Devi cambiare la tua vita! Pratiche di trasformazione del sé dentro e fuori le religioni 29 settembre – 1 ottobre 2014 1 Il concetto di pratica in antropologia: come nasce e in che cosa consiste una forma di vita di Alessandro Simonicca La nozione antropologica di “pratica” e di “forma di vita” ha una genesi recente (per lo più, post-wittgensteiniana) e definisce il mondo sociale entro cui ruotano le posizioni e le relazioni dell’individuo con il mondo circostante e con il mondo interno, quali realtà sociali definibili (per lo meno in prima istanza) per tratti di in-group. La forma di vita è un luogo appaesante, eppur di difficile delimitazione, gittata, densità, anche perché l’insieme delle sue componenti fondamentali (linguaggio, posturalità, curvatura cognitiva) rischiano di confondersi con un contenuto di cultura, quale insieme di “legami primordiali”, come sembra fare anche la più recente antropologia interpretativa, da C. Geertz ad A. Appadurai a U. Hannerz. Comprendere la genesi di una forma di vita, in ogni caso, equivale a comprendere il modo in cui le pratiche hanno potentemente agito formando un habitus, alla Bourdieu, oppure schemi di interpretazione del mondo, secondo l’ermeneutica, fissando limiti e garantendo prospettive di percezione, classificazione, valutazione e apprezzamento del mondo in cui si vive. Le ricerche antropologiche sono ricche di etnografie centrate sulla genesi del Sè per via emotiva e sulla funzione della vita rappresentativa che danno vita alla “agency”. Più complesso appare il panorama della “conversione”. La possibilità di “trasformarsi” coincide con l’attivazione di possibili comunicazioni fra due o più mondi diversi. Si cercherà pertanto di capire sino a che punto è possibile passare da una forma di vita ad una altra, sondando alcune argomentazioni antropologiche che possano rendere conto del possibile passaggio a una “conversione”. La tesi che l’intervento vuole sostenere è “scettico” sulla possibilità di radicali passaggi, anche se resta sempre contraddittorio concettualizzare la dimensione “pratica” entro un approccio fondamentalmente intellettualistico.