Paradossi sulla globalizzazione - Dipartimento di Economia Politica

Globalizzazione, ideologia e politica economica
1989 Berlino
Francis Fukuyama,
Fine della storia ?
nel suo libro "La Fine della Storia e l’Ultimo
Uomo",
propone la tesi che la storia è inevitabilmente destinata a finire, non nel senso
che terminano gli eventi, ma nel senso che, oltre questo modello, non si andrà, e
il modello è esattamente quello della liberaldemocrazia, che si è affermato
grazie al progresso scientifico occidentale e al desiderio tipicamente umano di
gareggiare gli uni con gli altri per essere riconosciuti.
Globalizzazione, ideologia e politica economica
Washington Consensus
dottrina economica dominante fino allo
scoppio della crisi
Aprire, liberalizzare, stabilizzare
Paradossi della globalizzazione I
I paesi che più hanno beneficiato dell’apertura del mercato
internazionale non sono quelli che si sono attenuti al WC
Paradossi della globalizzazione II
quelli che l’hanno fatto si son comportati peggio
East Asia & Pacific
Economic growth
7.0%
6.4%
South Asia
6.0%
5.0%
5.6%
Latin America &
Caribbean
4.0%
3.3%
3.3%
3.3%
2.8%
3.0%
2.0%
1.2%
1.0%
1.0%
0.0%
1960-1980
-1.0%
1980-90
1990-2003
-0.8%
Paradossi della globalizzazione III
è aumentata l’instabilità finanziaria
Crisi finanziarie più o
meno locali
Grande crisi
finanziaria del 2008
Source: Jeanne and Ranciere (2005)
Paradossi della globalizzazione IV
I paesi ora sviluppati NON seguirono le regole del WC
mentre si stavano sviluppando
Ad esempio
 Nella II metà del 19° secolo i dazi alle
importazioni negli USA erano molto più elavato
che in molto PVS oggi.
 Molte regolazioni internazionali erano inesistenti
(TRIPS - Trade Related Aspects of Intellectual
Property Rights).
Effetti della globalizzazione
I fatti economici più evidenti a livello globale negli ultimi
venti anni
prima della crisi, ovviamente
 tassi di crescita del reddito elevati a livello mondiale anche se non
equamente e generalmente diffusi
 i paesi che mostrano una dinamica del reddito maggiore sono anche quelli
che più si sono inseriti nell’economia mondiale
 riduzione della povertà in termini relativi elevata ma anche in termini assoluti
 aumento della diseguaglianza, sia nei paesi sviluppati, sia nei LDCs
Effetti della globalizzazione
Quanto il processo di globalizzazione ha determinato questi
fatti stilizzati ?
Non è facile rispondere a questa domanda
Non è facile misurare la globalizzazione in sé
Possiamo invece separare l’effetto
integrazione nei mercati finanziaria (financial
globalization)
integrazione nei mercati dei beni e apertura
commerciale
Effetti della globalizzazione
effetti globalizzazione finanziaria
L’inserimento e l’integrazione con il mercato finanziario internazionale era vista
come una condizione necessaria per lo sviluppo.
Un punto importante del Washington Consensus
Si è accumulata oramai una ampia letteratura empirica che cerca di dare
una conferma empirica a questa ipotesi
Financial Globalization: A Reappraisal
M. Ayhan Kose, Eswar Prasad, Kenneth Rogoff, and Shang-Jin Wei
IMF WP06/186
The majority of empirical studies are unable to find robust
evidence in support of the growth benefits of capital account
liberalization.
Effetti della globalizzazione
effetti globalizzazione finanziaria
Le verifiche empiriche non confermano il ruolo cruciale
della globalizzazione finanziaria come motore di sviluppo
Ovviamente il giudizio potrebbe essere ancora più negativo
in seguito alla crisi finanziaria che ha segnato questi ultimi
anni
Effetti della globalizzazione
effetti globalizzazione commerciale
Anche qui si è accumulata oramai una ampia letteratura empirica che
cerca di stimare l’influenza di liberalizzazione commerciale sulla crescita
Risultati:
i Paesi che crescono di più sono quelli più inseriti nel mercato mondiale
(Cina, India, et similia)
ma
questi non sono necessariamente i più aperti al commercio
internazionale
Effetti della globalizzazione
globalizzazione e distribuzione del reddito
Fatti stilizzati
 la diseguaglianza economica è cresciuta negli ultimi anni in quasi tutti i paesi, sia
sviluppati che in via di sviluppo con pochissime eccezioni
la quota di prodotto che va ai possessori di capitale è aumentata sensibilmente
rispetto alla quota di prodotto che va ai lavoratori (in quasi tutti i paesi e a livello
aggregato)
 il reddito medio delle fasce più povere della popolazione è cresciuto in quasi tutte le
regioni (principalmente concentrato in Cina ed India, quasi assente in Africa)
 L’aumento della diseguaglianza economica è spesso vista come una concausa
della crisi del 2008
 la redistribuzione deprime la domanda aggregata
per contrastare la domanda calante si attua una politica monetaria e creditizia
più generosa (in USA)
Il trilemma della Economia Mondiale
Dani Rodrik
Integrazione
economica profonda
Globalizzazione
Stato nazionale
Democrazia
Tutti e tre insieme sono incompatibili
Vale per il mondo e per l’Europa
Il trilemma della Economia Mondiale
Dani Rodrik
Integrazione
economica profonda
Globalizzazione
“Camicia di forza
dorata (?)”
