LABORATORIO: Moderne Tecnologie di misura nel laboratorio di FISICA PROVINCIA di TORINO Liceo Scientifico “Giordano Bruno” - Torino Referente: Lorenzo Galante Novembre 2005 BANCO N° 2 Step Durata Descrizione del sistema di misura basato su Convertitore Analogico – Digitale. 15’ Introduzione alla sperimentazione con circuiti elettronici (Glossario). 20’ Descrizione e realizzazione dell’esperimento. 30’ Risultati sperimentai e modello matematico (la legge di Lenz). 30’ Verifica del modello matematico. 30’ A che cosa serve? 10’ Tot. 2h 15’ Descrizione del sistema di misura basato su Convertitore Analogico - Digitale Il sistema di misura che utilizzerete permette di “registrare” nel tempo la variazione delle più varie grandezze fisiche: temperature, velocità, accelerazioni, pressioni ecc. Il sistema permette inoltre di “registrare” contemporaneamente fino a 8 grandezze. Il tutto viene memorizzato su un computer e al termine dell’operazione si può osservare la storia temporale delle grandezze misurate. Esso consta di tre parti: 1. un sensore (che trasforma la grandezza fisica che vogliamo misurare in un segnale di tensione elettrica esprimibile in Volt; 2. un Convertitore Analogico-Digitale (ADC) che trasforma il segnale di tensione del sensore in un file utilizzabile dal computer (operazione di digitalizzazione); 3. un computer. Grandezza fisica da misurare SENSORE ADC PC Prima dell’ADC il segnale di tensione [in Volt] è un segnale continuo nel tempo [Segnale Analogico]. t Dopo l’ADC il segnale è diventato un segnale discreto nel tempo [Segnale Campionato]: t Inoltre, il segnale è diventato un file, quindi scritto sotto forma di numeri binari. In tal modo può essere immagazzinato e memorizzato sul PC. COSA SIGNIFICA SEGNALE CAMPIONATO L’ADC non può permettersi di leggere il segnale fornito dal sensore e di digitalizzarlo con velocità infinita; ogni lettura e digitalizzazione richiede un certo tempo. E’ per questo che l’ADC è costretto a CAMPIONARE il segnale del sensore cioè a leggerlo ad intervalli di tempo regolari t. Il segnale continuo costituito da infiniti punti (ANALOGICO) diventa quindi discontinuo e formato da un insieme finito di punti (CAMPIONATO). Il reciproco dell’intervallo t a cui l’ADC è in grado di campionare viene detto FREQUENZA DI CAMPIONAMENTO. ESEMPIO. Se si chiede all’ADC di fare una lettura ogni 0.1 s, t = 0.1 s la frequenza di campionamento sarà fC = 1/t = 10 herz L’operazione di digitalizzazione del segnale viene gestita via software. Nel nostro caso il software è LabView 6.1 . La schermata tipo con cui vi troverete a lavorare è quella riportata qui sotto. Analizziamo le sue parti principali: NUMERO DI CAMPIONI: con questo numero si determina il numero di letture che l’ADC deve effettuare durante il nostro esperimento. Tale numero è anche Il numero di punti, finito, da cui sarà composto il segnale registrato. FREQUENZA DI CAMPIONAMENTO: con questo numero si determina il numero di letture che l’ADC deve fare in un secondo. Il reciproco della frequenza di campionamento è l’intervallo di tempo che intercorre fra una lettura e l’altra. PER QUANTO TEMPO LAVORA L’ADC. Se, per esempio, si è richiesto di fare 3000 letture con una frequenza di campionamento di 100 herz il nostro ADC lavorerà per un tempo pari a 3000 volte t, cioè: tempo di lavoro ADC = 3000 x (1/100) s = 30 s. In altre parole tempo di lavoro ADC = NUMERO CAMPIONI / FREQUENZA DI CAMPIONAMENTO. l’ADC con cui lavorerete può leggere in contemporanea fino ad 8 canali, occorre dunque informarlo circa il canale o i canali da leggere. CANALE: INTRODUZIONE ALLA SPERIMENTAZIONE CON CIRCUITI ELETTRONICI (GLOSSARIO). In prima approssimazione possiamo dire che un circuito elettrico è costituito da un percorso chiuso lungo il quale si dispongono dei componenti elettrici collegati fra di loro da fili di materiale conduttore (per es. rame). Solitamente lungo questo percorso chiuso si pone un generatore di tensione (anche detto pila o batteria) la cui funzione consiste nel far passare corrente elettrica (e quindi nel far fluire elettroni) attraverso