano (1974) è autore, attore e regista. È fondatore del gruppo 'amnesiA vivacE', con il quale si occupa di teatro, musica, filosofia ma – soprattutto - di altro. Gli spettacoli di amnesiA vivacE sono tutti concepiti lungo una linea di ricerca anche musicale, di integrazione tra testo/corpo/note in un continuo disequilibrio tra partitura codificata ed improvvisazione. amnesiA vivacE è tra gli organizzatori della rassegna teatrale UBUsettete! Fiera di alterità teatrali romane. Tra gli altri spettacoli da lui scritti e interpretati ricordiamo Profondo Dispari (2000); Oreste da Euripide (2001); Caccia ‘l drago da J. R. R. Tolkien (2004); Gli uccisori del chiaro di luna (2005) e Ecce robot! (2007). 06 febbraio [ 6.30 pm] Bancone di Prova – Lorenzo Piccolo [vedi eventi collaterali] 13 09_10 febbraio 10 Daniele Timpano / amnesiA vivacE DUX IN SCATOLA autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito uno spettacolo di e con Daniele Timpano collaborazione artistica Valentina Cannizzaro, Gabriele Linari disegno luci Marco Fumarola foto di scena Valerio Cruciani progetto grafico Alessandra D'Innella drammaturgia e regia Daniele Timpano produzione amnesiA vivacE in collaborazione con Rialto SantAmbrogio finalista del Premio Scenario 2005 Un attore – solo in scena con l’unica compagnia di un baule che viene spacciato come contenente le spoglie mortali di “Mussolini Benito”– racconta in prima persona le rocambolesche vicende del corpo del duce, da Piazzale Loreto nel ’45 alla sepoltura nel cimitero di San Cassiano di Predappio nel ’57. Alle avventure post-mortem del cadavere eccellente si intrecciano brani di testi letterari del Ventennio (Marinetti, Gadda, Malaparte…), luoghi comuni sul fascismo, materiali tra i più disparati provenienti da siti web neofascisti, nel tentativo di tracciare il percorso di Mussolini nell’immaginario degli italiani, dagli anni del consenso agli anni della nostalgia. L’attore, costretto ad avvicinare la materia da una lontananza cronologica e ideologica immensa, gioca una identificazione posticcia con l’oggetto del suo racconto, parlando sempre in prima persona, come se il suo corpo contenesse la forza criminale del fascismo tra le sue quattro ossa. Una identificazione che è appunto posticcia, visto che in scena non c’è nessun tentativo di rappresentare un personaggio-Mussolini: il duce degli italiani è nel baule, o al limite nella tomba di Predappio. L’assimilazione forzata tra il soggetto (Daniele Timpano: “sinistramente” vivo) e l’oggetto (Mussolini Benito: “destramente” morto) del racconto riconferma la lontananza irriducibile tra due visioni del mondo inconciliabili. Dux in scatola, finalista al Premio Scenario nel 2006 (dove vince il primo premio della Giuria Ombra), è pubblicato in volume da Coniglio Editore nel 2006. 14 15_18 febbraio 10 [ 9 pm ] Menoventi INVISIBILMENTE di Gianni Farina, Alessandro Miele, Consuelo Battiston con Alessandro Miele e Consuelo Battiston regia Gianni Farina produzione Menoventi - ERT Un piccolo schermo con la scritta “BENVENUTI!”, sul palco due presentatori che annunciano al pubblico che lo spettacolo sta per cominciare e che alla fine ci sarà una grande sorpresa. Lo spettacolo, però, non avrà mai inizio e i due malcapitati, dopo vani tentativi, cercheranno di fuggire e lo schermo diventerà il vero autore e regista dello spettacolo a cui, non solo gli attori ma anche il pubblico in sala, obbediranno come in una trance onirica e visionaria. Una situazione pirandelliana, nell'incapacità di uscire dai copioni scritti, dai ruoli, dalle etichette, dalle “finzioni sociali”, uno spettacolo intriso di una comicità che nasconde e svela allo stesso tempo l’inquietudine orwelliana che lo sottende per descrivere il disagio, il vuoto, la follia che si nasconde dietro la normalità di una società che rifugia spesso le proprie insicurezze in schemi prestabiliti, in una realtà artificiale, preconfezionata, creata ad arte soprattutto dal mondo della televisione. Menoventi nasce nel 2005 da Consuelo Battiston, Gianni Farina e Alessandro Miele. I tre collaborano per la prima volta in occasione della realizzazione dello spettacolo Salmagundi (produzione ERT-Ravenna Teatro) diretto da Marco Martinelli e Ermanna Montanari per il corso di alta formazione organizzato da ERT (Emilia Romagna Teatro) e diretto dal Teatro delle Albe. Cresciuti artisticamente (e non solo) in tre zone diverse d’Italia, Alessandro (Pompei - NA), Consuelo (Fiume Veneto - PN) e Gianni (Casola Valsenio - RA) seguono tre differenti percorsi di formazione nelle loro “terre d’origine”. La forte diversità tra i componenti del gruppo, figlia anche della differenziazione geografica, è una delle ricchezze della compagnia. Insieme realizzano: In Festa (2006), Semiramis (2007) e InvisibilMente (2008). Il loro ultimo lavoro, POSTILLA (2009), è un progetto selezionato dal bando Nuove Creatività con il sostegno di Eti – Ente Teatrale Italiano 15 20_21 febbraio 10 [ 9 pm ] Menoventi SEMIRAMIS con Consuelo Battiston scenotecnica Attilio Del Pico costumi Elisa Alberghi macchinista di scena Alessandro Miele regia Gianni Farina produzione Menoventi, festival es.terni 2007- Dimora Fraglie con il sostegno della Casa del teatro di Faenza Semiramis è la leggendaria regina assira a cui si attribuisce la costruzione dei Giardini pensili di Babilonia, e La hija del aire è l’opera di Pedro Calderòn de la Barca che ne riprende e ne sviluppa il mito. Menoventi, mettendo in scena la propria Semiramis parte esattamente da questa