Il medico risponde Il recupero di coscienza è importante e deve proseguire l’iter della riabilitazione Il massimo recupero è un lavoro in team Indispensabile il rapporto di fiducia tra i famigliari e gli operatori Il Medico risponde è una rubrica anche online. Su www.centrocardinalferrari.it è possibile leggere domande e risposte ricorrenti. Per inviare una domanda basta scrivere a [email protected]. Il Medico risponde ha anche ora un hashtag sul canale Twitter del Centro (per seguire i tweet cerca ccffontanellato e clicca segui). Antonio De Tanti Domanda Buongiorno, scrivo per avere un riscontro su quello che ha subito mio fratello. Tre mesi fa si è sentito male ed è stato ricoverato d’urgenza in uno stato di coma. Operato per rimuovere l’idrocefalo creatosi a causa della cisti colloide fra il terzo e quarto ventricolo. Viene tenuto in coma farmacologico per qualche giorno. Dopo una settimana è stato operato per via endoscopica per rimuovere la cisti. Al risveglio, dopo qualche giorno, ci siamo accorti che il coma o la cisti avevano lasciato dei danni: arti sinistri che non muoveva, braccio destro con tremore (ma funzionante), non parla bene, ossia emette solo piccoli bisbigli, palpebra dell’occhio destro sempre chiusa. Però riconosceva moglie, figli e tutti i parenti. Per un mese ha avuto il sondino esterno per eliminare il liquor cerebrale. Poi, a seguito di una risonanza, si è visto che vi era una aderenza fra i due ventricoli e che non vi era collegamento fra loro. Operato il 5 gennaio con suc- 14 In cammino cesso, infatti dopo un paio di ore, già diceva singole parole molto più chiare ed esplicite. Dopo una settimana è stato riportato presso una struttura di riabilitazione. Da poco più di un mese che si trova presso tale struttura i risultati si vedono, ma non tanto. Adesso, dopo la fisioterapia, muove entrambe gli arti bene, ma non cammina, sta sempre sulla sedia a rotelle. Le parole sono piu chiare, ma non riesce a comporre bene le frasi. Continua ad avere problemi nel bere acqua, è troppo liquida, sembra che si affoghi. La palpebra destra non si è alzata anche se l’oculista ha detto che vede bene da entrambe gli occhi e che si potrà intervenire chirurgicamente in futuro. Non ha la sensazione di quando ha i suoi bisogni fisiologici. In base a tutto ciò, crede che mio fratello possa nei prossimi mesi recuperare almeno per l’autosufficienza? Come si può capire che non abbia subito danni permanenti ma solo danni che con il lavoro fisioterapico e del logopedista si possa riprendere? Risposta Buongiorno, ho letto le note che mi ha inviato rispetto alla storia di suo fratello. Ovviamente, è impossibile per me darle notizie e prospettive precise circa i margini di guarigione, senza conoscere i dettagli tecnici della sua situazione. Posso però confermarle che le cisti colloide sono di natura benigna e quindi i limiti al recupero del paziente saranno determinati in primis dalle complicanze intercorse prima, durante e dopo l’intervento di rimozione chirurgica. Da quanto mi scrive mi sembra che il paziente abbia riportato danni a livello del tronco dell’encefalo, che compromettono alcune funzioni (ad esempio motricità oculare e deglutizione) a cui si associa un danno più diffuso delle funzioni attentive e cognitive, probabilmente legato all’idrocefalo e al breve periodo di coma. La cosa più positiva invece è il recupero della coscienza, che consente margine di lavoro riabilitativo intenso e proficuo. Ritengo quindi necessario proseguire l’iter di riabilitazione intensiva. è ovviamente indispensabile che si instauri un rapporto di comunicazione reciproca e di fiducia tra voi familiari e il team degli operatori che lo hanno in cura perché solo per questa strada si può aiutare suo fratello a raggiungere il massimo recupero possibile e credo che questo lavoro dovrà proseguire ancora per molti mesi. Aprile 2013