Stato nazionale
Democrazia
Se c’è la globalizzazione e Stato nazionale
Il trilemma della Economia Mondiale
Dani Rodrik
Integrazione
economica profonda
Globalizzazione
Governo federale
mondiale
Stato nazionale
Democrazia
Se c’è la globalizzazione e democrazia
Il trilemma della Economia Mondiale
Dani Rodrik
Integrazione
economica profonda
Globalizzazione
Stato nazionale
Governare
l’integrazione
Democrazia
Se c’è democrazia e stato nazionale
Il trilemma della Economia Mondiale
Dani Rodrik
Concorrenza in materia d’imposte sul reddito delle persone
giuridiche
Norme sanitarie, ambientali e di sicurezza alimentare
Mercato del lavoro (caso FIAT)
Il trilemma della Economia Mondiale
Un esempio
Immaginiamo che nel mondo vi siano due stati N(oi) e R(esto del
mondo) perfettamente identici.
Sia in N che in R
 metà della popolazione è ricca e se si impegna al massimo, guadagna
€ 1100 al mese
 l’altra metà è povera e guadagna € 0 (il reddito è misurato in più
rispetto al reddito di mera sussistenza)
Se vuole, lo stato può redistribuire il reddito attraverso
un’imposizione fiscale sul reddito con un’aliquota pari a t.
L’imposizione fiscale può scoraggiare l’impegno dei ricchi.
Non c’è globalizzazione  la popolazione è immobile.
Il trilemma della Economia Mondiale
Un esempio
Scelta di politica economica  quale t ?
Immaginiamo per semplicità che esistano solo tre aliquote possibili
t=0  l’impegno dei ricchi non diminuisce,
non avviene alcuna redistribuzione,
il reddito pro-capite è massimo e pari a 550 -- (1100+0)/2,
il reddito dei più poveri è pari al livello di mera sussistenza.
t=0,3  l’impegno dei ricchi diminuisce leggermente (producono 1000),
il 30% del reddito dei ricchi viene trasferito ai poveri,
il reddito pro-capite è pari a 500 -- (700+300)/2,
il reddito dei più poveri è pari 300
t=0,5  l’impegno dei ricchi diminuisce sensibilmente (producono 500),
il 50% del reddito dei ricchi viene trasferito ai poveri,
il reddito pro-capite è pari a 250 -- (250+250)/2,
il reddito dei più poveri è pari 250
Il trilemma della Economia Mondiale
Un esempio
Scelta di politica economia  quale t ?
Dipende dalle preferenze di ciascun paese
Se R e N scelgono un criterio «utilitaristico» secco, sceglieranno l’aliquota
che massimizza il reddito pro-capite (t=0)
Se vogliono massimizzare il reddito dei più poveri, sceglieranno t=30%
Se hanno preferenze in favore di un criterio di massima eguaglianza,
sceglieranno t=50%
Ciascun paese è libero (democrazia) di realizzare la
politica nazionale più in linea con le proprie
preferenze
Il trilemma della Economia Mondiale
Un esempio
Globalizzazione
Ora R e N si globalizzano e per semplicità immaginiamo che i lavoratori
si possano spostare ma per farlo debbano ottenere il consenso dei
paesi di destinazione.
Scelta di politica economia  quale t ?
Se sia in N che in R vi fosse una preferenza volta a massimizzare il
reddito dei più poveri t=0,3 sarebbe scelta ottimale.
All’inizio t=0,3
MA…
Il trilemma della Economia Mondiale
Un esempio
Scelta di politica economia  quale t ?
MA…
A entrambi gli stati conviene abbassare di poco le tasse per accogliere i ricchi
dell’altro paese incentivati a venire per il maggior reddito disponibile (così
aumenta il reddito dei più poveri)
Parte una concorrenza fiscale al ribasso sulle aliquote.
E facile vedere che l’unico equilibrio possibile sarà che entrambi gli stati
pongano t=0
Democrazia (scegliere in base alle proprie preferenze), politica
nazionale (scegliere autonomamente l’aliquota), globalizzazione
(mobilità dei fattori)
NON SONO OTTENIBILI CONTEMPORANEAMENTE