storia, sminuzzandola, spremendola, cercando di farne uscire il sangue: Semiramis è stata rinchiusa dalla nascita all’interno di una grotta, sorvegliata notte e giorno dal profeta Tiresia. Venere, affidandogli la bambina, gli raccomandò infatti di non mostrarla mai ad alcun uomo, giacchè il suo destino sarebbe stato quello di trasformarsi nell’orrore del mondo, portando con sé tragedia e morte. Eccola allora Semiramis: una donna intrappolata in una eterna prigione, che ha l’aspetto inquietante di un bagno bianco, senza servizi igienici. Sulle pareti scritte d’amore, in rosso e in nero, frasi crudeli le cui lettere indicano il suo terribile destino. L’attrice è completamente sola al centro della scena, se non fosse per lo sgabello metallico sul quale ogni tanto si siede, e un piccolo armadietto-specchio, appeso alla parete, che improvvisamente si apre, quasi fosse una possibile via di fuga dalla prigione che da sempre la intrappola. Questa stanza illuminata dalla luce di neon bianchi o cupamente e gelidamente azzurri, diviene spazio da esplorare, spazio in cui Semiramis si muove cercando la liberazione. Ma è anche altro. Queste mura bianche, queste scritte sui muri che la donna legge, cancella, riscrive con i pennarelli, i rossetti, i trucchi trovati nel bagno, divengono suoi interlocutori. Semiramis dialoga con un alter ego che non vede, che fa parte di se stessa, con l’eco della sua voce che proviene da un altrove in cui spera di trovare salvezza, con un tempo che rimane immobile e che pure scorre sul suo corpo. Ed è il suo corpo, la sua voce, i suoi movimenti perfetti a scandire il procedere del tempo, e con esso quello della drammaturgia, fin sulla soglia di un’insperata quanto fragile salvezza. Semiramis ha vinto il bando Dimora Fragile organizzato dal festival Es.terni 07, il concorso Loro del Reno 2008 (Teatri di Vita – Bologna) e si è classificato secondo al premio nazionale Extra – segnali dalla nuova scena italiana organizzato dal GAI (Giovani Artisti Italiani). 16 25_28 febbraio 10 [ 9 pm ] Muta Imago LEV ideazione Glen Blackhall, Riccardo Fazi, Claudia Sorace, Massimo Troncanetti regia Claudia Sorace drammaturgia/suono Riccardo Fazi realizzazione scena Massimo Troncanetti vestiti Fiamma Benvignati registrazioni canto Irene Petris registrazioni pianoforte Marco Guazzone con Glen Blackhall foto di scena Laura Arlotti produzione Muta Imago 2008 coproduzione Ztl-pro / Santasangre – Kollatino Underground in collaborazione con Inteatro / Scenari Danza 2.0 Amat con il sostegno di Regione Marche –Assessorato alle Politiche Giovanili e Ministero per le Politiche Giovanili e Attività sportive e in collaborazione con Kilowatt Festival con il sostegno di AgoràKajSkenè (Aksé - Crono 2008) e Demetra - Produzioni Culturali spettacolo segnalato al Premio tuttoteatro.com - Dante Cappelletti 2007 Un uomo apre gli occhi. Si guarda intorno. C’è poca luce, non riesce a capire dove si trova. Attraversa lo spazio contando i passi, si avvicina a una parete in cerca di rumori. Appoggia l’orecchio al muro. Improvvisamente le luci esplodono, le pareti diventano mucchi di fango e tra le grida dei compagni e i fischi delle pallottole l’uomo si getta a terra. E riprende a ricordare. Lev Zasetky è un soldato russo che viene colpito alla testa da un proiettile. Siamo nel 1943. Da allora, perduta la memoria e con quella la propria identità, l’esistenza di Lev è una lotta quotidiana per restituire un senso a quel mondo infranto che lui, non più in grado di ricordare il passato né di rapportarsi al presente, vede manifestarsi davanti ai suoi occhi come un insieme disordinato di immagini e sensazioni. La sua storia, giuntaci attraverso il neuropsichiatra russo Alexander Lurja, che lo ebbe in cura, e attraverso il diario che Lev tenne fino al 1958, è alla base del nuovo spettacolo della compagnia romana Muta Imago. Muta Imago nasce a Roma nel 2004 dall’incontro tra Riccardo Fazi, drammaturgo, Claudia Sorace, regista, Massimo Troncanetti, scenografo. Dal 2006 collabora con l’attore Glen Blackhall. Partendo dalla provocazione della materia il gruppo riflette sulla possibilità di approfondire e dilatare i varchi spaziali e di senso rintracciabili nella realtà. Per far affiorare storie e momenti che permettano di ricostruire un’unità perduta, quella che si può trovare ancora nell’essere umano. Comeacqua (2007), (a + b)3 (2007), Lev (2008) sono gli ultimi spettacoli prodotti dal gruppo, ospite fisso dei più importanti centri e rassegne nazionali dedicati al nuovo teatro. 17 12_15 aprile 10 [ 9 pm ] Alessandro Quattro / Alessandro Mor BRUTO di e con Alessandro Mor e Alessandro Quattro luci Stefano Mazzanti suoni Carlo Dall’Asta in coproduzione con Residenza Idra – Teatro Inverso in collaborazione con Teatro i Lo spettacolo prende spunto dal Giulio Cesare di William Shakespeare. L’elaborazione drammaturgica isola la figura di Marco Bruto, il tirannicida, in un luogo metaforico che sintetizza lo spazio tra due azioni tragiche (l’assassinio di Cesare e il suicidio di Bruto): solo, coperto da un lenzuolo come in un mausoleo della memoria, ma ancora visitato dai fantasmi di Cesare, Antonio e Cassio, che lo costringono a rivivere la sua complessa esistenza ancora in cerca di una soluzione. Il suo sogno, o il suo incubo, procede dividendo la mente e i sensi tra l’ossessione di ciò che deve compiere con gli altri cospiratori, e la necessità di fare un discorso pubblico politicamente convincente per giustificare le ragioni del suo atto. Il luogo in cui si trova si