i fili del circuito. Prendiamo in esame due circuiti semplicissimi schematizzati nei disegni qui sotto: Resistenza V R _ V R + Generatore di Tensione Continua Generatore di Tensione Variabile nel Tempo Generatore di tensione continua: (indicato con la lettera V), un esempio di generatore di tensione continua è la pila da 1,5 Volt che si usa per il lettore di CD portatile. Essa genera una tensione costante nel tempo. Un generatore di questo genere ha due poli di segno definito: il polo negativo (disegnato con una linea corta), il polo positivo (disegnato con una linea più lunga). Tale generatore farà correre gli elettroni all’interno del filo del circuito spingendoli dal polo negativo verso quello positivo. La tensione fornita dal Generatore può essere misurata con un Voltmetro e la sua unità di misura è il Volt (V). Corrente elettrica: è il flusso di elettroni attraverso i fili del circuito. La corrente elettrica può essere misurata; la grandezza che le rappresenta è l’intensità i di corrente elettrica (unità di misura: Ampere (A) ) che descrive il numero di elettroni che passano per un certo punto del circuito per unità di tempo. Più è alta la tensione maggiore è la corrente elettrica circolante in quel punto. Resistenza: componente elettronico che serve a creare all’interno del circuito una resistenza al passaggio di elettroni. Più alta è la resistenza più bassa sarà l’intensità di corrente elettrica. Se la resistenza di un circuito fosse infinita la corrente sarebbe nulla, se la resistenza fosse zero la corrente sarebbe infinita (corto circuito) e qualche componente del circuito si brucerebbe. La resistenza elettrica può essere misurata e la sua unità di misura è l’Ohm (). Ai capi di una resistenza attraversata da corrente si manifesta una tensione, misurabile in Volt, pari al prodotto della corrente elettrica i e della resistenza R: V i R (Legge di Ohm). Questa tensione si oppone a quella fornita dal generatore nel senso che è di segno opposto (in questo senso si parla di caduta di tensione ai capi di una resistenza) – FAI UN SEMPLICE ESPERIMENTO PER CONVINCERTI DI QUESTO - [Esperimento con un generatore di tensione continua e una resistenza, misure con un tester: si fa girare il voltmetro lungo il circuito senza invertire l’ordine con cui i fili sono applicati ai capi del gen. e della resistenza. Si vedrà che le due tensioni hanno segno opposto. Misurando la corrente con un amperometro si potrà anche verificare la legge di Ohm] Generatore di tensione variabile nel tempo: A volte può essere utile alimentare un circuito (cioè fornire tensione tra due punti del circuito stesso) con una tensione che non sia costante nel tempo. Esistono allora dei dispositivi elettronici in grado di fornire una tensione che vari nel tempo in diversi modi: secondo un andamento sinusoidale, secondo un andamento ad onda quadra (come nel caso indicato nella figura di sinistra) o ad onda triangolare ecc. DESCRIZIONE E REALIZZAZIONE DELL’ESPERIMENTO. 1. Questo esperimento servirà a comprendere il significato e il funzionamento di un componente elettronico che va sotto il nome di induttanza. Un’induttanza è un semplice filo di rame, o di qualsiasi altro materiale conduttore, disposto in modo da formare numerosi avvolgimenti, una rappresentazione schematica la trovate qui sotto. Sul vostro bancone dovreste trovarne una, prendetela in mano e osservatela in modo da comprendere come è stata costruita. Accanto all’induttanza troverete anche un anello di ferro che dovrete far passare all’interno dell’avvolgimento di filo di rame. Tale anello di ferro renderà l’induttanza molto più “forte” di quanto non fosse prima, in tal modo l’effetto che vorremo misurare sarà più facile da rivelare. 2. Ogni induttanza è identificata da un numero L che ne esprime la “forza”, l’unità di misura di L è l’Henry (H). 