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sabato 2 febbraio
Preghiamo per: Benini Daniele (P)
Meditazione del mattino: 1 Corinzi 13:1
2 - 8 febbraio
6. CREAZIONE E CADUTA
Letture: Genesi 3:1-15; Matteo 4:3-10; Colossesi 2:20-23; Giovanni 3:17; Apocalisse
14:6,7
«Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei;
questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno» Genesi 3:15
C’era un attore comico che era solito interpretare un personaggio femminile
di nome «Geraldine». In uno di questi monologhi, la donna è moglie di un
pastore e torna a casa con un abito molto costoso. Il marito (interpretato
sempre dallo stesso comico) si arrabbia e Geraldine gli urla per tutta risposta: «Me l’ha fatto comprare il diavolo! Non volevo acquistare quest’abito,
ma il diavolo continuava a infastidirmi». Nelle intenzioni doveva trattarsi di
una cosa divertente. Ma il nostro mondo, e il male in esso presente, ci mostra che Satana non è materia per la satira.
Per qualcuno, l’idea del diavolo è un’antica superstizione che non deve essere presa seriamente. Ma la Scrittura è inequivocabile: pur essendo un nemico sconfitto (Ap 12:12; 1 Gv 3:8), Satana è qui sulla terra, determinato a
provocare più disastri e distruzioni possibili al creato di Dio. Questa settimana esamineremo il suo attacco originale e quanto esso possa insegnarci
per poi rivendicare quella vittoria che ci appartiene in Cristo.
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2-8 febbraio
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domenica 3 febbraio
Preghiamo per: Buonfiglio Michele (E)
IL SERPENTE FU PIÙ ASTUTO
Meditazione del mattino: Atti 4:19,20
Leggere Genesi 3:1. Come viene descritto Satana sotto le spoglie di un serpente?
In che modo la realtà di quella descrizione viene rivelata in quel semplice passo?
L’astuzia del serpente è percepibile nel modo in cui introduce la sua tentazione. Non sferra un attacco diretto, ma cerca di coinvolgere la donna in una
conversazione. Da notare che le parole del serpente racchiudono almeno due
aspetti problematici: prima chiede se Dio abbia davvero fatto quell’affermazione particolare, poi formula la domanda, sollevando dubbi circa la sua generosità. Chiede, infatti: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun
albero del giardino?». Citando erroneamente e in modo intenzionale le
istruzioni divine, il serpente pone la donna nella condizione di voler correggere la sua affermazione, per poi attirarla nella conversazione. Una strategia
decisamente scaltra.
Naturalmente, la cosa non sorprende; Gesù ha definito il diavolo un mentitore e il padre della menzogna (Gv 8:44). In Apocalisse 12:9 è detto che egli
inganna il mondo intero e questo significa che nessuno, nemmeno noi avventisti, può ritenersi al sicuro. Il nemico continua ad adottare la stessa strategia rivelatasi vincente con Eva. Solleva quesiti sulle parole e le intenzioni
manifestate da Dio, sperando di innescare dubbi e attirarci in «conversazione». Dobbiamo essere vigili (1 Pt 5:8) per potere resistere ai suoi inganni.
Confrontare Matteo 4:3-10 con Genesi 3:1. Quale trama analoga mise in scena
Satana nei confronti di Gesù, e perché fallì? Cosa ci insegna Gesù con il suo modo di reagire agli attacchi di Satana nel deserto? In che misura, oggi, siamo
sottoposti al medesimo pericolo?
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LA DONNA E IL SERPENTE
Preghiamo per: Chiesa di Arezzo
lunedì 4 febbraio
Meditazione del mattino: Deuteronomio 6:4,5
Leggere Genesi 3:2,3. Come replica la donna al serpente? Quali errori commette?