trasforma quindi nel giardino privato di Bruto, nel Senato, nello studio di un politico moderno che prova a trovare le parole giuste per il suo discorso in un’ arena televisiva da cui parlare in diretta alla nazione. Quel che interessa indagare è il percorso intimo di un personaggio pubblico, i dubbi che si affollano nella coscienza dopo un’azione di estrema ribellione, come quella contro la svolta autoritaristica del cesarismo. Una sorta di archetipo del conflitto politico, che ci mette di fronte ancora oggi le stesse domande: quanto partecipiamo al bene comune? Quanto siamo manipolabili dai discorsi della politica? L’eliminazione di un leader politico può mai essere giustificata in nome della libertà di un popolo? Dove risiede esattamente il confine tra politica e terrorismo? Bruto, che si assume pubblicamente la responsabilità politica dei suoi atti, sa leggere in profondità i movimenti e le accelerazioni del momento storico che sta vivendo, o si arrocca in un idealismo fuori dal tempo? E più in generale, un singolo può veramente intervenire sugli eventi, tentare di “raddrizzare” la Storia, o questa è un flusso imprevedibile e inarrestabile che travolge drammaticamente chi le si oppone? Alessandro Quattro nasce a Milano nel 1970, dove si diploma alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi nel 1992. Completa la sua formazione con due borse di studio (Ecole des Maîtres e Royal Court Theatre) a Parigi, Bruxelles e Londra. Lavora come attore in teatro con – tra gli altri – Marco Baliani, Thierry Salmon, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, Andrée Ruth Shammah, Antonio Latella, Fabio Sonzogni, Lorenzo Loris e Renzo Martinelli. Al cinema con Giuseppe Bertolucci, Giovanni Maderna, Saverio Costanzo e Tom Tykwer. A partire dal 2004 realizza con Alessandro Mor gli spettacoli: La resurrezione del Larice da V.Salamov; Cul de Sac di G. Valzelli; L’elmo di Scipio di A. Rossato; Tre sorelle e Il Gabbiano di A. Cechov. Alessandro Mor nasce a Brescia nel 1969. Si diploma nel 1993 alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, diretta da Giorgio Strehler. Lavora in diversi spettacoli del Piccolo Teatro, tra cui Faust e I giganti della montagna per la regia di G. Strehler. Dal 1992 lavora con Marco Baliani (Le Antigoni della terra), con Elio De Capitani e Ferdinando Bruni (Capodanno e Tango barbaro di Copi) e con Claudio Collovà. Dopo alcune esperienze laboratoriali di approccio alla danza con Carolyn Carlson, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, nel 1997 approfondisce lo studio di questo linguaggio. Nel 2003 debutta al Festival di Polverigi con lo spettacolo Nododiamante, la cui tappa successiva è lo spettacolo Ostinato, presentato nel 2004 a Romaeuropadanza. 18 19_22 aprile 10 [ 9 pm ] Michele Di Mauro E N R I C O 4. partitura in musica per voce sola di Michele Di Mauro & G.U.P.Alcaro moltissimo liberamente tratto dall’Enrico IV di Luigi Pirandello Un attore (Michele Di Mauro) e un compositore ( G.U.P. Alcaro) partendo dalla suggestiva ed elettrizzante traccia dell’Enrico IV di Pirandello si divertono a scomporre e ricomporre la vita del testo (e della sua struggente musicalità) shakerandolo con invenzioni di scrittura originali o prese in prestito da altre folli pagine della letteratura e del teatro, (passando da Petrolini a Nijinsky, da Heiner Müller a Carver) con l’intento di elaborare un concerto di parole e suoni che (proprio dalla frantumazione del punto di partenza) trova il respiro necessario per elevare ad una potenza massima la poetica pirandelliana. Michele Di Mauro è attore, autore e regista. Ha lavorato tra gli altri con il Teatro Stabile di Torino, il Gruppo della Rocca, la Compagnia Teatro Settimo di Gabriele Vacis, Mario Missiroli, Teatro Stabile di Palermo, Massimo Castri. Negli ultimi anni è protagonista con Egumteatro di Nella solitudine dei campi di cotone di Koltès (2006), Un anno con tredici lune di Fassbinder (che gli vale la candidatura al Premio Ubu 2007 come miglior attore), e L’apparenza inganna di Thomas Bernhard (2009), oltre che dei Quattro atti profani di Antonio Tarantino nella versione diretta da Valter Malosti. Per il cinema è stato interprete di Manuale d’amore di Giovanni Veronesi, La doppia ora di Giuseppe Capotondi, Santa Maradona e A/R andata + ritorno di Marco Ponti. 19 26_29 aprile 10 [ 9 pm ] Fanny&Alexander HIM if the wizard is a wizard you will see... con Marco Cavalcoli drammaturgia Chiara Lagani regia Luigi de Angelis promozione Valentina Ciampi e Marco Molduzzi logistica Sergio Carioli produzione Fanny & Alexander Su un grande schermo è proiettato un film su Il Mago di Oz. Al di sotto, al centro della scena, la figura di un piccolo dittatore-direttore d’orchestra, ossessionato dal film, del quale esegue senza tregua il doppiaggio, arrogandosi tutti i ruoli e, di più, l’intera parte audio: voci, musiche, suoni e rumori. La comicità scaturisce proprio dall’impossibilità di poter doppiare effettivamente tutto e quindi dalla necessità di selezionare, volta a volta, le parti e i punti a cui dare voce. E‘ come se il piccolo dittatore-direttore fosse „parlato“ dal film. Egli adatta ai propri toni una differente modalità per ognuno dei personaggi e degli eventi del film, in un’esilarante miscela performativa che da un lato esalta il susseguirsi della narrazione del film, dei colpi di scena, delle battute, mentre dall’altro vi aggiunge la vitalità che è caratteristica dei modi e dei ritmi propri del teatro. Al termine della sua famosa storia