3. Per comprendere come si comporti un’induttanza quando è inserita all’interno di un circuito, farai il seguente esperimento: a. Prendi i seguenti componenti (se non li sai riconoscere chiedi aiuto alla tua guida): l’induttanza con il nucleo di ferro, una resistenza da 1k, dei fili di rame per i collegamenti, dei coccodrilli. b. Costruisci il seguente circuito: A R A B B L c. A questo punto occorre fare una precisazione. Ogni filo di rame porta con sé una certa resistenza elettrica. La resistenza offerta da un filo di rame è solitamente trascurabile, ma se il filo è molto lungo occorre tenerne conto. L’induttanza che stai usando è un avvolgimento di un lunghissimo filo, dunque dobbiamo tener presente della resistenza r che essa si porta dietro. In altre parole dobbiamo pensare al circuito che hai costruito come a qualcosa di questo genere: R L r Resistenza interna dell’induttanza Induttanza Reale d. Ora inserisci il generatore di tensione variabile nel tempo tra i poli A e B, facendoti aiutare dalla guida. Il generatore di tensione servirà per alimentare il circuito (come fa una pila). Premendo gli opportuni tasti e ruotando le opportune manopole, fai in modo che i circuito sia alimentato da un’onda quadra con frequenza di 2 Hz e ampiezza 2 Volt. Completato questo passo dovresti aver realizzato il seguente circuito: A+ B- R L r COSA E’ UN’ONDA QUADRA. Un’onda quadra è un’onda di questo tipo. Alimentare il circuito con un’onda come questa è come alimentarlo con una pila da 2Volt invertendo le polarità della pila in continuazione (+2V, -2V, +2V, ecc..). Avendo l’onda quadra una frequenza di 2Hz, è come invertire le polarità ogni quarto di secondo (0.25 s) 0.25 s e. Come circolerà la corrente nel circuito? Il generatore di tensione ogni 0.25s passerà bruscamente da +2V a –2V, cambiando ripetutamente il segno della tensione la corrente cambierà ripetutamente il senso di circolazione. f. A noi interessa controllare come l’induttanza risponderà a questa corrente che la attraversa e che cambia verso in continuazione. Perciò preleva R A+ con due fili di rame il segnale di tensione (Volt) ai capi dell’induttanza (punti C e D) e mandalo ad un canale BL dell’ADC. r Contemporaneamente, D C preleva, con altri due fili di rame, il segnale di tensione fornito dal generatore di tensione (l’onda quadra) e invialo ad un altro canale dell’ADC. In tal modo + potremo vedere come reagisce l’induttanza alle variazioni di tensione del generatore. _ g. Ora alimenta il circuito con l’onda quadra di tensione e “registra” con l’ADC 1 secondo di storia temporale dei due canali RISULTATI SPERIMENTALI E MODELLO MATEMATICO (LA LEGGE DI LENZ). L’analisi dei risultati sperimentali avverrà attraverso successive domande a cui dovrai provare a dare risposta. 1. Osserva la storia temporale “registrata” con l’ADC. Hai due segnali sovrapposti: uno rappresenta la tensione che alimenta il circuito (una sorta di ‘forza’ applicata al circuito che determina un passaggio di corrente avanti e indietro), l’altro rappresenta la tensione ai capi dell’induttanza, che è un componente del circuito forzato dall’alimentazione. Cosa puoi notare circa gli istanti in cui l’induttanza fa sentire la sua presenza? L’induttanza manifesta un’alta tensione ai suoi capi in corrispondenza dei bruschi cambiamenti di segno della tensione del generatore. Va notato che negli istanti in cui il generatore inverte il segno della tensione la corrente è spinta ad invertire il verso. Quindi potremmo dire che l’induttanza ‘si fa sentire’ quando è attraversata da correnti che cambiano nel tempo. Negli intervalli di tempo in cui la tensione del generatore resta costante (quindi anche la corrente che attraversa l’induttanza) l‘induttanza manifesta una tensione costante e prossima a zero (in prima approssimazione diremo che ‘tace’, cioè che ai suoi capi la tensione è zero). 