Sebbene Eva conoscesse alla perfezione l’ordine impartito da Dio, e fosse
dunque pienamente colpevole, afferma qualcosa che va oltre le parole pronunciate da Dio, o almeno di ciò che riporta la Bibbia. Egli era stato perentorio con Adamo ed Eva, ordinando loro di non mangiare il frutto di quell’albero. Ma non vi era alcun cenno alla presunta imposizione di non toccarlo nemmeno. Dato che non sappiamo cosa spinse Eva a fare quell’affermazione, è meglio non fare alcuna speculazione al riguardo. E comunque, non
c’è alcun dubbio: pensando di non dover toccare il frutto, sarebbe stata meno incline a mangiarlo, perché non poteva mangiare una cosa intoccabile.
Quante volte, ancora oggi, dobbiamo affrontare una realtà simile, e confrontarci con soggetti che propongono dottrine che nella maggior parte dei
punti sono in armonia con la Scrittura? Ma proprio quei pochi elementi disarmonici possono corrompere l’insieme. L’errore, pur mescolato alla verità,
resta pur sempre errore.
Leggere Matteo 15:7-9. In che modo Gesù rimprovera gli scribi e i farisei perché
aggiungono il pensiero umano alla Parola di Dio? Confronta questi passi con
Apocalisse 22:18 e con Colossesi 2:20-23. Quale beneficio recano le regole che ci
proteggono dal peccato (v. 23)?
Il problema relativo al peccato non è una mancanza di regole, quanto un cuore
corrotto. Anche nella società secolare assistiamo spesso ad appelli per la promulgazione di leggi contro il crimine, mentre sarebbe sufficiente rispettare
quelle già vigenti. Non abbiamo bisogno di leggi nuove, ma di nuovi cuori.
In che misura corriamo il rischio di assuefarci alle cose dalle quali siamo messi in guardia nei passi appena letti? I parametri basati su principi biblici sono
essenziali. La domanda è: come facciamo a essere certi che le regole e le norme che applichiamo non ci guidino fuori strada?
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martedì 5 febbraio
Preghiamo per: Anziani di Padova
INGANNATI DALL’EVIDENZA
Meditazione del mattino: Matteo 10:19,20
Leggere Genesi 3:4-6. Quali meccanismi determinarono la caduta di Adamo ed
Eva e quale insegnamento possiamo trarne in relazione alle tentazioni che
personalmente subiamo?
Satana ha avuto la meglio nel trascinare Eva in una conversazione e nel sollevare dubbi relativi alle parole e alle motivazioni di Dio. Ora racconta a Eva
che il Signore non sta dicendo la verità e offre una spiegazione plausibile sul
perché della proibizione di mangiare il frutto. Secondo Satana, Dio sta impedendo qualcosa di buono per mantenere Adamo ed Eva al di sotto del loro potenziale. Così facendo, Satana ricama sulla precedente questione riguardante i motivi per cui avrebbe espresso il divieto di avvicinarsi ad alcuni alberi. Eva osserva tre dati per giungere alla conclusione che avrebbe tratto beneficio dal mangiare quel frutto. Primo, nota che l’albero produce un
buon frutto; forse osserva il serpente mentre lo mangia, e magari ascolta alcuni suoi commenti sulla sua gustosità. è curioso come, sebbene fosse stato
detto loro di non mangiarne, la donna constati che «era buono per nutrirsi».
Un classico esempio di conflitto tra i sensi e un ordine chiaro e perentorio da
parte del Signore.
Il secondo elemento che convince Eva a mangiare il frutto è il fatto che fosse «bello da vedere». Tutti i frutti del giardino erano certamente belli ma,
per qualche ragione, Eva viene attratta particolarmente da quello che Satana
le sta offrendo.
La sua peculiarità di rendere saggi è la terza ragione che invoglia Eva a
mangiarlo. Il serpente le ha assicurato che facendolo acquisirà la conoscenza, che la farà diventare come Dio. La triste ironia, secondo quanto ci dice la
Bibbia, è che lei era già «a immagine di Dio» (Gn 1:27).