Dorothy giunge a Oz e, in procinto di essere esaudita, scopre che il suo mago è un falso mago e un vero artista: un ventriloquo, esperto d’aria e mongolfiere, di illusioni e altre cose inesistenti. Le alterne sembianze del mago - la grande testa, la bella dama, la bestia feroce - si rivelano fittizie e mendaci. Ma erano davvero un inganno? Se si volesse dar un volto a questo mago, concedere un’apparenza istantanea al suo smascheramento, forse più che un’immagine occorrerebbe una lacuna, una traccia, un lembo del suo possibile e misterioso aspetto. Il Mago, protagonista indiscusso della storia, artefice dell’inganno e della realtà dell’opera, ne è forse il primo e solo committente: inginocchiato, crudele e devoto, esile figurina desunta dalle pale di un altare barocco, spettro tridimensionale rubato alla storia o alla storia dell’arte, statuetta ambigua sottratta a un più maestoso, ma invisibile, monumento civile. Fanny & Alexander nasce a Ravenna nel 1992 da Luigi de Angelis (regista, scenografo, grafico, film maker) e Chiara Lagani (drammaturga, scrittrice, studiosa del linguaggio, costumista e attrice). Dal 1997 si aggrega stabilmente alla compagnia Marco Cavalcoli, attore. Ha finora prodotto una cinquantina di eventi, tra spettacoli teatrali e produzioni video e cinematografiche, installazioni, azioni performative, mostre fotografiche, convegni e seminari di studi, festival e rassegne. Nel 2006 ha portato a termine il progetto triennale a partire dal romanzo Ada di Nabokov, aggiudicandosi il Premio Speciale Ubu. Him fa parte del ciclo Oz, ispirato al celebre capolavoro di L.Frank Baum (1900) e alla sua trasposizione cinematografica ad opera di Victor Fleming (1939). 20 03_08 maggio 10 [ 9 pm ] Maurizio Lupinelli / Antonio Moresco MAGNIFICAT di Antonio Moresco con Elisa Pol regia Maurizio Lupinelli disegno luci Filippo Trambusti costumi Maria Chiara Grotto produzione Armunia Festival – Nerval Teatro A un anno dal debutto di Fuoco Nero la compagnia Nerval Teatro, fondata nel 2006 da Maurizio Lupinelli e da Elisa Pol, continua il percorso attraverso la drammaturgia di Antonio Moresco con la messa in scena di Magnificat, un monologo al femminile dove una madre dialoga con il proprio feto e con la sua voce a venire. In scena Elisa Pol incarna la figura della giovane madre e allo stesso tempo quella del figlio che ha ancora in grembo: un rapporto antico di complicità e conflitto che la scrittura di Antonio Moresco porta fino al parossismo. Siamo dentro un utero violento, misterioso, inspiegabile. Magnificat è un’ora offerta al nostro vivere che porta tutti i segni di un intenso lavoro di mesi, uno spettacolo che mostra la maturazione di un tempo dedicato, qualcosa di non tirato via, né frettoloso. Un lusso, direbbero molti artisti; una necessità, risponderebbero molti spettatori. Maurizio Lupinelli dal 1986, comincia ad affermarsi come attore nel panorama teatrale italiano. Dal 1990 fa parte del Teatro delle Albe: insieme a Marco Martinelli è fondatore della non-scuola, esperienza teatrale all'interno delle scuole superiori di Ravenna, nata nel 1991 e tuttora in atto. Dal 1997 inizia a lavorare con ragazzi portatori di handicap, sia fisico che psichico. Nel 1999 a Lerici, La Spezia, inaugura una collaborazione con il centro disabili Pl.e.ia.di, e debutta nel giugno 2000 con Hallo Kattrin, da Madre coraggio di Brecht. Nel 2001 con Eugenio Sideri realizza Ella di Achternbusch. Nel 2004 con la realizzazione di Uno Studio per Marat-Sade tratto dal Marat-Sade di Peter Weiss prosegue l'esperienza con il centro disabili Pl.e.ia.di. Nel 2007, per volontà di Armunia Teatro, il progetto approda alla provincia di Livorno e porta alla realizzazione e al debutto del MARAT, un evento teatrale che mette in scena oltre quaranta persone tra attori disabili e non, studenti delle scuole superiori e allievi della non-scuola di Ravenna. Antonio Moresco (1947) è nato a Mantova e vive a Milano. Dopo un’infanzia segnata dall’esperienza del collegio religioso e una lunga militanza nella sinistra extraparlamentare, verso la fine degli anni Settanta ha intrapreso un sofferto apprendistato letterario, protrattosi per quindici anni e terminato con la pubblicazione a 46 anni nel 1993 dei tre racconti di Clandestinità. Sono poi usciti un breve romanzo La cipolla (1995) e un libro di carattere autobiografico Lettere a nessuno (1997). L’anno successivo, dopo una quantità di rifiuti editoriali, arriva finalmente in libreria il romanzo Gli esordi. Con La Santa (2000), il suo primo testo teatrale, messo in scena per Teatro Aperto da Renzo Martinelli, ha vinto il concorso “sette spettacoli per un nuovo teatro italiano per il 2000”. Sempre Teatro Aperto ha lavorato a svariate messinscena di Canti del Caos, vasto romanzo pubblicato integralmente per Mondadori nel 2008. Nel 2003 è stato tra i fondatori del blog collettivo Nazione Indiana (sua è l'idea del nome), da cui è uscito con altri membri nel 2005 per fondare la rivista telematica e cartacea Il primo amore. Con Le favole della Maria ha vinto il Premio Andersen 2008 per la sezione "Miglior libro 6/9 anni". 