2. Come si può descrivere matematicamente il comportamento dell’induttanza osservato? Abbiamo detto che la tensione ai capi dell’induttanza dipende dalla variazione nel tempo della corrente che l’attraversa. Tale variazione matematicamente si esprime così: i t allora potremmo provare a scrivere che la tensione V ai capi dell’induttanza è proporzionale a questa variazione VL i t Indicheremo con L la costante di proporzionalità: VL L i t 3. Adesso è tempo di fare un’altra importante osservazione. Guarda bene il grafico della storia temporale che hai registrato e fai attenzione al segno della tensione ai capi dell’induttanza. Cosa fa l’induttanza quando la tensione del generatore scende da +2V a –2V e viceversa? Se i collegamenti che portano il segnale all’ADC sono stati fatti bene, si osserva che, quando la tensione del generatore passa da +2 a –2, la tensione dell’induttanza sale bruscamente verso una tensione positiva (più alta di +2V). Viceversa quando la tensione del generatore sale da –2 a +2, l’induttanza manifesta un salto di tensione verso una tensione negativa. Si può interpretare questo comportamento come un tentativo dell’induttanza di mantenere la corrente che l’attraversa invariata. Infatti se la tensione della batteria scende da +2 a –2, l’induttanza fornisce una tensione positiva che cerca di impedire il calo di tensione. 4. Questa osservazione ci permette di perfezionare ulteriormente il nostro modello matematico. Visto che la tensione che compare ai capi dell’induttanza si oppone alle variazioni della tensione del generatore essa va dotata di un segno meno. Il nostro modello diventa quindi: VL L i t 5. Avete fatto un tentativo di descrivere metematicamente la legge che governa la tensione ai capi dell’induttanza. Chiameremo questo tentativo Modello Matematico. Prima di prenderlo per buono, però, dobbiamo metterlo alla prova. Un buon modo per farlo consiste nell’usare il Modello per prevedere matematicamente il risultato dell’esperimento appena svolto. Ora vi spiego come fare. VERIFICA DEL MODELLO MATEMATICO 1. Esiste una legge che deve essere rispettata da tutti i circuiti e che riguarda le tensioni ai capi dei vari elementi disposti lungo il circuito. Facciamo un esempio sul nostro circuito per capire di cosa si tratta. A+ B- R L r Questa legge asserisce che la somma algebrica (quindi occorre tener conto del segno) di tutte le tensioni ai capi degli elementi inseriti in un circuito deve essere uguale a zero. Applichiamola al nostro caso. Nella tabella sono indicati i vari componenti e le relative tensioni ai loro capi. Generatore di Tensione Onda quadra: V A A = 2 Volt; f = 2 Hz Resistenza R Resistenza interna dell’induttanza r V i R V i r r = 25 Cos2 f t Cos2 f t V L Induttanza L i t L = 4.8 H Si ha quindi: Cos2 f t i iR ir L 0 Cos2 f t t 2. E’ importante notare che questa equazione ha come variabile la corrente i che non è un’incognita normale, come ad esempio la x di un’equazione di secondo grado che rappresenta un numero reale. La i, in questo caso, è una grandezza che varia nel tempo: è una funzione del tempo. Per correttezza andrebbe dunque indicata con la scritta i(t). L’equazione del circuito che abbiamo scritto, allora, non è un’equazione normale, è un’equazione che come soluzione mi dà come cambia nel tempo la corrente elettrica, cioè i(t). Equazioni di questo genere si chiamano equazioni di evoluzione temporale. Sono equazioni molto importanti in fisica perché consentono di capire come evolverà nel tempo un certo sistema; nel nostro caso il circuito. Non ci interessa sapere come si risolvono queste equazioni, per adesso a noi interessa solo saperle scrivere e sapere che il computer è in grado di risolverle per noi. 3. Il computer fornirà la soluzione: la funzione del tempo i(t). Noi con l’esperimento abbiamo misurato le tensioni ai capi del generatore e dell’(induttanza + la resistenza interna). La tensione del generatore sappevamo già scriverla prima di risolvere l’equazione e la faremo disegnare al computer. Però, per confrontare i risultati del modello matematico con quelli dell’esperimento, dovremo ancora chiedere al computer di passare dalla soluzione i(t) che ha trovato alla tensione ai capi dell’induttanza + resistenza interna. Ciò è molto facile da fare, perché nota la i(t) per il computer non è un problema calcolarsi V L i ir . t 4. Fatto questo potremo confrontare la storia temporale calcolata con il modello matematico e quella misurata e constatare se il modello è valido oppure da scartare. Fallo e tira le tue conclusioni.