Ci viene narrato che Eva fu ingannata, non così Adamo (1 Tm 2:14). Perché,
allora, anche lui ne mangiò? Egli disubbidì consapevolmente a Dio, scegliendo
di seguire Eva piuttosto che il suo Creatore. Quante volte riviviamo oggi il medesimo meccanismo? Con quanta facilità rischiamo di essere tentati da quello
che dicono e fanno altri, indipendentemente dall’evidente discrepanza con la
Parola di Dio? Adamo seguì la donna, invece di Dio, e quello che segue è l’incubo conosciuto come storia del genere umano (Rm 5:12-21).
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GRAZIA E GIUDIZIO NELL’EDEN - I PARTE
Preghiamo per: Berretta Orazio (Va)
mercoledì 6 febbraio
Meditazione del mattino: Giacomo 4:11,12
Le prime espressioni di Dio riportate da Genesi 3, dopo la caduta, sono tutte domande: «Dove sei?», «Chi ti ha mostrato che eri nudo?», «Hai forse
mangiato del frutto dell’albero, che ti avevo comandato di non mangiare?»,
«Perché hai fatto questo?» (vv. p-13).
Invece, il primo monito del capitolo, la prima disapprovazione è rivolta al serpente. Che cosa gli dice il Signore e qual è il significato delle sue parole? Genesi
3:14,15
Riflettiamo sulle implicazioni di quello che sta avvenendo. La prima affermazione concreta che Dio rivolge all’umanità caduta è, in realtà, una condanna a carico di Satana, non del genere umano. Anche in quel momento,
Dio offre all’umanità la speranza e la promessa del Vangelo (v. 15). Mentre
annuncia la sorte del principe delle tenebre, proclama la speranza del genere umano. Nonostante il loro peccato, il Signore rivela subito ad Adamo ed
Eva la promessa della redenzione.
Solo dopo questa promessa e la speranza della grazia e della salvezza, al
versetto 15 (noto anche come prima promessa evangelica), il Signore pronuncia la propria sentenza ai danni di Adamo ed Eva: «Alla donna disse: “Io
moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con
dolore partorirai figli…” Ad Adamo disse: “Poiché hai dato ascolto alla voce
di tua moglie… mangerai il pane con il sudore del tuo volto…”» (vv. 16,17).
Attenzione all’elemento chiave: prima viene promessa la salvezza, poi il
giudizio, che si manifesta sullo sfondo del Vangelo; in caso contrario, si sarebbe trattato esclusivamente di una condanna e a tal proposito la Scrittura
è esplicita: «Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare
il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3:17).
Perché dobbiamo avere la certezza che lo scopo di Dio non è condannarci ma
salvarci? Perché il peccato offusca questa splendida verità, allontanandoci dal
Signore?
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giovedì 7 febbraio
Preghiamo per: Chiesa di Assoro
GRAZIA E GIUDIZIO NELL’EDEN - II PARTE
Meditazione del mattino: Colossesi 4:5,6
In Genesi 1 e 2, Dio pronuncia frasi enunciative tipo, «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli… Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra… Non è bene che l’uomo sia solo». Tutte affermazioni che hanno a che fare con il creato e con la collocazione al suo interno del genere umano. Come abbiamo visto ieri, l’affermazione enunciativa
seguente registrata dalla Bibbia si trova in Genesi 3;14,15, quando Dio offre
il messaggio dell’Evangelo all’umanità.
Le prime dichiarazioni enunciative del Signore riguardano il creato, quelle seguenti, la redenzione che si esprime nel contesto stesso del giudizio.
Deve essere così. In fondo, quale sarebbe lo scopo del Vangelo e che bisogno
avremmo di una lieta notizia se non ci fossero un giudizio e una condanna ai
quali scampare? Il concetto stesso di «Vangelo» contiene in sé quello di condanna, che noi comunque non saremo chiamati ad affrontare. Ecco la lieta
notizia!