21 10_15 maggio 10 [ 9 pm ] Sergio Pierattini UN MONDO PERFETTO di Sergio Pierattini con Milvia Marigliano, Sergio Pierattini, Davide lorino musiche di Gwyneth Schaefer regia di Sergio Pierattini produzione Valdez Essedi Arte/BAM teatro Questo testo, scritto all'inizio del 2007, affronta un tema attuale e complesso come quello dell'adozione, più in generale della nostra incapacità di amare. Una coppia non più giovanissima sogna di adottare un figlio. Quando scopriamo in scena i due protagonisti il loro calvario di attese e delusioni sembra essere definitivamente concluso. L'arrivo del figlio è in realtà l'inizio di un percorso di difficoltà devastanti che fin dal secondo quadro si rivelano insuperabili. I due protagonisti scoprono in rapida successione quanto sia “impossibile” amarlo. Le difficoltà non stanno nella personalità del ragazzo - non a caso non compare mai sulla scena - ma nella stessa natura dei due protagonisti. Nell'essenza di quell'universo a due, grigio, ma anche autosufficiente e appagante che contraddistingue la loro unione. E' un testo crudele, dove il dolore viene indagato senza mezzi termini. Più che i giudizi morali prevale, una volta svelato il mistero e tolta ogni ambiguità alla scomparsa del figlio, un senso di sincera e umana comprensione per i due sfortunati protagonisti. La loro tragica sconfitta riflette i nostri piccoli fallimenti quotidiani. Il non amore della coppia di “un mondo perfetto” svelandosi come un morbo improvviso ci ferisce e allo stesso tempo ci richiama a quella parte di noi, tanto oscura e imprevedibile perché al di fuori dal nostro diretto controllo, quanto sorprendente e devastante, con cui, prima o poi, tutti siamo costretti a fare i conti.” Sergio Pierattini Diplomato all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico, affianca da anni l’attività di attore a quella di autore teatrale e sceneggiatore. Suo il testo del pluripremiato “La Maria Zanella” con Maria Paiato e de “Il ritorno”, prodotto dalla Compagnia Veronica Cruciani, per cui ha concorso nella terna finalista UBU2008 come autore della migliore autore di novità italiana. Vincitore nel 2006 del Premio Flaiano con “Il raggio bianco” e nel 2007 del Premio RiccionePremio speciale della giuria Bignami Quondamatteo con “ Un mondo perfetto”, è stato nel 2008 insignito del riconoscimento quale migliore autore dall’Associazione critici italiani. Milvia Marigliano Intensa protagonista della scena, dagli anni Ottanta ad oggi è stata diretta dai più noti registi italiani tra cui Puggelli, Guicciardini, Piccardi, Fo, Maccarinelli, Avogadro, Shammah, Navello, Gallione, Moscato, Navone, Vacis , Pezzoli, Carsen. Lavora per il Piccolo Teatro di Milano con Tino Carraro, Ferruccio Soleri, Piero Mazzarella, Ernesto Calindri, per il Teatro Stabile di Catania, il Teatro Franco Parenti, il Teatro Filodrammatici, il Teatro Stabile di Torino, e più recentemente per il Teatro di Roma con Valerio Binasco, per il Mercadante di Napoli e per varie produzioni private che l’hanno portata più volte sui più importanti palcoscenici italiani e nei Festival Teatrali. 15 maggio [ 6.30 pm] Bancone di Prova – Elisabetta Bocchino [vedi eventi collaterali] 22 20_30 maggio 10 [ 9 pm ] Teatro di Dioniso CORSIA DEGLI INCURABILI di Patrizia Valduga con Federica Fracassi regia di Valter Malosti una produzione Teatro di Dioniso in collaborazione con Teatro i Corsia degli incurabili, scritto nel 1996, è insieme poesia e teatro. Continuando la feconda collaborazione tra Teatro di Dioniso e Teatro i, nata lo scorso anno sul Progetto Testori, sono emerse la necessità di parlare del nostro paese, del nostro tempo e insieme la fascinazione nei confronti di un dolore e di una ribellione più intime e personali che ci hanno avvicinato alla figura protagonista - malato o malata terminale- e ce ne hanno fatto assaporare lo sdegno, la bruciante attualità. Un monologante che si esprime nella forma metrica del serventese classico, più difficile e tuttavia, in un certo senso, ancora più colloquiale della rima baciata Un monologare che è invettiva, scherno, preghiera, bisbiglio, confessione, provocazione. Una trama caustica e urticante ordita con estro e sapienza da Patrizia Valduga, fra le voci più significative della poesia contemporanea italiana. Corsia degli incurabili ripropone il rapporto tra linguaggio alto e linguaggio basso, impasta gli estremi del sublime e della più trita, umiliante attualità: un’attualità che, fattasi oggetto, si rivela utile a smascherare l’impostura dilagante. Un’accusa che mira a ridare senso e dignità di vita a ciò che il nostro tempo tende a non considerare. Valter Malosti dirige per la prima volta Federica Fracassi in un progetto comune, che raccoglie la sfida di far risuonare parole scomode in un paese sempre più assopito. Patrizia Valduga, originale interprete della crisi che segna la poesia moderna, insieme a una continua ricerca sul linguaggio si appropria di temi (l’amore e la morte, i sensi e il dolore) e forme metriche antichi per riproporli secondo modalità del tutto inconsuete, letterarie e fisiche insieme. Nata a Castelfranco Veneto nel 1953, vive a Milano. Poetessa e traduttrice, ha pubblicato: Medicamenta (Guanda, 1982), La tentazione (Crocetti, 1985), Donna di dolori (Mondadori, 1991), Requiem (Marsilio, 1994), Cento quartine e altre storie d’amore (Einaudi, 1997), Prima antologia (Einaudi, 1998), Quartine Seconda centuria (Einaudi, 2001), Manfred (Mondadori, 2003), Lezione d’amore (Einaudi, 2004) e la postfazione a Ultimi versi di Giovanni Raboni (Garzanti, 2006). Ha tradotto, fra gli altri, John Donne, Stéphane Mallarmé, Tadeusz Kantor, Paul Valéry e, per il teatro, Molière, Shakespeare, Cocteau, Céline, Beckett. Nel 1988 ha fondato il mensile Poesia, che ha diretto per un anno. Valter Malosti, regista, attore e artista visivo, è anima e direttore artistico della compagnia Teatro di Dioniso. I suoi spettacoli teatrali