Aritmetica della sostenibilità del debito pubblico Il debito pubblico, in ogni momento, rappresenta la somma algebrica di tutti gli avanzi e disavanzi passati che sono stati finanziati con emissione di titoli . Definito B il valore nominale totale dei titoli emessi dallo stato (o, in termini equivalenti, il valore del debito pubblico) possiamo esprimere la relazione tra debito e deficit pubblico come [1] ΔB = deficit nominale L’equazione [1] afferma che la variazione del valore nominale del debito pubblico equivale al valore nominale del deficit pubblico Il peso del prelievo fiscale di un paese, la consistenza della spesa pubblica e la rilevanza dei saldi ( fabbisogno, indebitamento, ecc. ) si rapportano solitamente al prodotto interno lordo ( PIL ) per definirne l’incidenza e quindi il peso nell’economia. La ragione è che il PIL per definizione fornisce una misura della dimensione del sistema economico e i vari rapporti istituibili in cui esso compare al denominatore rappresentano una misura delle grandezze poste al numeratore rispetto alle dimensioni dell’economia.: [2] tasso di crescita del rapporto debito/PIL = deficit primario / B + r - tasso di crescita del PIL in termini reali dove B è il valore nominale del debito ed r è il valore effettivo (non quello atteso) del tasso d’interesse reale. Si rammenti che il deficit primario è misurato in termini nominali. Una formula equivalente è [3] tasso di crescita del rapporto debito / PIL = deficit primario / B + i - tasso di crescita del PIL in termini nominali dove i è il tasso di interesse nominale. Ricaviamo analiticamente le equazioni [2] e [3]. Sia b il rapporto tra debito pubblico e PIL, allora per definizione, [4] b = B / PY dove B è il valore nominale del debito, P è il livello dei prezzi e Y è il PIL reale. Dalla [4], otteniamo la [5] Δb / b = ΔB / B - Δ PY / PY Sarà anche [6] ΔB = PΔP + iB dove ΔP è il valore reale del deficit primario, PΔP il suo valore nominale, i è il tasso di interesse nominale, e iB è il valore nominale dei pagamenti per interessi sul debito pubblico. Usiamo la [6] e sostituiamo Δ B sul lato destro della [5] [7] Δb / b = PΔP / B + i - ΔPY / PY e osserviamo che PΔP / B è il rapporto tra il deficit primario e il debito pubblico, cosicché la [7] è equivalente alla [3] vista precedentemente. Il tasso di crescita percentuale del reddito nominale, PY, è [8]Δ PY / PY = ΔP / P + Δ Y / Y e sostituendo la [8] nella [7] e ricordando che Δ P/P è il tasso di inflazione p, abbiamo [9] Δb / b = PΔP / B + i - p - ΔY / Y il tasso di interesse reale r corrisponde al tasso di interesse nominale i meno il tasso di inflazione p. Sostituendo r a (i - p) a secondo membro della [11] otteniamo l’equazione [2]. Δb / b = ḃ, PΔP / B = (g-t) [ cioè la spesa pubblica(G) – le Imposte(T), entrambe in rapporto a B e perciò indicate con la lettera minuscola], ΔY / Y = x , otteniamo: Se [10] ḃ = (g-t) + r-x Ignorando la crescita della moneta ṁ che riduce il tasso di crescita del debito in quanto parte del debito viene finanziato con l’emissione di moneta senza accrescere lo stock complessivo di debito netto[ḃ = (g-t) + r-x – ṁ] si puo’ indicare la condizione base della stabilizzazione del debito, cioè richiede t-g = r – x. ḃ=0 che Pertanto se si vuole mantenere costante il rapporto B/PY (b) e quindi mantenere la sua crescita (ḃ) pari a 0 è necessario che il disavanzo primario sia almeno uguale alla differenza tra il tasso di interesse reale e il tasso di crescita del PIL. Un aumento del disavanzo primario richiede o un aumento del tasso di crescita dell’economia o/e una diminuzione del tasso di interesse che lo Stato deve corrispondere agli acquirenti di debito pubblico.