Sebbene l’uomo abbia violato la legge di Dio, e tali violazioni saranno comunque sottoposte a giudizio, in Gesù Cristo ci verrà risparmiata quella condanna che esso inevitabilmente implicherebbe.
Creazione, Vangelo e giudizio non appaiono solo nelle prime pagine della Bibbia
ma anche nelle ultime. Leggere Apocalisse 14:6,7. In che modo questi versetti si
collegano ai primi capitoli della Genesi? Quali idee parallele presentano?
In Apocalisse 14:6,7 si dichiara che Dio è il Creatore, un tema chiave nelle
pagine iniziali della Genesi. Sempre in Apocalisse 14, tuttavia, viene prima il
«vangelo eterno», seguito dall’annuncio di un giudizio, come avviene in
Genesi 3. Il giudizio ci sarà, ma non prima del Vangelo. La base del nostro
attuale messaggio di verità deve dunque essere la grazia, la lieta notizia che
pur meritevoli della condanna, siamo perdonati, purificati e giustificati tramite Gesù. Senza il Vangelo, la nostra sorte sarebbe analoga a quella del serpente e della sua progenie, non a quella della donna e della progenie di lei.
Questa grande notizia viene diffusa anche nell’Eden, nelle prime parole
enunciative pronunciate da Dio a un mondo caduto.
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APPROFONDIMENTO
Preghiamo per: Bira Adrian Marian (T)
venerdì 8 febbraio
Meditazione del mattino: 1 Corinzi 1:10
Tramonto del sole: ore 17,37
«Dio mise a disposizione dei nostri progenitori il cibo da lui stabilito per il
nostro genere. L’idea di prendersi la vita di una qualunque creatura era contraria al suo progetto. Non avrebbe dovuto esserci la morte nell’Eden….» Counsels for the Church, p. 228.
«Satana presenta la legge d’amore di Dio come una legge di egoismo.
Afferma che per noi è impossibile ubbidire ai suoi comandamenti.
Attribuisce la caduta dei nostri progenitori, con tutte le sofferenze che ne sono scaturite, al Creatore e convince gli uomini a considerare Dio come l’autore del peccato, della sofferenza e della morte. Gesù doveva svelare quest’inganno» - DA, p. 24 [12].
«L’uomo, tuttavia, non fu abbandonato alle conseguenze del male da lui
stesso scelto. Nella condanna pronunciata su Satana, fu dato l’annuncio della redenzione… Questa sentenza, che i nostri progenitori udirono distintamente pronunciata da Dio, fu per loro una promessa. Prima di udire parlare
delle spine e dei cardi, del lavoro faticoso e del dolore che dovevano costituire il loro retaggio, o della polvere alla quale dovevano ritornare, essi udirono delle parole che dettero loro speranza. Tutto quello che era stato perduto cedendo a Satana, poteva essere riconquistato per mezzo di Cristo» Ed, p. 27 [17].
Domande per la discussione
1. Fare riferimento alle risposte alla domanda finale di martedì. Quali tipi di regole da noi stabilite potrebbero trasformarci in quel tipo di persona che Gesù
ha condannato? Come fare, allora, a stabilire delle regole che ci aiutino a seguire meglio i principi della verità rivelati nella Bibbia?
2. Perché è impossibile armonizzare il racconto della creazione con le teorie
evoluzionistiche, due visioni delle origini in conflitto tra loro, se non si vuole
annullare il significato della Bibbia? Perché la corretta comprensione della
creazione è importante per la corretta comprensione della caduta?
3. In alcune culture l’idea di un diavolo letterale viene considerata una sciocchezza; in altre, viceversa, esiste una vera e propria ossessione nei confronti
delle potenze del male e degli spiriti maligni. Qual è la situazione del contesto
nel quale vivi? Qual è la tendenza, e come si ottiene un corretto equilibrio nell’affrontare la realtà delle battaglie soprannaturali che si combattono in noi?
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