realizzati in gran parte con la propria compagnia (ma anche per il Gruppo della Rocca, il Ctb, il Cabaret Voltaire, il Teatro Stabile di Torino, Pontedera e altri) hanno raccolto numerosi premi della critica italiana e straniera. Tra i suoi ultimi lavori teatrali ricordiamo Nietzsche/Ecce Homo, Disco Pigs di Enda Walsh, Macbeth e Venere e Adone di Shakespeare, Passio Laetitiae et Felicitatis dal romanzo di Giovanni Testori con Laura Marinoni (presentato la stagione scorsa a Teatro i) e Quattro atti profani, tetralogia del drammaturgo torinese Antonio Tarantino. Federica Fracassi, attrice, ha fondato e dirige insieme al regista Renzo Martinelli la compagnia Teatro Aperto, oggi Teatro i, che dal 2004 gestisce l'omonimo spazio a Milano. È stata protagonista di diversi spettacoli della compagnia tra i quali: La Santa di Antonio Moresco, che ha vinto il premio sette spettacoli per un nuovo teatro italiano per il 2000 indetto dal Teatro di Roma e Prima della pensione di Thomas Bernhard, per cui ha ricevuto la menzione d'onore quale miglior attrice emergente al Premio Duse 2006. Ha lavorato tra gli altri con Valerio Binasco, Marc Ravenhill, il maestro Fabio Vacchi, Claudio Collovà, Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri. Ha ricevuto il Premio ETI "Gli Olimpici del Teatro" 2007 come attrice emergente per Le muse orfane di M.M.Bouchard, regia di Nicola Russo. 23 EVENTI COLLATERALI 24 MILANOLTRE 17_18 ottobre 09 [ 9 pm ] NOTHING regia, coreografia e impianto scenico Luca Veggetti drammaturgia Luca Scarlini da suggestioni di Ingmar Bergman e August Strindberg musica e progetto sonoro Paolo Aralla con Olivia Ancona produzione MilanOltre/Next-Laboratorio delle Idee per Oltre il Palcoscenico in collaborazione con FontanaMix durata 60´ prima assoluta Nothing, creazione per MilanOltre con il sostegno del progetto Next, è il racconto di uno scontro di identità, definito negli elementi di una rappresentazione in cui forme diverse gesto, suono e testo - si incontrano. I tre capitoli di questa guerra d’identità, che trae spunti dalle opere di Ingmar Bergman (Persona) e August Strindberg (La più forte), sono interpretati da Olivia Ancona, giovanissima danzatrice americana proveniente dalla Julliard’s School di New York. Luca Veggetti - coreografo e regista da lungo tempo attivo a New York, di recente impegnato anche a Milano e Torino per il Festival MiTo - disegna per Nothing uno spettacolo di grande rigore, com’è consuetudine del suo stile creativo, sulla base di una partitura elettronica creata appositamente da Paolo Aralla, compositore presente sulla scena internazionale (Citè de Musique, Biennale Musica di Venezia). Il testo di Luca Scarlini diventa scenografia, immagine proiettata e con esso dialoga il corpo dell’interprete, alla ricerca di una forma di racconto che riassuma in un unico gesto linguaggi espressivi diversi. Luca Veggetti si forma alla scuola di ballo del Teatro alla Scala e, dopo una carriera di danzatore (London Festival Ballet, Pennsylvania Ballet, Ballet Chicago), dal 1990 si dedica alla coreografia e alla regia: è il primo coreografo italiano nel XX secolo ad essere invitato a lavorare con la compagnia del Kirov al Teatro Marinski di San Pietroburgo; nel 2000 dirige una serata-evento al Teatro antico di Epidauro dove crea Emmeleia e, nel 2002, crea al Teatro Carignano di Torino Ermafrodito, sull’Ermafrodito per chitarra di Sylvano Bussotti. A New York nel marzo 2007, per “Works and Process”, serie del museo Guggenheim, mette in scena NIGHT/SOUNDS con il compositore Toshio Hosokawa e nel settembre 2008, al Miller Theater, la versione integrale dell’Oresteia di Iannis Xenakis. Lavora con compagnie e istituzioni quali Cedar lake, SUNY Purchase, Festival di Spoleto (su commissione della Jerome Robbins Foundation con il New York City Ballet), Cincinnati Ballet. Nell’agosto scorso ha messo in scena al Suntory Hall di Tokyo l’opera di Toshio Hosokawa Hanjo, produzione accolta al Festival MITO 2009. Luca Scarlini, saggista, drammaturgo, storyteller in scena, spesso insieme a cantanti, attori e anche in veste di interprete. Insegna all’Accademia di Brera e in altre istituzioni italiane e straniere; collabora con numerosi teatri e festival in Italia e all’estero ed è direttore artistico di MilanOltre dal 2004. Collabora con Radio3 e ha scritto delle relazioni tra musica e società, intervenendo nei programmi di sala di vari teatri europei, curando anche rubriche per il Teatro Regio di Torino. I suoi testi sono tradotti in numerose lingue. Tra i suoi libri: La musa inquietante (Cortina) Equivoci e miraggi (Rizzoli), D’Annunzio a Little Italy (Donzelli), Lustrini per il regno dei cieli (Bollati Boringhieri), scrive regolarmente su Alias del Manifesto e su L’Indice dei Libri. 