CHIRURGIA UROLOGICA ROBOTICA Responsabile: Prof. Marco Carini PREMESSE La chirurgia robotica viene adottata con sempre maggior frequenza nella terapia delle patologie prostatiche prima fra tutte il tumore della prostata e nel trattamento delle patologie renali e vescicali. Questo tipo di chirurgia oltre ad avere gli indubbi vantaggi di essere una chirurgia mini invasiva e quindi consentire un più rapido recupero del paziente ed una riduzione dei tempi di degenza, ha alcune caratteristiche peculiari che hanno dato un recente impulso alla sua diffusione. In particolare i risultati dei centri internazionali in cui è stata introdotta la chirurgia robotica hanno dimostrato un vantaggio in una serie di interventi primo fra tutti la prostatectomia radicale. Questo tipo di intervento viene attualmente effettuato presso il nostro centro in modalità “open” con ottimi risultati in termini di controllo oncologico e di conservazione delle funzioni urinarie (continenza) e sessuali (potenza), e con circa 200 interventi annui effettuati. Il conseguimento di tali risultati è particolarmente importante alla luce del recente mutamento della presentazione clinica del carcinoma prostatico. Infatti l’approccio terapeutico al carcinoma prostatico ha subito negli ultimi 20 anni radicali cambiamenti. Il consistente aumento di incidenza delle neoplasie prostatiche non si è accompagnato ad un proporzionale aumento della mortalità. Ciò riflette verosimilmente la variazione di stadio della malattia alla diagnosi. Infatti negli ultimi anni si è riscontrato un incremento delle diagnosi di tumori in fase localizzata ed una riduzione delle diagnosi di tumori in stadio avanzato, fatto probabilmente attribuibile sia all’introduzione del dosaggio del PSA ed alla diffusione della biopsia prostatica, ma anche ad una maggior consapevolezza e quindi attenzione degli stessi pazienti verso questo tipo di tumore. Contemporaneamente si sono affinate le conoscenze di anatomia chirurgica delle strutture pelviche, con conseguente riduzione della morbilità perioperatoria e delle complicanze a medio e lungo termine della chirurgia pelvica radicale. Lo spostamento verso la malattia “localizzata”, unitamente alla riduzione dell’età alla diagnosi, ha determinato un aumento delle forme potenzialmente guaribili e quindi, grazie anche alla sempre minore morbilità della chirurgia, alla diffusione della “Prostatectomia Radicale”, che oggi rappresenta il gold standard nella terapia dell’adenocarcinoma prostatico clinicamente localizzato. I risultati della letteratura sulla prostatectomia radicale robotica indicano chiari vantaggi rispetto alla prostatectomia “open” e alla prostatectomia laparoscopica. Infatti la chirurgia robot assistita consente una eccellente visione tridimensionale, estremamente ravvicinata, delle strutture oggetto dell’intervento chirurgico che è particolarmente importante laddove l’equilibrio tra rischio oncologico e necessità di conservazione di strutture fondamentali per gli aspetti funzionali è molto critico. Questo concetto è particolarmente sentito nella prostatectomia condotta con tecnica “nerve sparing”, dove i nervi erettivi devono essere accuratamente separati dalla superficie prostatica senza essere danneggiati, ma senza rischiare di incidere la prostata o lasciare tessuto neoplastico sui nervi stessi. La chirurgia robotica facilita questa fase grazie anche alla possibilità di movimento degli strumenti endoaddominali a 360° con 7 angolature possibili. Sempre in questo tipo di intervento le caratteristiche del robot facilitano anche la conservazione dello sfintere uretrale striato, strettamente adeso all’apice prostatico e consentono una semplice esecuzione dell’anastomosi vescico uretrale. Un altro interessante settore di utilizzo della chirurgia robotica è quello della chirurgia renale. In questo settore il nostro centro è all’avanguardia per la chirurgia conservativa dei tumori del rene con numerose ed importanti pubblicazioni su questo argomento. La possibilità di utilizzo del robot consentirebbe l’esecuzione di interventi di enucleazione renale con tecnica mini invasiva conservando la possibilità di movimenti a 360°, presupposto indispensabile per un intervento come l’enucleazione tumorale in cui è necessario sviluppare con cautela il piano tra parenchima renale sano e pseudo capsula tumorale, strutture estremamente fragili. In ambito di chirurgia renale anche la stenosi del giunto pieloureterale, che adesso eseguiamo con tecnica laparoscopica, può beneficiare dell’ausilio del robot, che faciliterebbe il passaggio dei punti ricostruttivi che necessitano fili molto sottili su piccole strutture come l’uretere. Inoltre numerose pubblicazioni scientifiche hanno evidenziato la possibilità di ampliare le indicazioni della chirurgia robotica a numerose patologie urologiche. Tale campo di applicazione futura della robotica sarà il soggetto di indagini, ricerca scientifica e audit interni al fine di studiare la possibilità di ampliamento delle indicazioni attualmente accettate. OBBIETTIVI DEL PROGETTO 1. Introdurre la chirurgia robotica in urologia a Firenze 2. Fornire una piattaforma didattica robotizzata per medici strutturati e medici specializzandi in linea con le più avanzate tecnologie interventistiche 3. Incrementare la ricerca scientifica e tecnologica finalizzate alla definizione di nuove terapie chirurgiche per le più comuni malattie oncologiche in urologia 4. Sviluppare un progetto di coordinamento della chirurgia urologica robotica toscana con sede a Firenze DISEGNO DELLO STUDIO La durata del progetto e’ triennale. Interventi Previsti di Chirurgia Robotica “nella fase iniziale” (Primi 6 mesi) 5 interventi alla settimana: Prostatectomia Radicale, Nefrectomia parziale, colposacropessi, giuntoplastica. Interventi Previsti di Chirurgia Robotica “a regime” (successivi 30 mesi) 10 interventi alla settimana: Prostatectomia Radicale, cistectomia radicale con ileocutaneostomia o neovescica, Nefrectomia parziale, colposacropessi, giuntoplastica. Per un numero complessivo di 450-480 interventi ogni anno con un incremento del 15%-20% su base annua. REQUISITI DEI CANDIDATI Il progetto richiede l’impiego di due ricercatori con competenze specifiche di tipo chirurgico “tradizionale” e chirurgico laparoscopico nell’ambito delle neoplasie prostatiche e renali. Le competenze chirurgiche dovranno essere accompagnate da un interesse scientifico comprovato da un numero di pubblicazioni superiore a 15 soprattutto in campo di chirurgia per neoplasia prostatica e neoplasia renale e in laparoscopia. Saranno quindi ammessi alla selezione coloro che siano in possesso dei seguenti titoli di studio: Laurea in Medicina e Chirurgia, Specializzazione in Urologia, e che possano vantare un curriculum scientifico caratterizzato da esperienza in ambito di chirurgia prostatica e conservativa renale tradizionale e chirurgia laparoscopica. Il conseguimento del titolo di “Dottore di ricerca” sarà valutato favorevolmente dalla Commissione. Si richiede ai candidati una conoscenza della chirurgia robotica comprovata da congressi e stage eseguiti in Italia e all’estero. Inoltre si richiede la conoscenza della lingua inglese e conoscenze informatiche.