BU - N. 12/2009 - Facoltà di Medicina e Chirurgia

CHIRURGIA UROLOGICA ROBOTICA
Responsabile:
Prof. Marco Carini
PREMESSE
La chirurgia robotica viene adottata con sempre maggior frequenza nella terapia delle patologie
prostatiche prima fra tutte il tumore della prostata e nel trattamento delle patologie renali e
vescicali. Questo tipo di chirurgia oltre ad avere gli indubbi vantaggi di essere una chirurgia mini
invasiva e quindi consentire un più rapido recupero del paziente ed una riduzione dei tempi di
degenza, ha alcune caratteristiche peculiari che hanno dato un recente impulso alla sua diffusione.
In particolare i risultati dei centri internazionali in cui è stata introdotta la chirurgia robotica hanno
dimostrato un vantaggio in una serie di interventi primo fra tutti la prostatectomia radicale. Questo
tipo di intervento viene attualmente effettuato presso il nostro centro in modalità “open” con ottimi
risultati in termini di controllo oncologico e di conservazione delle funzioni urinarie (continenza) e
sessuali (potenza), e con circa 200 interventi annui effettuati. Il conseguimento di tali risultati è
particolarmente importante alla luce del recente mutamento della presentazione clinica del
carcinoma prostatico. Infatti l’approccio terapeutico al carcinoma prostatico ha subito negli ultimi
20 anni radicali cambiamenti. Il consistente aumento di incidenza delle neoplasie prostatiche non si
è accompagnato ad un proporzionale aumento della mortalità. Ciò riflette verosimilmente la
variazione di stadio della malattia alla diagnosi. Infatti negli ultimi anni si è riscontrato un
incremento delle diagnosi di tumori in fase localizzata ed una riduzione delle diagnosi di tumori in
stadio avanzato, fatto probabilmente attribuibile sia all’introduzione del dosaggio del PSA ed alla
diffusione della biopsia prostatica, ma anche ad una maggior consapevolezza e quindi attenzione
degli stessi pazienti verso questo tipo di tumore.
Contemporaneamente si sono affinate le conoscenze di anatomia chirurgica delle strutture pelviche,
con conseguente riduzione della morbilità perioperatoria e delle complicanze a medio e lungo
termine della chirurgia pelvica radicale.
Lo spostamento verso la malattia “localizzata”, unitamente alla riduzione dell’età alla diagnosi, ha
determinato un aumento delle forme potenzialmente guaribili e quindi, grazie anche alla sempre
minore morbilità della chirurgia, alla diffusione della “Prostatectomia Radicale”, che oggi
rappresenta il gold standard nella terapia dell’adenocarcinoma prostatico clinicamente localizzato.
I risultati della letteratura sulla prostatectomia radicale robotica indicano chiari vantaggi rispetto
alla prostatectomia “open” e alla prostatectomia laparoscopica. Infatti la chirurgia robot assistita
consente una eccellente visione tridimensionale, estremamente ravvicinata, delle strutture oggetto
dell’intervento chirurgico che è particolarmente importante laddove l’equilibrio tra rischio
oncologico e necessità di conservazione di strutture fondamentali per gli aspetti funzionali è molto
critico. Questo concetto è particolarmente sentito nella prostatectomia condotta con tecnica “nerve
sparing”, dove i nervi erettivi devono essere accuratamente separati dalla superficie prostatica senza
essere danneggiati, ma senza rischiare di incidere la prostata o lasciare tessuto neoplastico sui nervi
stessi. La chirurgia robotica facilita questa fase grazie anche alla possibilità di movimento degli
strumenti endoaddominali a 360° con 7 angolature possibili. Sempre in questo tipo di intervento le
caratteristiche del robot facilitano anche la conservazione dello sfintere uretrale striato, strettamente
adeso all’apice prostatico e consentono una semplice esecuzione dell’anastomosi vescico uretrale.
Un altro interessante settore di utilizzo della chirurgia robotica è quello della chirurgia renale. In
questo settore il nostro centro è all’avanguardia per la chirurgia conservativa dei tumori del rene
con numerose ed importanti pubblicazioni su questo argomento. La possibilità di utilizzo del robot
consentirebbe l’esecuzione di interventi di enucleazione renale con tecnica mini invasiva
conservando la possibilità di movimenti a 360°, presupposto indispensabile per un intervento come
l’enucleazione tumorale in cui è necessario sviluppare con cautela il piano tra parenchima renale
sano e pseudo capsula tumorale, strutture estremamente fragili. In ambito di chirurgia renale anche
la stenosi del giunto pieloureterale, che adesso eseguiamo con tecnica laparoscopica, può
beneficiare dell’ausilio del robot, che faciliterebbe il passaggio dei punti ricostruttivi che
necessitano fili molto sottili su piccole strutture come l’uretere.
Inoltre numerose pubblicazioni scientifiche hanno evidenziato la possibilità di ampliare le
indicazioni della chirurgia robotica a numerose patologie urologiche. Tale campo di applicazione
futura della robotica sarà il soggetto di indagini, ricerca scientifica e audit interni al fine di studiare
la possibilità di ampliamento delle indicazioni attualmente accettate.
OBBIETTIVI DEL PROGETTO
1. Introdurre la chirurgia robotica in urologia a Firenze
2. Fornire una piattaforma didattica robotizzata per medici strutturati e medici specializzandi in
linea con le più avanzate tecnologie interventistiche
3. Incrementare la ricerca scientifica e tecnologica finalizzate alla definizione di nuove terapie
chirurgiche per le più comuni malattie oncologiche in urologia
4. Sviluppare un progetto di coordinamento della chirurgia urologica robotica toscana con sede a
Firenze
DISEGNO DELLO STUDIO
La durata del progetto e’ triennale.
Interventi Previsti di Chirurgia Robotica “nella fase iniziale” (Primi 6 mesi)
5 interventi alla settimana: Prostatectomia Radicale, Nefrectomia parziale, colposacropessi,
giuntoplastica.
Interventi Previsti di Chirurgia Robotica “a regime” (successivi 30 mesi)
10 interventi alla settimana: Prostatectomia Radicale, cistectomia radicale con ileocutaneostomia o
neovescica, Nefrectomia parziale, colposacropessi, giuntoplastica.
Per un numero complessivo di 450-480 interventi ogni anno con un incremento del 15%-20%
su base annua.
REQUISITI DEI CANDIDATI
Il progetto richiede l’impiego di due ricercatori con competenze specifiche di tipo chirurgico
“tradizionale” e chirurgico laparoscopico nell’ambito delle neoplasie prostatiche e renali. Le
competenze chirurgiche dovranno essere accompagnate da un interesse scientifico comprovato da
un numero di pubblicazioni superiore a 15 soprattutto in campo di chirurgia per neoplasia prostatica
e neoplasia renale e in laparoscopia.
Saranno quindi ammessi alla selezione coloro che siano in possesso dei seguenti titoli di studio:
Laurea in Medicina e Chirurgia, Specializzazione in Urologia, e che possano vantare un curriculum
scientifico caratterizzato da esperienza in ambito di chirurgia prostatica e conservativa renale
tradizionale e chirurgia laparoscopica. Il conseguimento del titolo di “Dottore di ricerca” sarà
valutato favorevolmente dalla Commissione. Si richiede ai candidati una conoscenza della chirurgia
robotica comprovata da congressi e stage eseguiti in Italia e all’estero. Inoltre si richiede la
conoscenza della lingua inglese e conoscenze informatiche.