25 24_25 ottobre 09 [sabato 10.30 pm | domenica 9 pm] FESTA DEL TEATRO 2009 Teatro i inaugura la stagione 09_10 IDOLI con un doppio evento che vede protagoniste due delle voci più significative della letteratura italiana: Vitaliano Trevisan e Tiziano Scarpa. Da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli, Teatro i vi aspetta per offrirvi un aperitivo e brindare all’inaugurazione della nuova stagione. sabato 24 ottobre 09 [ 10.30 pm ] NOTE SUI SILLABARI di Vitaliano Trevisan riscrittura originale di testi di Goffredo Parise con Vitaliano Trevisan (voce), Daniele Roccato (contrabbasso) musiche H. W. Henze, J. Cage, S. Scodanibbio, S. Gubaidulina, G. Kurtág, J. S. Bach "La casa ha un difetto vi è al suo interno carenza di ombrelli" Riscrittura in musica di quanto già scritto, lettura per voce e contrabbasso. Fraintendere un tema per l’oggetto e dire dai Sillabari di Goffredo Parise, all’autore non pare appropriato – l’autore, chiunque sia l’autore. Ma una lingua è fatta di suoni, suoni che rimandano a significati che generalmente dicono di più delle cose a cui sono riferiti – difficile campo, quello dell'essere. Così piuttosto note come appunti: il percorso al tempo presente e al luogo passato scompare e ancora necessita dei suoi riferimenti, di luoghi, appunto: evocati perduti o ritrovati ma sempre rimpianti, a loro modo, dalle panchine. domenica 25 ottobre 09 STABAT MATER lettura scenica di e con Tiziano Scarpa dal romanzo Stabat Mater (Einaudi, premio Strega 2009) con le musiche di Antonio Vivaldi e Giovanni Legrenzi [ 9 pm ] È notte, l’orfanotrofio è immerso nel sonno. Tutte le ragazze dormono, tranne una. Si chiama Cecilia, ha sedici anni. Di giorno suona il violino in chiesa, dietro la fitta grata che impedisce ai fedeli di vedere il volto delle giovani musiciste. Di notte si sente perduta nel buio fondale della solitudine più assoluta. Ogni notte Cecilia si alza di nascosto e raggiunge il suo posto segreto: scrive alla persona più intima e più lontana, la madre che l’ha abbandonata. La musica per lei è un’abitudine come tante, un opaco ripetersi di note. Ma un giorno le cose cominciano a cambiare, prima impercettibilmente, poi con forza sempre più incontenibile, quando arriva un nuovo compositore e insegnante di violino. Ispirato all’Ospedale della Pietà agli inizi del Settecento – l’orfanotrofio musicale veneziano dove lavorò Antonio Vivaldi – Stabat Mater è un monologo intenso ed emozionante. La voce di Tiziano Scarpa si libera a poco a poco dalla tenebra angosciante in cui è immersa la giovane violinista Cecilia. Né accompagnamento, né colonna sonora, ma vere protagoniste dell’ascolto, le musiche vivaldiane irrompono in questa lettura scenica con un’inedita potenza e malinconia. 26 novembre 09 _ giugno 10 BANCONE DI PROVA Bancone di Prova è un progetto creativo rivolto agli autori che ha come obiettivo la scrittura di testi originali per il teatro. Bancone di Prova si concentra sull’azione necessaria di una scrittura al presente finalizzata alla messa in scena. La particolarità del progetto è la modalità del percorso di scrittura: Bancone offre ai suoi autori l’opportunità di alternare al processo individuale di scrittura preziosi momenti di confronto interno con gli altri autori del gruppo e altrettanti momenti di apertura al pubblico durante tutto l’iter creativo. Negli anni precedenti abbiamo individuato tre appuntamenti nel percorso di scrittura: l’ideazione del soggetto e l’incipit del testo, lo sviluppo della prima metà/tre quarti del testo e la stesura finale. A ciascun appuntamento con la scrittura corrisponde una lettura pubblica, occasione per mettere alla prova l’andamento e l’efficacia dei testi in lavorazione. Per la stagione 2009/2010 Bancone, pur mantenendo la stessa modalità di lavoro interno, proporrà una nuova forma presentando 6 testi brevi che prendono a tema il titolo della stagione di Teatro i, Idoli. Ogni testo verrà legato ad un appuntamento della stagione seguendo affinità di tema e presentato al pubblico in una serata, in orario pre-spettacolo e accompagnato da un aperitivo. Nelle letture di Bancone è il testo ad essere messo alla prova, una prova affidata alla parola, all’attore e alla lettura. Bancone offre alla fine di ogni incontro un momento di convivialità affinché il pubblico possa esprimere opinioni, commenti e ogni forma di critica costruttiva sui lavori appena presentati. Grazie al confronto diretto con un pubblico l’autore potrà apportare ragionate modifiche al proprio lavoro per meglio aderire al linguaggio della scena. Seguendo questo percorso per noi necessario anche quest'anno nel mese di giugno tutti i testi brevi, rivisitati alla luce dell'incontro con gli attori e il pubblico, verranno presentati in una serata unica. Bancone, con nuove iniziative, ha cominciato a proporsi come stimolo e bacino per azioni congiunte al fine di aumentare la presenza di testi di autori italiani viventi nel teatro italiano. Calendario 28 novembre 09 Riccardo Bani + Egumteatro 16 gennaio 10 Gianluca De Col + Ricci/Forte 30 gennaio 10 Marco Di Stefano + Scena Verticale 6 febbraio 10 Lorenzo Piccolo + Daniele Timpano 20 marzo 10 Alessandra Scotti + Teatro i 15 maggio 10 Elisabetta Bocchino + Sergio Pierattini giugno 10 (data da definirsi) serata conclusiva a cura di Maria Antonia Pingitore 27 18 _ 20 dicembre 09 [6.30 pm] ELISA LEPORE/CRISTINA SIVIERI TAGLIABUE BODY WORK n° 2 una performance ideata e diretta da Elisa Lepore tratta dal libro di Cristina Sivieri Tagliabue Appena ho 18 anni mi rifaccio Body work n°2 è una performance nata dalla curiosità rispetto alla tematica della trasformazione e dell’uso e abuso del corpo nella civiltà occidentale. L’idea, che parte dal libro di Cristina Tagliabue, è quella di dare corpo “fisico” a quelle parole, a quelle storie che raccontano un mondo in cui è diventato difficile essere, soprattutto per i giovanissimi, mentre l’apparire (del corpo vestito, spogliato, esibito, modificato, tatuato) è la chiave per l’accettazione sociale, alla stregua di moderne cerimonie di passaggio che sanciscono l’entrata nel mondo adulto. Cerimonie svuotate di senso antropologico (un po’ come il rito della circoncisione, oppure le prove di coraggio e forza dei giovani indiani); cerimonie dolorose, consumate nell’approvazione di quegli adulti che hanno abdicato al ruolo di guida per vivere un’eterna giovinezza, eterna ma al tempo stesso “consumata” proprio perché ridotta a merce di consumo. 28 marzo_aprile 10 [9 pm] FACE À FACE - PAROLE DI FRANCIA PER SCENE D’ITALIA IV edizione [2010] comitato artistico Face à face – Italia Olivier Descotes, Antonio Calbi, Gioia Costa, Christine Ferret, Massimo Monaci organizzazione generale Italia PAV Face à face – Parole di Francia per scene d’Italia giunge nel 2010 alla sua quarta edizione. Il progetto, promosso dall’Ambasciata di Francia in Italia, si iscrive nel programma Teri (Traduction, Edition, Représentation en Italie) e ha avuto tre edizioni di grande successo nel 2007, 2008 e 2009. Face à face ha come obiettivo primario quello di promuovere gli autori di teatro francesi in Italia e di interessare alla drammaturgia contemporanea francese il sistema teatrale italiano. A partire dal 2009 il progetto si è arricchito di un’edizione in Francia, che continuerà anche nel 2010, promossa dall’Ente Teatrale Italiano e dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi attraverso la presentazione a Parigi e in altre città della Francia di dieci autori della drammaturgia italiana contemporanea, in collaborazione con i teatri e gli operatori francesi. Calendario 3 marzo 10 Punto e a capo di Véronique Olmi 31 marzo 10, Voilà di Philippe Minyana 17 aprile 10 Tremo 1-2, di Joel Pommerat 29 06 _10 aprile 10 [ 9 pm ] DANAE FESTIVAL_XII edizione Creazioni contemporanee tra teatro, danza e performing art a cura di Teatro delle Moire La dodicesima edizione di DANAE FESTIVAL a cura di Attilio Nicoli Cristiani e Alessandra De Santis (23 marzo - 24 aprile 2010) prosegue la sua ricerca tra teatro, danza, performance e performing art confermando la sua particolare attenzione a giovani donne artiste indipendenti e a progetti che promuovono un’estetica della differenza e che mettono in campo diversi linguaggi andando sempre più incontro o mescolandosi ai territori dell’arte. Dal 6 al 10 aprile, come ormai accade da alcune edizioni, saremo lieti di presentare una sezione del festival (ancora in definizione) presso il Teatro i, uno dei pochi spazi milanesi con cui possiamo dire di sentire una vicinanza per le scelte e la coerenza (gli altri spazi coinvolti sono Teatro Out Off – Istituto Europeo di Design – LachesiLAB - Spazi urbani). Oggi il festival ha chiaramente delineato le sue vocazioni, costruendosi una forte identità dal punto di vista artistico e sperimentandosi e modificandosi nella struttura per esplorare altre possibilità di comunicazione dell’evento, allo scopo di promuovere il suo contenuto in modo sempre nuovo. E’ altresì importante la scelta e lo sforzo di sostenere quello che potremmo definire “il teatro del presente” italiano e straniero, aiutando giovani compagnie concretamente attraverso Ares il progetto finalizzato alla residenza e alla produzione di compagnie emergenti della città di Milano, presso l’atelier creativo del Teatro delle Moire, LachesiLAB. In questo modo le compagnie, stimolate dal festival stesso, avranno l’occasione di presentare le loro prime opere accanto a compagnie italiane e straniere (Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Svizzera, Israele) già ampiamente affermate. Inoltre Danae continua il suo lavoro “fuori luogo” portando il teatro e la danza in spazi urbani. [danaefestival.com – teatrodellemoire.it] 30 TEATRO i Una sempre presente attenzione al contemporaneo. Dove contemporaneo non è parola generica legata a una modalità di esperire l’arte, e in particolare la forma teatrale, ma è concetto profondo, nel quale si ricalca un legame continuo e radicato con tutto ciò che è attuale, che si attua, appunto, nel tempo in cui viviamo, contemporaneamente al nostro esistere. Teatro i vive nel cuore di Milano ed è un catalizzatore per la produzione e la diffusione del lavoro di artisti italiani e internazionali. Teatro i è una residenza, una casa, che dà protezione temporanea a un numero scelto di esperienze artistiche, con la massima attenzione all’intercettazione delle onde, delle proposte, dei movimenti spontanei che attraversano questo tempo. Teatro i vuole essere un mediatore vivente, attivo ed accessibile fra artisti e pubblico. Info prenotazioni 02.8323156 www.teatroi.org [email protected] Biglietti Intero: 15 euro ridotto convenzionati: 12 euro ridotto under 26/over 65: 10 euro Abbonamenti iCard_abbonamento a 10 spettacoli [personale]: 75 euro iCard_abbonamento a 5 spettacoli [personale]: 45 euro FriCard_10 ingressi senza limiti: 90 euro FriCard_5 ingressi senza limiti: 45 euro Tutti gli eventi collaterali sono fuori abbonamento. 31 Come raggiungerci MM2 P.ta Genova – S.Agostino – S.Ambrogio Tram 2 - 3 - 14 Autobus 94 Stazione BikeMi Parco Conca del Naviglio Hangar Bicocca Via Chiese 2 (traversa di viale Sarca) Tel +393462339939 / +39 02 8535 31764 In metro: MM1 fermata Sesto Marelli - linea 51 (direz. Zara M3) fino a fermata Chiese-Sarca MM3 fermata Zara - linea 51 (direz. Cimiano M2) fino a fermata Chiese-Sesto S.G. Linee di superficie: linea 727, da Milano Centrale fino a fermata Chiese - Sarca metrotramvia 7, fino a fermata Stazione di Milano Greco linea 51, fino alla fermata Chiese - Sarca linea 44, fino alle fermate Breda, Emanueli Con l'automobile: dall'Autostrada A4 To-Ve uscita Milano - viale Zara, direzione centro, proseguire per viale Sarca UFFICIO STAMPA TEATRO i Matteo Torterolo tel. 02.8323156 mob. 347.9579077 [email protected] 32